Domodossola: differenze tra le versioni
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|Didascalia mappa = Posizione del comune di Domodossola nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola
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'''Domodossola''' (localmente anche detta solo ''Domo'', ''Dòm'' in [[Lingua lombarda|lombardo]], ''Döm'' o ''z'Töm''<ref>Angela Bacher, ''Bärulussä'', Verbania, Tararà, 1995.</ref> in [[
== Geografia fisica ==
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== Storia ==
[[File:Shepherd Map of Ancient Italy, Northern Part.jpg|left|thumb|Italia settentrionale secondo l'Historical Atlas: l{{'}}''Oscela Lepontiorum'' nell'area settentrionale della [[Gallia Transpadana]]]]
[[File:– Statuta curiae Matarellae Domi Ossulae Expensis Jurisdictionid dictae curiae, 1659 – BEIC 10367234.jpg|thumb|''Statuti di Domodossola'' (''Statuta curiae Matarellae Domi Ossulae Expensis
[[File:Bandiera della Repubblica partigiana dell'Ossola (Giorgio Bocca).svg|thumb|Bandiera della Repubblica dell'Ossola|221x221px]]
{{Citazione|Nelle Alpi Cozie [è situata] l'Oscel(l)a dei Leponzi|[[Claudio Tolomeo|Tolomeo]], ''Geografia'', [[100]] d.C. circa|
=== Dalla Preistoria al Novecento ===
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Le periodiche incursioni dei [[Canton Vallese|Vallesani]] e le lotte accanite tra [[guelfi]], in maggioranza nel borgo, e [[Guelfi e ghibellini|ghibellini]] costringono gli Ossolani a chiedere protezione a [[Gian Galeazzo Visconti]], signore di [[Milano]]: il 19 marzo [[1381]] viene firmato nell'attuale [[#Architettura civile|Palazzo San Francesco]] l'atto di dedizione. Il contratto con i [[Visconti]] prevedeva protezione e privilegi agli Ossolani, in cambio di un compenso di 750 [[fiorino|fiorini]] annui<ref>{{cita|Lions Club|27}} Dalla Preistoria al traforo del Sempione, Tullio Bertamini</ref>. Ai Visconti succedono gli [[Sforza]] ([[1450]] - [[1535]]).[[File:Veduta dal castello di Mattarella.png|sinistra|miniatura|Veduta di Domodossola dal Castello di Mattarella']]
Dopo gli Sforza, Domodossola subisce la dominazione imperiale e poi [[Spagna|spagnola]] che dura
Con [[Vittorio Emanuele I]] nel [[1818]] Domodossola diventa capoluogo della [[provincia di Ossola]], nella [[divisione di Novara]], con un capo-guardia di prima classe a Domodossola e un capo-guardia di seconda classe a [[Masera]]<ref>{{cita|Orlandini|41}}.</ref>.
Nel [[1859]], con l'emanazione del [[decreto Rattazzi]], viene soppressa la [[provincia di Ossola]] e istituito il [[circondario di Ossola]] (in seguito circondario di Domodossola), come suddivisione della [[provincia di Novara]], comprendente i mandamenti di [[Crodo]], [[Santa Maria Maggiore (Italia)|S. Maria Maggiore]], [[Bannio Anzino|Bannio]] e Domodossola<ref>{{cita|De Gaudenzi|54}}.</ref>.
Nel [[1869]] viene aperta, fra le prime in Italia, la sezione domese del [[Club Alpino Italiano]].[[File:Torretta Medioevale di Domodossola.png|miniatura|La
=== Il Novecento ===
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=== Piazza Mercato e il centro storico ===
{{Citazione|
Simbolo della città, piazza Mercato è caratteristica per i [[portico|portici]] [[XV secolo|quattrocenteschi]] a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]]. I [[capitello|capitelli]] delle colonne, che sostengono archi [[Architettura romanica|romanici]] e [[gotico|gotici]] scompagnati, sono finemente scolpiti e nelle testate recano [[stemma|stemmi]] delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari. Nel centro della piazza si ergeva l'antico palazzo [[XIV secolo|trecentesco]] del [[Comune]], demolito nel [[1805]] per aprire la [[strada statale 33 del Sempione|strada napoleonica del Sempione]]<ref name=mercato>{{cita|De Maurizi|62}}.</ref>. Sul lato settentrionale era localizzato anche il palazzo del [[vescovo-conte]] con la relativa [[torre]], mentre a sud si impone ancor oggi il Teatro Galletti. La concessione del [[mercato]] settimanale al borgo di Domodossola, secondo la targa posta nel [[1891]] in piazza, sarebbe stata fatta da [[Berengario I]] il 19 dicembre [[917]]. In realtà il diploma originale è stato alterato: certo è che tuttavia il mercato sia assai antico, probabilmente presente già all'epoca dei [[Leponzi]]<ref>{{cita|Ferrari|19}}.</ref>.
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==== Palazzo di Città ====
{{vedi anche|Sala storica della Resistenza (Domodossola)}}
[[File:Palazzo di città di Domodossola.png|miniatura|
Progettato dall'architetto Giovanni Leoni di [[Torino]] e recentemente restaurato, è stato edificato nel [[1847]]. Nel [[1944]] fu sede della Giunta Provvisoria di Governo della [[Repubblica partigiana dell'Ossola]]: ai nostri giorni il [[consiglio comunale]] si riunisce proprio nella [[Sala storica della Resistenza (Domodossola)|Sala Storica della Resistenza]]. Nel cortiletto interno del palazzo è presente una lapide, che ricorda il conferimento della [[medaglia d'oro al valor militare]], conferita alla Val d'Ossola nel settembre [[1945]], per i fatti resistenziali culminanti nel significativo episodio della zona liberata. Antistante il palazzo nel [[1899]] venne posto il monumento, opera di Francesco Ricci ([[scultore]] [[Val Vigezzo|vigezzino]]) dedicato a [[Gian Giacomo Galletti]], benefattore cittadino, il cui lascito diede vita alla Fondazione Galletti.
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[[File:Piazza Geo Chavez.png|sinistra|miniatura|La nuova piazza Geo Chavez a Domodossola]]
Grazie al progetto [[Interreg]] [[Italia|italo]]-[[Svizzera|svizzero]] "''Geo Chavez, di tanti uno solo''"<ref>{{cita web|url=http://www.interreg-italiasvizzera.it/progetti:rid=95|titolo=Scheda progetto Interreg|accesso=19 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150716034738/http://www.interreg-italiasvizzera.it/progetti:rid=95|urlmorto=sì}}</ref>, finanziato in occasione del centenario ([[2010]]) della trasvolata delle Alpi, è possibile ripercorrere quella che fu la storica impresa dell'[[aviatore]] [[Perù|peruviano]] [[Jorge Chávez Dartnell]]. Egli il 23 settembre 1910 partecipò al Gran Premio della Traversata delle Alpi: partì da [[Briga-Glis|Briga]], sorvolò il [[passo del Sempione]] e raggiunse Domodossola, divenendo il primo trasvolatore delle [[Alpi]]; l'aereo, tuttavia, in fase di atterraggio cedette. Gravemente ferito, il pilota morì all'[[ospedale San Biagio (Domodossola)|ospedale San Biagio]] pochi giorni dopo<ref name="grande"/>. Con l'intento di rievocare la memoria di tale eroica impresa, è nato tale progetto, che, oltre a comprendere diverse iniziative culturali (mostre, manifestazioni, spettacoli teatrali) già svoltesi, ha previsto la realizzazione di tre opere principali<ref>{{cita web | url = http://www.amossola.it/MuseiOssola/index.php/Interreg-Geo-Chavez.html | titolo = Chavez: di tanti uno solo - AMO | accesso = 19 ottobre 2014 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140901001431/http://amossola.it/MuseiOssola/index.php/Interreg-Geo-Chavez.html | urlmorto = sì }}</ref>:
* riqualificazione di piazza Chavez a Domodossola con restauro del cippo e del monumento a lui dedicato, di fronte alla storica caserma della [[Guardia di Finanza]];
* realizzazione di una teca museale presso il cortile delle scuole elementari "L. Milani" di via Rosmini, contenente una ricostruzione del [[Blériot XI]] usato da Chavez con l'ala originale e alcuni pezzi di storia del sistema di trasporto locale: l'antica diligenza del [[Passo del Sempione|Sempione]], una [[slitta]], un'automobile e una bicicletta;
* realizzazione di un percorso di arte contemporanea di 13 opere, da parte artisti internazionali, lungo i 50 chilometri della [[passo del Sempione|via del Sempione]], tra Domodossola e [[Brig-Glis|Briga]]. Di queste opere, quattro si trovano in città: ''Sogno volante'' di Uli Wirz (pressi di Palazzo San Francesco), ''A Dream'' di Kaarina Kaikkonen (piazza Cavour), ''A colui che è sul suo coltello (Icaro Chavez)'' di Marco Magrini (via Guelfi) e ''En plein air'' di Mario Airò (interno del Municipio)<ref>{{cita web|
Anche un'area del [[Museo sempioniano]] è interamente dedicata all'aviatore.
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Domodossola è centro nevralgico della [[val d'Ossola]] e costituisce il punto di riferimento delle vallate ossolane ([[valle Anzasca]], [[valle Antrona]], [[val Bognanco]], [[val Divedro]], [[valle Antigorio]], [[val Formazza]], [[valle Isorno]], e [[val Vigezzo]]).
L'economia si è sviluppata in passato grazie al settore secondario: industrie [[siderurgia|siderurgiche]], meccaniche e acciaierie hanno dominato la scena durante tutto il [[XX secolo]]. Negli stessi anni, la costruzione nei territori circostanti di [[diga|dighe]] e [[centrale elettrica|centrali idroelettriche]] ha assecondato lo sviluppo industriale, offrendo l'energia necessaria alla lavorazioni; l'esistenza delle centrali idroelettriche ha offerto impiego a centinaia di lavoratori nel settore energetico. La vicinanza con la [[Svizzera]] e l'apertura del [[traforo del Sempione]] hanno dato inoltre notevole impulso
Attualmente il ruolo del secondario risulta limitato, per quanto permanga l'industria lapidea sia estrattiva, sia di lavorazione. Domodossola ha infatti assunto negli ultimi anni una vocazione culturale, turistica<ref>{{cita web|
Per quanto riguarda l'artigianato, importante è la lavorazione locale del ferro battuto, finalizzata soprattutto alla produzione di mobili.<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=1 | p=8}}</ref>
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* [[Ferrovia Domodossola-Locarno|Domodossola-Locarno]] nota anche come ''Vigezzina.'' Non è connessa con le precedenti e ha la propria stazione sotto quella di [[Rete ferroviaria italiana]].
Inoltre lo [[scalo merci di Domo 2]], situato nel comune di [[Beura-Cardezza]], assume rilevanza strategica nei collegamenti tra l'Italia settentrionale e le regioni dell'[[Europa]] centro-occidentale, mettendo in comunicazione i [[porto|porti]] di [[Rotterdam]] e [[Genova]]. La linea che attraversa il [[Traforo del Sempione]] rientra infatti tra i progetti prioritari (''Priority Project 24'')<ref>[
=== Autobus ===
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