Enzo Biagi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
mNessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
 
Riga 1:
{{Bio
'''Enzo Biagi''' ([[Lizzano in Belvedere]], [[Bologna]] [[9 agosto]] [[1920]]) è un [[giornalista]], uno scrittore ed un conduttore televisivo italiano.
|Nome = Enzo
|Cognome = Biagi
|Sesso = M
|LuogoNascita = Lizzano in Belvedere
|GiornoMeseNascita = 9 agosto
|AnnoNascita = 1920
|LuogoMorte = Milano
|GiornoMeseMorte = 6 novembre
|AnnoMorte = 2007
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = giornalista
|Attività2 = scrittore
|Attività3 = conduttore televisivo
|AttivitàAltre = e [[partigiano]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Biagi1976.jpg
|Didascalia = Enzo Biagi nel 1976
}}
È stato uno dei volti più popolari del giornalismo italiano del [[XX secolo]].<ref name="ReferenceA">''[[Corriere della Sera]]''; 7 novembre [[2007]].</ref><ref>''[[Famiglia Cristiana]]'', n. 46/18 novembre [[2007]].</ref>
 
== Biografia ==
=== PrimiGli anniesordi ===
{{citazione|Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un "vendicatore" capace di riparare torti e ingiustizie […] ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo|Enzo Biagi, ''Era ieri''}}
 
Biagi nacque a [[Lizzano in Belvedere#Geografia antropica|Pianaccio]], [[Frazione (geografia)|frazione]] del piccolo [[Comune (Italia)|comune]] [[appennini]]co di [[Lizzano in Belvedere]] (in [[provincia di Bologna]]), il 9 agosto del [[1920]]; all'età di nove anni si trasferì al seguito della famiglia a [[Bologna]], dove si stabilirono nel rione di [[Porta Sant'Isaia]], per seguire il padre Dario (1891-1942), che lavorava già da qualche anno come vicecapo magazziniere presso uno [[Saccarosio|zuccherificio]] cittadino. L'idea di diventare giornalista gli nacque dopo aver letto ''[[Martin Eden]]'' di [[Jack London]]. Frequentò l'istituto tecnico per ragionieri ''Pier Crescenzi'', dove con altri compagni diede vita ad una piccola rivista studentesca, ''Il Picchio'', che si occupava soprattutto di vita scolastica, soppressa d'imperio dopo solo qualche mese dalle [[Italia fascista|autorità fasciste]], cosa che lo portò a maturare una forte indole [[Antifascismo|antifascista]].<ref>{{Cita web |url=http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200711articoli/27355girata.asp |titolo=Enzo Biagi, una personalità eclettica: da giornalista a conduttore televisivo |editore=LASTAMPA.it |accesso=9 settembre 2008 |dataarchivio=23 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110523235300/http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200711articoli/27355girata.asp |urlmorto=sì }}</ref>
Nato da una famiglia di umili origini (il padre era aiuto magazziniere e la madre casalinga), si dedicò fin dall'infanzia al giornalismo e nel [[1941]] venne iscritto nell'apposito [[Ordine dei giornalisti|ordine]]. Lavorò per qualche tempo nel ''[[Resto del Carlino]]'' prima di essere chiamato alle armi: anti-fascista, Biagi non aderirà alla [[Repubblica Sociale Italiana]] e dopo l'[[8 settembre]] [[1943]] partecipò alla [[Resistenza]] unendosi ai partigiani operanti sul fronte dell'[[Appennino]]. Il [[21 aprile]] [[1945]] entra trionfante a [[Bologna]] con le truppe alleate e annuncia dai microfoni della radio locale che la guerra era conclusa.
 
[[File:Biagi 1943.jpg|thumb|left|upright=0.7|Enzo Biagi con la moglie Lucia Ghetti nel 1943<!-- il nome dell'immagine è sbagliato -->]]
=== Il dopoguerra ===
Nel 1937, all'età di diciassette anni e forse grazie all'aiuto del cugino [[Bruno Biagi]] (esponente di spicco del [[Partito Fascista]]), cominciò a collaborare con il [[quotidiano]] bolognese ''[[L'Avvenire d'Italia]]'', occupandosi di cronaca, di colore e di piccole interviste a cantanti lirici. Il suo primo articolo fu dedicato al dilemma, vivo nella critica dell'epoca, se il poeta di [[Cesenatico]] [[Marino Moretti]] fosse o no [[crepuscolarismo|crepuscolare]].
 
Nel 1940 fu assunto in pianta stabile dal ''Carlino Sera'', edizione pomeridiana de ''[[Il Resto del Carlino]]'', il principale quotidiano bolognese, come estensore di notizie, ovvero colui che si occupa di sistemare gli articoli portati in redazione (il lavoro di "cucina", come si dice in gergo), ma collaborò anche, in qualità di critico cinematografico, con [[Architrave (periodico)|''Architrave'']], periodico della [[Gioventù Universitaria Fascista]] (GUF) di [[Bologna]] e con [[L'Assalto (periodico)|''L'Assalto'']], l'organo ufficiale della Federazione Fascista di [[Bologna]].
Nel secondo dopoguerra, e fino al [[1952]], sarà il critico cinematografico del "Resto del Carlino". In quell'anno divenne direttore di ''[[Epoca]]'', un settimanale che prima di altri si accorse dell'importanza della [[televisione]]. Nel [[1961]] infatti Biagi si dimette da "Epoca" per passare alla [[Rai]]: con l'azienda di viale Mazzini divenne direttore del [[telegiornale]] ed inoltre fondò "RT", il primo rotocalco televisivo. Del [[1969]] è [[Dicono di lei]], programma TV in cui Biagi intervista personaggi famosi.
 
Nel 1942 fu [[Coscritto|chiamato alle armi]] ma non partì per il fronte a causa di problemi cardiaci (che lo accompagneranno per tutta la vita). Il 18 dicembre 1943 si sposò con Lucia Ghetti (1921-2002), maestra elementare, e continuò a lavorare per ''[[Il Resto del Carlino]]'' fino alla primavera del 1944 quando, per evitare la chiamata alle armi della [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica di Salò]], si rifugiò sulle montagne, dove finì poi per aderire alla [[Resistenza italiana|Resistenza]], entrando nelle [[brigate Giustizia e Libertà]], legate al [[Partito d'Azione]], di cui condivideva il programma e gli ideali.
Giornalisticamente parlando Biagi diventerà nel corso degli anni inviato speciale de ''[[La Stampa]]'', direttore del "Resto del Carlino", collaboratore de ''[[La Repubblica]]'' e opinionista del ''[[Corriere della Sera]]'', incarico che conserva ancor oggi.
 
In realtà Biagi non combatté mai: il suo comandante, infatti, pur senza dubitare della sua fedeltà lo trovava troppo gracile. Prima gli diede compiti di staffetta, poi gli affidò la stesura di un giornale [[partigiano]], ''Patrioti'', di cui Biagi era in pratica l'unico redattore e con il quale informava la gente sul reale andamento della [[seconda guerra mondiale|guerra]] lungo la [[Linea Gotica]]. Del giornale uscirono appena quattro numeri: la tipografia fu distrutta dai [[Germania nazista|tedeschi]]. Biagi considerò sempre i mesi che passò da partigiano come i più importanti della sua vita: in memoria di ciò, volle che la sua salma fosse accompagnata al cimitero sulle note di ''[[Bella ciao]]''.<ref>Corriere della Sera; 9 novembre 2007.</ref>
Nel [[1995]] dà vita a ''[[Il Fatto]]'', programma giornaliero di cinque minuti su avvenimenti e personaggi italiani, che viene ripreso in tutte le stagioni successive, sempre con altissime percentuali di ascolto. Il nome del programma prende spunto da un reportage fotografico eseguito dallo stesso Biagi sempre nel 1995.
 
Terminata la guerra, Biagi entrò con le truppe alleate a Bologna e fu proprio lui ad annunciare dai microfoni del ''[[Psychological Warfare Branch]]'' alleato l'avvenuta [[Resistenza italiana|liberazione]]. Poco dopo fu assunto come inviato speciale e [[cinema|critico cinematografico]] al ''Resto del Carlino'' che all'epoca aveva cambiato il suo nome in ''Giornale dell'Emilia''. Nel 1946 seguì come inviato speciale il [[Giro d'Italia]], nel 1947 partì per la [[Gran Bretagna]] dove raccontò il matrimonio della futura regina [[Elisabetta II del Regno Unito|Elisabetta II]]. Fu il primo di una lunga serie di viaggi all'estero come "testimone del tempo" che contrassegneranno tutta la sua vita.
Nel [[2001]] davanti ad 8 milioni di telespettatori invita a votare il centrosinistra [[Francesco Rutelli]] alle imminenti elezioni legislative, attirandosi l'ira della [[Casa delle Libertà]] di [[Silvio Berlusconi]].
 
=== L'uscitaGli dianni scenacinquanta e sessanta ===
==== La prima direzione: ''Epoca'' ====
[[File:Partigiani sfilano su automezzi a Bologna.jpg|thumb|upright=1.8|I partigiani di "Giustizia e Libertà" entrano nella Bologna liberata: tra loro c'era anche il giovane Enzo Biagi.]]
 
Nel 1951 si recò, per conto del ''Carlino'', in [[Polesine]] dove, con una cronaca rimasta negli annali, descrisse l'[[alluvione del Polesine del novembre 1951|alluvione che flagellava]] la [[provincia di Rovigo]]; nonostante il grande successo che riscossero quegli articoli, Biagi venne isolato all'interno del giornale per via di alcune sue dichiarazioni contrarie alla [[bomba atomica]], che lo fecero passare per un comunista e che lo fecero considerare, quindi, un «pericoloso sovversivo» per il suo direttore.
Dopo aver superato abbondantemente le 700 puntate, il giornalista bolognese fu accusato dal [[Presidente del Consiglio dei Ministri|Presidente del Consiglio]] [[Silvio Berlusconi]] di "''faziosità''" e di "''uso criminoso del mezzo pubblico''". Dopo pochi giorni, insieme al collega [[Michele Santoro]] e ai comici [[Daniele Luttazzi]] e (successivamente) [[Sabina Guzzanti]], viene allontanato dalla [[Rai]], se si esclude qualche ospitata dall'amico [[Fabio Fazio]]. Proprio nella trasmissione del conduttore ligure "''Che tempo che fa''" un commosso Biagi ha dichiarato che gli organi della figlia deceduta sono riusciti a salvare la vita di un'altra persona.
 
Gli articoli sul Polesine furono letti però anche da [[Bruno Fallaci]], direttore del settimanale ''[[Epoca (rivista)|Epoca]]'' e zio di [[Oriana Fallaci]], alla ricerca di nuovi elementi per le sue redazioni. Fallaci lo chiamò a lavorare come caporedattore al periodico<ref>{{cita news|autore=Giuseppe Braga|titolo=Quello zio burbero che fece grande l'Oriana|pubblicazione=[[Libero (quotidiano)|Libero]]|data=2 novembre 2017}}</ref>. Biagi e la sua famiglia (erano già nate due figlie, [[Bice Biagi|Bice]] e Carla; nel 1956 arriverà Anna) lasciarono quindi l'amata Bologna per [[Milano]].
Recentemente gli è stato offerto di tornare a condurre "Il Fatto", ma su [[Rai Tre]] (e non [[Rai Uno]] come in precedenza) e alle 18:53 (cioè prima del TG): egli ha rifiutato adducendo "motivi personali".
 
Nel 1952 ''Epoca'' attraversava un momento difficile. Alla ricerca di ''scoop'' esclusivi da poter pubblicare in Italia, il nuovo direttore [[Renzo Segala]], subentrato da un mese a [[Bruno Fallaci]], decise di partire per gli [[Stati Uniti]] affidando a Biagi la guida del giornale per due settimane, stabilendo già in partenza i temi da affrontare durante la sua assenza e cioè il ritorno di [[Trieste]] all'[[Italia]] e l'inizio della primavera. Nel frattempo scoppiò però il [[caso Montesi|caso Wilma Montesi]]: una giovane ragazza romana venne ritrovata morta sulla spiaggia di [[Ostia (Roma)|Ostia]]; ne nacque uno scandalo in cui rimase coinvolta l'alta borghesia [[Lazio|laziale]], il [[prefetto]] di Roma e [[Piero Piccioni]], figlio del ministro [[Attilio Piccioni]], il quale rassegnò le dimissioni. Biagi, intuendo la grande risonanza che il caso Montesi stava avendo nel Paese, decise, contro ogni disposizione, di dedicare a esso la copertina e di pubblicare un'inedita ricostruzione dei fatti. Fu un successo clamoroso: la [[tiratura]] di ''Epoca'' crebbe di oltre ventimila copie in una sola settimana e [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]] tolse la direzione a Segàla, da poco tornato dagli Stati Uniti, affidandola a Biagi.<ref>{{cita video|url=https://m.youtube.com/watch?v=GQEwnQQweLA&feature=youtu.be|titolo=Mino mandò a Papa Luciani l’elenco dei prelati infedeli… Quella notte il Papa morì|editore=LA7 Attualità}} (4:22)</ref>
=== La letteratura ===
 
Sotto la direzione di Biagi, ''Epoca'' s'impose nel panorama delle grandi riviste italiane surclassando la storica concorrenza dell{{'}}''[[l'Espresso|Espresso]]'' e dell{{'}}''[[L'Europeo|Europeo]]''. La formula di ''Epoca'', a quel tempo innovativa, punta a raccontare con riepiloghi e approfondimenti le notizie della settimana e le storie dell'[[miracolo economico italiano|Italia del ''boom'']]. Un altro ''scoop'' esclusivo sarà la pubblicazione di fotografie che raffigurano un umanissimo [[papa Pio XII]] che gioca con un [[Serinus canaria|canarino]].
Tante sono le opere letterarie scritte da Enzo Biagi: egli ha pubblicato più di ottanta libri ed ha vinto numerosi premi, tra cui il [[Premio Bancarella|Bancarella]]. Tra le opere che meritano una citazione particolare, si ricordano "[[Testimone del tempo]]" ([[1970]]); "[[I come italiani]]" ([[1972]]); "[[La bella vita]]" ([[1996]], intervista all'attore [[Marcello Mastroianni]]), "[[Come si dice amore]]" [[2000]] e "[[Storia d'Italia a fumetti]]" (varie edizioni dal [[2002]] ad oggi).
 
Nel 1960 un articolo sugli scontri di [[Genova]] e [[Reggio Emilia]] contro il [[governo Tambroni]] (che avevano provocato la morte di dieci operai in [[sciopero]], tanto da essere definita [[strage di Reggio Emilia]]) provocò una dura reazione dello stesso governo, per cui Biagi fu costretto a lasciare ''Epoca''. Qualche mese dopo fu assunto dalla ''[[La Stampa|Stampa]]'' come inviato speciale.
== Aforismi e citazioni ==
 
==== L'arrivo alla Rai: il Telegiornale ====
* "La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola".
[[File:IMG 4261 - Milano - Sede del Corriere della Sera in via Solferino - Foto Giovanni Dall'Orto 20-jan 2007.jpg|thumb|La storica sede del ''[[Corriere della Sera]]'' a [[Milano]], dove Biagi lavorò e scrisse per molti anni.]]
 
Il 1º ottobre 1961 divenne direttore del ''[[Telegiornale (RAI)|Telegiornale]]'' della Rai. Biagi si mise subito all'opera, applicando la formula di ''Epoca'' al TG, dando meno spazio alla [[politica]] e maggior rilievo ai «guai degli italiani», come chiamava le mancanze del sistema nazionale. Realizzò una memorabile intervista a Salvatore Gallo, l'[[ergastolo|ergastolano]] ingiustamente rinchiuso a [[Ventotene (isola)|Ventotene]], la cui vicenda porterà in seguito il [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] ad approvare la revisione dei [[processo (diritto)|processi]] anche dopo la sentenza della [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]]. Dedicò servizi agli [[test nucleare|esperimenti nucleari]] dell'[[Unione Sovietica]] che avevano seminato il panico in tutta [[Europa]]. Fece assumere in Rai grandi giornalisti come [[Giorgio Bocca]] e [[Indro Montanelli]],<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/novembre/07/abbraccio_della_gente_comune_Sei_co_9_071107012.shtml|titolo=L'abbraccio della gente comune: «Sei stato maestro di vita» Settant'anni di successi ma ha pagato i suoi «no» ai politici|autore=[[Giangiacomo Schiavi]]|sito=CORRIERE DELLA SERA.it|data=7 novembre 2007|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110716095723/http://archiviostorico.corriere.it/2007/novembre/07/abbraccio_della_gente_comune_Sei_co_9_071107012.shtml|urlmorto=no}}</ref> ma anche giovani come [[Enzo Bettiza]] ed [[Emilio Fede]], destinati a una lunga carriera.
* "È difficile non desiderare la donna d'altri, dato che quelle di nessuno, di solito, sono poco attraenti".
 
Nel novembre del 1961 arrivarono inevitabili le prime polemiche: il [[Democrazia Cristiana|democristiano]] [[Guido Gonella]], in un'[[interrogazione parlamentare]] al [[Ministero dell'Interno|ministro dell'Interno]] [[Mario Scelba]] - poi passata alla storia per gli attacchi alle gambe nude delle [[gemelle Kessler]], - accusò Enzo Biagi di essere fazioso e di «non essere allineato all'ufficialità». Un'intervista in prima serata al ''leader'' [[Partito Comunista Italiano|comunista]] [[Palmiro Togliatti]] gli procurò un duro attacco da parte dei giornali di [[Destra (politica)|destra]], che iniziarono una campagna aggressiva contro di lui.
* "Quando sento dire che uno è considerato un innovatore perché decide di leggere il telegiornale in piedi, è come se ti chiedessero se scrivi con la biro o con la macchina, e quanto questo influisce".
 
Nel marzo del 1962 lanciò il primo rotocalco televisivo della televisione italiana: ''[[RT Rotocalco Televisivo]]''<ref>{{Cita web|url=http://www.tesionline.it/consult/brano.jsp?id=13342|titolo=Storia del rotocalco giornalistico|sito=Tesionline|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190122044249/http://www.tesionline.it/consult/brano.jsp?id=13342|urlmorto=no}}</ref>. Apparve per la prima volta in video con un servizio realizzato da [[Gianni Bisiach]] su [[Corleone]], che raccontò per primo nella storia della [[Televisione in Italia|televisione italiana]] il fenomeno della [[mafia]] in [[Sicilia]]<ref>{{Cita web|url=https://www.raiplay.it/video/2020/06/RT---Rotocalco-Televisivo---Puntata-del-31031962-c487211f-740c-4989-baf0-85e1779a3802.html|titolo=RT - Rotocalco Televisivo 1962 - Puntata del 31/03/1962 - Video|sito=RaiPlay|lingua=it|accesso=2024-10-01}}</ref>; il timido Biagi ricorderà sempre come un tormento le sue prime registrazioni. Condusse la trasmissione fino al 1968. A Roma tuttavia Biagi si sentiva con le mani legate. Le pressioni politiche erano insistenti; Biagi aveva già detto di no a [[Giuseppe Saragat]], che gli proponeva alcuni servizi, ma resistere era difficile malgrado la solidarietà pubblica manifestatagli da personaggi celebri del periodo come [[Giovannino Guareschi]], [[Garinei e Giovannini]], [[Giangiacomo Feltrinelli]], [[Liala]] e dallo stesso direttore generale della Rai [[Ettore Bernabei]].
* "Ho sempre creduto che, se c'è un posto al mondo dove non esistono le razze questo è proprio l'Italia: infatti le nostre antenate ebbero troppe occasioni di intrattenimento".
 
{{citazione|Ero l'uomo sbagliato al posto sbagliato: non sapevo tenere gli equilibri politici, anzi proprio non mi interessavano e non amavo stare al telefono con onorevoli e sottosegretari [...] Volevo fare un telegiornale in cui ci fosse tutto, che fosse più vicino alla gente, che fosse al servizio del pubblico non al servizio dei politici.|Enzo Biagi}}
* "La società è permissiva nelle cose che non costano nulla".
 
Nel 1963 decise di dimettersi - dopo l'ultima puntata chiusa da ''[[I ragazzi di Arese]]'' di [[Gianni Serra]] - e di tornare a Milano dove divenne inviato e collaboratore dei quotidiani ''[[Corriere della Sera]]'' e ''[[La Stampa]]''. Nello stesso anno, a seguito della scomparsa di [[Andrea Damiano]], venne chiamato alla direzione di ''[[Due più Due]]'', la rivista mensile per i dipendenti del [[Montecatini (azienda)|Gruppo Montecatini]]<ref>[https://archive.org/details/due-piu-due-n.-10-ottobre-1963-estratto''Due più Due'', anno 14, n. 10, ottobre 1963.]</ref>. Nel 1967 entrò nel gruppo [[Rizzoli editore|Rizzoli]] come direttore editoriale<ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/spettacoli/08_aprile_24/novella_compleanno_d208112e-120e-11dd-8094-00144f02aabc.shtml|titolo=Novella 2000 compie 40 anni|accesso=14 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081109033741/https://www.corriere.it/spettacoli/08_aprile_24/novella_compleanno_d208112e-120e-11dd-8094-00144f02aabc.shtml|urlmorto=sì}}</ref>. Firmava i suoi pezzi sul settimanale ''[[L'Europeo]]'' e trasformò il periodico letterario ''[[Novella 2000|Novella]]'' in un giornale di [[cronaca rosa]]. Nel 1968 tornò alla [[Rai]] per la realizzazione di programmi di approfondimento giornalistico. Tra i più seguiti e innovativi: ''Dicono di lei'' (dal 17 maggio 1969), una serie di interviste a personaggi famosi, tramite frasi, aforismi, aneddoti sulle loro personalità e ''Terza B, facciamo l'appello'' (1971), in cui personaggi famosi incontravano dei loro ex compagni di classe, amici dell'adolescenza, i primi timidi amori.
* "Dopo tre apparizioni in video, qualunque coglione viene intervistato, dice la sua e anche quella degli altri".
 
=== Gli anni settanta, ottanta, novanta ===
* "Le verità che contano, i grandi principi, alla fine, restano sempre due o tre: quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino".
{{citazione|Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l'acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata.|Enzo Biagi nel suo editoriale il primo giorno di direzione al ''[[Il Resto del Carlino|Resto del Carlino]]''}}
Nel 1970 fu nominato direttore de ''[[Il Resto del Carlino]]'', con l'obiettivo di trasformarlo in un quotidiano nazionale. Venne data più attenzione alla cronaca e alla politica. Biagi esordì con un [[editoriale]], che intitolò "Rischiatutto" come la [[Rischiatutto|celebre trasmissione]] di [[Mike Bongiorno]], andata in onda su Rai 1, commentando il caos in cui si stavano svolgendo le elezioni del [[Presidente della Repubblica Italiana|presidente della Repubblica]] (che videro poi l'elezione di [[Giovanni Leone]]) e che tennero impegnato il Parlamento per diverse settimane, concludendosi alla vigilia di [[Natale]] dopo 23 giorni.
 
L'editore [[Attilio Monti]] era in buoni rapporti con il ministro delle finanze [[Luigi Preti]], che pretendeva che il giornale desse risalto alle sue attività. Biagi ignorò le richieste di Preti; poco dopo però pubblicò la sua partecipazione ad una festa al [[Grand Hotel di Rimini]], che Preti smentì vigorosamente. La replica di Biagi ("ci dispiace che lo sbadato cronista abbia preso un abbaglio; siamo però convinti che i ministri, anche se socialisti, non hanno il dovere di vivere sotto i ponti") mandò Preti su tutte le furie, tanto da premere per il suo allontanamento.<ref name="ei">Enzo Biagi, ''Era ieri''</ref> Questo episodio, insieme all'intimazione di Monti a Biagi affinché licenziasse alcuni suoi collaboratori - tra cui il sacerdote [[Nazareno Fabbretti]], "colpevole" di aver firmato un'intervista alla madre di don [[Lorenzo Milani]] - fu all'origine dell'uscita di Biagi dalla redazione del quotidiano bolognese. Il 30 giugno 1971 firmò il suo addio ai lettori e tornò quindi al ''[[Corriere della Sera]]''.
* "A Milano gli affari si combinano con un colpo di telefono, a Palermo anche con un colpo di lupara".
 
Nel 1974, pur senza lasciare il ''Corriere'', collaborò con l'amico [[Indro Montanelli]] alla creazione de ''[[Il Giornale]]''.<ref>Televideo Rai 8 novembre 2007</ref> Nella trasmissione ''[[Passato e presente (programma televisivo)|Passato e presente]]'' del 9 luglio 2025, il giornalista [[Paolo Mieli]] afferma che nel 1976, in occasione del [[disastro di Seveso]], Enzo Biagi si offrì di andare sul luogo e realizzò dei reportage per il ''Corriere della Sera'', che lo resero ancora più famoso, pur essendolo di già, avendo egli intuito l'ampiezza della tragedia. Il giornalista intervistò anche Rosalia Conti, una donna che abitava con la sua famiglia a [[Seveso]].
* "I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?".
 
[[File:Carlo Caracciolo ed Enzo Biagi, 1992.jpg|thumb|Biagi nel 1992 assieme a [[Carlo Caracciolo]], per lungo tempo editore della ''[[La Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]'', quotidiano per cui il giornalista scrisse durante la gran parte degli anni ottanta.]]
* "Si può essere a sinistra di tutto, ma non del buon senso".
Dal 1977 al 1980 Biagi ritornò a collaborare stabilmente alla Rai, conducendo ''Proibito'', programma in prima serata su [[Rai 2]], che trattava temi d'attualità. All'interno del programma guidò due cicli d'inchiesta internazionali denominati ''Douce France'' (1978) e ''Made in England'' (1980). Con ''Proibito'', Biagi iniziò ad occuparsi di interviste televisive, genere di cui sarebbe divenuto un maestro. Nel programma furono intervistati, creando ogni volta scalpore e polemiche, personaggi-chiave dell'Italia dell'epoca come l'ex [[Brigate Rosse|brigatista]] [[Alberto Franceschini]], [[Michele Sindona]], il finanziere poi coinvolto in inchieste di mafia e corruzione, e soprattutto il dittatore libico [[Muʿammar Gheddafi]] nei giorni successivi alla [[Strage di Ustica|caduta dell'aereo di Ustica]]. In quest'ultima occasione il dittatore libico sostenne che si trattava di un attentato organizzato dagli Stati Uniti contro la sua persona e che gli americani quel giorno avevano soltanto "sbagliato bersaglio"; l'intervista finì al centro di una controversia internazionale e il governo dell'epoca ne proibì la messa in onda; l'incontro fu poi regolarmente trasmesso un mese dopo.<ref name=ei />
 
Nel 1981, dopo lo scandalo della [[P2]] di [[Licio Gelli]], lasciò il ''[[Corriere della Sera]]'', dichiarando di non essere disposto a lavorare in un giornale controllato dalla [[massoneria]], come sembrava emergere dalle inchieste della magistratura. Come lui stesso ha rivelato, Gelli, il ''leader'' della P2, aveva chiesto all'allora direttore del quotidiano, [[Franco Di Bella]] di cacciare Biagi o di mandarlo in [[Argentina]]. Di Bella, però si rifiutò.<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/21/scandalo_che_fece_tremare_Italia_co_0_0105218210.shtml|titolo=P2, lo scandalo che fece tremare l'Italia|autore=Gianluca Di Feo|sito=CORRIERE DELLA SERA.it|data=21 maggio 2001|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081207054530/http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/21/scandalo_che_fece_tremare_Italia_co_0_0105218210.shtml|urlmorto=sì}}</ref> Diventò quindi editorialista della ''[[La Repubblica (quotidiano)|Repubblica]]'', dove rimase fino al 1988, quando ritornò al quotidiano milanese di via Solferino.
* "Era così ignorante che credeva che la cedrata fosse un'opera minore del Tassoni".
 
Nel 1982 condusse la prima serie di ''Film Dossier'', un programma che, attraverso film mirati, puntava a coinvolgere lo spettatore; nel 1983, dopo un programma su [[Rai 3]] dedicato a episodi della [[seconda guerra mondiale]] (''La guerra e dintorni''), tornò su [[Rai 1]]: iniziò così a condurre ''Linea Diretta'', uno dei suoi programmi più seguiti, che proponeva l'approfondimento del fatto della settimana, tramite il coinvolgimento dei vari protagonisti. ''Linea Diretta'' venne trasmesso fino al 1985.
== Collegamenti esterni ==
 
Appena un anno dopo, nel 1986, sempre su Rai Uno, fu la volta di ''Spot'', un settimanale giornalistico in quindici puntate, cui Biagi collaborava come intervistatore. In questa veste, si rese protagonista di interviste storiche come quella a [[Osho Rajneesh]], il famoso e controverso mistico indiano, nell'anno in cui il [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] cercava di fargli ottenere il diritto di ingresso per l'Italia che gli veniva negato; oppure quella a [[Michail Gorbačëv]], negli anni in cui il capo sovietico iniziava la [[perestrojka]]; o quella ancora a [[Silvio Berlusconi]], nei giorni delle polemiche sui presunti favori del [[governo Craxi I|governo Craxi]] nei confronti delle sue televisioni. Berlusconi stava tentando invano di convincere Biagi ad entrare a [[Mediaset]], ma lui rimase in Rai, sia perché legato affettivamente sia perché temeva che, nelle televisioni del Cavaliere, avrebbe avuto minore libertà.<ref name=ei />
* [http://www.ilfatto.rai.it/ Il Fatto: sito ufficale]
 
Nel 1989 riaprì i battenti, per un anno, ''Linea Diretta''. Questa nuova edizione verrà tra l'altro sbeffeggiata dal Trio composto da [[Anna Marchesini]], [[Tullio Solenghi]] e [[Massimo Lopez]], che all'epoca stava conoscendo un grande successo. In precedenza Biagi era stato imitato anche da [[Alighiero Noschese]] negli anni settanta; successivamente sarà nel mirino del ''[[Il Bagaglino|Bagaglino]]''.
 
Nei primi anni novanta realizzò soprattutto trasmissioni tematiche di grande spessore, come ''Che succede all'[[Est]]?'' (1990), dedicata alla fine del comunismo, ''I [[dieci comandamenti]] all'italiana'' (1991)<ref>Fu la trasmissione per cui ricevette i complimenti di [[papa Giovanni Paolo II]], il quale poco dopo volle incontrare in Vaticano lo stesso Biagi e l'intero ''staff'' del programma; in quell'occasione Biagi conobbe il cardinale [[Ersilio Tonini]], con cui stringerà poi una forte amicizia.</ref>, ''Una storia'' (1992), sulla lotta alla mafia, dove apparve per la prima volta in televisione il pentito [[Tommaso Buscetta]]. Seguì attentamente le vicende dell'inchiesta ''[[Mani pulite]]'', con programmi come ''Processo al processo su [[Mani pulite|Tangentopoli]]'' (1993) e ''Le inchieste di Enzo Biagi'' (1993-1994). Fu il primo giornalista ad incontrare l'allora giudice [[Antonio Di Pietro]], nei giorni in cui era considerato "l'eroe" che aveva messo in ginocchio Tangentopoli.
 
=== ''Il Fatto'' e l'«editto bulgaro» ===
{{vedi anche|Il Fatto|Editto bulgaro#Il caso Biagi}}
Nel 1995 iniziò a condurre la trasmissione ''[[Il Fatto]]'', un programma di approfondimento dopo il [[TG1]] sui principali fatti del giorno, di cui Biagi era autore e conduttore; tra le interviste andate in onda nella trasmissione, vanno segnalate quelle a [[Marcello Mastroianni]], [[Sophia Loren]], a [[Indro Montanelli]] e soprattutto le due realizzate a [[Roberto Benigni]]. Nel luglio del 2000 la Rai dedicò a Biagi uno speciale in occasione del suo ottantesimo compleanno, intitolato ''Buon compleanno signor Biagi! Ottant'anni scritti bene'', condotto da [[Vincenzo Mollica]]. Nel 2004 ''Il Fatto'' fu proclamato da una giuria di critici televisivi come il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant'anni della [[Rai]].<ref>{{Cita web|url=http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_02/biagi_biografia.shtml|titolo=Biagi, una vita per il giornalismo|sito=CORRIERE DELLA SERA.it|data=6 novembre 2007|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003135026/http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_02/biagi_biografia.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
 
[[File:Berlusconi-Biagi.jpg|thumb|left|Biagi e [[Silvio Berlusconi]] nel 1986]]
La prima intervista a Benigni era stata rilasciata dopo la vittoria di quest'ultimo ai [[Premio Oscar|Premi Oscar]] del 1999, mentre la seconda venne registrata nel 2001, a ridosso delle [[elezioni politiche in Italia del 2001|elezioni politiche]], che poi avrebbero visto la vittoria della [[Casa delle Libertà]]. In quest'ultima il comico toscano commentò, a modo suo, il [[conflitto di interessi]] e il ''[[contratto con gli italiani]]'' che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] aveva firmato qualche giorno prima nel salotto di [[Bruno Vespa]]. I commenti provocarono il giorno dopo roventi polemiche contro Biagi, che venne accusato di utilizzare la televisione pubblica per impedire la vittoria di Berlusconi. Al centro della bufera c'erano anche le dichiarazioni che il 27 marzo Indro Montanelli aveva rilasciato al ''Fatto''. Il giornalista aveva attaccato pesantemente il [[centro-destra]], paragonandolo ad un [[Virus (biologia)|virus]] per l'Italia e sostenendo che sotto Berlusconi il Paese avrebbe vissuto una "dittatura morbida in cui al posto delle legioni quadrate avremmo avuto i quadrati bilanci", ovvero molta corruzione.
 
In seguito a queste due interviste diversi politici e giornalisti attaccarono Biagi; tra questi [[Giulio Andreotti]] e [[Giuliano Ferrara]], che dichiarò: «Se avessi fatto a qualcuno quello che Biagi ha fatto a Berlusconi, mi sarei sputato in faccia». La critica più dura arrivò però dal [[Deputato della Repubblica Italiana|deputato]] di [[Alleanza Nazionale]] e futuro [[Ministero delle comunicazioni|ministro delle comunicazioni]] [[Maurizio Gasparri]], che auspicò in un'emittente [[Lombardia|lombarda]] l'allontanamento dalla Rai dello stesso Biagi.<ref name=ei /> Biagi fu quindi denunciato all'[[Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni]] per «violazione della [[par condicio]]», ma venne poi assolto con formula piena.
 
Il 18 aprile del 2002 l'allora [[presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|presidente del Consiglio]] Silvio Berlusconi, mentre si trovava in visita ufficiale a [[Sofia]], capitale della [[Bulgaria]], rilasciò una dichiarazione riportata dall'agenzia [[ANSA]] e passata poi alla cronaca con la definizione giornalistica di «[[editto bulgaro]]». Berlusconi, commentando la nomina dei nuovi vertici Rai, resi pubblici il giorno prima, si augurò che «la nuova dirigenza non permettesse più un uso criminoso della televisione pubblica» come, a suo giudizio, era stato fatto dal giornalista [[Michele Santoro]], dal comico [[Daniele Luttazzi]] e dallo stesso Biagi. Biagi replicò quella sera stessa nella puntata del ''Fatto'', appellandosi alla [[libertà di stampa]]<ref>{{Cita web |url=https://www.youtube.com/watch?v=olii395VQp4 |titolo=Video della puntata del Fatto del 19/4/2002 |accesso=6 gennaio 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160401155211/https://www.youtube.com/watch?v=olii395VQp4 |urlmorto=no }}</ref>:
{{citazione|Il presidente del Consiglio non trova niente di meglio che segnalare tre biechi individui: Santoro, Luttazzi e il sottoscritto. Quale sarebbe il reato? [...] Poi il presidente Berlusconi, siccome non intravede nei tre biechi personaggi pentimento e redenzione, lascerebbe intendere che dovrebbero togliere il disturbo. Signor presidente, dia disposizioni di procedere perché la mia età e il senso di rispetto che ho verso me stesso mi vietano di adeguarmi ai suoi desideri [...]. Sono ancora convinto che perfino in questa azienda (che come giustamente ricorda è di tutti, e quindi vorrà sentire tutte le opinioni) ci sia ancora spazio per la libertà di stampa; sta scritto - dia un'occhiata - nella Costituzione. Lavoro qui in Rai dal 1961, ed è la prima volta che un Presidente del Consiglio decide il palinsesto [...]. Cari telespettatori, questa potrebbe essere l'ultima puntata del Fatto. Dopo 814 trasmissioni, non è il caso di commemorarci. Eventualmente, è meglio essere cacciati per aver detto qualche verità, che restare a prezzo di certi patteggiamenti.|}}
 
Fu l'inizio di una lunga controversia tra la Rai e Enzo Biagi, con numerosi colpi di scena e un'interminabile serie di trattative che videro prima lo spostamento di fascia oraria del ''Fatto'', poi il suo trasferimento su [[Rai 3]] e infine la sua cancellazione dai palinsesti. Biagi, {{Senza fonte|sentendosi preso in giro dai vertici dell'emittente pubblica e, credendo che non gli sarebbe mai stata affidata alcuna trasmissione}}, decise a settembre di non rinnovare il suo contratto, che fu risolto il 31 dicembre 2002 dopo 41 anni di collaborazione.
 
Nel corso del 2002 i rapporti con Berlusconi si deteriorarono sempre più a causa della pregiudiziale morale che per Biagi era imprescindibile; infatti, a tal proposito disse: «uno che fa battute come quella di Berlusconi dimostra che, nonostante si alzi i tacchi, non è all'altezza. Un presidente del Consiglio che ha conti aperti con la giustizia avrebbe dovuto avere la decenza di sbrigare prima le sue pratiche legali e poi proporsi come guida del Paese» (''Il Fatto'', 8 aprile 2002). Nel novembre dello stesso 2002 divenne uno dei fondatori e garanti dell'associazione culturale [[Libertà e Giustizia]], spesso critica verso l'operato dei governi guidati da Berlusconi.
 
=== Gli ultimi anni: il ritorno in televisione ===
In questo stesso periodo, Enzo Biagi fu colpito da due gravi lutti: la morte della moglie Lucia Ghetti il 24 febbraio 2002 e della figlia Anna il 28 maggio 2003, a cui era legatissimo, scomparsa improvvisamente per un arresto cardiaco.<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/29/morta_Milano_Anna_Biagi_co_0_030529059.shtml|titolo=È morta a Milano Anna Biagi|sito=Corriere della Sera|data=29 maggio 2003|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151003123957/http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/29/morta_Milano_Anna_Biagi_co_0_030529059.shtml|urlmorto=sì}}</ref> Questa morte lo segnò per il resto della sua vita.
 
Continuò a criticare aspramente il governo Berlusconi, dalle colonne del ''[[Corriere della Sera]]''. L'atto più clamoroso fu quando (in seguito al famoso episodio di Berlusconi che con il dito medio alzato durante un comizio a [[Bolzano]] espresse che cosa pensava dei suoi critici) chiese «scusa, a nome del popolo italiano, perché il nostro presidente del Consiglio non ha ancora capito che è un ''leader'' di una democrazia». Berlusconi replicò dichiarandosi stupito che «il ''Corriere della Sera'' pubblicasse i racconti di un vecchio rancoroso come Biagi».<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/politica/nuovo-governo-tre/berlusconi-contro-biagi/berlusconi-contro-biagi.html|titolo=Repubblica del 21 maggio 2006|accesso=11 febbraio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071224095238/http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/politica/nuovo-governo-tre/berlusconi-contro-biagi/berlusconi-contro-biagi.html|urlmorto=no}}</ref> Il comitato di redazione del ''[[Corriere della Sera|Corriere]]'' protestò con una lettera aperta indirizzata a Berlusconi, dicendosi orgoglioso che un giornalista come Enzo Biagi lavorasse nel suo quotidiano e sostenendo che «in Via Solferino lavorano dei giornalisti non dei servi».
 
Tornò in televisione, dopo due anni di silenzio, alla trasmissione ''[[Che tempo che fa]]'', intervistato per una ventina di minuti da [[Fabio Fazio]]. Il suo ritorno in televisione registrò ascolti record per Rai 3 e per la stessa trasmissione di Fazio.<ref>''La Repubblica'', 26 maggio 2005: "Biagi di sera, bel tempo si spera"</ref>
 
Enzo Biagi tornò poi altre due volte alla trasmissione di Fazio, testimoniando ogni volta il suo affetto per la Rai («la mia casa per quarant'anni») e la sua particolare vicinanza a Rai 3.
 
Enzo Biagi intervenne anche al TG3 e in altri programmi della Rai. Invitato anche da [[Adriano Celentano]] nel suo ''[[Rockpolitik]]'', in onda su [[Rai 1]], in una puntata dedicata alla libertà di stampa assieme a Michele Santoro e Daniele Luttazzi, Enzo Biagi (con Daniele Luttazzi) declinò l'invito per il fatto che nella rete ammiraglia della Rai c'era la presenza delle persone che avevano chiuso il suo programma; tra queste persone sarebbe stato compreso anche l'allora direttore [[Fabrizio Del Noce]].
 
[[File:Enzo biagi.jpg|thumb|upright=0.7|Enzo Biagi nel 2006]]
Negli ultimi anni scrisse anche con il settimanale ''[[L'Espresso]]'' e le riviste ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'' e ''[[TV Sorrisi e Canzoni]]''.
 
Nell'agosto 2006, intervenendo su ''il Tirreno'', avanzò delle perplessità circa la sentenza di primo grado emessa dagli organi di giustizia sportiva in relazione allo scandalo che colpì il calcio italiano a partire dal maggio dello stesso anno e noto giornalisticamente come ''[[Calciopoli]]''.
 
Nella sua ultima intervista a ''[[Che tempo che fa]]'', nell'autunno del 2006 Enzo Biagi affermò che il suo ritorno in [[Rai]] era molto vicino e, al termine della trasmissione, il direttore generale della [[Rai]], [[Claudio Cappon]], telefonando in diretta, annunciava che l'indomani stesso Enzo Biagi avrebbe firmato il contratto che lo riportava in TV.
 
Il 22 aprile 2007 tornò in televisione con ''[[RT Rotocalco Televisivo]]'', aprendo la trasmissione con queste parole:
{{citazione|Buonasera, scusate se sono un po' commosso e magari si vede. C'è stato qualche inconveniente tecnico e l'intervallo è durato cinque anni. C'eravamo persi di vista, c'era attorno a me la nebbia della politica e qualcuno ci soffiava dentro… Vi confesso che sono molto felice di ritrovarvi. Dall'ultima volta che ci siamo visti, sono accadute molte cose. Per fortuna, qualcuna è anche finita.|Editoriale dal sito ufficiale della trasmissione}}
 
Essendo la vigilia della [[Anniversario della liberazione d'Italia|festa del 25 aprile]], l'argomento della puntata fu la resistenza, sia in senso moderno, come di chi resiste alla [[camorra]], fino alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] storica, con interviste a chi l'ha vissuta in prima persona.
 
La trasmissione andò in onda per sette puntate, oltre allo speciale iniziale, fino all'11 giugno [[2007]]. Sarebbe dovuta riprendere nell'autunno successivo, ma fu annullata a causa dell'improvviso aggravarsi delle condizioni di salute di Enzo Biagi.
 
=== La morte ===
Ricoverato per oltre dieci giorni in una clinica milanese, a causa di un [[edema polmonare acuto]] e di sopraggiunti problemi renali e cardiaci, Enzo Biagi morì all'età di 87 anni la mattina del 6 novembre 2007. Pochi giorni prima di morire, disse a un'infermiera «Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie...», ricordando ''[[Soldati (poesia)|Soldati]]'' di [[Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]], e aggiungendo «ma tira un forte vento».<ref>{{Cita web|url=https://apprendistastregone.wordpress.com/2007/11/11/si-sta-come-dautunno-sugli-alberi-le-foglie/|titolo=Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie|sito=APPRENDISTASTREGONE|data=11 novembre 2007|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190418202147/https://apprendistastregone.wordpress.com/2007/11/11/si-sta-come-dautunno-sugli-alberi-le-foglie/|urlmorto=no}}</ref>
 
I funerali del giornalista si svolsero nella chiesa del piccolo borgo natale di [[Pianaccio]], vicino a [[Lizzano in Belvedere]], e la sepoltura avvenne nel piccolo cimitero poco distante. La messa esequiale venne officiata dal cardinale [[Ersilio Tonini]], suo vecchio amico, alla presenza del presidente del Consiglio [[Romano Prodi]], dei vertici Rai e di molti colleghi, come [[Ferruccio de Bortoli]] e [[Paolo Mieli]].
 
Nei giorni precedenti era stata aperta a Milano la camera ardente che vide una partecipazione popolare immensa, definita "stupefacente" dalle sue stesse figlie. Alle redazioni dei giornali e ai familiari arrivarono lettere di cordoglio e di condoglianze da ogni parte d'Italia, anche la maggioranza dei principali siti [[Internet]] e molti ''[[blog]]'' lo ricordarono con parole affettuose, segno della grande commozione che la sua scomparsa aveva provocato.
 
Successivamente furono molte le iniziative per ricordarlo. [[Michele Santoro]] gli dedicò una puntata nella sua trasmissione ''[[Annozero]]'' titolata "Biagi, partigiano sempre"; ''[[Blob (programma televisivo)|Blob]]'' e ''Speciale [[TG1]]'' riproposero i filmati dei suoi programmi più significativi; il ''[[Corriere della Sera]]'' organizzò una serata commemorativa presso la Sala Montanelli, la Rai invece lo onorò con una serata presso il [[teatro Quirino]] a Roma trasmessa in diretta su ''[[Rai News|Rai News 24]]'' e poi in replica su Rai 3 in seconda serata.<ref>{{Cita web|url=http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=76366|titolo=Il ricordo di Enzo Biagi al teatro Quirino a Roma. Romano Prodi: parlava al cuore della gente|sito=RAINEWS24|data=3 dicembre 2007|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071205153208/http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=76366|urlmorto=sì}}</ref>
 
==Critiche==
{{C|Raccolta, anche priva di fonti, di alcune opinioni mosse da varie persone, senza criterio di rilevanza specifica|biografie|giugno 2025}}
* Secondo quanto scritto da [[Roberto Gervaso]] nel suo libro ''Ve li racconto io'', una parte della critica sosteneva che Biagi nei suoi libri scrivesse "sempre le stesse cose".<ref>Roberto Gervaso, ''Ve li racconto io'' 2005 ed. Mondadori</ref>
* [[Bettino Craxi]], intervistato a proposito del giornalista, dichiarò che non gli piaceva più perché faceva del "[[moralismo]] un tanto al chilo", ciò in risposta alle critiche che Biagi aveva riservato a Craxi e ai suoi governi, soprattutto in alcuni articoli sul ''[[Corriere della Sera]]''. Secondo Biagi, l'accusa di facile moralismo sarà estesa da Craxi a tutti coloro che non condividevano la politica del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] negli [[Anni 1980|anni ottanta]].<ref name="ei" /> Scriverà più tardi lo stesso Biagi: «Questa storia del moralismo fu per Craxi una specie di ossessione. Poi le vicende giudiziarie ci hanno indotto a dedurre che, per lui, il Codice Penale era più che altro una questione di stati d'animo.»<ref name=ei />
* Il giornalista [[Sergio Saviane]] lo soprannominò ironicamente "Banal Grande", sulla rubrica che teneva ne ''[[L'Espresso]]''.
* Nel 1988, commentando l'uscita de ''Il sole malato'', il libro di Biagi sull'[[AIDS]], [[Giorgio Bocca]] scrisse polemicamente<ref>[[Pietrangelo Buttafuoco]], «Fine dei saperi forti tra brasato e tortellini», 23.11.2006, «[[Panorama (rivista)|Panorama]]»</ref>: «Si butta su tutte le disgrazie. Ogni volta che esce un libro di Enzo devo per forza toccarmi le palle.» Biagi gli rispose: «Caro Giorgio, fai prima a toccarti la testa».
* Nel 2001, con una serie di articoli pubblicati da ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', [[Giuliano Ferrara]] criticò l'atteggiamento di Biagi verso Silvio Berlusconi. Dopo le interviste a [[Indro Montanelli|Montanelli]] e a [[Roberto Benigni|Benigni]], che contenevano critiche a [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] stesso, Ferrara dichiarò che secondo lui Biagi avrebbe fatto bene a "sputarsi in faccia" per quello che stava facendo, etichettandolo poi come ipocrita e arrogante. Inoltre definì una "sceneggiata" le polemiche nate dopo l'[[editto bulgaro]] e il suo allontanamento dalla [[Rai]]. Biagi rispose ricordando che la stessa cifra è stata stabilita come "equa per la chiusura di un contratto" dall'ordinanza di un giudice a favore di [[Michele Santoro]], anche lui allontanato dopo l'editto bulgaro.{{Senza fonte}}
 
== Opere ==
I libri pubblicati da Enzo Biagi hanno venduto più di 12 milioni di copie<ref name="ReferenceA"/> e sono stati tradotti in diversi Paesi fra cui [[Germania]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Francia]], [[Gran Bretagna]], [[Spagna]] e [[Giappone]].<ref name="ReferenceA"/> Nella recensione a un suo libro, [[Indro Montanelli]] individuò alcuni punti salienti della sua pubblicistica<ref>[[Indro Montanelli]], «Il nuovo Biagi. Scialo di bravura», «[[La Voce (quotidiano)|La Voce]]», 1994</ref>: {{Citazione|la narrativa di Biagi la conosciamo benissimo, e la riconosciamo sin dalla prima frase, regolarmente rapida, sàpida, spesso tagliente, sempre incisiva... Biagi è tutto l'opposto di un dissipatore. Anzi, forse perché è nato poverissimo, è abituato a tesaurizzare tutto. Eppure, nel gioco della memoria, sul cui filo sempre cammina, butta via a piene mani. Ci sono in questo libro, come in tanti altri libri che lo hanno preceduto, dei ritratti, ognuno dei quali, anche a farlo con parsimonia, poteva riempirgli venti, trenta, cinquanta pagine. Biagi te le rende in cinque righe. E, a ripensarci, ci si accorge che bastano. Ma che scialo, anche per un uomo ricco d'incontri e di esperienze come lui. Azzardo un'ipotesi che certamente lui smentirà. Ma secondo me ciò che incalza Biagi e gl'impedisce di attardarsi su un personaggio o una situazione è la paura del patetico. Si tratti anche del figuro più efferato o della vicenda più odiosa, la sua capacità d'immedesimazione è tale da suscitare sempre in lui una commossa partecipazione, cui teme di cedere e di concedere. Mescolata all'inchiostro c'è sempre, nella penna di Biagi, una lacrima accuratamente nascosta. E in questo pudore sta il suo fascino}}
 
=== Saggistica ===
{{div col}}
* ''È di scena Pietro Gubellini'', Bologna, Testa, 1939.
* ''Dieci anni della nostra vita. Un documentario di "Epoca"'', realizzato con [[Sergio Zavoli]], Milano, A. Mondadori, 1960.
* ''50 anni d'amore. Mezzo secolo di sospiri, ricordi e illusioni'', raccontato con Sergio Zavoli, Milano, Rizzoli, 1961.
* ''[[Crepuscolo degli dei (saggio)|Crepuscolo degli dei]]'', Milano, Rizzoli, 1962.
* ''Cardinali e comunisti. All'Est qualcosa di nuovo. Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia: Enzo Biagi racconta la storia di un mondo che muore, e i drammi, le speranze di un mondo che vuol vivere'', Milano, Rizzoli, 1963.
* ''1945-1965. Altri vent'anni della nostra vita'', realizzato con Sergio Zavoli, Milano, A. Mondadori, 1965.
* ''L'uomo non deve morire'', Milano, Garzanti, 1965, 1969.
* ''Mamma Svetlana, nonno Stalin'', Milano, Rizzoli, 1967.
* ''Padre Pio. La fede e i miracoli di un uomo del Signore'', redatto con [[Silvio Bertoldi]], [[Guido Gerosa]], [[Sandro Mayer]] e [[Marco Pancera]], Milano, Rizzoli, 1968.
* ''La luna è nostra. Storie e drammi di uomini coraggiosi'', redatto con [[Antonio De Falco]], Guido Gerosa, [[Gino Gullace]], [[Gian Franco Venè]] e [[Lorenzo Vincenti]], Milano, Rizzoli, 1969.
* ''Testimone del tempo'', Torino, SEI, 1970-1979; nuova ed., Collana [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR]] n.370, Milano, Rizzoli, 1980. [Premio Bancarella nel 1971]
* ''Di progresso si muore'', con altri, Bologna, Edizioni Skema, 1971.
* ''La vita e i giorni. Corso di storia per la scuola media'', con [[Letizia Alterocca]], [[Anna Doria]] e [[Vittorio Morone]], 3 voll., Torino, SEI, 1972.
* ''Gente che va'', Torino, SEI, 1972.
* ''Dicono di lei'', Torino, SEI, 1974; Introduzione di [[Alberto Ronchey]], Collana BUR, Milano, Rizzoli, 1978.
* ''L'enciclopedia divertente'', Milano, Rizzoli, 1974.
* ''Il Mississippi'', con [[Giuliano Ferrieri]], Guido Gerosa, Gino Gullace, [[Giuseppe Josca]], [[Eugenio Turri]], Novara, Istituto geografico De Agostini, 1975.
* ''Il Signor Fiat. Una biografia'', Milano, Rizzoli, 1976; Milano, BUR, 2003, ISBN 88-17-87252-0.
* ''Il sindaco di Bologna. Enzo Biagi intervista [[Renato Zangheri]]'', Vaciglio (MO), Ricardo Franco Levi, 1976.
* ''Strettamente personale. Fatti e misfatti, figure e figurine della nostra vita'', Milano, Rizzoli, 1977; nuova ed. riveduta, Introduzione di [[Giampaolo Pansa]], Collana BUR, Milano, Rizzoli, 1979.
* ''Laggiù gli uomini'', con [[Franco Fontana (fotografo)|Franco Fontana]], Vaciglio (MO), Ricardo Franco Levi, 1977.
* ''E tu lo sai? Le domande dei ragazzi alle quali i genitori non sanno rispondere. Biagi le ha proposte a grandi personalità mondiali - da Margaret Mead a Federico Fellini, da Enzo Ferrari a Isaac Asimov, da Arthur Schlesinger a Robert White - per aiutarvi a parlare con i vostri figli'', Milano, Rizzoli, 1978.
* ''Ferrari. La confessione-ritratto di un uomo che ha vinto tutto tranne la vita'', Milano, Rizzoli, 1980.
* ''Il Buon Paese. Vale ancora la pena di vivere in Italia?'', Collana La Gaja Scienza n.24, Milano, Longanesi, 1980, 1981; Collana Oscar Documenti n.92 (1530), Milano, Mondadori, 1982 - Collana Oscar attualità n.15, Mondadori, 1985; Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1982-1987.
* ''Come andremo a incominciare?'', con [[Eugenio Scalfari]], Milano, Rizzoli, 1981.
* {{Cita libro|titolo=Mia bella signora. La donna dall'Unità d'Italia alla Repubblica|altri=Iconografia di Michele Falzone|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1981}} - Milano, BUR, 1983.
* ''Diciamoci tutto'', con un'intervista di Giampaolo Pansa, Milano, A. Mondadori, 1984.
* ''Mille camere'', Milano, A. Mondadori, 1984.
* ''Senza dire arrivederci'', Milano, A. Mondadori, 1985.
* ''Il boss è solo. Buscetta: la vera storia di un vero padrino'', Milano, A. Mondadori, 1986. ISBN 88-04-33153-4.
* ''Il sole malato. Viaggio nella paura dell'AIDS'', Milano, A. Mondadori, 1987, ISBN 88-04-30465-0.
* ''Dinastie. Gli Agnelli, i Rizzoli, i Ferruzzi-Gardini, i Lauro'', Milano, A. Mondadori, 1988, ISBN 88-04-31718-3.
* ''Amori'', Milano, Rizzoli, 1988. ISBN 88-17-85139-6.
* ''Buoni. Cattivi'', Milano, Rizzoli, 1989, ISBN 88-17-85149-3.
* ''Lubjanka'', Milano, Rizzoli, 1990. ISBN 88-17-85152-3.
* ''L'Italia dei peccatori'', Milano, Rizzoli, 1991, ISBN 88-17-84134-X.
* ''Incontri e addii'', Milano, Rizzoli, 1992, ISBN 88-17-85055-1. [Comprende ''Mille camere'' e ''Senza dire arrivederci'']
* ''Un anno una vita'', Roma-Milano, Nuova ERI-Rizzoli, 1992, ISBN 88-17-84205-2.
* ''La disfatta. Da Nenni e compagni a Craxi e compagnia'', Milano, Rizzoli, 1993, ISBN 88-17-84272-9.
* ''"I" come Italiani'', Roma-Milano, Nuova ERI-Rizzoli, 1993, ISBN 88-17-84295-8.
* ''L'albero dai fiori bianchi'', Roma-Milano, Nuova ERI-Rizzoli, 1994. ISBN 88-17-84353-9.
* ''Il Fatto'', Roma-Milano, Nuova ERI-Rizzoli, 1995, ISBN 88-17-84419-5.
* ''Lunga è la notte'', Roma-Milano, Nuova ERI-Rizzoli, 1995, ISBN 88-17-84430-6.
* ''Quante donne'', Roma-Milano, ERI-Rizzoli, 1996, ISBN 88-17-84466-7.
* ''La bella vita. Marcello Mastroianni racconta'', Roma-Milano, ERI-Rizzoli, 1996, ISBN 88-17-84481-0.
* ''Sogni perduti'', Milano, Rizzoli, 1997, ISBN 88-17-84523-X.
* ''Scusate, dimenticavo'', Roma-Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 1997, ISBN 88-17-84543-4.
* ''Ma che tempi. [1996-1998. Diario privato di fatti pubblici]'', Roma-Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 1998, ISBN 88-17-85260-0.
* ''Cara Italia. ["Giusto o sbagliato questo è il mio Paese"]'', Roma-Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 1998, ISBN 88-17-86013-1.
* ''Racconto di un Secolo. [Gli uomini e le donne protagonisti del Novecento]'', Roma-Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 1999, ISBN 88-17-86090-5.
* ''Odore di cipria'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 1999, ISBN 88-17-86265-7.
* ''Come si dice amore'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-86461-7.
* ''Giro del mondo'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 2000, ISBN 88-17-86513-3.
* ''Dizionario del Novecento. [Gli uomini, le donne, i fatti, le parole che hanno segnato la nostra vita e quella del mondo]'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 2001, ISBN 88-17-86780-2.
* ''Un giorno ancora'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 2001, ISBN 88-17-86883-3.
* ''Addio a questi mondi. Fascismo, nazismo, comunismo: uomini e storie, che cosa è rimasto'', Milano, Rizzoli, 2002, ISBN 88-17-87038-2.
* ''Cose loro & Fatti nostri'', Milano, RAI-ERI-Rizzoli, 2002, ISBN 88-17-87101-X.
* ''La mia America'', Milano, Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-87262-8.
* ''Lettera d'amore a una ragazza di una volta'', Milano, Rizzoli, 2003, ISBN 88-17-99506-1.
* ''L'Italia domanda (con qualche risposta)'', Milano, Rizzoli, 2004, ISBN 88-17-00433-2.
* ''[[Era ieri]]'', a cura di [[Loris Mazzetti]], Milano, Rizzoli, 2005, ISBN 88-17-00911-3.
* ''Quello che non si doveva dire'', con Loris Mazzetti, Milano, Rizzoli, 2006, ISBN 88-17-01310-2.
* ''Io c'ero. Un grande giornalista racconta l'Italia del dopoguerra''. A cura di Loris Mazzetti, Milano, Rizzoli, 2008, ISBN 978-88-17-02589-8.
* ''I quattordici mesi. La mia Resistenza'', a cura di Loris Mazzetti, Milano, Rizzoli, 2009, ISBN 978-88-17-03545-3; nuova ed. aumentata, Collana Principio attivo, Milano, Chiarelettere, 2025, ISBN 978-88-329-6676-3.
* ''Consigli per un paese normale'', a cura di [[Salvatore Giannella]], Milano, Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-17-04157-7.
* {{Cita libro|titolo=Lezioni di televisione|altri=Prefazione di [[Bice Biagi]]. A cura di [[Giandomenico Crapis]]|editore=Rai Eri|città=Roma|anno=2016|isbn=978-88-397-1685-9}}
* {{Cita libro|titolo=Non perdiamoci di vista. Un racconto attraverso le interviste che hanno segnato un'epoca|altri=a cura di Loris Mazzetti|editore=Aliberti|città=Reggio Emilia|anno=2017|isbn=978-88-93-23155-8}}
* {{Cita libro|titolo=La vita è stare alla finestra. La mia storia|edizione=Collana Saggi|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=2017|isbn=978-88-17-09707-9}}
{{div col end}}
 
=== Curatele ===
* ''Belle favole di tutti i tempi'', a cura di E. Biagi e [[Dario Zanelli]], illustrazioni di [[Alessandro Cervellati]], Bologna, Cappelli, 1947.
* ''Storie di questi giorni'', Collana Scrittori d'oggi per la scuola, Milano, Rizzoli, 1969. [antologia di racconti]
* ''Dai nostri inviati in questo secolo. I grandi fatti e i grandi personaggi nel racconto di grandi giornalisti'', Collana Le Firme, Torino, SEI, 1971.
 
=== Storiografie ===
* ''Dieci anni della nostra vita. Un documentario di "Epoca"'', realizzato con [[Sergio Zavoli]], Milano, A. Mondadori, 1960.
* ''La seconda guerra mondiale'', ed. italiana diretta da, 4 voll., Firenze, Sadea-Della Volpe, 1963-1965.
* ''Storia del Fascismo'', diretta da, 3 voll., Firenze, Sadea-Della Volpe, 1964.
* ''1945-1965. Altri vent'anni della nostra vita'', realizzato con Sergio Zavoli, Milano, A. Mondadori, 1965.
* ''La Seconda Guerra Mondiale. Una storia di uomini'', 8 voll., Milano, Fabbri Editori, 1980.
* ''1935 e dintorni'', Milano, A. Mondadori, 1982.
* ''1943 e dintorni'', Milano, A. Mondadori, 1983.
* ''Noi c'eravamo, 1939-1945'', Milano, Rizzoli, 1990, ISBN 88-17-85151-5.
* ''La Seconda Guerra Mondiale. Parlano i protagonisti'', Collana Illustrati, Milano, BUR, 1992, ISBN 978-88-171-1175-1. [Uscì anche in dispense sul ''[[Corriere della Sera]]'': prima nel 1989 e poi nel 1995]
* ''1943. Un anno terribile che segnò la storia d'Italia'', Collana Illustrati, Milano, BUR, 1994.
* ''Anni di guerra. 1939-1945'', Collana Illustrati, Milano, BUR, 1995.
* ''Anni di guerra. 1939-1945'', Collana Saggi, Milano, BUR, 2005, ISBN 88-170-0895-8. [il cofanetto di 3 volumi contiene: ''Anni di guerra. 1939-1945''; ''La Seconda Guerra Mondiale. Parlano i protagonisti''; ''1943. Un anno terribile che segnò la storia d'Italia'']
* ''L'Italia del '900'', a cura di [[Loris Mazzetti]], 11 voll., Milano, RCS Quotidiani, 2007.
 
=== Reportage ===
* Collana ''«La Geografia di Biagi»'', Milano, Rizzoli, 1973-1980. [con immagini di importanti illustratori della Rizzoli]
** ''America'', disegni di [[John Alcorn]], Milano, Rizzoli, 1973.
** ''Russia'', disegni di [[Ferenc Pinter]], Milano, Rizzoli, 1974. Premio Estense nel 1975
** ''Italia'', disegni di [[Luciano Francesconi]], Milano, Rizzoli, 1975; edizione aggiornata, Rizzoli, aprile 1980.
** ''Germanie'', disegni di [[Paolo Guidotti]], Milano, Rizzoli, 1976.
** ''Scandinavia'', disegni di Ferenc Pinter, Milano, Rizzoli, 1977.
** ''Francia'', disegni di [[Giovanni Mulazzani]], Milano, Rizzoli, 1978.
** ''Cina'', disegni di [[Leonardo Mattioli]], Milano, Rizzoli, 1979.
** ''Inghilterra'', disegni di [[Adelchi Galloni]], Milano, Rizzoli, 1980.
* ''I padroni del mondo'' (America, Cina, Russia), Milano, Rizzoli, 1994, ISBN 88-17-84338-5.
 
=== Romanzi ===
* ''[[Disonora il padre]]. Il romanzo della generazione che ha perduto tutte le guerre'', Milano, Rizzoli, I ed. maggio [[1975]].
* ''[[Una signora così così]]. Romanzo'', Milano, Rizzoli, I ed. [[1979]].
 
=== Fumetti (solo testi e soggetti) ===
* ''[[Storia d'Italia a fumetti di Enzo Biagi|Storia d'Italia a fumetti]]'', Milano, Mondadori, 1978-2004.
:''Dai barbari ai capitani di ventura'', Milano, Mondadori, 1978.
:''Da Colombo alla Rivoluzione francese'', Milano, Mondadori, 1979.
:''Da Napoleone alla Repubblica italiana'', Milano, Mondadori, 1980.
:''1946-1986: 40 anni di repubblica'', Milano, Mondadori, 1986.
:''1946-1996. Cinquant'anni di repubblica'', Milano, Mondadori, 1996. ISBN 88-04-42203-3.
:''La storia d'Italia a fumetti'', Milano, Mondadori, 2000. ISBN 88-04-48363-6.
:''La nuova storia d'Italia a fumetti. Dall'impero romano ai nostri giorni'', Milano, Mondadori, 2004, ISBN 88-04-53507-5.
* ''Storia di Roma a fumetti. Dalle origini alle invasioni barbariche'', Milano, Mondadori, 1981.
* ''Storia dell'Oriente e dei Greci a fumetti. Dall'Egitto dei faraoni ad Alessandro Magno'', Milano, Mondadori, 1982.
* ''Storia delle scoperte e delle invenzioni a fumetti'', Milano, Mondadori, 1983.
* ''Storia dei popoli a fumetti'', Milano, Mondadori, 1983-1985.
:''Americani'', Milano, Mondadori, 1983.
:''Russi'', Milano, Mondadori, 1984.
:''Italiani'', Milano, Mondadori, 1985.
* ''Alla scoperta del passato. Storia a fumetti delle civiltà'', Milano, Mondadori, 1987. ISBN 88-04-30594-0.
* ''Cristoforo Colombo'', tavole di [[Milo Manara]] e [[Giacinto Gaudenzi]], Milano, Mondadori, 1991, ISBN 978-88-043-5218-1.
* ''La storia dei popoli a fumetti'', Milano, Mondadori, 1997; 2001, ISBN 88-04-49676-2.
:''Africa, Asia'', Milano, Mondadori, 1997, ISBN 88-04-43325-6.
:''Europa, Americhe, Oceania'', Milano, Mondadori, 1997, ISBN 88-04-43326-4.
* Trama di ''Topolino e la memoria futura'', in "Topolino", n. 2125, 20 agosto 1996.
* ''La nuova storia del mondo a fumetti. Dalla preistoria ai giorni nostri'', Milano, Mondadori, 2005, ISBN 88-04-54905-X.
* ''3000 anni di storia dell'uomo''
:''La nuova storia d'Italia a fumetti'', Milano, Mondadori, 2007, ISBN 978-88-04-57805-5.
:''La nuova storia del mondo a fumetti'', Milano, Mondadori, 2007, ISBN 978-88-04-57806-2.
 
=== Teatro ===
* ''Noi moriamo sotto la pioggia'', 3 atti, Teatro scenario, n.19, 1 ottobre 1952, pp.&nbsp;17–28
* ''Giulia viene da lontano'', 3 atti, Il dramma, n. 190, 1 ottobre 1953, pp.&nbsp;5–17
* con [[Giancarlo Fusco]], ''...e vissero felici e contenti'', 3 atti, Cappelli, Bologna, 1956
* con [[Sergio Zavoli]], ''50 anni della nostra vita'', 2 tempi, 1974
 
=== Prefazioni e introduzioni ===
{{div col}}
* [[Franco Cristofori]], ''Il pugnale di alluminio'', Bologna, Alfa, 1971. (introduzione)
* [[Mario Lenzi]], ''In Vietnam ho visto'', Roma, Paese Sera, 1972. (prefazione)
* ''Le grandi spie'', Novara, Istituto geografico De Agostini, 1973. (introduzione)
* [[Alfredo Venturi]], ''Garibaldi in parlamento. Le esperienze di un eroe istintivo alle prese con il meccanismo delle istituzioni'', Milano, Longanesi, 1973. (prefazione)
* [[Christian Delstanches]], [[Hubert Vierset]], ''Quel giorno a Stalingrado'', Firenze, Salani, 1975. (premessa)
* [[Umberto Domina]], ''La moglie che ha sbagliato cugino'', Milano, Rizzoli, 1975. (introduzione)
* [[Domenico Porzio]], ''Primi piani'', Milano, A. Mondadori, 1976. (prefazione)
* [[Gino Rancati]], ''Ferrari, lui'', Milano, Sonzogno, 1977. (prefazione)
* [[Giovannino Guareschi]], ''Don Camillo. Mondo Piccolo'', Milano, Rizzoli, 1978.
* [[Giuseppe Turani]], ''Padroni senza cuore'', Milano, Rizzoli, 1980.
* [[Nazareno Fabbretti]], ''I Vescovi di Roma. Breve storia dei Papi'', Milano, Edizioni Paoline, 1986. (presentazione)
* [[Stefano Lorenzetto]], ''Fatti in casa'', Milano, Sperling & Kupfer, 1992, ISBN 88-200-1722-9. (prefazione)
* [[Alteo Dolcini]], ''La Romagna dei vini 2'', Faenza, Edit Faenza, 1992.
* ''Grandi siciliani: tre millenni di civiltà'', a cura di AA. VV., Catania, G. Maimone, 1992.
* [[Pino Buongiorno]], ''Totò Riina'', Milano, Rizzoli, 1993.
* [[Edmondo De Amicis]], ''[[Cuore (romanzo)|Cuore]]'', Firenze, Giunti Marzocco, 1993.
* [[Marcella Andreoli]], [[Romani Cantore]], [[Antonio Carlucci]], [[Maurizio Tortorella]] (a cura di), ''Tangentopoli. Le carte che scottano'', Milano, A. Mondadori, 1993. (introduzione)
* [[Giovanni Maria Flick]], ''Lettera a un procuratore della repubblica'', Milano, Il Sole 24 Ore, 1993.
* Claudio Bernieri, ''Stazione centrale ore 24'', Ferrari Editrice, 1993.
* Franco Porretti, ''Volterra magica e misteriosa'', Pacini Editore, 1993.
* [[Cesare Rimini]], ''Lasciamoci così... Appunti e ricordi di un avvocato matrimonialista'', Milano, Longanesi, 1994.
* [[Piero Gheddo]], ''Dio viene sul fiume. Augusto Gianola missionario in Amazzonia: una tormentata ricerca di santità'', EMI, 1994.
* ''Pianaccio in cartolina 1900-1990. Novant'anni di immagini da Ca'd Babbon alla Segavecchia dalla raccolta di'', a cura di M. Cavagnino, P. Forti e G.L. Tamburini, Chieti, Edizioni Libreria Naturalistica, 1995.
* [[Vincenzo Muccioli]], ''Io, Vincenzo Muccioli'', Edizioni San Patrignano, 1995.
* Giuseppe Fichera, ''Montegrappa 1912'', Ed. Bolis, 1999.
* ''Un mondo di bambini, un mondo di preghiere: espressioni di fede dei bimbi di tutti i paesi'', Milano, Rizzoli, 1999, ISBN 978-88-178-6138-0.
* Franco Bonetti, ''Il Romanzo dei Finzi-Contini'' (catalogo della mostra), Collana Biblioteca d'arte, Lugano-Roma, Mazzotta, 1º giugno 2000, pp.&nbsp;96, ISBN 978-88-202-1397-8.
* Stefano Lorenzetto, ''Dimenticati. Dove sono finiti gli italiani famosi'', Venezia, Marsilio, 2000. ISBN 88-317-7392-5. (prefazione)
* Cesare Rimini, ''Una carta in più'', Collana Oscar varia n.1801, Milano, Mondadori, 2001.
* [[Dario Zanelli]], ''Nel mondo di Federico: Fellini di fronte al suo cinema [e a quello degli altri]'', Roma, Rai Eri, 2001.
* [[Susanna Tamaro]], ''Va' dove di porta il cuore'', Milano, RCS Quotidiani-Corriere della Sera, 2003.
* [[Marco Travaglio]], ''Montanelli e il Cavaliere. Storia di un grande e di un piccolo uomo'', Collana Saggi, Milano, Garzanti, 2004, ISBN 978-88-11-60088-6. (prefazione)
* [[Loris Mazzetti]], ''Il libro nero della RAI'', Milano, BUR, 2007. ISBN 978-88-17-01919-4. (prefazione)
{{div col end}}
 
==Collaborazioni==
=== Testate giornalistiche ===
Nella sua lunga carriera, Biagi lavorò per i principali quotidiani e settimanali nazionali italiani, cambiando spesso testata in seguito a divergenze e disaccordi con la proprietà. In ordine cronologico:
* ''[[Il Resto del Carlino]]''
* ''[[Epoca (rivista)|Epoca]]''
* ''[[La Stampa]]''
* ''[[Corriere della Sera]]''
* ''[[L'Europeo]]''
* ''[[Novella 2000|Novella]]''
* ''[[Il Giornale]]''
* ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]''
* ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]''
* ''[[L'Espresso]]''
* ''[[Tv Sorrisi e Canzoni]]''
* ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]''
 
=== Altri media ===
* Enzo Biagi ha scritto il soggetto di una storia [[The Walt Disney Company|Disney]] ''Topolino e la memoria futura'', pubblicata su [[Topolino (libretto)|Topolino]] 2125 del 20 agosto [[1996]]<ref>https://archive.is/20130413202808/http://www.papersera.net/ricerca/dettaglio.php?p_codice=I%20TL%202125-1</ref> In questa storia Topolino viaggia indietro nel tempo con la macchina del tempo inventata dal [[Professor Zapotec]] e da Marlin arrivando nell'anno 1, l'anno della nascita di [[Gesù]].
* Biagi ha collaborato anche al soggetto e alla sceneggiatura di un [[film]] del [[1952]], ''[[Camicie rosse (film)|Camicie Rosse]]'', con [[Anna Magnani]] per la regia di [[Goffredo Alessandrini]].
* Nel [[1963]] ha realizzato con [[Brando Giordani|Brando]] e [[Sergio Giordani (regista)|Sergio Giordani]] il documentario ''[[Italia proibita]]'', sugli aspetti più scomodi dell'Italia del ''boom''.
* Nel [[2001]]-[[2002]] Biagi aveva iniziato a scrivere il soggetto per una [[fiction]] della [[Rai]], il cui titolo provvisorio era ''Linea Gotica"'', incentrata sulle vicende di un paesino [[Emilia-Romagna|emiliano]] durante la [[seconda guerra mondiale]]. Dopo l'[[editto bulgaro]], il progetto fu però cancellato dall'azienda e la [[Fiction televisiva|fiction]] non venne realizzata.
 
== Programmi televisivi ==
* ''Il Giudice'' (Programma Nazionale, 1961)
* ''[[Telegiornale (RAI)|Telegiornale]]'' ([[Rai 1|Programma Nazionale]], 1961)
* ''[[RT Rotocalco Televisivo]]'' ([[Rai 2|Secondo Programma]], 1962; [[Rai 3]], 2007)
* ''All'Est qualcosa di nuovo'' (Programma Nazionale, 1963)
* ''Mississippi: romanzo di un fiume'' (Programma Nazionale, 1964)
* ''Io ricordo Kennedy'' (Programma Nazionale, 1964)
* ''Dio tra i grattacieli'' (Programma Nazionale, 1966)
* ''Jugend'' (Programma Nazionale, 1966)
* ''[[Dicono di lei]]'' (Programma Nazionale, 1969)
* ''[[Terza B, facciamo l'appello]]'' (Programma Nazionale, 1971)
* ''[[Proibito (programma televisivo)|Proibito]]'' ([[Rai 2|Rete 2]], 1977)
* ''[[Douce France]]'' (Rete 2, 1978)
* ''[[Made in England (programma televisivo)|Made in England]]'' (Rete 2, 1980)
* ''[[Ma che storia è questa]]'' (Rete 2, 1980)
* ''[[Film Dossier]]'' ([[Rai 1|Rete 1]], 1982)
* ''[[Gli speciali di Retequattro]]'' ([[Rete 4]], 1982-1984)
* ''[[Questo secolo. Viaggio negli anni che contano: 1943 e dintorni]]'' (Rai 1, 1983)
* ''[[Linea diretta (programma televisivo)|Linea diretta]]'' ([[Rai 1]], 1983-1985, 1989)
* ''Il caso'' (Rai 1, 1985)
* ''[[Spot (programma televisivo)|Spot]]'' (Rai 1, 1986)
* ''[[Terre Vicine]]'' (Rai 1, 1990)
* ''Lubjanka. Uomini e donne nella Russia di Stalin'', (Rai 1, 1990)
* ''[[I dieci comandamenti all'italiana]]'' (Rai 1, 1991)
* ''[[Sorrisi 40 anni vissuti insieme]]'' ([[Canale 5]], 1991)
* ''[[Una storia]]'' (Rai 1, 1992)
* ''Le interviste di Enzo Biagi'' (Rai 1, 1992)
* ''Somalia, un mondo che muore'' (Rai 1, 1992)
* ''Tocca a noi'' (Rai 1, 1993)
* ''[[Le inchieste di Enzo Biagi]]'' (Rai 1, 1993-1994)
* ''[[Processo al Processo]]'' (Rai 1, 1994)
* ''La Lunga Marcia'' (Rai 1, 1994)
* ''[[Il Fatto]]'' (Rai 1, 1995-2002)
* ''Fratelli d'Italia'' (Rai 1, 1998)
* ''[[Cara Italia (programma televisivo)|Cara Italia]]'' (Rai 1, 1998)
* ''[[Buon compleanno signor Biagi! Ottant'anni scritti bene]]'' (Rai 1, 2000)
* ''Giro del mondo'' (Rai 1, 2001)
 
== Nella cultura di massa ==
* A partire dall'11 marzo 2008 [[Rai 3]] ha iniziato a trasmettere un ciclo chiamato ''RT Rotocalco Televisivo Era Ieri'' dedicato alla televisione di Enzo Biagi e alle sue interviste ai protagonisti del [[XX secolo]].
* Nello stesso mese, è stato istituito il "Premio Nazionale Enzo Biagi", consegnato ai giornalisti e agli scrittori "che mostrano esempio di [[libertà]]". Il primo vincitore è stato lo scrittore [[Roberto Saviano]]. Il comitato promotore del premio è presieduto da due delle sue tre figlie, Carla e [[Bice Biagi|Bice]], quest'ultima anche lei giornalista.
* Il comune di [[Crotone]] ha istituito il "Premio Nati per Scrivere-Enzo Biagi" per premiare il giovane cronista dell'anno. La [[provincia di Bologna]] ha creato il "Premio Enzo Biagi per i Cronisti Locali".
* Enzo Biagi appare nel videoclip di ''[[Buonanotte all'Italia]]'', brano di [[Luciano Ligabue]]. Durante il ''tour'' del cantante emiliano, il video è stato mostrato sui maxischermi: la folla ha applaudito al momento in cui appare Biagi, tributo riservato ad altri grandi presenti nel filmato come [[Paolo Borsellino]], [[Giovanni Falcone]], [[Marco Pantani]], [[Alberto Sordi]].<ref>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2007/novembre/19/Ligabue_effetti_speciali_una_foto_co_9_071119007.shtml|titolo=Ligabue, effetti speciali e una «foto» all'Italia|autore=Sandra Cesarale|sito=Corriere della Sera|data=19 novembre 2007|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150324035416/http://archiviostorico.corriere.it/2007/novembre/19/Ligabue_effetti_speciali_una_foto_co_9_071119007.shtml|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.corrieredelsud.it/site/modules/article/transfer.php?c40/1014/pdf|titolo=Luciano Ligabue fa impazzire Roma con buonanotte Italia concerto con più di 100 mila persone|autore=Giorgio Lambrinopulos|sito=Il Corriere Del Sud|data=21 luglio 2008|formato=pdf|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160324195232/http://www.corrieredelsud.it/site/modules/article/transfer.php?c40%2F1014%2Fpdf|urlmorto=sì}}</ref>
* Nel mese di dicembre 2008, il [[consiglio comunale]] di [[Milano]] (con i voti del [[Il Popolo della Libertà|Popolo della Libertà]] e della [[Lega Nord]]) respingeva la proposta di consegnare l{{'}}''[[Ambrogino d'oro]] alla memoria'' al giornalista. Per protesta, il gruppo musicale [[Elio e le Storie Tese]] rifiutava l'Ambrogino che avevano vinto nello stesso anno.<ref>{{Cita web|url=http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200812articoli/38780girata.asp |titolo=Elio rifiuta l'Ambrogino d'oro: "Grazie, ma spetta a Enzo Biagi"|sito=La Stampa|data=3 dicembre 2008|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181107185405/http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/spettacoli/200812articoli/38780girata.asp|urlmorto=no}}</ref>
* Il giornale ''[[Il Fatto Quotidiano]]'', che ha esordito nelle edicole il 23 settembre 2009, è stato chiamato così in omaggio alla sua trasmissione più famosa.<ref name="LineaPolitica">{{Cita news |autore = [[Antonio Padellaro]] |titolo = Linea politica, la Costituzione |url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2009/09/23/linea-politica-la-costituzione/12091/| accesso = 17 settembre 2011| pubblicazione = il Fatto Quotidiano |data = 23 settembre 2009|p=1|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419122123/http://www.ilfattoquotidiano.it/2009/09/23/linea-politica-la-costituzione/12091/|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Titolazioni ===
Sono stati titolati a Enzo Biagi:
* L'istituto comprensivo di [[scuola materna]], [[scuola elementare|elementare]] e [[scuola media|media]] del quartiere [[Cesano (Roma)|Cesano]] di [[Roma]]. ([[2009]])<ref>{{Cita web |url=http://www.icviaorrea.net/default.asp |titolo=Bacheca Scuola Online "Enzo Biagi"<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=1º gennaio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120917005517/http://www.icviaorrea.net/default.asp |urlmorto=sì }}</ref>
* Il Centro Documentale del [[Parco regionale del Corno alle Scale]] sull'[[Appennino bolognese]].
* L'area verde dietro la [[chiesa di Santa Maria presso San Celso]] a [[Milano]].<ref>{{Cita web|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_dicembre_21/enzo-biagi-dedicato-giardino-via-vigoni-lusardo-casa-giornalista-2113267476907.shtml|titolo=Un giardino dedicato a Enzo Biagi - Milano|sito=CORRIERE DELLA SERA.it|data=21 dicembre 2012|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304101641/http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_dicembre_21/enzo-biagi-dedicato-giardino-via-vigoni-lusardo-casa-giornalista-2113267476907.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
* Strade nei comuni di [[Cinisello Balsamo]], [[San Giovanni in Persiceto]], [[Cambiago]], [[Medicina (Italia)|Medicina]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.medicina.bo.it/|titolo=Città di Medicina|autore=Comune di Medicina|accesso=11 dicembre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140209215629/http://www.comune.medicina.bo.it/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.comune.medicina.bo.it/eventi/festa-della-scuola-primaria-di-villa-fontana-enzo-biagi/|titolo=Festa della Scuola primaria di Villa Fontana "Enzo Biagi"|sito=Comune di Medicina|accesso=11 marzo 2020|urlarchivio=https://archive.is/20200311214843/https://www.comune.medicina.bo.it/eventi/festa-della-scuola-primaria-di-villa-fontana-enzo-biagi/}}</ref>
*Una strada nel [[Resuttana-San Lorenzo|quartiere di Resuttana-San Lorenzo]] a [[Palermo]].
* Una piazza e un monumento, raffigurante una penna in acciaio stilizzata e alta 5 metri, ai confini fra i comuni di Fucecchio e [[Santa Croce sull'Arno]].
* La nuova Scuola Elementare della frazione Villa Fontana nel comune di Medicina.
* La Biblioteca comunale di [[Agrate Brianza]], alla quale la famiglia Biagi ha donato parte dei suoi libri.
* Settembre 2009 viene intitolata a Enzo Biagi la biblioteca comunale di Candiolo alla presenza delle figlie.
* Il "Palazzo dello Sport e della Cultura" di [[Lizzano in Belvedere]]
*La sala conferenze della [[Sala Borsa]] a [[Bologna]]
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Cordone_di_gran_Croce_OMRI_BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione =
|data = 15 dicembre 1995<ref>{{Cita web |url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=11497 |titolo=Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. |accesso=21 ottobre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110911061730/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=11497 |urlmorto=no }}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Grande ufficiale OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza = Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza = Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione =
|data = 27 dicembre 1967<ref>{{Cita web |url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=257391 |titolo=Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. |accesso=19 dicembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140812170154/http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=257391 |urlmorto=no }}</ref>
}}
 
== Riconoscimenti ==
* 1953 – [[Premio Riccione]] per ''Giulia viene da lontano''<ref>{{cita web|url=http://www.riccioneteatro.it/content/19591950-le-affermazioni-di-tullio-pinelli-enzo-biagi-luigi-squarzina|titolo=1959/1950 – Le affermazioni di Tullio Pinelli, Enzo Biagi, Luigi Squarzina|accesso=19 dicembre 2012|editore=Premio Riccione per il Teatro|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130617065039/http://www.riccioneteatro.it/content/19591950-le-affermazioni-di-tullio-pinelli-enzo-biagi-luigi-squarzina}}</ref>
* 1971 – [[Premio Bancarella]] per ''Testimone del tempo''<ref name="IlCorriere">{{cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_02/biagi_biografia.shtml|titolo=Biagi, una vita per il giornalismo|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=2 novembre 2007|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150324042821/http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_02/biagi_biografia.shtml|urlmorto=sì}}</ref>
* 1979 – [[Premio Saint-Vincent per il giornalismo]]
* 1979 – Medaglia d'Oro di Civica Benemerenza del Comune di Milano
* 1993 – Presidente Onorario della Giuria del [[Premio "È giornalismo"]]
* 2003 – Cittadinanza Onoraria di [[Fucecchio]], paese natale di [[Indro Montanelli]]
* 2004 – Premio alla trasmissione ''[[Il Fatto]]'' come miglior programma giornalistico dei primi cinquant'anni della [[Rai]]<ref name="IlCorriere" />
* 2005 – [[Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi]] alla Carriera<ref>{{cita news|url=http://www.ilariaalpi.it/?p=2374|titolo=Enzo Biagi: il ricordo del Premio Ilaria Alpi|editore=Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi|data=6 novembre 2007|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304104849/http://www.ilariaalpi.it/?p=2374|urlmorto=no}}</ref>
 
=== Lauree honoris causa ===
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = [[Laurea honoris causa]] in [[Scienze della comunicazione]] dall'[[Università di Bologna]]
|motivazione =
|data = 12 giugno [[1997]]<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/21/laurea-ad-honorem-per-enzo-biagi.html|titolo=Laurea 'Ad Honorem' per Enzo Biagi|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=21 maggio 1997|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304130939/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/21/laurea-ad-honorem-per-enzo-biagi.html|urlmorto=no}}</ref><ref name="IlGiornale">{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/quattro-lauree-honoris-causa-biagi.html|titolo=Quattro lauree honoris causa per Biagi|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=6 novembre 2007|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160403033627/http://www.ilgiornale.it/news/quattro-lauree-honoris-causa-biagi.html|urlmorto=no}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = Laurea honoris causa in [[Storia]] dall'[[Università degli Studi di Torino]]
|motivazione = Maestro di moralità e di dignità civile, acuto osservatore della storia del XX secolo
|data = 15 giugno [[2000]]<ref name="IlGiornale" /><ref>{{cita web|url=http://www.sestocentenario.unito.it/archivio_lauree.htm|titolo=Le Lauree Honoris Causa|editore=Università degli Studi di Torino|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190225044823/http://www.sestocentenario.unito.it/archivio_lauree.htm|urlmorto=no}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = Laurea honoris causa in ''Comunicazione pubblica, sociale e d'impresa'' dall'[[Università di Pisa]]
|motivazione = Biagi non ha soltanto dato un apporto di grande rilevanza al giornalismo italiano, ma ha contribuito enormemente alla crescita culturale di milioni di cittadini, appartenenti a diversi strati sociali, su temi di attualità, politica, costume, etica pubblica, arrivando a rappresentare una parte rilevante della storia del nostro Paese e un modello di vero, grande maestro vivente della comunicazione in Italia
|data = 14 febbraio 2004<ref name="IlGiornale" /><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/02/05/laurea-honoris-causa-enzo-biagi.html|titolo=Laurea honoris causa a Enzo Biagi|pubblicazione=La Repubblica|data=5 febbraio 2004|accesso=19 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305010142/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/02/05/laurea-honoris-causa-enzo-biagi.html|urlmorto=no}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Olive wreath.svg
|nome_onorificenza = Laurea honoris causa in ''Nuovi Media e Comunicazione Multimediale'' dall'[[Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia]]
|motivazione = Per aver avuto il merito di spiegare e far capire a tutti che cosa stava succedendo nel mondo intorno a loro
|data = 11 maggio [[2006]]<ref name="IlGiornale" /><ref>{{cita news|url=http://www.dce.unimore.it/site/home/dipartimento/archivio-eventi/laurea-ad-honorem-enzo-biagi.html|titolo=Laurea ad honorem Enzo Biagi|accesso=19 dicembre 2012|pubblicazione=Dipartimento di Comunicazione ed Economia|editore=Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia|data=11 maggio 2006|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190815164151/http://www.dce.unimore.it/site/home/dipartimento/archivio-eventi/laurea-ad-honorem-enzo-biagi.html|urlmorto=no}}</ref>
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Peter Gomez]], [[Marco Travaglio]], ''[[Regime (saggio)|Regime]]'', Milano, BUR, 2004, ISBN 88-17-00246-1.
* [[Loris Mazzetti]] ''Il libro nero della RAI '', Milano, BUR, 2007, ISBN 88-17-01919-4.
* {{cita libro | titolo = Enzo Biagi cronista | altri = antologia di articoli pubblicati sul settimanale ''[[L'Europeo]]'' | anno = 2007 | editore = [[RCS Periodici]] | città = Milano | sbn = MIL0809477}}
* Annarosa Macrì ''L'ultima lezione di Enzo Biagi'', Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, 2008, ISBN 9788849821079.
* [[Bice Biagi]], ''In viaggio con mio padre'', Milano, Rizzoli, 2008, ISBN 9788817025911.
* Bice e Carla Biagi, ''Cose di casa Biagi'', Milano, Rizzoli, 2012.
 
== Voci correlate ==
* ''[[Il Fatto]]''
* [[RT Rotocalco Televisivo]]
* [[Bice Biagi]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|n}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.casadellaculturaenzobiagi.com|Casa della cultura Enzo Biagi}}
* {{cita web|http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/12_Dicembre/10/enzobiagi.shtml|L'articolo del Corriere sul rientro in RAI}}
* {{cita web | 1 = http://www.radioradicale.it/il-ricordo-di-enzo-biagi-attraverso-documenti-darchivio | 2 = Audiovideo con protagonista Enzo Biagi. Archivio di RadioRadicale.it | accesso = 6 novembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071109071727/http://www.radioradicale.it/il-ricordo-di-enzo-biagi-attraverso-documenti-darchivio | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.enzobiagipianaccio.it/premi-enzo-biagi-2013/ | 2 = blog Associazione Enzo Biagi Pianaccio del Premio Enzo Biagi | accesso = 13 giugno 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130417174519/http://www.enzobiagipianaccio.it/premi-enzo-biagi-2013/ | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.recensioni-libri.com/enzo-biagi-cronista-e-coscienza-xx-secolo/ | 2 = Enzo Biagi su Recensioni Libri | accesso =1º giugno 2011 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110715163006/http://www.recensioni-libri.com/enzo-biagi-cronista-e-coscienza-xx-secolo/ | urlmorto = sì }}
 
{{Box successione
[[Categoria:Biografie|Biagi, Enzo]]
|carica= Condirettore di [[Epoca (rivista)|Epoca]]<br />(direttore [[Arnoldo Mondadori]])
[[Categoria:Giornalisti italiani|Biagi, Enzo]]
|immagine = Epoca Mondadori logo.jpg
[[Categoria:Scrittori italiani|Biagi, Enzo]]
|periodo= 6 marzo [[1955]]-23 dicembre [[1956]]
[[Categoria:Personaggi televisivi|Biagi, Enzo]]
|precedente = [[Bruno Fallaci]]
|successivo = se stesso
}}
{{Box successione
|carica= Direttore di [[Epoca (rivista)|Epoca]]
|immagine = Epoca Mondadori logo.jpg
|periodo= 30 dicembre [[1956]]-luglio [[1960]]
|precedente = [[Arnoldo Mondadori]]
|successivo = [[Arnoldo Mondadori]] ''ad interim''
}}
{{Box successione
|carica = Direttore del [[Telegiornale (RAI)]]
|immagine =
|periodo = [[1961]]-[[1962]]
|precedente = [[Leone Piccioni]]
|successivo = [[Giorgio Vecchietti]]
}}
{{Box successione
|carica = Direttore de [[il Resto del Carlino]]
|immagine =
|periodo = 21 giugno [[1970]]-30 giugno [[1971]]
|precedente = [[Domenico Bartoli (giornalista)|Domenico Bartoli]]
|successivo = [[Girolamo Modesti]]
}}
{{Premio Bancarella}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|editoria|letteratura|televisione}}
 
[[enCategoria:Enzo Biagi| ]]
[[Categoria:Direttori di periodici italiani]]
[[Categoria:Direttori di telegiornale]]
[[Categoria:Autori televisivi italiani]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Saint-Vincent]]
[[Categoria:Vincitori del Premio Bancarella]]
[[Categoria:Antifascisti italiani]]
[[Categoria:Politici del Partito d'Azione]]
[[Categoria:Persone legate alla Resistenza italiana]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI]]
[[Categoria:Grandi Ufficiali OMRI]]
[[Categoria:Premiati con l'Archiginnasio d'oro]]
[[Categoria:Laureati honoris causa dell'Università di Bologna]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1960]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 1960]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1970]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 1970]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 3 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rete 4 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1990]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 2000]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 3 degli anni 2000]]