Martin Lutero: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|l'opera teatrale di [[John Osborne]]|Lutero (opera teatrale)|Lutero}}
{{nota disambigua||Martin Luther (disambigua)|Martin Luther}}{{Bio
|Nome = Martin
|Cognome = Lutero
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|PostNazionalità = , noto principalmente come riformatore religioso e iniziatore del [[protestantesimo]]
|Immagine = Lucas Cranach d.Ä. - Martin Luther, 1528 (Veste Coburg).jpg
|Didascalia = ''Ritratto di Martin Lutero'' ([[
}}
[[File:Martin Luther Signature.svg|
Inizialmente [[presbitero]] [[
Questa, e altre posizioni pesantemente critiche contro la [[chiesa cattolica|chiesa di Roma]], come per esempio la condanna della nota [[indulgenza|vendita delle indulgenze]] praticata dai papi [[papa Giulio II|Giulio II]] e [[papa Leone X|Leone X]], lo indussero a formulare nel 1517 le ''[[
Invitato a ritrattare le sue tesi e le sue posizioni critiche contro Roma, Lutero rifiutò e nel 1521 fu [[scomunica]]to per [[eresia]] da Leone X con la bolla ''[[Decet Romanum Pontificem]]'', che strappò e bruciò in piazza davanti a tutti. La confessione [[Cristianesimo|cristiana]] basata sulla sua dottrina teologica è chiamata ''[[luteranesimo]]'' o protestantesimo luterano.
== Biografia ==
=== Infanzia e formazione ===
[[File:Hans and Margarethe Luther, by Lucas Cranach the Elder.jpg|
Martin Lutero nacque a Eisleben (nell'odierno ''[[Stati federati della Germania|Land]]'' di [[Sassonia-Anhalt]]) nella notte del 10 novembre 1483, «undici ore dopo il tramonto», cioè verso le cinque del mattino; {{
L'ambiente in cui crebbe Lutero era cattolico e severo, ma anche rozzo e volgare. Nella fede dei genitori vi era infatti una componente di superstizione popolare, attinta soprattutto dal paganesimo germanico.<ref>{{cita|Bainton 1960|p. 7}}.</ref><ref>{{cita|Felici, 2016|p. 48}}.</ref>
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Un anno dopo la nascita di Martin, la famiglia si trasferì a [[Mansfeld]], dove cominciò a frequentare la scuola, esercitandosi nel canto sacro.
Nel
=== Nell'ordine agostiniano ===
[[File:Lucas Cranach the Elder - Martin Luther, Bust in Three-Quarter View - Google Art Project.jpg|
Fu nella biblioteca di tale istituto che lesse per la prima volta la [[Bibbia]]: «Mi piacque moltissimo» -disse- «e volevo ritenermi abbastanza fortunato da possedere un giorno quel libro». Un evento del luglio
Il 17 luglio 1505, a ventidue anni, entrò nel convento [[ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] di [[Erfurt]], dove approfondì e studiò con cura le lettere di [[
Pertanto, nel 1508, Lutero iniziò a insegnarvi dialettica e fisica, leggendo e commentando l{{'}}''[[Etica Nicomachea]]'' di [[Aristotele]], e passando in seguito a dirigere le ''[[disputatio]]nes'' degli studenti. Negli anni seguenti proseguì i suoi studi di [[teologia]] e delle Sacre Scritture. Nel
Il 19 ottobre dell'anno seguente si laureò in teologia e nel
Fu lo studio delle [[lettere di San Paolo]] a fargli elaborare una nuova comprensione della giustizia di Dio, che ora intendeva come ''iustitia passiva''. In particolare, tra il 1515 e il 1517, dopo aver riflettuto su di un passo della Lettera ai Romani<ref group=N>Il passo bibliico che ispirò Lutero riguardo al peccato e al perdono fu: {{quote|Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.|[[Lettera ai Romani|Rm]] 1,16-17}}</ref>, sviluppò una teoria in cui asseriva che per la salvezza dell'anima non era necessario conseguire particolari meriti, ma che era sufficiente abbandonarsi all'azione salvifica di Dio: bastava quindi credere per sapersi e sentirsi salvato.<ref>{{cita|Martina, 1993|pp. 129-131}}.</ref>
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=== La dottrina della giustificazione per fede ===
==== L'ultimo dei medievali, il primo dei moderni ====
[[File:Martin Luther coloured drawing.png|
Negli anni passati a [[Wittenberg]] la riflessione luterana sul rapporto tra Dio e uomo si fece sempre più intensa. Lutero viveva una religiosità di tipo [[
{{citazione|Altri scoprivano mondi e mari ignoti, Lutero scoprì un mondo religioso fino allora sconosciuto...Dentro questioni aperte come le guerre combattute in nome di Dio, il diritto alla libertà di culto, la crisi del primato della politica ritroviamo infatti le ragioni e gli esiti del conflitto che il monaco tedesco ingaggiò contro il papato romano.<ref>[[Adriano Prosperi]], ''Lutero, gli anni della fede e della libertà'', Edizioni Mondadori, 2017 quarta di copertina</ref>}}
==== Iustus ex fide vivit ====
{{vedi anche| Giustificazione (teologia)#Protestantesimo}}
Tra la fine del
{{Citazione|Non amavo quel Dio giusto e vendicatore, anzi lo odiavo e se non lo bestemmiavo in segreto, certo mi indignavo e mormoravo violentemente contro di lui.<ref>Martin Luther Werke. Kritische Gesamtausgabe, Weimar, 1883-1983, vol. 54, cfr. Roberto Coggi, ''La riforma protestante'', Volume 2, Edizioni Studio Domenicano, 2004 p. 11</ref>}}
[[File:Hieronymus hopfner-martíin lutero.jpg|
Ma riflettendo su alcuni passi delle Lettere di San Paolo, in particolare su:
* «Il mio giusto vive mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiacerà in lui» (''«iustus autem meus ex fide vivit: quod si subtraxerit se, non placebit animæ meæ''» (da Ebrei 10, 38 riprendendo Abacuc 2,4 e Romani, 1,17);
* «''poiché non c'è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede''» (da Romani 3,23-25);
* «''poiché noi riteniamo che l'uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge''» (da Romani 3,28);
* «''giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio''» (da Romani 5,1-2).
Lo studio della Bibbia, la preghiera e la meditazione aiutarono dunque Lutero a pervenire a un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede. Nella teologia paolina infatti l'apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo [[Giustificazione (teologia)|giustificati]] da Dio per i meriti di nostro signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la [[grazia (teologia)|grazia]], la salvezza giustificandoci. È questo il punto centrale di tutta la dottrina
▲Da qui derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede. Nella teologia paolina infatti l'apostolo sostiene che se noi avremo fede saremo [[Giustificazione (teologia)|giustificati]] da Dio per i meriti di nostro signore Gesù Cristo. Dio, e lui solo, ci darà la [[grazia (teologia)|grazia]], la salvezza giustificandoci. È questo il punto centrale di tutta la dottrina Luterana: egli infatti intende giustificati in senso letterale (iustum facere): essere resi giusti da ingiusti come per natura siamo.<ref>Vittorio Subilia, ''La giustificazione per fede'', Brescia, Paideia 1976.</ref>
È l'onnipotenza divina che è in grado di fare questo: trasformare il nero in bianco, rendere giusto ciò che per sua natura è profondamente ingiusto. È inutile che l'uomo "con le sue corte braccia" tenti di raggiungere Dio. L'uomo non può lusingare Dio con le buone opere, tanto più che il peccato originale lo porterà di nuovo irrimediabilmente a peccare. Tutto dipende da Lui, che interviene direttamente sull'uomo. Non c'è più bisogno del mediatore tra Dio e l'uomo: il [[sacerdote]] (il "sacerdos", colui che dà il sacro) ma è Dio che nella sua onnipotenza salva chi ha deciso ''ab aeterno'' (dall'eternità) di salvare.
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==== Differenza con la teologia cattolica ====
[[File:Luther und Hus-Abendmahl.jpg|
È dunque esclusivamente Dio che salva poiché, in quanto onnipotente, è in grado di trattare come giusto ciò che per sua natura è ingiusto. Infatti per i protestanti è solo la grazia di Dio che salva, attraverso la fede. La [[Chiesa cattolica]], in merito al problema della giustificazione, crede nella necessità sia della grazia divina
Una seconda differenza sta nel fatto che per la teologia cattolica
Mentre il cattolico, tramite i [[sacramenti]], può presumere di avere ottenuto il perdono ed essere in grazia di Dio, il luterano ne è certo, basato sulle stesse promesse divine nelle Scritture, il cui Autore, Dio stesso, non può mentire. Tuttavia il protestante non può, in vita, sapere se la sua fede è stata "salvifica", perché nemmeno la fede dell'uomo è un suo merito.<ref>Diversamente da Lutero, [[Giovanni Calvino|Calvino]] riterrà che il fedele, che, tramite il [[lavoro]], ottiene successo e benessere, possa supporre di essere predestinato alla salvezza. Questi, cioè, saranno in qualche modo segni della grazia di Dio. {{cita libro |titolo=[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo]]|autore=[[Max Weber]]|editore=Rizzoli|città=Milano|anno=1997}}</ref>
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=== I punti fondamentali della dottrina luterana ===
{{vedi anche|Luteranesimo#Teologia della chiesa luterana}}
[[File:20101010135DR Hirschfeld (Reinsberg) Dorfkirche Martin Luther.jpg|
I capisaldi della dottrina luterana possono essere così sintetizzati:
* [[Giustificazione (teologia)#Protestantesimo|salvezza per sola grazia attraverso fede]] (''Sola fide, Sola gratia''): la salvezza non si ottiene a causa delle buone azioni, si ottiene solamente avendo fede in Cristo e nella Sua opera salvifica.
* L'uomo compie azioni
* Libero esame delle Sacre Scritture (''[[Sola Scriptura]]''): chiunque, illuminato da Dio, può sviluppare una conoscenza delle Scritture ("sacerdozio universale").
* Sufficienza delle Sacre Scritture: per comprendere le Sacre Scritture non occorre la mediazione di [[concilio|concili]] o di papi; ciò che è necessario e sufficiente è la grazia divina.
* Sacerdozio universale: per ricevere la grazia divina non occorre la mediazione di un clero istituzionalizzato. Il cristiano cerca di vivere assieme ai fratelli nel corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa invisibile, attraverso l'attiva partecipazione nella chiesa visibile.
* Negazione dell'[[infallibilità papale]] e del ruolo del papa come successore di [[san Pietro]] e capo temporale.
* I [[sacramenti]] sono ridotti al [[battesimo]] e all'[[eucaristia]], gli unici secondo Lutero a essere menzionati nel Vangelo come istituiti da Cristo stesso. Degli altri cinque sacramenti della Chiesa
=== La predica contro le indulgenze ===
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{{vedi anche|95 tesi di Lutero}}
[[File:Luther_95_Thesen.png|
La dottrina luterana si rifaceva a un'interpretazione letterale del pensiero di [[
[[File:Luther95theses.jpg|
La predicazione contro la vendita delle indulgenze fu, quindi, il primo atto "riformatore" intrapreso da Lutero, giacché proprio a Wittenberg il principe Federico aveva impiantato tale pratica, avendo ottenuto da Roma il permesso di esercitarla una volta l'anno il giorno di [[Ognissanti]]. In tre occasioni, nell'anno 1516, Lutero parlò contro le indulgenze, affermando che il semplice pagamento non poteva garantire il reale pentimento dell'acquirente né che la confessione del peccato costituisse di per sé una sufficiente espiazione. La situazione degenerò nell'anno seguente (1517) quando un altro esempio di vendita delle indulgenze dalle amplissime ramificazioni richiamò l'attenzione di Lutero.
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Tutta la questione era nata due anni prima con la bolla ''[[Sacrosancti Salvatoris et Redemptoris]]'', emessa il 31 marzo 1515 da [[papa Leone X]], con la quale questi nominava il principe [[Alberto di Hohenzollern|Alberto di Brandeburgo]] commissario delle indulgenze per un tempo di otto anni. Scopo del principe era quello di ottenere la prestigiosa carica di [[arcivescovo di Magonza]] che effettivamente ottenne (nel 1516) dietro un pagamento di diecimila [[Ducato (moneta)|ducati]] finanziati dalla casa d'affari della famiglia [[Fugger]]. Con metà dei redditi generati dalla vendita delle indulgenze (inizialmente non prevista per la Germania nord-orientale), poi, Alberto avrebbe risarcito i suoi creditori, mentre l'altra metà avrebbe costituito un'ulteriore offerta alla Chiesa di Roma per l'edificazione di San Pietro.<ref>{{cita|Felici, 2016|p. 53}}.</ref><ref name=Martina134-136>{{cita|Martina, 1993|pp. 134-136}}.</ref><ref name=SchornSchutte28-30>{{cita|Schorn-Schütt, 1998|pp. 28-30}}.</ref>
Sempre nel 1516 Lutero iniziò le lezioni sull'[[Lettera ai Galati|Epistola ai Galati]], e visitò le comunità dell'ordine agostiniano di [[Dresda]], Neustadt, Orla, [[Erfurt]], [[Gotha]], [[Bad Langensalza]] e [[Nordhausen]]. Nel 1517 il principe Alberto di Brandeburgo, ora anche [[arcivescovo di Magonza]], incaricò il frate [[
[[File:Lutherstadt Wittenberg 09-2016 photo06.jpg|
Il principe Federico e il suo confinante, il duca Giorgio di [[Sassonia]] [[Giorgio di Sassonia (1471-1539)|"il Barbuto"]], vietarono a Tetzel l'ingresso nelle loro terre, soprattutto per difendere i propri interessi dalla concorrenza del frate, dato che entrambi godevano dell'autorizzazione papale per la vendita delle indulgenze nei rispettivi territori. Tuttavia, quando il frate domenicano giunse a
Lutero giudicò la predicazione di Tetzel assurda sotto ogni punto di vista e decise di contrastarla per iscritto. Vuole la tradizione che il 31 ottobre 1517 Lutero (o più probabilmente i suoi studenti, addirittura all'insaputa del maestro) abbia affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, com'era uso a quel tempo, [[95 tesi]] in latino riguardanti il valore e l'efficacia delle indulgenze. Il testo era indirizzato, oltre che al suo ordinario, il vescovo del Brandeburgo [[Hieronymus Schulz]], proprio all'arcivescovo Alberto, a cui Lutero intendeva mostrare il pessimo comportamento del suo incaricato [[Johann Tetzel|Tetzel]].<ref>In verità, sappiamo però che le tesi furono pubblicate nell'Università di Wittenberg dove insegnava; e, grazie alla stampa, esse furono rese pubbliche, arrivando così a Carlo V.</ref><ref>{{cita|Felici, 2016|p. 55}}.</ref>
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=== Il confronto con il papato ===
[[File:Imperatore Massimiliano I.png|sinistra|verticale|
Nel gennaio del
[[File:Raffael 042.jpg|
Johann Tetzel attaccò duramente il ''[[Sermone sull'indulgenza e la grazia]]'' scritto in tedesco dal teologo di Wittenberg, ma il sermone ebbe subito un notevole successo con ben ventuno ristampe prima del
Nell'aprile del 1518 Lutero fu invitato a comparire davanti al capitolo dell'ordine agostiniano a [[Heidelberg]], dove triennalmente si riuniva, ma la cosa si risolse in un nulla di fatto, giacché la rivalità con i domenicani, sostenitori del loro confratello Tetzel, non invogliò i superiori di Lutero a ridurlo in silenzio. E nella [[disputa di Heidelberg]] del 26 aprile egli passava
Le ''Risoluzioni'' furono inviate a Roma per essere esaminate da papa Leone X, il quale questa volta autorizzò l'apertura di un processo nei confronti del monaco ribelle.
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Lutero ebbe sessanta giorni di tempo per presentarsi a Roma e contestare l'accusa di aver diffuso idee erronee. Tuttavia, la paura fondata di essere arrestato e condannato senza alcuna possibilità di spiegare le proprie ragioni, spinse Lutero a rivolgersi al principe Federico per ottenere garanzie e protezione. Fu quindi deciso di spostare il processo in Germania, ad [[Augusta (Germania)|Augusta]], dove in quel periodo si sarebbe tenuta la [[Dieta di Augusta|dieta omonima]]. Lutero sarebbe stato ricevuto dal [[legato pontificio]] il cardinale [[Tommaso De Vio]] detto il "Caetano". Onde tutelare l'incolumità di Lutero, il principe Federico ottenne un [[salvacondotto]] dal futuro imperatore Carlo V che ne garantiva l'intoccabilità fino al ritorno a Wittenberg. Il colloquio si svolse a metà ottobre.
Il cardinal Caetano cercò di ottenere da Lutero una pubblica e completa ritrattazione, ma poiché quest'ultimo non si considerava un [[
=== Leone X e Federico il Saggio ===
[[File:Kurfürst-Friedrich-III-von-Sachsen.jpg|
Nel gennaio del
Per molti anni l'imperatore era stato un buon alleato della Chiesa di Roma e il suo improvviso decesso costrinse Leone X a cercare un candidato da appoggiare alla dieta dei grandi elettori dell'impero. La scelta non era semplice giacché si erano candidati il re di Francia [[Francesco I di Francia|Francesco I]] e il re di Spagna Carlo d'Asburgo (futuro vincitore di questa contesa che salirà al trono col nome di [[
La scelta più conveniente era dunque quella di sostenere un candidato tedesco e Leone X propose Federico il Saggio, il quale temporeggiò per un breve periodo fino a rifiutare la candidatura offertagli, costringendo il papa ad accettare l'elezione di Carlo - preferito agli altri candidati anche per l'oro dei [[Fugger]] che convinse i principi elettori - che avvenne il 28 giugno
=== Il confronto con gli intellettuali ===
[[File:Philipp Melanchthon 3.jpg|
In questo periodo di relativa calma Lutero radicalizzò sempre più le proprie opinioni, sostenendo che l'unica fonte di verità fosse la [[Bibbia|Sacra Scrittura]], e non i papi o i [[concilio|concili]] (che, a suo dire, si erano contraddetti nel corso dei secoli). Contemporaneamente la sua fama continuò a crescere e ad attirare molti curiosi a [[Wittenberg]]; tra questi spiccava la figura di [[Filippo Melantone]], che a soli ventuno anni era già uno studioso affermato della lingua greca. Diversamente da Lutero, che era stato un monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, Melantone era un laico. Differente da Lutero anche come carattere, Melantone era un [[
Di opinioni del tutto contrarie era invece un altro intellettuale che aderì al movimento riformatore: [[Andrea Carlostadio]]. Più anziano di Lutero (fu lui a conferirgli il dottorato) era aperto sostenitore della ribellione armata contro la nobiltà e il clero tedeschi, cosa che infine causerà la rottura tra i due e l'allontanamento forzato di Carlostadio dalla Sassonia elettorale. Le tensioni tra gli intellettuali favorevoli o contrari alle tesi luterane erano giunte a un punto tale che pochi avrebbero potuto sottrarsi al nascente dibattito e non certamente l'umanista [[Erasmo da Rotterdam]] che era proprio al culmine della propria fama letteraria. Il doversi per forza schierare e la partigianeria erano contrarie sia al suo carattere sia ai suoi costumi.
[[File:Hans Holbein d. J. - Erasmus - Louvre.jpg|
Nelle sue critiche al [[clero]] e ai presunti abusi di alcuni membri della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] egli aveva sempre protestato di non volere attaccare la Chiesa come istituzione e di non essere mosso da inimicizia nei confronti del clero. Erasmo condivideva, in effetti, molti punti della critica luterana alla Chiesa cattolica. Egli aveva il massimo rispetto per Martin Lutero e, a sua volta, il riformatore manifestò sempre ammirazione per la superiore cultura di Erasmo. Lutero sperava di potere collaborare con Erasmo in un'opera che gli sembrava la continuazione della propria.
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Erasmo, invece, declinò l'invito a impegnarsi, affermando che se egli avesse accettato, avrebbe messo in pericolo la propria posizione di guida di un movimento puramente intellettuale, che egli riteneva essere lo scopo della propria vita. Soltanto da una posizione neutrale, riteneva Erasmo, si poteva influenzare la riforma della religione. Erasmo rifiutò dunque di cambiare confessione, ritenendo che vi fossero possibilità di una riforma anche nell'ambito delle strutture esistenti della Chiesa cattolica.
A Lutero tale scelta parve un mero rifiuto ad assumersi le proprie responsabilità, motivato da mancanza di fermezza o, peggio, da codardia. Nonostante la parziale tranquillità di cui godeva in quel momento il gruppo riformatore, il papato non abbandonò completamente la questione. Verso la fine del
Il monaco riformatore accettò e promise di pubblicare uno scritto per invitare tutti a rimanere obbedienti e sottomessi alla Chiesa cattolica; questo testo fu intitolato ''Istruzione su alcune dottrine'' (
Il più noto di questi confronti accademici fu quello svoltosi a [[Lipsia]] nel febbraio del 1519 tra Lutero, Carlostadio e un professore proveniente da [[Ingolstadt]], [[Johann Eck]]. L'importanza di questo dibattito risiede nell'ammissione che compì Lutero di condividere alcuni punti della dottrina [[Jan Hus|hussita]]. Ciò gli valse la condanna da parte del papa, giacché cento anni prima il [[Concilio di Costanza]] aveva giudicato le proposizioni hussite come eretiche.<ref>Leone X, ''Decet Romanum pontificem''.</ref> Tornato a Wittenberg, Lutero si rese conto del pericolo che stava correndo e cercò di spiegare meglio la sua posizione con un opuscolo, le ''Resolutiones Lutherianae super propositionibus suis Lipsiae disputatis'', ma non sortì alcun effetto.
=== I principi contro l'Impero ===
Nel gennaio del
[[File:LutherRose.jpg|
Nell'agosto dello stesso anno Lutero replicò pubblicando la lunga lettera ''An den christlichen Adel deutscher Nation von des christlichen Standes Besserung ([[Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca]]: del miglioramento dello Stato cristiano)'', con la quale invitò i nobili, i capi, i tutori della Germania alla lotta contro la Chiesa di Roma contestando l'[[
[[File:Karl V HRR MATEO.jpg|
A questo scritto seguì, in ottobre, il trattato teologico ''De captivitate babylonica ecclesiae praeludium'' (Preludio alla cattività babilonese della chiesa), nel quale Lutero passa in rassegna i sette [[sacramenti]], accettandone soltanto tre: [[battesimo]], [[eucaristia]] e [[Penitenza (sacramento)|penitenza]] (ossia la confessione), ma tutti, soprattutto l'ultimo, in forma molto relativizzata (vedi [[luteranesimo]]). Ancora nel 1520 Lutero pubblicò un trattato destinato ad avere grande importanza nel pensiero politico dei secoli a venire: ''Von Freiheit eines Christenmenschen'' ([[Stato (medioevo)#L'interpretazione di Martin Lutero|Della libertà del cristiano]]), in cui egli stabilisce una ferma scissione tra la vita spirituale, completamente libera, e quella corporale, soggetta all'amore per il prossimo e quindi vincolata.
La situazione era ormai irreversibile, in molte città della Germania i testi di Lutero venivano arsi nelle piazze, mentre in altre aree dell'Impero si alimentavano focolai di rivolta. A questi fatti si aggiungevano i nuovi propositi di alcuni principi tedeschi i quali, accogliendo le teorie riformatrici di Lutero, non erano disposti a vedere condannata e dispersa la sua opera; tra essi vi era anche Federico il Saggio. Nel novembre 1520 il nuovo imperatore [[Carlo V d'Asburgo]], cattolico ma geloso delle prerogative, pretese dall'elettore di Sassonia che Lutero comparisse dinanzi alla Dieta imperiale di [[Worms]] per cercare di dirimere la questione.
[[File:Karl Aspelin-Luther uppbränner den påfliga bullan.jpg|
Il 10 dicembre dello stesso anno Lutero fece bruciare nella piazza di Wittenberg i testi del diritto canonico, la bolla papale e alcuni scritti, tra i quali la ''[[Summa Theologiae]]'' di [[Tommaso d'Aquino]] e la ''Summa Angelica'' di [[Angelo da Chivasso]], ai quali facevano riferimento i suoi avversari.<ref>''Enciclopedia Italiana Treccani'' alla voce "Angelo Chivasso" in ''Il Contributo italiano alla storia del Pensiero'' – Economia (2012) di Giovanni Ceccarelli.</ref>
=== La scomunica e la rottura con Roma ===
{{vedi anche|Carlo V e Martin Lutero|Martin Lutero a Worms}}
[[File:BullExurgeDomine.jpg|
Il 3 gennaio
[[File:Lucas Cranach d. Ä. - Passions of Christ and Antichrist - WGA05728.jpg|
Quasi in risposta alla scomunica papale e in polemica con il libello ''l'Anticristo'' (1521) del domenicano [[Ambrogio Catarino Politi]], nello stesso anno 1521 Lutero pubblicava, con la collaborazione di [[Filippo Melantone]] e di [[Lucas Cranach il Vecchio]] per la parte grafica, il ''[[Passional Christi und Antichristi]]'' dove veniva rappresentata per immagini con didascalie l'antitesi tra Cristo e il papa nelle vesti dell'Anticristo.<ref>Lucia Felici, ''La riforma protestante nell'Europa del cinquecento'', editore Carocci, pp.61-63</ref> Il ''Passional'' ebbe un successo enorme in un mondo a maggioranza analfabeta grazie all'efficacia delle immagini, che riuscirono a semplificare e rendere accessibili a tutti le istanze del riformatore diffondendole ampiamente grazie alla [[Stampa a caratteri mobili|stampa]].
Fatto del tutto eccezionale era che alla scomunica non seguisse l'intervento del braccio secolare per eseguire la condanna dell'eretico ma Carlo V, all'atto dell'elezione imperiale, aveva promesso che nessun suddito sarebbe stato condannato senza prima esser sottoposto a processo e il principe Federico il Saggio aveva ottenuto dall'imperatore la promessa che a Lutero, una volta giunto a Worms, non sarebbe stato fatto alcun male e che gli si sarebbe stato consentito di esporre le sue ragioni.
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Il 16 aprile del 1521 Lutero giunse alla dieta salutato festosamente dalla popolazione. Nel corso dei successivi due giorni il monaco riformatore spiegò i contenuti dei suoi scritti all'assemblea composta dall'imperatore e dai principi, compresi alcuni delegati papali. Cio nonostante gli fu imposto di [[Atto di abiura|abiurare]], ma Lutero rifiutò e Carlo V lo condannò come nemico della cristianità tedesca ed eretico. Lutero spiegò che, sulla base del principio di ''sola scriptura'', si rifiutava di ritrattare le proprie tesi a meno che qualcuno non avesse potuto confutarle in base a quanto espresso esclusivamente nelle Sacre Scritture.<ref>{{Cita|Leppin, 2017|p. 177}}.</ref><ref group=N>Queste le parole di Lutero a Worms: "Se non sarà convinto mediante le testimonianze della Scrittura e chiare ragioni - poiché non credo né al papa né ai concili da soli - poiché è evidente che hanno errato e si contraddicono - io sono vinto dalla mia coscienza e prigioniero della Parola di Dio a motivo dei passi della Sacra Scrittura che ho addotti. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non è sicuro né salutare fare alcunché contro la coscienza. Non posso fare altrimenti. Io sto fermo qui. Amen". In {{cita|Felici, 2016|p. 65}}.</ref>
[[File:Luther-in-Worms-auf-Rt.jpg|
Il giorno dopo la Dieta venne informata delle decisioni dell'Imperatore: egli si dichiarava disposto a rispettare il salvacondotto che aveva concesso a Lutero e quindi gli concedeva d'allontanarsi; nel contempo però affermava di essere deciso ad «agire contro di lui come contro un eretico notorio» e chiedeva agli ordini che tenessero fede alla promessa che gli era stata fatta, cioè che avrebbero collaborato alla cattura del monaco qualora si fosse rifiutato di ritrattare.
Il salvacondotto imperiale che il principe Federico aveva ottenuto per il suo protetto impedì l'immediato arresto di Lutero a Worms. Per salvarlo dalla condanna che ormai era stata emessa, il principe organizzò un falso rapimento di Lutero allo scopo di tenerlo nascosto nel castello di [[Wartburg]],
Con Lutero assente, la responsabilità di portare avanti il movimento riformatore ricadde su Melantone e Carlostadio mentre sia a Wittenberg
=== Le rivolte dei cavalieri e dei contadini ===
{{Vedi anche|Guerra dei contadini tedeschi}}
[[File:Thomas Muentzer.jpg|
Il 1522 e i seguenti anni furono particolarmente sanguinari: impressero al movimento riformatore una svolta in senso rivoluzionario, seguita poi da una tendenza reazionaria. In questa fase si colloca la figura di [[Thomas Müntzer]] (o ''Muentzer''), un teologo allievo di Lutero che aveva aderito alle tesi riformatrici, protagonista di un aperto scontro col maestro. Il contrasto in questione lo portò ad abbandonare la causa moderata, per mettersi alla testa di una delle numerose bande armate che si stavano costituendo. Esse avevano l'intento di affermare (con la forza) un nuovo ordine cristiano, proto-[[comunista]], basato sull'eguaglianza di tutti gli uomini. Lutero, borghese e ora vicino ai nobili protettori della Riforma, era molto contrariato; sostenne sempre la versione paolina del cristiano libero dentro ma buon suddito fuori, secondo il detto evangelico "[[date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio]]".<ref>M. Lutero, ''Breviario'', pp. 29 e 45 e ''Discorsi a tavola'', Nº 4342, p. 295-296</ref>
In questo contesto si colloca anche la [[Rivolta dei cavalieri]] (''Ritterkrieg''). Esponenti della [[nobiltà di spada]] guidati da [[Franz von Sickingen]] ([[Cavaliere del Sacro Romano Impero]] e uomo d'arme) e [[Ulrich von Hutten]] (eclettico personaggio appartenente
▲[[File:Karte bauernkrieg3 en.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.3|Zone della rivolta]]
Benché temporalmente vicina alla rivolta dei contadini e caratterizzata da alcuni elementi comuni, la rivolta dei cavalieri rimase un fenomeno fondamentalmente distinto, i cui obiettivi erano di natura conservatrice e tesi alla preservazione dell'ordine feudale minacciato dall'emergere di nuove dinamiche sociali ed economiche.<ref>{{en}} Wolf, John B. (1962). The Emergence of European Civilization. New York: Harper & Row. pp. 47, 147</ref>
Degno di menzione è il fatto che sebbene i leader della rivolta dei cavalieri avessero avuto un atteggiamento simpatetico nei confronti della riforma luterana, la reazione di Lutero a tale episodio fu di assoluta condanna, espressa nel suo trattato "Sull'autorità secolare" del 1523. In tale scritto, che riprendeva
Nel frattempo, nel maggio del
Nei loro "Dodici articoli", [[manifesto (programma)|manifesto]] del loro movimento di ribellione, essi chiedevano una fiscalità meno oppressiva, l'abolizione del privilegio che permetteva ai nobili di attraversare i campi (seminati o pronti al raccolto) per inseguire la selvaggina, e la restituzione delle terre destinate agli ''usi comuni'' dei loro villaggi (che i principi avevano invece inglobate nei possessi [[espropriazione forzata|espropriati]] alla Chiesa romana).
Nell'aprile del
{{Citazione|Che ragione c'è di mostrare clemenza ai contadini? Se ci sono innocenti in mezzo a loro, Dio saprà bene proteggerli e salvarli. Se Dio non li salva vuol dire che sono criminali. Ritengo che sia meglio uccidere dei contadini che i principi e i magistrati, poiché i contadini prendono la spada senza l'autorità divina. Nessuna misericordia, nessuna pazienza verso i contadini, solo ira e indignazione, di Dio e degli uomini. Il momento è talmente eccezionale che un principe può, spargendo sangue, guadagnarsi il cielo. Perciò cari signori sterminate, scannate, strangolate, e chi ha potere lo usi (...) lasciate che tutti quelli che possano, colpiscano, uccidano e pugnalino, segretamente o apertamente, ricordando che nulla può essere più velenoso, offensivo o diabolico di un ribelle... Perché il battesimo non rende gli uomini liberi nel corpo e nella proprietà, ma nell'anima; e il Vangelo non rende comuni i beni, tranne nel caso di coloro che, di loro spontanea volontà, fanno ciò che fecero gli apostoli e i discepoli in Atti 4,32–37. Non esigevano,come fanno i nostri folli contadini nella loro furia, che i beni degli altri - di [[Ponzio Pilato|Pilato]] ed [[Erode Antipa|Erode]] - fossero comuni, ma solo i loro beni. I nostri contadini, tuttavia, vogliono rendere comuni i beni di altri uomini e mantenerli propri. Ottimi cristiani sono! Penso che non sia rimasto un diavolo all'inferno; sono andati tutti tra i contadini. Il loro delirio è andato oltre ogni misura.<ref>Martin Lutero, ''Esortazione alla pace a proposito dei dodici articoli dei contadini di Svevia'', 1525</ref><ref>Jaroslav J. Pelikan, Hilton C. Oswald, Luther's Works, 55 vols. (St. Louis and Philadelphia: Concordia Pub. House and Fortress Press, 1955–1986), 46: 50–51.</ref>}}
Fu un gesto importante e dalle terribili conseguenze (le fonti dell'epoca parlano di {{M|100000}} morti); con esso Lutero aveva garantito la sopravvivenza della Riforma, ponendola al riparo dalle posizioni estremiste e garantendole la protezione di un buon numero di prìncipi tedeschi. [[Hanns Lilje]], [[vescovo]] luterano di [[Hannover]], osservò che questa risposta costò a Lutero «la perdita della straordinaria popolarità di cui aveva goduto fino a quel momento tra la gente». Occorre ricordare che anche papi (in occasione di [[Crociate]]) o re e santi cattolici come [[Luigi IX di Francia]] si espressero o si comportarono con gli [[eretici]] come i [[catari]] con altrettanta durezza, avendone il potere, e non si tratta di un tratto crudele del carattere di Lutero ma rientrante nel tipico quadro delle tragiche [[guerre di religione]] a sfondo politico, unito al pragmatismo e al carattere talvolta duro del riformatore tedesco; l'unico modo per salvare la Riforma dal papato era difatti avere l'appoggio dei principi. Sempre per la necessità di proteggere la sua Riforma, Lutero, che pure aveva proclamato l'inutilità della Chiesa come mediatrice e il principio che ognuno poteva essere "il sacerdote di
=== La nascita e il consolidamento della nuova Chiesa ===
[[File:Katharina-v-Bora-1526.jpg|
Il 15 maggio
Sempre nel 1525 vengono pubblicati ''La Messa tedesca'' e ''[[De servo arbitrio|Del servo arbitrio]]'', quest'ultimo in risposta a uno scritto di [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], ''[[De libero arbitrio|Del libero arbitrio]]'', pubblicato l'anno precedente, nel quale il grande umanista olandese invitava il monaco ribelle a ritornare sui propri passi riesaminando le concezioni espresse sul rapporto tra l'uomo e il suo destino. La conseguenza fu la definitiva rottura tra i due intellettuali.
Respingendo le nuove idee dell{{'}}''[[umanesimo]]'' [[
Nel
[[File:Augsburger-Reichstag.jpg|
Oltre a pubblicare libri Lutero compose in questo periodo diversi inni per la nuova liturgia riformata. Il più celebre è ''Ein' feste Burg ist unser Gott'' composto fra il 1527 e il 1529 traendolo dal Salmo 45 e tradotto in numerose lingue tra cui in italiano (''[[Forte rocca è il nostro Dio]]'').
[[File:Ulrich-Zwingli-1.jpg|
[[File:Lutherbibel.jpg|
Nel 1529 condusse con Melantone i [[Colloqui di Marburgo]], importante confronto con l'altro grande riformista [[Ulrico Zwingli]] sui temi principali dei rispettivi sistemi teologici, che però si arenò di fronte al problema dell'eucaristia, sul cui significato le divergenze erano significative. Zwingli morì quindi nel 1531, durante la [[seconda battaglia di Kappel]], atto conclusivo della [[seconda guerra di Kappel]], che vide contrapposti i cantoni riformati a quelli cattolici.
Nel giugno
Nel febbraio del
Lutero dettò le linee generali per l'organizzazione della Chiesa evangelica della Sassonia, fornendo il modello fondamentale alle altre chiese luterane. Negli ultimi anni della sua vita Lutero approfondì la distanza dal cattolicesimo con lo scritto del
=== La morte ===
Lo studioso [[Roland Bainton]], pur essendo un suo devoto biografo, riconosce come «il suo [di Lutero] altero atteggiamento di sfida dei primi tempi fosse degenerato, trasformandosi nell'umore stizzoso di un uomo tormentato dalla malattia, dalle fatiche e dallo scoramento», tuttavia, riferisce sempre Bainton, «sino all'ultimo migliorò la sua traduzione della Bibbia (…), e parecchi brani riportati in questo libro [sul sacrificio di Isacco] per illustrare i suoi princìpi religiosi e morali provengono dal suo ultimo periodo».<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 297}}.</ref>
In confronto a Melantone, sempre sottile e pacato nei giudizi, tanto rozzo e vendicativo apparve divenuto Lutero, al punto da scadere spesso nel [[turpiloquio]]. D'altra parte, come sostiene sempre Bainton, «Lutero guazzava nel sudiciume meno di molti altri letterati del suo tempo», tra i quali lo stesso [[Erasmo da Rotterdam|Erasmo]], che non evitò di descrivere dei dialoghi tra popolani in cui si parlava del fetore che promanava dalle loro merci. Nel complesso, le grossolanità di Lutero furono esigue e vi sono interi tomi in cui le parole più indecenti sono quelle di San Paolo, che sopportò la perdita di tutte le cose «reputandole come tanta spazzatura al fine di guadagnare Cristo ([[Lettera ai Filippesi|Filip. III, 8]])».<ref>{{cita|Bainton 2003|pp. 225-226}}.</ref>
[[File:Martin Luther's grave, Schlosskirche, Wittenburg.jpg|
Aveva anche preso a mangiare e bere con generosità, vuotando in più occasioni interi boccali di [[birra]], «ma non è mai stato riportato che Lutero avesse sorpassato la semplice allegria».<ref>{{cita|Bainton 2003|p. 226}}.</ref><ref name=molinari>{{cita web|url=http://www.ildialogo.org/NotizieEcumeniche/Documenti_1241790112.htm |autore= Franco Molinari|titolo=I peccati di Martin Lutero}}</ref>
La sua salute intanto si era andata deteriorando progressivamente (soffriva di [[acufeni]], [[cataratta]], [[sindrome di Menière]], [[dolore]] [[Reumatismo|reumatico]] e altri disturbi, forse anche di [[cardiopatia]]), fino a che si ammalò gravemente di [[ulcera]] e venne infine colpito da un [[ictus]] fatale a 62 anni. Secondo quanto è stato tramandato, il 18 febbraio
== Il contributo di Lutero ==
[[File:Dresden Statue Martin Luther vor Frauenkirche.JPG|
{{Citazione|Un cristiano è il padrone più libero di tutti, soggetto a nessuno.<br>Un cristiano è il servo più obbediente di tutti, soggetto a tutti.|Martin Lutero, ''La libertà del cristiano''<ref>{{Cita libro|autore=Martin Luther|capitolo=Tractatus de libertate Christiana|url=https://archive.org/details/dmartinlutherswe17luth/page/48/mode/2up|titolo=Werke|edizione=kritische Gesamtausgabe|volume=7|città=Weimar|editore=Hermann Böhlaus Nachfolger|anno=1897|p=49|lingua=la}}</ref>|Christianus homo omnium dominus est liberrimus, nulli subiectus.<br>Christianus homo omnium servus est officiosissimus, omnibus subiectus.|lingua=la}}
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=== Sulla vocazione ===
[[File:Ferdinand Pauwels - Luther's friend struck by lightning.jpg|
Sono ancora contrastanti i giudizi emessi dagli storici sulla [[Conversione religiosa|conversione]] di Lutero. La tradizione vuole (e lo stesso Lutero nei suoi ''[[Discorsi a tavola]]'' sembra confermarlo) che a causa del forte spavento causatogli da un [[fulmine]] che lo fece cadere a terra durante un forte [[temporale]], egli abbia fatto [[Voto (religione)|voto]] di
"Hieronymus Buntz de Windsheim, non promotus, quia sub censura pleuriticus factus non multo post nature concessit, doctus et pius.", in Erich Kleineidam (a cura di), ''Universitas studii Erffordensis: überblick über die Geschichte der Universität Erfurt im Mittelalter 1392-1521'', Leipzig: St. Benno-Verlag GmbH, 1964, p. 177.</ref> Un'altra leggenda vuole che l'amico di Lutero sia morto a causa del fulmine.
=== L'antisemitismo di Lutero ===
{{Vedi anche|Cristianesimo e antisemitismo|Degli ebrei e delle loro menzogne}}{{citazione|Secondo Lutero gli Ebrei erano: ''cani assetati del sangue di tutta la cristianità [...] spesso giustamente bruciati vivi perché accusati di avvelenare l'acqua e i pozzi e rapito i bambini che sono stati smembrati e tagliati a pezzi [...] che ancora non ci è dato sapere quale sorta di demone li abbia portati nel nostro paese [...] che erano da considerarsi un pesante fardello, come una peste, pestilenza e pura sventura nel nostro paese [...] profittatori, avidi, che maledicono il nostro Signore, figli del Diavolo che è contento e si rallegra di aver mandato gli Ebrei fra i cristiani per contaminarli [...] che vogliono governare il mondo nonostante siano grandi criminali e assassini di Cristo e di tutta la cristianità''.|[[Raul Hilberg]] commenta l'opera ''Degli Ebrei e delle loro menzogne'' in [[La distruzione degli Ebrei d'Europa]]<ref>{{cita libro | nome=Raul | cognome=Hilberg | titolo=La distruzione degli Ebrei d'Europa, pagg.13,14 | anno=1995 | editore=Einaudi | città=Torino }}</ref>}}
[[File:Busbach Kirche Portrait Martin Luther-20210524-RM-165918.jpg|
Altri scritti di Lutero, contro gli [[ebrei]] che rifiutavano di convertirsi al cristianesimo, in particolare ''[[Degli ebrei e delle loro menzogne]]'' (''Von den Juden und ihren Lügen'', 1543) nel quale si espresse con toni acerrimi, hanno indotto molti a tacciarlo di [[antisemitismo]]. In realtà l'antisemitismo di Lutero si inquadrava nel generale atteggiamento di intolleranza e diffidenza verso il giudaismo (anche in ambito cattolico come mero [[antigiudaismo]] teologico) che percorreva la cultura europea, sia laica
In realtà Lutero ebbe un atteggiamento tollerante nei confronti degli ebrei almeno fino agli ultimi anni di vita, che però condizionava alla loro conversione al cristianesimo poiché se era vero, secondo Lutero e il cristianesimo medievale tutto, che il giudaismo era un crimine che doveva essere sradicato, la colpa originaria era stata quella di aver dato un cattivo insegnamento della dottrina cristiana. Il testo ''Gesù Cristo è nato ebreo'' (1523) punta infatti a difendere gli ebrei dai pregiudizi e dall'intolleranza.
Tuttavia il fallimento di questa auspicata conversione degli ebrei, dato che la maggioranza non accettò il battesimo, portò Lutero a un aperto antisemitismo, seppur non di tipo razziale.<ref name=prosperi/> Nel 1543, ormai vicino alla fine della sua vita, Lutero pubblicò il ''[[pamphlet]]'', ''Contro gli ebrei'' noto poi come ''Degli ebrei e delle loro menzogne'', dove proponeva di bruciare le [[sinagoga|sinagoghe]], abbattere le case degli ebrei, distruggere i loro scritti, confiscare il loro denaro e uccidere i [[rabbino|rabbini]] che predicavano il giudaismo. Nonostante ciò, ebrei tedeschi convertiti alla religione luterana in diverse epoche, come [[Heinrich Heine]] - che nel ''Rabbi di Bacharach'' denunciò le persecuzioni medievali tedesche - hanno comunque ammirato Martin Lutero (si veda ''Zur Geschichte der Religion und Philosophie in Deutschland'' del 1834, cioè ''Esposizione del pensiero tedesco da Lutero a Schelling''), venerato talvolta "come un santo", un precursore della [[
===Lutero e l'Islam===
Oltre a ciò, nel
=== Sulla morte ===
Lutero morì nel
L'oratoriano Thomas Bozius (1548-1610), nel suo ''De Signis Ecclesiae Dei'', Coloniæ, 1592, scrive di avere appreso da "fonte degna di fede" che un domestico di Lutero, tale Ambrogio Kuntzell (o Kutfeld), successivamente convertito al cattolicesimo ("superioribus annis ad nostros se recepit"), affermava che il suo padrone fu trovato impiccato alle colonne del letto, dopo che era stato portato a dormire ubriaco la sera prima.<ref>''De Signis Ecclesiae Dei'', Vol. II, p. 514.</ref> Il testo di Bozius fu ripreso nel 1606 dallo scienziato Henricus Sedulius (1547-1621) in uno scritto polemico contro gli eretici.<ref>''Praescriptiones adversus haereses'', Officina Plantiniana, Antwerp 1606, ''Praescriptio XVIII'',§§ 26-28.</ref>
Il filosofo cattolico [[Jacques Maritain]]<ref>''Tre riformatori'', a pagina 49 dell'edizione francese ''Trois réformateurs: Luther – Descartes – Rousseau'', Paris, Plon-Nourrit et Cie, 1925.</ref> scrive nel 1925 che il dottor de Coster, subito accorso, avrebbe constatato che la bocca di Lutero era contorta, che la parte destra del suo viso era nera e che il collo era rosso e deforme, come se fosse stato appunto strangolato, ma non parla di impiccagione. Questa sua diagnosi sarebbe riportata su un'incisione, riportata nella sua opera, che Lucas Fortnagel fece subito il giorno dopo la morte di Lutero, ma la presenza di de Coster alla morte di Lutero non trova riscontro nelle fonti.<ref>Hartmann Grisar, ''Luthers Kampfbilder'', (4 volumi), Herder, Freiburg im Breisgau 1921–1923 (vol. IV, ''Die Abbildung des Papsttums uns andere Kampfbilder in Flugblättern, 1538−1545'' (1923), scrive che secondo Franz Costner, autore di un ''Compendium fidei'' (1607; già pubblicato in olandese nel 1595), Lutero era stato trovato con il collo rosso e deformato, "strangolato dal demonio".</ref>
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Altri documenti a confutazione della tesi sono stati pubblicati dal teologo cattolico Nikolaus Paulus nel 1898.<ref>''Luthers Lebensende: eine kritische Untersuchung'', cit.; cfr. anche Hartmann Grisar, ''Luthers Kampfbilder'', cit. e l'articolo di Theo Hoyer [http://www.ctsfw.net/media/pdfs/HoyerHowDrMartinLutherDied.pdf "How Dr. Martin Luther Died"], ''Concordia Theological Monthly'', XVII, 1946, pp. 81-88.</ref>
[[File:Luther death-hand mask.jpg|
Tali dicerie sul suo suicidio furono diffuse solo vent'anni dopo la sua morte; i resoconti ufficiali della morte del riformatore testimoniano una morte naturale, alla presenza di un gruppo di persone oppure nel sonno, e la sua [[maschera mortuaria]] non riporta segni compatibili con un'asfissia violenta. Secondo una pubblicazione vicina all'ortodossia cattolica, ''La riforma protestante'', dello storico cattolico Roberto Coggi<ref name="coggi">Roberto Coggi, ''La riforma protestante'', vol. 2, 2004 ''Dalla morte di Lutero alla pace di Augusta'', in "''Ripensando Lutero''", Edizioni Studio Domenicano, 2004, ISBN 88-7094-531-6, pag. 38</ref> "molto probabilmente Lutero morì per una sua vecchia [[Cardiopatia|malattia di cuore]]"<ref name=coggi/>; malattia della quale però non si hanno altre notizie.
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=== Personalità e psicologia di Lutero ===
Secondo alcuni critici l'[[ansia]] e la paura avrebbero costituito un importante elemento nelle scelte di Lutero, e forse avrebbero fatto maturare nella sua mente la scelta di entrare nel convento [[
Si è detto certo suo modo di esprimersi triviale e a volte con volgare [[turpiloquio]] quando era a tavola rilassato non fosse un tratto psicologico ([[coprolalia]]) ma derivante dal suo gergo rozzo e popolare di "contadino sassone", di cui egli stesso si scusa ("nei libri di Sant’Agostino si trovano molte parole che furono pronunciate dalla carne e dal sangue, e devo confessare che io dico molte parole che non sono parole di Dio, sia quando predico sia a tavola."). Così come riguardo alla sua passione per la birra casalinga dice "anch'io bevo. Non tutti però devono imitarmi, perché non tutti sopportano le mie fatiche".
Secondo lo psicologo statunitense [[Erik Erikson]] nel riformatore si riscontravano «eredità di [[alcolismo]], amore anormale per sua madre, educazione in un clima di paura, tendenza alla [[malinconia]], [[Disturbo ossessivo-compulsivo|ossessioni]] [[Sessualità|sessuali]] ([[Sublimazione|sublimate]], è vero, con una potente attività intellettuale) sono gli elementi che spiegherebbero... perché e come Lutero è giunto a rifiutare il valore salvifico delle opere»<ref>E.H. Erikson, ''Il giovane Lutero. Studio storico-psicoanalitico'', [[Roma]] 1967, p. 33</ref>. Sebbene {{
===L'equivoco del ''pecca fortiter''===
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== Opere ==
=== ''Opera omnia'' ===
[[File:Tomus secundus omnium operum.tif|
* Un elenco completo degli scritti di Martin Lutero in ordine cronologico si trova in: [[Kurt Aland]], [https://drive.google.com/file/d/0B7IDIGCeVq3GTGRQMk90dlVMUEE/view ''Hilfsbuch zum Lutherstudium''], Vierte, durchgesehene und erweiterte Auflage, Bielefed, Luther-Verlag 1996, "IV. Chronologisches Verzeichnis der Schriften M. Luthers", pp. 647–670.
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|editore=Karl Wiegand
|cognome=Martin Lutero
|titolo=
|città=Berlin
|accesso=14 marzo 2015
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|editore=Karl Wiegand
|cognome=Martin Lutero
|titolo=
|città=Berlin
|accesso=14 marzo 2015
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*# ''Autorità secolare, fino a che punto le si debba ubbidienza (1523)'', con testo originale a fronte, a cura di Paolo Ricca, Torino 2015.
* ''Della vita Christiana''. Traduzione anonima del XVI secolo dello scritto ''Von der Freiheit eines Christenmenschen'' (= La libertà del cristiano). Stampa s.n.t. Una copia si trova alla Guicciardiniana di Firenze.
* ''Catechismo piocciolo [sic!] di Martin Luthero'', traduzione anonima, stampata a [[Tubinga]] nel 1562 e ristampata nel 1588 senza indicazione del luogo. Le biblioteche di Dresda, Königsberg e Wolfenbüttel conservano ciascuna una copia della 1ª ed.; della ristampa possiede una copia la Biblioteca Nazionale di Firenze. Di quest'ultima fece una nuova edizione
* ''Il piccolo catechismo del Dr. Martino Lutero, nuovamente tradotto da Carlo Roenneke'', Roma 1883, Enrico Medicus Editore, Trieste 1900.
* ''Martino Lutero secondo i suoi scritti. Scelta di scritti tradotti e presentati al popolo italiano'', Tipografia [[Claudiana]], Roma-Firenze 1883.
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* {{cita web|url=http://www.classicistranieri.com/95-thesen-des-theologen-dr-martin-luther.html|titolo=Testo originale delle 95 tesi|lingua=de}}
* {{cita web|url=http://www.luthergrewp.it/ewp/|titolo=Lutheran Web Page Dal 1996, sito Evangelico Luterano Indipendente, a cura di Giorgio Ruffa}}
*
{{Luteranesimo}}
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[[Categoria:Antigiudaismo]]
[[Categoria:Santi luterani]]
[[Categoria:Geocentristi]]
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