Ludwik Lejzer Zamenhof: differenze tra le versioni

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In qualità di [[Glossopoiesi|glottoteta]], è universalmente noto per aver fondato le basi dell'[[lingua esperanto|esperanto]], la [[lingua ausiliaria internazionale]] più parlata al mondo.<ref>{{cita libro|lingua=en|autore=Michael Byram|autore2=Adelheid Hu|titolo=Routledge Encyclopedia of Language Teaching and Learning|url=http://books.google.it/books?id=_udVA--sg4kC&pg=PA200&source=gbs_search_r&cad=0_1&sig=ACfU3U0FGMZE3QExQF-tjpCFEgzaJ7ZFXA|editore=[[Routledge]]|città=Londra|anno=2004|ISBN=978-0-41-533286-6|citazione=L'esperanto è l'unica lingua artificiale ad aver conseguito un uso relativamente ampio; si stima tra cinque e quindici milioni il numero di persone ad averlo studiato, anche se coloro che ne fanno un uso regolare probabilmente non superano l'uno per cento di tale numero.}}</ref> Il suo nome viene a volte italianizzato in '''Ludovico Lazzaro Zamenhof'''.
 
Il 26 luglio 1887 pubblicò l{{'}}''[[Unua Libro]]'', il primo libro in esperanto. Da questo momento la sua attività si divise tra il lavoro di [[oculista]], per mantenere la famiglia, la diffusione dell'esperanto e la costituzione di una "[[religione]] pienamente umana", denominata prima [[hilelismo]], poi [[homaranismo]]. Zamenhof è stato nominato 12 volte per il [[premio Nobel per la pace]].<ref>{{Cita web|lingua=fr|url=https://www.franceinter.fr/societe/esperanto-cent-ans-mort-createur-zamenhof|titolo=Espéranto, la langue qui se voulait "universala"|autore=Léo Tescher|sito=FranceInter.fr|data=14 aprile 2017|accesso=7 settembre 2020}}</ref>
 
Il nome "esperanto" deriva da uno dei suoi pseudonimi e significa "colui che spera".
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== Biografia ==
=== Nascita, nome, famiglia ===
[[File:Naskigxdomo.jpg|thumb|left|Targa commemorativa presso la casa natale di Zamenhof., in polacco ed esperanto]]
Ludwik Lejzer Zamenhof nacque a [[Białystok]] il 15 dicembre 1859 (3 dicembre secondo il [[calendario giuliano]] e 19 ''[[kislev]]'' secondo il [[calendario ebraico]]), figlio dell'insegnante di lingue Mordechai Zamenhof (il quale preferiva la dizione russa ''Marko''). La famiglia Zamenhof (o Samenhof secondo alcune grafie) era una famiglia di ebrei lituani, ma Ludwik Lejzer si definì sempre "ebreo russo".
 
Nato Lejzer Zamenhof, scelse successivamente (secondo la moda allora in voga tra alcuni ebrei dell'Europa orientale) anche un altro nome non di origine ebraica, ''Ludwik'', in onore di [[Francis Lodwick]], che nel 1652 pubblicò una [[lingua artificiale]], della quale Zamenhof venne a sapere nelle opere di [[ComeniusComenio]].
 
=== La formazione ===
[[File:Zamenhof-1879.jpg|thumb|Zamenhof (1879)]]
La città di [[Białystok]], oggi in [[Polonia]], all'epoca era assoggettata all'[[Impero russo]] ed era abitata da diversi gruppi etnici che si differenziavano per le distinte posizioni politiche, sociali, linguistiche e religiose: i russi ([[greco-ortodossi]]), erano per lo più impiegati e militari; gli ebrei (di [[lingua yiddish]]) erano commercianti; e i polacchi (cattolici) erano operai. Le tensioni tra le varie etnie erano forti e assumevano a volte forme violente, come racconta lui stesso nell{{'}}''Originala Verkaro'', con l'aggiunta di questo commento: «Questo luogo della mia nascita e degli anni della mia fanciullezza ha impresso il primo corso a tutte le mie aspirazioni successive».<ref>L. L. Zamenhof, ''Eltiro el privata letero de s-ro B.'', in ''Originala Verkaro'', a cura di J. Dietterle, Ferdinand Hirt & Sohn, Leipzig 1929, pagg. 417-422.</ref>
 
Nel 1874 la famiglia si trasferì a [[Varsavia]], dove il giovane Zamenhof frequentò il ginnasio. Studiò poi [[medicina]] prima a [[Mosca (Russia)|Mosca]] e poi di nuovo a Varsavia, specializzandosi infine in [[oftalmologia]] a [[Vienna]].
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== Esperanto ==
[[File:Unua libro per russi - 1887 - 1a edizione - copertina fronte.jpg|miniatura|''Unua libro. Por Rusoj'', un'edizione dell{{'}}''[[Unua libro]]'' per parlanti russi, pubblicata a Varsavia nel 1887.]]
Pur avendo coscienza di essere strettamente legato alle proprie origini ebraiche, Zamenhof era deciso a non legarsi con «gli obiettivi e gli ideali di un particolare gruppo o religione»,<ref>L. L. Zamenhof, ''Respondo de la 30.VI.1914'', in ''Originala Verkaro'', cit., pagg. 344–345.</ref> individuando nella diversità linguistica la causa principale «che allontana la famiglia umana e la divide in fazioni nemiche».<ref>L. L. Zamenhof, ''Eltiro el privata letero de s-ro B.'', in ''ibidem'', pagg. 417 -422.</ref>
 
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== Sionismo ==
[[File:ZEO-France-Pau-2.jpg|thumb|Monumento commemorativo in suo onore: «Quando i popoli potranno liberamente comprendersi, cesseranno di detestarsi».]]
Quando si trasferì a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per i suoi studi, Lejzer venne a contatto con i primi circoli (pre) sionistici e con gli ambienti letterari russi; collaborò con diversi giornali tra i quali il "Russkij Jevrei" ("Ebreo Russo") e il "Moskovskije Vjedomosti" ("Bollettino moscovita"), sul quale pubblicò dietro compenso alcuni articoli e recensioni di libri tedeschi, firmati con lo pseudonimo "Z.".
 
[[File:Zamenhof GE.jpg|miniatura|sinistra|Targa commemorativa a Ginevra.]]
Poco dopo il ritorno a Varsavia nel 1881, fondò il primo circolo sionista della sua città, Ibat Sion ("Gli amanti di Sion") e partecipò, dalle colonne del settimanale ''Rasvjet'' ("Aurora"), al dibattito sulla "[[Terra di Israele|Terra promessa]]" degli ebrei. Le ipotesi allo studio erano principalmente due: la [[Palestina (regione storica)|Palestina]] oppure un qualche territorio dell'America, come auspicava inizialmente lo stesso Lejzer, che pubblicò nel 1882, nei primi fascicoli della testata l'articolo ''Infine, cosa è necessario fare?'' sotto lo pseudonimo "Gamzefon".
 
Pur rigettando la tesi secondo la quale gli ebrei avrebbero dovuto assimilarsi alle altre popolazioni (in Russia avvenivano frequenti tumulti e non di rado dimostrazioni antisemite), Zamenhof escludeva la Palestina (Giudea) sia perché ritenuta una terra primitiva, considerata "santa" dadai cristiani e islamici, sia per la sua appartenenza alla [[Impero ottomano|Turchia]], che non vi avrebbe mai rinunciato. Pertanto Lejzer concludeva che la migliore soluzione del problema ebraico consistesse nell'acquistare un qualsiasi territorio disabitato degli [[Stati Uniti d'America]] per trasferirvi tutta la comunità nel corso di cinque o sei anni.
 
La soluzione "americana" sarà, tuttavia, smentita di lì a poco dallo stesso Zamenhof, il quale, nell'articolo ''Sotto il comune stendardo'',<ref>''Rasvjet'', n. 13.</ref> suggerirà di evitare inutili divisioni nella comunità e di migrare verso [[Città di David|Sion]], segnando così l'apogeo della tesi "palestinese"; cambiamento di opinione riconducibile alla convinzione di Lejzer che per una comunità è necessaria una terra e avere con essa un raccordo storico e non un'idea artefatta.