Il termine '''latino arcaico''' si riferisce alla [[Lingua latina]] precedente il [[Latino classico]], ovvero la lingua latina parlata precedentemente al 75 a. C.
Il '''Privilegium minus''', in senso stretto, è un [[privilegio]] imperiale dell'anno 1156, che viene considerato all'origine dello [[Austria|Stato austriaco]]
== Fonologia ==
Tecnicamente un ''privilegium minus'' era un documento della cancelleria papale redatto in forma semplice, a differenza del ''privilegium maius''', redatto in forma solenne. Successivamente il ''privilegium minus'' venne sostituito dalla ''breve'', mentre il ''privilegium maius'' venne sostituito dalla [[Bolla (documento papale)]]
[[immagine:Old latin dipthongs.PNG|right|170px|thumb|Modifica dei [[Dittongo|dittonghi]] dal latino arcaico (sinistra) al latino classico (destra)]]
Una carateristica fonologica del latino arcaico erano le desinenze della seconda declinazione (nominativo e accusativo) in -os e -om, che, nel latino classico, si sarebbero evolute in -us e -um, e l'esistenza dei [[Dittongo|dittonghi]] ''oi'' e ''ei'' (latino classico: '''ū'' o ''oe'', e ''ī''). La lettera C veniva impiegata per rappresentare sia la lettera C che la lettera G. <ref>''Allen and Greenough's New Latin Grammar'', ristampa 1983, New Rochelle: pag. 1. ISBN 0-89241-331-X.</ref>
Nell'ambito delle consonanti la tendenza al [[rotacismo]], ovvero la trasformazione della ''s'' intervocalica in ''r'' non aveva ancora manifestato compiutamente il suoi effetti: così la desinenza del gentivo plurale era -a'''s'''om (per la prima declinazione)/ -o'''s'''om (per la seconda), a differenza del latino classico (-a'''r'''um, o'''r'''um). Alcuni testi latini presevano la /s/ intervocalica: per esempio nel [[Carmen Arvale]] ''lases'' per ''lares''.
== Testi noti ==
[[Immagie:Forum inscription.jpg|thumb|110px|right|L'''iscrizione del Foro'', uno dei più antichi testi latini a noi noti: si noti l'andamento [[Scrittura bustrofedica|bustrofelico]]. Da un disegno di [[Domenico Comparetti]].]]
Notable Old Latin fragments still in existence include:
* la [[Fibula prenestina]] (VII sec. a. C., da alcuni ritenuta un falso)
== Il contenuto del Privilegium Minus ==
* L' [[Iscrizione del Foro]] (''vedi illustrazione'') (550 a.C. ca.)
* L' [[Iscrizione Duenos Inscription]] ( 500 a.C. ca )
* La [[Dedica a Castore e Polluce]] (500 a.c. ca)
* Il [[Bucchero di Garigliano]] (500 a.C. ca)
* I frammenti sopravvissuti delle [[dodici tavole]] (tradizionalmente datati 449 a.C., attestati molto più tardi)
* Il [piedistallo del Tevere]] (400 a.C. ca )
* Il [[Senatusconsultum de Bacchanalibus]] (186 a.C.)
* La [[Lapis Satricanus]]
* L'[[iscrizione di Ardea]]
* Il [[Frammento di altare di Corcolle]]
* Il [[Carmen Arvale]]
* Il [[Carmen Saliare]]
* Gli [[Scipionum Elogia]]
==Grammatica e morfologia==
===Sostantivi===
Il latino arcaico presentava un sistema di flessione del sostantivo articolato su 7 casi: oltre a [[nominativo]], [[genitivo]], [[dativo]], [[accusativo]], [[vocativo]], [[ablativo]] era presente anche il caso [[locativo]], impiegato per esprimere la posizione. Questo caso, nel latino classivo, verrà assorbito dall'ablativo, e ne rimarranno solo esempi vestigiali (''ommnia itinera '''Romae''' ducunt''; Romae è locativo)
====Prima declinazione====
Il ''privilegium minus'' (distinto dal [[Privilegium maius]], un falso redatto dalla cancelleria di [[Rodolfo IV d'Austria]] nel 1358) è un diploma solenne concesso il 17 settemre 1156 dall'imperatore [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico I]] al [[margravio]] Enrico II Jasomirgott della casa dei [[Babenberger]]. Il diploma stabiliva l'elevazione dell'[[Austria]] (''Ostarrîchi'') da [[marca]] a [[ducato]]. Oltre alla trasmissibilità del titolo di duca, il documento prevedeva anche la possibilità della successione in via femminile: in caso di mancanza di eredi sarebbe stato il duca a decidere a chi trasmettere il ducato (''libertas affectandi''). Il dovere di prender parte alle [[Dieta (storia)|diete]] era limitato a quelle che si sarebbero tenute in [[Baviera]]. Il dovere di assistenza militare era limitato alle guerre che avrebbero avuto luogo nei paesi confinanti con l'Austria.
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Dieser Freiheitsbrief ist vor dem Hintergrund des [[Staufer|staufisch]]-[[Welfen|welfischen]] Konflikts zu sehen, den der damals junge Kaiser des [[Heiliges Römisches Reich|Heiligen Römischen Reiches]] – von beiden Häusern abstammend – beseitigen wollte. Dem Welfen [[Heinrich der Löwe|Heinrich dem Löwen]] wurde das Herzogtum Bayern zurückgegeben, das die Babenberger an seiner Stelle seit 1139 regiert hatten. Die Erhebung zum [[Geschichte Österreichs#Herzogtum Österreich unter den Babenbergern (1156–1246)|Herzog von Österreich]] war nicht mehr als ein Ersatz und wurde allgemein als Niederlage Heinrich Jasomirgotts gesehen. Ihre Hauptfunktion dürfte für Friedrich I. jedoch darin bestanden haben, Bayern durch die Abspaltung Österreichs zu verkleinern und damit Heinrichs des Löwen Machtzuwachs zu begrenzen.
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!colspan="2"| '''puella, –aī'''
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! '''[[Numero|Singolare]]'''
! '''Plurale'''
|-
! '''[[Nominativo]]'''
| puella || puellai
|-
! '''[[Genitivo]]'''
| puellās/-es/-aī || puellōm/ -āsom
|-
! '''[[Dativo]]'''
| puellai || puellaīs/-eīs/ -abos
|-
! '''[[Accusativo]]'''
| puellam || puellā
|-
! '''[[Ablativo]]'''
| puellād || puellaīs/-eīs/ -abos
|-
! '''[[Vocativo]]'''
| puella || puellai
|-
! '''[[Locativo]]'''
| puellā || puellaīs/-eīs
|}
====Seconda declinazione ====
L'elevazone dell'Austria a ducato deve essere inquadrata nel conflitto che opponeva gli [[Hohenstaufen]] ai [[Welfen]], conflitto che [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico I]], imparentato con ambedue le case, intendeva appianare. Ai [[Enrico il leone]], capo della casa dei [[Welfen]], venne restituito il ducato di baviera, retto dai [[Babenberger]] da 1139. L'elevazione della marca austriaca a ducato altro non era che un compenso per la perdita del ben più importante ducato bavarese, e venne considerato da parte di Enrico II una sconfitta politica. Ma l'obiettivo principale per Federico I era probabilmente quello di rimpicciolire il ducato di Baviera (di cui la marca austrica faceva parte), per tenere sotto controllo la potenza di Enrico il leone.
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!colspan="2"| '''campos, –oī <br> ''campo'' m.'''
!colspan="2"| '''saxom, –oī <br> ''sasso'' n.'''
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! '''Singolare''' || '''Plurale'''
! '''Singolare''' || '''Plurale'''
|-
! '''Nominativo'''
| campos || campoī || saxom || saxa
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! '''Genitivo'''
| campoī || campōm/ -ōsom || saxoī || saxōm/ -ōsom
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! '''Dativo'''
| campoī || campoīs || saxoī || saxoīs
|-
! '''Accusativo'''
| campom || campōs || saxom || saxa
|-
! '''Ablativo'''
| campōd || campoīs || saxōd || saxoīs/ -oes
|-
! '''Vocativo'''
| campe || campoī || saxe || saxoī
|-
! '''Locativo'''
| campō || campoīs || saxō || saxoīs/ -oes
|}
Come si nota, il genitivo plurale presentava due desinenze: una prima (più antica) in -ōm, corrispondente in pieno all'antico greco – ōn, ed una caratteristica del latino arcaico in -osom/-asom: lo spiegarsi del rotacismo produsse le desinenze classiche -orum/-arum
===Antefatti===
Nel marzo 1152 Federico Barbarossa venne eletto [[Re dei Romani]]. Si ritiene che Enrico il Leone fosse tra i suoi [[Principe elettore|elettori]], e che potrebbe aver richiesto la restituzione del ducato di Baviera in cambio del suo voto favorevole. Si tratta però di un'ipotesi non pienamente comprovata, perché scarsamente supportata dalle fonti: nemmeno un cronista solitamente affidabile come [[Otto von Freising]] non cita Enrico tra i principi che presero parte all'elezione. Certo è che il Barbarossa, essendo intenzionato a realizzare una spedizione in Italia, aveva bisogno dell'appoggio militare da parte di Enrico, e pertanto era interessato ad avere buoni rapporti con lui. Date queste premesse, divenuto imperatore, il Barbarossa acconsentì che Enrico riunisse sotto il proprio scettro i ducati di [[Sassonia]] e [[Baviera]] (l'uno retto da Enrico il Leone, e il secondo guidato da Enrico II Jasomirgott).
L'imperatore, nel 1152 convocò i due duchi ad una [[Dieta (storia)|dieta]] a [[Würzburg]], presso la sua corte, proprio allo scopo di intavolare trattative con Enrico II Jasomirgott sulla cessione del ducato di Baviera, ma Enrico non volle prendervi parte. Anche un'incontro successivo, a pentecoste del 1153, fallì perché Enrico II, pur presentandosi, fece valere il fatto di non essere stato invitato nelle forme dovute.
Nel giugno 1154, infine, Federico Barbarossa. intenzionato a por fine alla tattica dilatoria di Enrico Jasomirgott e ad assegnare il ducato di Baviera a Enrico il Leone (di cui necessitava con urgenza l'appoggio militare, in quanto di lì a poco intendeva avviare la campagna d'Italia) invitò nuovamente i due duchi a [[Goslar]]. Anche questa volta Jasomirgott non si presentò. Il tribunale di corte decise per questo di assegnare il ducato di Baviera a Enrico il Leone. Questa decisione fu resa più facile dal fatto che Enrico Jasomirgott aveva trasferito la propria corte da [[Regensburg]] a [[Vienna]] e si era ritirato nella parte meridionale del ducato di Baviera.
====Terza declinazione====
Enrico il Leone, nell'ottobre 1155 ricevette il giuramento di fedeltà da parte dei nobili bavaresi. L'[[investitura]] vera e propria a duca di Baviera avvenne solo nel settembre 1156, dopo che Enrico Jasomirgott ebbe dichiarato ufficialmente la propria rinuncia al titolo.
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Nel frattempo, il 5 giugno 1156, vi fu un incontro segreto tra Federico Barbarossa e Enrico Jasomirgott, nelle vicinanze di Regensburg. Non vi sono testimonianze sul contenuto dei colloqui.
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! colspan="2"| '''Regs –es <br> ''re'' m.'''
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! '''Singolare'''
! '''Plurale'''
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! '''Nominativo'''
| regs || reges
|-
! '''Genitivo'''
| regis || regōm
|-
! '''Dativo'''
| regei || regebos
|-
! '''Accusativo'''
| regem || reges
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! '''Ablativo'''
| regeid || regebos
|-
! '''Vocative'''
| regs || reges
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! '''Locativo'''
| regei || regebos
|}
===Der Hoftag zu Regensburg September 1156===
===Pronomi personali===
Am 8. September 1156 hielt Friedrich I. einen Hoftag in Regensburg und Heinrich Jasomirgott hatte sein Zeltlager nahe der Stadt aufgeschlagen, um die Beschlüsse zu verkünden, die seit dem 5. Juni 1156 Bestand hatten. Friedrich I. besuchte mit den Großen des Reiches, unter ihnen Heinrich der Löwe, das Lager Heinrich Jasomirgotts auf den Barbinger Wiesen. Die Tatsache, dass der Kaiser zu Heinrich Jasomirgott reiste, auch wenn die Entfernung nur zwei deutsche Meilen betrug, zeigte die besonders entgegenkommende Haltung Friedrichs dem Babenberger gegenüber. Ob der Besuch des Zeltlagers eine Forderung von Heinrich Jasomirgott vom 5. Juni 1156 war oder der Kaiser der Schwierigkeit entgehen wollte, wie Heinrich der Löwe als amtierender Herzog in seiner Residenz empfangen werden sollte, lässt sich nicht klären.
I pronomi personali occorrono con grande frequenza nelle antiche iscrizioni latine; si noti come in tutte e tre le persone l'ablativo singolare termini in maniera identica all'accusativo.
Heinrich Jasomirgott gab Friedrich sieben Fahnen, was den Verzicht auf das Herzogtum Bayern symbolisiert. Dieser belehnte damit dann Heinrich den Löwen, der wiederum dem Kaiser zwei zurückgab. Friedrich wandelte die Mark Österreich auf Grund eines Beschlusses der Fürsten in ein Herzogtum um und gab Heinrich Jasomirgott und seiner Frau die zwei Fahnen.
Der Streit um das Herzogtum Bayern war durch eine feierliche Zeremonie ohne Blutvergießen beigelegt worden, Heinrich der Löwe wurde Herzog von Bayern und Heinrich Jasomirgott Herzog des neu entstandenen Herzogtums Österreich.
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===Die Beilegung des Streites durch lehnsrechtliche Bestimmungen===
!
! '''Ego, ''il'''''
Neun Tage nach der feierlichen Zeremonie vom 8. September 1156 wurde nach weiteren Verhandlungen das ''Privilegium minus'' ausgestellt. Mittels lehnsrechtlicher Regelungen gelang es [[Friedrich I. (HRR)|Friedrich Barbarossa]], eine langfristige Lösung für verschiedene Komponenten des Konflikts um das Herzogtum Bayern zu finden.
! '''Tu, ''tu'''''
! '''Suī, ''lui, lei'''''
'''a) Die Umwandlung der Mark in ein Herzogtum'''
|-
| '''Nominativo'''
Der Umwandlung ging ein Urteilsspruch der [[Fürst]]en voraus, den der [[Römisch-deutscher Kaiser|Kaiser]] erbeten hatte und der von einem der vornehmsten weltlichen Großen des Reiches, Herzog [[Wenzel I. (Böhmen)|Wenzel von Böhmen]], verkündet wurde. Der Wortlaut des ''Privilegium minus'', der diesen Urteilsspruch behandelt, ist ''omnibus principibus approbantibus marchiam Austrie in ducatum commutavimus''. Die Umwandlung der Mark in ein Herzogtum wird ein paar Zeilen vorher begründet mit der honor et gloria [[Heinrich II. (Österreich)|Heinrich Jasomirgotts]]. Demnach liegt ein Grund für die Umwandlung darin, dass Heinrich Jasomirgott nicht auf die Ehre und den Ruhm, der mit dem Herzogtitel verbunden ist, verzichten soll.
| ego
| tu
Ferner wäre eine Degradierung Heinrich Jasomirgotts zum [[Graf#Markgraf|Markgraf]]en untragbar gewesen, denn er hatte keinerlei persönliche Schuld auf sich geladen. Zudem wäre im Falle der Degradierung [[Heinrich der Löwe]], als [[Herzog]] von Bayern, höher gestellt und hätte den Babenberger zu seinem Hof laden können, um von ihm Rechenschaft zu verlangen. Diese Punkte zeigen, wie wichtig die Wahrung des persönlichen Status der Beteiligten war.
| -
|-
Heinrich Jasomirgott wurde das Herzogtum laut ''Privilegium minus'' mit allen Rechten und mit allen [[Lehnswesen|Lehen]] übertragen, die einst Markgraf Leopold vom Herzogtum Bayern innehatte (''…, que quondam marchio Livpoldus habebat a ducatu Bawarie''). Dieser Umstand spricht Heinrich Jasomirgott zu, dass er als Herzog die gleiche Stellung einnahm, die ihm vorher als Markgraf zukam. Dieses war für den Babenberger entscheidend, denn er wollte den Herzogtitel weiterführen, allerdings nicht auf die Vorrechte eines Markgrafen verzichten. Als Markgraf hatte er die Möglichkeit vom Kirchengut Leistungen, vor allem finanzieller Art, zu fordern, was ihm als Herzog aufgrund der Immunität und des Königsschutzes der Güter der Reichskirchen nicht möglich gewesen wäre.
| '''Genitivo'''
| mis
Für Heinrich den Löwen bedeutete die Stärkung der [[Babenberger]] durch das Privilegium minus gleichzeitig eine Schwächung, nämlich den Verlust Österreichs als Mark. Bayern wurde Binnenherzogtum des Reiches wie etwa [[Herzogtum Schwaben|Schwaben]]. Der Welfe hatte zwar das Herzogtum Bayern bekommen, jedoch die durch Grenzen bestimmten Aufgaben wie Ausweitung und Grenzschutz konnte er nicht wahrnehmen. So blieb ihm nur der Norden und Nordosten von Sachsen als Wirkungsfeld.
| tis
| sei
Die Stärkung der Babenberger und die gleichzeitige Schwächung der [[Welfen]] muss auch im Sinne Friedrich Barbarossas gewesen sein, um ein Gegengewicht zu Heinrich dem Löwen, dem mächtigsten Reichsfürsten dieser Zeit, zu schaffen. Friedrich Barbarossa hatte es geschafft, eine für alle Seiten akzeptable Lösung zu finden, von der er am meisten profitiert, da er die militärischen Kontingente für seinen Italienzug von Heinrich dem Löwen bekam, ohne ihn dabei zu stark werden zu lassen, und den Babenberger durch besondere Vorrechte hinter sich brachte. Darüber hinaus diente die kampflose Beilegung des Konflikts der Erhaltung des [[Landfrieden]]s im Reich, der während der für den Italienzug geplanten Abwesenheit des Herrschers von besonderer Bedeutung war.
|-
| '''Dativo'''
'''b) Die libertas affectandi'''
| mihei, mehei
| tibei
Zu der Reihe an Vorrechten, die Heinrich Jasomirgott verbrieft wurden, gehört das Recht im Falle kinderlosen Todes das Herzogtum jemanden zu überlassen, den Heinrich und seine Gattin Theodora aussuchen. Der Wortlaut im ''Privilegium minus'' lautet:
| sibei
|-
''Si autem predictus dux Austrie patruus noster et uxor eius absque liberis decesserint, libertatem habeant eundem ducatum affectandi cuicumque voluerint.''
| '''Accusativo'''
| mēd
Diese Bestimmung, dass der [[Vasall]] entscheidet, an wen das [[Lehnswesen|Lehen]] fällt und nicht der Kaiser, ist höchst ungewöhnlich für das Mittelalter. Zu beachten ist, dass dieses Vorschlagsrecht nur Heinrich Jasomirgott (patruus noster) und seiner Frau Theodora (et uxor eius) zustand. Damit war es zeitlich begrenzt und gilt für die nächsten Generationen nicht mehr. Außerdem behielt Barbarossa das Belehnungsrecht, er verpflichtete sich nur den von Heinrich und Theodora bestimmten Nachfolger einzusetzen.
| tēd
| sēd
Dieses ungewöhnliche Vorrecht findet seine Rechtfertigung in der Lage der Babenberger im Jahr 1156. Heinrich Jasomirgot und die byzantinische Prinzessin Theodora waren kinderlos. Heinrich hatte aus erster Ehe eine Tochter namens Agnes, die noch minderjährig war und zudem weiblich. Wäre es nun zu einem frühzeitigen Ableben Heinrichs und Theodoras gekommen, so hätte Agnes eine schwere Stellung im Reich gehabt. Die beiden Brüder Heinrichs, [[Otto von Freising]] und Bischof [[Konrad von Passau]], schieden auch als potenzielle Nachfolger aus, da sie beide Geistliche waren. Um das Fortbestehen des Geschlechtes der Babenberger zu garantieren, musste Heinrich Jasomirgott auf diese besondere Form der Belehnung drängen.
|-
| '''Ablativo'''
Für Friedrich Barbarossa war dieses Vorrecht keine besondere Einschränkung seiner Macht als Lehnsherr, denn bei großen Reichsvasallen hätte er im Falle des Todes des Vasallen die [[Investitur]] der Söhne auch nicht verweigern können. Zudem hatte er großes Interesse am Fortbestehen der Babenberger, da sie ein Gegengewicht zu den Welfen darstellten, die als Herzöge von Bayern möglicherweise nach dem Aussterben der Babenberger Ansprüche auf Österreich erhoben hätten.
| mēd
| tēd
'''c) Die Beschränkung der Vasallenpflicht'''
| sēd
|-
Die Beschränkung im Privilegium minus bezieht sich auf die [[Hoffahrt]] und [[Heeresfolge]]. Heinrich Jasomirgott musste nur zu [[Hoftag|Hoftagen]] in Bayern erscheinen, wenn er geladen war. (''Dux vero Austrie de ducatu suo aliud servicium non debeat imperio, nisi quod ad curias, quas imperator prefixerit in Bawaria, evocatus veniat.'') Für Heinrich Jasomirgott bedeutet diese geographische Begrenzung eine finanzielle Entlastung, da er somit die Gelder für lange Reisen in den Norden nicht benötigte.
|
| '''Plurale'''
Die Beschränkung der Heeresfolge auf benachbarte Länder des Herzogtums Österreich (''Nullam quoque expedicionem debeat, nisi quam forte imperator in regna vel provincias Austrie vicinas ordinaverit.'') ist mit der geographischen Lage des Herzogtums zu erklären, welches früher Mark von Bayern war. Es lag im Interesse Friedrich Barbarossas den Babenberger zu entlasten, damit er die Aufgaben einer Mark weiterführte. Insbesondere erhoffte er sich Unterstützung für Züge in das an Österreich angrenzende Italien.
|
|
== Literatur ==
|-
| '''Nominativo'''
* [[Heinrich Appelt]]: ''Heinrich der Löwe und die Wahl Friedrich Barbarossas'' In: Alexander Novotny, Othmar Pickl (Hrg.): Festschrift Hermann Wiesflecker, Graz 1973, S. 39-48
| nōs
* Heinrich Appelt: ''Privilegium minus. Das staufische Kaisertum und die Babenberger in Österreich''. Wien 1973, 2. Aufl. 1976
| vōs
* Heinrich Büttner: ''Das politische Handeln Friedrich Barbarossas im Jahre 1156''. In: Blätter für deutsche Landesgeschichte 106, Wiesbaden 1970, S. 54–67
| -
* [[Wilhelm Erben]]: ''Das Privilegium Friedrich I. für das Herzogtum Österreich''. Wien 1902
|-
* [[Heinrich Fichtenau]]: ''Von der Mark zum Herzogtum. Grundlagen und Sinn des „Privilegium minus“ für Österreich''. München 1958
| '''Genitivo'''
* Otto von Freising, [[Rahewin]]: ''Die Taten Friedrichs''. In: Rudolf Buchner (Hrsg.): Ausgewählte Quellen zur Deutschen Geschichte des Mittelalters (= Freiherr von Stein-Gedächtnisausgabe; Band XVII). Darmstadt 1965
| nostrōm, -ōrum, -i
* Erich Schrader: ''Zur Gerichtsbestimmung des Privilegium minus''. In: Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte (ZRG), Band LXXXII, Weimar 1952, S.371-385
| vostrōm, -ōrum, -i
* [[Michael Tangl]]: ''Die Echtheit des österreichischen Privilegium Minus'' In: Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte (ZRG), Germanistische Abteilung, Bd. 25 = 38 (1904), S. 258-286 ([http://dlib-zs.mpier.mpg.de/mj/kleioc/0010/exec/bigpage/%222085091%5f25%2b1904%5f0262%22 Digitalisat])
| sei
* Erich Zöllner: ''Das Privilegium minus und seine Nachfolgebestimmungen in genealogischer Sicht''. In: Mitteilungen des Instituts für Österreichische Geschichtsforschung (MIÖG), Band LXXXVI, Wien 1978, S. 1–26
|-
| '''Dativo'''
== Weblinks ==
| nōbeis, nis
* [http://plato.kfunigraz.ac.at/dp/MIT/DOCS_D/PRIVMIN.HTM Textauszug Uni Graz]
| vōbeis
* [http://www.phil.uni-erlangen.de/~p1ges/quellen/ddfi151_frame.html Quellen zur mittelalterlichen Reichsgeschichte: ''Privilegium Minus'' von 1156] (Überlieferung, Text, Varianten; [[Latein]]; Institut für Geschichte der [[Friedrich-Alexander-Universität Erlangen-Nürnberg|Universität Erlangen]])
| sibei
|-
[[Kategorie:Österreichische Geschichte]]
| '''Accusativo'''
[[Kategorie:Diplomatik]]
| nōs
[[Kategorie:Urkunde]]
| vōs
[[Kategorie:Historisches Dokument]]
| sēd
[[Kategorie:1156]]
|-
| '''Ablativo'''
[[cs:Privilegium minus]]
| nōbeis, nis
[[da:Privilegium Minus]]
| vōbeis
[[en:Privilegium Minus]]
| sēd
[[es:Privilegium Minus]]
|}
[[fr:Privilegium Minus]]
[[no:Privilegium Minus]]
[[ru:Privilegium Minus]]
[[zh:小特权]]
|