Gandino: differenze tra le versioni
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|Nome = Gandino
|Panorama = Gandino1.jpg
|Didascalia = Panorama
|Bandiera = Gandino-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
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|Amministratore locale = Filippo Servalli<!--nome, cognome SENZA titoli-->
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 13-
|Data istituzione =
|Altitudine = 552
|Sottodivisioni = [[Barzizza (Gandino)|Barzizza]], Cirano<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.gandino.bg.it/index.php/territorio |titolo=Comune di Gandino - Il territorio |accesso=11 marzo 2018 |dataarchivio=22 febbraio 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200222125112/http://www.comune.gandino.bg.it/index.php/territorio |urlmorto=sì }}</ref>
|Divisioni confinanti = [[Casnigo]], [[Cazzano Sant'Andrea]], [[Cerete]], [[Clusone]], [[Endine Gaiano]], [[Leffe (Italia)|Leffe]], [[Peia]], [[Ponte Nossa]], [[Ranzanico]], [[Rovetta]], [[Sovere]]▼
▲|Divisioni confinanti = [[Casnigo]], [[Cazzano Sant'Andrea]], [[Cerete]], [[Clusone]], [[Endine Gaiano]], [[Leffe]], [[Peia]], [[Ponte Nossa]], [[Ranzanico]], [[Rovetta]], [[Sovere]]
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2853
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}}
[[File:Val Gandino.jpg|miniatura|La Val Gandino vista dal monte Farno]]
'''Gandino''' (<small>[[Alfabeto Fonetico Internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ɡanˈdiːno]}};
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Gandino4.jpg|left|thumb|upright=1.3|Vista su Gandino]]
Il territorio comunale si sviluppa presso la parte terminale dell'altipiano della [[val Gandino]], che deve il proprio nome al paese stesso, a un'altezza di compresa tra i {{M|465
Il nucleo abitativo del capoluogo è raccolto attorno al centro storico e distribuito in modo uniforme, mentre più a monte sono poste le due frazioni Cirano, nella stretta val d'Agro, e Barzizza, sulle pendici del [[monte Farno]] in direzione nord-ovest del territorio
A livello amministrativo, il territorio è delimitato in modo naturale dalle alture che sovrastano il centro abitato: a nord il confine infatti è dato dalla cresta che sale dal [[Corno Guazza]] (
A sud la linea di divisione con Peia scende dal monte Pizzetto al fondovalle, fino a raggiungere il corso del fiume [[Romna]], che rappresenta il confine prima con la stessa Peia, poi con Leffe.
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Ricchissima è l'idrografia. Il principale corso d'acqua è il torrente [[Romna]], che nasce dall'unione di tre corsi d'acqua inferiori che scendono dalle vallate che sovrastano il paese: la val d'Agro (in alcuni documenti indicata col nome di "val d'Andro"), la val Groaro e la valle Piana.
La val d'Agro, compresa tra il monte Guazza ed il monte Corno (
Vi è inoltre il [[Re (torrente della val Gandino)|torrente Re]], che prende vita nella piccola valle Chignolo, da cui poi si sviluppa la valle Torre, e riceve le acque del torrente Togna, che scende dalla zona di Cirano ad ovest della Costa del Gallo, attraversando la zona residenziale al confine con Cazzano. Quest'ultimo corso d'acqua, che fino al termine del XX secolo era utilizzato come scarico dei pozzi neri e per questo chiamato Merdarolo, si getta poi nella Romna a valle di Casnigo, nei pressi del centro sportivo consortile.
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È invece durante l'[[età del ferro]], periodo del quale sono giunti a noi due punte di lancia e un elmo, che si verificarono i primi insediamenti stabili, quando nella parte alta del centro abitato si svilupparono piccoli agglomerati, a margine dei quali cominciarono a trovare spazio le prime coltivazioni stanziali. Si trattava di popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli [[Orobi]]. A essi, a partire dal [[V secolo a.C.]], si aggiunsero ed integrarono le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i [[Cenomani|Galli Cenomani]]. Nonostante si trattasse di presenze sporadiche, che non formarono mai un nucleo abitativo definito, questi ultimi lasciarono segni indelebili della loro presenza, come testimoniato dai numerosi toponimi a essi riconducibili.
In primo luogo il nome stesso del paese deriverebbe dalla chiara matrice celtica ''Gand-'', indicante un territorio ripido, sassoso e franoso (luogo probabilmente identificabile con il ghiaione della località ''Groaro''), e presente in numerosi altri toponimi della [[provincia di Bergamo]] quali [[Gandellino]], [[Gandosso]] e [[Ganda (Aviatico)|Ganda]]<ref>U. Zanetti. Op. cit.
Riguardo alle frequentazioni di questa popolazione, è invece priva di fondamenta la leggenda che indicherebbe la località ''Coren d'altar'' come luogo sacro in cui i [[druido|druidi]] svolgevano i propri riti<ref>P. Gelmi e B. Suardi, Gandino, ''Op. cit.'' p. 28</ref>.
=== Dai Romani al Medioevo ===
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Al termine della dominazione romana vi fu un periodo di decadenza e abbandono del centro abitato, con la popolazione che sovente era costretta a cercare riparo sulle alture circostanti al fine di difendersi dalle scorrerie perpetrate dalle orde barbariche. La situazione ritornò a stabilizzarsi con l'arrivo dei [[Longobardi]], popolazione che a partire dal [[VI secolo]] si radicò notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase ''de facto'' attivo nelle consuetudini della popolazione fino alla sua abolizione, avvenuta soltanto al termine del [[XV secolo]].
Con l'arrivo dei [[Franchi]], avvenuto verso la fine dell'[[VIII secolo]] il territorio, formato da agglomerati sparsi, venne sottoposto al sistema feudale, con il paese che inizialmente venne assegnato, al pari di gran parte della valle, ai monaci di [[Tours]]. Ed è a questo evento a cui si riferisce il primo documento scritto che attesta l'esistenza del paese: è il 17 agosto [[774]] quando, in un atto rogato redatto a [[Pavia]], l'imperatore [[Carlo Magno]] dona ai suddetti religiosi la [[
La prima volta in cui viene fatta menzione del paese è datata invece 1º agosto [[830]] quando Aucunda, moglie di Gausperto, dona alcuni terreni posti presso Gandino a Grasemundo, [[vescovo di Bergamo]]. Quest'ultima autorità, grazie a permute, donazioni e investiture, acquisì pieno potere su tutta la val Seriana, assurgendo in modo ufficiale a ruolo di feudatario nel [[1041]].
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=== Il periodo comunale ===
[[File:PServalli Emancipazione comunale di Gandino.png|left|thumb|upright=1.4|L'atto di emancipazione comunale, firmato da Arpinello Ficieni]]
Tuttavia tra la popolazione cresceva sempre più il desiderio di emanciparsi dal potere vescovile e feudale, al fine di poter decidere in autonomia la gestione del territorio. Il primo passo in tale direzione è datato [[1180]], quando il [[Guala (vescovo di Bergamo)|vescovo Guala]], formalmente detentore dei diritti, investì il comune, rappresentato da tre consoli, dei diritti riguardanti la caccia. La nascita definitiva dell'istituzione comunale risale invece al 6 luglio [[1233]], quando Arpinello Ficieni, dopo aver ereditato dal padre il feudo della val Gandino, decise di cedere in perpetuo tutti i suoi diritti feudali al comune di Gandino. Il passaggio di consegne venne firmato tramite un atto pubblico alla presenza dell'[[Arengo]] (l'assemblea del popolo) comandato da tre consoli, per la somma di 950 lire imperiali. L'atto detto ''di Emancipazione'', è conservato presso la ''Sala della Valle''<ref>{{cita web|url=https://www.ecodibergamo.it/stories/storie-dimenticate/e-gandino-compro-la-liberta-dallo-squattrinato-arpinello_1067213_11/|titolo= E Gandino si comprò la libertà dallo squattrinato Arpinello|editore=L'Eco di Bergamo|accesso=22 aprile 2018}}</ref>. Qualche anno più tardi, nel [[1247]], seguì anche l'acquisizione delle terre e dei diritti della famiglia Adelasio, per la cifra di
[[File:Cirano torre En Caster.JPG|thumb|La torre di Cirano]]
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L'istituzione comunale era retta dagli appartenenti alla classe dei proprietari terrieri e alla classe mercantile, che poterono gestire più o meno direttamente i beni comunali, affittando pascoli e facendo pagare dazi.
A livello istituzionale, il potere esecutivo era esercitato da sei consoli, mentre gran parte della gestione del territorio e il controllo dell'operato degli altri organi spettava all'Arengo, che era composto da 84 membri, eletti dal "[[Consiglio di Credenza]]". Quest'ultimo, composto da dodici credendari (o credenzieri) e da due consoli con mandato semestrale, aveva il compito di deliberare riguardo al governo della comunità. Con il passare degli anni la sua importanza crebbe sempre più, fino a diventare più importante dell'Arengo stesso.
Dopo aver redatto il primo statuto comunale verso la metà del [[XIII secolo]], Gandino venne inserito nella circoscrizione denominata "Facta di san Lorenzo" con un territorio che non includeva Barzizza ma comprendeva Peia, come indicato negli statuti della città di [[Bergamo]] del [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo]].
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=== I Visconti e le lotte di fazione ===
[[File:Gandino cinta muraria (2).JPG|left|thumb|upright=1.4|La cinta muraria del borgo storico]]
Nel frattempo Gandino continuava a crescere sia economicamente, nonostante il forte aumento della pressione fiscale attuato dai Visconti, che come popolazione, tanto che nel [[1369]] nel paese, suddiviso tra le contrade "Cima Gandino", "Mezzadora", "Fondo Gandino", "Cirano" e "Peia", {{
Quegli anni però furono anche caratterizzati da un progressivo sfaldamento dell'equilibrio sociale, che risentì negativamente delle lotte di fazioni tra [[guelfi e ghibellini]]. Gandino, appartenente alla fazione ghibellina, in una prima fase non fu interessato in modo diretto dagli scontri, anche grazie al giuramento fatto verso i Visconti dalle principali famiglie del paese che si impegnarono a non commettere violenze sul suolo del comune.
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La tanto temuta rappresaglia guelfa non si scagliò contro Gandino, ma contro Vertova che il 10 giugno [[1397]] fu rasa al suolo da un attacco devastante. La rovina di Vertova fu la fortuna di Gandino: in primo luogo la diarchia economica dei due paesi fu spezzata a vantaggio di Gandino, con numerosi mercanti vertovesi che si spostarono nel centro rimasto immune dalla furia guelfa, segnando l'inizio di una nuova fase in ambito economico e commerciale.
La comunità sentì quindi l'esigenza di dotarsi di un'adeguata protezione, al fine di preservare la propria integrità territoriale e scongiurare attacchi simili. A partire dal
Questa tuttavia non fu sufficiente a evitare pericoli agli abitanti. Il 17 agosto [[1404]], in seguito a un attacco dei ghibellini gandinesi (unitamente a quelli di [[Nembro]], Vertova e [[Almenno San Salvatore|Almenno]]) perpetrato ai danni di esponenti guelfi di [[Albino (Italia)|Albino]], vi fu una ritorsione di questi ultimi che riuscirono a eludere i posti di blocco alle porte del paese e uccidere nove gandinesi.
La complicata situazione sociale venne accompagnata da
=== La Serenissima ===
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Basilica di Santa Maria Assunta ===
[[File:Gandino9.jpg|thumb|upright=1.3|La basilica di Santa Maria Assunta]]▼
{{vedi anche|Basilica di Santa Maria Assunta (Gandino)}}
▲[[File:Gandino9.jpg|thumb|upright=1.3|La basilica di Santa Maria Assunta]]
La principale struttura presente nel comune è indubbiamente la chiesa prepositurale, assurta a ruolo di basilica, dedicata a santa Maria Assunta. Posta nel cuore del vecchio centro storico, da sempre ha ricoperto grande importanza per i propri abitanti, come testimoniato dalle numerose elargizione che, fin dall'epoca medievale, le hanno permesso di dotarsi di importanti opere d'arte. Risalente al [[1180]], subì numerose trasformazioni, l'ultima delle quali eseguita dal gandinese Paolo Micheli alla fine del [[XVII secolo]], dopo la quale è rimaste tale fino ai nostri giorni. Costituita da una sala interna a tre navate, presenta la copertura con una successione di spioventi posti a differenti altezze (detta [[facciata a salienti|facciata a saliente]]), composta in pietra locale con intensità calda che fanno risaltare [[lesena|lesene]] e cornicioni di tonalità chiara. Sempre sulla facciata si trovano i portali, realizzati dai veneziani [[Domenico Rossi (architetto)|Domenico Rossi]] e Antonio Cavalleri, nonché statue di figure zoomorfe eseguite in pietra di [[Rovigno]] da Paolo Callolo e Paolo Groppelli. Sulla struttura svetta la torre campanaria alta 74 metri con cupola a cipolla, di derivazione [[Europa centrale|mitteleuropea]], dotata di una cuspide in rame alta 13 metri, ed eseguita dal bolzanino Francesco Shgraffer e dal trentino Paolo Sterzl. Il campanile possiede inoltre un concerto di 10 campane datate dal 1786 al 1822 tranne la seconda campana più piccola (do#4) fusa nel 1706. All'interno sono custodite numerose opere di indubbio valore. Il campanile con i suoi 74 metri è il più alto della Val Seriana
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*[[Chiesa di San Nicola di Bari e San Lorenzo|Chiesa parrocchiale di San Lorenzo]], nella frazione di Barzizza, il cui primo nucleo risale al [[XV secolo]], ma ricostruita nel secolo successivo e modificata nel [[1880]];
* [[Chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo (Gandino)|Chiesa di San Giacomo Apostolo]], cinquecentesca, nell'altro nucleo di Cirano.
* [[Chiesa dei Santi
* [[Ex monastero francescano di Santa Maria delle Grazie]], costruito nel [[XV secolo]] e soppresso con l'avvento della [[Repubblica Cisalpina]].
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* Palazzo del Vicario, quattrocentesco, sede municipale, che presenta un orologio e una struttura porticata che si apre su piazza Vittorio Veneto, al centro della quale si trova una fontana.
* Palazzo del Salone della Valle, cinquecentesco, anch'esso di proprietà comunale, sito sul lato opposto della medesima piazza, dotato esternamente di una facciata simmetrica ed internamente di affreschi ed arredamenti di valore storico e artistico. I suoi saloni sono utilizzati come sala consiliare, sede della ''Pro loco'' e archivio, nel quale sono custoditi anche documenti risalenti all'epoca comunale.
* Palazzo [[Giovanelli]], appartenne a una delle famiglie più in vista
* I palazzi Spampatti e Loverini;
* I resti delle fortificazioni medievali, composti da tratti di muratura e torri utilizzate come roccaforti difensive. A tal riguardo interessanti sono la "porta di piazza", antico accesso al borgo storico, e le altre due porte in via Lacca, dove sono
* Torre del Portone Fosco, risalente al XIV secolo e costituita da pietre squadrate disposte in modo regolare per tutta la sua altezza, pari a quattro piani.
* Torre Gandino, in località "Cima Gandino", che, risalente al [[XIV secolo]], presenta una copertura che alterna parti in intonaco ad altre in pietra e laterizio;
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Il 547 invece, dalla zona del monte di Sovere, si mantiene in quota toccando la Malga Lunga, le pendici del monte Sparavera, la "pozza dei Sette Termini", la località Monticelli, i "prati di Cap", fino a giungere a Cima Peia, da cui scende fino a concludersi nella zona degli opifici di Gandino.
Attorno a questi itinerari si sviluppa un interessante reticolo di alternative e varianti, date dai segnavia contrassegnati con il 544A (Fontanei-Croce di Corno-Valle Piana, con percorso attrezzato per escursionisti esperti), il 544B (dalla chiesetta di Val Piana alla "Pozza dei Sette Termini"), il 545A (Monte di Sovere-Baita Monte Alto-"Campo d'Avene"), il 545B ("Campo d'Avene"-"Pozza del Fogarolo"), il 548 (Cirano-"Campo d'Avene"), il 548A (Croce di Corno-"Foppa Cornaclì"-"Campo d'Avene"), il 549 (Barzizza–"Groaro"–Tribulino della Guazza-[[pizzo Formico]]), il 549A (Monte Farno-Tribulino della Guazza) e il 508 (Fogarolo–San Lucio–Clusone).
Degna di nota è infine la traversata, identificabile con il numero 513 e intitolata al partigiano A. Caslini, che dalla frazione di Tribulina di [[Scanzorosciate]] raggiunge prima la [[valle Rossa]], poi la località dei "Monticelli", per concludersi presso la Malga Lunga, ripercorrendo gli itinerari della [[Resistenza italiana|resistenza partigiana]].
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=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Gandino (BG) - chiesa di Santa Croce e
Un appuntamento particolarmente interessante è la "Fiera di San Giuseppe", che si svolge ogni anno alla quarta domenica di [[Quaresima]]. Questa in gergo locale viene chiamata la ''féra dé palpacüi'', in quanto si svolge in vie così strette che gli avventori sono costretti a muoversi quasi a contatto tra loro.
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