Lugo (Italia): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Malp89 (discussione | contributi)
ampliata sezione Tradizioni e folclore; aggiunto paragrafo Suddivisioni storiche
(9 versioni intermedie di 2 utenti non mostrate)
Riga 32:
'''Lugo''' (''Lug'' in [[lingua romagnola|romagnolo]]<ref>{{cita web|url=https://www.dialettoromagnolo.it/uploads/5/2/4/2/52420601/ludla_ottobre_novembre_18_k2.pdf|titolo=''La Voja''|sito=dialettoromagnolo.it|accesso=23 maggio 2020}}</ref>, impropriamente detto anche ''Lugo di Romagna''<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2016/Luglio-2016/12.LUGOCONTEMPORANEA.16-Centro-Storico-di-Lugo-di-Romagna|titolo=12.LUGOCONTEMPORANEA.16|sito=comune.lugo.ra.it|accesso=13 novembre 2018|dataarchivio=14 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181114103403/http://www.comune.lugo.ra.it/Comune/Comunicazione-e-Informazione/Comunicati-stampa/Anno-2016/Luglio-2016/12.LUGOCONTEMPORANEA.16-Centro-Storico-di-Lugo-di-Romagna|urlmorto=sì}}</ref> o ''Lugo di Ravenna'') è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ravenna]] in [[Emilia-Romagna]].
 
È situato nella [[Pianura Padana|bassa pianura romagnola]], in un’area interessata da opere di bonifica idraulica e attraversata da una rete di canali. L’impianto urbano, di origine medievale, presenta una maglia viaria riconducibile alla centuriazione romana, con un nucleo storico in cui si trovano la [[Rocca estense di Lugo|Rocca Estense]] e il Pavaglione, porticato ottocentescosettecentesco di funzione mercatale<ref>{{Cita web|url=https://websit.labassaromagna.it/PavVT/|titolo=PAVAGLIONE DI LUGO|sito=websit.labassaromagna.it|accesso=2025-05-21}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=Italiano|url=https://www.lugoinromagna.it/it/articles/71/il-pavaglione-quadriportico-del-centro-di-lugo.html|titolo=Il Pavaglione, quadriportico del centro di Lugo|sito=www.lugoinromagna.it|accesso=2025-05-21}}</ref>. La posizione lungo direttrici viarie e ferroviarie ne ha determinato il ruolo deldi centro come sede amministrativaamministrativo e mercato per il comprensorio circostante.
 
È nota per la figura di [[Francesco Baracca]], [[asso dell'aviazione]] della [[Prima guerra mondiale]], cui è dedicato un monumento e un museo<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.museobaracca.it/|titolo=Museo Baracca|accesso=2025-05-21}}</ref>.
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Lugo si trova nel settore nord-occidentale della pianura alluvionale che circonda [[Ravenna]], tra i fiumi [[Santerno]] e [[Senio]]. Il territorio comunale è caratterizzato da una rete idrografica artificiale e naturale, comprendente il Canale dei Molini di [[Castel Bolognese]] e altri corsi d’acqua derivati da interventi di bonifica, che hanno trasformato aree in passato soggette ad allagamenti. La superficie comunale misura 117,06 km² e include diverse frazioni, distribuite sia in prossimità del capoluogo sia nelle aree rurali circostanti.
 
=== Clima ===
Riga 48 ⟶ 50:
L’area di Lugo fu frequentata sin dalla Preistoria, con insediamenti neolitici attribuiti alla [[Cultura di Sasso-Fiorano]] e successivi stanziamenti di popolazioni celtiche<ref>Non è attestata la presenza degli Etruschi né degli Umbri, pur presenti in varie parti della pianura cispadana.</ref>. In [[Storia romana|epoca romana]] (III-II secolo a.C.) il territorio fu interessato dalla [[centuriazione]] e da un popolamento sparso, con asse viario principale lungo la [[via Emilia]]. Dopo un periodo di rarefazione insediativa tra V e VIII secolo, dovuto anche a mutamenti climatici e idrografici, la riorganizzazione agraria medievale portò alla formazione della ''massa sancti Hilari'', nucleo originario dell’abitato.
 
IlNel primo1037 ''castrum''è dicitato Lugoper èla documentatoprima nelvolta 1037nei documenti un ''castrum'' (fortificazione)<ref>{{cita|A. Vasina|p. 179.|Vasina, 1995}}</ref>. Agli inizi del XIII risale la fondazione del libero comune. Tra XIII e XIV secolo ilLugo centro passò sotto il controllo di diverse signorie e poteri comunali, fino all’ingresso stabile nei domini estensi nel 1437<ref>{{Cita news|autore=Samuele Taroni|url=http://www.regioneromagna.org/?q=e-rumagnol|titolo=L'origine della Romagna estense|pubblicazione=È Rumagnol|città=Forlì|data=marzo 2013|p=3|accesso=13 marzo 2013|cid=no}}</ref>. Durante il governo estense furono realizzate opere idrauliche sul [[Santerno]], tracciate nuove strade, sviluppate attività mercantili e favorita la presenza della comunità ebraica<ref name="ebraica3">AA.VV., ''La comunità ebraica a Lugo di Romagna'', Lugo, Walberti 1795, 2014.</ref>.
 
Nel 1598 Lugo passò allo [[Stato Pontificio]], mantenendo alcune prerogative locali. Nei secoli XVII e XVIII consolidò il ruolo di centro di mercato e di scambio per la [[Romagna]], con il [[Pavaglione]] come struttura mercatale principale. In questo periodo si svilupparono attività legate alla [[seta]] e si dotò la città di edifici pubblici come il [[Teatro Rossini (Lugo)|teatro]] e il Collegio Trisi. Nel 1796 fu teatro di una rivolta contro le truppe napoleoniche, seguitaconosciuta dall’inserimento nellacome [[RepubblicaSommossa Cisalpinae Sacco di Lugo]].
 
Nell’Ottocento, dopo la [[Restaurazione]], Lugo fu coinvolta nei moti risorgimentali e nel 1859 entrò a far parte del [[Regno di Sardegna]], poi [[Regno d'Italia]]. L’economia rimase prevalentemente agricola, con un mercato settimanale di rilievo sovraregionale, ma si svilupparono anche attività industriali e cooperative. Alla fine del secolo si affermarono movimenti politici di orientamento repubblicano e socialista.
 
Durante la [[prima guerra mondiale]] Lugo subìvisse perditel'epopea significativedi e[[Francesco ospitòBaracca]], iniziativeasso culturalidell'aviazione mondiale capace di rilievoabbattere 34 aerei nemici. Durante il conflitto la città subì perdite significative. Nel corso della [[seconda guerra mondiale]] il fronte si attestò lungo il [[Senio]] fino alla liberazione, avvenuta il 10 aprile 1945 ad opera di reparti alleati. Nel dopoguerra la città consolidò il proprio ruolo di centro amministrativo e commerciale della Bassa Romagna, con una progressiva espansione urbana. <br/>
Tra gli eventi recenti si ricorda l’[[Alluvione dell'Emilia-Romagna del 2023]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/ravenna/cronaca/lugo-sottacqua-linondazione-arriva-dopo-le-22-pavaglione-allagato-920d7a62|titolo=Lugo sott’acqua L’inondazione arriva dopo le 22 Pavaglione allagato|sito=Il Resto del Carlino|accesso=2023-05-19}}</ref>.
 
===Simboli===
Riga 62 ⟶ 65:
 
La descrizione del gonfalone è la seguente:<ref name=AralCiv />
{{Citazione|drappo di bianco…}}[[File:Lugo (Italia)-Gonfalone.png|200px|right|Gonfalone civico]]
Lo stemma è stato riconosciuto ufficialmente con decreto del [[Capo del Governo Primo Ministro Segretario di Stato|Capo del Governo]] del 7 marzo 1929 mentre il gonfalone ha ricevuto sanzione con il D.C.G. del 1º febbraio 1936.<ref>{{Cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?6209 |titolo=Lugo |sito=Archivio Centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali |accesso=16 marzo 2023}}</ref>
 
Il Comune fa anche uso di una bandiera di bianco<ref name="AralCiv" />.
Riga 96 ⟶ 100:
* La Collegiata dei Santi Francesco ed Ilaro, conosciuta dagli abitanti come "Collegiata", fu edificata come chiesa del convento francescano tra il 1233 (anno dell'arrivo dei Frati minori a Lugo) e il 1238<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 58-9|Martelli, 1984}}.</ref>. Fu consacrata e dedicata al Santo il 24 marzo [[1254]]. Vi sono sepolti i [[Da Barbiano|conti di Barbiano]], [[vicario apostolico|vicari apostolici]] di Lugo. Nel [[1438]] il Comune deliberò di allargare le mura per includere il complesso francescano. Nel [[1471]] al convento fu aggiunto il chiostro<ref>Nacque così il quinto borgo di Lugo: Poligaro (o Policaro). Gli altri erano
</ref>. Il chiostro è il monumento più antico di Lugo dopo la rocca<ref>{{cita|M. Martelli|p. 110|Martelli, 1984}}.</ref>. Il pozzale al centro del chiostro, anch'esso quattrocentesco, è un [[monolito]] in pietra d'Istria. Nel [[1760]] fu decisa la demolizione della chiesa e la sua ricostruzione dalle fondamenta. I lavori, affidati all'esperto architetto imolese [[Cosimo Morelli]], durarono dal 1762 al [[1772]]: il 1º settembre di quell'anno venne riaperta al culto. All'interno è scandita da quattro cappelle per parte che conservano opere settecentesche di artisti locali, fra le quali spicca nella grande [[pala d'altare]] la tela raffigurante San Francesco, dipinta da [[Benedetto dal Buono]]. L'organo fu costruito nel 1780 dal [[venezia]]no Giovanni Ghinei. Alla fine del secolo XVIII gli invasori francesi cacciarono i monaci; la chiesa fu affidata a un sacerdote del clero secolare. Nel [[1826]] [[papa Leone XII]] la eresse a chiesa parrocchiale<ref>Fu la terza parrocchia di Lugo, dopo San Giacomo e San Francesco di Paola.</ref> e ne affidò la cura al cardinale lughese [[Francesco Bertazzoli]] (1754-1830), canonico della collegiata dei Santi Petronio e Prospero (poi San Giacomo Maggiore). Due anni dopo il Bertazzoli decise di trasferire il titolo di collegiata alla chiesa del Morelli, che essa porta tuttora. La dotò di fonte battesimale e modificò il suo nome, associando Sant'Ilaro, patrono di Lugo, a San Francesco. Da allora la chiesa è diventata il punto di riferimento della comunità, dove si svolgono le più importanti celebrazioni liturgiche<ref>Vittorio Tampieri, «La Storia» in ''Guida della Collegiata dei Santi Francesco e Ilaro in Lugo'', Imola, 2015.</ref>. Vi è venerata l'immagine della Madonna del Rosario, custodita dal 1950<ref>Vi è stata trasferita dalla chiesa del Limite, adattata a uffici della Banca del Monte.</ref>; il suo giorno di festa è la prima domenica di ottobre. Uno dei dipinti più pregevoli conservati al suo interno è la tela di [[Giacomo Zampa]] (1731-1808) che raffigura l'incontro tra [[Sant'Antonio da Padova]] ed [[Ezzelino III da Romano]]. Dal 6 agosto [[1850]] alla morte vi esercitò il suo ministero il Venerabile don Carlo Cavina (1820-1880).
* Chiesa di San Giacomo Maggiore (chiesa del rione Brozzi). Già esistente prima della distruzione dell'insediamento avvenuta nel 1218, è la più antica chiesa di Lugo ancora esistente<ref>{{cita|G. Baldini|p. 26|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Originariamente era situata dentro l{{'}}''oppidum'', la cittadella fortificata<ref>Si trovava pressappoco dalle parti del bar Jolly (loggia del Pavaglione, n. 84).</ref>. Nel 1229, in piena fase di ricostruzione del paese, fu nominata chiesa di [[giuspatronato]] della comunità (lo rimase fino al XV secolo). Era sede delle assemblee consiliari del comune, nonché degli incontri solenni e giurati<ref>{{cita|A. Vasina|p. 185.|Vasina, 1995}}</ref>. Nella chiesa, intitolata ai “Santi Ilaro e Giacomo”, fu conservata a lungo una [[reliquia]] di [[Ellero di Galeata|Sant'Ilaro]], il patrono dei lughesi<ref>La reliquia rimase in San Giacomo fino al 1526, quando fu trasferita nella chiesa dei Carmelitani, dove si trova tuttora.</ref>. Nell'anno 1300 fu la prima chiesa lughese ad ottenere un [[battistero]]<ref>{{cita|G. Baldini|p. 27|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Nel 1390 la chiesa venne ricostruita al di fuori della cittadella fortificata, nella via in cui si trova. Nel [[1734]] ricevette il titolo di [[collegiata]], che poi fu trasferito alla chiesa dei Francescani nel 1826<ref>{{cita|G. Baldini|p. 34|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Dal 1741 al 1923 fu intitolata ai “Santi Petronio e Prospero”<ref>{{cita|G. Baldini|p. 37|San Giacomo, 2015}}.</ref>. Bombardata durante l'ultimo conflitto mondiale, è stata riaperta al culto il 23 dicembre [[1956]]. All'interno è conservata una statua che ritrae la Madonna addolorata, risalente al [[XVII secolo]], opera della bottega dei Paganelli, artisti lughesi. Nel 1985 è stato realizzato un nuovo battistero.
[[File:Sant'Ilaro reliquiario.jpg|miniatura|100px|Reliquiario<ref>Con con teca in argento e oro di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]. Anno [[1689]], chiesa del Carmine</ref>]]
[[File:Sant'Ilaro busto.jpg|miniatura|150px|Busto in argento di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]<ref>Busto in argento del santo. Anno [[1961]], chiesa del Carmine</ref>]]
* Chiesa di San Francesco di Paola (chiesa del rione Cento) – Fondata come chiesa di Santa Maria del Trivio<ref>L'incrocio in questione (''trivium'') è quello tra via Cento e la perpendicolare via del Limite (attuale corso Garibaldi).</ref> (con annesso ospedale) nel [[XIII secolo]], la sua origine è connessa al popolamento del ''burgus'' Cento, uno dei due borghi principali di Lugo nel XIII secolo. Tra il 1335/40 e il 1370 la chiesa fu ricostruita<ref name="cintura">{{cita web|url=http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/devozioni/mariana/cintura/lugo.html|titolo=Lugo di Romagna|accesso=1º novembre 2017}}</ref>. Nel [[1390]] il parroco dell'antica chiesa della ''massa sancti Hilari'' vi si trasferì perché il luogo in cui sorgeva, all'epoca sito fuori dalle mura, era troppo esposto alle rapine ed alle scorrerie delle bande armate. Egli porto con sé le reliquie conservate nella chiesa abbandonata. Il titolo di parrocchia fu trasferito al nuovo luogo di culto, che fu rinominato “Santa Maria del Trivio e Sant'Ilaro”<ref name="cintura" />. Da allora Santa Maria iniziò a contendere il primato di principale tempio cittadino all'altra chiesa parrocchiale di Lugo, San Giacomo Maggiore. Negli anni successivi si arricchì di altre reliquie del santo<ref>Su richiesta del Comune di Lugo, l'Abate di Galeata donò alla città un osso del braccio e una parte del cranio</ref>. Nel [[1583]] la popolazione delle due parrocchie di Lugo ammontava rispettivamente a {{formatnum:3056}} anime (San Giacomo) e {{formatnum:2700}} (Santa Maria). L'antagonismo fu rinverdito nel XVII secolo e continuò nel secolo seguente. Nella corsa al primato, Santa Maria batté sul tempo San Giacomo diventando la prima chiesa lughese ad ottenere il titolo di collegiata (dicembre 1733)<ref>Bolla ''Sacri Apostolici ministerii'' di [[papa Clemente XII]] del 4 dicembre [[1733]].</ref>. Ma dopo soli otto anni i titoli della chiesa furono rivoluzionati: la [[Santa Sede]] dispose la soppressione della parrocchia (e quindi della collegiata) e la sua riedificazione a [[San Francesco di Paola]] (bolla ''Copiosus in misericordia Deus'' di [[papa Benedetto XIV]] del 3 maggio 1741). Il titolo parrocchiale fu restituito già nel 1757. Dal [[1838]] poté di nuovo fregiarsi del nome di Sant'Ilaro, che venne aggiunto come co-titolare della parrocchia. Nel 1886 iniziarono i lavori di edificazione della nuova chiesa, che fu inaugurata il 23 aprile 1890<ref>{{cita news|autore=Matteo Pirazzoli|url=|titolo=Per San Francesco di Paola un doppio giubileo|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=5 novembre 2020||pp =32-33}}</ref>. Infine, nel [[1921]] la chiesa riebbe il battistero<ref>{{cita|M. Martelli|pp. 177-178|Martelli, 1984}}.</ref>. All'interno è conservato un pregevole [[Gruppi scultorei raffiguranti il Compianto sul Cristo morto|Compianto sul Cristo morto]] in [[terracotta]] policroma risalente al [[XVI secolo]]. Nella Cappella del Sacramento si venera la Madonna della Cintura, una delle sculture lignee più antiche della Romagna. In un'altra cappella è venerata la Madonna del Rosario.
 
* [[Chiesa del Carmine (Lugo)|Chiesa del Carmine]] – La chiesa, nella quale si venera Sant'Ilaro, patrono della città, fu costruita dai carmelitani nel Cinquecento e già nel 1526 vi furono collocate le [[reliquie]] e il busto argenteo di Sant'Ilaro provenienti da un più antico oratorio ormai in abbandono. Nel Seicento fu realizzato il chiostro. L'edificio religioso fu completamente ricostruito nel Settecento dall'architetto [[Canton Ticino|ticinese]] Francesco Ambrogio Petrocchi e la nuova chiesa fu inaugurata il 14 maggio 1772. All'interno della chiesa sono conservati alcuni dipinti di Guidaccio da Imola, tra cui una pregevole ''Madonna del Carmine'' ([[1481]]), titolare della chiesa insieme a Sant'Ilaro, nonché due organi di epoca barocca tuttora funzionanti: un grande strumento del [[1799]] di [[Gaetano Callido]] ed uno del Galli, su cui si esercitò il giovane [[Gioachino Rossini]].<ref>{{cita web|url=https://edicoladelcarmine.suasa.it/Lugo.html|titolo= Chiesa della Beata Vergine del Carmine di Lugo|accesso=3 aprile 2022}}</ref>.
* Chiesa di S. Maria delle Grazie (chiesa del rione Ghetto). Costruita nel [[1612]]. L'edificio è ad un'unica navata con volta a botte. Vi officiavano i frati della Confraternita delle Stimmate di S. Francesco. Custodisce al suo interno un dipinto intitolato alla "Beata Vergine delle Grazie". Datato [[1512]], fu realizzato da un soldato francese di stanza a Lugo, pochi giorni prima di combattere nella sanguinosa [[Battaglia di Ravenna (1512)|Battaglia di Ravenna]]<ref>{{Cita web|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/chiesa-di-s-maria-delle-grazie/|titolo=Chiesa di S. Maria delle Grazie|accesso=28 marzo 2024}}</ref>. L'immagine, che raffigura la Madonna con il divin figlio tra le braccia, è molto venerata dai lughesi.
Riga 112 ⟶ 119:
 
==== Devozione mariana ====
* Santuario della Madonna del Molino: la chiesa fu costruita dopo un evento miracoloso. La tradizione fa risalire l'accadimento al 17 maggio [[1496]]. Quel giorno un mercante, proveniente da [[Faenza]] diretto a Ferrara, rovesciò nei pressi di Lugo il suo carro, mandando in frantumi un'immagine della Vergine, in gesso bianco, che portava con sé. Alcuni bambini del posto ricomposero i frammenti; riunitisi in preghiera, l'immagine emise una potente luce e si ricompose senza segni apparenti di rottura<ref>{{cita web|url=http://www.madonnadelmolino.it/index.php/il-santuario/le-origini|titolo=Il Santuario. Le origini|accesso=2 aprile 2016|urlmorto=sì}}</ref>. La Madonnina fu collocata in una piccola cappella. Un anno dopo (27 aprile 1497) fu inaugurata una chiesa in un luogo chiamato popolarmente "Molinaccio" (da un vecchio mulino situato circa 1,5&nbsp;km dal centro del paese). All'interno venne collocata l'immagine prodigiosa<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101" />. La cura santuario fu affidata ai [[Ordine dei frati predicatori|frati domenicani]]. La costruzione iniziò nel [[1516]]; nel [[1538]] la chiesa fu consacrata<ref name="Leardo Mascanzoni 2005 pp. 87-101" />. I Domenicani custodirono l'immagine fino al [[1866]], anno delle leggi sull'[[Eversione dell'asse ecclesiastico|incameramento dei beni ecclesiastici]] e del loro allontanamento dalla città. Nel [[1894]] il Comune restituì il santuario alla [[diocesi di Imola]]<ref name="Tampieri 2016" />. Due anni dopo l'immagine della Madonna, che dai tempi napoleonici non era più uscita dalla chiesa, fu portata in processione tra le strade di Lugo. L'iniziativa ebbe un enorme successo: ventimila pellegrini accorsero per partecipare alla processione. Negli anni trenta del [[XX secolo]] il plurisecolare santuario fu ricostruito su progetto dell'architetto Corrado Capezzuoli; i lavori si protrassero dal [[1939]] al [[1943]]<ref>L'inaugurazione della nuova chiesa si ebbe il 29 maggio 1943.</ref>. Il 13 aprile [[1951]] fu elevata alla dignità di [[basilica minore]]. L'immagine della Madonna del Molino è invocata per le guarigioni da infermità. La sua ricorrenza cade il 15 agosto. Dal 1º febbraio 1984 la chiesa è anche sede parrocchiale. L'area prospiciente il santuario fu la sede originaria della Fiera di Lugo, nata nelalla 1550metà del XVI secolo. La fiera, che si teneva nei giorni 15 e 16 agosto (i giorni dell'[[Assunzione di Maria|Assunzione al cielo]] di Maria), venne spostatatrasferita indentro le centromura in seguito ad un incendio che si sviluppò proprio durante lo svolgimento della manifestazione, il 16 agosto 1628<ref>Il nuovo Diario-Messaggero, 8 agosto 2024, p. 14. Infine, nella seconda metà del Settecento la durata fu fissataallungata a due settimane: dal 20 agosto al 6 settembre.<ref>«Il nuovo Diario-Messaggero», 8 agosto 2024, p. 14.</ref>. La Madonna del Molino è parrocchia dal 1º gennaio 1984;
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: vi è venerata l'immagine che prende il nome di “Madonna del Ghetto”, poiché la chiesa si trova nel quartiere un tempo abitato dagli ebrei. L'immagine è attestata fin dal [[XVI secolo]]. È invocata per guarigioni da malattie e protezione da calamità naturali. La sua ricorrenza cade il lunedì di [[Pentecoste]].
 
==== Chiese non più esistenti ====
* Chiesa del convento domenicano – I primi monaci dell'[[Ordine dei frati predicatori]] si insediarono a Lugo nel [[1492]]. Subito iniziarono i lavori di costruzione del convento con l'annesso orto, elemento essenziale della vita monastica dei Domenicani. Il 27 aprile 1497 i frati ricevettero in custodia una chiesa rurale in cui era custodita un'immagine della Vergine (poi divenuta nota come "Madonna del Molino", ''vedi sopra'') che compiva prodigi. Quanto al loro luogo di culto, convento e chiesa furono edificati in un terreno donato loro dalla comunità nel fondo Cento<ref>La strada di accesso alla chiesa fu realizzata nel 1648, antesignana dell'attuale via Giuseppe Compagnoni.</ref>. La chiesa, a tre navate, fu consacrata nel 1508 e il chiostro fu realizzato nel 1521. Nel 1539 la comunità domenicana lughese ottenne il riconoscimento ufficiale di "convento formale"<ref>Per ottenere questo riconoscimento una comunità doveva raggiungere il numero di 12 frati.</ref>. Nel 1568 fu ultimato il campanile a pigna che affianca la chiesa<ref>{{cita|M. Martelli|p. 134|Martelli, 1984}}.</ref>. Come ogni convento domenicano, anche il convento di Lugo si dotò di una biblioteca. Il fondo fu accresciuto, nel tempo, con le donazioni di numerosi cittadini<ref>Con la soppressione del convento, avvenuta nel XIX secolo, il patrimonio librario fu fatto confluire interamente nella biblioteca comunale.</ref>. I frati fondarono uno ''Studium'' che rilasciò lauree in teologia<ref name="Tampieri 2016">Vittorio Tampieri, ''Terz'ordine domenicano, da più di un secolo "preziosa presenza nelle nostre contrade"'', ne «Il nuovo Diario-Messaggero», 19 novembre 2016, p. 26.</ref>. Nel [[1753]] monsignor Tomaso Emaldi (1706-1762), lughese residente a Roma dove svolgeva il prestigioso incarico di bibliotecario privato di papa [[Benedetto XIV]], finanziò l'istituzione di una cattedra di teologia dogmatica e morale. Tra i docenti che insegnarono nella "Cattedra Emaldiana" va ricordato [[Francesco Gaude]]. Si laurearono presso lo ''Studium'' domenicano due illustri lughesi: [[Francesco Bertazzoli]] e [[Giuseppe Compagnoni]]. Nel [[1862]] i domenicani furono espulsi da Lugo e nel 1866 il convento venne incamerato tra i [[Eversione dell'asse ecclesiastico|beni confiscati dallo Stato]]; il Fondo per il culto destinò l'ex convento a caserma mentre la chiesa fu ridotta a magazzino. Mantenne questa destinazione fino a quando, il 26 dicembre 1944, durante la [[seconda guerra mondiale]], fu completamente distrutta da un bombardamento: rimase solo il complesso conventuale e il campanile. Tra il 1998 e il 2000 l'ex complesso conventuale è stato ristrutturato ed è oggi utilizzato come [[residenza sanitaria assistenziale]] (RSA).
Altre chiese non più esistenti nella città di Lugo sono<ref>''Percorsi del sacro. Chiese e cappelle scomparse nella città di Lugo'', «Il nuovo Diario-Messaggero», 2 marzo 2013, pp. 16-17.</ref>:
 
* Chiesa del convento degli [[Agostiniani]] (in via Tellarini);
* Chiesa di Sant'Antonio Abate (con annesso ospedale, in via Poligaro);
Riga 126 ⟶ 133:
* Chiesa di Gesù e Maria (rasente al vicolo dei Cappuccini);
* Chiesa di Santa Maria del Popolo (già "Della nascita di Maria", nell'angolo tra piazza Trisi e corso Garibaldi). Anche quest'ultima aveva un ospedale annesso.
<ref>''Percorsi del sacro. Chiese e cappelle scomparse nella città di Lugo'', «Il nuovo Diario-Messaggero», 2 marzo 2013, pp. 16-17.</ref>
 
==== Cimitero ebraico ====
Il primo cimitero ebraico di Lugo si trovava non lontano dal ghetto (sito in via Codalunga), tra gli attuali viale T. Masi e Viale Dante. Esistente sin dal [[XV secolo]], col passare dei secoli divenne troppo angusto per una comunità sempre più popolosa. Ne fu costruito uno nuovo nella prima metà del XVIII secolo, di dimensioni doppie rispetto al precedente<ref>Ines Miriam Marach in (AA.VV.), ''Bassa Romagna ritrovata. I 10 luoghi della memoria'', Tempo al Libro, 2021, pp. 114-117.</ref>. Nel XIX secolo il cimitero arrivò a contenere 600 sepolture. Nel 1863 la zona dov'era ubicato il cimitero divenne zona residenziale. Divenne necessario individuare per il cimitero ebraico una nuova collocazione. Dopo lunghe trattative con l'amministrazione comunale, nel [[1877]] venne inaugurato il cimitero nell'attuale sede (via di Giù). Con l'unità d'Italia e l'emancipazione degli ebrei, molte famiglie furono attratte dello stile di vita delle grandi città<ref>Prima gli ebrei non si potevano spostare liberamente sul territorio.</ref>; iniziò così l'emigrazione delle famiglie più abbienti verso Bologna e altre importanti città. Il cimitero è attualmente in uso (e visitabile) ed appartiene alla Comunità ebraica di [[Ferrara]].
=== Architetture civili ===
==== Pavaglione ====
<gallery>
File:Lugo - Il Pavaglione.jpg|Il Pavaglione
Riga 137 ⟶ 143:
File:Lugo4.jpg|Piazza Mazzini
File:Lugo5.jpg|I portici del Pavaglione
</gallery>
</gallery>È un [[quadriportico]] di circa 100 metri di lato (copre quindi l'area di un [[ettaro]]) situato di fronte alla rocca estense. Il primo atto della costruzione di quello che divenne il Pavaglione si ebbe nel [[1570]], quando il duca [[Alfonso II d'Este]] ordinò lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca, per fare posto al mercato settimanale<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>. La prima loggia costruita aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Negli anni seguenti il portico divenne famoso per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta, fino ad essere indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione". Il termine "pavaglione", infatti indica un luogo recintato, e spesso coperto, in cui si svolgono le operazioni di vendita dei bozzoli. I lughesi, vista la fiorente attività di commercio del prezioso lepidottero, decisero di realizzare una struttura permanente, dedicata espressamente al mercato dei [[baco da seta|bachi da seta]].
«Pavaglione» era detto un luogo recintato, e spesso coperto, nel quale si svolgevano le operazioni di vendita dei bozzoli di [[baco da seta]]. Il primo mercato serico idoneo a questo commercio fu realizzato a [[Bologna]] nel XV secolo nell'attuale [[piazza Galvani]]. Si usava, «''a difesa della merce e degli intervenuti, coprire parte della piazza con una tela a guisa di padiglione''». Il primo atto della costruzione di quello che divenne il Pavaglione lughese si ebbe nel [[1570]], quando il duca [[Alfonso II d'Este]] ordinò lo smantellamento delle fortificazioni circostanti la rocca, per fare posto al mercato settimanale. Venne realizzato un portico di fronte alla Rocca estense, che si allungava in direzione della chiesa del Carmine<ref name="ReferenceA">{{cita|M. Martelli|p. 139|Martelli, 1984}}.</ref>.
L'edificio aveva lo scopo di fornire ricovero alle milizie e riparo ai mercanti in occasione del mercato settimanale; solo successivamente la funzione commerciale prese il sopravvento su quella militare. Vista la fiorente attività di commercio dei bozzoli di [[baco da seta]], negli anni seguenti il portico divenne famoso per questo mercato, fino ad essere indicato come "Padiglione de' folicelli da seta", poi "Paviglione" e infine "Pavaglione"<ref>Paolo Gagliardi, ''Dal gelso alla seta. Il mercato dei bozzoli a Lugo e nella Bassa Romagna'', Tempo al Libro, Faenza 2024.</ref>.
 
La somma che si ricavava annualmente dal dazio del Pavaglione veniva destinata a beneficio della comunità. Ad esempio, nel 1618 il provento fu destinato alla ricostruzione della Chiesa di San Giacomo (1618-1634). Una seconda volta la somma fu donata nel 1632 e nel 1633, probabilmente come gesto di ringraziamento della fine della [[peste]] che aveva colpito la città nel 1630. <!--Nel 1665 il provento fu devoluto alla confraternita della Beata Vergine della Cintura, per costruire la cappella del loro Protettore.--> La scelta spettava al Consiglio comunale. Nel 1674 e nel 1675 la somma fu elargita come sussidio per la fondazione del Collegio Trisi. Nel 1707 metà del proventò fu assegnata alla «Gioventù studiosa di Lugo» che la chiedeva per acquistare libri di testo di giurisprudenza. Anche nel XVIII secolo il beneficio fu devoluto alle confraternite per la costruzione di chiese (ad esempio la chiesa del Suffragio)<ref>Dal 1717 al 1723 per sei anni consecutivi il provento fu concesso alla Compagnia delle Anime del Purgatorio per la costruzione dell'edificio sacro.</ref> e cappelle, oppure ai conventi e agli ordini religiosi. Non mancarono devoluzioni alle giovani che si volevano fare monache e che erano sprovviste di dote. Nel 1734 il Comune decise di ripavimentare la piazza centrale (oggi piazza Baracca) e, per questo, decise di devolvere la somma a questo fine per tutta la durata dei lavori<ref>Paolo Gagliardi, ''op.cit.'', pp. 82-87.</ref>.
 
Costruito in più fasi, finoFino al [[1780]] esisteva un unico portico. In quell'anno il consiglio comunale deliberò l'ampliamento della struttura. Il nuovo progetto (firmato dall'architetto ferrarese Giuseppe Campana) comportò l'erezione di tre porticati da innestare su quello già esistente<ref>Da quell'anno il dazio del Pavaglione confluì negli introiti delle casse comunali.</ref>. Campana, facendosi ispirare dalle forme costruttive dell'antichità [[Architettura greca classica|greca]] e [[Architettura romana|romana]], costruì tre lati del vasto quadriportico realizzando due logge più lunghe a una corsia (i bracci nord e sud) e una loggia più corta (il braccio ovest) a doppia corsia. Per uniformità, duplicòriprodusse fedelmente la corsia della loggia estense. Gli archi erano sostenuti «da pilastri a base quadra, uniti da cornice semplice e divisi nella continuità con frontespizi a pilastri rettangolari (due per parte nei loggiati più lunghi), fatti di un [[fornice]] a maggior respiro, in mezzo a due aperture minori architravate, con sovrastanti riquadri»<ref>«Il Messaggero», Lugo, 20 aprile 1946, n. 25. La struttura concepita da Campana è rimasta immutata fino ad oggi.</ref>. Sul loggiato di ponente fece innalzare un [[Attico (architettura)|attico]] con grandiosafastosa [[cimasa]], sovrastante tutto il foro mercantile. Il quadriportico fu inaugurato nel settembre 1783, in occasione della Fiera<ref>{{cita|M. Martelli|p. 208|Martelli, 1984}}.</ref>. <br />
La lapide dedicatoria al [[Legazione di Ferrara (1598-1796)|legato di Ferrara]] cardinale [[Francesco Carafa della Spina di Traetto|Francesco Carafa di Traetto]] recita come segue:
 
Riga 152 ⟶ 162:
ridotto a questa forma maestosa con portici ed abbellimenti<br/>
aggiuntavi una guardia a presidio<br/>
ampliò e nuovo e intatto dedicò l'anno 1783|Lapide dedicatoria del Pavaglione|Emporium Italiae frequentissimum<br/>
porticus angustiis ac temporariis tabernis<br/>
nec mercatoribus satis aptum nec mercibus tutum<br/>
Riga 164 ⟶ 174:
ampliavit et sub. ascia ded. an. MDCCLXXXIII|lingua=La}}
 
Raro esempio di architettura settecentesca ad uso civile, il Pavaglione anticipò concezioni urbanistiche moderne. I portici ospitano ancora numerose attività commerciali. Il "vecchio" loggiato (cioè il lato est) sopravvisse fino al [[1867]], quando fu abbattuto e ricostruito nelle stesse dimensioni, cioè con unodoppio stilebraccio. identicoProgettato aglidall'architetto altrilughese treAntonio porticatiLinari (1846-1925), che inserì alla cima della struttura, in simmetria con quello legatizio a ponente, un timpano con lo stemma di Lugo. A dirigere le decorazioni interne fu incaricato il pittore bolognese [[Luigi Samoggia]], che eseguì l'ornamento delle finestre rettangolari ed effettuò il disegno del parapetto. Per il [[facciata|frontespizio]] Samoggia optò per una soluzione uniforme con quello del lato ovest (dove compare la dedica legatizia). Nel [[Timpano (architettura)|timpano]] del nuovo loggiato fece raffigurare lo stemma della città. Anche la tinteggiatura generale venne stabilita dal Samoggia. Infine, nel [[1895]] fu collocato un orologio meccanico, opera del maestro Clodoveo Franchini di Bologna<ref>«Il Messaggero», Lugo, 24 agosto 1946, n. 31. Di sera l'orologio veniva regolarmente illuminato.</ref>, ancora perfettamente funzionante (è stato restaurato nel [[2008]]).
 
Nel [[1917]] sono state apposte nel porticato di ponente le due lapidi di marmo in memoria di [[Cesare Battisti]] e [[Guglielmo Oberdan]] ancora visibili<ref name="Walter Berti 2005, p. 21">Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 21.</ref>. Tra il 1910 e il 1937 fu posto al centro del piazzale un monumento in onore di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]].
Riga 190 ⟶ 200:
Porta medievale; la data di costruzione è ignota. Deve il nome alla vicinanza di un oratorio dedicato a san Bartolomeo.
 
=== AltroAltri monumenti ===
 
==== Ala di Baracca ====
Riga 200 ⟶ 210:
=== Aree naturali ===
Le due aree naturali di maggior pregio site nel territorio di Lugo sono il Canale dei Mulini di Castel Bolognese, Lugo e Fusignano e il Parco del Loto. Nel [[2011]] sono entrate a far parte di un'Area di Riequilibrio Ecologico che si estende tra i Comuni di Lugo e [[Fusignano]] per 79 ettari. L'area comprende anche la "Ex cava Gattelli" e la Vasca di laminazione del canale Brignani.
[[File:Parco del loto - come si passeggia sulle acque.jpg|miniatura|Uno scorcio dello specchio d'acqua del Parco del Loto]]
* Parco del Loto – In un terreno sfruttato precedentemente come cava di [[argilla]] è stato ricavato uno specchio d'acqua che ospita numerose specie di fiori di [[loto]] e [[ninfee]]. Pur avendo una vocazione naturalistica, è situato in un ambito tipicamente urbano, a ridosso del centro storico della città. All'interno del parco sono presenti [[Stagno (acqua)|stagni]], prati, arbusteti e un piccolo boschetto. Il Parco si estende su una superficie di {{formatnum:77252}} metri quadrati. Nel periodo settembre 1995 - agosto 1996 è stato fatto un censimento della vegetazione presente che ha portato all'accertamento di ben 202 specie<ref>{{cita web|url=http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|titolo=Il Parco del Loto|accesso=19 marzo 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170320052315/http://www.comune.lugo.ra.it/Citta-e-territorio/Tempo-libero/Parchi-e-Giardini/Il-Parco-del-Loto|dataarchivio=20 marzo 2017|urlmorto=sì}}</ref>. Per quanto riguarda la fauna, sono state rilevate diverse specie di uccelli, tra i quali, il [[cardellino]], l'[[usignolo di fiume]], il [[pendolino europeo]], la [[folaga]], il [[tarabusino]], il [[Tachybaptus ruficollis|tuffetto]], il [[Phalacrocorax carbo|cormorano]], il [[Picus viridis|picchio verde]], [[Dendrocopos major|picchio rosso maggiore]], la [[gallinula|gallinella]], il [[beccamoschino]], la [[capinera]], la tortora reale, la [[cinciallegra]], il [[saltimpalo]], la [[nitticora]], l'[[averla]], il [[Alcedo atthis|martin pescatore]] e l'[[Ardea cinerea|airone cenerino]].
* Canale dei Molini di Castel Bolognese, Solarolo, Lugo e Fusignano – Storica via d'acqua e fonte di approvvigionamento per le attività produttive (mulini e coltivazioni) del lughese, fu costruito a partire dal [[1389]] per dare acqua ai mulini di Castel Bolognese. Nasce dal fiume [[Senio]] a Tebano, in territorio di [[Castel Bolognese]], e sfocia nel [[Canale in Destra Reno|Canale di bonifica in Destra Reno]], per una lunghezza totale di 38&nbsp;km. Prima di raggiungere Lugo il canale passa dalla frazione Zagonara: qui si può osservare un'area protetta di 12 ha, il "podere Gagliardi"<ref>{{cita web|url=https://bitbudrio.files.wordpress.com/2011/12/canale-mulini.pdf|titolo=Il Canale dei Mulini di Lugo. Alla scoperta degli itinerari storico naturalistici|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>. Passata Zagonara, il canale prosegue lambendo Lugo sul lato occidentale. Alle porte della città si trova il "Ponte delle lavandaie". L'opera risale al Seicento ed è in buono stato: sono ancora ben conservati i gradoni (ricavati dall'argine) su cui si sedevano le lavandaie. Un tempo, infatti, l'acqua del canale era utilizzata per lavare e sciacquare i panni. Fino al secondo dopoguerra era ancora visibile il Mulino di Figna (dal nome della famiglia dei mugnai), situato nelle vicinanze di Porta Brozzi<ref>Walter Berti (a cura di), ''Lugo nel 900. Una storia di Lugo nel XX secolo'', Walberti, Lugo 2005, p. 122.</ref>. Dopo aver attraversato in un tratto sotterraneo via De' Brozzi (la [[Strada statale 253 San Vitale|strada statale San Vitale]]), il canale prosegue la sua corsa verso nord, giungendo alla frazione Bizzuno, che lambisce ad ovest. Poi entra nel territorio di Fusignano. La gestione del manufatto è di competenza del [[Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale]].
Riga 220 ⟶ 230:
 
==== Parrocchie ====
Nel comune di Lugo sono presenti quindici [[parrocchie]] facenti parte della [[diocesi di Imola]], vi sono inoltre tre parrocchie facenti parte della [[diocesi di Faenza-Modigliana]]<ref>Nell'abitato: Santi Francesco e Ilaro (conosciuta come “Collegiata”), principale, San Francesco di Paola (co-patrono), San Giacomo Maggiore, San Gabriele, Madonna del Molino e Santi Simone e Giuda in Madonna delle Stuoie. Nel forese: Ascensione, Belricetto, San Bernardino in Selva, Giovecca, San Lorenzo in Selva, Santa Maria in Fabriago, Voltana, Chiesanuova di Voltana e Zagonara. Nel forese, le parrocchie di fondazione più recente sono quelle di Giovecca e Belricetto, erette il 1º novembre 1945.</ref>.
 
Lugo è sede di vicariato. Rientrano nel territorio vicariale anche due parrocchie del comune di Cotignola: [[Barbiano (Cotignola)|Barbiano]] e [[Budrio (Cotignola)|Budrio]]. Fino al XIV secolo Lugo rientrò nella giurisdizione della pieve di Barbiano. Il capovolgimento si ebbe per opera del duca di Ferrara: con il passaggio di Lugo sotto il dominio degli Este, la città divenne sede di vicariato e si affrancò definitivamente dalla pieve di Barbiano.
Riga 240 ⟶ 250:
 
=== Tradizioni e folclore ===
La Contesa Estense si svolge ogni anno a Lugo nella settimana del 15 maggio, festa di Sant’Ilaro, patrono della città. L’evento rievoca la sosta del duca Borso d’Este nel 1471, diretto a Roma per ricevere l’investitura papale sui territori della Romandiola Ferrarese(nome che gli Este diedero ai loro possedimenti in Romagna). La manifestazione comprende cortei storici, spettacoli e soprattutto la disfida al tiro alla fune tra i quattro rioni cittadini, che si sfidano contemporaneamente per conquistare il Palio della Caveja.
 
Dal 1437 al 1598 Lugo fu sotto il dominio estense, periodo che garantì pace e prosperità, tanto da farla considerare la capitale della Romandiola Ferrarese. L’associazione organizzatrice promuove ricerche e attività culturali legate alla storia e alle tradizioni lughesicittadine.
 
La Contesa estense è stata ufficializzata nel 1969 come ricostruzioneRicostruzione storica.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.bassaromagnamia.it/events/palio-della-contesa-estense/|titolo=Palio della Contesa Estense|sito=Bassa Romagna Mia|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
Riga 265 ⟶ 275:
* Museo Francesco Baracca. Museo storico dedicato all'[[Francesco Baracca|aviatore lughese]]. Allestito nella Rocca Estense fino al 1990, il museo è situato nella casa natale dell'eroe (in via Baracca) ed ospita due aeroplani d'epoca: il [[Aeritalia G-91Y|G91-Y]] e lo [[SPAD S.VII|SPAD VII]], aereo del 1917 sul quale Baracca conseguì una delle sue 34 vittorie (il velivolo è stato restaurato nel 1990). Su di un fianco della fusoliera compare lo stemma personale dell'aviatore, il cavallino rampante che, adottato da [[Enzo Ferrari]], è diventato noto in tutto il mondo. Inoltre, sono in esposizione circa 300 pezzi, tra cimeli personali dell'eroe e documenti della sua epoca. Nel [[2014]] la storica sede del museo è stata sottoposta ad importanti lavori di consolidamento antisismico. Il museo ha riaperto con un nuovo allestimento il 23 maggio [[2015]]<ref>{{cita news|titolo=Il museo Francesco Baracca riapre i battenti|pubblicazione=Il nuovo Diario-Messaggero|data=23 maggio 2015}}</ref>. La maggiore novità è la presenza di un [[simulatore di volo]] collegato a un modello digitale del terreno ad alta risoluzione. Il programma, dotato di una modalità interattiva, consente all'utente di prendere posto all'interno della carlinga, azionare i comandi e partire per un volo per qualsiasi destinazione del mondo<ref>''Dal museo Baracca ora si può decollare per ogni destinazione'', «il nuovo Diario-Messaggero», 30 gennaio 2016, p. 22.</ref>. Il museo Baracca è uno dei sei musei italiani interamente dedicati alla memoria dell'aviazione nazionale.
* Casa museo di Gioacchino Rossini o «Museo polifonico»<ref>{{Cita web|url=https://casarossinilugo.it/|titolo=La Casa di Rossini a Lugo|sito=Casa Rossini Lugo|lingua=it|accesso=2023-05-20}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/casa-museo-gioachino-rossini/|titolo=Casa Museo Gioacchino Rossini|sito=Bassa Romagna Mia|lingua=it|accesso=2023-05-20}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2888/1999|titolo=La casa di Rossini a Lugo: genesi di un museo polifonico|rivista=DigItalia|autore=Maria Gregorio|autore2=Claudio Ballestracci|pp=145-150|data=ultimo aggiornamento dicembre 2021|accesso=20 maggio 2023|dataarchivio=19 gennaio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230119060403/https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/2888/1999|urlmorto=sì}}</ref><ref name="musei">{{Cita web|url=http://www.sistemamusei.ra.it/main/index.php?id_pag=6|titolo=Gli altri musei del territorio non aderenti al Sistema|sito=Sistema Museale della Provincia di Ravenna|accesso=2023-05-20}}</ref>. I genitori di Rossini ebbero residenza a Lugo in via Manfredi 25<ref>La famiglia Rossini è romagnola e la stirpe originaria del grande musicista proviene da Cassanigo di [[Cotignola]], come hanno dimostrato gli studiosi Domenico Savini e Raffaella Zama. Nell'albero genealogico vi sono antenati lughesi e faentini. Vedi Giovanni Baldini, «Il nuovo Diario-Messaggero», 10 novembre 2018, p. 27.</ref>. Il giovane [[Gioachino Rossini]] vi abitò, proveniente dalla natia [[Pesaro]], tra il maggio 1802 e il 1805. Il padre lo iscrisse alla scuola di musica dei fratelli Malerbi e gli trovò un insegnante di lettere, uno di matematica e uno di latino<ref name="Giardini1992">Gino Giardini, ''Rossini a Lugo alla scuola dei Malerbi'', Walberti, Lugo 1992.</ref>. Il nonno paterno abitava in via G. Rocca, 14. All'esterno di questa abitazione è posta una lapide con un'iscrizione in latino risalente al 1857<ref>Delibera municipale del 25 aprile 1857.</ref>. Tra il 2018 e il 2020 il Comune ha riadattato la residenza di via G. Rocca, composta da quattro stanze su due piani, a casa-museo. All'interno si possono ammirare documenti e cimeli che attestano il legame del compositore con la città<ref>{{cita web|url=http://www.romagnadeste.it/it/9-lugo/i1331-casa-museo-gioacchino-rossini.htm|titolo=Casa-museo Gioacchino Rossini|accesso=8 gennaio 2020|dataarchivio=13 febbraio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200213210142/http://www.romagnadeste.it/it/9-lugo/i1331-casa-museo-gioacchino-rossini.htm|urlmorto=sì}}</ref>. Il 28 febbraio [[2023]] Casa Rossini il Museo Baracca sono entrati nel novero delle «Case e studi delle persone illustri dell'Emilia-Romagna»<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioculturale.regione.emilia-romagna.it/notizie/2023/case-studi-illustri-strutture-riconosciute|titolo=Case e studi delle persone illustri: le strutture riconosciute|accesso=8 agosto 2023}}</ref>.
A 200 metri circa dalla casa dove abitava il giovane Rossini vi era la residenza dei fratelli Malerbi<ref>{{cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-casa-malerbi/|titolo=Lugo, Casa Malerbi|data=12 ottobre 2024}}</ref>. Giuseppe Malerbi (1771-1849) fu socio dell’Accademia Filarmonica bolognese e compositore di musica sacra<ref>Nel [[1811]] don Giuseppe Malerbi accettò l'incarico assegnatogli dal Comune di gestire la prima scuola musicale pubblica del paese per ragazzi meno abbienti. Vedi {{cita web|url=http://www.bibliotecatrisi.it/Archivio-notizie/La-Stanza-della-Musica-musicisti-lughesi-nelle-raccolte-storiche-della-Biblioteca-Trisi|titolo="La stanza della musica"|accesso=17 marzo 2020}}</ref>. Nel 1843 divenne membro della prestigiosa [[Accademia Nazionale di Santa Cecilia|Accademia romana di Santa Cecilia]]. Il fratello Luigi (1776-1843) anch'egli canonico, fu organista sia del Carmine che di S. Francesco a Lugo nonché autore di componimenti per [[pianoforte]]. All'inizio del XIX secolo la loro abitazione divenne sede di una scuola di musica (una delle prime della Romagna). I fratelli Malerbi furono i primi maestri del giovane Rossini, cui impartirono lezioni di basso cifrato e composizione dal 1802 al 1805<ref name="Gon">Federico Gon, ''Le rossiniane «Sonate a quattro» (1804): alle origini del “Tedeschino”'', in «Ad Parnassum. A Journal of Eighteenth and Nineteenth-Century Instrumental Music», Volume 14, n. 27 (aprile 2016), pp. 89-122.</ref><ref>I contatti tra Rossini e i suoi primi maestri proseguirono anche durante il suo soggiorno bolognese, cioè almeno fino al 1809. La casa dei fratelli Malerbi venne demolita nei primi anni 1940, insieme alla cosiddetta «Isola di San Marco», di cui faceva parte.</ref>. All'età di dodici anni il loro allievo compose a Lugo la sua prima opera, le ''[[Sei sonate a quattro]]'' (1804)<ref name="Gon" /><ref>{{cita web|url=https://www.raiplayradio.it/audio/2018/11/Orrende-sonate-di-un-geniale-ragazzino-72def408-760a-4476-9a8c-e468dab653f9.html|titolo=G. Rossini, Sonata a quattro n. 6 in re maggiore|accesso=15 marzo 2020}}
{{Cita audio
|autore = Gioachino Rossini
Riga 290 ⟶ 300:
=== Teatro ===
A Lugo ha sede il [[Teatro Rossini (Lugo)|Teatro Rossini]] (intitolato a [[Gioachino Rossini]]), splendido esempio di teatro all'italiana inaugurato nel [[1761]]. Offre un programma di prosa, concerti e lirica. La stagione operistica è dedicata in prevalenza al periodo barocco.
<!--Cinema teatro "San Rocco" (nato nel [[1964]]) che, oltre ad offrire una rassegna di commedie in [[lingua romagnola]], è l'unico cinema di prima visione rimasto aperto in paese. Fino agli anni ottanta del [[XX secolo]] a Lugo vi erano quattro cinema, oltre al San Rocco.-->
 
Cinema teatro "San Rocco" (nato nel [[1964]]) che, oltre ad offrire una rassegna di commedie in [[lingua romagnola]], è l'unico cinema di prima visione rimasto aperto in paese. Fino agli anni ottanta del [[XX secolo]] a Lugo vi erano quattro cinema, oltre al San Rocco.
 
=== Cinema ===
Riga 313 ⟶ 322:
* Biomarché: mercato settimanale dedicato ai prodotti biologici e a filiera corta, allestito sotto il Pavaglione ogni venerdì.
* Mercato settimanale: appuntamento del mercoledì che occupa il centro storico, tra i più estesi della Romagna per numero di banchi e varietà merceologica.
* Fiera biennale dell’Artigianato, Agricoltura e Industria («Bassa Romagna in Fiera»): manifestazione a cadenza biennale che si svolge nel centro storico di Lugo, con aree espositive dedicate ai settori agricolo, artigianale, industriale e commerciale. Coinvolge espositori provenienti dai comuni dell’Unione della Bassa Romagna e propone eventi, mostre e iniziative di promozione territoriale.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.settesere.it/it/notizie-romagna-bassa-romagna-in-fiera-biennale-a-settembre-tante-le-novit-n18253.php|titolo=Bassa Romagna in Fiera, biennale a settembre, tante le novità|sito=Settesere.it|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
===Urbanistica===
{{Vedi anche|Urbanistica di Lugo}}Nel corso della sua storia Lugo ha conosciuto diverse fasi di trasformazioneevoluzione urbanisticaurbana, legate sia aad esigenze difensive sia a strategie di riformariprogettazione del tessuto cittadino. La prima forma urbana fu quella del ''castrum'' fortificato (XIII secolo), attorno al quale sorsero i borghi di Brozzi, Cento e Codalunga. Con il dominio estense (XV secolo) furono autorizzate nuove costruzioni entro la cinta muraria e vennero avviati interventi di ampliamento della [[Rocca estense di Lugo|rocca]] e della piazza del mercato.<ref>Anna Tamburini, ''Lugo, il volto della città'', Edizioni Essegi, 1993, p. 108.</ref>
 
Nel Cinquecento e nel Seicento si assistette alla demolizione della cittadella e alla costruzione del Pavaglione, destinato a favorire la fluidità delil traffico mercantile e a ospitare il mercato settimanale. In età moderna furono introdotti lavori di selciatura delle vie principali e lafurono creazionecreati dinuovi spazi pubblici come i Granili, destinati a garantire sicurezza alimentare.<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.smbr.it/lugo-vecchie-pescherie-della-rocca/|titolo=Lugo, Vecchie Pescherie della Rocca}}</ref>
 
Tra XVIII e XIX secolo si svilupparono nuove piazze e palazzi nobiliari, mentre la costruzione dell’Ospedaledell’ospedale maggiore e la sistemazione delle strade risposero anche a criteri di adeguamento igienico e antisismico. Con l’Unità d’Italia e l’età umbertina furono abbattute diverse porte urbiche per agevolare la viabilità e ampliare gli spazi destinati a fiere e mercati.<ref name=":0" />
 
NelNella seconda metà del XX secolo si assistette alla nascita di nuovi quartieri, come quello della ''Madonna delle Stuoie'' (1969), che introdusse aree residenziali moderne, parcheggi e zone di verde pubblico. Questi interventi segnarono il passaggio da una città di impianto medievale a un centro urbano orientato alla mobilità, alla sicurezza e alla qualità della vita dei cittadini.
 
=== Suddivisioni storiche ===
La città di Lugo è divisa in quattro rioni storici, ciascuno con una propria identità, legata a vicende, famiglie e tradizioni che hanno segnato i secoli.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.bassaromagnamia.it/poitofintrests/contesa-estense/|titolo=CONTESA ESTENSE|sito=Bassa Romagna Mia|accesso=2025-09-19}}</ref> DuranteIn laoccasione della Contesa Estense, questi rioni non sono solo protagonisti della disfida al tiro alla fune, ma rappresentano anche la memoria viva della comunità.:
* Rione de’ Brozzi: Natonato nei primi decenni del 1200, si sviluppa lungo l’attuale Corso Mazzini. Il nome deriva probabilmente da un’antica famiglia proprietaria di terreni, ma richiama anche i “[[Biroccio|birocci]]”, i carri che percorrevano la via per raggiungere il mercato.
 
* Rione Cento: Prendeprende il nome da Via Cento, la strada più antica della città. La sua storia è legata al ritorno dei lughesi da Faenza nel 1218 e alla ricostruzione della Rocca. In quest’area sorse anche la contrada del Limite, poi dedicata a [[San Francesco da Paola]].
* Rione de’ Brozzi: Nato nei primi decenni del 1200, si sviluppa lungo l’attuale Corso Mazzini. Il nome deriva probabilmente da un’antica famiglia proprietaria di terreni, ma richiama anche i “[[Biroccio|birocci]]”, i carri che percorrevano la via per raggiungere il mercato.
* Contrada del Ghetto: Sisi sviluppa lungo l’attuale Corso Matteotti, un tempo Via Codalunga, già abitata dal XII secolo. Dal 1635 divenne il quartiere ebraico, chiuso da cancellate, che ospitava la numerosa comunità israelitica di Lugo.
* Rione Cento: Prende il nome da Via Cento, la strada più antica della città. La sua storia è legata al ritorno dei lughesi da Faenza nel 1218 e alla ricostruzione della Rocca. In quest’area sorse anche la contrada del Limite, poi dedicata a [[San Francesco da Paola]].
* Rione Madonna delle Stuoie: Ispiratoispirato all’antico Borgo del Limite, deve il suo nome a una chiesina eretta nel 1737 e dedicata alla [[Madonna della Misericordia]]. La zona, soggetta ad allagamenti, era ricca di canne palustri usate per intrecciare stuoie, da cui deriva l’attuale denominazione.
* Contrada del Ghetto: Si sviluppa lungo l’attuale Corso Matteotti, un tempo Via Codalunga, già abitata dal XII secolo. Dal 1635 divenne il quartiere ebraico, chiuso da cancellate, che ospitava la numerosa comunità israelitica di Lugo.
* Rione Madonna delle Stuoie: Ispirato all’antico Borgo del Limite, deve il suo nome a una chiesina eretta nel 1737 e dedicata alla [[Madonna della Misericordia]]. La zona, soggetta ad allagamenti, era ricca di canne palustri usate per intrecciare stuoie, da cui deriva l’attuale denominazione.
 
=== Frazioni ===
Riga 382 ⟶ 390:
=== Ferrovie ===
La città è servità dalla [[stazione di Lugo (Italia)|stazione di Lugo]], posta lungo la [[Ferrovia Castelbolognese-Ravenna|linea Castel Bolognese–Ravenna]], e capolinea delle linee [[Ferrovia Lavezzola-Lugo|per Lavezzola]] e [[Ferrovia Faenza-Ravenna|per Faenza]]. Tale impianto è servito da treni regionali svolti da [[Trenitalia]] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la [[Regione Emilia-Romagna]].
 
===Aeroporto===
* L'[[Aeroporto di Lugo]], a carattere locale, è dedicato quasi esclusivamente a voli turistici ed è sede di un aeroclub.
 
=== Mobilità urbana ===
Riga 448 ⟶ 459:
 
Nel settore giovanile la manifestazione più importante è la corsa Lugo-San Marino, "classicissima" per Allievi (anch'essa organizzata dalla "F. Baracca") che si disputa dal [[1958]] ogni prima domenica d'ottobre.
 
=== Pallacanestro ===
La principale società cestistica cittadina è il «Basket Club Lorenzo Zanni». Nacque all'interno della polisportiva «U.S. Robur» (atletica leggera, nuoto, calcio, corsa campestre e tennis tavolo), fondata nel [[1946]] (colori sociali: rosso-arancio e verde). Alla metà degli anni cinquanta mutò nome in «U. S. Libertas "F. Baracca" Lugo» e successivamente in «U. S. "F. Baracca" Lugo». La sezione pallacanestro si formò nel 1949 e disputò il suo primo campionato nella primavera del 1950. Partecipò ai campionati regionali, con un'unica presenza nelle serie nazionali, quella del [[Serie C 1954-1955 (pallacanestro maschile)|1954-55]]. Al termine della stagione 1958-59 l'attività agonistica fu sospesa. Fu ripresa nel 1966-67 con la partecipazione al campionato regionale di Iª Divisione<ref>Marco Dalpane, Giuseppe Rossi, ''Robur-pedìa. Enciclopedia della U.S. Robur pallacanestro Lugo'', I vol. (1936-1970), Walberti Lugo, 2012.</ref>.<br />
Il massimo risultato del «Basket Club Lorenzo Zanni» sono stati i due campionati di [[Serie B (pallacanestro maschile)|Serie B]] nazionale disputati nel [[Serie B 2017-2018 (pallacanestro maschile)|2017-2018]] e [[Serie B 2018-2019 (pallacanestro maschile)|2018-2019]].
 
=== Sport motoristici ===
Riga 485 ⟶ 500:
==== Motociclismo ====
Lugo fu una delle sedi nelle quali si disputò la [[Temporada Romagnola]], manifestazione che si tenne dal 1945 al 1971.
 
=== Pallacanestro ===
La principale società cestistica cittadina è il «Basket Club Lorenzo Zanni». Nacque all'interno della polisportiva «U.S. Robur» (atletica leggera, nuoto, calcio, corsa campestre e tennis tavolo), fondata nel [[1946]] (colori sociali: rosso-arancio e verde). Alla metà degli anni cinquanta mutò nome in «U. S. Libertas "F. Baracca" Lugo» e successivamente in «U. S. "F. Baracca" Lugo». La sezione pallacanestro si formò nel 1949 e disputò il suo primo campionato nella primavera del 1950. Partecipò ai campionati regionali, con un'unica presenza nelle serie nazionali, quella del [[Serie C 1954-1955 (pallacanestro maschile)|1954-55]]. Al termine della stagione 1958-59 l'attività agonistica fu sospesa. Fu ripresa nel 1966-67 con la partecipazione al campionato regionale di Iª Divisione<ref>Marco Dalpane, Giuseppe Rossi, ''Robur-pedìa. Enciclopedia della U.S. Robur pallacanestro Lugo'', I vol. (1936-1970), Walberti Lugo, 2012.</ref>.<br />
Il massimo risultato del «Basket Club Lorenzo Zanni» sono stati i due campionati di [[Serie B (pallacanestro maschile)|Serie B]] nazionale disputati nel [[Serie B 2017-2018 (pallacanestro maschile)|2017-2018]] e [[Serie B 2018-2019 (pallacanestro maschile)|2018-2019]].
 
=== Sport olimpici ===
Riga 517 ⟶ 528:
* [[Pallacanestro]] e [[pallavolo]]: il primo palazzetto dello Sport di Lugo è stato inaugurato il 16 ottobre [[1971]]. Si trova in via Lumagni, nelle adiacenze del Tondo, ed è tuttora in funzione. È stato sede delle partite di pallacanestro della storica Rubor Lugo. Il nuovo palazzetto, il «Pala Banca di Romagna» (inaugurato nel [[2007]]), è situato in periferia. Oltre a pallacanestro e pallavolo vi si pratica anche il [[Tamburello (sport)|tamburello]]. L'impianto ha una capienza di 450 posti.
* [[Pattinaggio a rotelle]]: a Lugo vi è un impianto specifico per questo sport, sito in Via Piratello. La pista di pattinaggio (50 x 25 metri) è una delle più grandi in Italia. La società sportiva «Up and Down» è attiva dal 1985. Il lughese Andrea Poli (1989) ha vinto quattro volte il titolo di Campione del mondo.
* L'[[Aeroporto di Lugo]], a carattere locale, è dedicato quasi esclusivamente a voli turistici ed è sede di un aeroclub.
 
== Galleria d'immagini ==
<gallery mode="packed">
File:Rocca di Lugo Arco Ghetto ebraico.jpg|Primi decenni del XX secolo. La Rocca estense e l'Arco Clementino, che segna l'inizio del ghetto ebraico
File:Pavaglione Lugo mercato della seta.jpg|Primi decenni del XX secolo. Il Pavaglione. Nel lato ovest si tiene il tradizionale mercato della seta
File:Ospedale Umberto I 1910.jpg|L'ospedale «Umberto I», inaugurato il 21 ottobre del 1900
File:Ponte delle lavandaie Lugo.jpg|Primi decenni del XX secolo. Il ponte delle lavandaie sul Canale dei mulini
File:Sant'Ilaro reliquiario.jpg|Reliquiario<ref>Con teca in argento e oro di [[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]. Anno [[1689]], chiesa del Carmine</ref>
File:Sant'Ilaro busto.jpg|[[Ellero di Galeata|Sant'Illaro]]<ref>Busto in argento del santo. Anno [[1961]], chiesa del Carmine</ref>
</gallery>