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|Nome = Nicolino
|Cognome = Selis
|PostCognome = detto ''erEr Sardo''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Siniscola
== Biografia ==
===Gli inizi===
Selis nacqueNacque a [[Siniscola]], in [[Sardegna]]<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/un-cervello-criminale-in-fuga-vita-e-morte-di-nicolino-selis-qxn4qwgo|titolo=Un "cervello" criminale in fuga. Vita e morte di Nicolino Selis|sito=L'Unione Sarda.it|data=2020-01-09|accesso=2021-05-24}}</ref>, ma si trasferítrasferì ancora ragazzo a [[Roma]], presso il [[Ostia (Roma)|Lido di Ostia]], dove in breve tempo divenne una figura di spicco nel panorama criminale della zona insieme al fratello Fabrizio, vantando diversi contatti con elementi di spicco della [[camorra|malavita organizzata napoletana]] ed una particolare amicizia con il boss della [[Nuova Camorra Organizzata]] [[Raffaele Cutolo]], conosciuto durante una delle sue tante detenzioni. Arrestato la prima volta a vent'anni per «tentato omicidio plurimo, furto e altro» nel 1975 «forma una organizzazione che si dedica per otto mesi, da gennaio all'agosto 1976, al compimento di rapine a mano armata e reati connessi, composta da Lucioli, Selis, Girlando, Urbani, Capogna Renato, Apolloni Franco, Simeoni Raffaele. Tale era l'associazione di base a cui di volta in volta si sono aggiunti altri complici.»<ref>{{Cita news|titolo=Requisitoria del Pubblico Ministero Luigi De Ficchy|data= 26 novembre 1984}}</ref>
Sempre nel 1975, poco prima di quella serie di rapine messe a segno dalla sua ''batteria'', quando ancora è recluso tra le sbarre del carcere romano di Regina Coeli, Selis aveva confessato ad un altro detenuto comune, chiamato [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], l'intenzione di mettere in pratica lo stesso tipo di operazione che Cutolo stava realizzando a Napoli con la sua [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]]. «Mentre ero detenuto insieme a Nicolino Selis nel carcere di Regina Coeli» ricorderà Mancini «si parlava del fatto che a Napoli tal Raffaele Cutolo, che allora non era noto come lo sarebbe diventato in seguito, stava mettendo in piedi un'organizzazione criminale allo scopo di escludere dal territorio infiltrazioni di altre organizzazioni di diversa estrazione territoriale. Con Selis si decise di tentare su Roma la stessa operazione che Cutolo stava tentando su Napoli.»<ref>{{cita|Bianconi, 2005|pp. 30-31}}.</ref>
===La morte===
Selis fu ucciso il 3 febbraio del [[1981]], attirato in un agguato con il pretesto di una riappacificazione e per tentare di trovare un accordo d'insieme. Uscito dal manicomio giudiziario per un breve permesso e accompagnato dal cognato [[Antonio Leccese]], Selis giunse all'appuntamento davanti alla vecchia [[Fiera di Roma]] sulla [[Via Cristoforo Colombo (Roma)|via Cristoforo Colombo]] (nei pressi dell'di [[EURTor Marancia]]) dove trovò ad attenderlo [[Marcello Colafigli]], [[Maurizio Abbatino]], [[Edoardo Toscano]], [[Raffaele Pernasetti]], [[Enrico De Pedis]] e [[Danilo Abbruciati]].<ref>{{cita web | url=http://www.ilcassetto.it/notizia.php?tid=1115 | titolo=Banda della Magliana: i vivi e i morti | accesso=11 luglio 2010 | editore=ilcassetto.it | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101222205039/http://www.ilcassetto.it/notizia.php?tid=1115 | dataarchivio=22 dicembre 2010 }}</ref>
Leccese, che era in libertà vigilata e ad una ora fissa doveva recarsi presso il commissariato di Poliziapolizia a firmare, non venne trattenuto per non dare nell'occhio e Selis venne condotto alla villa di [[Libero Mancone]] ad [[Acilia]], dove venne ucciso da Abbatino e Toscano: venne agguantato con la scusa dell'abbraccio di riappacificazione dando le spalle ad Abbatino che ebbe il tempo di estrarre la pistola nascosta dentro una scatola di cioccolatini e sparare contro Selis due proiettili, seguiti da altri due di Toscano. Il suo corpo venne poi sepolto in una buca vicino all'argine del Tevere e ricoperto con della calce viva per affrettare la decomposizione e a tutt'oggi non è stato ancora ritrovato. Più tardi, quello stesso giorno anche Leccese trovò la morte, ucciso da Abbruciati, De Pedis e Mancini perché unico testimone ad aver visto l'ultima volta il Selis partire con Abbatino e gli altri. Nove mesi più tardi, il 25 novembre, Edoardo Toscano ucciderà con un colpo alla testa [[Giuseppe Magliolo]] che voleva vendicare la morte di Selis di cui era un uomo di fiducia.<ref>{{cita libro| nome=Raffaella | cognome=Fanelli | capitolo=Il caso Moro| titolo=La verità del Freddo| curatore= | anno=2018 | editore=[[Chiarelettere]] | città=Milano | ed=1 | p=190| ISBN=9788832960389 }}</ref>
== Selis nella cultura di massa ==
{{vedi anche|Il Sardo}}
La figura di Nicolino Selis ha ispirato il personaggio del ''[[Il Sardo|Sardo]]'', nel libro ''[[Romanzo criminale (romanzo)|Romanzo criminale]]'' scritto nel [[2002]] da [[Giancarlo De Cataldo]] e riferito alle vicende realmente avvenute della [[banda della Magliana]]. Nell'omonima [[Romanzo criminale - La serie|serie televisiva]], diretta da [[Stefano Sollima]] il personaggio del ''Sardo'' fu interpretato dall'attore [[Antonio Gerardi]].
== Note ==
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