Enrico III d'Inghilterra: differenze tra le versioni

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Era il figlio primogenito del re [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni Senza Terra]] e della contessa Isabella d'Angoulême. Costretto ad approvare le [[Disposizioni di Oxford]] nel 1258 (prima forma di parlamento)<ref>Con le [[Disposizioni di Oxford|Disposizioni o statuti di Oxford]], Enrico III accettò il principio che i baroni (il parlamento per ora composto di soli baroni, poi composto da altre classi sociali) potessero controllare l'operato della corte reale.</ref>, le annullò nel 1264, scatenando [[Seconda guerra dei baroni|la rivolta dei baroni]] guidata da [[Simone V di Montfort|Simone di Montfort]], poi stroncata dal suo successore e figlio [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo I]].
 
== Biografia ==
Enrico, alla morte del padre re [[Giovanni d'Inghilterra]], nell'ottobre del 1216, divenne re all'età di soli nove anni<ref>Che un bambino divenisse re d'Inghilterra non accadeva dai tempi di [[Etelredo II d'Inghilterra]] detto l'Inetto che fu re d'Inghilterra nel 978 all'età di dieci anni.</ref>, durante la guerra contro i baroni, ed ebbe come due tutori il legato ponteficio inviato dal [[papa Innocenzo III]], il cardinale vercellese [[Guala Bicchieri]] e [[Guglielmo il Maresciallo]]<ref>Guglielmo il Maresciallo aveva ricevuto l'incarico da [[Giovanni d'Inghilterra]] sul letto di morte.</ref> che divenne anche reggente (''rector regis et regni'') del regno fino al 1219, anno in cui morì. I ribelli, all'inizio del 1216, avevano occupato Londra e avevano offerto il trono a [[Luigi VIII di Francia|Luigi]], figlio<ref>Filippo II Augusto, su richiesta del papa Innocenzo III preferì non intervenire direttamente in uno stato vassallo del papa.</ref> del re di Francia [[Filippo II di Francia|Filippo II Augusto]]. Dopo avere invaso l'Inghilterra [[Luigi VIII di Francia|Luigi]] era stato proclamato re nel maggio 1216 e poi incoronato nella [[cattedrale di Saint Paul]], ricevendo l'omaggio di molti nobili e anche quello del re [[Alessandro II di Scozia]].
 
=== L'incoronazione e giovinezza ===
I sostenitori del padre, Giovanni, il 28 ottobre 1216, si raccolsero a [[Gloucester]], assieme a molti altri nobili di rango inferiore, provenienti da tutta l'Inghilterra e, decidendo che il figlio non avrebbe dovuto pagare per le colpe del padre, incoronarono il giovane Enrico.
 
I ribelli erano apparentemente avvantaggiati ma i realisti avevano ottimi comandanti ed eminenti personalità a sostegno di [[Guglielmo il Maresciallo]], mentre il [[legato pontificio]], [[Guala Bicchieri]], su disposizione del [[papa Onorio III]]<ref>Il [[papa Onorio III]], dal canto suo fece pressione sul [[sovrani di Francia|re di Francia]], Filippo II Augusto, affinché richiamasse in Francia il figlio [[Luigi VIII di Francia|Luigi]]</ref> identificò la causa di Enrico come la causa della Chiesa. Luigi rientrò in Francia per due mesi (da febbraio ad aprile del 1217) e quando tornò trovò la situazione peggiorata. [[Guglielmo il Maresciallo]], con il supporto del Guala era riuscìto a sconfiggere i rivoltosi ma Luigi non era ancora sconfitto; solo all'inizio dell'estate la flotta francese fu distrutta in una feroce battaglia, nella [[La Manica|Manica]], per cui Luigi non poté più ricevere rinforzi e fu costretto a rinchiudersi a Londra. Guglielmo allora iniziò delle trattative e con il [[trattato di Lambeth]] del 1217 siglato con Luigi (il futuro Luigi VIII) mise fine alla prima guerra baronale, e segnò la rinuncia definitiva di Luigi al trono inglese, che con una clausola segreta venne compensato con {{M|10000}} marchi; inoltre tutti i combattenti dovevano rientrare in possesso dei loro feudi e i sostenitori di Luigi dovevano giurare fedeltà a Enrico.
 
La coppia formata da Guglielmo il Maresciallo e Guala Bicchieri governò in vece di Enrico, mentre il vescovo di [[antica diocesi di Winchester|Winchester]], [[Pietro de Roches]], dall'estate del 1217, a seguito del rientro in [[Angoulême]] di Isabella d'Angoulême, la madre di Enrico, era diventato il custode della persona del re. Guala fu sostituito, nel settembre del 1218, come legato pontificio dal [[antica diocesi di Norwich|vescovo di Norwich]], [[Pandolfo Verraccio]], che, dall'anno seguente, per la morte di Guglielmo il Maresciallo, governò con la collaborazione di Pietro de Roches e del [[Gran Giustiziere]], [[Uberto di Burgh]]<ref>[[Uberto di Burgh]] aveva ricevuto l'incarico da [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni Senza Terra]], nel 1215, e, alla sua morte, era stato confermato.</ref>, che rimasero soli dopo la partenza di Pandolfo per il [[Poitou]], nel 1221. Dopo però che Enrico aveva raggiunto la maggior età, nel 1223, Uberto rimase l'unico consigliere del re. Le ribellioni che avvennero a partire da quello stesso anno, probabilmente erano fomentate da Pietro de Roches, che non gradiva l'eccessivo potere del Gran Giustiziere, che però, nonostante qualche sconfitta, riuscì a mantenere la carica e a governare, in accordo con Enrico.
 
=== Enrico III e gli Ebrei ===
Durante la minore età di Enrico la condizione degli ebrei nel regno d'Inghilterra migliorò, ma con l'inizio del suo dominio personale le tasse per gli ebrei furono maggiorate, fino ad arrivare a un livello insostenibile, con un effetto controproducente. A un certo punto il gettito cominciò a calare, sino al punto che il rappresentante delle comunità ebraiche, il ''Presbiter Iudaeorum'', Elia, chiese a Enrico il permesso che il suo popolo potesse lasciare il paese, perché non avevano più nulla con cui pagare; il permesso fu rifiutato ed Enrico diede gli ebrei in pegno a suo fratello, [[Riccardo di Cornovaglia]]. Nello stesso tempo anche la discriminazione religiosa era aumentata, con conseguenti vessazioni, false accuse e uccisioni; da alcune città gli ebrei vennero banditi e specialmente dopo lo scoppio della guerra dei baroni i massacri di ebrei aumentarono in tutto il regno.
 
Nel [[1255]], Enrico intervenne personalmente nell'interrogatorio relativo all'omicidio di [[Ughino di Lincoln]], un presunto caso di [[omicidio rituale]] di cui era stata [[accusa del sangue|accusata la comunità ebraica]] di Lincoln. Secondo quanto riferito, un ebreo residente a Lincoln, Copin, confessò l'omicidio dopo esser stato interrogato sotto tortura da [[John Lexington]], fratello del vescovo di Lincoln, Henry Lexington<ref name="journals.uchicago.edu">{{Cita pubblicazione|nome=Gavin I.|cognome=Langmuir|data=1972-07|titolo=The Knight's Tale of Young Hugh of Lincoln|rivista=Speculum|volume=47|numero=3|pp=459-482|lingua=en|accesso=26 novembre 2022|doi=10.2307/2856155|url=https://www.journals.uchicago.edu/doi/10.2307/2856155}}</ref> <ref name="ReferenceA">{{Cita pubblicazione|nome=Joe|cognome=Hillaby|nome2=Caroline|cognome2=Hillaby|data=2013|titolo=The Palgrave Dictionary of Medieval Anglo-Jewish History|accesso=26 novembre 2022|doi=10.1057/9781137308153|url=http://dx.doi.org/10.1057/9781137308153}}</ref> <br />Enrico III arrivò a Lincoln circa un mese dopo l'arresto iniziale e la confessione. Ordinò che Copin fosse giustiziato e che novanta ebrei fossero sorteggiati ed arrestati in relazione alla scomparsa e alla morte di Ugo e detenuti nella [[Torre di Londra]]. Furono accusati tutti di [[Sacrificio umano|omicidio rituale]] e diciotto di loro impiccati per essersi rifiutati di partecipare al procedimento<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stiofán Ó.|cognome=Cadhla|nome2=Gillian|cognome2=Bennett|data=1º gennaio 2009|titolo=Bodies: Sex, Violence, Disease, and Death in Contemporary Legend|rivista=Journal of American Folklore|volume=122|numero=483|p=117|accesso=26 novembre 2022|doi=10.2307/20487668|url=http://dx.doi.org/10.2307/20487668}}</ref><ref name="journals.uchicago.edu"/>
 
Gavin I. Langmuir disse:
 
{{citazione|''Ciò che distingueva l'affare Lincoln da altre accuse di omicidio rituale era che il re prese consapevolezza dell'evento e fece giustiziare immediatamente un ebreo e altri diciotto giustiziati in modo spettacolare poco dopo. Questo intervento reale sul caso fu probabilmente decisivo per la fama di Ugo, che offuscò di gran lunga quella di Guglielmo di Norwich, Aroldo di Gloucester, Roberto di Bury St. Edmunds e il povero bambino anonimo di St. Paul.''|<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gavin I.|cognome=Langmuir|data=1º luglio 1972|titolo=The Knight's Tale of Young Hugh of Lincoln|rivista=Speculum|volume=47|numero=3|pp=459-482|accesso=26 novembre 2022|doi=10.2307/2856155|url=https://www.journals.uchicago.edu/doi/10.2307/2856155}}</ref>}}
 
Nello stesso tempo anche la discriminazione religiosa era aumentata, con conseguenti vessazioni, false accuse e uccisioni; da alcune città gli ebrei vennero banditi e specialmente dopo lo scoppio della guerra dei baroni i massacri di ebrei aumentarono in tutto il regno.
 
=== Guerra contro la Francia ===
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=== Lotte di potere, ribellioni e movimento baronale (1258-1267) ===
Dopo che nel 1228 una spedizione inglese nel [[Galles]] contro [[Llywelyn Fawr ap Iorwerth|Llyvelyn]], [[Re del Gwynedd|re di Snowdonia]], nel [[Galles]] si era risolta in un fallimento, nel 1231, Llyvelyn aveva fattofece una scorreria in terra inglese sconfiggendo re e Gran Giustiziere. e, nelNel 1232, i baroni avevano rifiutato il loro aiuto per una nuova spedizione contro il Galles,. leLe quotazioni di Uberto di Burgh cominciarono a calare e, nel 1234, Uberto fu messo al bando e, dopo la cattura, imprigionato a [[Devizes]]. Però la vittoria di Pietro de Roches e dei suoi accoliti detti i ''Poitevin'' (quasi tutti originari del Poitou) scatenò una ribellione dei baroni, che appoggiata dalla Chiesa obbligò il re a liberare Uberto, restituendogli tutti i suoi feudi, ma non l'incarico di Gran Giustiziere che fu soppresso.
 
Nel 1240 Enrico si recò in [[Terra santa]] e, nel 1241, al ritorno della Crociata soggiornò in [[Sicilia]], presso [[Federico II di Svevia|Federico II]]<ref>Enrico III aveva già avuto contatti, nel 1224 circa, con [[Engelberto di Berg]], [[arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]] e reggente per la [[Germania]] dell'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]] per un eventuale matrimonio tra sua sorella [[Isabella d'Inghilterra|Isabella]] (che nel 1235 sposò invece Federico II) e il giovane erede di Federico II, [[Enrico VII di Hohenstaufen|Enrico]], quando Federico II era ancora vincolato dall'alleanza francese.</ref>, che era suo cognato, rinforzando i legami con la casa degli [[Hohenstaufen]], e: questo gli impedì<ref>Nel 1229 Enrico III, invece aveva spronato, senza successo, il cugino, Ottone di Brunswick, ad accettare la carica in contrapposizione all'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]].</ref> di accettare la nomina di suo fratello [[Riccardo di Cornovaglia]] a [[Re dei Romani]], nel 1247, alla morte di [[Enrico Raspe]]. Nomina che fu invece accettata, nel 1256, quando non doveva più competere con un Hohenstaufen.
 
Di fronte al crescente potere della burocrazia che dipendeva esclusivamente dal re, i baroni di tanto in tanto chiedevano il ripristino della [[Magna Charta]]. Ad aprile del 1258, riunitisi in [[parlamento d'Inghilterra|parlamento]] a [[Londra]], i baroni chiesero il bando dei ''Poitevin'' e la nomina di una commissione di riforma di 24 membri. A giugno il parlamento presentò le sue richieste, che sono (note come le [[Disposizioni di Oxford]]), approvate da Enrico III, che limitarono la presenza degli stranieri nella burocrazia e ridiedero importanza alle cariche che richiedevano l'approvazione baronale, compresa la carica di Gran Giustiziere che fu reintegrata. Ma già dall'anno successivo cominciarono le divergenze tra Enrico III e [[Simone V di Montfort]], il più autorevole dei baroni. A maggio del 1262 il re disconobbe gli Statuti, che però furono rimessi in vigore all'inizio del 1263, fino a che la corte di Parigi<ref>I baroni inglesi e Enrico III, tanta era la stima che avevano nel re di Francia, [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]], che gli avevano affidato il giudizio sugli [[Disposizioni di Oxford|statuti di Oxford]]</ref> li disconobbe nel 1264. Simone di Montfort aveva capito che solo con la guerra si sarebbero risolte le profonde divergenze tra baroni e casa reale; nel frattempo il figlio di Enrico III, [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo]] si era procurato il sostegno delle [[marche gallesi|marche del Galles]]. Dopo una prima vittoria, nella [[battaglia di Lewes]], il 14 maggio 1264, Simone assunse il governo del regno e il 20 gennaio 1265, convocò il parlamento che decretò senza l'assenso del re.
Nel 1240 Enrico si recò in [[Terra santa]] e, nel 1241, al ritorno della Crociata soggiornò in [[Sicilia]], presso [[Federico II di Svevia|Federico II]]<ref>Enrico III aveva già avuto contatti, nel 1224 circa, con [[Engelberto di Berg]], [[arcidiocesi di Colonia|arcivescovo di Colonia]] e reggente per la [[Germania]] dell'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]] per un eventuale matrimonio tra sua sorella [[Isabella d'Inghilterra|Isabella]] (che nel 1235 sposò invece Federico II) e il giovane erede di Federico II, [[Enrico VII di Hohenstaufen|Enrico]], quando Federico II era ancora vincolato dall'alleanza francese.</ref>, che era suo cognato, rinforzando i legami con la casa degli [[Hohenstaufen]], e questo gli impedì<ref>Nel 1229 Enrico III, invece aveva spronato, senza successo, il cugino, Ottone di Brunswick, ad accettare la carica in contrapposizione all'[[Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Federico II di Svevia|Federico II]].</ref> di accettare la nomina di suo fratello [[Riccardo di Cornovaglia]] a [[Re dei Romani]], nel 1247, alla morte di [[Enrico Raspe]]. Nomina che fu invece accettata, nel 1256, quando non doveva più competere con un Hohenstaufen.
 
Mentre Simone V si occupava del Galles, il principe Edoardo prese l'iniziativa e si impossessò di Gloucester; allora Simone chiese l'aiuto del figlio, [[Simone VI di Montfort]] (questi scappò dall'Inghilterra per rifugiarsi in Italia, nel 1271 fu scomunicato per avere ucciso il cugino in una chiesa e morì nello stesso anno), che si mise in marcia con le sue truppe, ma a [[Kenilworth]], prima di ricongiungersi al padre, fu sconfitto da Edoardo, che poi, il 4 agosto, sconfisse e uccise Simone V, nella [[battaglia di Evesham]].
Di fronte al crescente potere della burocrazia che dipendeva esclusivamente dal re, i baroni di tanto in tanto chiedevano il ripristino della [[Magna Charta]]. Ad aprile del 1258, riunitisi in [[parlamento d'Inghilterra|parlamento]] a [[Londra]], i baroni chiesero il bando dei ''Poitevin'' e la nomina di una commissione di riforma di 24 membri. A giugno il parlamento presentò le sue richieste, che sono note come le [[Disposizioni di Oxford]], approvate da Enrico III, che limitarono la presenza degli stranieri nella burocrazia e ridiedero importanza alle cariche che richiedevano l'approvazione baronale, compresa la carica di Gran Giustiziere che fu reintegrata. Ma già dall'anno successivo cominciarono le divergenze tra Enrico III e [[Simone V di Montfort]], il più autorevole dei baroni. A maggio del 1262 il re disconobbe gli Statuti, che però furono rimessi in vigore all'inizio del 1263, fino a che la corte di Parigi<ref>I baroni inglesi e Enrico III, tanta era la stima che avevano nel re di Francia, [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]], che gli avevano affidato il giudizio sugli [[Disposizioni di Oxford|statuti di Oxford]]</ref> li disconobbe nel 1264. Simone di Montfort aveva capito che solo con la guerra si sarebbero risolte le profonde divergenze tra baroni e casa reale; nel frattempo il figlio di Enrico III, [[Edoardo I d'Inghilterra|Edoardo]] si era procurato il sostegno delle [[marche gallesi|marche del Galles]]. Dopo una prima vittoria, nella [[battaglia di Lewes]], il 14 maggio 1264, Simone assunse il governo del regno e il 20 gennaio 1265, convocò il parlamento che decretò senza l'assenso del re.
 
Mentre Simone V si occupava del Galles il principe Edoardo prese l'iniziativa e si impossessò di Gloucester; allora Simone chiese l'aiuto del figlio, [[Simone VI di Montfort]] (questi scappò dall'Inghilterra per rifugiarsi in Italia, nel 1271 fu scomunicato per avere ucciso il cugino in una chiesa e morì nello stesso anno), che si mise in marcia con le sue truppe, ma a [[Kenilworth]], prima di ricongiungersi al padre, fu sconfitto da Edoardo, che poi, il 4 agosto, sconfisse e uccise Simone V, nella [[battaglia di Evesham]]. Anche dopo la morte di Simone V, che, pur sconfitto, era riuscito a fare avanzare le istanze del governo inglese a livello locale, la rivolta continuò e terminò solo nel 1267.
 
=== Ultimi anni di regno e morte ===
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== Un ritratto del sovrano ==
{{C|Senza fonti contestualizzate rischio di POV e RO|storia|gennaio 2020}}
Le descrizioni che i suoi contemporanei ci hanno lasciato di Enrico III Winchester lo dipingono come un uomo di statura e corporatura media; da giovane era piuttosto snello, ma invecchiando il suo fisico si appesantì. Aveva una lieve imperfezione costituita da un occhio semichiuso, ma per il resto di aspetto gradevole e perfino bello. Le miniature e le statue che lo raffigurano lo mostrano sempre con un'espressione corrucciata e meditabonda, a volte quasi sofferente. Enrico III viene descritto come un uomo semplice, dalla mentalità un po' ristretta, devoto alla chiesa ma senza bigotteria. Il sovrano era felicemente sposato (dal 1236) con Eleonora di Provenza e prontissimo a mostrarsi generoso con i parenti della sposa. Unico lato sofisticato del carattere di quest'uomo semplice fu l'amore per le belle arti di cui fu uno dei più grandi conoscitori e mecenati della sua epoca. Enrico III si circondò di un vero stuolo di artigiani e artisti di ogni genere che trattava con grande familiarità.
Enrico III viene descritto come un uomo semplice, dalla mentalità un po' ristretta, devoto alla chiesa ma senza bigotteria. Il sovrano era felicemente sposato (dal 1236) con Eleonora di Provenza e prontissimo a mostrarsi generoso con i parenti della sposa. Unico lato sofisticato del carattere di quest'uomo semplice fu l'amore per le belle arti di cui fu uno dei più grandi conoscitori e mecenati della sua epoca. Enrico III si circondò di un vero stuolo di artigiani e artisti di ogni genere che trattava con grande familiarità.
 
== Matrimonio e figli ==
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|24 = [[Vulgrin II d'Angoulême]]
|25 = Panica de la Marche
|13 = Margherita di TurennaTurenne
|26 = Raymond I, Visconte di Turenne
|27 = Matilda de la Perche
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* [[Crociata]]
* [[Terza crociata]]
* [[Orso polare di Enrico III]]
 
== Altri progetti ==