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{{Carica pubblica
| nome = Romano Prodi
| immagine = Romano Prodi 20162024 crop(cropped).jpg
| didascalia = Romano Prodi nel 20162024
| carica = 11° [[Presidente della Commissione europea]]
| mandatoinizio = 16 settembre 1999<ref>{{cita web|url=http://ec.europa.eu/archives/commission_1999_2004/index_it.htm|titolo=La Commissione Europea 1999-2004|accesso=9 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180614101002/http://ec.europa.eu/archives/commission_1999_2004/index_it.htm|urlmorto=no}}</ref>
| mandatofine = 21 novembre 2004
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}}
 
Soprannominato ''Il Professore'' per la sua carriera accademica,<ref>{{cita web|url=http://www.unibo.it/annuari/Annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|titolo=Il professor Romano Prodi Presidente del Consiglio dei Ministri <!--creato automaticamente, da ricontrollare manualmente -->|lingua=|data=|accesso=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180804102854/https://www.unibo.it/annuari/annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|urlmorto=no}}</ref>, è stato [[docente universitario]] di economia e politica industriale all'[[Università di Bologna]], nel [[1978]] [[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]] nel [[governo Andreotti IV]] (1978-1979), presidente dell'[[IRI]] dal [[1982]] al [[1989]] e dal [[1993]] al [[1994]], presidente della [[Commissione europea]] dal [[1999]] al [[2004]] ([[Commissione Prodi]]) e dal 17 gennaio al 6 febbraio [[2008]] [[Ministri della giustizia della Repubblica Italiana|ministro della giustizia]] ''[[ad interim]]''.
 
Fondatore e ''leader'' de [[L'Ulivo]], dal 23 maggio [[2007]] è stato presidente del comitato nazionale per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile [[2007]] al 16 aprile [[2008]].
Fondatore e ''leader'' de [[L'Ulivo]], dal 23 maggio [[2007]] è stato presidente del comitato nazionale per il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile [[2007]] al 16 aprile [[2008]]. Il 1º settembre [[2008]] ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli.<ref name="fondazionepopoli.org">{{Cita web |url=http://www.fondazionepopoli.org/ |titolo=Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=31 gennaio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201201050513/http://fondazionepopoli.org/ |urlmorto=no }}</ref> Dal 12 settembre [[2008]] presiede il gruppo di lavoro [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]-[[Unione Africana]] sulle missioni di ''[[peacekeeping]]'' in [[Africa]]. Nell'ottobre [[2012]] è stato nominato inviato speciale del [[segretario generale delle Nazioni Unite]] per il [[Sahel]].<ref>{{cita web|url=http://www.un.org/News/Press/docs//2012/sga1377.doc.htm|titolo=Secretary-General appoints Romano Prodi of Italy as Special Envoy for Sahel|accesso=15 luglio 2013|lingua=en|data=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130712140930/http://www.un.org/News/Press/docs/2012/sga1377.doc.htm|urlmorto=no}}</ref> Dal 21 febbraio [[2014]] è presidente dell'''International advisory board'' (Iab) di [[UniCredit]].<ref>{{Cita web |url=http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1410554/Unicredit--Romano-Prodi-nuovo-presidente-dell-Iab.html |titolo=Unicredit, Romano Prodi nuovo presidente dell'Iab |accesso=22 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140226222239/http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1410554/Unicredit--Romano-Prodi-nuovo-presidente-dell-Iab.html |urlmorto=no }}</ref>
 
Il 1º settembre [[2008]] ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli.<ref name="fondazionepopoli.org">{{Cita web |url=http://www.fondazionepopoli.org/ |titolo=Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=31 gennaio 2021 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201201050513/http://fondazionepopoli.org/ |urlmorto=no }}</ref> Dal 12 settembre [[2008]] presiede il gruppo di lavoro [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]-[[Unione Africana]] sulle missioni di ''[[peacekeeping]]'' in [[Africa]]. Nell'ottobre [[2012]] è stato nominato inviato speciale del [[segretario generale delle Nazioni Unite]] per il [[Sahel]].<ref>{{cita web|url=http://www.un.org/News/Press/docs//2012/sga1377.doc.htm|titolo=Secretary-General appoints Romano Prodi of Italy as Special Envoy for Sahel|accesso=15 luglio 2013|lingua=en|data=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130712140930/http://www.un.org/News/Press/docs/2012/sga1377.doc.htm|urlmorto=no}}</ref> Dal 21 febbraio [[2014]] è presidente dell{{'}}''International advisory board'' (Iab) di [[UniCredit]].<ref>{{Cita web |url=http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1410554/Unicredit--Romano-Prodi-nuovo-presidente-dell-Iab.html |titolo=Unicredit, Romano Prodi nuovo presidente dell'Iab |accesso=22 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140226222239/http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1410554/Unicredit--Romano-Prodi-nuovo-presidente-dell-Iab.html |urlmorto=no }}</ref> Collabora come editorialista con ''[[Il Messaggero]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/editoriali/politica/elezioni_regionali_2020_prodi_urne_problemi_reali_paese-5473012.html|titolo=I dossier aperti/ Dopo le urne si torni in fretta ai problemi reali del Paese|lingua=it|accesso=20 settembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200922061548/https://www.ilmessaggero.it/editoriali/politica/elezioni_regionali_2020_prodi_urne_problemi_reali_paese-5473012.html|urlmorto=no}}</ref>
 
==Biografia==
=== Note familiari ===
{{Vedi anche|Franco Prodi|Giorgio Prodi|Giovanni Prodi|Paolo Prodi|Vittorio Prodi}}
È l'ottavo dei nove figli di Mario Prodi ([[1895]]-[[1970]]), [[ingegnere]], e di Enrichetta Franzoni ([[1903]]-[[1990]]), [[Insegnante|maestra]] elementare. La famiglia era composta da sette fratelli e da due sorelle: [[Giovanni Prodi|Giovanni]] ([[1925]]-[[2010]]), Maria Pia ([[1926]]), [[Giorgio Prodi|Giorgio]] ([[1928]]-[[1987]]), Fosca ([[1931]]), [[Paolo Prodi|Paolo]] ([[1932]]-[[2016]]), Quintilio ([[1935]]-[[2023]]), [[Vittorio Prodi|Vittorio]] ([[1937]]-[[2023]]) e [[Franco Prodi|Franco]] ([[1941]]). LaQuasi maggiortutti parte deii fratelli, sonoincluso Romano, sono o sono stati, [[Docente universitario|docenti universitari]]: [[Giovanni Prodi]] di [[analisi matematica]], [[Vittorio Prodi]] di [[fisica]] (oltre che [[europarlamentare]]), [[Paolo Prodi]] di [[storia moderna]], [[Franco Prodi]] di [[fisica dell'atmosfera]], [[Giorgio Prodi]] di [[patologia generale]].; mentre Quintilio era architetto.

Nel [[1969]] si è sposato, in una celebrazione presieduta dall'allora [[sacerdote]] (e poi [[cardinale]]) [[Camillo Ruini]], con Flavia Franzoni ([[1947]]-[[2023]])<ref>{{cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/persone/prodi_moglie_morta_flavia_franzoni_chi_era_malattia_news-7460212.html|titolo=Prodi, è morta la moglie Flavia Franzoni: aveva 76 anni. L'ex premier: «Un dolore enorme»|data=13 giugno 2023}}</ref>, a quel tempo studentessa e in seguito divenuta anch'ella [[economista]] e docente universitaria. Dal matrimonio sono nati due figli: Giorgio ([[1971]]) e Antonio ([[1974]]).
 
=== Attività accademica e culturale ===
{{Vedi anche|Università di Bologna|Università di Trento|Università di Harvard}}
Iniziò i suoi studi al [[liceo classico]] [[Ludovico Ariosto|Ariosto]] di [[Reggio Emilia]]. Dopo aver vinto una borsa di studio per il [[Collegio Augustinianum]], s'iscrisse all'[[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di [[Milano]] dove si laureò poi con lode nel [[1961]] in [[giurisprudenza]], presentando una tesi sul [[protezionismo]] nello sviluppo dell'[[industria]] italiana con [[Siro Lombardini]]. Approfondì i suoi studi a [[Milano]], [[Bologna]] e alla [[London School of Economics]], sotto la supervisione di [[Basil Yamey]].
 
Nel [[1963]] iniziò la sua carriera accademica come [[Cariche accademiche|assistente]] di [[Beniamino Andreatta]] alla cattedra di [[economia politica]] della facoltà di [[scienze politiche]] dell'[[Università di Bologna]]. Con quest'ultimo, fece parte del comitato scientifico dell'[[Istituto lombardo di studi economici e sociali]], quale [[ricercatore]].<ref>{{cita web|url=https://www.unibo.it/annuari/annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|titolo=Unibo.it Il professor Romano Prodi Presidente del Consiglio dei Ministri|accesso=5 marzo 2020|autore=[[Università di Bologna]]|data=1996|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210715030926/https://www.unibo.it/annuari/annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel [[19631973]] iniziòebbe la sua carriera accademica come assistente di [[Beniamino Andreatta]] alla cattedra di [[economia politica]] della facoltà di [[scienze politiche]] delll'[[Universitàincarico diper Bologna]]. Con questl'ultimo, fece parte del comitato scientifico dell'[[Istituto lombardoinsegnamento di studi economici"Economia e sociali]],politica quale ricercatore.<ref>{{cita web|url=https://www.unibo.it/annuari/annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|titolo=Unibo.it Il professor Romano Prodi Presidente del Consiglio dei Ministri|accesso=5 marzo 2020|autore=[[Università di Bologna]]|data=1996|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210715030926/https://www.unibo.it/annuari/annu9597/final/c4/p2/sp2/index.html|urlmorto=sì}}</ref> Nel [[1973]]industriale" all'[[Università degli Studi di Trento]], il cui rettore era all'epoca il fratello [[Paolo Prodi]],<ref>{{cita web|url=http://portale.unitn.it/ateneo/portalpage.do?channelId=-8319&channel2Id=-54729&content_OID=272578&page=/jsp/editorial/editorial.jsp&programId=272590|titolo=Tutti i Rettori dell'Ateneo|opera=[[Università degli Studi di Trento]]|accesso=16 novembre 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100112204324/http://portale.unitn.it/ateneo/portalpage.do?channelId=-8319|urlmorto=sì|opera=[[Università degli Studi di Trento]]}}</ref> ebbe l'incarico per l'insegnamento di "Economia e politica industriale",mentre l'anno successivo l'[[Università di Harvard]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] lo chiamò come ''[[visiting professor]]''. Come [[professore ordinario]], tenne la cattedra di "Economia politica e industriale" all'[[Università di Bologna]] fino al [[1999]]. È stato anche ''visiting professor'' presso lo [[Stanford Research Institute]]. Ha insegnato presso il Johns Hopkins University - SAIS - Bologna Center.
 
Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice [[il Mulino]], nel 1982 divenne direttore delle riviste ''Energia'' e ''L'Industria''. Nel 1981 ha fondato, assieme ad altri economisti, [[Nomisma (azienda)|Nomisma]], una società di studi economici e consulenza.
Il 6 febbraio [[2009]] è stato nominato professore presso l'Istituto di Studi Internazionali della [[Brown University]].<ref>{{cita web|url= https://news.brown.edu/pressreleases/2009/02/prodi|titolo=Former Italian Prime Minister Appointed Professor-at-Large|opera=Brown University Media Relations|accesso=16 novembre 2009|lingua=en|data=6 febbraio 2009|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20090525024916/http://news.brown.edu/pressreleases/2009/02/prodi|urlmorto=no}}</ref>
 
I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo delle [[Piccola e media impresa|piccole e medie imprese]], dei [[distretto industriale|distretti industriali]] e la politica contro i [[monopolio|monopoli]]. In un secondo momento si è anche interessato delle relazioni fra [[Stato]] e [[Mercato]] e della dinamica dei diversi modelli di [[capitalismo]].
 
Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui il ''[[Corriere della Sera]]'' e ''[[Il Sole 24 Ore]]'' con numerosi articoli ed editoriali e inoltre è stato conduttore nel [[1992]] di una serie di trasmissioni su [[Rai Uno]]: ''Il tempo delle scelte'', in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia.<ref>{{cita web|url= https://www.raiscuola.rai.it/economiaefinanza/articoli/2021/02/Economia-italiana-ae91c707-2e9d-429b-b29c-27a21c7d586e.html|titolo=Economia italiana - Dalle cento città ai distretti industriali|accesso=31 marzo 2025}}</ref>
Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice [[il Mulino]], nel 1982 divenne direttore delle riviste ''Energia'' e ''L'Industria''. Nel 1981 ha fondato [[Nomisma (azienda)|Nomisma]], una società di studi economici e consulenza.
 
HaIl collaborato6 confebbraio i maggiori quotidiani nazionali tra cui il ''[[Corriere della Sera2009]]'' e ''[[Il Sole 24 Ore]]'' con numerosi articoli ed editoriali e inoltre è stato conduttorenominato nelprofessore [[1992]]presso l'Istituto di unaStudi serieInternazionali di trasmissioni sudella [[RaiBrown UnoUniversity]]: ''Il tempo delle scelte'', in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia.<ref>{{cita web|url= httphttps://wwwnews.governobrown.itedu/pressreleases/Presidente2009/Biografia02/biografiaProdi_it.htmlprodi|titolo=BiografiaFormer diItalian RomanoPrime ProdiMinister sulAppointed Professor-at-Large|opera=Brown sitoUniversity delMedia GovernoRelations|accesso=1916 gennaionovembre 20082009|lingua=en|data=6 febbraio 2009|urlarchivio= https://web.archive.org/web/2008021002513420090525024916/http://wwwnews.governobrown.itedu/Presidentepressreleases/Biografia2009/biografiaProdi_it.html02/prodi|urlmorto=no}}</ref>
 
È membro del comitato esecutivo dell'[[Aspen Institute]] Italia<ref>{{Cita web|url=https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo|titolo="Comitato Esecutivo dell'Aspen Institute Italia"|accesso=24 aprile 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130526203743/https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo|urlmorto=no}}</ref> e del comitato consultivo del [[Torino World Affairs Institute|Torino World Affairs Institute (T.wai)]].<ref>{{Cita web|url=https://www.twai.it/mission-experts/|titolo=Torino World Affairs Institute, Advisory and Sounding Board|accesso=31 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200923010325/https://www.twai.it/mission-experts/|urlmorto=no}}</ref>
 
Il 6 giugno 2021, in occasione della commemorazione della morte di [[Camillo Benso Conte di Cavour]], è stata annunciata l'assegnazione dela Prodi dell'annuale [[Premio Cavour]] [[2021]] a Prodi.
 
=== Attività politica e amministrativa ===
{{Vedi anche|Democrazia Cristiana|Governo Andreotti IV|Legge Prodi}}
[[File:Prodi, Pertini, Andreotti (1978).jpg|thumb|Prodi (a sinistra) con [[Sandro Pertini]] (al centro) e [[Giulio Andreotti]] (a destra) nel 1978]]
Nel [[1963]] si affacciò per la prima volta in politica, venendo eletto [[consigliere comunale]] a [[Reggio Emilia]] per la [[Democrazia Cristiana]], macarica dopoche poco tempoperò lasciò poco dopo per le difficoltà a conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a [[Bologna]].
 
Negli [[anni 1970|anni '70]]<!--1975, '76?--> ebbe un primo incarico manageriale come presidente della [[Maserati]] e della società nautica Callegari e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario pubblico [[GEPI]], allo scopo di risanarle.
 
Successivamente è statofu [[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]] dal novembre [[1978]] fino al marzo [[1979]], nel [[Governo Andreotti IV|quarto governo Andreotti]]. Promosse(marzo da1978 ministro- marzo 1979) In tale veste, promosse un decreto legge che porta il suo nome (''[[legge Prodi]]''), volto a regolamentare la procedura di amministrazione straordinaria dello Stato per il salvataggio delle grandi imprese in crisi.
 
NominatoSu danomina del Presidente del Consiglio [[Giovanni Spadolini]], nel periodo dal [[1982]] e fino al [[1989]] fu presidente dell'[[IRI|Istituto per la Ricostruzione Industriale]] (IRI), allora il maggiore [[ente pubblico economico]] italiano, che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche. La nomina di un economista (seppur sempre politicamente di area democristiana, come il predecessore [[Pietro Sette]]) alla guida dell'IRI costituiva in effetti un segno di discontinuità rispetto al passato. La ristrutturazione dell'IRI durante la presidenza Prodi portò a:
* la cessione di 29 aziende del gruppo, tra le quali la più grande fu l'[[Alfa Romeo]], privatizzata nel [[1986]];
* la diminuzione dei dipendenti, grazie alle cessioni e a numerosi prepensionamenti, soprattutto nella siderurgia e nei cantieri navali;
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* lo scambio di alcune aziende tra [[STET]] e [[Finmeccanica]];
* la tentata vendita della [[SME (azienda)|SME]] al gruppo [[CIR (azienda)|CIR]] di [[Carlo De Benedetti]], operazione che venne fortemente ostacolata dal governo di [[Bettino Craxi]]. Fu organizzata una cordata di imprese, comprendente anche [[Silvio Berlusconi]], che avanzarono un'offerta alternativa per bloccare la vendita. L'offerta non venne poi onorata per carenze finanziarie, ma intanto la vendita della SME sfumò. Prodi fu accusato di aver stabilito un prezzo troppo basso (vedi [[vicenda SME]]).
 
Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi si fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò [[Enrico Cuccia]] affermò:
 
{{Citazione| (Prodi) nel 1988 ha solo imputato a riserve le perdite sulla siderurgia, perdendo come negli anni precedenti.| S.Bocconi, "I ricordi di Cuccia. E quella sfiducia sugli italiani", ''[[Corriere della Sera]]'', 12 novembre 2007}}
 
È comunque indubbio che in quegli anni l'IRI aveva per lo meno cessato di crescere e di allargare il proprio campo di attività, come invece aveva fatto nel decennio precedente, e per la prima volta i governi cominciarono a parlare di "[[Privatizzazioni in Italia|privatizzazioni]]".
 
Nel [[1993]], in seguito alla caduta del [[Governo Amato I|primo governo Amato]], Prodi fu in lizza, assieme a [[Mario Segni]] e [[Carlo Azeglio Ciampi]], per l'incarico di Presidente del Consiglio a capo di un [[governo tecnico]].<ref>{{Cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/27/per-il-ciclista-prodi-tre-ore.html |titolo= Per il "ciclista" Prodi tre ore di quasi - incarico|urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200528112006/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/27/per-il-ciclista-prodi-tre-ore.html |pubblicazione=la Repubblica |giorno=27|mese=aprile|anno=1993|editore=GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. |autore= Giorgio Battistini |accesso=28 maggio 2020}}</ref> Tale carica fu però assegnata all'allora [[governatore della Banca d'Italia]] Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l'IRI, allora settimo conglomerato al mondo per dimensioni, con oltre 67 miliardi di dollari di fatturato, nonostante la prima fase di smobilitazione delle sue partecipazioni.<ref>{{cita testo|url=http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/iri-leterno-ritorno/|titolo=''Dallo Stato-imprenditore allo Stato-stratega: dibattito sull'Iri''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200111145053/http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/iri-leterno-ritorno/ }}, Osservatorio Globalizzazione, 8 gennaio 2020</ref> Alla guida dell'IRI Prodi operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo.
 
È inoltre membro del comitato esecutivo dell'[[Aspen Institute]] Italia.<ref>{{Cita web |url= https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo |titolo="Comitato Esecutivo dell'Aspen Institute Italia" |accesso=24 aprile 2013 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130526203743/https://www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo |urlmorto=no }}</ref>
 
=== Esordi in politica ===
{{Vedi anche|L'Ulivo|elezioni politiche in Italia del 1996|Governo Prodi I|XIII legislatura della Repubblica Italiana}}
[[File:Romano Prodi 96.jpg|thumb|left|Romano Prodi nel 1996]]
Allievo di [[Beniamino Andreatta]], aderì alle [[Corrente politica|correnti]] riformiste della [[Democrazia Cristiana]] (DC) ed ebbe buoni rapporti con [[Giulio Andreotti]], tant'è che fu proprio quest'ultimo che il 25 novembre [[1978]] lo scelse come [[Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana|ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato]] alper posto disostituire [[Carlo Donat-Cattin]]. Anche se non volle mai diventare un vero e proprio militante del partito (il suo risultava infatti un ministero "tecnico") Prodi, così come i capi della corrente ''[[Morotei|morotea]]'' ([[Aldo Moro]] e [[Benigno Zaccagnini]] su tutti) e come [[Amintore Fanfani]], non fu ostile né al [[compromesso storico]] tra [[Democrazia Cristiana|DC]] e il [[Partito Comunista Italiano]] né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo.
 
La sua azione economico-manageriale trovò l'appoggio del [[Governo De Mita|governo]] guidato da [[Ciriaco De Mita]]. Fu [[Giovanni Spadolini]] a collocare Prodi ai vertici dell'[[IRI]] nel [[1982]], ove rimase fino al 1989.
 
Il 25 maggio [[1994]] Prodi si reca a [[Palazzo Chigi]] per un colloquio di un'ora col nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il presidente dell'IRI ha probabilmente deciso di dimettersi ritenendo esaurito l'incarico di risanamento ricevuto l'anno prima da Ciampi,<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/26/quel_summit_Prodi_Berlusconi_co_0_94052612402.shtml|titolo=Quel summit Prodi Berlusconi|accesso=23 settembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714173310/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/26/quel_summit_Prodi_Berlusconi_co_0_94052612402.shtml|urlmorto=no}}</ref> ma le dimissioni saranno formalizzate il 31<ref>{{Cita web |url= http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/01/Iri_comincia_dopo_Prodi_co_0_9406019976.shtml |titolo=Iri, comincia il dopo Prodi |accesso=23 settembre 2010 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110921061722/http://archiviostorico.corriere.it/1994/giugno/01/Iri_comincia_dopo_Prodi_co_0_9406019976.shtml |urlmorto=no }}</ref> e rese effettive dal 22 luglio.
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==== Nascita de ''L'Ulivo'' ====
La politica italiana, inIn seguito alla scomparsa dei principali partiti di riferimento che ne avevano segnato la storia repubblicana, come la [[Democrazia Cristiana]], il [[Partito Comunista Italiano]] e il [[Partito Socialista Italiano]], volgevaagli ininizi queglidegli anni ormai1990 la vita politica italiana volgeva verso la prospettiva del [[bipolarismo]], dopo l'esperienza delle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]], in cui aveva prevalso la coalizione di centro-destra guidata da [[Silvio Berlusconi]], andata in crisi dopo pochi mesi.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Luzi|url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/21/berlusconi-225-giorni-poi-addio.html|titolo=Berlusconi, 225 giorni e poi l'addio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|accesso=25 maggio 2010|giorno=21 |mese=12 |anno=1994 |p=2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117013911/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/21/berlusconi-225-giorni-poi-addio.html|urlmorto=no}}</ref> A tale alleanza di centro-destra si opponevano una coalizione centrista, il [[Patto per l'Italia]] (PPI-Segni-PSDI-PRI),<ref>{{Cita news|url= http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/04/nasce_PATTO_PER_ITALIA__co_0_9401043249.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|giorno=04|mese=01 |anno=1994|p=2|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210131092202/http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/landing.html|urlmorto=no}}</ref> e una di sinistra, l'[[Alleanza dei Progressisti]] (PDS-PRC-PSI-Verdi-RS-CS-AD).<ref>{{Cita news|autore=Gianna Fregonara|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313025152/http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|giorno=04|mese=01|anno=1994|p=2|urlmorto=sì}}</ref>
 
In seguito alla [[Elezioni politiche in Italia del 1994|sconfitta del '94]], tra i partiti della sinistra riformista e le forze del [[Centrismo|centro]] italiano, si svilupparono rapporti di consultazione politica. Dopo la caduta del [[governo Berlusconi I]] nel dicembre [[1994]], tuttavia, l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati da [[Lamberto Dini]], che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistratrasversale, formata da [[Progressisti]] (meno [[Rifondazione Comunista]]), [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] e [[Lega Nord]]. La fine del [[governo Dini]] nel 1996 portò dunque a [[Elezioni politiche in Italia del 1996|nuove elezioni]], nelle quali lo stesso Dini si presentò con un suo partito di natura [[Moderatismo|moderata]] e [[Centrismo|centrista]]: [[Rinnovamento Italiano]], che scelse di entrare subito nel nascente schieramento di centro-sinistra.
A tale alleanza di centro-destra si opponevano una coalizione centrista [[Patto per l'Italia]] (PPI-Segni-PSDI-PRI)<ref>{{Cita news|url= http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/04/nasce_PATTO_PER_ITALIA__co_0_9401043249.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|giorno=04|mese=01 |anno=1994|p=2|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210131092202/http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/landing.html|urlmorto=no}}</ref> ed una di sinistra [[Alleanza dei Progressisti]] (PDS-PRC-PSI-Verdi-RS-CS-AD).<ref>{{Cita news|autore=Gianna Fregonara|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313025152/http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|giorno=04|mese=01|anno=1994|p=2|urlmorto=sì}}</ref>
 
Dall'unione della maggior parte delle forze di [[Centrismo|centro]] (esclusi solo i settori centristi di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] e il [[Centro Cristiano Democratico|CCD]]-[[Cristiani Democratici Uniti|CDU]]) e le forze della [[Sinistra (politica)|sinistra]] [[Riformismo|riformista]], nacque una nuova coalizione di "centro-sinistra". Questa era così formata da partiti moderato-riformisti di centro e centrosinistra ([[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]], [[Rinnovamento Italiano|RI]], [[Alleanza Democratica (Italia)|AD]], [[La Rete (partito politico)|La Rete]], [[Partito Socialista Italiano|PSI]]) alleati con partiti collocati nell'ambito della sinistra moderata e democratica ([[Rinascita Socialista]], [[Federazione dei Verdi|Verdi]], [[Cristiano Sociali]], [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]). Tale coalizione riconobbe come proprio ''leader'' l'ex Presidente dell'[[IRI]] ed ex ministro dell'industria Prodi, da sempre vicino ai settori [[Riformismo|riformisti]] e "[[Aldo Moro|morotei]]" della [[Democrazia Cristiana]] e perciò ben visto tanto dai settori centristi quanto da quelli di sinistra dello schieramento.
In seguito alla [[Elezioni politiche in Italia del 1994|sconfitta del '94]] tra i partiti della sinistra riformista e le forze del [[Centrismo|centro]] italiano, si svilupparono rapporti di consultazione politica. Dopo la caduta del [[governo Berlusconi I]] nel dicembre [[1994]], tuttavia, l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati da [[Lamberto Dini]], che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistra formata da [[Progressisti]] (meno [[Rifondazione Comunista]]), [[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]] e [[Lega Nord]]. La fine del [[governo Dini]] nel 1996 portò dunque a nuove elezioni, nelle quali lo stesso Dini si presentò con un suo partito di natura [[Moderatismo|moderata]] e [[Centrismo|centrista]]: [[Rinnovamento Italiano]], che scelse di entrare subito nel nascente schieramento di centro-sinistra.
 
Dall'unione della maggior parte delle forze di [[Centrismo|centro]] (esclusi solo i settori centristi di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] e il [[Centro Cristiano Democratico|CCD]]-[[Cristiani Democratici Uniti|CDU]]) e le forze della [[Sinistra (politica)|sinistra]] [[Riformismo|riformista]], nacque una nuova coalizione di "centro-sinistra". Questa era così formata da partiti moderato-riformisti di centro e centrosinistra ([[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]], [[Rinnovamento Italiano|RI]], [[Alleanza Democratica (Italia)|AD]], [[La Rete (partito politico)|La Rete]], [[Partito Socialista Italiano|PSI]]) alleati con partiti collocati nell'ambito della sinistra moderata e democratica ([[Rinascita Socialista]], [[Federazione dei Verdi|Verdi]], [[Cristiano Sociali]], [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]). Tale coalizione riconobbe come proprio ''leader'' l'ex Presidente dell'[[IRI]] ed ex ministro dell'industria Prodi, da sempre vicino ai settori [[Riformismo|riformisti]] e "[[Aldo Moro|morotei]]" della [[Democrazia Cristiana]] e perciò ben visto tanto dai settori centristi quanto da quelli di sinistra dello schieramento.
 
[[File:Romano Prodi Lamberto Dini Massio D'Alema 1996.jpg|thumb|Romano Prodi, candidato [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] per [[L'Ulivo]], insieme a [[Lamberto Dini]], Presidente del Consiglio uscente e [[Massimo D'Alema]], Segretario del [[Partito Democratico della Sinistra]], nel 1996]]
Il 13 febbraio [[1995]] Prodi lanciò quindi il suo movimento, ''[[L'Ulivo (coalizione, 1995-2004)|L'Ulivo]]'',<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/14/Berlusconi_prepara_contratto_con_gli_co_8_9502141036.shtml |titolo=E Berlusconi prepara "un contratto con gli italiani" |accesso=23 settembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326015115/http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/14/Berlusconi_prepara_contratto_con_gli_co_8_9502141036.shtml |urlmorto=no }}</ref> che nel giro di un anno divenne il nome di un'alleanza fra il centro e la sinistra e che vide proprio nella candidatura di Prodi a Presidente del Consiglio l'espressione di quel dialogo fra cattolici e laici che s'intendeva proporreproporsi al Paese income alternativa alleal destrecentro-destra. Ottenne subito l'adesione alla sua candidatura di [[Mariotto Segni]] (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani, socialisti), quindi del [[Partito Democratico della Sinistra]] di [[Massimo D'Alema]], del [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]] di [[Gerardo Bianco]], dei [[Federazione dei Verdi|Verdi]].
 
Questi dunque, comeCome ''leader'' del [[centro-sinistra italiano]], Prodi siglò dunque [[Patto di desistenza|accordi di desistenza]] con [[Rifondazione Comunista]] (che comunque rimaneva fuori dall'alleanza) e portò la sua coalizione alla vittoria nelle [[Elezioni politiche in Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]].<ref name="tappe">{{Cita news|autore=Sergio Stimolo|url= http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/02/Ulivo_prodiani_all_attacco_Alema_co_0_0007022939.shtml|titolo=Ulivo, i prodiani all'attacco di D'Alema|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130313025103/http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/02/Ulivo_prodiani_all_attacco_Alema_co_0_0007022939.shtml|giorno=02|mese=07|anno=2000|p=11|urlmorto=sì}}</ref>. Per la prima volta in Italia si era creato un unico blocco, che oltre ai tradizionali eredi delle culture [[Socialismo democratico|socialista]], [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]], [[Cristianesimo democratico|cattolico-popolare]] e [[Liberalismo|liberale]], coinvolgeva anche i [[Post-comunismo|post-comunisti]] e gli [[Ambientalismo|ambientalisti]].
Così per la prima volta in Italia si creava un unico blocco, che oltre ai tradizionali eredi delle culture [[Socialismo democratico|socialista]], [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]], [[Cristianesimo democratico|cattolico-popolare]] e [[Liberalismo|liberale]], coinvolgeva anche i [[Post-comunismo|post-comunisti]] e gli [[Ambientalismo|ambientalisti]].
 
Il [[governo Prodi I]] checosì si formòformato ebbe una composizione ulivista e d'di [[Indipendente (politica)|indipendenti]] e si avvalse di un dell'[[appoggio esterno da parte]] di [[Rifondazione Comunista]].
 
Come Presidente del Consiglio italiano, dal 18 maggio Prodi assunse anche l'incarico di [[presidente del Consiglio europeo]].
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=== Primo governo Prodi ===
[[File:Giuramento Prodi I.jpg|miniatura|Giuramento di Romano Prodi per il suo primo incarico come Presidente del Consiglio nelle mani di [[Oscar Luigi Scalfaro]]]]
Il programma politico di Prodi prevedeva la continuazione del lavoro di risanamento della situazione economico-finanziaria italiana, cheiniziato idai suoi predecessori [[Giuliano Amato|Amato]], [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]] e [[Lamberto Dini|Dini]], avevano iniziato. Concon l'obiettivo di includere l'[[Italia]] alnel progetto della [[Euro|moneta unica europea]], cosa che richiedeva il rispetto di [[Parametri di Maastricht|precisi parametri economici]], difficile da raggiungere poiché l'Italia era da qualche anno uscita dal [[Sistema Monetario Europeo]] (vi rientrò nel novembre del [[1996]] dopo le politiche di risanamento dei ministri [[Vincenzo Visco|Visco]] e [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]]). Visco varò una complessa riforma fiscale che eliminava alcune imposte (fra cui la patrimoniale sulle imprese) e tutti i contributi sanitari, introduceva l'[[IrapIRAP]], razionalizzava il sistema sanzionatorio, cambiava la riscossione, introduceva il modello di dichiarazione unico che consentiva la compensazione fra debiti e crediti di imposta, procedeva a una radicale riorganizzazione dell'amministrazione finanziaria, istituendo lequattro [[Agenzia (diritto pubblico)governativa|Agenzieagenzie]] fiscali ([[Agenzia delle entrate|Entrate]], [[Agenzia delle dogane e dei monopoli|Dogane]], [[Agenzia del territorio|Territorio]] e [[Agenzia del demanio|Demanio]]) e, rendendo autonoma l'amministrazione dei [[Monopoli di Stato]] e varando la normativa di [[privatizzazione]] della produzione di sigari e sigarette. Visco condusse una campagna contro l'[[evasione fiscale]] che consentì il recupero di quote significative di imposte occultate, ma che gli costò l'ostilità di alcune categorie di contribuenti abituate alla tradizionale tolleranza. Queste politiche consentirono al governo Prodi una drastica riduzione del disavanzo pubblico, portato sotto la soglia prescritta del 3 per cento (fu del 2,7) grazie anche a un recupero di evasione fiscale pari a 0,5 punti di [[PilPIL]] in assenza del quale il disavanzo sarebbe stato del 3,2 per cento. Si riuscì quindi a raggiungere il principale parametro del [[Trattato di Maastricht]]. Per rientrare nei parametri europei fu anche deciso un contributo straordinario, chiamato anche "eurotassa" o "tassa per l'Europa", commisurata ai redditi delle persone, che venne in seguito restituita per il 60% restituita nel 1999.
 
Col cosiddetto ''[[Legge 24 giugno 1997, n. 196|pacchetto Treu]]'' il governo guidato da Prodi inaugurò una stagione di continue riforme del mercato e del [[Diritto del lavoro in Italia|diritto del lavoro]] favorite anche dall'utilizzo del sistema della [[concertazione]] introdotta nell'azione di governativa dal precedente governo presieduto da Ciampi. Con questa legge il [[lavoro interinale]] e altre forme contrattuali di lavoro atipico ottennero il riconoscimento legislativo da parte dell'ordinamento italiano.
 
Grazie all'azione del [[Ministri delle comunicazioni della Repubblica Italiana|ministro delle poste e delle telecomunicazioni]] [[Antonio Maccanico]], sotto il governo di Prodi venne varata una nuova ''Authority''[[Autorità amministrativa indipendente (ordinamento italiano)|autorità amministrativa indipendente]], denominata [[Autorità per le garanzie nelle comunicazioni]].
 
Nel gennaio 1997 il [[Ministri della pubblica istruzione della Repubblica Italiana|ministro della pubblica istruzione]], [[Ministri dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica della Repubblica Italiana|dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica]] [[Luigi Berlinguer]] propose un Documento di discussione sulla riforma dei cicli di istruzione; allo stesso anno risale la riforma dell'[[esame di maturità]].
 
Da ricordare anche l'operato del [[Ministri dell'ambiente della Repubblica Italiana|ministro dell'ambiente]] [[Edoardo Ronchi]] del governo Prodi che, tramite l'{{cita testo|url=http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1997;22|titolo=omonimo decreto}}, introdusse la prima legge quadro italiana sulla regolamentazione del settore [[rifiuti]] con l'istituzione del [[formulario di identificazione dei rifiuti]] e al [[modello unico di dichiarazione ambientale]].
 
Ad opera del [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|ministro per i beni culturali e ambientali]] [[Walter Veltroni]] venne varato il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del [[Lotto]] per finanziare il restauro dei beni culturali, lanciando inoltre l'apertura dei musei anche la sera;. ilIl governo procedette poi ad un riassetto della [[Pubblica amministrazione dell'Italia|pubblica amministrazione]] tramite le diverse ''[[leggi Bassanini]]'', (promosse dall'alloradal [[Ministri per la funzione pubblica della Repubblica Italiana|ministro per la funzione pubblica]] [[Franco Bassanini]]).
 
Nel 1998 fu approntata la nuova normativa in materia di commercio che, nel rivedere la legge del 1971, dispose l'abolizione delle tabelle merceologiche e, per la maggioranza degli esercizi, la soppressione dell'obbligo di iscrizione al [[Registro esercenti il commercio|Registro Esercenti il Commercio]] (REC). Il testo, difeso dall'alloradal ministro dell'industria [[Pier Luigi Bersani]], fu criticato dalle opposizioni, secondo le quali la riforma avrebbe avvantaggiato soprattutto la [[grande distribuzione organizzata]].
 
Sempre nel 1998 fu approvata la riforma della disciplina dell'immigrazione, la [[legge Turco-Napolitano]] (proposta dal [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|ministro dell'interno]] [[Giorgio Napolitano]] e dal [[Ministri della solidarietà sociale della Repubblica Italiana|ministro della solidarietà sociale]] [[Livia Turco]]);, la leggeche, peraltrotra gli altri provvedimenti, introdusse nell'ordinamento italiano il reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato da parte dello straniero in precedenza [[espulsione dello straniero|espulso]], nonché l'istituto dei [[centri di permanenza temporanea]], destinati appunto al rimpatrio di stranieri irregolari.
 
Con [[Beniamino Andreatta]] [[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|ministro della difesa]], si operò la riforma degli [[Stato Maggioremaggiore|stati maggiori]] e si ricevette dal [[Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite]] il ruolo di guida durante la [[Missione Alba]] (un'operazione di ''[[peacekeeping]]'' e d'aiuto umanitario all'[[Albania]], interamente gestita da forze europee), fu abolitasospesa la [[leva obbligatoria]] modificandoe modificato anche il [[servizio civile]]. Venne proposta l'idea di creare una [[Forze armate dell'Unione europea|forza di difesa internazionale europea]].
 
==== Fine del governo ====
Il suoprimo governo Podi si concluse nell'ottobre 1998, sfiduciato per un voto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] in seguito al ritiro dell'appoggio di una parte del gruppo di [[Rifondazione Comunista]], in rottura con la linea politica della coalizione dell'Ulivo, durante le fasi di approvazione della nuova [[legge finanziaria]]. La [[crisi di governo]] si risolse con la successione a [[Massimo D'Alema]], mantenendo una continuità di indirizzo politico e con diversi ministri che vennero confermati nel proprio ruolo. L'esclusione di Prodi creò una crisi all'interno della coalizione dell'Ulivo, e nel febbraio 1999 Prodi fondò [[I Democratici]], un movimento politico avente lo scopo di unire in un unico partito coloro che si riconosconoriconoscevano nell'Ulivo. Nel marzo del [[1999]] Romano Prodi fu nominato [[Presidente della [[Commissione europea]], lasciando quindi la guida del nuovo movimento, che partecipando all'[[elezioni europee del 1999|elezioni europee]] raccolse il 7,8% dei consensi.
 
=== Commissione europea e ritorno in Italia ===
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[[File:Romano Prodi, George Bush, and Bertie Ahern in 2004.jpg|thumb|Romano Prodi, [[George W. Bush|George Bush]] e [[Bertie Ahern]] nel 2004]]
[[File:Belgique - Bruxelles - Schuman - Berlaymont - 01.jpg|thumb|[[Palazzo Berlaymont]], sede della [[Commissione europea]].]]
Designato dai governi europei alla [[Commissione europea]], venne accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei [[Gruppo del Partito Popolare Europeo|popolari]] e [[Gruppo del Partito del Socialismo Europeo|socialdemocratici]].
Designato dai governi europei alla [[Commissione europea]], venne accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza avvennero alcune innovazioni nell'Unione: il 1º gennaio [[2002]], l'entrata in vigore dell'[[Euro]] come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1º maggio [[2004]] l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: [[Cipro]], [[Estonia]], [[Lettonia]], [[Lituania]], [[Malta]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ungheria]]; il 29 ottobre [[2004]], la firma a Roma della [[Costituzione europea]]. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo"). <!--da verif.:costituzione europea e commissione, riforme proposte o appoggiate da Prodi. Da inserire:nuova politica di vicinato, operazioni per l'allineamento delle leggi per i paesi entranti -->
 
Designato dai governi europei alla [[Commissione europea]], venne accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza avvennero alcune innovazioni nell'Unione: il 1º gennaio [[2002]], l'entrata in vigore dell'[[Euroeuro]] come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1º maggio [[2004]] l'[[Allargamento dell'Unione europea del 2004|allargamento]] dell'Unione ad altri 10 paesi: [[Cipro]], [[Estonia]], [[Lettonia]], [[Lituania]], [[Malta]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ungheria]]; il 29 ottobre [[2004]], la firma a Roma della [[Costituzione europea]]. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "[[mandato d'di arresto europeo]]"). <!--da verif.:costituzione europea e commissione, riforme proposte o appoggiate da Prodi. Da inserire:nuova politica di vicinato, operazioni per l'allineamento delle leggi per i paesi entranti -->
Terminato il suo mandato, Prodi ritornò a dedicarsi alla politica italiana, e venne scelto da tutti i partiti della coalizione del [[centro-sinistra]] come ''leader'' del[[l'Unione]] e candidato a Presidente del Consiglio alla ''[[convention]]'' del 14 febbraio [[2004]] al [[Palazzo dello Sport (Roma)|PalaLottomatica]] di [[Roma]].<ref>{{Cita news|autore=Ernesto Assante|url=http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|titolo=Ligabue e l'"inno" del Professore: "Il mediano lavora per il Paese"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=15|mese=02|anno=2004|p=21|accesso=29 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101009011327/http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|urlmorto=no}}</ref>
 
Terminato il suo mandato, Prodi ritornò a dedicarsi alla politica italiana, e venne scelto da tutti i partiti della coalizione del [[centro-sinistra]] come ''leader'' del[[l'Unione]] e candidato a Presidente del Consiglio alla ''[[convention]]'' del 14 febbraio [[2004]] al [[Palazzo dello Sport (Roma)|PalaLottomatica]] di [[Roma]].<ref>{{Cita news|autore=Ernesto Assante|url=http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|titolo=Ligabue e l'"inno" del Professore: "Il mediano lavora per il Paese"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=15|mese=02|anno=2004|p=21|accesso=29 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101009011327/http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|urlmorto=no}}</ref> Questa coalizione debuttò vittoriosamente in occasione delle [[elezioni regionali in Italia del 2005|elezioni regionali del 2005]], nelle quali l'Unione si affermò in 12 delle 14 regioni interessate al voto.<ref>{{Cita news|autore=Marco Bracconi|url=http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/politica/regio2005/terrevt/terrevt.html|titolo=Regionali, l'Unione schiaccia il Polo Inizia un'altra campagna elettorale|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=05|mese=04|anno=2005|accesso=22 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100126025412/http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/politica/regio2005/terrevt/terrevt.html|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Secondo governo Prodi ===
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{{Vedi anche|Elezioni primarie de L'Unione del 2005|Elezioni politiche in Italia del 2006|Governo Prodi II|XV legislatura della Repubblica Italiana|Partito Democratico (Italia)}}
[[File:ProdiBari.jpg|thumb|left|Romano Prodi al comizio di [[Bari]], durante la campagna elettorale per le [[Elezioni politiche in Italia del 2006|"politiche" del 2006]]]]
Il 16 ottobre [[2005]] si svolsero le [[elezioni primarie de L'Unione del 2005|elezioni primarie]] per la scelta "ufficiale" del capo della coalizione per le elezioni dell'anno seguente. Prodi propose questo tipo di consultazione, mai prima di allora avvenuta in Italia, purPur godendo del sostegno degli apparati burocratici dei maggiori partiti dell'[[L'Unione|Unione]], perProdi propose questo tipo di consultazione, mai prima di allora avvenuta in Italia, al fine di avereottenere un'investitura diretta da parte dell'elettorato di centro -sinistra come guida della coalizione e quindi futuro presidente del consiglio. Prodi si impose con una forte maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi su oltre 4 milioni di voti e distanziando gli altri sei candidati, ottenendo un indiscusso successo nei confronti dei settori politici della coalizione più avversi alla sua ''leadership''.
 
Prodi si impose con una forte maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati, ottenendo un indiscusso successo nei confronti dei settori politici della coalizione più avversi alla sua ''leadership''.
 
Il 16 febbraio [[2005]] creò a [[Bologna]] la "Fabbrica del Programma" che consisteva fisicamente in un capannone in cui chiunque poteva portare un contributo per una sua valutazione e inclusione nel programma finale da presentare nella successiva elezione politica.
 
La coalizione guidata da Romano Prodi vinse le [[elezioni politiche in Italia del 2006|elezioni politiche del 2006]] con uno scarto inferiore ai {{formatnum:25000}} voti alla Camera, mentre al Senato ottenne due seggi grazie al [[voto degli italiani residenti all'estero]]. Il limitato margine di vantaggio con cui L'Unione prevalse nelle elezioni diede adito a numerosi reclami e ricorsi, respinti dalla [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] il 20 aprile, che confermò la vittoria di Prodi.
 
==== Secondo governo ====
{{F|economisti italiani|arg2=politici italiani|ottobre 2016|la sezione è in buona parte priva delle necessarie fonti (vedi [[Discussione:Federico Pizzarotti|discussione]])}}
[[File:World leaders at the 32nd G8 Summit, Strelna, Russia - 20060716.jpg|thumb|Romano Prodi al 32° [[G8]] del [[2006]] a [[San Pietroburgo]] in [[Russia]]]]
RomanoIl 16 maggio 2006 Prodi ha ricevutoricevette l'incarico dal presidentePresidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] il giorno 16 maggio [[2006]], accettando con riserva.<ref>{{Cita web | url= https://archivio.quirinale.it/aspr/comunicati/PRESSRELEASE-001-011837/presidente/giorgio-napolitano/il-presidente-napolitano-ha-conferito-l-incarico-formare-nuovo-governo-all-onorevole-romano-prodi | titolo=Il Presidente Napolitano ha conferito l'incarico di formare il nuovo Governo all'Onorevole Romano Prodi | data= 16 maggio 2006 | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20220704161821/https://archivio.quirinale.it/aspr/comunicati/PRESSRELEASE-001-011837/presidente/giorgio-napolitano/il-presidente-napolitano-ha-conferito-l-incarico-formare-nuovo-governo-all-onorevole-romano-prodi | dataarchivio= 4 luglio 2022 | urlmorto= no }}</ref><ref>{{Cita web | url= https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-13/nove-anni-colle-incarico-il-prodi-ii-124848.shtml?uuid=ABjKt9cC | titolo=Nove anni sul Colle / L'incarico per il Prodi II | sito=[[Il Sole 24 Ore]] | data= 10 settembre 2015 | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230423105911/https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-13/nove-anni-colle-incarico-il-prodi-ii-124848.shtml?uuid=ABjKt9cC | dataarchivio= 23 aprile 2023| urlmorto= no }}</ref> Il giorno dopo, 17 maggio [[2006]], ha scioltosciolse la riserva, comunicando la lista del [[Consiglio dei ministri]]: curiosamente, ciò è avvenutoavvenne esattamente 10 anni dopo la data d'inizio del suo primo governo. HaEbbe così inizio il [[governo Prodi II]] che fu, il primo governo repubblicano a vedere la partecipazione diretta dei [[Partito politico|partiti]]di [[Rifondazione Comunista]] e [[Radicali italiani]], e divenendo così l'unico governo sostenuto dall'intera [[Sinistra (politica)|sinistra]] parlamentare (cosa che non accadeva più dal [[governo De Gasperi III]]).
 
L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (''Freedom of the Press 2004 Global Survey''), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana [[Freedom House]], ha promosso l'Italia al grado di "libera" (''Free'') dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale libertà", motivandoimputando questo avanzamento al governo Prodi, che avrebbe permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere che erano state apposte dal precedente governo Berlusconi contro giornalisti sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.<ref>{{Cita web | url= https://freedomhouse.org/sites/default/files/2004%20book_0.pdf | titolo=FREEDOM OF THE PRESS 2004 | lingua= en | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230423125939/https://freedomhouse.org/sites/default/files/2004%20book_0.pdf | dataarchivio= 23 aprile 2023 | urlmorto= no }}</ref>
[[File:33rdG8Leaders.jpg|thumb|left|Romano Prodi al 33º vertice [[G8]] a [[Heiligendamm]] 2007]]
Nel corso dell'attività del secondo governo Prodi e su iniziativasua dello stessoiniziativa, è stata ripresentata all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] una risoluzione relativa alla [[moratoria universale della pena di morte]]. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato simbolico, è stata approvata il 18 dicembre [[2007]] dall'[[Assemblea Generale delle Nazioni Unite]].<ref>"[[:n:L'Onu approva la moratoria sulla pena di morte|L'Onu approva la moratoria sulla pena di morte]]", Wikinews, 18 dicembre 2007</ref><ref>{{cita web|url=http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/moratoria_pena_morte/|titolo=Dossier sulla moratoria dal sito della Presidenza del Consiglio|accesso=4 gennaio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080102082851/http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/moratoria_pena_morte/|urlmorto=no}}</ref>

Prodi introdusse anche una nuova linea in politica estera, ritirando le truppe italiane dall'[[Iraq]] e criticando il [[Guerra in Iraq|conflitto]]. Ebbe un ruolo chiave nella creazione di una [[UNIFIL|forza di pace multinazionale]] in seguito al [[Guerra del Libano (2006)|conflitto tra Israele e Libano del 2006]]. Si preoccupò di modificare o cancellare alcuni provvedimenti del precedente esecutivo in materia di pensioni e giustizia, inoltre portò avanti un programma di liberalizzazioni.
 
Il governo Prodi II fu anche responsabile:
* della proposta di legge [[DICO (disegno di legge)|DICO]] promossa dal [[Dipartimento per le politiche della famiglia|ministro per le politiche della famiglia]] [[Rosy Bindi]] concernete le coppie omosessuali;
* di un decreto legge recante misure per prevenire e arginare la violenza negli stadi;
* il ddl costituzionale Boato sulla cancellazione dell'ultimo residuo di previsione della [[pena di morte]] dalla Costituzione;
* di un accordo con le parti sociali sulla riforma del ''welfare'';
* del varo, grazie all'azione del [[Ministri dell'economia e delle finanze della Repubblica Italiana|ministro dell'economia e delle finanze]] [[Tommaso Padoa-Schioppa]], della [[legge finanziaria]] 2007: manovra di notevole portata, etichettata da alcuni come coraggiosa e necessaria per risollevare uno Stato che versava in condizioni economiche non positive e da altri come esagerata e non necessaria,<ref name="rep">{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/12/19/news/e_morto_padoa-schioppa-10380426/|titolo=La Repubblica|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160927075400/http://www.repubblica.it/politica/2010/12/19/news/e_morto_padoa-schioppa-10380426/ }}, 19 dicembre 2010</ref> che rimodulò anche l'imposizione sui redditi ([[Imposta sul reddito delle persone fisiche|IRPEF]]) con le relative deduzioni per le persone con [[disabilità]] a carico del contribuente reintroducendo il sistema della detrazione di importi variabili a seconda del reddito per i figli e i familiari a carico. Il risultato della manovra produsse il cosiddetto "tesoretto", ovvero l'extra-gettito nelle casse statali, dovuto in parte a entrate fiscali non previste e, dall'altra, alla lotta contro l'evasione fiscale che vide un netto incremento di "entrate "recuperate" rispetto all'anno precedente.<ref>{{cita web|url=http://news.centrodiascolto.it/view/185790/d=2007-09-28/w=extragettito+fiscale/extragettito_fiscale_+21%25_dall_autotassazione|titolo=Extragettito fiscale: +21% dall'autotassazione|autore=|editore=Centrodiascolto.it|data=28 settembre 2007|accesso=30 gennaio 2008|urlmorto=sì}}</ref> L'anno successivo venne varata la legge {{cita testo|url=http://www.parlamento.it/parlam/leggi/07244l.pdf|titolo=''Finanziaria 2008''}} contenente, tra gli altri, un provvedimento che ridusse l'[[Imposta comunale sugli immobili|ICI]] sulla prima casa, introducendo un'ulteriore detrazione della base imponibile dell'1,33 per mille sino a un massimo di 200 euro;
* della controversa pubblicazione, poi sospesa dal [[Garante per la protezione dei dati personali|Garante della Privacy]], delle dichiarazioni dei redditi del 2005 di ogni cittadino italiano sul sito internet dell'[[Agenzia delle entrate]];
* della sospensione della fusione tra la [[Atlantia|Società Autostrade]] e la spagnola [[Abertis]] da parte del [[Ministero delle infrastrutture e dei trasporti|ministro delle Infrastrutture]] [[Antonio Di Pietro]], secondo cui l'operazione, vista anche la mancata comunicazione di un piano di investimenti<ref>{{cita web|url= https://www.lastampa.it/economia/2006/12/11/news/abertis-autostrade-fusione-addio-1.37141968 |sito=lastampa.it |titolo=Abertis-Autostrade, fusione addio |editore= GNN - GEDI gruppo editoriale S.p.A.|accesso=28 maggio 2020 |urlmorto=no |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200210150850/https://www.lastampa.it/economia/2006/12/11/news/abertis-autostrade-fusione-addio-1.37141968|giorno=11|mese=dicembre|anno=2006}}</ref>, avrebbe costituito un danno economico per lo Stato.<ref>{{cita web|url= https://www.linkiesta.it/2012/08/di-pietro-ovvero-ventanni-della-nostra-storia/ |autore=Edoardo Petti |titolo=Di Pietro, ovvero vent’anni della nostra storia |editore= Linkiesta.it S.p.A.|accesso= 28 maggio 2020 |urlmorto=no |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200528120010/https://www.linkiesta.it/2012/08/di-pietro-ovvero-ventanni-della-nostra-storia/}}</ref>
* del cosiddetto "pacchetto liberalizzazioni" proposto dal [[Ministero dello sviluppo economico|ministro dello sviluppo economico]] [[Pier Luigi Bersani]], diviso in due parti: la prima contenuta nel [[decreto Bersani-Visco]] (decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 convertito poi dalla legge 4 agosto 2006, n. 248) contenente l'abolizione del tariffario dagli ordini professionali, la riforma delle licenze dei tassisti e l'introduzione della vendita dei [[Farmaco da banco|farmaci da banco]] nei supermercati e nelle [[Parafarmacia|parafarmacie]], la seconda contenuta nel [[decreto Bersani bis]] (decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito poi dalla legge 2 aprile 2007, n. 40) contenente nuove norme in materia di [[Responsabilità civile autoveicoli|RCA]] (abrogando l'esclusiva di dieci anni per i contratti assicurativi, azzerando le spese a carico del cliente per il cambio di assicurazione e abolendo l'esclusiva degli agenti assicurativi monomandatari), l'abolizione dei costi fissi di ricarica per i cellulari, l'istituzione dell'obbligo di pagamento con carta di credito, nuove norme sulle transazioni bancarie e il controllo monetario, nuove norme in materia di trasparenza delle tariffe aeree e nuove norme sul recesso anticipato in materia di operatori di telefonia, reti televisive e comunicazione elettronica indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.
Il [[governo Prodi II]] èfu il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari). Con l'elezione di [[Franco Marini]] alla presidenza del Senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di [[Italia dei Valori]], [[Sergio De Gregorio]], al Senato la situazione è diventata di 157 a 157 (infatti il Presidente del Senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente [[Luigi Pallaro]].
 
Con l'elezione di [[Franco Marini]] alla presidenza del Senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di [[Italia dei Valori]], [[Sergio De Gregorio]], al Senato la situazione divenne di 157 senatori della maggioranza e 157 dell'opposizione (infatti il Presidente del Senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente [[Luigi Pallaro]]. Con tale situazione creatasi al Senato, il governo è andatoandò in minoranza in alcune votazioni in Aula e in commissione e, in un caso, anche in una votazione sulla fiducia. Il voto favorevole di alcuni dei sette [[senatore a vita (ordinamento italiano)|senatori a vita]] ([[Giulio Andreotti|Andreotti]], [[Carlo Azeglio Ciampi|Ciampi]], [[Emilio Colombo|Colombo]], [[Francesco Cossiga|Cossiga]], [[Rita Levi-Montalcini|Levi-Montalcini]], [[Sergio Pininfarina|Pininfarina]], [[Oscar Luigi Scalfaro|Scalfaro]]) è statorisultò spesso decisivo. In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni, la [[Casa delle Libertà]] ha apertoaprì una polemica nella quale mettevamettendo in discussione le prerogative checostituzionali ladei [[Costituzionesenatori dellaa Repubblica Italiana]], nell'articolo 59, assegna agli stessivita.
 
==== Crisi di governo e dimissioni ====
[[File:Prodi Napolitano.jpg|thumb|Prodi con il presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]]]]
Romano Prodi, nelNel corso del suo secondo esecutivo, Prodi si è trovato adtrovò affrontare due crisi di governo: la prima nel febbraio [[2007]], risoltasi con il rinvio del governo alle camere da parte del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidentePresidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]] e il rinnovo della fiducia,; mentre la seconda, invece, nel gennaio [[2008]], questasi voltarivelò fatale per l'esecutivo.
 
Il 21 febbraio [[2007]] Romano Prodi ha rimesso il suo mandato di [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]] nelle mani del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]], dopo che al [[Senato della Repubblica|Senato]] la risoluzione della maggioranza di [[centro-sinistra]] per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] [[Massimo D'Alema]], non aveva ottenuto il ''[[quorum]]'' di maggioranza.<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/notizie/21396/132054/134262/134965/notizienotiziariosettimanalea.htm|titolo=Notiziario del Senato della Repubblica dal 19 al 25 febbraio 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071010051421/http://www.senato.it/notizie/21396/132054/134262/134965/notizienotiziariosettimanalea.htm}}</ref> Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata.
 
All'evento hanno fatto seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche al riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si è così recato al [[Palazzo del Quirinale]] e ha rimesso il proprio mandato nelle mani del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]].
 
Quest'ultimo, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il 24 febbraio ha rifiutato le dimissioni di Prodi, rinviando il governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo Prodi. Determinante è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore [[Marco Follini]].
 
Il 21 febbraio [[2007]] Romano Prodi ha rimessorimise il suo mandato di [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]] nelle mani del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]], dopo che al [[Senato della Repubblica|Senato]] la risoluzione delladi maggioranza di [[centro-sinistra]] per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal [[Ministri degli affari esteri della Repubblica Italiana|ministro degli affari esteri]] [[Massimo D'Alema]], non aveva ottenuto il necessario ''[[quorum]]'' di maggioranza.<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/notizie/21396/132054/134262/134965/notizienotiziariosettimanalea.htm|titolo=Notiziario del Senato della Repubblica dal 19 al 25 febbraio 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071010051421/http://www.senato.it/notizie/21396/132054/134262/134965/notizienotiziariosettimanalea.htm}}</ref> Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata nei fatti All'evento fecero seguito numerose critiche da parte dell'opposizione, anche al riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si recò così [[Palazzo del Quirinale]] e rimise il proprio mandato nelle mani del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]], il quale, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il 24 febbraio rifiutò le dimissioni rinviando il governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, rinnovò la fiducia al governo Prodi: risultò in questo caso determinante il passaggio alla maggioranza del senatore [[Marco Follini]]. La prima crisi di governo si chiuse definitivamente il 2 marzo seguente con il voto di fiducia alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]], con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni.
La prima crisi di governo si è definitivamente chiusa il 2 marzo seguente con il voto di fiducia alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]], con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni.
 
La seconda e definitiva crisi di governo si è verificata il 24 gennaio [[2008]]:. aA seguito dell'uscita dalla maggioranza del ministro della giustizia [[Clemente Mastella]] e delladel propriasuo listapartito, l'[[UdeurUDEUR]], dalladovuta maggioranza a causa dellaalla mancata difesa del ministro da parte del governo in seguito a un'inchiesta che coinvolsecoinvolgeva la moglie del ministrodi Mastella, [[Sandra Lonardo]], venivafu chiesto alle Camere il voto di fiducia. Dopo il voto favorevole alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] avvenuto il 23 gennaio, il II governo Prodi non ha ottenutoottenne la fiducia al [[Senato della Repubblica|Senato]], con 156 sì, 161 no e un astenuto, su un totale di 319 votanti. Oltre al voto contrario dell'UdeurUDEUR (fatta eccezione per il senatore [[Stefano Cusumano]]), furono contrari anche alcuni senatori di altre liste: [[Lamberto Dini]], [[Domenico Fisichella]] e [[Franco Turigliatto]].
 
Dopo la mancata fiducia a [[Senato della Repubblica|Palazzo Madama]], il Presidente del Consiglio si è recato nella serata del 24 gennaio alProdi [[Palazzosi delrecò al Quirinale|Quirinale]] per rassegnare le dimissioni nelle mani del capoPresidente dellodella Stato,Repubblica [[Giorgio Napolitano]].
 
I doni ricevuti da Prodi in qualità di primo ministro italiano sono andati all'asta nel novembre 2009 a favore di associazioni benefiche ([[Libera (associazione)|Libera]], la Casa Santa Chiara di Bologna e [[Medici con l'Africa Cuamm]]).<ref>{{cita testo|url= http://www.corriere.it/politica/09_novembre_26/regali-asta-prodi_bd3b3bdc-da7a-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml|titolo=Collier e Winchester istoriato Vanno all'asta i «regali» di Prodi |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091127135542/http://www.corriere.it/politica/09_novembre_26/regali-asta-prodi_bd3b3bdc-da7a-11de-a7cd-00144f02aabc.shtml }}, ''Corriere della Sera'', 26 novembre 2009</ref>
 
=== Dopo la caduta del governo Prodi II ===
Il 9 marzo [[2008]], nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate, Podi dichiarò in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale».<ref>{{cita web|url= http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_18938668.html|titolo=«Prodi, lascio la politica ma il mondo è pieno di occasioni»|editore=ANSA|accesso=9 marzo 2008|data=9 marzo 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080330070541/http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_18938668.html|urlmorto=no}}</ref> Successivamente, dopo le [[elezioni politiche in Italia del 2008|elezioni politiche]], Romano Prodi annunciò anche di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, venne resa nota il 16 aprile [[2008]].<ref>{{Cita news|autore=Marco Marozzi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/17/pd-prodi-lascia-la-presidenza-il-voto.html|titolo=Pd, Prodi lascia la presidenza Il voto non c' entra, avanti i nuovi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=17|mese=04|anno=2008|p=6|accesso=16 novembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091121231533/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/17/pd-prodi-lascia-la-presidenza-il-voto.html|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Romano Prodi 2024 (cropped).jpg|thumb|left|Prodi nel 2024]]
Il 9 marzo [[2008]], nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate, dichiarò in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale».<ref>{{cita web|url= http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_18938668.html|titolo=«Prodi, lascio la politica ma il mondo è pieno di occasioni»|editore=ANSA|accesso=9 marzo 2008|data=9 marzo 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080330070541/http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_18938668.html|urlmorto=no}}</ref>
Successivamente, dopo le [[elezioni politiche in Italia del 2008|elezioni politiche]], Romano Prodi annunciò di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, venne resa nota il 16 aprile [[2008]].<ref>{{Cita news|autore=Marco Marozzi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/17/pd-prodi-lascia-la-presidenza-il-voto.html|titolo=Pd, Prodi lascia la presidenza Il voto non c' entra, avanti i nuovi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=17|mese=04|anno=2008|p=6|accesso=16 novembre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091121231533/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/17/pd-prodi-lascia-la-presidenza-il-voto.html|urlmorto=no}}</ref>
 
Il 1º settembre [[2008]] creò la [[Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli]],<ref name="fondazionepopoli.org"/> che ha come scopo la promozione e lo studio delle problematiche sociali, culturali, economiche, politiche del mondo, al fine di favorire la nascita e la discussione di nuove proposte di collaborazione nel contesto internazionale.
 
In un editoriale scritto per ''[[Il Messaggero]]'' del 15 agosto [[2009]], Prodi mosse critiche piuttosto severe al [[riformismo]] di stampo [[Tony Blair|blairiano]] accusato di aver imitato nella prassi di governo le politiche dei conservatori. Molti commentatori politici, ricordando Romano Prodi come uno dei massimi esponenti dell'[[Ulivo mondiale]], hanno lettolessero in questa analisi una profonda autocritica rispetto all'operato dei governi da lui presieduti. Altri, invece,mentre altri vi hanno trovatolessero la conferma del tramonto delle concezioni politiche prodiane, leggendo in tale esternazione una schietta ammissione del proprio fallimento.<ref>Romano Prodi, {{cita testo|url=http://www.romanoprodi.it/wordpress/articoli/riformisti-il-coraggio-di-parlare-controcorrente_947.html|titolo=''Riformisti, il coraggio di parlare controcorrente''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090821092041/http://www.romanoprodi.it/wordpress/articoli/riformisti-il-coraggio-di-parlare-controcorrente_947.html }}, pubblicato su ''[[Il Messaggero]]'', 14 agosto 2009, pag. 1, pag. 22</ref>
In un editoriale scritto per ''[[Il Messaggero]]'' del 15 agosto [[2009]], l'ex presidente del Consiglio svolse una critica piuttosto severa al riformismo di stampo [[Tony Blair|blairista]] accusato di aver imitato nella prassi di governo le politiche dei conservatori.
Molti commentatori politici, ricordando Romano Prodi come uno dei massimi esponenti dell'[[Ulivo mondiale]], hanno letto in questa analisi una profonda autocritica rispetto all'operato dei governi da lui presieduti. Altri, invece, vi hanno trovato la conferma del tramonto delle concezioni politiche prodiane, leggendo in tale esternazione una schietta ammissione del proprio fallimento.<ref>Romano Prodi, {{cita testo|url=http://www.romanoprodi.it/wordpress/articoli/riformisti-il-coraggio-di-parlare-controcorrente_947.html|titolo=''Riformisti, il coraggio di parlare controcorrente''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090821092041/http://www.romanoprodi.it/wordpress/articoli/riformisti-il-coraggio-di-parlare-controcorrente_947.html }}, pubblicato su ''[[Il Messaggero]]'', 14 agosto 2009, pag. 1, pag. 22</ref>
 
Il 12 settembre [[2008]], il segretario generale dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]], [[Ban Ki-moon]], ha conferito a Prodi l'incarico di presiedere un nuovo Gruppo di lavoro ONU-[[Unione Africana]] per studiare il rafforzamento delle missioni di ''peacekeeping'' svolte dall'UA su mandato ONU, istituito dalla risoluzione 1809 del Consiglio di Sicurezza.<ref>{{cita testo|url=http://www.un.org/News/Press/docs//2008/sga1155.doc.htm|titolo=African Union-United Nations Panel on peacekeeping|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080926214516/http://www.un.org/News/Press/docs/2008/sga1155.doc.htm }} (12 settembre 2008) in inglese</ref> La finalità era quella di rendere più proficui e stretti i rapporti tra l'ONU e l'Unione Africana, grazie anche all'esperienza maturata da Prodi in ambito internazionale.<ref>{{Cita web|autore=Marco Marozzi |url=https://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/politica/prodi-ulivo/prodi-africa/prodi-africa.html?ref=search |urlmorto=no |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20200528121217/https://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/politica/prodi-ulivo/prodi-africa/prodi-africa.html?ref=search |titolo=Prodi in Africa per l'Onu - Presiederà il "peacekeeping" |editore= Gruppo Editoriale L’Espresso Spa |sito=repubblica.it |data= 10 settembre 2008|accesso=28 maggio 2020}}</ref>
 
Nel giugno [[2010]] alcuni giornali hanno segnalato che Prodi avrebbe accettato di far parte di un gruppo incaricato di curare l'immagine della [[BP (azienda)|BP]], crollata dopo il [[Disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon|disastro ambientale del Golfo del Messico]].<ref>{{cita web|autore= Antonio Leggieri|url= http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/11-giugno-2010/anche-prodi-team-salva-bp-prof-curera-immagine-azienda-1703180792192.shtml|titolo= Anche Prodi nel team salva-Bp. Il Prof curerà l'immagine dell'azienda|editore= ''Corriere di Bologna''|data= 11 giugno 2010|accesso= 9 luglio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111117165703/http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/economia/2010/11-giugno-2010/anche-prodi-team-salva-bp-prof-curera-immagine-azienda-1703180792192.shtml|urlmorto= no}}</ref> L'ufficio stampa dell'ex-presidente ha in seguito chiarito che Prodi faceva parte dell'Advisory Board della società da più di un anno, e che la marea nera non era comunque di loro competenza,<ref>{{cita web|url= http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/11/visualizza_new.html_1821682451.html|titolo= Bp, Prodi nell'Advisory Board|editore= ANSA|data= 11 giugno 2010|accesso= 9 luglio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100614204517/http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/11/visualizza_new.html_1821682451.html|urlmorto= no}}</ref> e ha annunciato una querela a ''[[il Giornale]]'' e ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'', accusati di aver voluto ledere la sua immagine.<ref>{{cita web|url= http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Usa-Prodi-querela-Giornale-e-Libero_531577635.html|titolo= Usa: Prodi querela 'Giornale' e 'Libero'|editore= Adnkronos|data= 12 giugno 2010|accesso= 9 luglio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20110920024637/http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Usa-Prodi-querela-Giornale-e-Libero_531577635.html|urlmorto= no}}</ref>
 
Il 15 marzo [[2011]] l'[[Università degli Studi di Bologna]] lo insignì del Sigillum Magnum insieme a [[Jean-Claude Juncker]], e [[Helmut Kohl]] per il suo ruolo nel [[Trattato di Maastricht]].<ref>{{cita web|autore= Matteo Paoletti|url= http://genova.mentelocale.it/35775-genova-romano-prodi-a-palazzo-ducale-l-euro-necessario-merkel-e-sarkozy-leader-barometrici/|titolo= Romano Prodi: «L'euro necessario. Merkel e Sarkozy leader barometrici»|editore= mentelocale|data= 16 marzo 2011|accesso= 16 marzo 2011|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120317215618/http://genova.mentelocale.it/35775-genova-romano-prodi-a-palazzo-ducale-l-euro-necessario-merkel-e-sarkozy-leader-barometrici/|urlmorto= sì}}</ref>
 
Il 15 marzo [[2011]] l'[[Università degli Studi di Bologna]] lo insignì del Sigillum Magnum insieme a [[Jean-Claude Juncker]], e [[Helmut Kohl]] per il suo ruolo nel [[Trattato di Maastricht]].<ref>{{cita web|autore= Matteo Paoletti|url= http://genova.mentelocale.it/35775-genova-romano-prodi-a-palazzo-ducale-l-euro-necessario-merkel-e-sarkozy-leader-barometrici/|titolo= Romano Prodi: «L'euro necessario. Merkel e Sarkozy leader barometrici»|editore= mentelocale|data= 16 marzo 2011|accesso= 16 marzo 2011|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20120317215618/http://genova.mentelocale.it/35775-genova-romano-prodi-a-palazzo-ducale-l-euro-necessario-merkel-e-sarkozy-leader-barometrici/|urlmorto= sì}}</ref>
A ottobre [[2011]] la rete [[televisione|televisiva]] [[LA7]] trasmette un ciclo di tre lezioni di [[economia]] intitolate ''[[Il mondo che verrà]]'' - tenute da Prodi insieme alla giornalista [[Natascha Lusenti]] - registrate all'[[Archiginnasio di Bologna]].<ref>{{cita web|autore= Marco Marozzi|url= http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/09/09/news/prodi_torna_ma_in_tv_lezioni_di_economia_su_la7-21416286/|titolo= Prodi torna in tv. Lezioni di economia su La7|editore= La Repubblica Bologna|data= 9 settembre 2011|accesso= 9 settembre 2011|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20111117164626/http://bologna.repubblica.it/cronaca/2011/09/09/news/prodi_torna_ma_in_tv_lezioni_di_economia_su_la7-21416286/|urlmorto= no}}</ref>
 
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==== Candidatura alla presidenza della Repubblica Italiana e attività dopo l'uscita dal PD ====
La mattina del 19 aprile [[2013]], mentre erano in corso i lavori per l'[[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|elezione del Presidente della Repubblica]], l'assemblea dei "[[grandi elettori]]" appartenenti al [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] prese all'unanimità<ref>{{cita web|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|titolo=Il Pd candida Prodi all’unanimità|editore=il Fatto Quotidiano|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130601060909/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|urlmorto=no}}</ref> la decisione di candidare a capo dello Stato Romano Prodi, che quel giorno si trovava a [[Bamako]] nell'ambito del suo incarico ONU.
La mattina del 19 aprile [[2013]], l'assemblea dei grandi elettori del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] prese all'unanimità<ref>{{cita web|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|titolo=Il Pd candida Prodi all’unanimità|editore=il Fatto Quotidiano|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130601060909/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|urlmorto=no}}</ref> la decisione di candidare Romano Prodi – che quel giorno si trovava a [[Bamako]] nell'ambito del suo incarico ONU – al quarto scrutinio per l'elezione del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]]. Nonostante il dichiarato appoggio unanime dei democratici, alla [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|quarta votazione]] Prodi ottenne solo 395 voti sui 504 necessari, e analisi giornalistiche calcolarono che 101 delegati democratici su 496 avevano fatto mancare<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2013/04/19/italia/speciali/elezione-presidente-repubblica-2013/quirinale-bersani-candida-prodi-rMRSbynbUZ4fGqaKmG1sMI/pagina.html|titolo=Prodi non ce la fa: ritiro la candidatura|editore=la Stampa|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131015092334/http://www.lastampa.it/2013/04/19/italia/speciali/elezione-presidente-repubblica-2013/quirinale-bersani-candida-prodi-rMRSbynbUZ4fGqaKmG1sMI/pagina.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://lastampa.it/2013/11/04/italia/politica/bersani-nei-contro-prodi-cerano-anche-i-renziani-QqlKBB342MHwLCRJpfl4dP/pagina.html |titolo=Nei 101 contro Prodi c'erano anche i renziani |accesso=16 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140316110430/http://lastampa.it/2013/11/04/italia/politica/bersani-nei-contro-prodi-cerano-anche-i-renziani-QqlKBB342MHwLCRJpfl4dP/pagina.html |urlmorto=no }}</ref> il loro voto. Questo ha determinato il fallimento della candidatura e le conseguenti dimissioni dei vertici del partito,<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/QUIRINALE2013/quirinale_prodi_pd_sotto_choc_bersani/notizie/271855.shtml|titolo=Prodi fallisce, Bersani si dimette|editore=il Messaggero|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130530014749/http://www.ilmessaggero.it/quirinale2013/quirinale_prodi_pd_sotto_choc_bersani/notizie/271855.shtml|urlmorto=no}}</ref> tra cui il segretario [[Pier Luigi Bersani]] e la presidente [[Rosy Bindi]]. In seguito, Prodi decide di non rinnovare più la propria tessera di partito,<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/16/dramma-pd-romano-prodi-non-rinnova-tessera/595604/|titolo=Dramma Pd, Romano Prodi non rinnova la tessera|data=16 maggio 2013|accesso=4 febbraio 2021}}</ref> rinunciando così al diritto (da ex presidente del Consiglio) di fare parte della direzione nazionale.<ref>{{Cita web |url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/16/pd-romano-prodi-non-fara-parte-della-direzione-non-e-piu-iscritto/816150/ |titolo=Pd, Romano Prodi non farà parte della direzione. "Non è più iscritto" - Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=17 dicembre 2013 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131219000548/http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/16/pd-romano-prodi-non-fara-parte-della-direzione-non-e-piu-iscritto/816150/ |urlmorto=no }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.romanoprodi.it/comunicati/prodi-non-entra-nella-nuova-direzione-del-pd_7851.html|titolo=Prodi non entra nella nuova direzione del Pd|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140113052516/http://www.romanoprodi.it/comunicati/prodi-non-entra-nella-nuova-direzione-del-pd_7851.html }} Comunicato ufficiale dal sito di Romano Prodi</ref> Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] ha manifestato il suo sostegno alla lista elettorale [[Italia Europa Insieme]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|titolo=Prodi, sostengo 'Insieme' - Ultima Ora|sito=ANSA.it|data=17 febbraio 2018|accesso=28 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191228140110/http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|urlmorto=no}}</ref>
 
La mattina del 19 aprile [[2013]], l'assemblea dei grandi elettori del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] prese all'unanimità<ref>{{cita web|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|titolo=Il Pd candida Prodi all’unanimità|editore=il Fatto Quotidiano|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130601060909/http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/prodi-allunanimita-per-pd-franceschini-ora-aspettiamo-lappoggio-del-m5s/229014/|urlmorto=no}}</ref> la decisione di candidare Romano Prodi – che quel giorno si trovava a [[Bamako]] nell'ambito del suo incarico ONU – al quarto scrutinio per l'elezione del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]]. Nonostante il dichiarato appoggio unanime dei democratici, alla [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013|quarta votazione]] Prodi ottenne solo 395 voti sui 504 necessari, e analisi giornalistiche calcolarono che 101 delegati democratici su 496 avevano fatto mancare il loro voto<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2013/04/19/italia/speciali/elezione-presidente-repubblica-2013/quirinale-bersani-candida-prodi-rMRSbynbUZ4fGqaKmG1sMI/pagina.html|titolo=Prodi non ce la fa: ritiro la candidatura|editore=la Stampa|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131015092334/http://www.lastampa.it/2013/04/19/italia/speciali/elezione-presidente-repubblica-2013/quirinale-bersani-candida-prodi-rMRSbynbUZ4fGqaKmG1sMI/pagina.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://lastampa.it/2013/11/04/italia/politica/bersani-nei-contro-prodi-cerano-anche-i-renziani-QqlKBB342MHwLCRJpfl4dP/pagina.html |titolo=Nei 101 contro Prodi c'erano anche i renziani |accesso=16 marzo 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140316110430/http://lastampa.it/2013/11/04/italia/politica/bersani-nei-contro-prodi-cerano-anche-i-renziani-QqlKBB342MHwLCRJpfl4dP/pagina.html |urlmorto=no }}</ref> il(i lorocosiddetti voto"[[franchi tiratori]]"). QuestoCiò ha determinato il fallimento della candidatura di Prodi e le conseguenti dimissioni dei vertici del partitoPD,<ref>{{cita web|url=http://www.ilmessaggero.it/QUIRINALE2013/quirinale_prodi_pd_sotto_choc_bersani/notizie/271855.shtml|titolo=Prodi fallisce, Bersani si dimette|editore=il Messaggero|data=19 aprile 2013|accesso=15 ottobre 2013|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130530014749/http://www.ilmessaggero.it/quirinale2013/quirinale_prodi_pd_sotto_choc_bersani/notizie/271855.shtml|urlmorto=no}}</ref> tra cui il segretario [[Pier Luigi Bersani]] e la presidente [[Rosy Bindi]]. In seguito, Prodi decide di non rinnovare più la propria tessera didel partitoPD,<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/16/dramma-pd-romano-prodi-non-rinnova-tessera/595604/|titolo=Dramma Pd, Romano Prodi non rinnova la tessera|data=16 maggio 2013|accesso=4 febbraio 2021}}</ref> rinunciando così ala dirittofar (daparte exdella presidentedirezione delnazionale, Consiglio)di cui sarebbe stato membro di farediritto partein dellaquanto direzioneex-Presidente nazionaledel Consiglio.<ref>{{Cita web |url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/16/pd-romano-prodi-non-fara-parte-della-direzione-non-e-piu-iscritto/816150/ |titolo=Pd, Romano Prodi non farà parte della direzione. "Non è più iscritto" - Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=17 dicembre 2013 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20131219000548/http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/16/pd-romano-prodi-non-fara-parte-della-direzione-non-e-piu-iscritto/816150/ |urlmorto=no }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.romanoprodi.it/comunicati/prodi-non-entra-nella-nuova-direzione-del-pd_7851.html|titolo=Prodi non entra nella nuova direzione del Pd|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20140113052516/http://www.romanoprodi.it/comunicati/prodi-non-entra-nella-nuova-direzione-del-pd_7851.html }} Comunicato ufficiale dal sito di Romano Prodi</ref> Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] ha manifestato il suo sostegno alla lista elettorale [[Italia Europa Insieme]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|titolo=Prodi, sostengo 'Insieme' - Ultima Ora|sito=ANSA.it|data=17 febbraio 2018|accesso=28 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191228140110/http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|urlmorto=no}}</ref>
Nell'agosto 2020, a poche settimane dal [[Referendum costituzionale in Italia del 2020|referendum costituzionale]] sul taglio del numero di parlamentari legato alla riforma avviata dal [[governo Conte I]] guidato dal [[Movimento 5 Stelle]] assieme alla [[Lega Nord|Lega]] e concluso dal [[governo Conte II]] guidato dalla coalizione tra M5S e Partito Democratico<ref>Andrea Muratore, {{cita testo|url=http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-democrazia-non-e-un-costo-taglio-parlamentari/|titolo=''La democrazia non è un costo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201010041525/http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-democrazia-non-e-un-costo-taglio-parlamentari/ }}, Osservatorio Globalizzazione, 18 febbraio 2020</ref> Prodi annuncia il suo voto contrario,<ref>{{Cita web|url= https://www.huffingtonpost.it/entry/referendum-i-ribelli-del-no_it_5f46a3a7c5b6cf66b2b201c8|titolo=I ribelli del No (di P. Salvatori)|sito=L'HuffPost|data=26 agosto 2020|lingua=it|accesso=30 agosto 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210131092108/https://www.huffingtonpost.it/entry/referendum-i-ribelli-del-no_it_5f46a3a7c5b6cf66b2b201c8|urlmorto=no}}</ref> discostandosi nettamente dalla scelta del suo ex partito e del segretario [[Nicola Zingaretti]], schierati per il "Sì".<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/politica/20_settembre_07/zingaretti-si-referendum-pd-stara-governo-finche-fara-cose-utili-paese-a5de6498-f0fb-11ea-9f2b-89b4229fc5bf.shtml |titolo=Zingaretti: «Sì al referendum. Il Pd starà al governo finché farà cose utili al Paese»|accesso=7 settembre 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201126103906/https://www.corriere.it/politica/20_settembre_07/zingaretti-si-referendum-pd-stara-governo-finche-fara-cose-utili-paese-a5de6498-f0fb-11ea-9f2b-89b4229fc5bf_amp.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url= https://www.agcom.it/documents/10179/17633816/Documento+generico+25-02-2020+1582637279971/f345e405-336c-4f66-b67c-5e546807b4bd?version=1.4|titolo=Elenco dei soggetti politici ai sensi dell’articolo 2
della delibera n. 52/20/CONS|accesso=12 settembre 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201104125757/https://www.agcom.it/documents/10179/17633816/Documento+generico+25-02-2020+1582637279971/f345e405-336c-4f66-b67c-5e546807b4bd?version=1.4|urlmorto=no}}</ref>
 
Alle [[elezioni politiche in Italia del 2018|elezioni politiche del 2018]] ha manifestato il suo sostegno alla lista elettorale [[Italia Europa Insieme]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|titolo=Prodi, sostengo 'Insieme' - Ultima Ora|sito=ANSA.it|data=17 febbraio 2018|accesso=28 dicembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191228140110/http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2018/02/17/prodi-sostengo-insieme_ee5d3fc5-c372-45fa-b21d-ba8d873fe223.html|urlmorto=no}}</ref>
Nel 2025 torna per giorni, suscitando polemiche trasversali, all'attenzione della cronaca perché avrebbe aggredito prima verbalmente poi anche fisicamente, tirandole i capelli, la giornalista Lavinia Orefici di [[Quarta_Repubblica_(programma_televisivo)|Quarta Repubblica]], durante un'intervista a Bruxelles. Il professore inizialmente nega la tirata di capelli, ma viene smentito dalle riprese emerse successivamente e quindi avanza delle scuse, chiarendo però che a suo avviso si sarebbe trattato di "un gesto di affetto" di "un vecchio professore", piuttosto che di "un'aggressione".<ref>https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/03/22/prodi-sbotta-su-ventotene.-la-giornalista-e-stato-scioccante_b3fa4bb0-5578-45b7-8e11-5137dbfa3da9.html</ref><ref>https://video.corriere.it/politica/prodi-sbotta-con-la-giornalista-su-ventotene-che-cavolo-mi-chiede-ma-il-senso-della-storia-ce-l-ha-lei-o-no-/d2a943b3-3fd7-4e7f-a5fc-a7c476345xlk</ref><ref>https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/26/prodi-capelli-tirati-giornalista-errore-non-volevo-aggredire/7929672/</ref><ref>https://www.corriere.it/politica/25_marzo_26/caso-prodi-salvini-e-fdi-contro-il-professore-vergogna-cristallo-pd-non-ci-sono-giustificazioni-3855a981-401a-438a-bdd2-e98da843dxlk.shtml</ref><ref>https://www.open.online/2025/03/26/romano-prodi-nessuna-scusa-tirato-capelli-giornalista-affetto-video/</ref>
 
Nell'agosto 2020, a poche settimane dal [[Referendum costituzionale in Italia del 2020|referendum costituzionale]] sulsulla taglioriduzione del numero di parlamentari, legato alla riforma costituzionale avviata dal [[governo Conte I]] guidato dal [[Movimento 5 Stelle]] assieme alla [[Lega Nord|Lega]] e concluso dal [[governo Conte II]] guidato dalla coalizione tra M5S e Partito Democratico<ref>Andrea Muratore, {{cita testo|url=http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-democrazia-non-e-un-costo-taglio-parlamentari/|titolo=''La democrazia non è un costo''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201010041525/http://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/la-democrazia-non-e-un-costo-taglio-parlamentari/ }}, Osservatorio Globalizzazione, 18 febbraio 2020</ref> Prodi annuncia il suo voto contrario,<ref>{{Cita web|url= https://www.huffingtonpost.it/entry/referendum-i-ribelli-del-no_it_5f46a3a7c5b6cf66b2b201c8|titolo=I ribelli del No (di P. Salvatori)|sito=L'HuffPost|data=26 agosto 2020|lingua=it|accesso=30 agosto 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210131092108/https://www.huffingtonpost.it/entry/referendum-i-ribelli-del-no_it_5f46a3a7c5b6cf66b2b201c8|urlmorto=no}}</ref> discostandosi nettamente dalla scelta del suo ex partito e del segretario [[Nicola Zingaretti]], schierati per il "Sì".<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/politica/20_settembre_07/zingaretti-si-referendum-pd-stara-governo-finche-fara-cose-utili-paese-a5de6498-f0fb-11ea-9f2b-89b4229fc5bf.shtml |titolo=Zingaretti: «Sì al referendum. Il Pd starà al governo finché farà cose utili al Paese»|accesso=7 settembre 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201126103906/https://www.corriere.it/politica/20_settembre_07/zingaretti-si-referendum-pd-stara-governo-finche-fara-cose-utili-paese-a5de6498-f0fb-11ea-9f2b-89b4229fc5bf_amp.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url= https://www.agcom.it/documents/10179/17633816/Documento+generico+25-02-2020+1582637279971/f345e405-336c-4f66-b67c-5e546807b4bd?version=1.4|titolo=Elenco dei soggetti politici ai sensi dell’articolo 2
della delibera n. 52/20/CONS|accesso=12 settembre 2020|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20201104125757/https://www.agcom.it/documents/10179/17633816/Documento+generico+25-02-2020+1582637279971/f345e405-336c-4f66-b67c-5e546807b4bd?version=1.4|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Governi presieduti ===
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== Procedimenti giudiziari ==
Romano Prodi è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, senza mai subire sentenze di condanna in alcun grado di giudizio.
 
Prodi è stato riconosciuto non colpevole dalle accuse e non si è andati oltre le udienze preliminari: in alcuni casi è stata disposta l'archiviazione, in un caso si è prodotta sentenza, dichiarando il «non luogo a procedere» perché «il fatto non sussiste».
 
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== Controversie ==
{{Controversie|politici}}
{{controversie}}
=== La seduta spiritica nel caso Aldo Moro ===
{{vedi anche|Caso Moro}}
Il 10 giugno [[1981]], Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla [[Commissione Moro]] perché aveva dichiarato di aver partecipato, il 2 aprile [[1978]], a una [[seduta spiritica]], durante un pranzo familiare in campagna (a [[Zappolino]], nei pressi di Bologna) con alcuni amici, tra i quali gli [[economisti]] [[Mario Baldassarri (economista)|Mario Baldassarri]] e [[Alberto Clò]], quest'ultimo propositoreproprietario dell'esperimentodella divinatoriocasa e proprietariopropositore delladell'esperimento casadivinatorio.<ref>{{cita testo|url=https://www.vice.com/it/article/3kjajy/seduta-spiritica-rapimento-aldo-moro|titolo=Articolo su vice.com}}</ref>
 
I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta spiritica, iniziata per gioco, alla domanda "dov'è tenuto prigioniero Aldo Moro?", il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi [[Viterbo]], [[Bolsena]] e [[Gradoli]]. [[Aldo Moro]], rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle [[Brigate Rosse]]. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a [[Roma]] il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. [[Benigno Zaccagnini]].
 
Così riferì Prodi nel corso della testimonianza:
{{citazione|Era un giorno di pioggia, facevamo il gioco del piattino, termine che conosco poco perché era la prima volta che vedevo cose del genere. Uscirono Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci ha badato: poi in un atlante abbiamo visto che esiste il paese di Gradoli. Abbiamo chiesto se qualcuno sapeva qualcosa, e, visto che nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio dovere, anche a costo di sembrare ridicolo, come mi sento in questo momento, di riferire la cosa. Se non ci fosse stato quel nome sulla carta geografica, oppure se fosse stata [[Mantova]] o [[New York]], nessuno avrebbe riferito. Il fatto è che il nome era sconosciuto e allora ho riferito.|Stralcio della testimonianza di Romano Prodi davanti alla Commissione Moro, 10 giugno 1981<ref>{{Cita web | url= http://www.valeriolucarelli.it/Prodi.htm#:~:text=%22Era%20un%20giorno%20di%20pioggia,esiste%20il%20paese%20di%20Gradoli.| titolo=Diario di viaggio | autore= [[Valerio Lucarelli]] | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211025043632/http://www.valeriolucarelli.it/Prodi.htm | dataarchivio= 25 ottobre 2021 | urlmorto= no }}</ref>}}
 
L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del [[Ministero dell'interno|Viminale]], operò una perlustrazione sistematica del borgo medievale di [[Gradoli]] sito sulle rive del [[lago di Bolsena]], alla ricerca della prigione di Moro. La vedova di Moro affermò di aver più volte indicato l'esistenza a Roma di una via Gradoli agli inquirenti, senza che questi estendessero le ricerche anche in quella direzione; circostanza confermata anche da altri parenti dello statista, ma energicamente smentita da [[Francesco Cossiga]], all'epoca dei fatti ministro dell'interno.<ref name="audizioneMoro">{{cita testo|titolo=Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi|url=http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno48.htm|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080411125619/http://www.parlamento.it/bicam/terror/stenografici/steno48.htm}}, 48ª seduta, audizione [[Giovanni Moro (sociologo)|Giovanni Moro]], 9 marzo 1999</ref> Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i [[vigili del fuoco]], a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a [[Roma]], in via Gradoli 96, un covo delle [[Brigate Rosse]] da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, [[Mario Moretti]], il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani.
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{{F|politici italiani|ottobre 2022}}
=== Lauree ===
* Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) [[Università Cattolica del Sacro Cuore]] di [[Milano]] (1961)<ref>{{Cita web | url= https://secondotempo.cattolicanews.it/news-romano-prodi-i-miei-anni-in-cattolica-dove-e-cominciato-tutto | titolo=Romano Prodi: i miei anni in Cattolica dove è cominciato tutto | autore=Agostino Picicco | data= 10 giugno 2021 | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20211202161008/https://secondotempo.cattolicanews.it/news-romano-prodi-i-miei-anni-in-cattolica-dove-e-cominciato-tutto | dataarchivio= 2 dicembre 2021 | urlmorto= no }}</ref>
==== Lauree ''honoris causa'' ====
Romano Prodi ha ricevuto trentanove [[laurea honoris causa|lauree ''honoris causa'']]:
* [[Università di Madras]] ([[India]], gennaio 1998)
* [[Università di Sofia]] ([[Bulgaria]], febbraio 1998)
* [[Università politecnica della Catalogna]] ([[Spagna]], dicembre 1998)<ref>{{Cita web | url= https://www.upc.edu/en/the-upc/honoris-causa | titolo= Honorary doctorates | sito=[[Università politecnica della Catalogna|Universitat Politècnica de Catalunya]] | lingua= en | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20230312055250/https://www.upc.edu/en/the-upc/honoris-causa | dataarchivio= 12 marzo 2023 | urlmorto= no }}</ref>
* [[Brown University]] ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], 1999)
* [[Università del Michigan]] ([[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], 1999)
* [[Accademia degli studi economici di Bucarest]] ([[Romania]], 2000)
* [[Università Cattolica di Lovanio]] ([[Belgio]], 2000)
* [[Università di Malta]] (2000)<ref>{{Cita web | url= https://www.um.edu.mt/alumni/honorarygraduates/ | titolo=Honorary Graduates | sito=[[Università di Malta]] | lingua= en | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20220525204655/https://www.um.edu.mt/alumni/honorarygraduates/ | dataarchivio= 25 maggio 2022 | urlmorto= no }}</ref>
* [[Università di Modena e Reggio Emilia]] ([[Italia]], 2000)
* [[Università di Ottawa]] ([[Canada]], 2000)
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== Tributi ==
* Membro onorario della [[London School of Economics and Political Science]] (1989)<ref name=SIUSA >{{Cita web | url= https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=48281 | titolo= Prodi Romano | autore= Andrea Becherucci | sito=[[Soprintendenza archivistica e bibliografica|SIUSA]] | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20220614115004/https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=48281 | dataarchivio= 14 giugno 2022 | urlmorto= no }}</ref>
* Membro onorario della [[Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid]] (1997)<ref name=SIUSA />
* Premio Schumpeter della [[Società Schumpeter]] di [[Vienna]] (1999)<ref name=SIUSA /><ref>{{Cita web | url= https://www.schumpetergesellschaft-wien.com/schumpeteraward | titolo=Schumpeter Prize | sito=Schumpeter Gesellschaft | data= 1999 | lingua= en | accesso= 23 aprile 2023 | urlarchivio= https://web.archive.org/web/20220222165739/https://www.schumpetergesellschaft-wien.com/schumpeteraward | dataarchivio= 22 febbraio 2022 | urlmorto= no }}</ref>
* Medaglia d'oro per l'economia dall'[[Università di Pavia]] (2002)
* Onorato con il "Südtiroler Verdienstkreuz" a [[Bolzano]] ([[2010]])<ref>{{Cita news|url=http://www.ansa.it/web/notizie/notiziari/qualitaaltoadige/2010/06/10/visualizza_new.html_1820820215.html|titolo=ALTO ADIGE: ONORIFICENZA DELLA PROVINCIA AUTONOMA A PRODI|pubblicazione=[[ANSA]] |giorno=10|mese=06|anno=2010|accesso=14 giugno 2010}}</ref>