Maya: differenze tra le versioni

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[[File:Chichen Itza 3.jpg|thumb|upright=1.4|''El Castillo'' a [[Chichén Itzá]]]]
[[File:Mayamap.png|thumb|upright=1.4|La [[Mesoamerica]], in evidenza l'area maya]]
GliI '''antichi maya''' furono una popolazione insediatasiinsediata in [[Mesoamerica]], dove si sviluppò una civiltà nota per l'[[Arte maya|arte]], l'architettura, i raffinati sistemi matematici e [[astrologia maya|astronomici]] e la [[scrittura maya|scrittura]] (l'unico sistema noto di [[scrittura]] pienamente sviluppato nelle [[Civiltà precolombiane|Americhe precolombiane]]).
 
La civiltà degli antichi maya si sviluppò in una zona che comprende: l'odierno sudest [[messico|messicano]], il [[Guatemala]] e il [[Belize]], oltre a porzioni occidentali dell'[[Honduras]] e di [[El Salvador]]. Questa regione è costituita dalle pianure del nord, che comprendono la penisola dello [[Yucatán]], dagli altopiani della [[Sierra Madre de Chiapas|Sierra Madre]], che si estendono dallo stato messicano del [[Chiapas]] verso tutto il sud del [[Guatemala]] e poi in [[El Salvador]] e dalle pianure meridionali del litorale del [[Oceano Pacifico|Pacifico.]]
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[[File:Maya civilization ___location map-blank.svg|thumb|Massima estensione della civiltà maya]]
 
La civiltà maya occupava un ampio territorio che comprendeva il [[Messico]] sudorientale e il nord dell'[[America Centralecentrale]]; questa zona comprende tutta la [[penisola dello Yucatán]], Guatemala, Messico e Belize e dunque tutto il territorio facente ora parte degli odierni paesi del [[Guatemala]] e del [[Belize]], così come le parti occidentali dell'[[Honduras]] e dell'[[El Salvador]]. In Messico, il territorio occupato dai Maya è ora incorporato negli stati di: [[Chiapas]], [[Tabasco (stato)|Tabasco]], [[Campeche]], [[Quintana Roo]] e Yucatán.<ref>{{cita|Phillips, 2007|p. 47|phillips}}.</ref> La penisola dello Yucatán è delimitata dal [[Mar dei Caraibi]] a est e dal [[Golfo del Messico]] a nord e ad ovest e comprende i moderni stati messicani di Yucatán, Quintana Roo e Campeche, la parte orientale dello stato di Tabasco, la maggior parte del dipartimento guatemalteco di [[Petén]] e tutto il Belize.<ref>{{cita|Quezada, 2011|p. 13|quezada}}.</ref> La maggior parte della penisola è costituita da una vasta [[pianura]] con alcune [[colline]] o montagne e una riviera costiera generalmente bassa. Le zone nord-occidentale e settentrionali presentano una minore piovosità rispetto al resto della penisola; queste regioni vantano una [[roccia]] calcarea altamente porosa con una conseguente minor presenza di acque superficiali.<ref name="Thompson 1966, p. 25">Thompson 1966, p. 25.</ref> Al contrario, la parte nord-orientale della penisola è caratterizzata da [[palude|paludi]] boschive.<ref name="Thompson 1966, p. 25"/> La parte settentrionale della penisola è priva di fiumi, fatta eccezione per il fiume [[Champotón]], tutti gli altri si trovano nel sud.<ref>{{cita|Quezada, 2011|p. 14|quezada}}.</ref>
 
[[File:Sierra Madre Guatemala.jpg|thumb|left|Le alture della Sierra Madre]]
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Tradizionalmente si intende per preclassico il periodo storico in cui iniziò lo sviluppo della civiltà maya. Tra gli studiosi vi è un costante dibattito circa la data di inizio di questa era. Grazie agli esami con il [[carbonio-14]] è stato possibile datare alcuni dei reperti scoperti a [[Cuello]], nel [[Belize]], intorno al 2600 a.C.<ref>{{cita|Schmidt, 1998|p. 357|schmidt}}.</ref> Studi sugli insediamenti databili intorno al 1800 a.C. della regione [[Soconusco]] della costa del Pacifico hanno rivelato che i Maya già coltivavano gli alimenti alla base della loro dieta, tra cui: [[mais]], [[fagioli]], [[zucca|zucche]] e [[peperoncino]].<ref name="Drew99p6">{{Cita|Drew, 1999|p. 6|drew}}.</ref> Questo periodo, noto come il primo preclassico, fu caratterizzato da comunità sedentarie e dall'introduzione della [[ceramica]] e piccole sculture in [[argilla]].<ref>{{cita|Coe, 1999|p. 47|coe}}.</ref>
 
Durante il periodo medio preclassico i piccoli villaggi cominciarono a crescere, andando a costituire le prime città.<ref name="Olmedo97p26">{{cita|Olmedo Vera, 1997|p. 26|olmedo}}.</ref> Nel 500 a.C. esse già possedevano grandi strutture templari, decorate con maschere di stucco raffiguranti [[divinità]].<ref name="MartinGrube00p8">{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 8|martin}}.</ref> [[Nakbe]], del [[Dipartimento di Petén]] in [[Guatemala]], è il primo esempio ben documentato di città maya edificata in pianura,<ref name="SharerTraxler06p214">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 214|sharer}}.</ref> le cui grandi strutture sono state datate intorno al 750 a.C.<ref name="Olmedo97p26"/> Anche le pianure del nord dello [[Yucatán]] furono intensamente abitate a partire da questo periodo.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 276|sharer}}.</ref> Circa nel 400 a.C., verso la fine del periodo medio preclassico, i primi sovrani maya alzarono [[stele]] per celebrare i propri risultati e validare il proprio diritto a governare.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 182, 197|sharer}}.</ref>
 
Pitture murali, ritrovate nel 2005, hanno permesso di collocare di diversi secoli indietro rispetto a quanto ritenuto l'origine della [[scrittura maya]], dimostrando che vi fu già una certa capacità a [[San Bartolo]] nel Petén a partire dal III secolo a.C. ed è ormai assodato che furono fondamentali per il più ampio sviluppo successivo della scrittura mesoamericana.<ref name="Saturno2006">Saturno, Stuart and Beltrán 2006, p. 1282.</ref> Nel tardo periodo preclassico la grande città di [[El Mirador]] crebbe fino ad arrivare a coprire un'area di circa 16&nbsp;km<sup>2</sup>.<ref name="Olmedo97p28">{{cita|Olmedo Vera, 1997|p. 28|olmedo}}.</ref> Essa vantava viali pavimentati, enormi complessi piramidali (databili intorno al 150 a.C.), numerose steli e altari eretti nelle sue piazze.<ref name="Olmedo97p28"/> El Mirador è considerata una delle prime capitali della civiltà maya<ref name="Olmedo97p28"/> e le paludi del bacino del Mirador sembrano essere state un fonte di grande attrazione per i primi abitanti della zona, come lo dimostrano i numerosi insediamenti sorti intorno ad esso.<ref>{{cita|Schmidt, 1998|p. 60|schmidt}}.</ref> Nel 350 d.C. circa la città di [[Tikal]], destinata a diventare in seguito una delle più importanti del periodo classico maya, rivestiva già il ruolo di grande centro urbano anche se inferiore a El Mirador.<ref name="MartinGrube00p25-26">{{cita|Martin & Grube, 2000|pp. 25-26|martin}}.</ref> La fioritura culturale dell'era tardo preclassica crollò nel I secolo d.C. e molte delle grandi città dell'epoca furono abbandonate dagli abitanti; il motivo di ciò a oggi è ancora sconosciuto.<ref name="MartinGrube00p8"/>
 
{{Doppia immagine|destra|Kaminaljuyu 7.jpg|200|El Mirador 5.jpg|222|[[Kaminaljuyu]], sugli altopiani e [[El Mirador]], in pianura, erano entrambe importanti città del tardo preclassico}}
 
Negli altopiani [[Kaminaljuyu]] emerse come importante centro urbano del tardo periodo preclassico, fungendo da collegamento per le rotte commerciali della costiera del Pacifico e il ''[[Motagua|Río Motagua]]''.<ref>{{cita|Schmidt, 1998|pp. 249,255|schmidt}}.</ref> La città si trovava ad un bivio che le permise di controllare i commerci verso ovest fino alla costa del Golfo, a nord verso gli altopiani e lungo la pianura costiera del Pacifico per l'[[istmo di Tehuantepec]] e [[El Salvador]]; ciò gli conferì il dominio sulla distribuzione di beni importanti, come la [[giada]], l'[[ossidiana]] e il [[cinabro]].<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 232|sharer}}.</ref> Il primo stile [[scultura|scultoreo]] maya si diffuse lungo tutta questa la rete commerciale. Durante il periodo tardo preclassico [[Takalik Abaj]] e [[Chocolá]] erano due delle più importanti città della pianura costiera del Pacifico<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 236|sharer}}.</ref> e Komchen crebbe fino a diventare un centro fondamentale dello Yucatán settentrionale.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 275|sharer}}.</ref>
 
=== Periodo classico ===
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--> Il panorama politico, in questo periodo, è stato paragonato a quello dell'[[Italia]] [[Rinascimento italiano|rinascimentale]] o della [[Grecia classica]], con la presenza di più città-stato impegnate in una complessa rete di alleanze e inimicizie.<ref name="MartinGrube00p21">{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 21|martin}}.</ref> La popolazione della civiltà maya è stimata fino a {{formatnum:10000000}} di abitanti.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Jacey|cognome=Fortin|url=https://www.nytimes.com/2018/02/03/world/americas/mayan-city-discovery-laser.html|titolo=Lasers Reveal a Maya Civilization So Dense It Blew Experts’ Minds|pubblicazione=The New York Times|data=2018-02-03|accesso=2019-04-04}}</ref>
 
Durante il periodo classico la civiltà maya raggiunse il suo massimo splendore<ref name="MartinGrube00p8"/> e le città di tutta la regione furono influenzate dalla grande metropoli messicana di [[Teotihuacan]].<ref name="MartinGrube00p9">{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 9|martin}}.</ref> Nel 378 d.C. Teotihuacan fu protagonista di un decisivo intervento presso [[Tikal]] e altre città vicine, deponendo il loro sovrano e instaurando una nuova dinastia a loro asservita.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 218|demarest}}.</ref> Nei secoli successivi l'influenza di Teotihuacan si riscontra in tutti gli aspetti della cultura maya: dall'architettura alla pittura, alla ceramica, alle armi ecc. Nel VI secolo, però, Teotihuacan si disimpegnò dall'area e Tikal si ritrovò da sola ad affrontare le opposizioni. La decadenza di Tikal è testimoniata dall'assenza di nuove costruzioni o di stele commemorative per tutto il periodo fra il 560 e il 690 d.C. In questo secolo infatti primeggiò una diversa dinastia, quella dei ''Kaanul'' (=serpenti), proveniente dal Nord dello Yucatán, che stabilì la propria capitale a [[Calakmul]], un'altra potente città del bacino di Petén e il cui re adottò il titolo di ''kaloomte'' (=re dei re).<ref name="Olmeda97p36">{{cita|Olmedo Vera, 1997| p. 36|olmedo}}; Simon Martin e Nikolai Grube, ''Chronicle of the Maya King and Queens''; Erik Vance,''Lost Empire of the Maya'', National Geographic, Sept. 2016, pp.76-95.</ref>
 
Al suo apice, coincidente con il tardo classico, Tikal contava una popolazione di oltre {{formatnum:100000}} abitanti.<ref name="SharerTraxler06p1">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 1|sharer}}.</ref> Tikal e [[Calakmul]], la sua grande rivale, svilupparono estesi sistemi di alleanze e vassallaggi: le città minori che entrarono a farne parte guadagnavano prestigio e rapporti pacifici con gli altri membri dell'alleanza.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 133|foster}}.</ref> Talvolta, le due città contendenti, impegnavano tutte le città a loro collegate per combattere tra di loro con risultati alterni che segnarono i rispettivi periodi di fioritura e di declino.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 224-226|demarest}}.</ref>
 
[[Copán]] fu la città più importante del sud-est,<ref name="Olmeda97p36"/> mentre [[Palenque]] e [[Yaxchilán]] primeggiarono nella regione [[Usumacinta]].<ref name="Olmeda97p36"/> Negli altopiani, [[Kaminaljuyu]], posta nella valle del Guatemala, fu un grande insediamento umano già dal 300 a.C.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 75|demarest}}.</ref> Nel nord, [[CobaCobá]] era illa capitale più influente.<ref name="MartinGrube00p19">{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 19|martin}}.</ref> Le città più importanti comandavano sui piccoli centri pretendendo tributi sotto forma di lavoro o merci, come il [[Theobroma cacao|cacao]], tessuti e piume.<ref name="MartinGrube00p21" />
 
[[File:Calakmul - Structure I.jpg|thumb|[[Calakmul]] fu una delle più importanti città del periodo classico]]
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I monumenti più importanti, a testimonianza di questo periodo storico, sono le [[piramidi mesoamericane]] e i palazzi che furono edificati nel centro delle grandi città.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 89|demarest}}.</ref> In questi anni l'uso della scrittura geroglifica sui monumenti si diffuse, lasciando una grande quantità di informazioni, comprese le registrazioni delle dinastie, delle alleanze e degli altri importanti avvenimenti politici del tempo.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 89-90|demarest}}.</ref> La scultura sulle steli di pietra si diffuse in tutta l'area<ref name="Miller99p9">{{cita|Miller, 1999|p. 9|miller}}.</ref> e l'abbinamento di stele scolpite e di altari circolari sono considerati un segno distintivo della civiltà classica maya.<ref name="Miller99p9" /><ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 235|sharer}}.</ref> Durante il periodo classico quasi ogni regno delle pianure meridionali sollevò steli nel suo centro cerimoniale.<ref name="whyNationsFail"/> L'[[epigrafista]] David Stuart dapprima propose che i Maya considerassero le loro steli come "alberi di pietra", anche se poi rivide la sua interpretazione in "manifesti di pietra".<ref>{{cita|Miller, 1999|pp. 78, 80|miller}}.</ref> Il principale obiettivo di una stele era quello di glorificare il proprio re.<ref name="whyNationsFail"/>
 
I Maya intrapresero attività commerciali su lunga distanza: importanti vie correvano dal Rio Motagua al [[Mar dei Caraibi]], poi a nord fino alla costa dello Yucatán. Un altro itinerario percorso si estendeva dal [[Verapaz]] lungo il [[Río de la Pasión]] verso il porto commerciale di [[Cancún]]; da lì, alcune rotte portavano all'est dell'attuale [[Belize]], a nord del centro-settentrionale di [[Dipartimento di Petén|Petén]] e poi verso il [[Golfo del Messico]] e la costa occidentale della penisola dello Yucatán.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 163|demarest}}.</ref> I prodotti elitari più frequentemente commerciati furono la [[giada]], le ceramiche pregiate e le piume di [[quetzal]],<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 148|demarest}}.</ref> mentre quelli più semplici furono l'ossidiana, il sale e il cacao.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 149|demarest}}.</ref>
 
==== Fine del periodo classico ====
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Vi sono prove che la popolazione Maya abbia superato la capacità dell'ambiente a supportarne fabbisogni; i fattori che contribuirono a ciò furono, tra gli altri, l'esaurimento del potenziale agricolo, la deforestazione e la caccia eccessiva. Sembra che i cambiamenti climatici abbiano portato ad un periodo di siccità della durata di ben 200 anni. L'organizzazione sociale dei Maya di questo periodo era basata sull'autorità del sovrano sui riti religiosi, piuttosto che sul controllo del commercio e della distribuzione alimentare. Questo modello di sovranità appare mal strutturato per rispondere ai cambiamenti, con il potere del re limitato agli adempimenti tradizionali. I governanti reagirono alla crisi intensificando attività come l'edilizia, i rituali e la guerra; azioni controproducenti che ebbero come unico risultato quello di esacerbare i problemi esistenti.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 246|demarest}}.</ref>
 
Nei secoli IX e X si verificò il collasso del sistema di dominio, basata soprattutto sulla potenza divina del re. Nel nord dello Yucatán, il singolo potere regio fu sostituito da un consiglio di governo formato da appartenenti all'''élite''. Nel sud dello [[Yucatán]] e nel Petén centrale, i regni andarono incontro a una diminuzione e si assistette a un rapido e profondo spopolamento delle città.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 248|demarest}}.</ref> Nel giro di un paio di generazioni, ampie fasce della zona centrale furono totalmente abbandonate.<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 226|martin}}.</ref> Il collasso influenzò una porzione relativamente ampia della zona sud, che comprendeva la penisola meridionale dello Yucatán, il nord del Chiapas e del Guatemala e la zona intorno Copán in Honduras. Le più grandi città avevano popolazioni che contavano dai {{formatnum:50000}} ai {{formatnum:120000}} abitanti. Entrambe le capitali e i loro annessi centri secondari furono abbandonati in un periodo lungo tra i 50 e i 100 anni.<ref name="Masson 2012">{{cita pubblicazione|titolo=Maya collapse cycles|autore=Marilyn A. Masson|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=Vol. 109|numero=No. 45|data=6 novembre 2012|pp=18237-18238|editore=National Academy of Sciences|url=https://www.jstor.org/stable/41829886 |lingua=en}}</ref>
 
Alla fine dell'VIII secolo, le continue guerre avevano messo a ferro e fuoco la regione Petexbatún di Petén, con un conseguente spopolamento di [[Dos Pilas]] e [[Aguateca]].<ref>{{cita|Coe, 1999|p. 152|coe}}.</ref> Una dopo l'altra, molte città scomparvero: gli ultimi monumenti edificati a Palenque, [[Piedras Negras]] e [[Yaxchilán]] sono stati datati tra il 795 e l'810; nel corso dei decenni successivi: [[Calakmul]], [[Naranjo]], [[Copán]], [[El Caracol|Caracol]] e Tikal caddero nell'oblio. L'ultima data del Lungo Computo fu iscritta a [[Toniná]] nel 909. Le stele, elemento che caratterizzarono quest'epoca, non furono più sollevate e vagabondi si insediarono nei palazzi reali oramai abbandonati. Le rotte commerciali mesoamericane si spostarono, trascurando il Petén.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 60|foster}}.</ref>
 
=== Periodo postclassico ===
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[[File:Zacuelu2.jpg|thumb|right|[[Zaculeu]] fu una capitale maya del periodo postclassico<ref>Sharer 2000, p. 490.</ref>]]
 
Le grandi città che dominarono il Petén, caddero in rovina intorno al X secolo d.C. con l'inizio del crollo del periodo classico maya.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 499-500|sharer}}.</ref> Tuttavia, anche se ridotta di molto, una significativa presenza maya vi rimase anche negli anni successivi dopo l'abbandono delle principali città; la popolazione si concentrò particolarmente in prossimità delle fonti d'acqua permanenti<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 613, 616|sharer}}.</ref> e, a differenza di quello che avveniva precedentemente, nel periodo postclassico le terre abbandonate non venivano rapidamente occupate.<ref name="Masson 2012"/> Le attività si spostarono verso le pianure del nord e negli altopiani, probabilmente in seguito a un'immigrazione dalle pianure del sud.<ref>{{cita|Foias, 2014|p. 15|foias}}.</ref> La città di [[Chichén Itzá]], a partire dall'VIII secolo d.C., iniziò a crescere di prestigio,<ref name="Masson 2012"/> diventando quella che probabilmente fu la più grande, la più potente e la più cosmopolita di tutte le città maya.<ref name="SharerTraxler06p559">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 559|sharer}}.</ref> Durante l'XI secolo, ChichenChichén ItzaItzá e i suoi vicini insediamenti andarono incontro ad un rapido declino. A questo punto, la regione dei Maya non possedeva più un'entità dominante e ciò si protrasse fino alla nascita della città di [[Mayapan]] nel XII secolo. Nuove città sorsero in prossimità delle coste del mare dei Caraibi e del Golfo e vennero a crearsi nuove reti commerciali.<ref name="Masson 2012"/>
 
Il periodo postclassico fu caratterizzato da una serie di cambiamenti che contraddistinsero le nuove città da quelle del precedente periodo classico.<ref name="Arroyo01p38">{{Cita pubblicazione|titolo = El Poslclásico Tardío en los Altos de Guatemala|autore= Arroyo, Bárbara|rivista = Arqueología Mexicana|volume = IX |numero = (50)|editore = Raíces|città = Città del Messico
|anno = 2001|mese = luglio-agosto|pp = 38–4338-43|lingua = es}}</ref> Esse furono edificate in zone più facilmente difendibili, come località collinari circondate da profondi burroni, con mura e fossi artificiali che completavano la protezione offerta dal terreno naturale. Difese murate sono state identificate in un certo numero di siti nel nord, tra cui: Chacchob, [[Chichén Itzá]], Cuca, [[Ek Balam]], [[Mayapan]], [[Muna]], [[Tulum (sito archeologico)|Tulum]], [[Uxmal]] e [[Yaxuná]].<ref>{{cita|Foias, 2014|p. 17|foias}}.</ref> [[Q'umarkaj]], conosciuta anche come Utatlán, la capitale dell'aggressivo regno [[k'iche']], fu una delle città che crebbe più rapidamente in questo periodo.<ref name="Arroyo01p38"/> Il potere dei Maya si affermò dallo Yucatán agli altopiani del Guatemala e fu organizzato da un consiglio comune. Tuttavia, in pratica uno dei membri del consiglio fungeva da capo supremo, con gli altri membri che si limitavano al ruolo di consulenti.<ref>{{cita|Foias, 2014|pp. 100-102|foias}}.</ref>
 
[[File:Mayapan chac.JPG|thumb|left|[[Mayapan]] fu un'importante città dell'epoca postclassica nella penisola nord dello Yucatán]]
 
Mayapan fu abbandonata intorno al 1448, dopo un periodo forti turbolenze politiche, sociali e ambientali che per molti aspetti ricordarono il crollo del periodo classico avvenuto nella regione meridionale. L'abbandono delle città fu seguito, nella penisola dello Yucatán, da un lungo periodo di guerra, che si concluse solo poco prima dell'arrivo degli spagnoli nel 1511. Anche se non vi fu una capitale regionale dominante, i primi esploratori spagnoli descrissero le città costiere come ricche e con fiorenti mercati.<ref name="Masson 2012"/>
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Durante il tardo postclassico, la penisola dello Yucatán risultava suddivisa in una serie di province autonome caratterizzate da una cultura comune, ma che variavano nella loro organizzazione sociopolitica interna.<ref name="s-457">{{cita|Schmidt, 1998|pp. 457-458|schmidt}}.</ref> Due delle province più importanti erano Mani e Sotuta, reciprocamente ostili. All'arrivo degli spagnoli, i regni della penisola dello Yucatán settentrionale più importanti comprendevano: Mani, Cehpech, Chakan, Ah Kin Chel, Cupul, Chikinchel, Ecab, Uaymil, Chetumal, Cochuah, Tases, Hocaba, Sotuta, Chanputun e Acalan.<ref name="s-457" /> Vi erano anche un certo numero di regni che occupavano la parte meridionale della penisola e che, tra gli altri, comprendevano: Kejache, Itza, Ko'woj, Yalain, Chinamita, Icaiche, Manche Ch'ol e Mopan. Cholan Maya, di lingua Lakandon (da non confondere con i moderni abitanti del Chiapas), controllavano il territorio che si estendeva lungo gli affluenti del fiume Usumacinta nel Chiapas orientale e nel Petén sud-occidentale.<ref name="s-457" />
 
Alla vigilia della conquista spagnola, gli altopiani del Guatemala vantavano la presenza di diversi potenti stati maya.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 717|sharer}}.</ref> Nei secoli precedenti all'arrivo dei colonizzatori, il regno K'iche' possedeva un piccolo impero che copriva gran parte delle alture occidentali e la vicina pianura costiera del Pacifico. Tuttavia, alla fine del XV secolo Kaqchikel si ribellò contro i loro ex alleati K'iche' fondando un nuovo regno a sud-est con [[Iximche]] come capitale.<ref>{{cita|Restall & Asselbergs, 2007|p. 5|restall}}.</ref>
 
=== Periodo di Contatto e conquista spagnola ===
[[File:Lienzo de Tlaxcala Iximche.gif|thumb|Pagina tratta dal ''[[Lienzo de Tlaxcala]]'' che mostra la conquista spagnola di Iximche]]
{{vedi anche|Conquista spagnola dello Yucatán|Colonizzazione spagnola delle Americhe|Conquista dell'impero azteco}}
[[File:Lienzo de Tlaxcala Iximche.gif|thumb|Pagina tratta dal ''[[Historia de Tlaxcala|Lienzo de Tlaxcala]]'' che mostra la conquista spagnola di Iximche]]
 
Nel 1511, una [[caravella]] spagnola naufragò nei Caraibi e circa una dozzina di sopravvissuti approdarono sulla costa dello Yucatán, dove vennero fatti prigionieri da un signore maya; quasi tutti i prigionieri furono [[sacrificio umano|sacrificati]], ma due furono risparmiati e uno di questi, nove anni più tardi, diventò l'interprete di [[Hernán Cortés]]. Dal 1517 al 1519 tre spedizioni spagnole separate esplorarono la costa dello Yucatán, impegnandosi in una serie di battaglie con gli abitanti autoctoni.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 759-760|sharer}}.</ref> Dopo che la capitale [[aztechi|azteca]] [[Tenochtitlán]] cadde in mano degli spagnoli nel 1521, Hernán Cortés inviò [[Pedro de Alvarado]] dal Messico centrale in Guatemala, con: 180 cavalli, 300 fanti, 4 cannoni e migliaia di guerrieri alleati.<ref name="st-763">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 763|sharer}}.</ref><ref>{{cita|Lovell, 2005|p. 58|lovell2005}}.</ref><ref>{{cita|Matthew, 2012|pp. 78-79|matthew}}.</ref> La capitale del regno k'iche', [[Q'umarkaj]], si arrese a [[Alvarado (Messico)|Alvarado]] nel 1524.<ref name="st-763"/><ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 764-765|sharer}}.</ref> Poco dopo, gli spagnoli furono inviati a [[Iximche]], la capitale del regno Kaqchikel.<ref>{{cita|Schele & Mathews, 1999|p. 297|schele}}.</ref> Le buone relazioni non durarono e la città fu abbandonata dopo pochi mesi.<ref>{{cita|Schele & Mathews, 1999|p. 298|schele}}.</ref> A ciò seguì, nel 1525, la caduta di [[Zaculeu]] e la capitale Mam Maya. A partire dal 1527 [[Francisco de Montejo]] e suo figlio, Francisco de Montejo il Giovane, intrapresero una lunga serie di campagne contro i regni della Penisola dello Yucatán e ne completarono la conquista della parte settentrionale nel 1546.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|pp. 766-772|sharer}}.</ref> Nel 1697, [[Martín de Ursúa]] lanciò un assalto contro la capitale Itza Tayasal, l'ultima rimanente città indipendente maya, che capitolò ben presto.<ref>{{cita|Jones, 1998|p. xix|jones}}.</ref>
 
=== Persistenza della cultura maya ===
A seguito della conquista spagnola, la maggior parte delle caratteristiche della civiltà maya andò scomparendo. Tuttavia, molti insediamenti rimasero distanti dalle autorità coloniali spagnole e alcuni poterono continuare a vivere autonomamente, così che le comunità e i nuclei familiari maya hanno potuto mantenere la loro vita tradizionale quotidiana.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 9|sharer}}.</ref> La dieta mesoamericana a base di mais e fagioli è continuata, anche se la produzione agricola è andata incontro ad un miglioramento grazie all'introduzione di utensili in [[acciaio]]. I mestieri tradizionali come la tessitura, la ceramica e la lavorazione dei vimini, continuarono ad essere intrapresi e anche le attività commerciali perdurarono a lungo dopo la conquista. A volte, l'amministrazione coloniale incoraggiò l'economia tradizionale al fine di ricavare tributi sotto forma di ceramiche o tessuti di cotone, pretendendo tuttavia che si adattassero al gusto europeo. Le credenze dei Maya e il loro linguaggio si sono dimostrati resistenti al cambiamento, nonostante gli sforzi vigorosi dei missionari cattolici.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 10|sharer}}.</ref> Il calendario rituale ''[[Tzolkin]]'' di 360 giorni continua ad essere in uso nelle moderne comunità maya negli altopiani del Guatemala e del Chiapas<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Zorich, Zach |titolo=The Maya Sense of Time |rivista=Archaeology |volume=65 |numero=6 |data=November–December 2012 |pp=25–2925-29 |editore=Archaeological Institute of America |url=https://www.jstor.org/stable/41804605 |jstor=41804605 |città=New York, US |issn=0003-8113 |oclc=1481828}}</ref> e milioni di parlanti la lingua maya abitano il territorio in cui i loro antenati svilupparono la loro civiltà.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 11|sharer}}..</ref>
 
=== Studi sulla civiltà maya ===
[[File:Uxmal nunnery by Catherwood 02.jpg|thumb|Disegno di [[Frederick Catherwood]] delle rovine di [[Uxmal]]]]
 
I missionari cattolici scrissero resoconti dettagliati dei Maya, a sostegno dei loro sforzi di evangelizzazione e dell'assorbimento di questa popolazione nell'[[impero spagnolo]],<ref name="Demarest04p31">{{cita|Demarest, 2004|p. 31|demarest}}.</ref> lasciando dettagliate descrizioni delle rovine che trovarono nello Yucatán e in America Centralecentrale.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 32-33|demarest}}.</ref> Nel 1839, il viaggiatore e scrittore [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[John Lloyd Stephens]], visitò un certo numero di siti maya con l'architetto e disegnatore inglese [[Frederick Catherwood]].<ref>{{cita|Koch, 2013|pp. 1, 105|koch}}.</ref> I loro racconti illustrati delle rovine suscitarono un forte interesse popolare che portò la civiltà maya all'attenzione del mondo.<ref name="Demarest04p31"/> Durante il XIX secolo si è vista la catalogazione e il recupero dei reperti etnostorici e i primi studi per decifrare i geroglifici.<ref>{{cita|Demarest, 2004|pp. 33-34|demarest}}.</ref>
 
[[File:Castillo Maler.jpg|thumb|left|Fotografia del 1892 del ''Castillo'' a Chichen Itza di [[Teoberto Maler]]]]
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La gestione del potere tra i Maya fu materia altamente complessa, caratterizzata da intrighi politici atti ad ottenere un vantaggio economico e sociale.<ref>{{cita|Chase & Chase, 2012|p. 265|chase}}.</ref> Nel tardo classico, alcune città instaurarono un lungo periodo di dominio su altre città, in altri casi reti di libere alleanze vennero a formarsi intorno ad un nucleo urbano importante.<ref>{{cita|Chase & Chase, 2012|p. 264|chase}}.</ref> Le città dominanti esigevano tributi sotto forma di beni di lusso dai centri a loro sottomessi;<ref name="Foias14p161">{{cita|Foias, 2014|p. 161|foias}}.</ref> il potere politico maya si rafforzava grazie alla predominanza militare e alla cattura e all'umiliazione di guerrieri vinti. Si ritiene che un forte senso di orgoglio e onore serpeggiante fra l'aristocrazia guerriera avrebbe portato a faide ed estese vendette, tanto da aver provocato l'instabilità politica e la frammentazione delle varie istituzioni di potere.<ref>{{cita|Foias, 2014|p. 167|foias}}.</ref>
 
== SocietàLa civiltà ==
A partire dal primo periodo preclassico, la società maya era nettamente divisa tra élite e cittadini comuni. Tuttavia, poiché la popolazione aumentò nel corso degli anni, i vari settori della società divennero sempre più specializzati e l'organizzazione politica sempre più complessa.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 121|foster}}.</ref> Nel Tardo Classico, quando la popolazione ebbe raggiunto livelli molto elevati e centinaia di città erano collegate in una rete complessa di gerarchie politiche, il ceto più ricco della società si era notevolmente ampliato.<ref>{{cita|Foster, 2002|pp. 121-122|foster}}.</ref> Venne a svilupparsi anche una classe media, che comprendeva: artigiani, sacerdoti di bassa levatura, funzionari, mercanti e soldati. I cittadini comuni comprendevano: agricoltori, servi, operai e schiavi.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 122|foster}}.</ref>
 
=== Il re e la corte ===
 
 
[[File:Toniná Stela 1.jpg|thumb|Stele proveniente da [[Toniná]], che rappresenta il re Bahlam Yaxuun Tihl del VI secolo.<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 178|martin}}.</ref>]]
 
L'organizzazione dei Maya del periodo classico fu concentrata in un potere reale di cui si può vederne testimonianza in quasi tutte le forme d'arte di quel periodo. Il re era il capo supremo e possedeva uno status di semi-divinità in quanto era considerato il mediatore tra il regno mortale e quello degli Dei. Da tempi antichissimi, i re furono specificatamente identificati con il giovane dio del mais, il cui dono del mais era la base della civiltà mesoamericana. Per i Maya la successione reale era patrilineare e il potere reale passò attraverso le regine solo quando non si poté fare altrimenti, pena l'estinzione della dinastia. In genere, il potere passava al figlio maggiore. Un giovane principe era indicato come un ''ch'ok'' ("gioventù"), anche se questa parola fu più tardi utilizzata per fare riferimento alla nobiltà in generale. L'erede al trono reale era indicato come ''b'aah ch'ok'' ("giovani in testa"). Vari momenti dell'infanzia del giovane principe erano caratterizzati da rituali; il più importante era la cerimonia del [[salasso]] che avveniva all'età di cinque o sei anni. Pur essendo di stirpe regale, essa assumeva una grande importanza: l'erede doveva anche essere un combattente di successo. L'intronizzazione di un nuovo re era una cerimonia molto elaborata, che coinvolgeva una serie di atti distinti che comprendevano l'intronizzazione su un cuscino di pelle di [[giaguaro]], il [[sacrificio umano]] e la ricezione dei simboli del potere reale, come ad esempio una fascia, un elaborato copricapo ornato di piume di [[quetzal]] e uno scettro che rappresenta il Dio [[K'awiil]].<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 14|martin}}.</ref>
 
L'amministrazione politica dei Maya si basava essenzialmente sulla corte e non era burocratica di natura. Il Governo era gerarchico e le cariche ufficiali erano sostenute da membri di rango superiore dell'aristocrazia; i funzionari tendevano ad essere promossi a livelli più elevati nel corso della loro vita. I funzionari sono indicati come "proprietà" dei loro sostenitori e questo rapporto continuava anche dopo la morte di quest'ultimo.<ref name="Foias14p224">{{cita|Foias, 2014|p. 224|foias}}.</ref> La corte reale maya era un'istituzione politica vivace e dinamica.<ref>{{cita|Jackson, 2013|pp. 142, 144|jackson}}.</ref> Non vi era una struttura universale fissa per la corte, diversamente ogni ordinamento politico costituiva una corte reale che si adattava al proprio contesto.<ref name="D'ArcyHarrison03p114">{{cita|D'Arcy Harrison, 2003|p. 114|darcy}}.</ref> Un certo numero di titoli reali e nobiliari sono stati identificati dagli [[epigrafia|epigrafisti]] grazie alla traduzione di iscrizioni. Il termine ''Ajaw'' viene solitamente tradotto come "signore" o "re". Nei primi anni del periodo classico, un ''Ajaw'' era il sovrano di una città. In seguito, con l'aumentare della complessità sociale, l{{'<nowiki/>}}''Ajaw'' assunse il ruolo di membro della classe dirigente e una grande città poteva averne più di uno a cui competevano ogni decisione su diversi quartieri.<ref name="D'ArcyHarrison03p114"/> I governanti si distinguevano dal resto della nobiltà posponendo il termine ''k'uhul'' al loro titolo di ''Ajaw''. Un ''Ajaw k'uhul'' era un "signore divino", onorificenza originariamente destinata ai re delle linee reali più prestigiose e antiche.<ref>{{cita|Martin & Grube, 2000|p. 17|martin}}.</ref> ''Kalomte'' era un titolo regale, il significato esatto è ancora da decifrare, ma se ne potevano fregiare solo la maggior parte dei re più potenti delle dinastie più forti. Verso la fine del periodo classico, il potere assoluto dell{{'<nowiki/>}}''Ajaw k'uhul'' appariva indebolito e il sistema politico si era diversificato andando ad includere un'ampia aristocrazia, che da questo momento iniziò ad ampliarsi molto velocemente.<ref>{{cita|Jackson, 2013|pp. 4-5|jackson}}.</ref>
 
[[File:Maya Presentation of Captives Kimbell.jpg|thumb|sinistra|Scultura del periodo classico che mostra Sajal Aj Chak Maax che presenta i prigionieri a Itzamnaaj B'alam III di Yaxchilan<ref>''[[Kimbell Art Museum]]''. {{cita|Martin & Grube, 2000|p. 135|martin}}.</ref>]]
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Un ''Sajal'' era una carica posta dopo quella di ''Ajaw'' e indicava un signore servile; frequentemente egli rivestiva una carica militare o governava un territorio e spesso le iscrizioni gli citavano come possessori di prigionieri di guerra.<ref name="D'ArcyHarrison03p114"/><ref>{{cita|Jackson, 2013|p. 12|jackson}}.</ref> I titoli ''ah ah tz'ihb'' e ''ch'ul hun'' erano entrambi legati alla categoria degli [[scriba|scribi]]. Il ''tz'ihb ah'' era uno scriba reale, di solito egli stesso un membro della famiglia reale; lo ''hun ah ch'ul'' era il Custode dei Libri Sacri, un titolo strettamente associato a ''Ajaw'' in quanto quest'ultimo manteneva contemporaneamente il titolo di ''hun ah ch'ul''.<ref>{{cita|D'Arcy Harrison, 2003|pp. 114-115|darcy}}.</ref> Altri titoli attribuiti a esponenti della corte, di cui tuttavia le funzioni non sono state ancora ben comprese, erano ''yajaw k'ahk''' ("Signore del Fuoco"), ''ti'huun'' e ''ti'sakhuun''. Si suppone che questi ultimi due possano essere variazioni dello stesso titolo<ref>{{cita|Jackson, 2013|pp. 13-14|jackson}}.</ref> e Mark Zender ha suggerito che il titolare poteva essere stato il portavoce del potere.<ref>{{cita|Jackson, 2013|p. 15|jackson}}.</ref> I titoli erano prevalentemente attribuiti a persone di sesso maschile ma in rare occasioni potevano essere dati anche a una donna, probabilmente come onorificenze per i reali di sesso femminile.<ref>{{cita|Jackson, 2013|p. 77|jackson}}.</ref> Tutti questi titoli si trovavano iscritti su particolari strutture architettoniche delle città periodo classico.<ref>{{cita|Jackson, 2013|p. 68|jackson}}.</ref> Il ''Lakam'' era forse l'unico titolo onorifico che veniva assegnato a non appartenenti all'élite nella corte reale.<ref name="Foias14p224"/> La figura del ''Lakam'', tuttavia, si è riscontrata solo nelle città più grandi e sembra che fosse il responsabile per la tassazione dei distretti locali.<ref name="Foias14p224"/>
 
All'interno della corte reale potevano venire a trovarsi diverse fazioni. Il ''K'uhul ajaw'' e la sua famiglia costituiva la base del potere centrale, ma altri gruppi di potere importanti erano rappresentati dai sacerdoti, dall'aristocrazia guerriera e da altri cortigiani aristocratici. Dove esistevano consigli di potere, come a [[Chichén Itzá]] e [[Copán]], questi potevano formare una fazione aggiuntiva. La rivalità tra le diverse fazioni avrebbe comportato l'instaurazione di compromessi e di disaccordi. In un simile scenario, la pubblica visione del potere era un aspetto vitale. Tali manifestazioni includevano: danze rituali, presentazione di prigionieri di guerra, offerte di tributo, sacrifici umani e rituali religiosi.<ref>{{cita|Foias, 2014|p. 226|foias}}.</ref>
 
=== Cittadini comuni ===
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Il commercio fu un elemento fondamentale della società e nello sviluppo della civiltà maya. Le città diventarono il più importante accesso controllato ai beni commerciali e alle vie di trasporto. Città come [[Kaminaljuyu]] e [[Q'umarkaj]] negli altopiani del [[Guatemala]] e [[Chalchuapa]] presso [[El Salvador]], controllarono l'approvvigionamento di [[ossidiana]] in diversi momenti della storia di questo popolo. Le città più importanti della parte settentrionale della Penisola dello Yucatán avevano invece il controllo sul sale.<ref name="Foster02p319"/> Nel periodo postclassico, i Maya si dedicavano ad un fiorente commercio di schiavi con un'ampia zona del Mesoamerica.<ref name="Foias14p18">{{cita|Foias, 2014|p. 18|foias}}.</ref>
 
I Maya commerciavano a lunga distanza attraverso tutta la loro regione e arrivando anche a coprire gran parte del Mesoamerica e oltre. Le rotte commerciali più lunghe si focalizzavano principalmente sul [[Messico]] centrale e sulla costa del Golfo. Nei primo periodo classico, ChichenChichén ItzaItzá è stata al centro di una vasta rete di scambi che ha importato oro dalla [[Colombia]] e dal [[Panama]] e turchese da [[Los Cerrillos]] nel [[Nuovo Messico]]. Il commercio su lunghe tratte, sia di beni di lusso, sia utilitaristici, probabilmente era controllato dalla famiglia reale. Beni di prestigio ottenuti dal commercio venivano utilizzati tanto per i fabbisogni del sovrano della città, quanto come regali di lusso per consolidare la fedeltà dei vassalli e degli alleati.<ref name="Foster02p319"/>
 
Le rotte commerciali non solo fornivano le città di beni fisici, ma facilitarono la circolazione delle persone e delle idee in tutto il Mesoamerica.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 660|sharer}}.</ref> Notevoli cambiamenti nelle rotte commerciali si verificarono con l'ascesa e la caduta di importanti città e sono stati riscontrati in tutti i principali casi di riorganizzazione della civiltà maya, come ad esempio l'ascesa del periodo preclassico, il passaggio all'epoca classica e il crollo del periodo post-classico.<ref name="Foster02p319"/> Anche la conquista spagnola non interruppe immediatamente le attività di negoziazione dei Maya.<ref name="Foster02p319">{{cita|Foster, 2002|p. 319|foster}}.</ref>
 
=== Mercanti ===
Poco si sa di mercanti maya, anche se appaiono raffigurati su ceramiche in elaborati abiti nobili. Da ciò si può dedurre che almeno alcuni di loro facevano parte dell'élite. Durante il periodo di contatto con gli spagnoli, è noto che la nobiltà maya partecipasse a spedizioni commerciali a lunga distanza.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 320|foster}}.</ref> La maggior parte dei commercianti, tuttavia, apparteneva alla classe media ed erano in gran parte impegnati nel commercio locale e regionale, piuttosto che nella prestigiosa negoziazione con città lontane, attività di esclusivo appannaggio dell'élite.<ref>{{cita|Foster, 2002|pp. 319-320|foster}}.</ref> Il viaggio dei commercianti in territori stranieri e pericolosi fu paragonato ad un passaggio attraverso lo [[Xibalba]] (l'[[oltretomba]] maya); le due divinità protettrici dei mercanti erano rappresentante con due zaini. Quando i commercianti intraprendevano un viaggio, si dipingevano di nero, come i loro dèi protettori, e andavano armati.<ref name="Foster02p319"/>
 
I Maya non possedevano animali da soma, così che tutte le merci venivano trasportate sulle spalle dei facchini, quando il tragitto era via terra. Se la rotta commerciale seguiva un fiume o la costa, le merci venivano trasportate in [[canoa]].<ref name="Foster02p323">{{cita|Foster, 2002|p. 323|foster}}.</ref> Un notevole esemplare di canoa maya, utilizzata per il commercio, è stata ritrovata al largo dell'Honduras durante il quarto viaggio di [[Cristoforo Colombo]]. Era realizzata da un grande tronco d'albero scavato e aveva una tettoia coperta di palme. La canoa era larga 2,5 metri ed era spinta da 25 rematori. I beni commerciali che venivano trasportati comprendevano: il [[cacao]], l'ossidiana, la ceramica, tessuti, cibo e bevande per l'equipaggio, nonché oggetti di rame.<ref name="Foster02p324">{{cita|Foster, 2002|p. 324|foster}}.</ref> Il cacao veniva utilizzato, anche se non esclusivamente, come moneta e il suo valore era tale che si verificava frequentemente la sua contraffazione.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 325|foster}}.</ref>
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[[File:Mayan Language Migration Map.svg|thumb|Mappa delle lingue Maya e delle migrazioni del popolo proto-Maya]]
 
Prima del 2000 a.C., i Maya parlavano una sola lingua, chiamata proto-maya dai linguisti.<ref name="Foster02p274">{{cita|Foster, 2002|p. 274|foster}}.</ref> Gli studi che hanno permesso di ricostruire il vocabolario proto-maya suggeriscono che tale linguaggio abbia avuto origine nelle alture occidentali del Guatemala o nel nord, anche se tali indizi non sono considerati conclusivi.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 28|sharer}}.</ref> La lingua proto-maya si è evoluta nel corso del periodo preclassico andando a formare i grandi gruppi linguistici maya che compongono la famiglia, compresi: lo Huastecan, il K'iche'an, il Q'anjobalan, il Mamean, il Tz'eltalan-Ch'Olan e le lingue dello [[Yucatán]].<ref name="SharerTraxler06p26">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 26|sharer}}.</ref> Questi gruppi si discostarono ulteriormente durante l'era pre-colombiana, andando a formare più di 30 lingue che sono sopravvissute fino ai tempi moderni.<ref name="Foster02p274" /><ref name="SharerTraxler06p26" /> Il linguaggio di quasi tutti i testi classici maya in tutta l'area è stato identificato come il Ch'olan.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 132|sharer}}.</ref> Nel tardo periodo preclassico anche il testo di Kaminaljuyu, nelle alture, sembra essere in relazione con il Ch'olan.<ref>Estrada-Belli 2011, p. 112.</ref> L'uso del Ch'olan come lingua di testo maya non indica necessariamente che fosse la lingua comunemente usata dalla popolazione locale - potrebbe essere stato equivalente al [[latino medievale]] come lingua rituale o di prestigio.<ref>Houston, Robertson and Stuart 2000, p. 326.</ref> Il Ch'olan classico potrebbe essere stata la lingua di prestigio dell'élite maya del periodo classico, utilizzato nella comunicazione della comunità politica, come anche nella [[diplomazia]] e nel commercio.<ref>Houston, Robertson and Stuart 2000, p. 338.</ref> Per il periodo postclassico, lo [[Lingua maya yucateca|yucateco]] si è trovato scritto nei codici maya di fianco alloal Ch'olan.<ref>Bricker 2007, p. 143.</ref>
 
== La scrittura e l'alfabetizzazione ==
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[[File:Paris Codex, pages 4-5.jpg|thumb|Pagine del [[codice di Parigi]], uno dei pochi libri maya sopravvissuti]]
 
La civiltà precolombiana dei Maya ha lasciato numerose ed estese iscrizioni e il suo sistema di scrittura è considerato una delle più straordinarie conquiste degli abitanti precolombiani delle Americhe.<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 125|sharer}}.</ref> Fu certamente il più sofisticato ed evoluto sistema di scrittura confrontato con più di una dozzina di altri sistemi sviluppatisi nella Mesoamerica.<ref>{{cita|Schmidt, 1998|ppp. 207|schmidt}}.</ref> Le prime iscrizioni identificabili come originarie della civiltà maya sono databili intorno al 300-200 a.C. e sono state trovate nel bacino del Petén.<ref name="Saturno2006" /> Tuttavia, questo sistema di scrittura è stato preceduto da diversi altri riscontrabili nella Mesoamerica, come ad esempio gli scritti degli [[Olmechi]] e degli [[Zapotechi]]. Inizialmente la scrittura maya apparve sulla costa pacifica del Guatemala a partire dalla fine del I secolo d.C. o all'inizio del II secolo.<ref name="SharerTraxler06p225">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 225|sharer}}.</ref>
 
La [[Chiesa cattolica]] e i funzionari coloniali spagnoli, in particolare il vescovo [[Diego de Landa]], distrussero tutti i testi maya che trovarono; tuttavia per caso furono ritrovati tre manoscritti superstiti precolombiani risalenti al periodo post-classico. Questi sono conosciuti come il [[Codice di Madrid]], il [[Codice di Dresda]] e il [[Codice di Parigi]].<ref>{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 126|sharer}}.</ref><ref>{{cita|Foster, 2002|p. 297|foster}}.</ref> Di un quarto, il [[codice Grolier]], sopravvivono poche pagine, di cui pure l'autenticità è contestata. Ulteriori studi archeologici condotti presso i siti maya hanno spesso consentito di portare alla luce frammenti rettangolari di gesso e vernice che prima erano codici; questi resti, nonostante siano gravemente danneggiati, hanno permesso alle iscrizioni di sopravvivere.<ref name="SharerTraxler06p129">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 129|sharer}}.</ref>
 
La maggior parte dei testi maya precolombiani risale al periodo classico e si trovano in iscrizioni su pietra, come stele o vasi in ceramica. Altri supporti contenenti codici sono: facciate con stucchi, affreschi, architravi in legno, pareti delle grotte e manufatti realizzati in una varietà di materiali, tra cui: l'osso, la conchiglia, l'[[ossidiana]] e la [[giada]].<ref name="SharerTraxler06p129" />
 
=== Sistema di scrittura ===
{{doppia immagine|sinistra|Balam 1.svg|200148|Balam 2.svg|200|Il termine "giaguaro" scritto in lingua maya}}
 
Il sistema di scrittura maya (spesso chiamato [[Scrittura maya|geroglifico]] per una superficiale somiglianza alla scrittura egiziana antica) è un sistema [[Logogramma|logosillabico]], che combina un [[sillabario]] di segni fonetici che rappresentano le [[sillabe]] con un [[logogramma]] che rappresenta le parole intere.<ref name="KettunenHelmke08p6"/><ref>{{cita|Tanaka, 2008|pp. 30, 53|tanaka}}.</ref> Tra i sistemi di scrittura precolombiani, quello maya rappresenta più da vicino la lingua parlata.<ref>Macri and Looper 2003, p. 5.</ref> In qualsiasi momento della loro storia, non più di circa 500 [[glifo|glifi]] erano in uso, circa 200 dei quali (comprese le variazioni) erano fonetici.<ref name="KettunenHelmke08p6"/>
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[[File:Pauah Tun scribe figure, Copán, Honduras.jpg|thumb|Scultura di uno scriba di Copán, Honduras<ref name="Webster89p55"/>]]
 
Anche se i reperti archeologici non forniscono esempi di pennelli o penne, l'analisi dei tratti di [[inchiostro]] sui codici del periodo postclassico suggeriscono che esso sia stato applicato con un pennello dalla punta flessibile, realizzato con capelli.<ref name="Webster89p55">Webster et al 1989, p. 55.</ref> Una scultura del periodo classico proveniente da [[Copán]], in [[Honduras]], raffigura uno [[scriba]] con un [[calamaio]] ricavato da una conchiglia.<ref name="Tobin01"/> Scavi presso [[Aguateca]] hanno scoperto un certo numero di reperti di scribi, tra cui palette e mortai e pestelli.<ref name="Aoyama05p291"/>
 
=== Scribi e l'alfabetizzazione ===
I cittadini comuni erano [[analfabetismo|analfabeti]]; gli [[scribi]] facevano parte dell'élite. Non è noto se tutti i membri dell'aristocrazia sapevano leggere e scrivere, anche se almeno alcune donne ne erano capaci, dato che nell'arte maya vi sono rappresentazioni di scribi femminili.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 331|foster}}.</ref> Gli scribi maya furono chiamati ''aj tz'ib'', che significa "colui che scrive o che dipinge".<ref name="Sharer06p123">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 123|sharer}}.</ref> Probabilmente vi furono delle scuole di scribi dove si insegnava a scrivere ai membri dell'aristocrazia.<ref>{{Cita|Drew, 1999|p. 322|drew}}.</ref> L'attività degli scribi è identificabile nella documentazione archeologica; Jasaw Chan K'awiil I, re di Tikal, fu sepolto con i suoi vasi di giada per la vernice, insieme ad altri preziosi corredi.<ref>{{cita|Aimi, 2008|p. 20|aimi}}.</ref> Alcuni membri minori della dinastia reale di Copán sono anch'essi stati trovati sepolti con i loro strumenti di scrittura. Un palazzo a Copán è stato identificato come quello di una nobile stirpe di scribi: è decorato con sculture comprendenti figure che tengono calamai.<ref name="Aoyama05p291"/>
 
Anche se non si sa molto sugli scribi maya, alcuni hanno firmato le loro opere, sia su ceramica che su sculture in pietra. Di solito un solo scriba firmava un vaso in ceramica, ma più scultori sono noti per aver registrato i loro nomi su una scultura in pietra; otto scultori firmarono una stele a [[Piedras Negras]]. Tuttavia, la maggior parte delle opere sono rimaste senza segni distintivi dei loro artisti.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 278|foster}}.</ref>
 
== Il tempo ==
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Il sistema del [[Calendario maya|calendario Maya]], in comune con altri calendari mesoamericani, trae le sue origini nel periodo preclassico. Tuttavia, furono i Maya che lo svilupparono portandolo al massimo di raffinatezza, con la registrazione molto accurata dei [[fasi lunari|cicli lunari]] e solari, delle [[eclisse|eclissi]] e i movimenti dei [[pianeti]]. In alcuni casi, i calcoli maya si sono dimostrati più accurati degli equivalenti calcoli compiuti nel Vecchio Mondo; per esempio, l'[[anno solare]] maya era stato calcolato per una maggiore precisione rispetto al [[calendario giuliano]]. Il calendario maya fu intrinsecamente legato ai riti e fu fondamentale per le pratiche religiose.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 250|foster}}.</ref>
 
L'unità base del calendario, il giorno, era il ''[[k'in]]''; 20 ''kin'' costituivano un ''[[uinal]]''; 18 ''uinal'' l{{'}}''[[Calendario maya#Il ciclo Haab|haab]]'', cioè l'anno di 360 giorni, più un 19º brevissimo, di soli 5 giorni ''uayeb''. I 18 ''uinal'' avevano ciascuno il proprio nome, così come i 20 ''kin'', e ognuno era indicato con un proprio [[glifo]].
 
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Vi era inoltre un calendario secondario concatenato al precedente che serviva a scopi rituali e divinatori composto da 360260 giorni, 13 mesi di 20 giorni. Il secolo durava 52 anni. 20 anni di 360260 giorni rappresentavano un ''[[K'atun]]'', ciclo destinato a ripetersi senza variazioni significative ed è il ''katun'' ad essere rappresentato nelle [[stele]] erette nelle città più importanti all'inizio o al termine di un ciclo significativo di 20 anni. L'eterno ciclico fluire di giorni, mesi e stagioni è un miracolo che spinse i maya ad attribuire ad ogni [[alba]] e ogni [[tramonto]] una sacralità profonda.<ref name="Foster 2002, p. 253">{{cita|Foster, 2002|p. 253|foster}}.</ref><ref name="SharerTraxler06p104">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 104|sharer}}.</ref>
 
== La matematica ==
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== Medicina ==
Per gli antichi Maya, l'arte della [[medicina]], era un complesso miscuglio di: mente, corpo, religione, rituali e scienza. Importante per tutta la popolazione, essa comunque era praticata solo da pochi eletti, che in genere ereditavano la pratica dopo aver ricevuto un'ampia formazione. Questi sciamani agivano come un mezzo tra il mondo fisico e il mondo spirituale, tuttavia, oltre a seguire pratiche religiose essi disponevano anche di una certa tecnica. È infatti noto che i Maya sapessero: suturare le ferite con i capelli umani, ridurre le [[frattura (medicina)|fratture]], trattare [[ematoma|ematomi]] ed erano abili dentisti che realizzarono protesi di giada e turchese e riempiendo i denti [[Carie dentaria|cariati]] con [[pirite]] di ferro.<ref name="aimi153"/>
 
I Maya equiparavano la [[malattia]] con la prigionia della propria anima da parte di esseri soprannaturali, indignati per alcuni comportamenti scorretti compiuti.<ref name="aimi153">{{cita|Aimi, 2008|p. 153|aimi}}.</ref> Per questo motivo, la cura di una malattia coinvolgeva una serie di pratiche, come rituali, purificazioni e rimedi a base di erbe; diversi testi maya sono dedicati al trattamento dei sintomi, basandosi su osservazioni oggettive degli effetti di alcune piante sul sistema umano.<ref>{{cita|Roys, 1979|p. 20|roys}}.</ref> Particolari piante venivano: ingerite, fumate, inspirate, strofinate sulla pelle e utilizzate anche sotto forma di [[clistere|clisteri]]. Le tecniche di purificazione comprendevano il digiuno, la [[sudorazione]] e [[salasso|salassi]].<ref>{{cita|Houston, Stuart, & Taube, 2011|p. 277|houston}}.</ref>
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=== Stili architettonici regionali ===
Anche se le città maya condividevano molte caratteristiche, si possono riscontrare notevoli variazioni nello stile architettonico.<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 223|foster}}.</ref> I vari stili sono stati influenzati dalla disponibilità locale dei materiali da costruzione, dal clima, dalla topografia e dai gusti locali. Nel tardo classico, queste differenze locali si svilupparono in distintodistinti stili architettonici regionali.<ref name="Foster02p224">{{cita|Foster, 2002|p. 224|foster}}.</ref>
 
==== Petén centrale ====
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[[File:WLA metmuseum Maya Wood Mirror Bearer 6th century.jpg|thumb|upright|Statuetta di legno Classic, si presume che originariamente sostenesse uno specchio]]
 
Al pari di molte civiltà del passato, i Maya come altri popoli dell'America Centralecentrale erano soliti caratterizzare sculture ed edifici mediante il colore, sia che questi ultimi avessero pareti lisce o fossero decorati a rilievo. Decorazione [[policromia|policrome]] all'interno di [[tomba|tombe]] di templi e palazzi come in rosso puro, [[azzurro]] di fondo. L'arte maya si sviluppò essenzialmente all'interno alla corte reale, riguardando quasi esclusivamente la classe dirigente e il suo mondo. I manufatti artistici furono realizzati sia in materiali deperibili che non deperibili e aveva lo scopo principale di ricordare i propri antenati. Anche se solo una piccola parte della loro produzione artistica è arrivata sino a noi, essa rappresenta la più ampia varietà di soggetti rispetto a qualsiasi altra forma tradizione artistica delle Americhe.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 10|miller}}.</ref> L'arte maya fu caratterizzata da molti stili regionali e fu l'unica nelle antiche Americhe a utilizzare il testo narrativo.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 11|miller}}.</ref> Gli oggetti più belli superstiti sono quelli risalenti al periodo tardo classico.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 105|miller}}.</ref>
 
Si è osservato che i Maya predilessero il colore verde o blu-verde, e utilizzarono lo stesso termine per entrambi i colori. Di conseguenza, le pietre di questo colore furono per questa civiltà oggetti di grande valore e vennero associati al dio-sole K'inich Ajau. Con questi materiali vennero scolpiti diversi manufatti.<ref>{{cita|Miller, 1999|pp. 73-75|miller}}.</ref> La nobiltà maya usava incastonare nei denti delle pietre di [[giada]]. Alcune maschere funerarie, come quella di [[K'inich Janaab' Pakal]] (il re di Palenque), furono realizzate con questa pietra.<ref>{{cita|Miller, 1999|p. 75|miller}}.</ref>
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Un settore dell'arte popolare maya ancora poco studiato sono i graffiti.<ref name="hutson"/> I graffiti addizionali, quindi non facenti parte della decorazione pianificata, furono incisi in stucco delle pareti interne, dei pavimenti e delle panchine, in una grande varietà di edifici, tra cui
 
templi, residenze e magazzini. Questa forma d'arte è stata ritrovata in 51 siti maya, in particolare raggruppati nel bacino Petén e nel sud di Campeche e nella regione Chenes dello Yucatán nordoccidentale. A Tikal, dove è stata scoperta una grande quantità di graffiti, i soggetti comprendono disegni di: templi, persone, divinità, animali, bandiere, lettighe e troni. Essi appaiono spesso disordinatamente, con disegni sovrapposti tra loro.<ref name="hutson">{{Cita pubblicazione|autore=Hutson, Scott R. |data=December 2011 |titolo=The Art of Becoming: The Graffiti of Tikal, Guatemala |rivista=Latin American Antiquity |volume=22 |numero=4 |pp=405–406405-406 |editore=Society for American Archaeology |url=https://www.jstor.org/stable/23072567 |jstor=23072567 |issn=2325-5080 |città=Washington, DC, US}}</ref>
 
=== Musica e danza ===
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I Maya possedevano una visione del [[cosmo]] come una realtà altamente strutturata; vi erano tredici livelli nei cieli e nove livelli negli inferi; il mondo mortale occupava una posizione tra il cielo e l'inferno. Ogni livello possedeva quattro punti cardinali associati con un colore diverso. Le principali divinità erano caratterizzate da aspetti associati a queste direzioni e colori; a nord vi era il bianco, ad est il rosso, a sud il giallo e ad ovest vi era nero.<ref name="Demarest04p179"/>
 
Credenze sulle forze soprannaturali influenzavano ogni aspetto della vita dei Maya, dalle più semplici attività giornaliere, come la preparazione dei cibi, alle attività commerciali, alla politica e alle attività dedicate all{{'<nowiki/>}}''élite''. Le divinità maya disciplinavano tutti gli aspetti del mondo, visibili e invisibili.<ref name="SharerTraxler06p92"/> I sacerdoti appartenevano ad un gruppo chiuso che attingeva i suoi membri ad un{{'}}''élite'' stabilita; all'inizio del periodo classico essi si occupavano di trascrivere nei loro libri geroglifici rituali sempre più complessi, osservazioni astronomiche, cicli calendariali, appunti di storia e racconti di mitologia. I sacerdoti celebravano cerimonie pubbliche che comprendevano: feste, [[salasso|salassi]], [[incenso]], musica, danze rituali e, in certe occasioni, il [[sacrificio umano]]. Durante il periodo classico, il sovrano maya era considerato il sommo sacerdote e quindi il contatto diretto tra i mortali e gli dei. È molto probabile che, tra la gente comune, lo sciamanesimo continuasse parallelamente alla religione ufficiale di stato. Nel periodo postclassico, l'enfasi religiosa era cambiata; vi fu un aumento nel culto delle immagini delle divinità e un ricorso più frequente alla pratica del sacrificio umano.<ref name="SharerTraxler06p722">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 722|sharer}}.</ref>
 
=== Il sacrificio umano ===
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Nel corso del periodo postclassico, la forma più comune di sacrificio umano consisteva nell'estrazione del [[cuore umano|cuore]], pratica che ebbe sicuramente influenza dal metodo usato dagli [[Aztechi]] nella [[Valle del Messico]].<ref name="SharerTraxler06p751"/> Tale rituale solitamente aveva luogo nel cortile di un tempio o sulla cima di una piramide.<ref name="SharerTraxler06p752">{{cita|Sharer & Traxler, 2006|p. 752|sharer}}.</ref> A seconda dell'esatto tipo di rituale, il cadavere poteva essere scuoiato dagli assistenti dei sacerdoti, fatta eccezione per le mani e i piedi. Il sacerdote officiante avrebbe quindi rimosso il suo abbigliamento rituale per vestirsi della pelle della vittima sacrificale prima di eseguire una danza rituale che simboleggiava la rinascita della vita.<ref name="SharerTraxler06p752"/>
 
Uno studio condotto sul [[DNA]] di 64 dellesu 100 presupposte vittime sacrificali, rinvenute a Contrariamente a quanto si è creduto finora, i sacrifici umani rituali nella città maya di [[Chichén Itzá]], ha rivelato che erano tutti maschi e il 25% erano maschi imparentati tra loro.<ref>{{Cita web|url=https://www.federagione.org/2024/06/16/archeologia-antichi-genomi-rivelano-informazioni-sui-rituali-maya-di-sacrifici-umani/|titolo=Archeologia: antichi genomi rivelano informazioni sui rituali Maya di sacrifici umani|sito=Fede e Ragione|data=2024-06-16|lingua=it-IT|accesso=2024-06-17}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Rodrigo|cognome=Barquera|nome2=Oana|cognome2=Del Castillo-Chávez|nome3=Kathrin|cognome3=Nägele|data=2024-06|titolo=Ancient genomes reveal insights into ritual life at Chichén Itzá|rivista=Nature|volume=630|numero=8018|pp=912–919|lingua=en|accesso=2025-07-04|doi=10.1038/s41586-024-07509-7|url=https://www.nature.com/articles/s41586-024-07509-7}}</ref>
 
=== Divinità ===
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I Maya compirono meticolose osservazioni dei [[corpi celesti]] e registrarono pazientemente i dati astronomici sui movimenti: del [[Sole]], della [[Luna]], di [[Venere (astronomia)|Venere]] e delle [[stella|stelle]]. Queste informazioni sono state utilizzate per formulare le [[divinazione|divinazioni]], quindi per i Maya l'astronomia era essenzialmente utilizzata per scopi astrologici: non serviva per studiare l'[[universo]] per ragioni scientifiche, né era utilizzata per misurare le stagioni per il calcolo della semina delle colture. Era piuttosto usata dai sacerdoti per comprendere i cicli del passato e proiettarli nel futuro per formulare delle profezie. Ritenevano, infatti, che eventi simili si sarebbero verificati in futuro, quando sarebbero apparse le stesse condizioni astronomiche e dunque i sacerdoti eseguivano raffinate osservazioni e registrarono le [[eclissi]] del sole e della luna, così come i movimenti di Venere e delle stelle.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 192|demarest}}.</ref> Le illustrazioni presenti nei codici, dimostrano che i sacerdoti eseguivano le loro osservazioni astronomiche ad occhio nudo, assistiti da bastoni incrociati come dispositivo di puntamento.<ref name="Foster02p261">{{cita|Foster, 2002|p. 261|foster}}.</ref> L'analisi dei pochi codici pervenuti del periodo postclassico ha rivelato che, al momento del contatto con gli europei, i Maya avevano prodotto tavole con la registrazione di eclissi, calendari e possedevano conoscenze astronomiche più accurate rispetto a quelle degli europei.<ref>{{cita|Demarest, 2004|p. 193|demarest}}.</ref>
 
I Maya misurarono in 584 giorni il ciclo di Venere con un errore di appena due ore. Cinque cicli di Venere vennero equiparati a otto cicli calendariali ''Haab'' di 365 giorni e questo periodo è stato registrato nei codici. I Maya seguirono anche i movimenti di [[Giove (astronomia)|Giove]], [[Marte (astronomia)|Marte]] e [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]]. Il momento in cui Venere si alza come la stella del mattino è stato associato con la rinascita degli [[Eroi Gemelli Maya]],<ref>{{cita|Foster, 2002|p. 260|foster}}.</ref> mentre la [[levata eliaca]] del pianeta è stata associata con distruzioni e sconvolgimenti.<ref name="Foster02p262">{{cita|Foster, 2002|p. 262|foster}}.</ref> Venere è stato strettamente associato con la guerra e il geroglifico che significa "guerra" incorpora il glifo che simboleggia il pianeta.<ref name="Foster02p261"/> I regnanti Maya intraprendevano campagne militari in coincidenza con le congiunzioni inferiori o superiori di Venere e, probabilmente, usavano sacrificare i prigionieri importanti in concomitanza con tali congiunzioni.<ref name="Foster02p262"/>
 
Le eclissi solari e lunari sono state considerate come eventi particolarmente pericolosi che avrebbero potuto portare a una catastrofe sul mondo. Nel [[Codice di Dresda]], un'eclissi solare è rappresentata da un serpente che divora k'in ("giorno"). Le eclissi venivano interpretate come il sole o la luna che subivano un morso e furono registrate delle tabelle lunari in modo che si potessero prevedere e quindi eseguire le cerimonie appropriate per scongiurare il disastro.<ref name="Foster02p262"/>
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=== Yucatán ===
Il gruppo più vasto di Maya moderni si trova nello stato messicano dello Yucatán. Il nome Yucatán si narra derivi da Yectean, esclamazione che significa più o meno "non ho capito". Così rispondevano le popolazioni cui gli spagnoli chiedevano il nome della propria terra: Yectean, non ho capito. Comunemente si identificano come "Maya", senza nominare alcuna tribù (diversamente da quelli che vivono negli altopiani occidentali del [[Guatemala]]) e parlano una lingua che gli antropologi definiscono "maya yucateco", ma è chiamato semplicemente "maya" da chi lo parla e dagli altri yucatechi; parlano comunque anche lo spagnolo. Specialmente nelle regioni occidentali, anche quelli che parlano maya in casa spesso si definiscono meticci, il che mostra una certa assimilazione alla cultura dominante messicana.
 
Storicamente, la popolazione della metà occidentale della penisola era meno integrata con la cultura ispanica e meno assoggettati ai coloni rispetto agli abitanti della metà orientale.
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=== Guatemala ===
In Guatemala, le popolazioni maya più vaste e più legate alle antiche tradizioni si trovano negli altopiani occidentali.
 
In questo stato la politica seguita dai coloni spagnoli è stata quella di mantenere le popolazioni indigene separate e sottomesse e continua ancor oggi nel XXI secolo. Questo ha portato alla conservazione di molti costumi tradizionali, unico stile di vita possibile per i Maya.
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* {{cita libro|autore=Antonio Aimi|titolo=Maya e aztechi|anno=2008|isbn=978-88-370-5965-1|editore=Mondadori Electa|cid=aimi}}
* {{cita libro|autore=J. Eric S. Thompson|titolo=La civiltà Maya|editore=Einaudi|anno=2014|isbn=978-88-06-22144-7|sbn=
IT\ICCU\BMC\0000942BMC0000942|Thompson, 2014}}
* {{cita pubblicazione|autore=Aoyama, Kazuo||data=luglio 2005|titolo=Classic Maya Warfare and Weapons: Spear, dart, and arrow points of Aguateca and Copan|rivista=Ancient Mesoamerica|editore=Cambridge University Press|numero=16 (02)|ppp=291–304291-304|doi=10.1017/S0956536105050248|lingua=en|cid=aoyama| issn=0956-5361}}
* {{cita libro|autore=Carmack, Robert M.|anno=2001|titolo=Kik'ulmatajem le K'iche'aab': Evolución del Reino K'iche'|lingua=en|città=Guatemala City, Guatemala|editore=Cholsamaj|isbn=99922-56-22-2|oclc=253481949|cid=carmack}}
* {{cita libro|autore=[[Michael D. Coe|Coe, Michael D.]]|anno=1999|titolo=The Maya|url=https://archive.org/details/maya0000coem_h0k7|città=New York|editore=Thames & Hudson|isbn=0-500-28066-5|oclc=40771862|lingua=en|cid=coe}}
* {{cita libro|autore=Chase, Arlen F.; Diane Z. Chase|anno=2012|titolo=Complex Societies in the Southern Maya Lowlands: Their Development and Florescence in the Archaeological Record|opera=Deborah L. Nichols; Christopher A. Pool. The Oxford Handbook of Mesoamerican Archaeology|città=New York|editore=Oxford University Press|isbn= 978-0-19-539093-3|oclc=761538187|cid=chase|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|autore1=Dahlin, Bruce H. |autore2=Christopher T. Jensen |autore3=Richard E. Terry |autore4=David R. Wright |autore5=Timothy Beach |titolo=In Search of an Ancient Maya Market |rivista=Latin American Antiquity |volume=18 |numero=4 |data=December 2007 |pp=363–384363-384 |editore=Society for American Archaeology |url=https://www.jstor.org/stable/25478193 |jstor=25478193 |issn=2325-5080 |città=Washington, DC, US|cid=dahlin}}
* {{cita libro |autore=D'Arcy Harrison, Peter |anno=2003 |titolo=Maya Palaces and Elite Residences: An interdisciplinary approach |url=https://archive.org/details/mayapalaceselite0000unse |capitolo=Palaces of the Royal Court at Tikal|isbn=0-292-71244-8 |editore=University of Texas Press |città=Austin, Texas, US |oclc=55889753 |cid=darcy|lingua=en}}
* {{cita libro|cognome=Demarest |nome=Arthur |anno=2004|titolo=Ancient Maya: The Rise and Fall of a Forest Civilization. |url=https://archive.org/details/ancientmayarisef0000dema |città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-53390-4|oclc= 5143889|cid=demarest|lingua=en}}
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* {{cita libro|autore=Phillips, Charles|anno=2007|titolo=The Complete Illustrated History of the Aztecs & Maya: The definitive chronicle of the ancient peoples of Central America & Mexico – including the Aztec, Maya, Olmec, Mixtec, Toltec & Zapotec|città=Londra|editore=Anness Publishing Ltd.|isbn=1-84681-197-X|oclc=642211652|cid=phillips|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Quezada, Sergio|anno=2011|titolo=La colonización de los mayas peninsulares|lingua=en|città=Merida, Yucatan|editore=Secretaría de Educación del Gobierno del Estado de Yucatán|isbn=978-607-7824-27-5|oclc=796677890|cid=quezada}}
* {{cita libro|autore=Restall, Matthew; Florine Asselbergs|anno=2007|titolo=Invading Guatemala: Spanish, Nahua, and Maya Accounts of the Conquest Wars|url=https://archive.org/details/invadingguatemal0000unse|città=Pennsylvania, US|editore=Pennsylvania State University Press|isbn=978-0-271-02758-6|oclc=165478850|lingua=en|cid=restall}}
* {{cita libro|autore=Roys, Ralph L.|anno=1979|titolo=The Ethno-Botany of the May|editore=Tulane University|isbn=978-0-915980-22-2|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Schele, Linda; Peter Mathews|anno=1999|titolo=The Code of Kings: The language of seven Maya temples and tombs|url=https://archive.org/details/codeofkingslangu00lind|città=New York|editore=Simon & Schuster|isbn=978-0-684-85209-6|oclc=41423034|cid=schele|lingua=en}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.sapere.it/tca/minisite/storia/civilta_precolombiane/id9.html|titolo=Il mondo dei Maya}}