Procolo di Pozzuoli: differenze tra le versioni
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|nome = San Procolo
|immagine = The Martyrdom of St Januarius in the Amphitheatre at Pozzuoli.jpg
|didascalia = San Procolo (in basso a sinistra) e [[San Gennaro]], dipinti da [[Artemisia Gentileschi]]
|note= Diacono e martire
|nato = [[Pozzuoli]], [[273]] circa
|morto = [[Pozzuoli]], 19 settembre [[305]]
|venerato da = Chiesa cattolica
|beatificazione =
|canonizzazione =
|santuario principale =[[cattedrale di Pozzuoli]]
|ricorrenza = [[18 ottobre]]<
|attributi = palma, bibbia e dalmatica
|patrono di = [[Pozzuoli]]
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|Epoca2 = 300
|Attività = santo
|Nazionalità =
|FineIncipit = è stato un [[diacono]] cristiano che subì il [[
}}
Procolo è uno dei sette cosiddetti ''[[Martire|martiri]] puteolani'' - assieme ai santi Acuzio, [[Desiderio (religioso)|Desiderio]], [[Eutiche]], Festo, [[San Gennaro|Gennaro]] e [[Sossio di Miseno|Sossio]] - che furono decapitati nel [[305]] durante
== Storia ==
=== Fonti documentarie e nascita ===
I nomi dei sette martiri, compaiono in almeno sette antichi ''Acta'', ''Passiones'' o ''Vitae''. Tutti questi racconti pongono in primo piano la figura di san Gennaro, del miracolo della liquefazione del suo sangue e poi delle varie traslazioni delle reliquie dei martiri, con destinazioni diverse e del loro culto in varie località. Comunque si va sempre a pensare che il martire sia nato a Pozzuoli nel 273 circa. Gli ''Atti Puteolani'' o ''Acta sancti Proculi'', che illustrano il martirio di san Procolo, furono trovati nell'Archivio della Curia di Pozzuoli e pubblicati per la prima volta dal [[Compagnia di Gesù|gesuita]] padre Joannes Stilting nel [[1757]] ad [[Anversa]]<ref>J. Stilting (1703-1762), ''Acta ss. Januari episcopi, Sosii, Festi et Proculi diaconorum, Desiderii lectoris, Eutychis vel Eutychetis et Acutii martyrum Puteolis in Campania felice, commentario e notationibus illustrata a Joanne Stiltingo'', Antuerpiae, apud Bernardum Albert Vander Plassche, 1757.</ref>. Agli ''Atti Puteolani'' si aggiungono gli ''Atti Bolognesi'' composti alla fine del VI o agli inizi del VII secolo. Prendono tale nome perché sono conservati in un codice del [[1180]], esattamente nel codice membranaceo n. 1473 , fogli 223-225, di proprietà del [[monastero]] di Santo Stefano dei padri Celestini a [[Bologna]].
[[File:Menologion of Basil 066.jpg|thumb|left|''Morte di san Gennaro e dei martiri puteolani'', nel menologio di Basilio]]
=== Vicende del santo ===
Durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano (284-305), il vescovo Gennaro si trovava a Pozzuoli, in incognito, per non essere riconosciuto dai [[Paganesimo|pagani]], che allora accorrevano numerosi nella zona per consultare la [[Sibilla Cumana]]. I cristiani della zona, però, erano a conoscenza della presenza del vescovo, tanto che il [[diacono]] [[Sossio di Miseno|Sossio]], il diacono Festo e il [[Lettorato (liturgia)|lettore]] Desiderio, si recarono più volte a fargli visita. I pagani scoperto che [[Sossio di Miseno|Sossio]] era cristiano, lo denunciarono al giudice Dragonzio. Sossio venne catturato e condannato ad essere sbranato dalle belve nell'[[anfiteatro Flavio (Pozzuoli)|anfiteatro Flavio di Pozzuoli]].
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Secondo un documento del [[IX secolo]] dalla dubbia autenticità, nell'871, il corpo del martire sarebbe stato portato da un cavaliere [[Svevia|svevo]] nell'abbazia di "Angia Dives" o Reichenau, in un'isoletta sul [[Lago di Costanza]] nella [[Svizzera]] renana.
Nel [[1780]] nell'abbazia si rinvennero delle ossa, tra le quali una parte delle reliquie del martire puteolano che furono riconosciute e recuperate grazie alle ricerche di Monsignore Antonio Gutler, confessore della regina di Napoli Maria Carolina e furono riportate a Pozzuoli il 13 maggio [[1781]].
In ricordo di questo avvenimento dal [[1845]], come stabilito dal vescovo [[Raffaele Purpo]],<ref>http://www.archeoflegrei.it/due-puteolani-diventati-santi/</ref> nella seconda domenica di maggio vengono portati in solenne processione per le vie della città le reliquie e il busto argenteo del Santo martire, insieme a [[Santuario di San Gennaro alla Solfatara|quello marmoreo di san Gennaro]] e a quello ligneo di san Celso<ref>Ritenuto in passato secondo vescovo di Pozzuoli, ed ancora venerato nonostante probabilmente non sia mai esistito e di conseguenza sia stato depennato dalle liste dei santi sotto il pontificato di [[papa Giovanni XXIII]] [http://www.ulixesnews.it/?p=70 UlixesNews]</ref>.
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* http://www.diocesipozzuoli.org/?areasez=55
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Biografie|Cattolicesimo}}
[[Categoria:Santi romani del IV secolo]]
[[Categoria:Santi per nome]]
[[Categoria:Martiri cristiani]]
[[Categoria:Vittime della persecuzione di Diocleziano]]
[[Categoria:Persone legate ai Campi Flegrei]]
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