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{{Casata
|cognome = Fineschi da Radda
|stemma = Coa fam ITA fineschiFineschi da lamole a wRadda.jpgpng
|motto =
|blasonatura = ''Trinciato, nel 1º di rosso, al Cane Levriero d'Argento Collarinato d'Argento o di Rosso; nel 2º d'Azzurro, a Tre Rose d'Argento ordinate in Banda''<ref>lo stemma a volte si trova, ''troncato'', anziché, ''trinciato''</ref>
|stato = {{simbolo|Corona ferrea monza (heraldry).svg|20|border}} [[Regno longobardo]]<br/> {{simbolo|Charlemagne autograph.svg|20|borderline}} [[Impero carolingio]]<br/> {{simbolo|Heiliges Römisches Reich - Reichssturmfahne vor 1433.svg}} [[Sacro Romano Impero]]<br/>{{simbolo|Stemma di Firenze dal 1251.svg}} [[Repubblica di Firenze]]<br/> {{simbolo|Coat of arms of the House Of Medici.svg}} [[Ducato di Firenze|Principato Mediceo]]<br />{{simbolo|Coat of arms of the Grand Duchy of Tuscany (1562-1737) - type 2.svg}} [[Granducato di Toscana]]<br/> [[File:Flag of the Principality of Piombino (1701-1801).svg|35px]] [[Principato di Piombino]]<br>[[File:Flag of the Principality of Piombino.svg|21px]] [[Principato di Lucca e Piombino]]<br/>{{simbolo|Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|20|border}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|titoli =
* Signori di Montegrossoli
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=== Origini ===
[[File:Stemma Firidolfi antico.svg|thumb|Stemma Da Radda magnati|120px]]
I ''Da Radda'', provengono da un ramo dei ''Da Montegrossoli'', della [[Consorteria]] Firidolfi, feudatari Imperiali ed antichissimi feudatari [[longobardi]], signori del [[castello di Montegrossoli]], che dopo aver venduto il castello al comune di Firenze nel [[1197]], si trasferì successivamente nel castello di [[Radda in Chianti]], assumendo il nuovo cognome<ref>{{cita libro|Alessandro |Boglione|Montegrossoli e Semifonte: due capisaldi della politica imperiale nella Toscana del XII secolo|1993|Clante Studi Chiantigiani|Chianti}}</ref>.
 
Nel [[1268]], dopo la [[battaglia di Tagliacozzo]] e la sconfitta di [[Corradino di Svevia]], i [[Guelfi]] tornarono al potere e i Da Radda furono nelle liste dei [[Ghibellini]], divisi per [[Sestiere (Firenze)|sestieri]]<ref>{{Cita web|url = https://www.universalcompendium.com/tables/art/arch/sest1.htm | titolo = Sestieri di Firenze 13431304 |accesso = 7 aprile 2019 | sito = The Universal Compendium}}</ref>, del Sesto di San Piero Scheraggio, del popolo di [[Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Firenze)|San Simone]], banditi da Firenze : ''"dominus Corsinus de Radda et filii, Spinellus del Radda, omnes Nobiles de Radda"''<ref name=":01">{{Cita libro|Fabrizio| Ricciardelli|Il Libro del Chiodo |1998|Istituto Storico Italiano per il Medioevo (sentenza 1268)| Roma}}</ref>.
Quali Ghibellini, il bando da Firenze gli venne confermato con sentenza del [[1311]]: ''"Filii Domini Pepi de Radda & Consortes"''<ref name=":01">{{Cita libro|Fabrizio| Ricciardelli|Il Libro del Chiodo |1998|Istituto Storico Italiano per il Medioevo (sentenza 1268)| Roma}}</ref>.
 
Nel [[1302]] si ricorda Mino da Radda, che fece parte, coi maggiori rappresentanti delle Consorterie Ghibelline e Guelfe Bianche, alla fallita [[Congiura di San Godenzo]], per rovesciare il governo fiorentino dei [[Guelfi bianchi e neri|Guelfi Neri]]. Furono tutti condannati a morte in contumacia.
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I Da Radda vennero riportati in vari statuti del Podestà di Firenze, nelle liste dei [[Famiglie magnatizie fiorentine#Sesto San Piero Scheraggio in Contado|Magnati]] e così nello statuto del [[1325]], riprendendo una disposizione del [[1286]]: ''"In Dei nomine amen. Infrascripte sunt domus nobilium et potentum qui debent securare pro magnatibus et nobilibus et debent poni in novo statuto Communis Florentie'': [...] ''De Sextu Sancti Petri Sceradii Comitatus'': ''Omnes et singuli a quindicem annis supra'': [...] ''Filii Domini Pepi de Radda et omnes de domo ipsorum, Filii Spinelli de Radda et nepotes et omnes de domo ipsorum"''<ref>{{Cita libro|Romolo| Caggese|Statuti della Repubblica Fiorentina - II Statuto del Podestà dell'Anno 1325|1999|Leo S. Olschki Editore| Firenze}}</ref>.
 
La Consorteria Da Radda, si imparentò, coi vari rami, con innumerevoli famigliecasate storiche fiorentine, di estrazione magnatizia, o popolare, quali per esempio, i Bostichi<ref>{{Cita web|url = https://www.treccani.it/enciclopedia/bostichi_(Enciclopedia-Dantesca)/ | titolo = Famiglia Bostichi |accesso = 26 Ottobre 2025 | sito = Treccani}}</ref>, i [[Ricasoli (famiglia)|Da Ricasoli]], Da Panzano, Da Meleto, i Sizzi, i Fantoni<ref>{{Cita web|url = http://www.san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=23416 | titolo = Famiglia Fantoni |accesso = 26 Ottobre 2025 | sito = SAN - Sistema Archivistico Nazionale}}</ref>, i [[Benci]], i [[Corsini]], i Da Catignano<ref>{{Cita web|url = https://www.dizionario-repetti.it/articles/catignano-di-peccioli | titolo = Famiglia Da Catignano |accesso = 26 Ottobre 2025 | sito = Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana - Emanuele Repetti}}</ref>, i [[Biliotti (famiglia)|Biliotti]], i [[Capponi (famiglia)|Capponi]] e molti altri<ref name=":02">{{cita libro|Vari |autori|Firidolfi da Radda Fineschi da Radda|2026|Casa Editrice di Firenze |Firenze}} </ref>.
 
=== I Da Radda popolari ===
 
Un ramo della Consorteria Da Radda, assunse il cognome ''Fineschi''<ref>{{cita libro|Pietro|Farulli|Annali ovvero Notizie Istoriche dell'Antica, Nobile e Valorosa Città di Arezzo in Toscana|1717|Per Niccolò Campitelli Stamp. |Foligno}}</ref><ref>altri rami della Consorteria Da Radda, assunsero diversi cognomi: Fratellani, Mansurri, Bottegari, Dei, Pieruzzi, Capacci, Cini</ref>, nel XIV secolo, a seguito degli [[Ordinamenti di Giustizia|Ordinamenti di Giustizia di Giano della della Bella]], del [[1293]], modificati nel [[1295]] e che prevedevano, che le casate magnatizie di Firenze, città e contado, a cui per i detti Ordinamenti, era precluso l'accesso ai [[Repubblica di Firenze#Storia delle istituzioni|''Tre Maggiori'']]<ref>{{cita web |url= https://cds.library.brown.edu/projects/tratte/translations/It_historicalOverview.html|titolo=I Tre Maggiori - Brown University}} </ref>, ovvero al Governo della Repubblica, potessero ottenere la ''popularitas'', riottenendo i pieni diritti civili e politici, assumendo un nuovo cognome e alzando un nuovo stemma, divenendo [[Guelfi]], iscrivendosi ad una [[Arti di Firenze|Arte]]<ref>era poi previsto, il divieto di circolare armati, salvo la concessione di uno speciale privilegio</ref>.
 
[[File:Trattato XV secolo con Stemma miniato della famiglia Fineschi da Radda - Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena.jpg|thumb|Trattato di danza del XV secolo, con lo stemma miniato dei Fineschi da Radda|180px]]
Matteo<ref>nato circa nel 1359, morto fra il 1419 e il 1424; secondo il suo testamento del 1419, doveva esser sepolto nella Chiesa di San Niccolò a Radda</ref>, figlio di Ser Lore di Finochio di Tura di Fino da Radda, vissuto nella seconda metà del XIV secolo e l'inizio del XV, fu il primo ad adottarlo. Il cognome Fineschi, deriva dai nomi Fino e Finochio.
Matteo, residente nel [[Quartieri storici di Firenze#Santa Croce|Quartiere di Santa Croce]], Gonfalone Bue, Popolo di [[Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Firenze)|San Simone]]<ref>{{cita web|url=https://www.universalcompendium.com/tables/art/arch/sest1.htm|titolo=Quartieri e Popoli di Firenze 1343}}</ref>, Notaio come il padre Ser Lore, sposato con Felice di Matteo da Monterinaldi, fu Maestro di grammatica, retorica e logica, presso lo [[Università degli Studi di Firenze|Studio Fiorentino]]; venne squittinato ''"nova imbursatio ex 93-98"''<ref>per ragioni politiche, decisero di unire le borse degli squittinati del 1393 e del 1398</ref> e fu tratto Notaio della Signoria, nel 1427, ma era già defunto. Dai suoi quattro figli maschi, Ser Giovanni (n.c.1384-m.c.1466)<ref>Notaio della Signoria nel 1437</ref>, Maestro Guasparre (n.1393)<ref>Docente di Medicina, Squittinato al Priorato per la Maggiore, nel 1433</ref>, Ser Bartolommeo (n.c.1395)<ref>Notaio della Signoria nel 1435</ref> e Mariotto (n.c.1400)<ref>Squittinato al Priorato per la Minore, nel 1433; suo figlio Francesco, si trasferì a Siena, quale Maestro di Ballo, comprando casa nel 1476, nel Terzo di San Martino; detta professione sarà esercitata anche dal nipote, Marcantonio di Francesco, che creò una scuola di ballo a Siena, il 1° di Gennaio 1537</ref>, si creeranno quattro linee genealogiche dei Fineschi.
 
Il cognome verrà utilizzato alternativamente, Da Radda o Fineschi, o composto, Fineschi da Radda, fino al XVII secolo, quando cominciò a stabilizzarsi solo come Fineschi (nel ramo primogenito, c'è chi utilizzò alternativamente insieme ai primi due, anche il cognome, ''Raddi''). Una linea dei [[Ricasoli (famiglia) |Da Ricasoli]], altro ramo della consorteria Firidolfi, ottenuta la ''poputaritas'', assunsero nel [[1393]], il cognome ''Fibindacci''<ref> da un esponente di nome Fibindaccio</ref> e usarono i cognomi composti, fino ai primi del XVII secolo<ref>{{cita web|url=https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900283308|titolo=lastra sepolcrale Ricasoli Fibindacci - Basilica di Santa Croce Firenze}} </ref>, poi abbandonarono il cognome popolare, per conservare quello magnatizio, senza la particella. I Fineschi da Radda al contrario, nel XVII secolo, persero definitivamente il cognome magnatizio, per conservare esclusivamente quello popolare.
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[[File:Nota di possesso di Matteo Fineschi da Radda sec. XVI.jpg|thumb|Nota di possesso di Matteo di Ser Bartolomeo e Domenico suo fratello di Ser Domenico di Ser Bartolomeo di Maestro Matteo Fineschi da Radda, libro sec. XVI|180px]]
L'ultimo esponente del ramo terzogenito, il ''Magnificus Dominus Matteus'' (1516-1601)<ref>Veduto di Collegio dei XII Buonomini 1537</ref>, ''filius Ser Bartolommei''<ref>Notaio della Signoria nel 1508,'13 e' 28</ref> ''Ser Dominici''<ref>Notaio della Signoria nel 1466 e 1493</ref>''de' Fineschis de Radda'' e di Lucretia di Niccolò di Falconiere [[Falconieri (famiglia) |de' Falconieri]], sposato con Lisabetta di Lionardo [[Corsini]] e Camilla [[Strozzi]], con il proprio testamento del 1601, creò un [[Fedecommesso|Fidecommesso]] con il proprio ingente patrimonio, destinandolo al [[Trattamento d'onore#Per i titoli nobiliari#Magnifico|Magnifico]] messer Antonio<ref>nato nel 1528 e morto nel 1604, fu Podestà di Castelfranco di Sopra nel 1582 e sedette nel Collegio dei XII Buonomini nel 1583; si sposò con Lucrezia di Cristoforo di Bartolomeo de' Buontalenti</ref>di Girolamo Fineschi da Radda (1528-1604), del ramo primogenito (Gonfalone Bue)<ref name=":02">{{cita libro|Vari |autori|Firidolfi da Radda Fineschi da Radda|2026|Casa Editrice di Firenze |Firenze}} </ref>.
 
Il ramo primogenito, si estinse a Firenze nel 1698, con la morte di [[Antonio Fineschi da Radda|Antonio di Tiberio del precedente Magnifico Messer Antonio Fineschi da Radda]], noto poeta e drammaturgo fiorentino<ref name=":02">{{cita libro|Vari |autori|Firidolfi da Radda Fineschi da Radda|2026|Casa Editrice di Firenze |Firenze}} </ref>.
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[[File:Stemma Fineschi - Basilica di Santa Croce Firenze.jpg|thumb|Stemma Fineschi <br> [[Basilica di Santa Croce]] |160px]]
I Fineschi da Radda ebbero sepolture principali, nella [[Propositura di San Niccolò|Chiesa di San Niccolò a Radda]] e nella [[Basilica di Santa Croce]]<ref>{{cita web|url=https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0900282879|titolo=Stemma Fineschi - Basilica di Santa Croce Firenze}}</ref> a Firenze, ove in quest'ultima, l'iscrizione originaria<ref>l'iscrizione originaria, presente nell'antico sepoltuario conservato nella Basilica di Santa Croce e in molti altri antichi sepoltuari, fu modificata presumibilmente nel XVIII secolo, insieme allo stemma, che è nella variante cromatica, del ramo Fineschi da Lamole</ref>, recitava: ''Sepulcrum Filiorum Magistri Mattei de’ Fineschis de Radda et ipsorum descendentium''.
Ebbero sepoltura, sempre a Firenze, anche nella ''Cappella della Madonna dell'Alba'', nella [[Chiesa di Ognissanti (Firenze)|Chiesa di San Salvatore in Ognissanti]]. Quest'ultima ereditata nel [[1616]], da Tiberio del Magnifico Antonio di Girolamo Fineschi da Radda e da sua sorella Virginia, vedova del Cav. Francesco di Giovan Battista d'Alba<ref>Francesco di Giovan Battista di un altro Giovan Battista Alba, morto nel 1616 e sepolto nella sua Cappella in Ognissanti, dove era stato seppellito il giovane figlio, suo e di Virginia, Cav. Ferdinando, l'anno precedente </ref>, nobile di [[Casale Monferrato]], [[Cavaliere]] dell'[[Ordine di Santiago|Ordine di San Giacomo della Spada]], Gentiluomo di Corte del [[Granduca]] [[Ferdinando I di Toscana]], che la fece personalmente erigere<ref name=":02">{{cita libro|Vari |autori|Firidolfi da Radda Fineschi da Radda|2026|Casa Editrice di Firenze |Firenze}} </ref>.
 
=== Ramo Fineschi da Lamole ===