Isabella d'Este: differenze tra le versioni

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|madre = [[Eleonora d'Aragona (1450-1493)|Eleonora d'Aragona]]
|consorte = [[Francesco II Gonzaga]]
|figli = [[Eleonora Gonzaga della Rovere|Eleonora]]<br />Margherita<br/>[[Federico II Gonzaga|Federico II]]<br />[[Ippolita Gonzaga (1503-1570)|Ippolita]]<br />Livia Osanna<br/>[[Ercole Gonzaga|Luigi Ercole]]<br />[[Ferrante I Gonzaga|Ferrante I]]<br />[[Livia (Paola) Gonzaga|Livia Paola]]
|religione = [[Chiesa cattolica|Cattolica]]
|motto reale = ''[[Nec spe nec metu]]''<ref>Né con speranza né con timore.
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Primogenita femmina di [[Ercole I d'Este]], secondo [[Duchi di Modena e Reggio|duca]] di [[Ferrara]], e della principessa [[Eleonora d'Aragona (1450-1493)|Eleonora d'Aragona]],<ref>{{Cita libro|autore = Pompeo Litta |titolo = Gonzaga di Mantova|anno = 1835|editore = Giulio Ferrario|città = Milano||collana = Famiglie celebri italiane}}</ref> nacque il 17 maggio 1474 nel palazzo ducale di Ferrara e, anche se il padre avrebbe preferito un maschio, fu comunque festeggiata con grande gioia. Ricevette il nome di Isabella in omaggio alla nonna materna [[Isabella di Chiaromonte]], [[Consorti dei sovrani di Napoli|regina consorte di Napoli]], defunta nel 1465. Venne portata al battesimo da [[Giovanni Romei]], uomo di fiducia del duca Ercole I.<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-romei_(Dizionario-Biografico)/ Treccani.it Giovanni Romei.]</ref>
 
Nei due anni successivi nacquero altri due fratelli: [[Beatrice d'Este|Beatrice]] e [[Alfonso I d'Este|Alfonso]], l'erede designato. Nel 1477, all'età di tre anni, la madre Eleonora, incinta di un quarto figlio, si recò a Napoli per presenziare al matrimonio del padre [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante d'Aragona]] con la cugina [[Giovanna di Trastámara (1455-1517)|Giovanna]] e condusse con sé le due figlie femmine. Qui lo zio [[Federico I di Napoli|Federico]], vedendo Isabella tanto bella, dichiarò che, se non fosse stato per la congiunzione di sangue e per la tenera età, l'avrebbe assolutamente voluta per sposa.<ref>Alessandro Luzio. Isabella d'Este e Francesco Gonzaga, Promessi Sposi, Archivio Storico Lombardo: Giornale della società storica lombarda (1908 mar, Serie 4, Volume 9, Fascicolo 17), p. 41.</ref> Dopo aver dato alla luce un secondo maschio, chiamato [[Ferrante d'Este|Ferrante]] in onore del nonno, Eleonora rientrò a Ferrara e decise di portare con sé soltanto Isabella, mentre lasciò a Napoli la minore Beatrice e il neonato appena partorito.<ref name="Mazzi, pp. 44-502">{{Cita|Mazzi|pp. 44-51}}.</ref>
[[File:Sperandio,_Ercole_I_d'Este,_1431-1505,_Duke_of_Ferrara,_and_Eleonora_of_Aragon,_1450-1493,_His_Wife_1473,_probably_1473,_NGA_44522.jpg|sinistra|miniatura|[[Ercole I d'Este]] ed [[Eleonora d'Aragona (1450-1493)|Eleonora d'Aragona]] in un medaglione opera di [[Sperandio (medaglista)|Sperandio]], 1473 circa]]
==== Educazione ====
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=== La corte di Mantova ===
Isabella da bambina era gracile e di salute molto cagionevole (ancora nel 1490 pativa indisposizioni di stomaco), pertanto la madre si premurò di ritardare il più possibile le nozze.<ref>Alessandro Luzio. Isabella d'Este e Francesco Gonzaga, Promessi Sposi, Archivio Storico Lombardo: Giornale della società storica lombarda (1908 mar, Serie 4, Volume 9, Fascicolo 17), pp. 41, 51 e 61.</ref> Queste ebbero luogo il 12 febbraio 1490, quando Isabella raggiunse i quindici anni e mezzo, mentre Francesco i ventitré. A lui portò in dote la somma di 25.000 [[Ducato (moneta)|ducati]], oltre a preziosi gioielli, piatti, e un servizio d'argento.<ref>{{cita|Marek|p. 28.|cidMarek}}.</ref> Prima del magnifico banchetto che seguì la cerimonia di nozze, Isabella guidò attraverso le principali vie di Ferrara in sella a un cavallo avvolto in gemme e oro.<ref>{{cita|Marek|p. 30.|cidMarek}}.</ref> Fece il suo ingresso a Mantova nel febbraio [[1490]] su un carro con al seguito quattordici [[Cassone (mobile)|bauli]] ripieni della sua [[Dote (società)|dote]] e dipinti dal pittore ferrarese [[Ercole de' Roberti]].<ref>{{cita|Bini|p. 11.|cidBini}}.</ref> La prima notte di nozze fu traumatica per Isabella, a causa di una "rottura" provocata, forse, dalla fragilità fisica di lei e dall'irruenza del marchese.<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|p. 45}}.</ref>
[[File:Medaglia nuziale di Isabella d'Este e Francesco Gonzaga.jpg|miniatura|Medaglia nuziale di Isabella e Francesco, realizzata nel 1490, museo di Berlino.]]
Isabella trascorse i primi anni di matrimonio ritirata a Mantova, eccetto che per le frequenti visite ai parenti a Ferrara, al riparo dunque dai grandi stravolgimenti politici relativi alla [[discesa di Carlo VIII in Italia]] e non coinvolta dal marito nelle faccende di governo.<ref name=":6" /> Francesco affidò per la prima volta la reggenza alla moglie proprio nel 1495 quando, nominato [[capitano generale]] della Lega Santa antifrancese, dovette partire con tutto l'esercito. Non mancò chi avvisasse il marchese di certi disordini scoppiati a Mantova per una presunta incapacità di Isabella di reggere lo stato, ma ella assicurò al marito trattarsi solo di malevolenze.<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|pp. 103-104}}.</ref>
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Negli ultimi duecento anni storici e scrittori si divisero nella preferenza per l'una o per l'altra: molti - come [[Francesco Malaguzzi Valeri]] e [[Maria Bellonci]] - si rammaricarono che Ludovico non avesse, solo per poco, sposato Isabella, fantasticando sugli splendori che Isabella avrebbe saputo portare a Milano, in condizioni di maggiore benessere che non a Mantova, e di come avrebbe potuto distogliere il Moro dalla sua politica perversa. Questi giudizi non furono disgiunti da un palese disprezzo nei confronti della secondogenita, come nel caso di [[Alessandro Luzio]], che scrive: "La fortuna che si fè gioco di questo Sforza, facendolo passare dalle altezze più luminose a' più foschi abissi della miseria, gli aveva nell'aprile del 1480 scambiato un astro benefico con una sinistra meteora".<ref>{{Cita|Luzio|p. 147}}.</ref>
 
In verità altri storici, fra cui lo stesso [[Rodolfo Renier]], collega del Luzio, giudicarono che Beatrice fosse la moglie più adatta per Ludovico, poiché seppe, con la propria audacia, infondere coraggio nell'insicuro consorte, e acquisì spessore politico già nella prima giovinezza, tanto da essere risolutiva nelle situazioni di maggior pericolo, mentre Isabella poté vantare un ruolo in questo senso solo negli anni della maturità.<ref>''[https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=hIE3bgMalvcC&q Gaspare Visconti]'', Rodolfo Renier, Tip. Bortolotti di Giuseppe Prato, 1886, pp. 6-7.</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Strenna Italiana|url=https://books.google.it/books?id=K9VUAAAAcAAJ&pg=PA131&dq|p=137|volume=19}}</ref> Pesò sicuramente in questi giudizi anche il diverso destino toccato alle due sorelle: Isabella visse sessantacinque anni, Beatrice morì a ventuno.<ref name=":17" />
 
Fu a partire da questa tragica perdita, per la quale si mostrò inconsolabile,<ref>{{Cita|Mazzi|p. 43}}.</ref> che Isabella s'impegnò a sostenere la causa del cognato presso il marito Francesco, che gli era invece avverso. Così continuò a fare fino alla caduta dello Sforza, nel 1499, quando cambiò repentinamente partito e dichiarò di essere "buona francese".<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|pp. 135-140}}.</ref> Le sue simpatie per il cognato, infatti, non erano state esenti da una certa dose di sentimentalità: questa sua "debolezza, l'affettuosa amicizia con Ludovico il Moro, ma forse qui giocava anche un inconscio spirito di rivalsa verso la sorella Beatrice, rischiò di pagarla cara, mettendo a repentaglio la sorte di Mantova: bastava poco allora, un'alleanza, un'amicizia sbagliata, per perdere uno stato".<ref>Isabella d'Este: la primadonna del Rinascimento, Massimo Felisatti, Bompiani, 1982, p. 12.</ref>
 
==== Un matrimonio difficile ====
Il rapporto tra Isabella e il marito negli anni si rivelò spesso teso, a tratti tesissimo, sia per le divergenze politiche fra i due, sia per la difficoltà nella procreazione di un erede maschio,<ref name="Pizzagalli, 2001, pp. 87-88 e 114-115" /> cui si aggiungevano le accuse rivolte al duca [[Ercole I d'Este|Ercole d'Este]] di pluritentato omicidio verso il genero.<ref name=":52">{{Cita|Sanudo|pp. 484-486}}.</ref><ref>{{Cita|Malipiero|p. 469}}.</ref> In verità Francesco dal canto suo fu sempre fierissimo delle proprie figlie femmine e giammai se ne mostrò deluso, anzi fin dall'inizio si dichiarò innamoratissimo della primogenita [[Eleonora Gonzaga della Rovere|Eleonora]], nata nel 1493, nonostante l'assoluta delusione di Isabella che rifiutò la figlia, la quale venne poi molto amorevolmente educata da sua cognata [[Elisabetta Gonzaga|Elisabetta]], che a causa dell'impotenza del marito non ebbe mai figli. Quando nel 1496 nacque la secondogenita Margherita, Isabella si mostrò tanto arrabbiata da scrivere al marito, il quale allora combatteva i francesi in [[Calabria]], una lettera in cui scaricava su di lui la colpa, dichiarando ch'ella non faceva altro se non raccogliere i frutti del suo seminato. Francesco rispose di essere invece felicissimo della nascita della figlia - la quale tuttavia non fece in tempo a conoscere, essendo morta in fasce - e vietò anzi a chiunque di mostrarsene scontento.<ref name="Pizzagalli, 2001, pp. 87-88 e 114-115">{{Cita|Pizzagalli, 2001|pp. 87-88 e 114-115}}.</ref>
[[File:Francisco II Gonzaga en la Virgen de la Victoria de Mantegna.jpg|sinistra|miniatura|Il marito Francesco in armatura nella ''[[Madonna della Vittoria]]'']]
I due non formarono mai una coppia unita, affiatata, partecipe degli interessi l'uno dell'altra, quale formarono invece i cognati Ludovico e Beatrice.<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|p. 124}}.</ref> Le tensioni tra Isabella e Francesco finirono anzi per sfociare in una sorta di odio reciproco, dove l'uno tentava di prevalere sull'altro a discapito del bene comune, a causa del fatto che Isabella avrebbe voluto, come la sorella, una maggiore partecipazione politica e una maggiore considerazione da parte del marito, mentre Francesco, a differenza di Ludovico, mal sopportava l'intromittenza della moglie e i partiti da lei presi, che lo mettevano sovente nei guai coi suoi alleati.<ref name=":13">Archivio storico lombardo, Volume 33, Isabella ne' primordi del papato di Leone X, Ecc, [[Alessandro Luzio]], 1906, p. 109.</ref> Se Ludovico conduceva con discrezione le sue relazioni extra-coniugali e Beatrice fingeva convenientemente di non vederle,<ref name=":14" /> Francesco non si curava di nascondere le proprie innumerevoli amanti (sia uomini che donne), le quali mandavano su tutte le furie Isabella,<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-camposampiero_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=CAMPOSAMPIERO, Ludovico}}</ref> tanto che una volta, in seguito all'ennesima scenata di gelosia, Francesco rimise al suo posto la moglie dicendo: "Ve ricordiamo che siamo marchese de Mantua, né vi è alcun altro che nui".<ref>El più soave et dolce et dilectevole et gratioso bochone, amore e sesso al tempo dei Gonzaga, 2006, pp. 74 e 134.</ref> Nel 1507 Isabella aveva infatti malmenato una sua giovanissima dama di compagnia (Francesco la definisce una "putta", cioè una bambina), Isabetta, e tagliatole i capelli in preda alla collera, accusandola di aver sedotto il marchese. Francesco rispose che egli non era né prete né frate, ma che la moglie aveva fatto male a picchiare la giovane, poiché Isabetta non aveva mai avuto nulla a che fare con lui, e avrebbe dovuto piuttosto prendersela con quelle dame che davvero si erano comportate disonestamente e fatte ingravidare.<ref>Isabella d'Este and Francesco Gonzaga, Sarah D.P. Cockram, Routledge, 2016, p. 121, 214.</ref> Egli del resto aveva una sua amante ufficiale, la bergamasca [[Teodora Suardi]], che si portava dietro dovunque e che compariva al suo fianco alle feste in luogo della moglie.<ref>{{Cita libro|autore=Floriano Dolfo|titolo=Lettere ai Gonzaga|url=https://books.google.it/books?id=05eufby9XLkC&pg=PA426&dq=Beatrice+Galeazzo+Sanseverino&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjqvdXCzrT1AhVAQ_EDHRfECmY4ChDoAXoECAoQAw#v=onepage&q=cerse&f=false|p=321}}</ref> Da Teodora Francesco Gonzaga ebbe tre figli illegittimi.<ref>[https://books.google.it/books?id=4aIoBQAAQBAJ&pg=PT222&dq=Teodora+Suardi&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjU28KjzI2JAxVYhf0HHcB6FVwQ6AF6BAgNEAI#v=onepage&q=Teodora%20Suardi&f=false Lucrezia Borgia.]</ref>
 
Ma pare che Isabella si preoccupasse sinceramente della salute del marito: nel 1502, avendo saputo che Francesco aveva insultato il famigerato [[Cesare Borgia]] in pubblico, gli scrisse supplicandolo di stare attento a ciò che mangiava e a munirsi di assaggiatori fidati, temendo che potesse essere avvelenato, sempre per via del fatto che, col suo stile di vita zingaresco, il marchese fosse abituato a farsi servire da chicchessia, senza badare alle mansioni assegnate; già prevenendo una risposta derisoria del marito, ella lo pregava di non ridere della sua preoccupazione e di non dire "che le donne sono vile e hanno sempre paura", poiché la "malignità" di Cesare Borgia era assai maggiore del timore di lei.<ref>Isabella d'Este and Francesco Gonzaga, Sarah D.P. Cockram, Routledge, 2016, p. 212.</ref>
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Francesco del resto, essendo un condottiero, non era quasi mai a casa, ma di continuo in viaggio: la stessa secondogenita Margherita fu concepita nei pochissimi giorni tra il suo ritorno dall'[[Assedio di Novara (1500)|assedio di Novara]] e la sua partenza per la Calabria.<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|pp. 109-110}}.</ref> Isabella, scherzando (ma non troppo), gli diceva che avrebbe preferito "essere mogliere de uno poltrone che d'uno valenthomo", cioè di un marito che la sera tornasse a casa e non di un condottiero, infatti lo invitava a guardarsi dai pericoli e a non volere "essere de li primi sempre", ma gli assicurava che non avrebbe voluto altro tipo di marito che lui, perlomeno "in qualche cosa, ma in qualche altra lo cambiaria [cambierei] volentiera".<ref>Isabella d'Este and Francesco Gonzaga, Sarah D.P. Cockram, Routledge, 2016, p. 215.</ref>
 
Anche a Isabella piaceva viaggiare,<ref name=":10" /> ma, diversamente dalla sorella, non seguì mai il marito nei suoi spostamenti militari, preferendo alternare gite nel mantovano a lunghe permanenze presso i parenti di Ferrara.<ref name=":6" /> Solo nel 1500 nacque finalmente l'attesissimo figlio maschio [[Federico II di Mantova|Federico]], che fu il più amato da Isabella.<ref>{{cita|Bini|p. 13.|cidBini}}.</ref> Nello stesso anno incontrò il [[re di Francia]] [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] a [[Milano]] in missione diplomatica per convincerlo a non inviare le sue truppe contro Mantova. Seguirono altri incontri ufficiali anche in anni successivi, come nel 1507, e il re si mostrava molto galante con lei, ma, poiché Isabella non conosceva il francese, le occorreva l'intermezzo di donne che le facessero da interprete.<ref>{{Cita|Luzio|pp. 157-158}}.</ref>[[File:Da Vinci Isabella d'Este.jpg|thumb|[[Leonardo da Vinci]], ''[[Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo)|Ritratto di Isabella d'Este]]'', 1500 circa|sinistra]]
 
Isabella mostrò inoltre grande abilità diplomatica e politica nei negoziati con [[Cesare Borgia]], che aveva spodestato [[Guidobaldo da Montefeltro]], duca di [[Urbino]], marito della cognata e amica intima [[Elisabetta Gonzaga]] ([[1502]]). Si trovò a rivaleggiare con l'altra cognata [[Lucrezia Borgia]], che nel 1502 aveva sposato suo fratello [[Alfonso I d'Este|Alfonso]] e si intratteneva spesso con suo marito Francesco. Lucrezia aveva precedentemente avanzato proposte di amicizia a Isabella, che quest'ultima aveva freddamente e sdegnosamente ignorato. Dal momento in cui Lucrezia arrivò a Ferrara come promessa sposa di Alfonso, Isabella, pur avendo agito come accompagnatrice durante le feste di nozze, considerò Lucrezia come una rivale, che cercò di superare in ogni occasione.<ref>{{cita|Marek|pp. 147-148|cidMarek}}.</ref> La vicinanza di Francesco a Lucrezia, la cui bellezza era nota,<ref>{{cita|Marek|p. 33.|cidMarek}}.</ref> causò in Isabella, molto gelosa, sofferenza e dolore emotivo.<ref>{{cita|Marek|pp. 166-169|cidMarek}}.</ref>
 
Isabella mostrò inoltre grande abilità diplomatica e politica nei negoziati con [[Cesare Borgia]], che aveva spodestato [[Guidobaldo da Montefeltro]], duca di [[Urbino]], marito della cognata e amica intima [[Elisabetta Gonzaga]] ([[1502]]). Si trovò a rivaleggiare con l'altra cognata [[Lucrezia Borgia]], che nel 1502 aveva sposato suo fratello [[Alfonso I d'Este|Alfonso]] e si intratteneva spesso con suo marito Francesco. Lucrezia aveva precedentemente avanzato proposte di amicizia a Isabella, che quest'ultima aveva freddamente e sdegnosamente ignorato. Dal momento in cui Lucrezia arrivò a Ferrara come promessa sposa di Alfonso, Isabella, pur avendo agito come accompagnatrice durante le feste di nozze, considerò Lucrezia come una rivale, che cercò di superare in ogni occasione.<ref>{{cita|Marek|pp. 147-148|cidMarek}}.</ref> La vicinanza di Francesco a Lucrezia, la cui bellezza era nota,<ref>{{cita|Marek|p.33.|cidMarek}}</ref> causò in Isabella, molto gelosa, sofferenza e dolore emotivo.<ref>{{cita|Marek|pp. 166-169|cidMarek}}.</ref>
=== Prima reggenza ===
Isabella svolse un ruolo importante a Mantova durante i tempi difficili della città. Quando il marito fu catturato nel 1509 a [[Isola della Scala]]<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-ii-gonzaga-marchese-di-mantova_%28Dizionario-Biografico%29/ Treccani.it Francesco II Gonzaga.]</ref> e poi tenuto in ostaggio a [[Venezia]], fu lei a prendere il controllo delle forze militari di Mantova. Certe voci iniziarono a diffondersi sulla mancata disposizione di Isabella a contrattare con le potenze nemiche per la liberazione del marito e sul fatto che complottasse coi fratelli per sottrargli lo Stato. La ragione principale era che, mentre i veneziani chiedevano, in cambio della liberazione del marchese, che il figlio Federico fosse inviato come ostaggio a Venezia, Isabella non acconsentiva a mandarlo sostenendo che fosse un inganno per privare il ducato allo stesso tempo sia del marchese sia dell'erede. Ella scriveva al marito assicurandogli che quelle di un suo presunto complotto erano solo falsità, che lo amava e che si stava adoperando al massimo per la sua liberazione, ma la pressione psicologica esercitata su di lei (anche per via dei veneziani che eccitavano il marito contro di lei) era tale che Isabella confessava di trovarsi spesso vicina alla disperazione e desiderosa di abbandonare il governo: "essendo io di carne et ossa, como sono, vengo molte volte in desperatione de levarmi da questo infelice governo, et lassare il stato in abandono".<ref>''Isabella d'Este and Francesco Gonzaga: Power Sharing at the Italian Renaissance Court'', Sarah D.P. Cockram, Routledge, 2016, pp. 217-219.</ref>
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Francesco fu liberato il 14 luglio 1510, grazie anche all'intervento di due ambasciatori gonzagheschi fra' [[Anselmo da Bologna]]<ref>{{Cita|Pizzagalli, 2001|p. 267}}.</ref> e [[Ludovico Brognolo]],<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ludovico-brognolo_(Dizionario-Biografico)/ Treccani.it. Ludovico Bagnolo.]</ref> quando Isabella finalmente accettò di dare in ostaggio il figlio [[Federico II Gonzaga|Federico]] a [[papa Giulio II]], a garanzia della condotta politica del marito.<ref>{{cita|Bini|pp. 14-15|cidBini}}.</ref> Sia l'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]] che il re di Francia [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] espressero tuttavia forti dubbi sulle reali intenzioni del pontefice nei confronti del giovanissimo Federico, per ottenere il quale egli aveva lungamente insistito, dal momento che Giulio II era notoriamente [[Omosessualità|omosessuale]] e uomo dai costumi corrotti.<ref>{{Cita web|url=https://www.culturagay.it/biografia/25|titolo=Giulio II (Giuliano della Rovere)}}</ref>[[File:Francesco II Gonzaga.jpg|miniatura|[[Francesco II Gonzaga]], marito di Isabella]]
 
Il comportamento tenuto da Isabella durante la prigionia di Francesco provocò risentimento in quest'ultimo, che appena rientrato a casa escluse formalmente la moglie dalla guida dello Stato, ragion per cui la marchesa lasciò Mantova per soggiornare a Milano e a Genova.<ref>{{cita|Bini|p. 15.|cidBini}}.</ref> Nello stesso anno Isabella fu la padrona di casa del Congresso di Mantova, indetto per risolvere questioni riguardanti Firenze e Milano.<ref>{{cita|Marek|p. 250.|cidMarek}}.</ref>
 
Ormai in età matura, e acquisita consapevolezza politica bastante a far da consigliera e da intermediaria anche ai parenti, Isabella cercò di aiutare i fratelli [[Alfonso I d'Este|Alfonso]] e [[Ippolito d'Este|Ippolito]] nel conflitto che oppose il ducato di Ferrara al papato di [[Papa Giulio II|Giulio II]]: poiché la situazione pareva disperata, Isabella prima suggerì ad Alfonso di umiliarsi di fronte al Papa presentandosi a Roma in veste di penitente, poi consigliò a Ippolito (che, benché cardinale, era a tutti gli effetti il capo militare del ducato) di consegnare Ferrara al Papa, anziché sostenere una difesa che appariva ormai disperata. I suoi consigli non furono seguiti, ma Alfonso e Ippolito riuscirono ugualmente a salvare Ferrara per mezzo delle armi.<ref>Isabella d'Este: la primadonna del Rinascimento, Massimo Felisatti, Bompiani, 1982, p. 197.</ref>
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=== Seconda reggenza ===
Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1519, la [[Vedovanza|vedova]] Isabella, all'età di 45 anni, divenne un "devoto capo di Stato", come reggente del figlio [[Federico II Gonzaga|Federico]].<ref>{{cita|Marek|p. 201.|cidMarek}}.</ref> La sua posizione richiese un serio impegno: fu necessario per lei studiare per affrontare i problemi di un governatore di una città-Stato. Per migliorare il benessere dei suoi sudditi, studiò [[architettura]], [[agricoltura]] e [[industria]], e seguì i precetti che [[Niccolò Machiavelli]] aveva previsto per i governanti nel suo libro ''[[Il principe]]''. In cambio, gli abitanti di Mantova la rispettarono e le vollero bene.<ref>{{cita|Marek|p. 205.|cidMarek}}.</ref> Ella giocò un ruolo importante nella politica italiana del tempo, rafforzando costantemente il prestigio del [[Marchesato di Mantova|marchesato mantovano]]. Fra i suoi molteplici e importanti risultati vi furono l'elevazione di Mantova a [[Ducato di Mantova|ducato]] e il conseguimento del titolo di [[cardinale]] per il figlio minore [[Ercole Gonzaga|Ercole]].[[File:Mantua 2013 021.jpg|miniatura|destra|[[Antonio della Mola]], ''Appartamento della Grotta di Isabella d'Este'', tarsia lignea]]
 
=== Il sacco di Roma ===
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=== Ultimi anni e morte ===
Tornata a [[Mantova]], lasciò le stanze del [[castello di San Giorgio (Mantova)|castello di San Giorgio]] e si fece costruire un appartamento al piano terra di Corte Vecchia<ref>{{cita|Bini|p. 17.|cidBini}}.</ref> con il famoso [[Studiolo di Isabella d'Este|studiolo]], nel quale raccolse importanti opere di pittori del tempo. Si occupò della vicenda del matrimonio del figlio [[Federico II Gonzaga|Federico]], un'operazione molto ingarbugliata dall'ordine dei numerosi fatti: il ripudio della prima moglie [[Maria Paleologa]], accusata di congiura da una cortigiana di Federico, poi la scelta di [[Carlo V]] di dargli in moglie la sua cugina Giulia, più anziana di lui e malvoluta dal popolo, la riabilitazione di Maria dopo che questa era diventata unica erede del feudo del [[Monferrato]] e, in seguito alla morte di lei, le definitive nozze con sua sorella [[Margherita Paleologa]].
[[File:Chiesa santa Paola, Mantova.jpg|thumb|[[Mantova]], [[chiesa di Santa Paola]], luogo di sepoltura di Isabella]]
Isabella ricevette in eredità dall'amica contessa [[Margherita Maloselli Cantelmo]], morta nel 1532, il convento in costruzione a Mantova delle [[Canonichesse regolari lateranensi]] di ''Santa Maria della Presentazione'', che venne completato nel 1534<ref>Pompeo Litta, ''Famiglie celebri di Italia. Cantelmo di Napoli'', Tav. I, 1832.</ref> e chiamato dai mantovani "della Cantelma", in onore della sua fondatrice.<ref>[https://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/soggetti-produttori/ente/MIDB0006D8/ Lombardia Beni Culturali. Casa della Cantelma, canonichesse lateranensi (1534 - 1797)]</ref>
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=== Testamento e inventario dei beni ===
Isabella testò davanti al notaio [[Odoardo Stivini]] di [[Rimini]] il 22 dicembre [[1535]] e una copia del testamento è conservata nell'[[archivio Gonzaga di Mantova]].<ref>{{cita|Bini|p. 42.|cidBini}}.</ref> Isabella lasciò erede dei suoi beni il figlio Federico, mentre il contenuto della Grotta dato in godimento alla nuora, Margherita Paleologa.<ref>{{cita|Bini|p. 24.|cidBini}}.</ref> Il testamento è costituito da 23 fogli in pergamena ed elenca 236 voci nelle quali sono descritti monili, gioielli, vasi, manufatti in oro e argento, sculture e tutti i dipinti di grandi maestri raccolti nello studiolo ([[Mantegna]], [[Perugino]], [[Correggio (pittore)|Correggio]], [[Lorenzo Costa]] e altri).<ref>{{cita|Bini|pp. 21-43|cidBini}}.</ref>
 
== Aspetto e personalità ==
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=== Aspetto fisico ===
È stata descritta come fisicamente attraente, sebbene fosse grassocciadi ecostituzione paffutarobusta già nella medaglia del 1490.<ref name=":16">Emporium, Istituto italiano d'arti grafiche (Bergamo), 1895, Arte retrospettiva: i ritratti di Isabella d'Este, pp. 436-438.</ref> [[Mario Equicola]] la descrive "di corporatura quadrata, né gracile né obesa; capelli biondicci; occhi neri luminosi e nitidi [...]; naso graziosamente ricurvo (verso il basso); più abbondante e piena di rossore la faccia lattea [...]".<ref name=":16" /> Possedeva "occhi vivaci" e "grazia vivace".<ref>{{cita|Marek|p. 16.|cidMarek}}.</ref> [[Bernardo Accolti|Unico Aretino]]<ref name=":19">La Roma di Leon X: quadri e studi originali, Domenico Gnoli, Editore Ulrico Hoepli, 1938, p. 280.</ref> le aveva appioppato il soprannome di "ficatella giottina", ossia fegatella ghiottona,<ref name=":19" /> perché era appunto "grassa come un tordo".<ref name=":16" />[[File:Medaglie_dei_fratelli_d'Este,_Isabella,_Beatrice,_Alfonso_e_Ippolito.jpg|miniatura|[[Medaglia|Medaglie]] dei fratelli d'Este a confronto: Isabella, [[Alfonso I d'Este|Alfonso]], [[Ferrante d'Este|Ferrante]], [[Ippolito d'Este|Ippolito]] e [[Sigismondo d'Este (1480-1524)|Sigismondo]] avevano ereditato il tipico naso estense del padre; [[Beatrice d'Este|Beatrice]] quello leggermente all'insù della madre. Tutti inoltre erano bruni, fuorché Ferrante e Sigismondo, che avevano recuperato, come pare, il tradizionale biondo degli Este.]]
 
Dell'aspetto fisico di Isabella si interessò il re di Francia [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]], impenitente donnaiolo, il quale avendo già conosciuto la sorella [[Beatrice d'Este|Beatrice]], che gli era piaciuta sommamente, volle sapere se Isabella le somigliasse:<ref name=":4">La galleria dei Gonzaga, venduta all'Inghilterra nel 1627-28: documenti degli archivi di Mantova e Londra, Alessandro Luzio
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|[[Ludovico Ariosto]], ''[[Orlando Furioso]]'' XIII, 59}}
 
Oggigiorno è conosciuta come la ''[[primadonna]] del Rinascimento'', secondo un'espressione coniata dagli studiosi moderni.<ref>{{cita|Malacarne|p. 105.|cidMalacarne}}.</ref> Giudizi meno intrisi di lodi, anzi assai duri, furono invece espressi dal pontefice [[Papa Giulio II|Giulio II]], uomo pur di corrotti costumi, che, in disaccordo con la condotta di Isabella, giunse a chiamarla perfino "quella ribalda putana".<ref>{{Cita libro|autore=Luca Bonoldi|titolo=Isabella d'Este: La Signora del Rinascimento|anno=2015|p=75}}</ref> Giudizio non dissimile aveva espresso pure lo stesso marito Francesco il quale, ormai prigioniero dei Veneziani, accusava la moglie di non volergli bene e d'essere anzi stata causa della sua rovina, riferendosi a lei come a "quella putana di mia moier [moglie]".<ref>{{Cita libro|titolo=Archivio storico lombardo|anno=1910|editore=Società storica lombarda|p=57}}</ref> La cognata [[Elisabetta Gonzaga|Elisabetta]] la chiamava la ''Traditrice d'Urbino''.<ref name=":19" />
 
== Attività culturali ==
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Per lei lavorarono gli artisti più famosi del tempo, vale a dire [[Giovanni Bellini]], [[Giorgione]], [[Leonardo da Vinci]], [[Andrea Mantegna]] (pittore di corte fino al [[1506]]), [[Perugino]], [[Raffaello]] e [[Tiziano]], ma anche [[Antonio da Correggio]], [[Lorenzo Costa]] (pittore di corte dal [[1509]]), [[Dosso Dossi]], [[Francesco Francia]], [[Giulio Romano]] e molti altri. Per esempio il suo "[[Studiolo di Isabella d'Este|Studiolo]]" nel [[Palazzo Ducale (Mantova)|Palazzo Ducale]] di Mantova, è stato decorato con allegorie di Mantegna, Perugino, Costa e Correggio.<ref>{{de}}Ferino, Sylvia: ''Isabella d’Este – Fürstin und Mäzenatin der Renaissance''. Kunsthistorisches Museum Wien (Vienna) 1994, pp. 86-425.</ref> Parallelamente contattò i più importanti scultori e [[Medaglia|medaglisti]] del suo tempo, vale a dire [[Michelangelo]], [[Pier Jacopo Alari Bonacolsi]] (l'Antico), [[Gian Cristoforo Romano]] e [[Tullio Lombardo]], e raccolto antica arte romana.<ref>Ferino (1994), pp. 106, 315, 321; Cartwright, Julia: ''Isabella d’Este''. Murray (London) 1907, Table of contents.</ref> Per quanto riguarda l'[[architettura]], non potendo permettersi nuovi palazzi, commissionò architetti come [[Biagio Rossetti]] e [[Gian Battista Covo]].<ref>Ferino (1994), p. 18.</ref> Nelle [[discipline umanistiche]], Isabella era in contatto con [[Pietro Aretino]], [[Ludovico Ariosto]], [[Pietro Bembo]], [[Baldassarre Castiglione]], [[Mario Equicola]], [[Gian Giorgio Trissino]].<ref>Cartwright (1907), table of contents.</ref> In musica sovvenzionò i compositori [[Bartolomeo Tromboncino]] e [[Marco Cara]] e suonava il [[liuto]] lei stessa.<ref>Ferino (1994), pp. 429-432.</ref> Insolitamente, impiegò le donne come cantanti professionisti alla sua corte, tra cui [[Giovanna Moreschi]], moglie di [[Marchetto Cara]].<ref>{{en}}Tick, Judith et al.: ''Women in music, §II: Western classical traditions in Europe & the USA''. In: Macy, Laura: Grove Music Online. Oxford Music Online. Oxford University Press.</ref>
 
Fu attiva anche nel campo della moda e dopo la morte prematura della sorella [[Beatrice d'Este|Beatrice]], la quale era stata grande innovatrice e padrona assoluta in questo settore, Isabella assunse a sua volta questo ruolo, ordinando l'abbigliamento più bello, tra cui [[Pelliccia|pellicce]], compresi i più recenti distillati di [[Profumo|profumi]], che lei stessa inventò e inviò come [[Dono|regali]]. Il suo stile di vestire con [[cappello]] ("[[capigliara]]") e pronunciate [[Scollo|scollature]] vennero imitati in tutta Italia e alla corte francese.<ref>{{cita|Marek|p. 159.|cidMarek}}.</ref> Uno dei capolavori assoluti del più noto ceramista rinascimentale, [[Niccolò Pellipario|Nicola d'Urbino]], fu espressamente realizzato a Urbino per Isabella dietro richiesta della figlia Eleonora, nel 1524.<ref>M. Palvarini Gobio Casali, D. Ferrari (a cura di), ''Una credenza istoriata per Isabella d'Este'', Mantova, Universitas Studiorum, 2014.</ref>
 
=== La cultura del cibo ===
La marchesa di Mantova si occupò personalmente anche di [[Cucina (attività)|cucina]] rinascimentale, che doveva essere "arte", e di preparazione dei banchetti di corte, secondo i dettami dei ricettari che circolavano a quel tempo: il ''De honesta voluptate et valitudine'' di [[Bartolomeo Sacchi]], il ''Coena'' del medico mantovano [[Battista Fiera]],<ref>{{Cita|Bini|p. 226|cidBini}}.</ref> l'''Opera'' di [[Bartolomeo Scappi]] e le indicazioni di [[Cristoforo di Messisbugo]], cuoco degli [[Estensi]].<ref>{{Cita|Bini|p. 227|cidBini}}.</ref> Scelse il proprio personale di cucina e si occupò di approvvigionamento delle vivande per la propria tavola,<ref>{{Cita|Bini|p. 229|cidBini}}.</ref> sempre alla ricerca di cibi prelibati e vini gustosi, per la sua felicità e quella dei suoi ospiti.<ref>{{Cita|Bini|p. 231|cidBini}}.</ref>
 
== Ritratti ==
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''[[La Bella]]'' ([[Palazzo Pitti]], [[Firenze]]) è spesso proposta come un'alternativa plausibile al ritratto di Tiziano del [[1536]] a Vienna, in quanto sappiamo che Isabella aveva ordinato un ritratto di ringiovanimento e lusinghiero, quando aveva già 60 anni. E il colore degli occhi, dei capelli e le sopracciglia corrispondono perfettamente.<ref>Ozzola, Leandro (1931): ''Isabella d’Este e Tiziano''. In: [http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1407155929929_06_-_Ozzola_491.pdf Bollettino d’Arte del Ministero della pubblica istruzione.]</ref>
{{-}}
 
=== Galleria di possibili ritratti ===
<gallery class="center centered" perrow="5">
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File:Lady lapdog.jpg|Ritratto di donna di [[Lorenzo Costa]], [[Royal Collection]] [[Castello di Windsor]], 1500 circa
File:Francesco Francia attributed - likely Isabella d'Este.jpg|Ritratto femminile di [[Francesco Francia]]<ref>[[Payot]] e preforma del balzo, il 1511 è anche l'anno della documentata commissione da parte di Isabella del ritratto di Francia (probabilmente basato su Leonardo da Vinci), il modello successivo per Tiziano; vedi Bruce Cole: ''Titian and the Idea of Originality'', in: ''The Craft of Art: Originality and Industry in the Italian Renaissance and Baroque'', ed. Ladis / Wood / Eiland U., Athens 1995, University of Georgia Press, p. 100-101.</ref>
File:Tizian 034- La Bella.jpg|''[[La bella]]'', presunto ritratto di [[Tiziano]] di Isabella d'Este o [[Eleonora Gonzaga]], [[Galleria Palatina]], 1536
File:Andrea Solario 001.jpg|'' Suonatrice di liuto '' di [[Andrea Solario]], [[Palazzo Barberini]], 1510 circa<ref>Se si considera la datazione del museo, il 1510, si tratta della più antica rappresentazione di un balzo.</ref>
File:Peter Paul Rubens 122.jpg|[[Ritratto di Isabella d'Este (Rubens)|Ritratto]] di [[Peter Paul Rubens|Rubens]], [[Kunsthistorisches Museum]], 1605 ca.
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=== Isabella d'Este e Monna Lisa ===
[[File:Leonarda da Vinci - Isabella d'Este und Mona Lisa II.jpg|miniatura|upright=1.84| • Leonardo 1499/1500 – ''[[Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo)|Disegno]]''<br /> • Leonardo (bottega) 1502-19 – ''La [[Gioconda (Madrid)|Gioconda]]'' ([[Museo del Prado|Prado]])<br /> • Leonardo 1502-06 – ''La [[Gioconda]]''|alt=|sinistra]]
[[File:Isabella d'Este Portraitmedal and Prado Mona Lisa.jpg|miniatura|upright=1.4| • ''Medaglione di Isabella d'Este'' 1495/1505, [[Giovanni Cristoforo Romano|Romano]] <br /> • Leonardo (bottega) 1502-19 – ''La [[Gioconda (Madrid)|Gioconda]]'' ([[Museo del Prado|Prado]])]]
Nell'attuale catalogo ragionato di [[Leonardo da Vinci]] (2018), solo Isabella d'Este è documentata come alternativa plausibile a [[Lisa Gherardini]] nella ''[[Gioconda]]'' (1502-1506).<ref>Zöllner, Frank: ''Leonardo da Vinci. Tutti i dipinti''. Taschen (Cologne) 2018, p. 241 (no. XXV).</ref> Le somiglianze con il dipinto [[Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo)|Ritratto di Isabella d'Este]] (Louvre) e la loro corrispondenza tra il [[15011499]] e il [[1506]] con la richiesta per l'esecuzione del ritratto promesso,<ref>{{en}}Lewis, Francis-Ames: ''Isabella and Leonardo''. Yale University Press (New Haven) 2012, Appendix Letters p. 223-240 (lettere originali in italiano e inglese).</ref> sono alcune delle prove solide per convalidare l'ipotesi. Altri argomenti ben noti sono le montagne sullo sfondo<ref>[[Firenze]]/[[Toscana]] contro [[Mantova]]/[[Dolomiti]].</ref> e il [[bracciolo]] come caratteristica nei ritratti dei [[Sovrano|sovrani]] del Rinascimento.
 
Il 4 ottobre [[2013]] in un articolo giornalistico<ref>{{cita news|autore=Veronica Artioli|url=http://www.corriere.it/sette/13_ottobre_02/2013-40-artioli-isabella-d-este_705d25f2-2cd1-11e3-9d41-88865d505a17.shtml|titolo=Ritrovato dopo 500 anni il meraviglioso ritratto che Leonardo da Vinci fece a Isabella d’Este.|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=4 novembre 2013|giorno=4|mese=10|anno=2013}}</ref> pubblicato da [[Corriere della Sera Magazine|Sette]], magazine settimanale del [[Corriere della Sera]], viene resa nota la notizia del rinvenimento nel caveau di una banca svizzera di un dipinto datato 1499/1500<ref>[https://libreriamo.it/arte/ritratto-di-isabella-deste-forse-leonardo-da-vinci-resta-svizzera/ Il “Ritratto di Isabella d’Este” (forse) di Leonardo da Vinci resta in Svizzera.]</ref> (olio su tela di 61x46,5&nbsp;cm), derivato dal cartone di [[Leonardo da Vinci]] e attribuitogli<ref>{{cita news|autore=Pier Luigi Vercesi|url=http://www.corriere.it/cultura/13_ottobre_04/leonardo-mai-visto-una-collezione-privata-scoperto-ritratto-fatto-isabella-d-este-99d42288-2ccb-11e3-bdb2-af0e27e54db3.shtml|titolo=Il Leonardo mai visto in una collezione privata. Scoperto il ritratto fatto a Isabella d’Este.|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=11 ottobre 2013|giorno=11|mese=10|anno=2013}}</ref>, che ritrae Isabella d'Este.<ref>[http://www.corriere.it/cultura/13_ottobre_04/leonardo-mai-visto-una-collezione-privata-scoperto-ritratto-fatto-isabella-d-este-99d42288-2ccb-11e3-bdb2-af0e27e54db3.shtml Scoperto il ritratto fatto a Isabella d'Este.]</ref><ref>{{cita news|autore=|url=http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/10/05/news/isabella-d-este-dopo-500-anni-trovato-il-ritratto-di-leonardo-1.7866435|titolo=Isabella d’Este: dopo 500 anni trovato il ritratto di Leonardo.|pubblicazione=[[Gazzetta di Mantova]]|accesso=5 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131006170100/http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/10/05/news/isabella-d-este-dopo-500-anni-trovato-il-ritratto-di-leonardo-1.7866435|dataarchivio=6 ottobre 2013|urlmorto=sì|giorno=5|mese=10|anno=2013}}</ref> Il 10 febbraio 2015 la [[Guardia di Finanza]] procede al sequestro dell'opera (del valore stimato in 120&nbsp;000&nbsp;000 di euro) in una banca di [[Lugano]]<ref>{{cita news|autore=||url=http://www.repubblica.it/cultura/2015/02/10/news/dipinto_attribuito_a_leonardo_il_ritratto_di_isabella_d_este-106969460/?ref=HREC1-11|titolo=Dipinto attribuito a Leonardo: è il ritratto di Isabella D'Este|pubblicazione=Republica|data=10 febbraio 2014}}</ref>.
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[[Francesco II Gonzaga]] e Isabella ebbero otto figli:<ref name=":6">{{cita libro|Daniela|Pizzagalli|La Signora del Rinascimento. Vite e splendori di Isabella d'Este alla Corte di Mantova|2001|Rizzoli|Milano|pp=42-100|cid=cidPizzagalli}}</ref><ref>{{cita libro|Giancarlo|Malacarne|I Gonzaga di Mantova, una stirpe per una capitale europea. Gonzaga Marchesi|2005|Il Bulino|Modena|}}</ref><ref>{{cita libro|Giuseppe|Coniglio|I Gonzaga|1973|Dall'Oglio|Varese|cid=cidConiglio}}</ref>
 
* [[Eleonora Gonzaga della Rovere|Eleonora]] (* 31 dicembre [[1493]], †;- 13 febbraio [[1550]] in [[Urbino]]), sposò [[Francesco Maria I della Rovere]] (1490-1538), duca di [[Urbino]];
* Margherita (* 13 luglio [[1496]], †;- 23 settembre [[1496]]), innata e morta a [[Mantova]]);
* [[Federico II Gonzaga|Federico]] (* 17 maggio [[1500]], †;- 28 giugno [[1540]] in [[Marmirolo]]), quintoV marchese di Mantova dal [[1519]], primoI duca di Mantova dal [[1530]], marchese di Monferrato dal [[1533]], sposò nel [[1531]] [[Margherita Paleologa|Margherita]] del [[Monferrato]] (1510-1566), figlia del marchese [[Guglielmo IX del Monferrato|Guglielmo IX]];
* [[Ippolita Gonzaga (1503-1570)|Ippolita]] (* 31 maggio/1º giugno [[1501]], †;- 16 marzo [[1570]] in [[Mantova]]), monaca domenicana nel monastero di San Vincenzo a Mantova dal [[1518]];
* Livia Osanna (* 12 novembre [[1503]], †;- 23 gennaio [[1508]]), innata e morta a [[Mantova]]);
* [[Ercole Gonzaga|"Luigi" Ercole]] (* 2 novembre [[1505]], †;- 2 marzo [[1563]] in [[Trento]]), [[cardinale]] [[1527]], reggente per i nipoti nel [[1540]];
* [[Ferrante I Gonzaga|Ferrante]] (* 28 gennaio [[1507]], †;- 15 novembre [[1557]] in [[Bruxelles]]), [[Contea di Guastalla|conte di Guastalla]] dal 1539, [[viceré di Sicilia]] fra il 1536- e il 1546, viceré di [[Milano]] dal 1546, sposò nel 1529 [[Isabella di Capua]] (†; 1559), figlia del principe [[Ferrante di Capua|Ferdinando]] da [[Molfetta]];
* [[Livia (Paola) Gonzaga|Livia (Paola)]] (* 29 luglio [[1508]], †;- 11 aprile [[1569]] in [[Mantova]]), monaca clarissa nel monastero [[Chiesa di Santa Paola|Corpus Christi]] a Mantova dal [[1523]] col nome di Paola.
 
== Ascendenza ==
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== Stemma ==
[[File:Urbino, nicola da urbino, coppa con sileno ebbro, 1520-25 ca. stemma di isabella d'este (cropped).JPG|thumb|upright=0.7|left|Monogramma YS di Isabella, [[Impresa (araldica)|Impresa]] parlante]]
[[File:BLW Plate with Hippolytus and Phaedra.jpg|miniatura|upright=0.7|Piatto in maiolica con al centro lo stemma di Isabella ([[Estensi|Este]]-[[Gonzaga]]), [[Urbino]], circa 1524 ([[Victoria and Albert Museum]])]]
Isabella d'Este mantenne lo stemma di famiglia [[Estensi|Este]] del [[1431]],<ref>{{cita|Malacarne|pp. 103-105|cidMalacarne}}.</ref> che così si blasona:<br />''Inquartato, nel primo e nel quarto d'azzurro, ai tre gigli d'oro, al bordo dentato di rosso e d'oro, nel secondo e nel terzo d'azzurro all'aquila d'argento, rostrata, lampassata e coronata d'oro.''
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* Una biografia narrativa è ''La Signora del Rinascimento. Vite e splendori di Isabella d'Este alla Corte di Mantova'', di [[Daniela Pizzagalli]] ([[Rizzoli]], [[2001]]), balzata subito ai primi posti nelle classifiche dei best seller, in cui l'affascinante marchesana di Mantova, vissuta a cavallo tra 1400 e 1500, incarna le luci e le ombre di quel periodo splendido ma anche critico e turbolento.
* Un saggio rigoroso e scientifico sulla cultura artistica di Isabella d'Este e delle altre corti è quello di Giovanni Romano, ''Verso la maniera moderna: da Mantegna a Raffaello'' in "Storia dell'arte italiana", 6, vol. II, Cinquecento e Seicento, Einaudi, Torino, 1981.
* La vicenda amorosa e coniugale di Isabella d'Este e Francesco II Gonzaga è studiata attraverso la corrispondenza e i documenti d'archivio, nel saggio di Marilena Dolci ''I segreti di una coppia'', Sometti, 2018.
 
=== Televisione ===
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* {{Cita libro|autore=Lorenzo Bonoldi|titolo=Isabella d'Este. La Signora del Rinascimento|anno=2015|editore=Guaraldi|città=Rimini|cid=Bonoldi|ISBN=978-88-6927-011-6}}
* {{cita libro|Roberto|Brunelli|I Gonzaga. Quattro secoli per una dinastia|2010|Mantova|cid=cidRoberto|isbn=978-88-89832-98-1}}
*{{Cita libro|autore=Julia Mary Cartwright|traduttore=A. G. C.|titolo=Beatrice d'Este, Duchessa di Milano|anno=1945|editore=Edizioni Cenobio|città=Milano|cid=Cartwright|SBN=IT\ICCU\CUB\0165339CUB0165339}}
* {{Cita libro|autore=Sigismondo Conti|titolo=Le storie de' suoi tempi dal 1475 al 1510|anno=1883|editore=Tipografia di G. Barbera|città=Firenze|volume=1|cid=Sigismondo Conti|sbn=IT\ICCU\VIA\0071856VIA0071856}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Achille Dina|titolo=Isabella d'Aragona duchessa di Milano e di Bari|url=http://emeroteca.braidense.it/eva/sfoglia_articolo.php?IDTestata=26&CodScheda=113&CodVolume=1186&CodFascicolo=2819&CodArticolo=93238|rivista=[[Società Storica Lombarda#Archivio Storico Lombardo|Archivio Storico Lombardo]]|volume=serie 5ª, vol. XLVIII|numero=3-4|anno=1921|pp=269-457|issn=0392-0232|sbn=IT\ICCU\MIL\0895280MIL0895280|cid=Dina}}
* {{de}}{{cita libro|Sylvia|Ferino|Isabella d’Este - Fürstin und Mäzenatin der Renaissance. Kunsthistorisches Museum Wien|1994|Vienna|sbn=IT\ICCU\LO1\0338075LO10338075}}
* {{Cita pubblicazione|autore=[[Alessandro Luzio]]|titolo=Isabella d'Este e la corte sforzesca|url=https://books.google.it/books?id=mnUKAAAAIAAJ&pg=PA145|rivista=[[Archivio Storico Lombardo]]|serie=serie 3ª|volume=15|numero=29|anno=1901|pp=145-176|issn=0392-0232|cid=Luzio}}
* {{cita libro|||Il lusso di Isabella d'Este, marchesa di Mantova|1896||Roma|curatore1=A. Luzio|curatore2=R. Renier|sbn=IT\ICCU\RAV\1554652RAV1554652}}
* {{Cita libro|autore=Alessandro Luzio|wkautore=Alessandro Luzio|autore2=Rodolfo Renier|wkautore2=Rodolfo Renier|titolo=Delle relazioni d'Isabella d'Este Gonzaga con Lodovico e Beatrice Sforza|url=https://archive.org/details/LuzioRenierDelleRelazioniDiIsabel|anno=1890|editore=Tipografia Bortolotti di Giuseppe Prato|città=Milano|cid=Luzio e Renier|SBN=IT\ICCU\MIL\0891466MIL0891466}}
* {{cita libro|Giancarlo|Malacarne|Araldica Gonzaghesca|1992|Modena|cid=cidMalarcarne|sbn=IT\ICCU\LO1\0251662LO10251662}}
* {{Cita libro|autore=Francesco Malaguzzi Valeri|wkautore=Francesco Malaguzzi Valeri|titolo=La corte di Lodovico il Moro: la vita privata e l'arte a Milano nella seconda metà del Quattrocento|url=https://archive.org/details/lacortedilodovic01mala|anno=1913|editore=Hoepli|città=Milano|volume=1|cid=Malaguzzi Valeri|SBN=IT\ICCU\LO1\0489477LO10489477}}
* {{Cita libro|autore=Domenico Malipiero|curatore=Francesco Longo|titolo=Annali veneti dall'anno 1457 al 1500|anno=1843|editore=Agostino Sagredo|cid=Malipiero}}
* {{en}} {{cita libro | autore=George R. Marek | wkautore= | editore=Harper and Row Publishers New York | anno=1976 | titolo=The Bed and the Throne: The Life of Isabella d'Este| url=https://archive.org/details/bedthrone0000geor |cid=cidMarek|isbn=978-0-06-012810-4}}
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== Collegamenti esterni ==
* {{collegamentiCollegamenti esterni}}
* {{cita web|1=http://www.fermimn.gov.it/gonzaga/files/gonzaga/9_gonzaga/isabella_d_este.html|2=Biografia di Isabella d'Este|accesso=8 dicembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160514111137/http://www.fermimn.gov.it/gonzaga/files/gonzaga/9_gonzaga/isabella_d_este.html|dataarchivio=14 maggio 2016|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=https://rivista.fondazionecarife.it/indice-autori/item/426-una-dama-tra-due-corti|titolo=Una dama tra due corti|editore=Rivista della Fondazione CaRiFe|accesso=29 ottobre 2019|dataarchivio=30 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191030140953/https://rivista.fondazionecarife.it/indice-autori/item/426-una-dama-tra-due-corti|urlmorto=sì}}