Ermanno Di Marsciano: differenze tra le versioni

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{{S|politici italiani}}
{{Carica pubblica
|nome = Ermanno Di Marsciano
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|professione =
|firma =
}}
{{Carica pubblica
|nome = Ermanno Di Marsciano
|immagine =
|didascalia =
|carica3 = [[Capo della Provincia]] di Rieti
|mandatoinizio3 = 25 ottobre 1943
|mandatofine3 = 8 giugno 1944
|mandato3 =
|predecessore3 =[[Giulio Cesare Rizza]]
|successore3 = Michele Galatà<ref>https://prefettura.interno.gov.it/it/prefetture/rieti/prefettura/prefetto/albo-dei-prefetti</ref>
|carica4 = [[Capo della Provincia]] di Imperia
|mandatoinizio4 = giugno 1944
|mandatofine4 = 26 aprile 1945
|mandato4 =
|predecessore4 =[[Francesco Bellini (politico)|Francesco Bellini]]
|successore4 =
}}
{{Bio
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== Biografia ==
Nato nel 1899, fu uno dei ragazzi[[Ragazzi del '99]] che combatterono nella [[prima guerra mondiale]] arrivando al grado di [[sottotenente]] dei [[bersaglieri]].<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref> Una volta congedato, per necessità familiari, diplomatosi ragioniere cominciò a lavorare in banca,<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref> abbandonando gli studi universitari.
 
Di Marsciano aderisce ai [[Fasci italiani di combattimento]] nell'aprile 1921 distinguendosi come [[Squadrismo|Squadrista]] nelle fila della [[Squadre d'azione|squadra d'azione]] ''"Satana"'' di [[Assisi]], città nella quale sempre nel 1921 fu anche eletto consigliere comunale.<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref>
PreseNel 1922 Di Marsciano prese parte alla [[marcia su Roma]].[<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf] p.140</ref>
 
Esponente di spicco del Partito nazionale fascista, fu eletto deputato per il collegio unico nazionale ai [[elezioni politiche in Italia del 1929]] [[Elezioni politiche in Italia del 1934|e del 1934]]. A partire dal 1939 fino alla caduta del fascismo del 1943, fu membro della [[Camera dei fasci e delle corporazioni]].
 
Fu Federale del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] della provincia di [[Perugia]] (1935-40). Nel 19391937 fufa trasferitoparte condel ilcomitato medesimopromotore, incaricoinsieme adal senatore [[Agrigento]].Guido NelCarlo maggioVisconti deldi 1943,Modrone]] cone loal stesso[[Podestà incarico,(fascismo)|podestà]] fu[[Colombo trasferitoCorneli]], ala [[RietiSagra musicale umbra]].<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.370</ref>
Nel 1938 Di Marsciano lanciò una raccolta fondi per erigere anche a Perugia una [[casa del Fascio]] ma non se ne fece nulla e il Fascio perugino, che fu intitolato nel 1942 intitolato ad [[Ettore Tonnetti]], squadrista e bersagliere decorato caduto nella [[Campagna italiana di Grecia|guerra di Grecia]], rimase nella vecchia sede.<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.282</ref>
Nel 1940 fu nominato [[Segretario federale|Federale]] di [[Agrigento]] (aprile 1940-maggio 1943) e poi di [[Rieti]] (maggio-luglio 1943).
 
===Prefetto di Rieti===
Alla caduta del [[Fascismo]] nel luglio 1943 tornò nei ranghi militari nel [[5º Reggimento bersaglieri]] e poi nel [[18º Reggimento bersaglieri]]<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> ma subito dopo l'[[armistizio dell'8 settembre]] da Roma ritornò a Rieti dove riaprì la sede del [[Partito Nazionale Fascista]] diventandone [[federale]] (poi [[Partito Fascista Repubblicano]]), con l'avvento della [[Repubblica Sociale Italiana]]; nell'il 25 ottobre fu nominato [[Capo della Provincia]] di [[Rieti]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz7.html</ref>
 
Distinse la provincia di Rieti nella consegna ai tedeschi dei pochi ebrei internati in provincia; con richiesta di arresto del 25 Novembre anticipò l'Ordine di Polizia n.5. I 14 ebrei (tra cui 5 bambini di meno di 6 anni) furono deportati al [[campo di concentramento di Fossoli]] il 6 Gennaio 1944.
 
Nella provincia di Rieti alle sporadiche azioni partigiane che avevano causato alcuni morti tra le truppe tedesche si sostituiscono 1l 1° marzo nuove azioni coordinate dalla [[Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci" (Italia centrale)|Brigata Garibaldi "Antonio Gramsci]] contro i presidi della [[Guardia Nazionale Repubblicana|Gnr]] di [[Morro Reatino]], [[Labro]], [[Collalto Sabino|Collalto]], [[Rivodutri]], [[Poggio Bustone]], [[Cantalice]], [[Cottanello]], [[Greccio]], [[Posta (comune)|Posta]], [[Borbona]], [[Sigillo (Italia)|Sigillo]], [[Vindoli]], [[Accumoli]] e [[Cittareale]] che durano alcuni giorni.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz7.html</ref>
===La controguerriglia===
Il 2 marzo viene disarmato il presidio di [[Rivodutri]] e il 3 è occupata la caserma di [[Poggio Bustone]]. Il 10 marzo le [[Corpo di Polizia Repubblicana|forze di polizia]] al comando del [[Questore (ordinamento italiano)|questore]] di Rieti [[Bruno Pannaria]] e del [[Vice commissario di polizia|vice commissario]] Vincenzo Trotta, con l'ausilio del capitano Mario Tandurri della GNR occupano Poggio Bustone. Ma giunti in paese furono [[Battaglia di Poggio Bustone|colti di sorpresa dalla reazione dei partigiani]] che dispersero le forze di polizia. Il questore Pannaria guidò l'ultima sacca di resistenza all'interno di una abitazione insieme al vicommissario Trotta e tre militi della GNR.<ref>https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/POGGIO%20BUSTONE%2010.03.1944.pdf</ref> L'uccisione di costoro, ormai presi prigionieri da parte dei partigiani, pur non sufficientemente documentata, ha spinto alcuni storici a sollevare valutazioni di ordine morale su questo episodio.<ref>https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/POGGIO%20BUSTONE%2010.03.1944.pdf</ref> Alla fine della giornata i reparti repubblicani contarono sedici caduti fra le proprie fila.<ref>https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/POGGIO%20BUSTONE%2010.03.1944.pdf</ref>Il 16 marzo i partigiani entrarono anche in [[Leonessa (Italia)|Leonessa]]<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Di Marsciano prese inoltre parte alla pianificazione delle [[rastrellamento|operazioni di controguerriglia]], in collaborazione con
i tedeschi, creando una estesa rete di informatori che culminò in uno dei più estesi rastrellamenti dell'[[Italia centrale]] noto come la ''“[[Grande operazione contro le bande]]”'' (Grossunternehmen gegen die Banden), denominata ufficialmente Operazione "Uovo di Pasqua",<ref>https://www.leonessa.org/2016/7_Aprile/ricordo.htm</ref> che si svolse tra le provincie di Terni, Rieti e Perugia dal 31 marzo al 14 aprile 1944.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> L'operazione fu condotta da reparti tedeschi che costituirono il gruppo di combattimento “[[Ludwig Schanze|Schanze]]” e da [[Guardia Nazionale Repubblicana|reparti italiani della RSI]], che provocarono l'[[eccidio del monte Tancia]], [[Eccidio delle Fosse Reatine|delle Fosse reatine]] e di [[Strage di Leonessa|Leonessa]]. In previsione dell'imminente sfondamento delle truppe alleate del fronte si intendeva così liberare le retrovie dalla pressione partigiana per consentire la ritirata sulla [[Linea Gotica|Linea gotica]].<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>. Di Marsciano relazionò sul buon andamento delle operazioni di rastrellamento: «''Est stata rastrellata zona [[Monte Tancia]] infestata ribelli. Ribelli uccisi circa cento et rastrellate 220 persone. Finalmente Provincia libera bande ribelli''».<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/MONTE%20SAN%20GIOVANNI%20IN%20SABINA%2007.04.1944.pdf|titolo=Atlante Stragi Nazifasciste: Episodio di MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA 07.04.1944, Compilatore: ANGELO BITTI, pag 6}}</ref>
 
====La “Grande operazione contro le bande”====
Di Marsciano costituì un ottimo ufficio informazioni con una struttura molto capillare che affidato al [[tenente]] dell’esercito Giacomo Esposito (nato a Codiach, in Russia) e del [[maggiore]] Giovanni Vincenti Mareri tramite una rete di infiltrati reperirono informazioni sulle forze partigiane da passare ai tedeschi.<ref>https://www.micropolisumbria.it/spie-fasciste-impunite/</ref> Grazie alle competenze del proprio ufficio informazioni Di Marsciano prese parte alla pianificazione delle [[rastrellamento|operazioni di controguerriglia]], in collaborazione con
i tedeschi, creando una estesa rete di informatori che culminò in uno dei più estesi rastrellamenti dell'[[Italia centrale]] noto come la ''“[[Grande operazione contro le bande]]”'' (Grossunternehmen gegen die Banden), denominata ufficialmente Operazione "Osterei" (Uova di Pasqua)<ref>https://www.umbriaecultura.it/operazione-osterei-fosse-reatine/</ref>,<ref>https://www.leonessa.org/2016/7_Aprile/ricordo.htm</ref>, che si svolse tra le provincie di Terni, Rieti e Perugia dal 31 marzo al 14 aprile 1944.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> L'operazione fu condotta da reparti tedeschi che costituirono il gruppo di combattimento “[[Ludwig Schanze|Schanze]]” e da [[Guardia Nazionale Repubblicana|reparti italiani della RSI]].
 
il 31 marzo il rastrellamento predisposto dal prefetto Di Marsciano investì prima i paesi di [[Labro]], [[Morro Reatino]] e [[Rivodutri]]. A [[Morro Reatino]] circa 20 persone sono uccise per rappresaglia.
Tra il 1° e il 2 aprile sono investite anche [[Rivodutri]] e [[Poggio Bustone]] dove avvengono devastazioni e requisizioni mentre vengono catturati 167 uomini ed uccisi coloro che tentano di fuggire. Cadono così 11 partigiani e 9 civili. Poggio Bustone, per decisione del prefetto Di Marsciano, è data alle fiamme come rappresaglia per i fatti del 10 marzo.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Tra il 3 e il 7 aprile i tedeschi raggiungono [[Leonessa (Italia)|Leonessa]]. Qui dove i partigiani avevano fucilato il commissario prefettizio fascista Francesco Pietramico<ref>https://laprovinciarieti.it/2024/04/07/a-leonessa-la-celebrazione-dell80-eccidio-del-1944-con-il-sindaco-gizzi-una-delegazione-anpc-e-il-deputato-trancassini/</ref> avvengono gli arresti sulla base di nominativi forniti da fascisti e da delatori. Il [[Strage di Leonessa|7 aprile 23 prigionieri vengono fucilati]], tra loro il parroco don [[Concezio Chiaretti]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>.
Il 7 aprile, presso [[Poggio Mirteto]], sul [[Monte Tancia]], in uno scontro tra tedeschi e circa 200 partigiani garibaldini, cadono 15 partigiani. Per rappresaglia i tedeschi [[Eccidio del monte Tancia|uccidono numerosi abitanti di Poggio Mirteto e Tancia]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Il 9 aprile a [[Eccidio delle Fosse Reatine|Rieti furono fucilati altri 15 prigionieri]] scelti tra i catturati a Leonessa.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
 
Di Marsciano prese inoltre parte alla pianificazione delle [[rastrellamento|operazioni di controguerriglia]], in collaborazione con
i tedeschi, creando una estesa rete di informatori che culminò in uno dei più estesi rastrellamenti dell'[[Italia centrale]] noto come la ''“[[Grande operazione contro le bande]]”'' (Grossunternehmen gegen die Banden), denominata ufficialmente Operazione "Uovo di Pasqua",<ref>https://www.leonessa.org/2016/7_Aprile/ricordo.htm</ref> che si svolse tra le provincie di Terni, Rieti e Perugia dal 31 marzo al 14 aprile 1944.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> L'operazione fu condotta da reparti tedeschi che costituirono il gruppo di combattimento “[[Ludwig Schanze|Schanze]]” e da [[Guardia Nazionale Repubblicana|reparti italiani della RSI]], che provocarono l'[[eccidio del monte Tancia]], [[Eccidio delle Fosse Reatine|delle Fosse reatine]] e di [[Strage di Leonessa|Leonessa]]. In previsione dell'imminente sfondamento delle truppe alleate del fronte siil intendevarastrellamento cosìserviva per liberare le retrovie dalla pressione partigiana per consentire la ritirata sulla [[Linea Gotica|Linea gotica]].<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>. Di Marsciano relazionò sul buon andamento delle operazioni di rastrellamentomilitari: «''Est stata rastrellata zona [[Monte Tancia]] infestata ribelli. Ribelli uccisi circa cento et rastrellate 220 persone. Finalmente Provincia libera bande ribelli''».<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/MONTE%20SAN%20GIOVANNI%20IN%20SABINA%2007.04.1944.pdf|titolo=Atlante Stragi Nazifasciste: Episodio di MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA 07.04.1944, Compilatore: ANGELO BITTI, pag 6}}</ref>
Secondo il Comando tedesco i caduti sul fronte opposto furono più di trecento, mentre gli autori del Dizionario della Resistenza conteggiano 650 vittime, di questi è difficile distinguere quali fossero le vittime civili e i combattenti.
D'altro canto i caduti tra i tedeschi e i fascisti repubblicani furono circa 180.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>
 
Alla liberazione di Rieti nel giugno del 1944 Di Marsciano divenne [[Capo della Provincia]] di [[Imperia]], dove rimase fino al 25 aprile del 1945.
 
===Il dopoguerra===
All'indomani del 25 aprile 1945 trovò rifugio presso il [[Convento di Montesanto]] a [[Todi]] dove fu arrestato il 1º febbraio 1947 dai [[carabinieri]].
 
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[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Persone legate ai bersaglieri]]
[[Categoria:Consiglieri membri del Consiglio nazionale del PNF]]