Ermanno Di Marsciano: differenze tra le versioni

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{{S|politici italiani}}
{{Carica pubblica
|nome = Ermanno Di Marsciano
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|mandatofine3 = 8 giugno 1944
|mandato3 =
|predecessore3 =[[Giulio Cesare Rizza]]
|successore3 = Michele Galatà<ref>https://prefettura.interno.gov.it/it/prefetture/rieti/prefettura/prefetto/albo-dei-prefetti</ref>
|carica4 = [[Capo della Provincia]] di Imperia
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|successore4 =
}}
 
 
 
 
{{Bio
|Nome = Ermanno
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== Biografia ==
Nato nel 1899, fu uno dei [[Ragazzi del '99]] che combatterono nella [[prima guerra mondiale]] arrivando al grado di [[sottotenente]] dei [[bersaglieri]].<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref> Una volta congedato, per necessità familiari, diplomatosi ragioniere cominciò a lavorare in banca,<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref> abbandonando gli studi universitari.
 
Di Marsciano aderisce ai [[Fasci italiani di combattimento]] nell'aprile 1921 distinguendosi come [[Squadrismo|Squadrista]] nelle fila della [[Squadre d'azione|squadra d'azione]] ''"Satana"'' di [[Assisi]], città nella quale sempre nel 1921 fu anche eletto consigliere comunale.<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.159</ref>
PreseNel 1922 Di Marsciano prese parte alla [[marcia su Roma]].[<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf] p.140</ref>
 
Esponente di spicco del Partito nazionale fascista, fu eletto deputato per il collegio unico nazionale ai [[elezioni politiche in Italia del 1929]] [[Elezioni politiche in Italia del 1934|e del 1934]]. A partire dal 1939 fino alla caduta del fascismo del 1943, fu membro della [[Camera dei fasci e delle corporazioni]].
 
Fu Federale del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] della provincia di [[Perugia]] (1935-40). Nel 19391937 fufa trasferitoparte condel ilcomitato medesimopromotore, incaricoinsieme adal senatore [[Agrigento]].Guido NelCarlo maggioVisconti deldi 1943,Modrone]] cone loal stesso[[Podestà incarico,(fascismo)|podestà]] fu[[Colombo trasferitoCorneli]], ala [[RietiSagra musicale umbra]].<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.370</ref>
Nel 1938 Di Marsciano lanciò una raccolta fondi per erigere anche a Perugia una [[casa del Fascio]] ma non se ne fece nulla e il Fascio perugino, che fu intitolato nel 1942 intitolato ad [[Ettore Tonnetti]], squadrista e bersagliere decorato caduto nella [[Campagna italiana di Grecia|guerra di Grecia]], rimase nella vecchia sede.<ref>https://amsdottorato.unibo.it/id/eprint/574/1/varasano.pdf p.282</ref>
Nel 1940 fu nominato [[Segretario federale|Federale]] di [[Agrigento]] (aprile 1940-maggio 1943) e poi di [[Rieti]] (maggio-luglio 1943).
 
===Prefetto di Rieti===
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====La “Grande operazione contro le bande”====
Di Marsciano costituì un ottimo ufficio informazioni con una struttura molto capillare che affidato al [[tenente]] dell’esercito Giacomo Esposito (nato a Codiach, in Russia) e del [[maggiore]] Giovanni Vincenti Mareri tramite una rete di infiltrati reperirono informazioni sulle forze partigiane da passare ai tedeschi.<ref>https://www.micropolisumbria.it/spie-fasciste-impunite/</ref> Grazie alle competenze del proprio unfficioufficio informazioni Di Marsciano prese parte alla pianificazione delle [[rastrellamento|operazioni di controguerriglia]], in collaborazione con
i tedeschi, creando una estesa rete di informatori che culminò in uno dei più estesi rastrellamenti dell'[[Italia centrale]] noto come la ''“[[Grande operazione contro le bande]]”'' (Grossunternehmen gegen die Banden), denominata ufficialmente Operazione "UovoOsterei" (Uova di Pasqua")<ref>https://www.umbriaecultura.it/operazione-osterei-fosse-reatine/</ref>,<ref>https://www.leonessa.org/2016/7_Aprile/ricordo.htm</ref>, che si svolse tra le provincie di Terni, Rieti e Perugia dal 31 marzo al 14 aprile 1944.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref> L'operazione fu condotta da reparti tedeschi che costituirono il gruppo di combattimento “[[Ludwig Schanze|Schanze]]” e da [[Guardia Nazionale Repubblicana|reparti italiani della RSI]].
 
il 31 marzo il rastrellamento predisposto dal prefetto Di Marsciano investì prima i paesi di [[Labro]], [[Morro Reatino]] e [[Rivodutri]]. A [[Morro Reatino]] circa 20 persone sono [[Eccidio delle Fosse Reatine|uccise per rappresaglia]].
Tra il 1° e il 2 aprile sono investite anche [[Rivodutri]] e [[Poggio Bustone]] dove avvengono devastazioni e requisizioni mentre vengono catturati 167 uomini ed uccisi coloro che tentano di fuggire. Cadono così 11 partigiani e 9 civili. Poggio Bustone, per decisione del prefetto Di Marsciano, è data alle fiamme come rappresaglia per i fatti del 10 marzo.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Tra il 3 e il 7 aprile i tedeschi raggiungono [[Leonessa (Italia)|Leonessa]]. Qui dove i partigiani avevano fucilato il commissario prefettizio fascista Francesco Pietramico<ref>https://laprovinciarieti.it/2024/04/07/a-leonessa-la-celebrazione-dell80-eccidio-del-1944-con-il-sindaco-gizzi-una-delegazione-anpc-e-il-deputato-trancassini/</ref> avvengono gli arresti sulla base di nominativi forniti da fascisti e da delatori. Il [[Strage di Leonessa|7 aprile 23 prigionieri vengono fucilati]], tra loro il parroco don [[Concezio Chiaretti]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>.
Il 7 aprile, presso [[Poggio Mirteto]], sul [[Monte Tancia]], in uno scontro tra tedeschi e circa 200 partigiani garibaldini, cadono 15 partigiani. Per rappresaglia i tedeschi [[Eccidio del monte Tancia|uccidono numerosi abitanti di Poggio Mirteto e Tancia]].<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
Il 9 aprile a [[Eccidio delle Fosse Reatine|Rieti furono fucilati altri 15 prigionieri]] scelti tra i catturati a Leonessa.<ref>http://storiaxxisecolo.it/cronologia/cronoloreslazio/cronoreslaz8.html</ref>
 
Le operazioni di rastrellamento provocarono l'[[eccidio del monte Tancia]] e l'[[Eccidio delle Fosse Reatine|delle Fosse reatine]]. In previsione dell'imminente sfondamento delle truppe alleate del fronte siil intendevarastrellamento cosìserviva per liberare le retrovie dalla pressione partigiana per consentire la ritirata sulla [[Linea Gotica|Linea gotica]].<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>. Di Marsciano relazionò sul buon andamento delle operazioni di rastrellamentomilitari: «''Est stata rastrellata zona [[Monte Tancia]] infestata ribelli. Ribelli uccisi circa cento et rastrellate 220 persone. Finalmente Provincia libera bande ribelli''».<ref>{{Cita web|url=https://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/MONTE%20SAN%20GIOVANNI%20IN%20SABINA%2007.04.1944.pdf|titolo=Atlante Stragi Nazifasciste: Episodio di MONTE SAN GIOVANNI IN SABINA 07.04.1944, Compilatore: ANGELO BITTI, pag 6}}</ref>
Secondo il Comando tedesco i caduti sul fronte opposto furono più di trecento, mentre gli autori del Dizionario della Resistenza conteggiano 650 vittime, di questi è difficile distinguere quali fossero le vittime civili e i combattenti.
D'altro canto i caduti tra i tedeschi e i fascisti repubblicani furono circa 180.<ref>https://www.micropolisumbria.it/un-fascista-zelante/</ref>
 
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{{portale|biografie|politica}}
 
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Persone legate ai bersaglieri]]
[[Categoria:Consiglieri membri del Consiglio nazionale del PNF]]