Zecca di Lucca: differenze tra le versioni
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La '''Zecca di Lucca''' era l'ente preposto presso cui veniva effettuata la coniazione delle monete a nome della città di [[Lucca]].
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La
A differenza di altre, la [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese è stata oggetto di studi anche da parte di personaggi illustri come [[Domenico Massagli]] e [[Giulio Cordero di San Quintino]]<ref>{{cita|Massagli|p. 9.}}</ref>, forse anche a causa della sua longevità.
Fin dall’inizio [[Lucca]] si collocò come la [[Zecca (moneta)|zecca]] più importante del [[Regno Longobardo]] dopo quella di [[Zecca di Pavia|Pavia]]. Inizialmente si dedicò alla produzione di [[Tremisse|''Tremissi d’oro'']] anonimi su cui era riportato il nome della città, dal [[749]] batté invece un ''[[tremisse]]'' dedicato ad [[Astolfo (re)|Astolfo]] [[Re dei Longobardi]], seguito poi un ''[[Tremisse]]'' per [[Desiderio (re)|Desiderio
Dopo la caduta del dominio longobardo s'instaurò il [[Regno Franco]] di [[Carlo Magno]] durante il quale l’attività della [[Zecca (moneta)|zecca]] continuò inizialmente la produzione dei [[Tremisse|''Tremissi d’oro'']] tipici del [[Regno Longobardo]], restando l’unica [[Zecca (moneta)|zecca]] toscana a battere [[moneta]] dopo l’ascesa al potere [[Carolingi|carolingia]].
Essendo situata nei pressi di uno dei principali valichi degli [[Appennini]], [[Lucca]] poteva godere di una posizione strategica, e probabilmente fu anche questo il motivo per cui fu una delle poche officine longobarde che [[Carlo Magno]] decise di lasciare aperte dopo la riforma monetaria.
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A seguito della conquista francese [[Lucca]] perse la propria indipendenza e l’attività della [[Zecca (moneta)|zecca]] venne chiusa, fu riaperta solo da parte di [[Elisa Bonaparte]] e [[Felice Baciocchi]] durante il loro principato.
Dopo la caduta di [[Napoleone]] fu poi instaurato a [[Lucca]] il ducato di [[Maria Luisa di Borbone-Spagna (1782-1824)|Maria Luisa di Borbone]] e di [[Carlo II di Parma|Carlo Ludovico]], suo figlio.
Nel [[1843]] l’attività della [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese fu definitivamente sospesa e poco dopo anche la città di [[Lucca]] fu annessa al [[Granducato di Toscana]].
== Collocazione della zecca ==
L'edificio della zecca, chiamato ''Moneta'', ora scomparso, era situato subito a nord della antica ''Curtis regia'' longobarda, secondo i pareri abbastanza concordi degli studiosi ([[passim]]), Matraia<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Matraja|titolo=Lucca nel milleduecento|anno=1843|città=Lucca}}</ref>, [[Isa Belli Barsali]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Isa Belli Bersali|anno=1973|titolo=La topografia di Lucca nei secoli VIII-XI|città=Spoleto|numero=Atti del 5. Congresso internazionale di studi sull'Alto Medioevo : Lucca, 3-7 ottobre 1971}}</ref> [[Giulio Ciampoltrini]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giulio Ciampoltri|titolo=Lucca tardoantica e altomedievale (IV–VIII secolo). Archeologia di una struttura urbana allo stato fluido”}}</ref> e Vito Tirelli<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Vito Tirelli|anno=1980|titolo=Il Palatium|città=Lucca|curatore=Isa Belli Barsali|volume=Atti del Convegno: il Palazzo pubblico di Lucca: architetture, opere d'arte, destinazioni}}</ref>.
==La circolazione del denaro lucchese==
Per molto tempo la [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese e le sue monete ebbero un valore importantissimo e camminarono al fianco di altre zecche italiane importantissime: [[
Ognuna di queste zecche aveva un’area di propria competenza, e in particolare:
* [[
* [[Milano]] serviva il territorio lombardo, piemontese e emiliano
* La [[Zecca (moneta)|zecca]] veronese destinava il suo denaro prevalentemente al [[Veneto]], al [[Friuli]], al [[Südtirol|Sud Tirolo]], alla [[Carinzia]] e alla [[Romagna]]
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Fra il [[X secolo|X]] e il [[XI secolo]] questo equilibrio venne a mancare e si verificò un importante e rapido svilimento dei denari delle quattro principali zecche, le quali producevano gran parte della [[moneta]] in circolazione sul territorio.
Lo svilimento della [[moneta]] non fu però un segno di debolezza, ma piuttosto un segno di vivacità economica in forte crescita<ref name="Cecchinato_A">{{cita|Cecchinato, Sissia e Vagni, ''I denari “enriciani” di Lucca''|p. 2.}}</ref>. In particolare per una [[città-stato]] piccola come quella di [[Lucca]], i commerci richiedevano una quantità di [[moneta]] maggiore, ma la disponibilità di mercato dell’argento era ben inferiore rispetto alla richiesta effettiva<ref
La forte espansione economica e il conseguente fabbisogno di monete comportarono l’apertura di nuove zecche e molte città italiane<ref
Tutta questa situazione finì per distruggere la precedente unitarietà concernente la valutazione delle monete d’argento così che il valore dei denari prodotti da ogni [[Zecca (moneta)|zecca]] finirono per divergere anche in modo notevole.
La mancanza di un forte potere centrale comportò inevitabilmente una competitiva corsa allo svilimento della propria [[moneta]] da parte delle nuove zecche, questo al fine di ottenere maggiori profitti e vantaggi per i propri mercati.
Nel caso della [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese l’inesorabile svalutazione dei denari d’argento è particolarmente evidente dal Regno di [[Enrico II il Santo|Enrico II]].
Negli utili anni, grazie a tecniche particolari, è stato possibile stabilire con precisione la composizione chimica interna del denaro ''Lucensis'': nonostante verso la fine dell’[[XI secolo]] fosse ancora di buon argento, all’inizio del [[XII secolo]] non era altro che rame appena imbiancato<ref
Ad eccezione delle monete coniate nel periodo di dominazione ottoniana (detti denari ottoniani), la [[moneta]] coniata dalla [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese si trovò solitamente a ricoprire il ruolo di [[Legge di Gresham|moneta cattiva]] e, proprio per questo motivo, la sua tesaurizzazione non avrebbe prodotto alcun frutto.
Tra il [[X secolo|X]] e il [[XIII secolo]] gran parte degli scambi nell’[[Italia centrale]] e nei [[Feudo|feudi]] contigui avvenivano comunque attraverso l’utilizzo della [[moneta]] di produzione lucchese, questo perché considerata forte e affidabile.
A conferma di quanto sopra vi sono numerosi [[Atto notarile|atti notarili]] conservati nella
L’importanza di [[Lucca]] a livello monetario era dimostrata anche dal fatto che mercanti di diverse città, quali [[Pisa]], [[Siena]], [[Arezzo]] o [[Firenze]], portavano a [[Lucca]] il loro argento al fine di farlo coniare in ''Lucensis'', utilizzati poi nelle loro città d’origine.
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Fra le varie imitazioni prodotte delle monete lucchesi possiamo individuare due diverse categorie:
# Nella prima troviamo esemplari della fattezza talmente scadente da risultare quasi non identificabili. Sono pezzi che
# Nella seconda categoria possiamo individuare pezzi completamente incompatibili con gli esemplari prodotti dalla [[Zecca (moneta)|zecca]] di [[Lucca]] appartenenti probabilmente ad altre zecche toscane, probabilmente [[Spoleto]] o [[Volterra]].
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==Tecnologia numismatica lucchese==
Nel [[XII secolo]] i denari argentei italiani acquisirono delle caratteristiche comuni piuttosto forti. Nel [[Italia settentrionale|nord Italia]] le monete assunsero una forma scodellata<ref>{{cita|Monete fabbricate tramite un tondello convesso}}.</ref>, mente a [[Lucca]] il [[tondello]] rimase invariato per tutto il periodo della sua produzione, ovvero piatto e più spesso.
Il procedimento di produzione utilizzato dalla [[Zecca (moneta)|zecca]] lucchese nei primi secoli del proprio esercizio era assimilabile a quello delle zecche contemporanee.
Prima di tutto doveva essere prodotta la lega<ref>{{cita|Metallo usato per la coniazione delle monete}}.</ref> da utilizzare per la coniazione delle monete, processo che richiedeva un maestro di [[Zecca (moneta)|zecca]] molto competente. Il metallo fuso ottenuto era poi gettato in lingotti (o lamine) successivamente tagliati in pezzi più piccoli che venivano battuti a martello fino a raggiungere lamierini molto sottili. I lamierini erano ritagliati con delle cesoie a forma di piccoli dischetti sui quali poi venivano coniate le varie monete.
All’inizio del [[XII secolo]] il ''Lucensis'' fu talmente svalutato da obbligare la [[Zecca (moneta)|zecca]] ad aumentare la propria produzione, per questo i processi di lavorazione furono semplificati e l’aspetto estetico fu messo completamente in secondo piano.
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==Collegamenti esterni==
* [http://www.zeccadilucca.it/ita/index.php?pag=home Sito ufficiale della Fondazione dell'Antica Zecca Lucchese] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170225132646/http://www.zeccadilucca.it/ita/index.php?pag=home |date=25 febbraio 2017 }}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Lucca|numismatica}}
[[Categoria:Lucca]]
[[Categoria:Zecche d'Italia|Lucca]]
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