Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni
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|titolo = La nascita dell'[[Idealismo]]
|contenuto = Fichte elimina la necessità della cosa in sé ([[noumeno]]) di cui parlava [[Kant]]:
{{Bio
|Nome = Johann Gottlieb
|Cognome = Fichte
|PreData = pronuncia [[lingua tedesca|tedesca]] {{IPA|[ˈjoːhan ˈɡɔtliːp ˈfɪçtə]}}<ref>
|Sesso = M
|LuogoNascita = Rammenau
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|Epoca = 1700
|Attività = filosofo
|Attività2
|Attività3 = docente
|Nazionalità = tedesco
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}} Le sue opere più famose sono la ''[[Dottrina della scienza]]'', che animerà il suo itinerario speculativo dal 1794 alla morte, e i ''[[Discorsi alla nazione tedesca]]'', nei quali sosteneva la superiorità culturale del [[popolo tedesco]] incitandolo a combattere contro [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]].
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== Biografia ==
=== L'infanzia e i primi studi ===
Johann Gottlieb Fichte nacque nel 1762 a [[Rammenau]], in [[Sassonia]], da genitori molto poveri. Era il primo degli otto figli di Christian Fichte (1737–1812), tessitore di nastri, e di sua moglie Maria Dorothea Schurich (1739–1813). Durante la sua infanzia fu costretto a lavorare come guardiano di oche per aiutare la sua famiglia. Fu grazie al sostegno del barone Ernst Haubold von Miltitz (1739-1774) che Fichte poté incominciare gli studi. Si narra che il barone fosse rimasto stupefatto nell'udire il ragazzo ripetere a memoria un sermone (che egli non aveva potuto udire) e, comprese le grandi potenzialità che aveva, decise di aiutarlo.
Dopo aver frequentato il ginnasio a Pforta nel 1774, nel [[1780]] si iscrisse alla facoltà di [[teologia]] di [[Università di Jena|Jena]], proseguendo in seguito gli studi a [[Università di Lipsia|Lipsia]]. In questi anni gli aiuti del barone si fecero sempre più radi e Fichte dovette attraversare un periodo durissimo, che lo costrinse a lavorare come [[precettore]] per non cadere nella miseria. Nel 1785 si trasferì a [[Zurigo]], dove conobbe Johanna Rahn, che
=== L'inizio della formazione filosofica: Kant ===
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{{Quote| Da quando ho letto la ''Critica della Ragion Pratica'' vivo in un mondo nuovo... cose che non credevo potessero essere dimostrate, per esempio il concetto della libertà assoluta e del dovere, ora sono provate al mio spirito e io ne sono tanto più lieto. È inimmaginabile quale rispetto per l'umanità, quale forza ci conferisca la filosofia, quale benedizione essa sia in una epoca in cui le basi della morale sono distrutte e la nozione del dovere esclusa da tutti i lessici.|Fichte, da una lettera del 1790<ref>[[Rudolf Steiner]], [https://books.google.it/books?id=Ij0cDAAAQBAJ&pg=PT77&dq=da+quando+ho+letto+la+Critica+della+Ragion+Pratica+vivo+in+un+mondo+nuovo.+..&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjc573Y1ZLNAhUDuBQKHSPkA28Q6AEINDAD#v=onepage&q=da%20quando%20ho%20letto%20la%20Critica%20della%20Ragion%20Pratica%20vivo%20in%20un%20mondo%20nuovo.%20..&f=false ''L'Evoluzione della Filosofia dai presocratici ai postkantiani''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160630014250/https://books.google.it/books?id=Ij0cDAAAQBAJ&pg=PT77&dq=da+quando+ho+letto+la+Critica+della+Ragion+Pratica+vivo+in+un+mondo+nuovo.+..&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjc573Y1ZLNAhUDuBQKHSPkA28Q6AEINDAD#v=onepage&q=da%20quando%20ho%20letto%20la%20Critica%20della%20Ragion%20Pratica%20vivo%20in%20un%20mondo%20nuovo.%20..&f=false |data=30 giugno 2016 }}, ed. Bocca, 2016.</ref>}}
Dopo aver scritto un'opera intitolata ''[[Saggio di una critica di ogni rivelazione]]'' (''Versuch einer Kritik aller Offenbarung''), in cui esponeva abilmente i principi della morale kantiana applicandoli alla [[religione rivelata]], Fichte si recò a [[Königsberg]] per farla leggere a Kant stesso. Quando, per intercessione di Kant, un editore pubblicò il lavoro nel
Nel
=== Il periodo a Jena ===
Fichte fu nominato professore nel
Pur avendo fatto proprio il pensiero del filosofo di [[Königsberg]], Fichte criticò la presupposizione [[kant]]iana di un [[cosa in sé|essere]] posto irrimediabilmente fuori dal soggetto. Tale esistenza sarebbe un limite non superabile per l'attività dello spirito e dunque per la sua libertà. Per Fichte la posizione di Kant era ancora [[dogmatismo|dogmatica]], e perciò in parte materialista e fatalista, perché in lui il soggetto è passivo e assiste da spettatore agli eventi che lo determinano.
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L'[[idealismo]] di Fichte vuole celebrare invece la libertà e l'indipendenza del soggetto rispetto a ciò che si trova al di fuori di lui, perché l'io «si fa da sé stesso». Con questo Fichte vuole affermare ancora una volta come lo spirito non è prodotto né condizionato dall'essere. La sua filosofia dovrà descrivere le varie tappe con cui l'essere viene prodotto come momento del pensiero.
Le altre opere di questo periodo sono i ''[[Discorsi sulla missione del dotto]]'', breve saggio del
=== La polemica sull'ateismo ===
Nel 1798 pubblicò il saggio ''Ueber den Grund unsers Glaubens an eine göttliche WeltRegierung''<ref>{{cita web |url=https://www.iliesi.cnr.it/iniziative/Letture/valenza_scheda.htm|titolo=Sul fondamento della nostra fede in un governo divino del mondo}}.
Nel [[1799]] scoppiò la cosiddetta «polemica sull'[[ateismo]]» (''Atheismusstreit''): nel [[1798]] Fichte aveva pubblicato sul ''Giornale filosofico'' un articolo intitolato ''Sul fondamento della nostra credenza nel governo divino del mondo'': in esso veniva sostenuta la tesi per la quale [[Dio]] coincideva con l'ordine morale del mondo, apparendo soltanto come un "dover essere". Nello stesso articolo, inoltre, il direttore del giornale, [[Friedrich Karl Forberg|Forberg]], suo discepolo, aggiungeva che era possibile non credere in Dio pur essendo religiosi, purché si credesse nel suddetto ordine morale, secondo un'interpretazione radicale dell'etica di Kant esposta nell'opera ''[[La religione entro i limiti della semplice ragione]]''.▼
Johann Gottlieb Fichte, Ueber den Grund unsers Glaubens an eine göttliche WeltRegierung (file pdf 889 KB), in J. G. Fichte, Gesamtausgabe der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Bd. 5, Werke 1798-1799. Tr. it. Johann Gottlieb Fichte, Sul fondamento della nostra fede in un governo divino, in J. G. Fichte, La dottrina della religione, a cura di G. Moretto, Napoli, Guida, 1989, pp. 71-84</ref> in cui sostenne che Dio non poteva essere più inteso antropomorficamente come una persona trascendente, ma doveva essere fatto coincidere con l'ordine morale del mondo e con una vitalità universale, cosmica e immanente alla storia umana e si identificava col progresso morale del genere umano.
▲Nel
In risposta all'articolo comparve un libello anonimo che accusava Fichte di ateismo, montando una campagna mirante in realtà a screditarlo. Poco tempo dopo intervenne lo stesso governo prussiano, proibendo la stampa del giornale; per di più esso adoperò pressioni sul [[Carlo Augusto di Sassonia-Weimar-Eisenach|duca di Weimar]] affinché fossero presi dei severi provvedimenti nei confronti di Fichte e di Forberg, minacciando in caso contrario di proibire ai cittadini prussiani di iscriversi all'[[Università di Jena]]. Il governo di Weimar, sia per timore di far perdere prestigio ad uno dei suoi migliori centri universitari, sia per il contesto storico che vedeva la Germania dominata dall'influenza della [[Prussia]], chiese quindi al Senato Accademico dell'università di formulare un rimprovero ufficiale nei confronti dei due intellettuali.
A quel punto però Fichte rispose con fermezza, scrivendo in data 22 marzo
[[File:Fichtes Grabstein auf dem Dorotheenstädtischen Friedhof.jpg|thumb|upright|Tomba di Johann G. Fichte al [[Dorotheenstädtischer Friedhof]]]]
{{citazione|Per un astro che tramonta un altro ne sorge.|[[Johann Wolfgang von Goethe]]}}
=== Periodo berlinese ===
Fichte si trasferì allora a [[Berlino]], dove visse dando lezioni private e frequentò diversi intellettuali [[Romanticismo|romantici]], tra i quali [[Friedrich Schlegel|Schlegel]], [[Friedrich Schleiermacher|Schleiermacher]], [[Ludwig Tieck|Tieck]] e [[Novalis]] (grande estimatore dell'opera di Fichte). Il 23 ottobre
Nel
Morì nel
== La ''Dottrina della scienza'' ==
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== La filosofia politica ==
La filosofia politica di Fichte nasce nel segno del [[giusnaturalismo]] e del [[contratto sociale|contrattualismo]]. Lo scopo dello [[Stato]] è quello di educare tutti gli uomini alla libertà, realizzando una "società perfetta" nel senso di essere formata da uomini "[[libertà|liberi]] e ragionevoli" tanto da non aver più bisogno di essere governati. Lo scopo di ogni [[governo]] è
Da questi Fichte, ispirato dagli eventi della Rivoluzione Francese, riprende la dottrina del diritto a ribellarsi ad un sovrano che non rispetti il patto sancito tra lui ed i cittadini: se lo Stato non compie la sua missione il contratto sociale è sciolto.
Si avanza un nuovo concetto di libertà intesa estensivamente non più soltanto come quella che appartiene ad ogni [[individuo]] che agisca moralmente, (la libertà di scelta, secondo la [[Critica della ragion pratica|morale kantiana]]) ma, come sostiene Fichte nell'opera sui ''Fondamenti del diritto naturale'', poiché le manifestazioni [[materia (filosofia)|materiali]] dell'Io sono le azioni, in esse l'Io esprime la propria libertà in una sfera di azioni possibili. La libertà per Fichte è quindi essenzialmente libertà di pensiero e di scelta.
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{{Vedi anche|Nazionalismo tedesco}}
Nei ''[[Discorsi alla nazione tedesca]]'' scritti e pronunciati in pubblico nell'inverno tra il 1807 e il 1808, quando ancora i francesi occupavano la Prussia dopo le [[battaglia di Jena|vittorie napoleoniche di Jena]] e [[Battaglia di Auerstädt|Auerstädt]], Fichte sembrò avanzare un progetto [[pedagogia|pedagogico]] teso al rinnovamento sia [[spirito (filosofia)|spirituale]] che materiale del popolo tedesco.<ref name=discorsi>''[http://www.treccani.it/enciclopedia/discorsi-alla-nazione-tedesca_%28Dizionario-di-filosofia%29/ Discorsi alla Nazione tedesca]''.</ref> Lo scopo apparentemente educativo servì alla libera circolazione dell'opera di cui i francesi non identificarono la pericolosità politica.<ref>In seguito ai ''Discorsi'' di Fichte tredici uditori fondarono una [[società segreta]] anti-napoleonica, ispirata all'antico [[Ordine teutonico]] medioevale e all'idea di un ordine maschile a orientamento nazionale, il «Deutscher Orden» (Cfr. ''I riti e le associazioni politiche nella Germania romantica'', pag. 354, e ''Hitler e l'Ordine teutonico'' pagg. 288-289, nel testo ''Il Collegio di Sociologia. 1937-1939'', a cura di Denis Hollier).</ref> Il nuovo modello di educazione che vi era esposto consisteva in un compito affidato al popolo tedesco, ritenuto l'unico tra tutti gli [[Europa|europei]] ad aver conservato intatte le sue caratteristiche [[nazione|nazionali]] originarie e naturali, ed inoltre la cui lingua era l'unica priva di barbarismi, e il cui Stato il solo dove la religione non avesse influito sulla politica. Questo per Fichte è comprovato dal fatto che la [[Lingua (linguistica)|lingua]] tedesca è l'unica ad essersi conservata pura nel corso dei secoli, mantenendo così intatta la [[cultura]] germanica. Questo non è avvenuto invece per l'[[Italia]] e la [[Francia]] dove la lingua, a causa delle dominazioni straniere, si è imbarbarita dando luogo a [[dialetto|dialetti]] bastardi. Il popolo tedesco ha così conservato non solo la purezza della lingua ma anche quella del [[sangue (religione)|sangue]] e quindi della [[stirpe]] che li caratterizza come il ''popolo'' per eccellenza: lo stesso termine ''deutsch'' vuol dire
I tedeschi
Il pensiero di Fichte verrà poi esaltato dalla corrente del [[pangermanismo]], a cui tra gli altri si rifece [[Hitler]], sebbene Fichte parlasse in realtà di primato culturale del popolo tedesco, anziché militare o bellico.
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* ''Über Machiavelli, als Schriftsteller, und Stellen aus seinen Schriften'', 1807
* ''Reden an die deutsche Nation'' (''[[Discorsi alla nazione tedesca]]''), 1807–1808
* ''Transzendentale Logik'' (''Logica trascendentale''), due corsi di
Altri scritti minori sono raccolti in appendice a ''Lettera a Fichte'' (''Jacobi an Fichte'') con testi complementari di Jacobi e di Fichte (1799 e 1816), trad. di A. Acerbi.<ref>''Lettera a Fichte (1799, 1816)'', di F. H. Jacobi, a cura di A. Acerbi, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 2011.</ref>
=== Traduzioni in italiano ===
* ''Sulla Rivoluzione francese: sulla libertà di pensiero'', Bari, Laterza, 1966.
* ''Fondamento dell'intera dottrina della scienza'', Bompiani, 2003.▼
* J. G. Fichte, F. W. J. Schelling, ''Carteggio e scritti polemici'', Napoli, Prismi, 1986.
▲* ''Discorsi alla nazione tedesca'', Laterza, 2003.
* ''La Dottrina della religione'', Napoli, Guida, 1989,.
* ''Machiavelli scrittore'', trad. di Federico Ferraguto, Castelvecchi, 2014.▼
* ''Fondamento del diritto naturale secondo i princìpi della dottrina della scienza'', Roma-Bari, Laterza 1994.
* ''Meditazioni personali sulla filosofia elementare'', Bompiani, 2017.▼
* ''Saggio di una nuova esposizione della "Dottrina della scienza": prima introduzione'', Milano, Guerini e associati, 1996.
* ''La missione del dotto'', Orthotes, 2020.▼
* ''Lezioni di Zurigo : sul concetto della dottrina della scienza: Estratto di J. K. Lavater'', Milano, Guerini e associati, 1997.
* ''Scritti sul linguaggio (1795-1797)'', Milano, Guerini e associati, 1998.
* ''Saggio di una critica di ogni rivelazione'', Roma-Bari, Laterza 1998.
* ''Scritti sulla dottrina della scienza: 1794-1804'', Torino, Utet, 1999.
* ''Prima e Seconda introduzione alla dottrina della scienza: con i "Dictate" - 1798-1799'', Roma-Bari, Laterza 1999.
* ''I tratti fondamentali dell'epoca presente'', Milano, Guerini e associati, 1999.
* ''Dottrina della scienza: seconda esposizione del 1804'', Milano, Guerini e associati, 2000
* ''Logica trascendentale I. L'Essenza dell'empiria'', Milano, Guerini e associati, 2000.
* ''Logica trascendentale II. Sul rapporto della logica con la filosofia -- Introduzione sullo studio della filosofia (ottobre 1812)'', Milano, Guerini e associati, 2000.
* ''La destinazione dell'uomo'', Roma-Bari, Laterza 2001.
* ''Rendiconto chiaro come il sole al grande pubblico sull'essenza propria della filosofia più recente: un tentativo di costringere i lettori a capire'', Milano, Guerini e associati, 2001.
▲* ''Fondamento dell'intera dottrina della scienza'', Milano, Bompiani, 2003.
* ''Discorsi alla nazione tedesca'', Bari, Laterza, 2003.
* ''Introduzione alla vita beata'', Cinisello Balsamo, San Paolo, 2004.
* ''Dottrina della scienza: esposizione del 1807'', Milano, Guerini e associati, 2005.
* ''I fatti della coscienza, 1810/11'', Milano, Guerini e associati, 2007.
* ''Sistema di etica'', Milano, Bompiani, 2008
* ''Lezioni sulla destinazione del dotto (1811). La dottrina della scienza, esposta nel suo profilo generale (1810)'', Milano-Udine, Mimesis, 2011.
* ''La dottrina dello Stato ovvero, Sulla relazione dello Stato originario con il Regno della ragione'' Roma, Edizioni Accademia "Vivarium Novum" 2013.
* ''Lo stato secondo ragione o lo stato commerciale chiuso: saggio di scienza del diritto e d'una politica del futuro'', Milano, La vita felice, 2016.
▲* ''Meditazioni personali sulla filosofia elementare'', Milano, Bompiani, 2017.
* ''Fondazione dell'intera dottrina della scienza'', Napoli, Orthotes, 2024.
== Letteratura critica ==
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* [[Fritz Medicus]], ''Fichte'', Reuter & Reichard, Berlino 1905
* X. Léon, ''Fichte et son temps'', A. Colin, Parigi 1922-1927, opera in tre volumi a cui si deve la riscoperta del pensiero fichtiano e la difesa del suo punto di vista contro le pretese romantiche di accedere per via razionale alla prospettiva dell'assoluto
* M. Gueroult, ''L'évolution et la structure de la
* [[Arturo Massolo]], ''Fichte e la filosofia'', Sansoni, Firenze 1948, prima opera importante in Italia: combatte l'interpretazione che giudicava Fichte traditore di Kant
* [[Luigi Pareyson]], ''Fichte'', Mursia, Torino 1950 (3ª ediz. Milano 2011, ISBN 978-88-425-4618-4), mette in rilievo l'attualità del pensiero fichtiano, sottolineando in esso, accanto alla rigorosa aderenza al punto di vista del finito, la particolare importanza della sua criticità e del suo porsi così come critica ''ante litteram'' di Hegel
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[[Categoria:Idealismo tedesco]]
[[Categoria:Filosofi della religione]]
[[Categoria:Autori di opere sulla massoneria]]
[[Categoria:Traduttori della Divina Commedia]]
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