Rudolf Levy: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte = 6 febbraio
|AnnoMorte = 1944
|NoteMorte = <ref>Si considera come data probabile il giorno stesso dell'arrivo al lager: v. {{cita web|url=https://www.uffizi.it/eventi/rudolf-levy-in-mostra-a-palazzo-pitti|titolo="Rudolf Levy (1875 -1944). L'opera e l'esili0esilio|sito=Uffizi}}</ref>
|Epoca = 1800
|Epoca2 = 1900
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== Biografia ==
Nacque in una famiglia ebraica ortodossa che si oppose al suo desiderio di divenire un artista. Tuttavia nel 1895 riuscì ada iscriversi all'[[Karlsruhe|Accademia di belle arti di Karlsruhe]]. e nel 1897 assieme ad [[Hans Purrmann]] si trasferì all'[[Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera|Accademia di Monaco]] dove studiò sotto la direzione di [[Nikolaos Gysis]]. Dal 1899 si iscrisse alla scuola privata tenuta da [[Heinrich Knirr]] avendo come compagni tra gli altri [[Paul Klee]], [[Eugen von Kahler]], [[Hermann Haller (scultore)|Hermann Haller]] e [[Georges Karse]]. Nel 1901 e 1902 si impratichì nella pittura ''[[en plein air]]'' con [[Heinrich von Zügel]].
 
Nel 1903 con Purmann e Walter Bondy si trasferì con Purmann e [[Walter Bondy]] a [[Parigi]]. Qui animava la cerchia internazionale che si riuniva al [[Café du Dôme]]. Nel 1905 e 1906 partecipò alla terza e alla quarta mostra del [[Salon d'Automne]] al [[Grand Palais]]. Nel 1907 studiò presso la nuova scuola di pittura di [[Henri Matisse]]. Tra il 1910 ede il 1913 fece diversi viaggi nel sud della Francia ede in Tunisia alla ricerca di nuove suggestioni pittoriche<ref>[[Klaus Mann|Klaus]] ed [[Erika Mann]] affermarono che Levy era lo "scopritore" della cittadina di [[Sanary-sur-Mer]], ancora popolare tra gli artisti tedeschi nel 1931; {{Cita libro
|autore = Klaus Mann
|autore2 = Erika Mann
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}} (Ristampa; edizione originale: Piper-Verlag, 1931).</ref>.
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]], che combatté come volontario, rimase in [[Germania]] e si sposò con Eugenie Schindler (1894-1953), una fotografa ede attrice col nome d'arte di Genia Morelli<ref>{{Cita web
|url = http://www.deutsche-biographie.de/sfz65394.html
|titolo = Morelli, Genia
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|lingua = de
|accesso = 24 maggio 2018
}}</ref>, con cui andò a vivere a [[Berlino]]. La sua prima mostra personale a Berlino nel 1922, organizzata dal mercante e collezionista d'arte [[Alfred Flechtheim]], lo rese noto ada una cerchia più ampia di pubblico e critica. Tra il 1924 ed il 1926 fu di nuovo a Parigi dove operò come rappresentante di Flechtheim. Ritornato a Berlino, dove il suo circolo di conoscenze comprendeva [[Erika Mann]] e il fratello [[Klaus Mann|Klaus]] ed il marito [[Gustaf Gründgens]], [[Erik Charell]], [[Salomon Friedlaender]], [[Renée Sintenis]], [[Joachim Ringelnatz]] e [[Ernst Stern]], nel 1928 fu nominato nella giuria della [[Secessione di Berlino]] assieme a Hans Purrmann, Charlotte Behrend-Corinth, [[George Grosz]] e [[Max Pechstein]]. Continuò a collaborare con la Secessione fino al 1933 e contemporaneamente tenne una sua scuola di pittura situata sul [[Kurfürstendamm]].
 
Con il nascere delle persecuzioni razziali naziste preferì lasciare la Germania e venne ospitato a [[Rapallo]], nella villa del suo amico ede allievo Bob Gesinus-Visser (1898-1978). Dal 1935 fu a [[Maiorca]], dove incontrò altri esuli come [[Franz Blei]], [[Heinrich Maria Davringhausen]], [[Arthur Segal]] e [[Karl Otten]], ma allo scoppio della [[Guerra civile spagnola]] fu costretto ada emigrare temporaneamente a [[New York]] ospite dell'amico attore [[Erik Charell]].
 
Ritornato in Europa fu prima a [[Malfi]], un sobborgo di [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]], e nel 1938 ad [[Ischia (Italiacomune)|Ischia]]. Qui si inserì nella piccola comunità di artisti tedeschi formata da [[Karli Sohn-Rethel]], [[Kurt Craemer]], [[Werner Gilles]], [[Max Peiffer Watenphul]] e [[Eduard Bargheer]] e visse vendendo occasionalmente alcune opere ma anche con aiuti provenienti dalla famiglia ede anche dalla ormai ex-moglie.
 
Anche qui non poté fermarsi: con lo scoppio della guerra nel 1939 il suo permesso di soggiorno non fu rinnovato. I tentativi dell'amico Charell di fargli rinnovare il permesso per gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] furono vanificati dalla sua situazione economica. Nel 1940 riuscì a stabilirsi a Firenze dove ritrovò Kurt Craemer e Hans Purrmann e ricominciò a dipingere, soprattutto nature morte e ritratti. Nel maggio del 1943, con l'occupazione tedesca, assieme ad altri si rifugiò clandestinamente nella campagna di [[Reggello|Regello]]<ref>{{Cita web
|url = http://www.purrmann.com/it/leben_florenz.php?lang=3
|titolo = Vita. Firenze 1935-1943
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}}</ref>.
 
Nel dicembre del 1943 fu attirato con l'inganno a Firenze da agenti [[Schutzstaffel|SS]] che si fingevano mercanti d'arte ede arrestato. Dopo una breve incarcerazione a [[Monastero delle Murate|Le Murate]] fu avviato al [[carcere di San Vittore]] a Milano, e da lì ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]. Probabilmente probabilmente venne ucciso al momento dell'arrivo al Lager il 6 febbraio 1944, in quanto considerato troppo anziano per essere utilizzato nel lavoro<ref>{{cita web|url=https://www.uffizi.it/eventi/rudolf-levy-in-mostra-a-palazzo-pitti|titolo="Rudolf Levy (1875 -1944). L'opera e l'esili0esilio|sito=Uffizi}}</ref>.
 
LeMolte opere di Levy nei musei tedeschi sono andate distrutte durante le [[Politica razziale nella Germania nazista|attività repressive naziste]] contro la cosiddetta [[arte degenerata]]. Di tanto in tanto emergono nel mercato antiquario alcuni lavori del periodo fiorentino.
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Levy-Paris.jpg|Parigi