Tavolara: differenze tra le versioni

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'''Tavolara''' è un'[[isola]] di 5,9&nbsp;km² della [[Sardegna]] nord-orientale, parte del comune di [[Olbia]], in [[provincia della Gallura Nord-Est Sardegna]], nella subregione della [[Gallura]].
 
Ricca di storia e leggende antiche e moderne, quest'isola dalla singolarissima conformazione si propone sulla scena della mitologia classica per rappresentare la [[nave]] dei [[Feaci]] pietrificata da [[Poseidone]], col suo timone rivolto verso il mare aperto, rea di avere ricondotto [[Ulisse]] in patria.
 
Dal [[1991]] ospita il [[festival cinematografico]] "Una notte in Italia".<ref>{{cita web|url=http://www.cinematavolara.it/storia.htm|titolo=Festival del cinema di Tavolara|sito=cinematavolara.it|accesso=24 marzo 2020}}</ref>
 
== Geografia ==
[[File:Tavolara Punta Cannone.jpg|miniatura|sinistra|VettaVeduta da Punta Cannone, la vetta dell'isola di Tavolara, verso Punta Cannonedi eLucca veduta del capoe Spalmatore di Terra]]
L'isola si presenta come un maestoso massiccio calcareo a picco sul mare, di forma grossomodo rettangolare, lungo circa 6&nbsp;km e largo 1&nbsp;km; poggia su un substrato roccioso granitico che emerge chiaramente in alcune parti; raggiunge una quota massima di 565 metri s.l.m. e alle estremità presenta due capi più facilmente accessibili. Il capo sul lato ovest dell'isola (Spalmatore di Terra) è rivolto verso [[Loiri Porto San Paolo]] e accoglie gli scarsi insediamenti civili sull'isola e le più belle spiagge. Vi sono stati ricavati anche degli approdi per piccole imbarcazioni, che collegano l'isola con il porto di Loiri Porto San Paolo.
Il capo sul lato est, rivolto verso il [[mar Tirreno]], è costituito dalla punta Timone, che divide due piccole baie (rispettivamente esposte a NW e SE). Ospita, oltre ad un faro di segnalazione marittima, una base militare [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]], gestita dalla [[Marina Militare (Italia)|Marina Militare]], destinata alle telecomunicazioni terrestri a lunghissimo raggio e [[Very low frequency|bassissima frequenza]]. Le relative tre antenne, alte più di duecento metri, sono facilmente visibili anche a distanza. Nei pressi di Punta del Papa si osserva un maestoso arco naturale sopra il quale si trovano i ruderi del vecchio faro, abbandonato perché costruito troppo in alto e spesso occultato dalla coltre di nuvole.
L'isola è attraversata da una piccola strada militare, con ampi tratti in galleria, che collega la base militare ad un molo di approdo sul lato ovest dell'isola, utilizzato quando le condizioni meteomarine rendono difficile l'approdo nel porticciolo annesso alla base militare.
 
=== Flora e fauna ===
==Storia==
[[File:Via Hermaea, 07026 Olbia OT, Italy - panoramio.jpg|thumb|Veduta di Tavolara]]
Nel [[paleolitico superiore]] Tavolara era collegata alla terraferma e all'[[isola di Molara]] ma in seguito all'innalzamento del [[livello del mare]] e alla continua erosione esercitata dal moto ondoso e dai fortissimi venti si separò prima dalla terraferma e solo diecimila anni fa dalla vicina isola.
Quest'isola selvaggia e incontaminata fa parte dell'Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo e offre fondali incontaminati e riparo per la nidificazione di numerose specie di uccelli marini. Tra questi, unica al mondo per importanza quantitativa la popolazione di berta minore (''[[Puffinus yelkouan]]'', nome locale "tampesca"): Tavolara ospita più di metà della popolazione mondiale di questa specie. Di abitudini notturne, questo uccello marino nidifica ogni anno, a partire da marzo, entro tane sotterranee dal livello del mare fino alle più alte quote, e abbandona la zona in estate per spostarsi verso l'Egeo e il Mar Nero. Però gran parte delle uova deposte a Tavolara vengono predate dai ratti, sui quali sono in corso progetti di contenimento<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/10/20/guerra-al-ratto-nero-di-tavolara_5155bca0-86d2-4e19-8a54-474bec3b73d3.html|titolo= Guerra al ratto nero di Tavolara |data=20 ottobre 2017}}</ref>.
 
Nidificano a Tavolara anche molte coppie di [[Phalacrocorax aristotelis|marangone dal ciuffo]], ed inoltre piccioni selvatici, rondoni maggiori e numerose altre specie tipiche delle coste rocciose del Mediterraneo. Fino agli anni settanta nelle numerose grotte e anfratti si riproduceva la [[foca monaca]], scomparsa dall'isola. Tra i mammiferi è particolarmente diffusa la [[Capra hircus|capra domestica]], forse discendente dagli esemplari portati dai primi abitanti alla fine del [[XVIII secolo|'700]]. Presente in centinaia di esemplari, vive completamente allo stato selvatico e può essere scorta facilmente sulle scogliere.
Nei soggetti presenti nel secolo scorso era stata notata una particolare colorazione dei denti (da cui il nome 'capra dai denti d'oro), che pare fosse dovuta al regolare consumo di piante quali l'euforbia.
 
[[File:Isola_di_Tavolara_(01).JPG|thumb|Tavolara vista dalla spiaggia di Nodu Pianu]]
 
Scriveva il naturalista [[Francesco Cetti]] (1726-1778): "L'isola di Tavolara nominata per le sue capre selvatiche, si nomina pure per i suoi smisurati topi. Gente approdata in quell'isola ne trovò in qualche parte il terreno sì fattamente smosso, che il credette opera de' porci". Cetti non riuscì a vedere i topi di Tavolara, ma riuscì a vedere le pelli di quelli dell'isola di san Pietro, dei quali pure si diceva che erano molto grossi. Dal momento che queste pelli appartenevano a una specie conosciuta, pensò che così doveva essere anche per quelli di Tavolara. Con ogni probabilità, invece, si trattava del ''[[Prolagus sardus]]'', un roditore[[Lagomorpha|lagomorfo]] (parente di conigli e lepri) poi estintosi, del quale sull'isola restano abbondanti resti ossei sub-fossili. Le parole di Cetti sembrano essere l'ultima testimonianza della sopravvivenza di questo animale (ci sarebbe un'altra notizia del [[1882]], ma l'identificazione dei ratti citati con il ''Prolagus'' è controversa). È possibile che l'estinzione dei prolaghi, su Tavolara come nel resto della Sardegna, possa essere stata causata proprio dall'arrivo del ratto nero, una specie estranea al popolamento insulare e progressivamente diffusasi al seguito dell'uomo nel corso degli ultimi duemila anni.
 
L'isola alterna tratti rocciosi apparentemente privi di vegetazione a tratti coperti da una folta macchia mediterranea, in cui domina il [[Juniperus phoenicea|ginepro fenicio]] (anche con esemplari di notevoli dimensioni) ed il [[Pistacia lentiscus|lentisco]]; solo alle massime quote sono presenti boschetti di [[Acer monspessulanum|acero minore]], praticamente unici nella realtà delle piccole isole italiane e, purtroppo, fortemente limitati dall'azione devastante delle numerose capre selvatiche<ref>{{Cita web | url= http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/01/24/news/sfrattate-le-capre-di-tavolara-sono-troppe-100-date-in-adozione-1.12833146|titolo=Le capre di Tavolara|data=24 gennaio 2016}}</ref>.
 
Sulla penisola dello Spalmatore di Terra (o Coda di Terra) sono presenti in tracce e piante tipiche dell'ambiente delle dune costiere e degli stagni temporanei, oltre ad alcune specie infestanti introdotte dall'uomo.
 
== Storia ==
La presenza dell'uomo sull'isola è attestata con certezza dal [[neolitico]] medio e numerosi resti sono stati rinvenuti presso la Grotta del Papa. Nella prima [[età del ferro]] (X-IX secolo a.C.) sulla lingua pianeggiante dello Spalmatore di Terra è documentata la presenza di uno scalo di navigatori provenienti dalla prospiciente [[Etruria]], ai tempi delle manifestazioni [[cultura villanoviana|culturali villanoviane]]. ''Hermaea'' e ''Turarium'' erano gli antichi nomi dell'isola di Tavolara. Alla metà del [[V secolo]] fu visitata da [[Mamiliano di Palermo|San Mamiliano]] e da altri anacoreti, suoi seguaci.
Nel [[paleoliticoPaleolitico superiore]] Tavolara era collegata alla terraferma e all'[[isola di Molara]] ma in seguito all'innalzamento del [[livello del mare]] e alla continua erosione esercitata dal moto ondoso e dai fortissimi venti si separò prima dalla terraferma e solo diecimila anni fa dalla vicina isola.
 
La presenza dell'uomo sull'isola è attestata con certezza dal [[neoliticoNeolitico]] medio e numerosi resti sono stati rinvenuti presso la Grotta del Papa. Nella prima [[etàEtà del ferro]] (X-IX secolo a.C.) sulla lingua pianeggiante dello Spalmatore di Terra è documentata la presenza di uno scalo di navigatori provenienti dalla prospiciente [[Etruria]], ai tempi delle manifestazioni [[cultura villanoviana|culturali villanoviane]]. ''Hermaea'' e ''Turarium'' erano gli antichi nomi dell'isola di Tavolara. Alla metà del [[V secolo]] fu visitata da [[Mamiliano di Palermo|San Mamiliano]] e da altri [[anacoreti]], suoi seguaci.
Durante il [[medioevo]] si sa poco dell'isola, compresa nel [[giudicato di Gallura]], che quasi sicuramente non fu abitata stabilmente ma utilizzata come difesa militare. Pare che poco dopo l'anno 1000 sull'isola si sia insediata una colonia di pirati. Nel maggio del [[1284]] si svolse la [[Battaglia di Tavolara (1284)|battaglia di Tavolara]] tra le flotte di [[Pisa]] e [[Genova]].
[[File:Battaglia di Tavolara 1628.jpg|thumb|Presa di due galee di [[Biserta]] da parte della flotta dell'[[Ordine di Santo Stefano papa e martire]] presso Tavolara nel 1628]]
Durante il [[medioevoMedioevo]] si sa poco dell'isola, compresa nel [[giudicato di Gallura]], che quasi sicuramente non fu abitata stabilmente ma utilizzata come difesa militare. Pare che poco dopo l'anno 1000 sull'isola si sia insediata una colonia di pirati. Nel maggio del [[1284]] si svolse la [[Battaglia di Tavolara (1284)|battaglia di Tavolara]] tra le flotte di [[Pisa]] e [[Genova]].
Ancora nel [[XVIII secolo]], il naturalista [[Francesco Cetti]] scriveva che spesso sull'isola erano presenti i corsari.
 
Dopo l'arrivo dei coloni genovesi, alla fine del Settecento, la popolazione dell'isola crebbe fino ad un massimo di una sessantina di abitanti, in gran parte grazie all'arrivo di pescatori [[Ponza (comune)|ponzesi]] in cerca di aragoste, per poi essere abbandonata definitivamente agli inizi degli anni sessanta. Sviluppata in passato l'industria della produzione di calce, facilmente ricavata a partire dal locale substrato roccioso e dall'abbondante legname di ginepro mediante appositi forni ben visibili presso il porticciolo.
 
{{Senza fonte|La popolazione civile di Tavolara abbandonò l'isola nel 1962, a seguito della costruzione della stazione radiogoniometrica della NATO.}}
 
=== La leggenda del "regno di Tavolara" ===
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In epoca antica, sull'isola furono esercitati i diritti feudali goduti dall'omonima famiglia Tavolara<ref>{{Cita libro|Massimo Pittau|titolo=I cognomi della Sardegna. Significato e origine di 5.000 cognomi indigeni|anno=1989|editore=Delfino ed.|ISBN=88-7138-003-7}}</ref>, la quale successivamente abbandonò il possesso dell'isola a causa della posizione e delle difficoltà connesse al suo utilizzo.
 
Sul finire del [[XVIII secolo|Settecento]], Giuseppe Bertoleoni (di origine corso-genovese) giunse in prossimità dell'[[arcipelago di La Maddalena]], costeggiando la [[Corsica]], a bordo di una piccola nave da diporto proveniente da [[Genova]], in cerca di una terra in cui abitare; si stabilì dapprima sull'isolotto di [[Isola Spargi|Spargi]], poi si spostò più a sud, sulla piccola [[isola di Mortorio]], ma, spinto dalla ricerca di un'isola più generosa e ospitale, navigando ancora verso sud, raggiunse nel [[1806]] l'isola disabitata di Tavolara. Qui si stabilì con la famiglia, dedicandosi all'allevamento delle capre selvatiche, assai numerose sul territorio<ref>{{cita|Geremia|p. 43}}.</ref> e caratterizzate da una particolare colorazione dorata della dentatura, causata dall'alimentazione.<ref>{{cita|Graziani|p. 88}}.</ref>
 
Nel [[1836]] il [[re di Sardegna]] [[Carlo Alberto di Savoia]], di passaggio per quei luoghi (si stava recando a caccia), notò l'isoletta sconosciuta: chiese pertanto informazioni ai suoi marinai, ma, non ottenendo risposte sufficienti, decise di approdarvi. Presentatosi ai residenti come il re di Sardegna, sembra che Giuseppe Bertoleoni, circondato dalle capre dai denti dorati, forse convinto che colui che aveva di fronte gli stesse giocando uno scherzo, abbia risposto: "E io sono il re di Tavolara!".<ref name="favola">{{Cita web |url=http://www.tavolara.it/re.htm |titolo=La favola del regno di Tavolara |accesso=24 giugno 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304094312/http://www.tavolara.it/re.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{cita|Graziani|p. 89}}.</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/08/03/la-crisi-del-re-di-tavolara.html|titolo=La crisi del re di Tavolara|autore=P.G.P.|pubblicazione=la Repubblica|data=3 agosto 1994|p=20}}</ref>
 
[[File:Flag of Tavolara.svg|thumb|Bandiera del [[regno di Tavolara]]]]
 
[[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] avrebbe soggiornato presso di lui per una settimana e, congedandosi, gli diede in dono un orologio d'oro e - secondo i Bertoleoni<ref>{{cita|Graziani|p. 90}}.</ref> - diede il consenso a riconoscere l'indipendenza di Tavolara: non molto tempo dopo risulterebbe essere arrivata, infatti, alla prefettura di [[Sassari]], una pergamena reale, firmata dal re, in cui Giuseppe e i suoi eredi venivano infeudati - non, quindi, riconosciuti come Stato sovrano - di Tavolara.<ref>{{cita|Geremia|p. 160}}.</ref><ref>{{cita|Graziani|p. 91}}.</ref> Di ciò, tuttavia, resta la sola testimonianza verbale della famiglia, in quanto la casata Bertoleoni non figura negli elenchi nobiliari ufficiali del [[Regno d'Italia]]. Di conseguenza la sua nobiltà non risulta legalmente riconosciuta nel periodo monarchico<ref>Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXI, Teglio (SO), 2010, S.A.G.I. Casa Editrice, vol. 1</ref><ref>[https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnxjbHViYW5ub2JpdHxneDoxZmM5YjUwNjFiOWU0N2U2 Elenco delle famiglie nobili italiane del Regno d'italia]</ref>.
 
[[File:Tavolara King's grave.JPG|thumb|left|Tomba della famiglia reale]]
Nel frattempo a Giuseppe Bertoleoni "succedette" il figlio Paolo, detto Polo<ref>"È morto il Re!" ''La Sardegna'', 8 giugno 1886, p 1</ref>, che si proclamò "re" col nome di Paolo I<ref>Giovanni Saragat, "Paolo I Re di Tavolara. Un principe per burla. Storia e aneddoti." ''Il Nuovo Giornale'', 16-17 ottobre 1895</ref>, sposò una donna sarda, Pasqua Favale, e da lei ebbe il figlio Carlo (I). A detta di quest'ultimo, l'isola fu visitata nel [[1896]] da inviati della regina [[Vittoria del Regno Unito]], a bordo nella nave "[[Vulcan]]", che avrebbe tacitamente riconosciuto l'esistenza del minuscolo "regno".<ref>{{cita|Geremia|p. 184}}.</ref> In una fotografia in cui al centro appare Carlo I circondato da parenti collaterali, scattata sul ponte della nave, si può notare la scritta "Vulcan" sulla cintura della giovane in primo piano.<ref>{{cita|Geremia|p. 134}}.</ref><ref>{{cita|Graziani|p. 94}}.</ref>
I Bertoleoni narrano che in una sala di [[Buckingham Palace]], a [[Londra]], sia conservata la foto della "famiglia reale" di Tavolara, all'interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di [[Olbia|Terranova Pausania]], il più piccolo regno del mondo»<ref>Il fatto non è accertato, non essendo mai esistita una sala del genere a [[Buckingham Palace]]</ref>. "Di fatto", l'isola entrò a far parte del territorio del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], all'atto della proclamazione di quest'ultimo, il 17 marzo [[1861]].
 
I Bertoleoni narrano che in una sala di [[Buckingham Palace]], a [[Londra]], sia conservata la foto della "famiglia reale" di Tavolara, all'interno della collezione di ritratti delle dinastie regnanti di tutta la terra, con la dicitura: «La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di [[Olbia|Terranova Pausania]], il più piccolo regno del mondo»<ref>Il fatto non è accertato, non essendo mai esistita una sala del genere a [[Buckingham Palace]]</ref>. "Di fatto", l'isola entrò a far parte del territorio del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], all'atto della proclamazione di quest'ultimo, il 17 marzo [[1861]].
Va infine osservato che ai Bertoleoni appartengono solo alcune piccole case nello ''spalmatore di terra'' e due ristoranti autorizzati con licenza dal comune di [[Olbia]], mentre il resto dell'isola è stato concesso dall'[[Italia]] alla [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] come [[Servitù (diritto)|servitù militare]] o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei [[Marzano (famiglia)|Marzano]].
 
Va infine osservato che ai Bertoleoni appartengono solo alcune piccole case nello ''spalmatore di terra'' e due ristoranti autorizzati con licenza dal comune di [[Olbia]], mentre il resto dell'isola è stato concesso dall'[[Italia]] alla [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] come [[Servitù (diritto)|servitù militare]] o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei [[Marzano (famiglia)|Marzano]].
 
I Bertoleoni sono sepolti a Tavolara nel piccolo cimitero di Spalmatore di Terra, dove riposa anche lo storico [[Girolamo Sotgiu]]<ref name="favola" />.
 
L'ultimo discendente della famiglia, Tonino Bertoleoni, si attribuisce il titolo di ''re di Tavolara''.<ref>http{{Cita web|lingua=it|url=https://www.lastampa.it/2015cronaca/072016/1903/italia31/cronachenews/io-il-re-pipiu-povero-del-mondo-ma-1.35243043/|titolo=“Io, il re più povero del mondo|sito=La Stampa|data=2016-mio03-regno31|accesso=2025-un10-paradiso-n8kVO4uyNCch5hu41sgpQN/pagina.html05}}</ref>
 
== Ambiente e turismo ==
[[File:Tavolara 2001.JPG|thumb|Veduta di Tavolara da [[Loiri Porto San Paolo]]]]
Quest'isola selvaggia e incontaminata fa parte dell'Area Marina Protetta di Tavolara e Capo Coda Cavallo e offre fondali incontaminati e riparo per la nidificazione di numerose specie di uccelli marini. Tra questi, unica al mondo per importanza quantitativa la popolazione di berta minore (''[[Puffinus yelkouan]]'', nome locale "tampesca"): Tavolara ospita più di metà della popolazione mondiale di questa specie. Di abitudini notturne, questo uccello marino nidifica ogni anno, a partire da marzo, entro tane sotterranee dal livello del mare fino alle più alte quote, e abbandona la zona in estate per spostarsi verso l'Egeo e il Mar Nero. Però gran parte delle uova deposte a Tavolara vengono predate dai ratti, sui quali sono in corso progetti di contenimento<ref>{{Cita web|url=http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/10/20/guerra-al-ratto-nero-di-tavolara_5155bca0-86d2-4e19-8a54-474bec3b73d3.html|titolo= Guerra al ratto nero di Tavolara |data=20 ottobre 2017}}</ref>.
 
Nidificano a Tavolara anche molte coppie di [[Phalacrocorax aristotelis|marangone dal ciuffo]], ed inoltre piccioni selvatici, rondoni maggiori e numerose altre specie tipiche delle coste rocciose del Mediterraneo. Fino agli anni settanta nelle numerose grotte e anfratti si riproduceva la [[foca monaca]], scomparsa dall'isola. Tra i mammiferi è particolarmente diffusa la [[Capra hircus|capra domestica]], forse discendente dagli esemplari portati dai primi abitanti alla fine del [[XVIII secolo|'700]]. Presente in centinaia di esemplari, vive completamente allo stato selvatico e può essere scorta facilmente sulle scogliere.
Nei soggetti presenti nel secolo scorso era stata notata una particolare colorazione dei denti (da cui il nome 'capra dai denti d'oro), che pare fosse dovuta al regolare consumo di piante quali l'euforbia.
[[File:Isola_di_Tavolara_(01).JPG|thumb|Tavolara vista dalla spiaggia di Nodu Pianu]]
Nel periodo estivo a Tavolara si svolge un'importante rassegna cinematografica nazionale. Come già detto, è presente a levante una base [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] con una stazione radiotelegrafica ad onda lunga per comunicazioni con i sommergibili, dove è severamente vietato lo sbarco. La montagna e la macchia mediterranea dell'Isola non possono essere esplorate senza il consenso della famiglia proprietaria dell'Isola "Marzano" e l'accesso senza il consenso dei proprietari è considerato reato (violazione di proprietà privata).
 
===Il ''Prolagus sardus''===
Scriveva il naturalista [[Francesco Cetti]] (1726-1778): "L'isola di Tavolara nominata per le sue capre selvatiche, si nomina pure per i suoi smisurati topi. Gente approdata in quell'isola ne trovò in qualche parte il terreno sì fattamente smosso, che il credette opera de' porci". Cetti non riuscì a vedere i topi di Tavolara, ma riuscì a vedere le pelli di quelli dell'isola di san Pietro, dei quali pure si diceva che erano molto grossi. Dal momento che queste pelli appartenevano a una specie conosciuta, pensò che così doveva essere anche per quelli di Tavolara. Con ogni probabilità, invece, si trattava del ''[[Prolagus sardus]]'', un roditore poi estintosi, del quale sull'isola restano abbondanti resti ossei sub-fossili. Le parole di Cetti sembrano essere l'ultima testimonianza della sopravvivenza di questo animale (ci sarebbe un'altra notizia del [[1882]], ma l'identificazione dei ratti citati con il ''Prolagus'' è controversa). È possibile che l'estinzione dei prolaghi, su Tavolara come nel resto della Sardegna, possa essere stata causata proprio dall'arrivo del ratto nero, una specie estranea al popolamento insulare e progressivamente diffusasi al seguito dell'uomo nel corso degli ultimi duemila anni.
 
===La vegetazione dell'isola===
L'isola alterna tratti rocciosi apparentemente privi di vegetazione a tratti coperti da una folta macchia mediterranea, in cui domina il [[Juniperus phoenicea|ginepro fenicio]] (anche con esemplari di notevoli dimensioni) ed il [[Pistacia lentiscus|lentisco]]; solo alle massime quote sono presenti boschetti di [[Acer monspessulanum|acero minore]], praticamente unici nella realtà delle piccole isole italiane e, purtroppo, fortemente limitati dall'azione devastante delle numerose capre selvatiche<ref>{{Cita web | url= http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/01/24/news/sfrattate-le-capre-di-tavolara-sono-troppe-100-date-in-adozione-1.12833146|titolo=Le capre di Tavolara|data=24 gennaio 2016}}</ref>.
 
Sulla penisola dello Spalmatore di Terra (o Coda di Terra) sono presenti in tracce e piante tipiche dell'ambiente delle dune costiere e degli stagni temporanei, oltre ad alcune specie infestanti introdotte dall'uomo.
 
== Area marina protetta Tavolara - Punta Coda Cavallo ==
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L'AMP di Tavolara è abbastanza giovane rispetto ad altre aree marine italiane. È stata istituita nel 1997 con un Decreto Ministeriale e dal 2004 è gestita da un Consorzio formato dai comuni di Olbia, Loiri-Porto S. Paolo e S. Teodoro. È suddivisa in tre zone, A, B e C, sottoposte a diverso livello di protezione.
 
== Cultura ==
=== Eventi ===
Dal [[1991]] ospita il [[festival cinematografico]] "Una notte in Italia".<ref>{{cita web|url=http://www.cinematavolara.it/storia.htm|titolo=Festival del cinema di Tavolara|sito=cinematavolara.it|accesso=24 marzo 2020}}</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{chiarire|{{cita libro|titolo=La corona senza reame|autore=Ovidio Fioretti|url=http://www.ceramichesarde.it/pagine/rubriche/tavolara.htm|anno=1989|opera=Almanacco di Cagliari|cid=Fioretti|accesso=24 marzo 2020}}|link rotto}}
* {{cita libro|titolo=Tavolara. L'Isola dei Re|autore=Ernesto C. Geremia|autore2=Gino Ragnetti|editore=Mursia|città=Milano|anno=2005|p=286|ISBN=88-425-3441-2|cid=Geremia}}
* {{cita libro|titolo=Stati d'eccezione. Cosa Sono le Micronazioni|autore=Graziano Graziani|editore=ed. dell'Asino|città=Roma|anno=2012|p=275|ISBN=88-6357-032-9|cid=Graziani}}
* {{cita libro|titolo=Gallura|autore=Antonio Murineddu|editore=Fossataro|città=Cagliari|anno=1962|cid=Murineddu}}
 
== Voci correlate ==
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==Altri progetti==
{{interprogetto}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{portalePortale|isole|Sardegna}}
 
[[Categoria:Isole della provincia didella SassariGallura Nord-Est Sardegna]]
[[Categoria:Olbia]]
[[Categoria:Micronazioni]]