Nicolino Selis: differenze tra le versioni
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|Nome = Nicolino
|Cognome = Selis
|PostCognome = detto ''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita = 6 giugno
|AnnoNascita = 1952
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|AnnoMorte = 1981
|Epoca = 1900
|Attività =
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = e uno dei boss dell'organizzazione
|Immagine = Nicolino Selis.png
}}
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== Biografia ==
===Gli inizi===
Sempre nel 1975, poco prima di quella serie di rapine messe a segno dalla sua ''batteria'', quando ancora è recluso tra le sbarre del carcere romano di Regina Coeli, Selis aveva confessato ad un altro detenuto comune, chiamato [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], l'intenzione di mettere in pratica lo stesso tipo di operazione che Cutolo stava realizzando a Napoli con la sua [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]]. «Mentre ero detenuto insieme a Nicolino Selis nel carcere di Regina Coeli» ricorderà Mancini «si parlava del fatto che a Napoli tal Raffaele Cutolo, che allora non era noto come lo sarebbe diventato in seguito, stava mettendo in piedi un'organizzazione criminale allo scopo di escludere dal territorio infiltrazioni di altre organizzazioni di diversa estrazione territoriale. Con Selis si decise di tentare su Roma la stessa operazione che Cutolo stava tentando su Napoli.»<ref>{{cita|Bianconi, 2005|
Un'organizzazione malavitosa ben strutturata, quindi, con lo scopo di escludere dal territorio infiltrazioni di altre bande di diversa provenienza e gestire così in completa autonomia le attività illecite, un "patto" che, coinvolgendo altri due gruppi criminali (i ''Testaccini'' e i ''Maglianesi''), in breve tempo diede forma al nucleo storico della [[Banda della Magliana]].
===La Banda della Magliana===
{{vedi anche|Banda della Magliana}}
Il primo atto a cui Selis partecipò assieme alla neonata banda fu l'omicidio di [[Franco Nicolini]], detto ''Franchino er Criminale'', padrone assoluto di tutte le scommesse clandestine dell'[[ippodromo Tor di Valle]]. Le sue attività illegali suscitarono ben presto l'interesse della nascente banda, anche se il motivo primario del suo omicidio fu un torto subito dallo stesso Selis nel corso di un periodo di comune detenzione, nel 1974 quando, durante una rivolta dei detenuti, Nicolini si schierò dalla parte delle guardie carcerarie per ristabilire l'ordine e, agli insulti di Selis, rispose schiaffeggiandolo in pieno volto di fronte agli altri detenuti.
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{{citazione|Alla richiesta di meglio precisare il movente dell'omicidio di Franco Nicolini, ribadisco quanto in proposito ho già dichiarato nei miei precedenti interrogatori: chi aveva motivi per volere la morte di "Franchino il Criminale" era Nicolino Selis, il quale ci chiese di aiutarlo nell'impresa per saggiare la nostra affidabilità nel momento in cui vi era la prospettiva di realizzare la fusione tra il nostro e il suo gruppo. All'epoca, stante l'interesse alla integrazione dei due gruppi, non chiedemmo al Selis di spiegarci puntualmente le ragioni per cui voleva commettere l'omicidio, d'altra parte il Selis ci disse che si trattava di un suo fatto personale e ci era noto, al riguardo, che tra il Nicolini e il Selis, vari anni prima, durante una comune detenzione dei due, vi erano stati dei violenti screzi, nel carcere di Regina Coeli. Al progetto del Selis di uccidere il Nicolini, non solo non ci opponemmo, ma lo aiutammo, sia per le ragioni sopra esposte, sia perché anche il Giuseppucci vi era in qualche modo interessato, essendo disturbato dalla presenza del Nicolini presso l'ippodromo di Tor di Valle. Per maggior chiarezza, il Giuseppucci riusciva quasi sempre a condizionare l'andamento di qualche corsa, il Nicolini, da parte sua, essendo un allibratore di un certo calibro e avendo un sostanziale controllo dell'ippodromo, spesso intralciava i programmi del primo|Interrogatorio di Maurizio Abbatino dell'11 febbraio 1993<ref>Interrogatorio di Maurizio Abbatino dell'11 febbraio 1993</ref>}}
Il 25 luglio 1978, nel parcheggio dell'ippodromo, Nicolini venne avvicinato da un gruppo di sette persone e freddato a morte. L'eliminazione di Nicolini fu un passo da gigante per la Banda che, da quel momento in poi, ebbe via libera per poter gestire una gigantesca fonte di guadagno. Nicolino Selis divenne ben presto uno dei capi riconosciuti della banda, a capo della fazione che si occupava della gestione del territorio e della vendita dello stupefacente nelle zone di [[Ostia
All'inizio degli [[Anni 1980|anni ottanta]], però, i rapporti in seno al gruppo criminale cominciarono a deteriorarsi e divisi da contrasti sempre più ampi e insanabili, da gelosie e rivendicazioni, le varie anime dell'organizzazione non riuscirono più a trovare una loro compattezza dando invece luogo ad una guerra fredda che col passare del tempo si trasformerà in una vera e propria faida interna. Lo stesso Selis, dal manicomio giudiziario dove si trovava in quel momento detenuto, iniziò a mandare messaggi minacciosi agli altri componenti e a pretendere di imporre una sua personale spartizione delle ingenti somme di denaro, provento delle varie azioni delittuose. La goccia che fece traboccare il vaso, però avvenne in merito alla spartizione di una nuova fornitura di eroina. Come raccontò in seguito il pentito [[Maurizio Abbatino]]:
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Abbatino racconterà ancora:
{{citazione|Pensava di dettar legge, di cambiare le nostre regole. Pretendeva che durante i suoi periodi di carcerazione
===La morte===
Selis fu ucciso il 3 febbraio del [[1981]], attirato in un agguato con il pretesto di una riappacificazione e per tentare di trovare un accordo d'insieme. Uscito dal manicomio giudiziario per un breve permesso e accompagnato dal cognato [[Antonio Leccese]], Selis giunse all'appuntamento davanti alla vecchia [[Fiera di Roma]] sulla [[Via Cristoforo Colombo (
Leccese, che era in libertà vigilata e ad una ora fissa doveva recarsi presso il commissariato di
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{{vedi anche|Il Sardo}}
La figura di Nicolino Selis ha ispirato il personaggio del ''[[Il Sardo|Sardo]]'', nel libro ''[[Romanzo criminale (romanzo)|Romanzo criminale]]'' scritto nel [[2002]] da [[Giancarlo De Cataldo]] e riferito alle vicende realmente avvenute della [[banda della Magliana]]. Nell'omonima [[Romanzo criminale - La serie|serie televisiva]], diretta da [[Stefano Sollima]] il personaggio del ''Sardo'' fu interpretato dall'attore [[Antonio Gerardi]].
== Note ==
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==Bibliografia==
*{{cita libro|autore=[[Giovanni Bianconi (giornalista)|Giovanni Bianconi]]|titolo=Ragazzi di malavita|anno=2005|editore=Baldini Castoldi Dalai|isbn=88-8490-516-8|cid=Bianconi, 2005}}
== Collegamenti esterni ==
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[[Categoria:Morti assassinati]]
[[Categoria:Membri della banda della Magliana]]
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