Ivan IV di Russia: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
m sposto da incipit a coll. esterrni |
||
| (66 versioni intermedie di 40 utenti non mostrate) | |||
Riga 5:
|immagine = Vasnetsov Ioann 4.jpg
|legenda = ''Ivan IV il Terribile'', ritratto di [[Viktor Michajlovič Vasnecov]].<ref>{{Cita|Klein - Twiss|p. 174}}.</ref>
|titolo = [[Sovrani di Russia|Zar di
|sottotitolo =
|stemma =
|inizio regno = 16 gennaio [[1547]]
|fine regno = 28 marzo<ref name=":
|regno =
|incoronazione = 16 gennaio [[1547]]
Riga 18:
|fine regno1 = 16 gennaio [[1547]]
|predecessore1 = [[Basilio III di Russia|Basilio III]]
|successore1 = ''
|nome completo = Ivan Vasil'evič
|trattamento =
Riga 26:
|data di nascita = 25 agosto [[1530]]
|luogo di morte = [[Mosca (Russia)|Mosca]]
|data di morte = {{Calcola età3|1584|3|28
|sepoltura =
|luogo di sepoltura = [[Cattedrale dell'Arcangelo Michele (Mosca)|Cattedrale dell'Arcangelo Michele]], [[Mosca (Russia)|Mosca]]
Riga 41:
|coniuge 5 = [[Anna Vasil'čikova]]
|coniuge 6 = [[Vasilisa Melent'eva]] (?)<br />[[Marija Dolgorukaja]] (?)<br />[[Marija Nagaja]]
|figli = '''da Anastasija Zachar'ina:'''<br/>Anna<br />Marija<br />[[Dmitrij Ivanovič di Russia (1552-1553)|Dmitrij]]<br />[[Ivan Ivanovič di Russia|Ivan]]<br />Evdokija<br />[[Fëdor I di Russia|Fëdor I]]<br />'''da Marija Temrjukovna:'''<br />Vasilij<br />'''da Marija Nagaja:'''<br />[[Dmitrij Ivanovič di Russia (1582-1591)|Dmitrij]]
|religione = [[Chiesa ortodossa russa]]
|motto reale =
Riga 48:
{{Citazione|Tutti i sovrani russi sono autocrati e nessuno ha il diritto di criticarli, il monarca può esercitare la sua volontà sugli schiavi che Dio gli ha dato. Se non obbedite al sovrano quando egli commette un'ingiustizia, non solo vi rendete colpevoli di [[fellonia]], ma dannate la vostra anima, perché Dio stesso vi ordina di obbedire ciecamente al vostro principe.|Lettera di Ivan IV il Terribile ad [[Andrej Michajlovič Kurbskij|Andrej Kurbskij]]<ref>{{Cita|Klein - Twiss|p. 172}}.</ref>}}
{{Bio
|Nome = Ivan IV Vasil'evič
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Ivan 04 di Russia
|PreData = Ива́н IV Васи́льевич, nella grafia pre-riforma Іванъ Д Васильевичъ <ref name=":1" group="N"> In [[antico slavo ecclesiastico]]: ''Іѡаннъ Василїевичъ'', ''Iōannŭ Vasilïevičŭ</ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Kolomenskoe
Riga 59 ⟶ 60:
|GiornoMeseMorte = 28 marzo
|AnnoMorte = 1584
|NoteMorte = <ref name=":
|Attività = sovrano
|Nazionalità = russo
|Categorie = no
|PostNazionalità = , [[granduca di Mosca]] dal [[1533]] al [[1547]] e zar di tutte le Russie dal [[1547]] fino alla morte
|FineIncipit =
}}
Durante il suo lungo regno, Ivan IV seppe imporre la [[Moscovia]] come principale potenza della [[Russia europea]], arrivando a conquistare i [[Khanato di Kazan'|khanati di Kazan']] ed [[Khanato di Astrachan'|Astrachan']] e ad estendere il dominio moscovita lungo l'intero corso del [[Volga]]. Sempre sotto il suo governo iniziò la lunga serie di guerre contro gli ottomani e il processo di [[Conquista russa della Siberia|conquista della Siberia]]. D'altra parte, la [[Prima guerra del nord|fallita conquista della Livonia]] impedì alla Moscovia di ottenere uno sbocco preferenziale sul [[Mar Baltico|Baltico]]. Fu il primo dei granduchi della Moscovia ad assumere il titolo di [[Sovrani di Russia|zar di tutte le Russie]], titolo che nel [[1561]] fu approvato dal decreto del [[patriarca di Costantinopoli]]. Sul fronte interno, Ivan IV attuò, tra il 1565 ed il 1572, la politica dell{{'}}''[[opričnina]]'', durante la quale l'aristocrazia moscovita venne ferocemente purgata.
È noto anche come '''Ivan il Terribile''' ({{russo|Иван Грозный|Ivan Groznyj}} {{Link audio|Ru-Ivan Grozny.ogg|<small>ascolta</small>}}). La traduzione col termine "terribile" dell'aggettivo "''groznyj''" è molto ambigua: l'aggettivo "terribile", in russo "''strašnyj''" o "''užasnyj''", deriva da ''strah'' (paura) oppure ''užas'' (terrore). Invece, "''groznyj''" deriva da "''groza''" che può significare sia "tempesta", sia "minaccia". Pertanto il nome dello zar suona più come "Ivan il tonante" o "Ivan il temibile". Quest'aggettivo era usato dal popolo in maniera tutt'altro che negativa, dato che il sovrano tuonava e minacciava i [[Boiardo (storia)|boiardi]], che molte volte nella storia russa si sono resi responsabili della disgregazione dello stato.<ref>{{Cita libro |lingua = en |autore = Roy Temple House |autore2 = Ernst Erich Noth |editore = University of Oklahoma |url = http://books.google.com/books?id=fRsMAAAAIAAJ&q=%22ivan+the+awesome%22&dq=%22ivan+the+awesome%22&ei=jyxsSMzIE6fSigGaqeWsDw&pgis=1 |titolo = Books Abroad: An International Literary Quarterly |volume = 15 |anno = 1941 |p=343 |issn = 0006-7431 |accesso = 16 luglio 2015}}</ref> Lo stesso aggettivo "''groznyj''" talvolta è attribuito anche a [[Ivan III di Russia|Ivan III]]; nella tradizione popolare russa Ivan III è conosciuto semplicemente come Ivan Vasil'evič (Иван Васильевич, "Ivan, figlio di Basilio").▼
▲È noto anche come '''Ivan il Terribile''' ({{russo|Иван Грозный|Ivan Groznyj}} {{Link audio|Ru-Ivan Grozny.ogg|<small>ascolta</small>}}). La traduzione col termine "terribile" dell'aggettivo "''groznyj''" è molto ambigua: l'aggettivo "terribile", in russo "''strašnyj''" o "''užasnyj''", deriva da ''strah'' (paura) oppure ''užas'' (terrore). Invece, "''groznyj''" deriva da "''groza''" che può significare sia "tempesta", sia "minaccia". Pertanto il nome dello zar suona più come "Ivan il tonante" o "Ivan il temibile". Quest'aggettivo era usato dal popolo in maniera tutt'altro che negativa, dato che il sovrano tuonava e minacciava i [[Boiardo (storia)|boiardi]], che molte volte nella storia russa si sono resi responsabili della disgregazione dello stato.<ref>{{Cita libro |lingua = en |autore = Roy Temple House |autore2 = Ernst Erich Noth |editore = University of Oklahoma |url = http://books.google.com/books?id=fRsMAAAAIAAJ&q=%22ivan+the+awesome%22&dq=%22ivan+the+awesome%22&ei=jyxsSMzIE6fSigGaqeWsDw&pgis=1 |titolo = Books Abroad: An International Literary Quarterly |volume = 15 |anno = 1941 |p=343 |issn = 0006-7431 |accesso = 16 luglio 2015}}</ref> Lo stesso aggettivo "''groznyj''" talvolta è attribuito anche a [[Ivan III di Russia|Ivan III]]; nella tradizione popolare russa Ivan III è conosciuto semplicemente come Ivan Vasil'evič (Иван Васильевич, "Ivan, figlio di
== Biografia ==
=== Nascita ===
Ivan Vasil'evič nacque il 25 agosto 1530 a [[Kolomenskoe]], dal [[Sovrani di Russia|Gran Principe di Moscovia]] [[Basilio III di Russia|Basilio III Ivanovič]] e di [[Elena Glinskaja]]. Il padre Basilio, della casa dei [[Rjurikidi]], aveva fatto annullare il proprio precedente matrimonio con [[Solomonija Saburova]], che non era riuscita a concepire figli, costringendo la precedente moglie a farsi monaca e sposando, nel gennaio del 1526, Elena Glinskaja<ref name=":0">{{Cita|Donnert|p. 73}}.</ref>. Elena, dal canto suo, proveniva dalla potente famiglia dei principi Glinskij e, dal lato materno, discendeva dalla famiglia serba degli Jakšić<ref name=":0" />.
=== La reggenza di Elena Glinskaja ===
Il 3 dicembre 1533 Ivan, alla morte del padre, ascese al trono come Gran Principe di Mosca. Vista la sua giovane età, venne affidata la reggenza della Moscovia alla madre Elena<ref>{{Cita|Riasanovsky|p. 149 ss.}}</ref>. Nei cinque anni successivi il governo della Moscovia fu caratterizzato dai contrasti tra la reggente e i suoi sostenitori (all'inizio lo zio, [[Michail Glinskij]], e, a seguito della sua morte, il principe Telepnëv-Obolenskij e il metropolita di Mosca Daniele) e i [[Boiardo (storia)|boiardi]]<ref>{{Cita|Donnert|p. 70}}.</ref><ref>{{Cita|Riasanovsky|p. 150}}.</ref>.
Già verso la fine del [[1534]] il principato di Moscovia venne a trovarsi sull'orlo di una [[guerra civile]]. Tuttavia, per evitare la presa di potere di una delle fazioni [[Boiardo (storia)|boiarde]] e per assicurare una tranquilla successione al proprio primogenito, la madre di Ivan IV, Elena, fece imprigionare e giustiziare molti nobili, tra cui i Principi russi fratelli dello stesso Basilio, accusandoli di aver cospirato contro di lei e di suo figlio. Le precauzioni prese da Elena non ebbero tuttavia successo: la sua morte avvenne in strane circostanze e probabilmente il decesso fu causato da [[veleno|avvelenamento]].<ref>Martin, ''Medieval Russia'', 331; Pushkareva, ''Women in Russian History'', pp. 65-67.</ref> Per il piccolo Ivan questo avvenimento fu sconcertante: privato anche della madre, a cui era legato da un profondo vincolo affettivo, si ritrovò orfano a otto anni, con l'incombenza di governare uno stato e di tenere a bada una corte che, senza il freno della madre, non tardò a sprofondare nel caos più totale a causa dell'acuirsi delle lotte fra boiardi.▼
=== Lo scontro tra i boiardi ===
▲Già verso la fine del [[1534]] il principato di Moscovia venne a trovarsi sull'orlo di una [[guerra civile]]. Tuttavia, per evitare la presa di potere di una delle fazioni [[Boiardo (storia)|boiarde]] e per assicurare una tranquilla successione al proprio primogenito, la madre di Ivan IV, Elena, fece imprigionare e giustiziare molti nobili, tra cui i Principi russi fratelli dello stesso Basilio, accusandoli di aver cospirato contro di lei e di suo figlio. Le precauzioni prese da Elena non ebbero tuttavia successo: la sua morte avvenne in strane circostanze e probabilmente il decesso fu causato da [[veleno|avvelenamento]].<ref>Martin, ''Medieval Russia'', 331; Pushkareva, ''Women in Russian History'', pp. 65-67.</ref>
[[File:Hw-ivan4.jpg|thumb|left|Ritratto di Ivan IV il Terribile]]▼
▲In questo clima di insicurezza fu inevitabile lo scoppio della guerra civile all'interno del principato di Moscovia. L'obiettivo delle diverse fazioni in lotta era quello di poter controllare il trono retto dal giovanissimo monarca, considerato null'altro che un sovrano fantoccio. A contendersi il potere furono le due più importanti famiglie boiarde, gli [[Šujskij (famiglia)|Šujskij]] e i [[Belskij]]. Queste due fazioni continuarono a combattersi tra di loro e, appena una aveva il sopravvento sull'altra, la Corte russa veniva decimata da stragi perpetrate dalla vincente contro coloro che venivano sospettati di tradimento. Le due famiglie iniziarono ad attingere al tesoro del principato e non esitarono ad utilizzare l'esercito moscovita per le proprie trame di potere.
Nel frattempo, con la Russia in piena guerra civile, nessuno si ricordò del suo legittimo regnante, il quale fu talmente trascurato da non essere nemmeno nutrito regolarmente. Ivan si aggirava tutto solo tra le grandi stanze del palazzo imperiale, dimenticato da tutti e circondato da omicidi, tradimenti e spietate lotte per il potere. L'unico appoggio che ricevette fu quello del suo futuro consigliere, [[Macario (metropolita di Mosca)|Macario]], il quale, eletto [[metropolita]] nel 1542, prese sotto la sua protezione il giovane Ivan e ne condivise il forte odio verso i boiardi.
Riga 91:
Dopo aver fatto capire che i rapporti di forza del principato di Moscovia si erano ribaltati a proprio favore, Ivan si circondò nella propria corte di giovani nobili che, per quattro anni, furono suoi sodali in giochi crudeli e molto stravaganti: si divertivano infatti, appena scesa la sera, a vagare per [[Mosca (Russia)|Mosca]] e a bastonare chiunque trovassero sulla loro strada, violentando le donne che avevano la sfortuna di incontrarli. Un altro "passatempo" cui erano particolarmente dediti era quello di gettare dei [[Canis lupus familiaris|cani]] dalle torri del [[castello]] imperiale.
Ivan IV fu ufficialmente incoronato zar di Russia, con la [[corona di Monomaco]], all'età di sedici anni, il 16 gennaio 1547.<ref name="Gullino, p. 126">Gullino, p. 126.</ref>▼
=== I primi anni di regno ===
Al momento dell'incoronazione, dopo aver dimostrato negli anni precedenti la propria intelligenza in ambito politico, Ivan si rivelò di un'ambizione tale da affermare che i simboli del Principato di Mosca, il globo con la croce e lo scettro, provenivano direttamente da [[Costantinopoli]] in quanto inviati da un [[Imperatore bizantino]] nel [[XII secolo]] a un proprio antenato, principe della dinastia [[Rurik]]. Giustificò, in questo modo, la propria decisione di assumere il titolo di ''zar'', ossia ''Cesare'' (chiaro richiamo all'[[Impero romano]]), e fece assurgere [[Mosca (Russia)|Mosca]] al ruolo di [[Terza Roma]].<ref name="Gullino, p. 126"/> A ulteriore giustificazione di tale scelta vi era la circostanza che nelle vene di Ivan IV scorreva [[sangue]] imperiale bizantino poiché suo nonno, [[Ivan III di Russia]], aveva sposato nel 1472, [[Zoe Paleologa]],<ref>Jannic Durand, ''Arte bizantina'', Genova, key book arte, 2001. p. 205.</ref> poi rinominata Sophia, figlia di colui che aveva il titolo onorario di imperatore romano (d'oriente), ossia [[Tommaso Paleologo]], fratello degli ultimi due imperatori bizantini, [[Giovanni VIII Paleologo]] (1425-1448)<ref>Georg Ostrogorsky, ''Storia dell'impero bizantino'', Torino, Einaudi, 1993. p. 545.</ref> e [[Costantino XI Paleologo]] (1449-1453).<ref>John Julius Norwich, ''Bisanzio'', Milano, Oscar Mondadori, 2000. p. 447.</ref> Per completare l'opera, infine, Ivan IV introdusse nello stemma imperiale russo il simbolo distintivo degli imperatori bizantini, ovvero l'[[Bicipite (araldica)|aquila bicipite]]<ref>Jannic Durand, ''Arte bizantina'', Genova, key book arte, 2001. p. 200.</ref> e non solo si nominò zar, ma scelse di persona anche la nuova ''[[zarina]]'', come i ''[[basileus]]'' a Costantinopoli sceglievano la ''basilissa''.▼
==== L'incoronazione come Zar ====
Emanò, infatti, un editto nel quale intimava a tutti i nobili russi di inviare a Mosca le proprie figlie in età da marito, in modo che lui stesso potesse scegliere la sua futura moglie. La pena per chi avesse tentato di non ubbidire prontamente a tale ordine sarebbe stata la morte. Le figlie dei boiardi che giunsero a Mosca furono all'incirca 1.500, e Ivan IV le osservò tutte attentamente, seguito dal proprio consigliere, e ad ognuna di esse regalò delle pietre preziose ed uno scialle con ricami dorati. Lo Zar scelse come sua compagna [[Anastasija Romanovna Zachar'ina]], appartenente a una famiglia nobile di provincia e sorella di [[Nikita Romanovič Zachar'in-Jur'ev]].▼
[[File:Facial Chronicle - b.20, p. 283 - Coronation Ivan IV.jpg|sinistra|miniatura|Incoronazione di Ivan IV (''[[Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile|Cronaca illustrata di Ivan il Terribile]]'')]]
▲Il 16 gennaio 1547, all'età di sedici anni Ivan IV fu ufficialmente incoronato zar di Russia, con la [[corona di Monomaco]],
▲Al momento dell'incoronazione, dopo aver dimostrato negli anni precedenti la propria intelligenza in ambito politico, Ivan si rivelò di un'ambizione tale da affermare che i simboli del Principato di Mosca, il globo con la croce e lo scettro, provenivano direttamente da [[Costantinopoli]] in quanto inviati da un [[Imperatore bizantino]] nel [[XII secolo]] a un proprio antenato, principe della dinastia [[Rurik]]. Giustificò, in questo modo, la propria decisione di assumere il titolo di ''zar'', ossia ''Cesare'' (chiaro richiamo all'[[Impero romano]]), e fece assurgere [[Mosca (Russia)|Mosca]] al ruolo di [[Terza Roma]].<ref name="Gullino, p. 126" /> A ulteriore giustificazione di tale scelta vi era la circostanza che nelle vene di Ivan IV scorreva [[sangue]] imperiale bizantino poiché suo nonno, [[Ivan III di Russia]], aveva sposato nel 1472, [[Zoe Paleologa]],<ref>Jannic Durand, ''Arte bizantina'', Genova, key book arte, 2001. p. 205.</ref> poi rinominata Sophia, figlia di colui che aveva il titolo onorario di imperatore romano (d'oriente), ossia [[Tommaso Paleologo]], fratello degli ultimi due imperatori bizantini, [[Giovanni VIII Paleologo]] (1425-1448)<ref>Georg Ostrogorsky, ''Storia dell'impero bizantino'', Torino, Einaudi, 1993. p. 545.</ref> e [[Costantino XI Paleologo]] (1449-1453).<ref>John Julius Norwich, ''Bisanzio'', Milano, Oscar Mondadori, 2000. p. 447.</ref> Per completare l'opera, infine, Ivan IV introdusse nello stemma imperiale russo il simbolo distintivo degli imperatori bizantini, ovvero l'[[Bicipite (araldica)|aquila bicipite]]<ref>Jannic Durand, ''Arte bizantina'', Genova, key book arte, 2001. p. 200.</ref> e non solo si nominò zar, ma scelse di persona anche la nuova ''[[zarina]]'', come i ''[[basileus]]'' a Costantinopoli sceglievano la ''basilissa''.
▲Emanò, infatti, un editto nel quale intimava a tutti i nobili russi di inviare a Mosca le proprie figlie in età da marito, in modo che lui stesso potesse scegliere la sua futura moglie. La pena per chi avesse tentato di non ubbidire prontamente a tale ordine sarebbe stata la morte. Le figlie dei boiardi che giunsero a Mosca furono all'incirca 1.500, e Ivan IV le osservò tutte attentamente, seguito dal proprio consigliere, e ad ognuna di esse regalò delle pietre preziose ed uno scialle con ricami dorati. Lo Zar scelse come sua compagna [[Anastasija Romanovna Zachar'ina]], appartenente a una famiglia nobile di provincia e sorella di [[Nikita Romanovič Zachar'in-Jur'ev]]<ref>{{Cita|Donnert|p. 76}}.</ref>.
Tuttavia la sua scelta non fu gradita agli aristocratici moscoviti, che si sentirono offesi in primo luogo perché non era stata scelta una delle loro figlie ed in secondo perché loro non volevano servire e prestare giuramento a una nobildonna di poco conto venuta dalla provincia. Ivan IV in seguito avrebbe più volte apprezzato la scelta effettuata quel fatidico giorno, poiché il suo rapporto con la moglie si rivelò col tempo ottimo: cominciò, infatti, a fidarsi quasi solo ed esclusivamente di lei, che era una persona mite e fedele, e quando si trovava in sua compagnia non era soggetto a quei terribili [[disturbi dell'umore|sbalzi di umore]] che da pochi anni avevano cominciato a manifestarsi.
==== L'incendio di Mosca del 1547 ====
[[File:Ivans ivory throne.jpg|thumb|left|Il trono di Ivan IV]]
La crudeltà e il cinismo in Ivan IV crescevano tuttavia continuamente, come sta anche a testimoniare un avvenimento che si verificò nel 1547. In tale data si presentarono a corte alcuni rappresentanti di un villaggio del principato di Moscovia a lamentarsi riguardo al governatore della zona che, a loro dire, era ingiusto verso di loro. Ivan IV, per nulla interessato a tali doglianze e lamentandosi egli stesso di stare solo perdendo tempo, ordinò alle proprie guardie di prendere quegli uomini e, dopo averli cosparsi di [[Distillato|acquavite]], di bruciare loro le [[barba|barbe]].
Mentre i soldati stavano per eseguire l'ordine dello Zar furono fermati dall'avviso di un servo che annunciava che [[Incendio di Mosca (1547)|Mosca stava andando a fuoco]]. Il disastro fu inevitabile: la città fu in gran parte distrutta e persero la vita
==== Il "Buon consiglio" ====
[[File:Capture of Kazan (Shamshin, 1894).jpeg|miniatura|259x259px|''Entrata di Ivan IV a Kazan''', Pëtr Šamšin (1894)]]
Iniziò, quindi, un periodo caratterizzato da una politica volta alla [[pace]] e alle riforme di modernizzazione dello stato. Innanzitutto nominò un ministro riformatore nella persona di [[Aleksej Fëdorovic Adašev]]. Volendo rafforzare la carica di Zar, in modo da renderla meno soggetta ai condizionamenti esterni, Ivan contrastò i funzionari e il [[clero]] corrotto, modificò il [[codice (diritto)|codice]] penale, convocò nel 1549 lo ''[[Zemskij Sobor]]'' (un parlamento su base feudale), con il quale costrinse i boiardi a ratificare in assemblea le sue decisioni in politica interna, e nel 1551 lo ''[[Stoglavyj sobor]]'', [[Concilio|concilio ecclesiastico]] diretto dallo stesso Ivan nel quale venne stabilita la subordinazione della chiesa allo stato e un complesso sistema di rituali e regole a cui la [[Chiesa ortodossa russa]] avrebbe continuato a sottoporsi nei secoli successivi.
Nel 1550 Ivan creò un [[esercito]] permanente, formato dagli [[strelizzi]],<ref>Michael C. Paul, "The Military Revolution in Russia 1550-1682", ''The Journal of Military History'' 68 No. 1 (gennaio 2004): 9-45, esp. pp. 20-22.</ref> grazie al quale riuscì a ottenere il controllo su tutti gli esponenti dell'alta nobiltà: l'appellativo "il Terribile" fu coniato proprio in tale occasione dalla fascia più bassa della popolazione e, lungi da avere una connotazione negativa, manifestava invece il rispetto dei più poveri verso il loro sovrano, che non esitava a usare il pugno di ferro sia con la nobiltà che li opprimeva, sia con i [[Tartari|Tatari]], autori da secoli di continue e sanguinose razzie nelle campagne.<ref>Frank D. McConnell. Oxford University Press, 1979. ISBN 0-19-502572-5; p. 78.</ref>
A far risultare Ivan IV ancora più gradito al basso volgo, sopravvenne un suo discorso pubblico a Mosca nel quale si scusava con i propri sudditi di non averli difesi in passato contro i soprusi di certi boiardi, e annunciava che da quel momento in poi non sarebbe più accaduto nulla di simile. Concluse la propria orazione ergendosi a difensore dei deboli e mise subito in atto i propri intenti facendo immediatamente arrestare un gran numero di nobili.
[[File:Бол.печать Ивана Грозного.jpg|thumb|Il sigillo di Ivan IV il Terribile|sinistra]]
La Russia iniziava in quel periodo ad ampliare le proprie rotte commerciali, aprendo ai mercanti [[Inghilterra|inglesi]] il porto di [[Arcangelo (Russia)|Arcangelo]] sul [[Mar Bianco]]. Lo Zar era inoltre determinato a contrastare i continui assalti da parte dei
La prima parte del regno di Ivan IV non fu solo caratterizzata da aspetti positivi: risale infatti a questo periodo la promulgazione delle prime leggi che restringono la libertà di spostamento dei [[contadino|contadini]], leggi che daranno poi origine alla [[servitù della gleba]].
Nel 1553 Ivan IV diede ordine ai suoi [[architetto|architetti]] di erigere una nuova chiesa a Mosca. Questa, originariamente costruita per festeggiare la presa di [[Kazan']], sarebbe stata successivamente chiamata [[Cattedrale di San Basilio]], in onore del santo [[Stoltezza in Cristo|Stolto in Cristo]] [[Basilio il Benedetto]], con il quale Ivan aveva costruito uno stretto rapporto. La chiesa, che oggi si trova nel lato sud della [[Piazza Rossa]], fu completata nel 1560, ma il risultato non fu di gradimento ai contemporanei che la definirono grottesca, con colori troppo accesi, e con una totale mancanza di [[simmetria]]. Ciò nonostante, allo zar piacque moltissimo, tant'è vero che diede l'ordine di accecare gli architetti, affinché non potessero costruire per qualcun altro una cosa altrettanto bella.<ref>{{Cita|Klein
Avvenimento di notevole importanza storica che caratterizzò i primi anni di regno di Ivan fu altresì l'introduzione in Russia della prima [[pressa]] da stampa tipografica (sebbene i primi due stampatori [[Ivan Fëdorov]] e [[Pëtr Mstislavests]] siano stati in seguito costretti a fuggire da [[Mosca (Russia)|Mosca]] ed a rifugiarsi nel [[Lituania|Granducato di Lituania]]).
=== Tragedie, tradimenti e follia ===
▲[[File:Hw-ivan4.jpg|thumb|left|Ritratto di Ivan IV il Terribile]]
Un successivo conflitto iniziato per l'espansione del territorio e il controllo sui mari, durante il quale inizialmente i russi avevano conseguito un buon numero di vittorie, si trasformò in un'interminabile guerra contro [[Svedesi]], [[Lituani]], [[Polacchi]] e [[Ordine livoniano]]. Gli scontri militari si protrassero per ventidue anni e consumarono notevoli risorse. La [[Russia]] ne fu danneggiata sia dal punto di vista economico che da quello militare, senza ottenere alcun vantaggio territoriale.
Riga 126 ⟶ 134:
Ivan tuttavia, contro tutte le aspettative, guarì. Per ringraziare [[Dio]] del beneficio ricevuto, lo Zar intraprese un [[pellegrinaggio]] ma, mentre già era in viaggio, dovette far ritorno a Mosca a causa di una disgrazia che si era abbattuta sulla sua famiglia: il figlio Demetrio era caduto nel fiume [[Šeksna]] nel quale era morto annegato. Il dolore di Ivan fu immenso e a questo si sommò quello per la perdita, nel 1560, dell'amatissima moglie Anastasia, una delle pochissime persone di cui si fidasse, che pare fosse stata assassinata dai boiardi.
Dopo la morte di quest'ultima, lo Zar sembrò essere sull'orlo della [[follia]] ma
=== L'Opričnina ===
[[File:Iioan4.jpg|thumb|Ivan IV il Terribile]]
Il 3 dicembre 1564 Ivan IV si allontanò con la propria famiglia, e con tutti i suoi servi, dal palazzo imperiale di [[Mosca (Russia)|Mosca]], per stabilirsi nel villaggio di [[Aleksandrov (
Il 3 gennaio 1565 inviò al [[Metropolita di Mosca]], [[Atanasio (metropolita di Mosca)|Atanasio]], una lettera nella quale accusava i [[Boiardo (storia)|boiardi]] della disgregazione in cui si trovava il paese e di crimini, manifestando altresì l'intenzione di abdicare. Ordinò tuttavia a suoi fedeli rimasti a Mosca di leggere due suoi proclami per le strade della capitale: in uno accusava i boiardi di maltrattare il popolo e annunciava che avrebbe abdicato, nel secondo smentiva l'abdicazione e affermava di averla semplicemente usata come minaccia.
Riga 136 ⟶ 144:
Il tentativo si rivelò efficace: temendo un nuovo periodo di disordini, una delegazione, composta dal Metropolita, dai boiardi (che temevano la degenerazione della situazione politica interna e di essere accusati di tradimento) e dai mercanti (delegazione appoggiata dal popolo, fedele allo Zar), si recò ad Aleksandrov, richiedendo il ritorno al potere dello Zar. Il sovrano pose una sola condizione, la cui accettazione lo avrebbe reso illimitatamente potente: il [[clero]] avrebbe dovuto rinunciare al suo diritto di intercessione nei confronti dei ceti più deboli e i boiardi avrebbero dovuto rinunciare alle garanzie di una giustizia equa. La delegazione fu costretta ad accettare. Al suo ritorno a Mosca lo Zar parve cambiato, le cronache (molte delle quali provengono tuttavia dal partito a lui avverso) riportano che i suoi occhi si erano infossati, profonde rughe erano comparse sul suo viso e il suo fisico era deperito.
Nel corso dello stesso mese, un ''[[ukaz]]'' dello zar divise il territorio della Moscovia in due parti: la ''[[zemšcina]]'', la quale conservava la passata amministrazione zarista, e l{{'}}''[[Opričnina]]'', sulla quale Ivan deteneva un potere illimitato. Quest'ultima corrispondeva a più di un terzo dell'intero regno e comprendeva i migliori terreni coltivabili, parti delle città più grandi e della stessa Mosca. Nella medesima occasione, Ivan IV creò la milizia degli [[Opričniki]], una truppa scelta di 1.000 uomini, che aveva il dovere di obbedirgli fedelmente. Questi uomini, cui il popolo ben presto affibbierà il soprannome di ''Truppa di Satana'' (per il terrore che diffondevano tra i boiardi), circolavano vestiti completamente di nero e avevano come segni distintivi una [[scopa (strumento)|scopa]] e la testa di un cane, che simboleggiavano allegoricamente la loro missione: fiutare il tradimento e spazzarlo via. Portavano queste effigi sulle selle dei loro cavalli, soprannominati ''Neri dell'Inferno''. Il più famoso tra i comandanti di queste bande fu [[Maljuta Skuratov]], spietato esecutore degli ordini dello Zar e suo uomo di fiducia.
[[File:0NevrevNV Oprichniki BISH.jpg|left|thumb|"[[Opričniki]]", opera di [[Nikolaj Vasil'evič Nevrev]]]]
Durante questi eventi, le condizioni di sanità mentale dello Zar peggiorarono: testimonianza di ciò ci è fornita dalle cronache del tempo, per lo più provenienti da autori contrari alle politiche zariste, che ci raccontano di come l'Imperatore si alzasse all'[[alba]] per pregare quattro ore di fila insieme a tutta la sua corte. Chi fosse stato assente o sorpreso a non pregare con fervore poteva essere incarcerato o anche ucciso. Dopo tali funzioni, a cui spesso si accompagnavano esecuzioni capitali, lo Zar e la sua corte si davano alla vita mondana, partecipando a banchetti, visitando infine i sotterranei, dove erano presenti le camere di [[tortura]].<ref group="N">Le vittime dello zar venivano torturate, uccise, bollite vive, fatte a pezzi o impalate. (
L'istituto dell'Opričnina perdurò dal 1565 al 1572, sette anni durante i quali Ivan si sforzò con tutte le sue forze di annientare i suoi avversari e di mutare il sistema di governo russo tramutandolo in un'[[autocrazia]] assoluta. I boiardi, duramente perseguitati e privati delle loro terre, cercarono inizialmente, tramite una decisione dello [[Zemskij Sobor]] del 1566, di dissuadere il sovrano, e successivamente giunsero a chiedere l'intervento militare della [[Lituania]]. Ivan, dopo essere riuscito a intercettare il loro messo, fece imprigionare i sediziosi e li condannò a morte. Il [[Filippo II (metropolita di Mosca)|Metropolita Filippo]], che aveva cercato di intercedere presso lo Zar per i nobili tenuti prigionieri, fu ucciso, e tale fine fecero anche due cugini di Ivan, [[Vladimir di Starica]] e il figlio, costretti dal sovrano ad avvelenarsi perché sospettati di complotto.
Riga 146 ⟶ 154:
Nel 1570 lo Zar, avendo saputo che i capi boiardi della rivolta erano alcuni nobili di [[Velikij Novgorod|Novgorod]], inviò i suoi ''opričniki'' con l'ordine di saccheggiare la città e di uccidere tutti i suoi abitanti. Si fece poi stilare una lista di tutti i morti, che presentò nei monasteri russi, chiedendo ai loro [[egumeno|egumeni]] di celebrare messe di suffragio. Fonti di parte riferiscono che la cifra dei morti oscillerebbe tra le trentamila e quarantamila anche se, a livello ufficiale, si contano 1500 caduti tra i nobili e lo stesso numero tra la gente comune. Sulla strada di ritorno verso Mosca, gli ''opričniki'' attaccarono e devastarono i possedimenti dei boiardi, massacrando ogni nobile. Lo stesso anno, credendo che due dei capi delle sue truppe scelte, [[Aleksej Basmanov]] e [[Afanasij Vjazemskij]], avessero ordito una congiura, Ivan li fece arrestare e condannare a morte.
[[File:Iván el Terrible y su hijo, por Iliá Repin.jpg|thumb|Dipinto di [[Il'ja Efimovič Repin|Il'ja Repin]] raffigurante Ivan IV che abbraccia il figlio, il Principe Ivan, ucciso in uno scatto d'ira]]
Ivan IV iniziò a dubitare dell'utilità dell{{'}}''Opričnina'' dopo l'esecuzione dei due comandanti. Solo allora comprese che i membri della sua truppa scelta avrebbero potuto tradirlo con facilità alla prima occasione. Ivan IV era giunto a credere che la terza moglie, [[Marfa Sobakina]], morta quindici giorni dopo il matrimonio, fosse stata avvelenata dagli ''opričniki''. Inoltre la truppa in quel periodo aumentò a 6.000 uomini,<ref name="Gullino, p. 127">Gullino, p. 127.</ref> la cui "fame" di bottino spingeva a razziare la ''Zemšcina'' di propria spontanea iniziativa, senza aver prima ottenuto alcuna autorizzazione da parte del sovrano.
Nella primavera del 1571 i [[Tartari della Crimea]] invasero la Moscovia e arrivarono fino alle porte di Mosca, distruggendo una parte della città. Durante l'avanzata, gli Opričniki non fecero nulla per opporsi agli invasori, probabilmente corrotti dal Khan tartaro.
Riga 152 ⟶ 160:
Tutte queste circostanze costrinsero Ivan IV a tornare sui propri passi: nel luglio 1572 una nuova ''ukaz'' abolì l'istituto dell'Opričnina e sciolse le truppe degli ''Opričniki''. I fondi dell'Opričnina furono quindi fusi con i terreni della ''zemšcina'' e fu consentito ai precedenti proprietari di ritornare nei possedimenti abbandonati sette anni addietro. Leggenda vuole che, al momento della sua abolizione, lo Zar avesse minacciato fortissime pene a chiunque avesse fatto menzione di questo istituto come di una cosa realmente esistita.
Gli storici russi ritengono che il periodo di "terrore" dell{{'}}''Opričnina'' abbia causato la morte di almeno 10.000 uomini, provocando, inoltre, un notevole numero di [[carestia|carestie]] ed esodi di massa di contadini. Il commercio subì un duro colpo e ci sarebbero voluti diversi anni prima che questa traumatica esperienza si cicatrizzasse nel tessuto sociale dalla Moscovia.
=== Gli ultimi anni di regno ===
Riga 162 ⟶ 170:
Verso l'inizio del 1584 Ivan IV si ammalò gravemente e, capendo che oramai era in punto di morte, chiamò a sé il debole e forse ritardato mentale figlio [[Fëdor I di Russia|Fëdor]],<ref>History International Channel coverage, 14:00-15:00 EDST 10 giugno 2008</ref> nominandolo proprio erede al trono. Gli raccomandò di governare con giustizia e saggezza e di evitare in ogni maniera la guerra, perché la Russia non era pronta per un conflitto. Con il timore della morte Ivan IV cercò il perdono divino, e quindi prese gli ordini monastici con i quali si sentiva certo di espiare tutti i suoi peccati.
Credenza popolare vuole che Ivan sia morto mentre giocava a [[scacchi]], molto probabilmente con la sua guardia del corpo [[Bogdan Belskij]], il 18 marzo 1584.<ref>Waliszewski, Kazimierz; Loyd Maria (1904). ''Ivan il Terribile''. Philadelphia: JB Lippincott. Philadelphia: Lippincott JB. pp. 377–78.</ref> Quando la tomba di Ivan fu aperta per una serie di restauri voluti dal governo sovietico negli anni Sessanta del [[XX secolo]], le sue ossa furono analizzate e fu scoperto che le stesse contenevano una quantità di [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]] tale da far ritenere con buona probabilità che il sovrano fosse stato avvelenato. I sospetti degli storici moderni ricadono sui suoi consiglieri Fëdor Belskij e [[Boris
Il primo Zar giocò un ruolo molto importante nella storia della Russia, riuscendo a sopprimere i khanati [[Tatari|tartari]] ed espandendo i territori della Moscovia. Iniziò inoltre una politica di apertura verso l'Europa, tentando di far uscire la Russia dal suo isolamento: tale politica sarebbe stata portata avanti dai suoi successori.
Riga 168 ⟶ 176:
Dopo la morte di Ivan IV la Moscovia, indebolita e devastata, passò in eredità al figlio Fëdor I, ma le sue cagionevoli condizioni di salute e il suo stato mentale alterato gli impedirono di affermare la propria personalità di sovrano e di sviluppare una politica autonoma.
Sulla vita di Ivan IV fu girato un [[film]], dal regista [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]]. Il film fu diviso in tre parti, di cui l'[[Ivan
== Matrimoni di Ivan IV ==
[[File:Marfa Vasilievna Sobakina.jpg|upright=0.9|thumb|La Zarina [[Marfa Vasil'evna Sobakina]] in un ritratto seicentesco.]]Ivan IV ebbe almeno sei (o otto) mogli, anche se solo quattro di loro furono riconosciute come Zarine dalla [[Chiesa Ortodossa russa]]. Tre di loro furono presumibilmente avvelenate dai nemici dello Zar o da famiglie aristocratiche rivali che avrebbero voluto promuovere le loro figlie ad essere le spose di Ivan IV<ref>{{Cita web|autore=
|pubblicazione = Russia Beyond the Headlines |data = 2019-01-07|accesso = 2020-01-29}}</ref>.
=== Matrimoni confermati ===
Riga 190 ⟶ 198:
[[File:Vasilisa Melentieva.jpeg|upright=0.9|thumb|left|La (possibile) Zarina Vasilisa Melent'eva in un ritratto ottocentesco.]]
# [[Vasilisa Melent'eva]] ([[1540]]? – [[1579]]), sposata presumibilmente nel [[1575]], venne ripudiata. La sua esistenza è dubbia, anche se sono stati recentemente trovati documenti che attestano la sua esistenza e confermano il suo matrimonio con lo Zar. Secondo altre fonti, fu semplicemente una Concubina di Ivan IV.
# [[Marija Dolgorukaja]] (? – [[1580]]), sposata presumibilmente nel [[1580]], venne fatta assassinare. La sua esistenza è dubbia, anche se nel [[1866]] venne trovato un manoscritto nella Biblioteca Pubblica Imperiale che conferma la sua esistenza. Su di lei vi sono poche notizie e alcuni storici tendono a credere che non sia mai esistita.
Riga 258 ⟶ 266:
=== Cinema ===
Negli [[anni 1940|anni '40]] del [[Novecento]], [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Sergej Ėjzenštejn]] progettò una colossale trasposizione cinematografica della vita di Ivan IV, disegnandolo come l'eroe di un'epica nazionalista. Il progetto prevedeva una trilogia che si avvaleva anche delle musiche di [[Sergej Sergeevič Prokof'ev|Prokof'ev]]. Il primo film, ''[[Ivan il Terribile (film)|Ivan il Terribile, Parte I]]'', uscito nel 1944, ottenne l'approvazione di [[Stalin]] (e anche un [[Premio Stalin]]). Ma il seguito del film ''[[Ivan il Terribile, Parte II]]'', conosciuto con il titolo ''La congiura dei
== Note ==
Riga 282 ⟶ 290:
* {{Cita libro|autore=Ivan il Terribile|titolo=Lettere (con i commentari della Moscovia di [[Antonio Possevino]])|editore=Centro Internazionale del libro|anno=1958}}
* {{Cita libro|autore=Manfred Hellmann|titolo=Ivan il Terribile|edizione=Collana storia e personalità n.6|editore=Edizioni Paoline|anno=1970}}
* {{Cita libro|autore=Erich Donnert|titolo=La Russia degli Zar – Ascesa e declino di un impero|titolooriginale=Die Russische Zarenreich – Aufstieg und Untergang einer Weltmacht|anno=1998|editore=ECIG|città=Genova|cid=Donnert}}
* {{Cita libro|altri=a cura di D. S. Lichacev e J. S. Lur'e, prefazione di Alessandro Ivanov, trad. Maria Olsufieva|titolo=Lettere e testamento di Ivan il Terribile|edizione=Collana «I Cento Libri» n.32|editore=Longanesi|città=Milano|anno=1972}}
* {{Cita libro|autore=Ivan il Terribile e J. Rokyta|altri=introd., versione e note di Laura Ronchi De Michelis|titolo=Disputa sul protestantesimo. Un confronto tra ortodossia e riforma nel 1570|editore=Claudiana Editrice|città=Torino|anno=1979}}
Riga 293 ⟶ 302:
* Ricardo Ferrari (testi) e Carlos Gomez (disegni). ''Il Terribile''. Roma, [[Eura Editoriale]], 2001. [[Fumetto]] storico pubblicato su [[Skorpio]] dal n. 23 al 30, anno 2001.
* {{Cita libro|autore=Vladimir Fédorovski|titolo=Il romanzo del Cremlino. Da Ivan il Terribile a Putin|editore=Sonzogno|città=Milano|isbn=88-454-1274-1}}
* {{Cita libro|
* {{Cita libro|autore1=Shelley Klein|autore2=Miranda Twiss|titolo=I personaggi più malvagi della storia|editore=Newton & Compton|città=Roma|anno=2006|isbn=88-541-0200-8|cid=Klein e Twiss, 2006}}
* {{Cita libro|autore=Isabel de Madariaga|traduttore=R. Fagetti|titolo=Ivan il Terribile|edizione=Collana [[Biblioteca di cultura storica]]|editore=Einaudi|città=Torino|anno=2006|isbn=978-88-06-17901-4}}
* {{Cita libro|autore=G. Gullino, G. Muto, E. Stumpo|titolo=Il mondo moderno|editore=Monduzzi Editore|città=Roma|anno=2007}}
| |||