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Per i suoi forti presupposti [[poetica|poetico]]-[[filosofia|filosofici]], che dalla [[fenomenologia]] di [[Edmund Husserl]] vanno all'"[[anarchismo]] metodologico" di [[Paul Feyerabend]] alla "post-Filosofia" di [[Richard Rorty]], può essere considerata un vero e proprio genere a sé stante di musica elettroacustica con importanti risvolti applicativi.
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c) Il [[paesaggio sonoro]] che partecipa di un ambiente contribuendo in larga misura alla sua definizione costituisce un primo livello acustico da cui è fondamentale non prescindere; a questo primo livello si rapporta e interagisce, con spiccata '''valenza immersiva''' piuttosto che "giustappositiva" (prodotto, quindi, non addizione o giustapposizione), il successivo livello propriamente musicale.
d) Quest'ultimo, articolandosi
=== Il foto-suono organizzato ===
La [[metafora]] con l'universo fotografico deriva dalle prime compiute esperienze di foto-musica, legate all'VIII e IX Biennale Internazionale di [[Fotografia]] di [[Torino]] (1999, 2001).
Come l'obiettivo della [[macchina fotografica]] cattura un'
Ritagliare un foto-suono, pur nella sua "incrostazione" paesaggistica, è già una modalità incipiente di organizzazione, cui segue il porre in reciproca relazione più foto-suoni di durata e rilevanza anche considerevolmente diverse. Per queste operazioni di tipo a) selettivo e b) combinatorio la foto-musica richiede una approfondita conoscenza di più tecniche compositive, dove al contrappunto dei foto-suoni può alternarsi e mescolarsi quello delle [[voce|voci]] umane e dei suoni di strumenti elettronici oppure [[sintetizzatore|sintetici]] oppure acustici (tra cui i tradizionali strumenti dell'[[orchestra sinfonica]], ma anche di organici extra-classici, come nel caso di strumenti etnici o appartenenti ad altri generi musicali), in un crescendo virtualmente infinito di possibilità e stratificazioni.
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=== Collazione, paratassi, sintassi ===
Nel saggio ''Spazi museali e "foto-suoni"'' (raccolto nella ricerca ''Nuovi linguaggi museali'', a cura di HoldenArt e Rive-Gauche Concerti, [[Torino]] 2005/2006, 1150 pagg.
Nella prima fase, denominata "'''collazione'''", si procede alla registrazione e archiviazione in apposito ''[[database]]'' dei foto-suoni. L'archivio comprende, allo stato tecnologico attuale, cassette audio digitali ([[DAT]]), [[CD]] e [[DVD]],
Nella seconda fase, detta "'''paratassi'''" (dal greco ''parà'' = a fianco e ''taxis'' = posizione), il "foto-compositore" si incarica della selezione dei materiali ai fini del loro specifico utilizzo in un dato ambiente e per una precisa funzionalità artistica. Ciò avviene, da un lato, attraverso l'uso di un ''software multitracking'' e, dall'altro, attraverso la scrittura di uno "scartafaccio" di appunti musicali. La fase paratattica punta in modo esplicito al fine che coinvolge gli spazi architettonici, contenuti inclusi, e la foto-musica per essi concepita. I foto-suoni, in questo stadio, non sono ancora musica, ma l'[[alchimia]] ''in progress'' e il "[[punto di fuga]]" già chiaramente prefigurati.
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=== Oltre la sintassi ===
La foto-musica con foto-suoni parte e al tempo stesso approda al "mondo della vita" stabilendo un circolo di rimandi che la proiettano molto al di là degli aspetti sintattici (si veda ''Poetica del foto-suono da [[Schelling]] alla post-Filosofia'', Curci, [[Milano]] 2007 e, in versione integrale, Torino 2007).
Questi, per le modalità stesse della loro origine, sono già intrisi di elementi semantici e pragmatici. Come afferma [[Karl-Otto Apel]] proseguendo un'impostazione già avviata dal filosofo statunitense [[Charles Morris]], la [[filosofia analitica]] del '900 è passata dall'attenzione per la sintassi a quella per la semantica e, più recentemente, alla pragmatica.
E' stato osservato (ib., pagg. 21-22) che la foto-musica è riconducibile a questa tripartizione, ma suggerendo un percorso a ritroso: dalla pragmatica (la collazione "sul campo") alla semantica (la paratassi che cerca valori e significati), alla sintassi (che articola formalmente e con intenti etico-comunicativi).
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* [[Etnomusicologia]]. Una prima radice della foto-musica con foto-suoni si colloca tra '800 e '900, quando l'invenzione del [[fonografo]] da parte di [[Thomas Edison]] e la rivoluzione apportata dalla etnomusicologia non solo rivalutano in ambito musicale le tradizioni orali ma, in modo più o meno consapevole e certo non volontario, anche i suoni ambientali, parte viva e integrante dei reperti fonici. Rispetto a questa prima origine, la foto-musica incorpora ed estende sia l'attenzione per i repertori alternativi rispetto ai percorsi più battuti dalla [[musica contemporanea]], sia il decentramento verso ambiti acustici finora ritenuti marginali e musicalmente non significativi.
* [[Bruitismo]]. Con il manifesto futurista di [[Filippo Tommaso Marinetti]] e ''L'arte dei rumori'' di [[Luigi Russolo]], nel secondo decennio del '900 vengono esaltati i rumori (da cui "[[rumorismo]]" e, dal [[Francia|francese]] ''bruite'' = rumore, "bruitismo"), considerati degni di capacità musicali non meno dei suoni della tradizione. Non a caso l'
* ''[[Musique d'ameublement]]''. La "musica da arredamento" o "da tappezzeria" di [[Eric Satie]], promossa con spirito polemico tra la fine degli [[anni 1910|anni dieci]] e [[anni 1920|venti]], sposta l'attenzione, analogamente alla dualità suono-rumore evidenziata dal bruitismo, su un'altra dualità tipica della nostra cultura del '900, quella di figura-sfondo, dove la musica può atteggiarsi in entrambi i modi e, nella fattispecie, come attiva compartecipe di un contesto e senza volontà di protagonismo. La foto-musica gioca sulla stessa dualità puntando però all'armonica fusione dei due aspetti, il cui esito è dato dalla calibrazione del reciproco interferire.
* [[Musica concreta]]. Negli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni cinquanta|cinquanta]] gli ''objects sonores'' di [[Pierre Schaeffer]] e i lavori "concreti" di compositori come [[Henri Pousseur]], [[Karlheinz Stockhausen]], [[Bruno Maderna]] e [[Luciano Berio]] fissano su [[nastro magnetico]] molti estratti acustici derivati dalla quotidianità e ne sperimentano, con risultati alterni, l'uso in chiave musicale. Foto-suoni e ''objects sonores'' sono affini per il fatto di essere entrambi estratti del paesaggio sonoro o di realtà acustiche di tipo rumoristico, ma la valenza del foto-suono è più ampia e anche meno astratta. In esso il vincolo semantico e contestuale mantiene un peso specifico persistente e deliberatamente vincolante.
* [[Musica aneddotica]]. [[Luc Ferrari]] traduce, negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] e [[anni sessanta|sessanta]], i suoni ambientali in termini narrativo-aneddotici, con registrazioni sperimentali
* [[Musica ambient]]. Negli [[Anni 1970|anni settanta]] e [[anni ottanta|ottanta]] [[Brian Eno]] con le sue ''Musiche per aeroporti'' e, slittando gradualmente di genere, le successive forme di ''relaxing music'', ''[[New Age]]'', ecc. si relazionano esplicitamente all'ambiente circostante, ma focalizzando il centro dell'interesse sul soggetto percipiente più che sullo spazio, che invece nella foto-musica si configura come elemento vivo e dialogante all'interno del progetto musicale.
* [[Soundscape composition]]. Pressappoco negli stessi anni, ma con un affondo al ''Soundscape Project'' varato da [[Raymond Murray Schafer]] negli [[Anni 1960|anni sessanta]], [[Barry Truax]] e altri compositori [[Canada|canadesi]] parte di una attivissima equipe si adoperano per una trasposizione musicalmente creativa del concetto di "paesaggio sonoro", i cui primi obiettivi consistevano nella denuncia scientificamente suffragata del crescente [[inquinamento]] acustico di cui la nostra civiltà è al tempo stesso vittima e artefice. La foto-musica, a differenza della ''soundscape composition'', non vuole avere carattere di denuncia, seppure le scelte del foto-compositore possono all'occorrenza includere una deliberata ''vis polemica'' (ma ciò è legato al rapporto che volta a volta egli vuole o gli viene richiesto di instaurare con l'ambiente). Inoltre la sua natura fortemente sintattica l'avvicina alle tecniche compositive del [[contrappunto]] e alla massima articolazione di tutti i parametri che partecipano delle nuove "immersioni" sonore.
Date queste radici, la foto-musica nega, tra i suoi antecedenti, la ''muzack'' e qualunque assemblato acustico ideato per scopi principalmente commerciali e al di fuori delle idealità artistiche, mentre prende le relative distanze, pur riconoscendone il debito, dalle sette situazioni-tipo su elencate. In breve, come sostiene il sociologo [[Marco Revelli]] nella ricerca ''Nuovi spazi museali'' (ib., Parte I, pagg. 53-64), la foto-musica è un
=== Presupposti poetico-filosofici ===
Si può tracciare un percorso di pensiero le cui tappe recenti sono individuabili con estrema chiarezza. A queste si può ancora anteporre la concezione della musica avanzata da [[Friedrich Schelling]] quale arte figurativa connotata da qualità "fisiche" più che "astratte", posizioni su cui l'[[idealismo]] [[romantico]] a venire si sarebbe espresso in modo ben diverso, ma che in compenso sono state ampiamente riprese dai filosofi antimetafisici del '900.
* Seconda [[fenomenologia]] di [[Edmund Husserl]]. Particolarmente con la sua strenua battaglia contro l'"obiettivismo" delle scienze e con il recupero del "mondo della vita" - inteso come "ritorno alle cose stesse", tale da rendere problematiche le certezze del sapere tradizionale e dello stesso "[[Common Sense|senso comune]]" rivalutando i rapporti intersoggettivi - il secondo Husserl si rivela un punto
* "Giochi linguistici" di [[Ludwig Wittgenstein]]. La locuzione sta a indicare quelle pratiche del linguaggio antimetafisico e quotidiano che non sono imbrigliabili in rigide regolamentazioni e che, come i foto-suoni e e la foto-musica, dipendono strettamente dal contesto e da un insieme di fattori fluidi che non possono essere dati una volta per tutte.
* Primo [[esistenzialismo]] di [[Martin Heidegger]]. L'"essere gettato nel mondo" di cui parlava ''[[Essere e tempo]]'' già negli [[anni 1920|anni venti]], la "situazione emotiva" e la "cura" che contraddistinguono la condizione umana
* Antiestetismo funzionale di [[Ananda Coomaraswamy]], poi ripreso dal [[filosofia analitica|filosofo analista]] [[Nelson Goodman]]. Rifiuto del "bello per il bello" e di una superficiale emozionalità comunicativa, come anche sosteneva il filosofo fondatore della Scuola di Chicago [[John Dewey]], e difesa delle forme simboliche dei mondi loro sottesi sono alla base della visione prospettata dal critico d'arte Coomaraswamy
* [[Etica]] della [[comunicazione]] di [[Karl-Otto Apel]]. Dalla [[sintassi]] alla [[semantica]] alla [[pragmatica]], Apel traccia i lineamenti generali di un linguaggio che sia eticamente comunicativo, nel senso che si prefigge il superamento delle barriere opposte dai pregiudizi culturali (sociali, economici, ecc.).
* [[Anarchismo]] metodologico e "conquista dell'abbondanza" di [[Paul Feyerabend]]. Da ''Contro il metodo'' (1970) a ''Conquista dell'abbondanza'' (2004, post.), la brillante critica [[epistemologia|epistemologica]] del filosofo [[Vienna|viennese]] docente per molti anni all'Università di Berkeley è uno dei cardini del pluralismo di cui è espressione la foto-musica, dalla molteplicità programmatica dei materiali acustici adottati a quella delle loro pratiche combinatorie, a quelle dei rimandi semantici stratificati, alle possibilità applicative, tante quante sono i contesti a cui può riferirsi.
* Post-Filosofia di [[Richard Rorty]]. Dalla post-Filosofia come pure dal [[postmodernismo]] la foto-musica accoglie la volontà di dialogare, pone interrogativi prima che rispondere con certezze fondative,
== Applicazioni ==
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Entrambe le tipologie applicative, e in particolare la prima, richiedono il lavoro articolato di una equipe che agisce sui piani tecnico, musicale e organizzativo. Come si è già notato, gli aspetti pragmatici nella foto-musica non sono scindibili da quelli sintattici e semantici, a partire dal concepimento dell'opera.
Tra gli interpreti musicali che hanno contribuito sin dal nascere alle realizzazioni dei progetti di foto-musica: il [[soprano]] e ''performer'' [[Tiziana Scandaletti]], la [[flauto|flautista]] Annamaria Morini, il [[trombone|trombonista]] Michele Lomuto, le voci recitanti di
A fianco di questi, il gruppo di lavoro ha compreso diversi [[fonico|fonici]] e tecnici del suono (Roberto Maccagno, Flavio Fornasier, Fabio Lombardo, Danilo Girardi, ecc.), esperti di [[fotografia]] e [[musicologia]], [[architetto|architetti]], [[attore|attori]] e [[regista|registi]], [[sociologia|sociologi]] della [[comunicazione]].
=== Sonorizzazioni museali ===
Allo stato attuale si può accedere, relativamente al primo gruppo applicativo, a diverse produzioni discografiche, strumento e testimonianza di sonorizzazioni di sonorizzazioni già avvenute o in atto. Tra queste:
* ''Musiche dell'aurora'', sonorizzazione dell'VIII Biennale Internazionale di Fotografia ''L'occidente imperfetto'' ([[Torino]],
* ''Shahar'', rimastering della prima parte di ''Musiche dell'aurora'' nella duplice versione per flauto basso solo e con voce femminile e foto-suoni ([[Milano]], Edizioni Curci, 1999);
* ''Arie condizionate'', per la sonorizzazione della IX Biennale Internazionale di Fotografia ''Border stories'' (Torino, Palazzo Bricherasio, 2001), in tre parti: ''Mano mobile clic'', ''Aria di paragone'', ''Raep on'';
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* ''Mina miniera mia'', per la sonorizzazione delle [[Traversella|Miniere di Traversella]] (2004), in due parti: ''Musica per le gallerie'', ''Musica per l'opificio'';
* ''Musiche della Reggia di Venaria Reale'', per la sonorizzazione della [[Reggia di Venaria Reale]] (2004), in sei parti: ''La Cappella di Sant'Uberto: "Sonata in trio"'', ''La Torre dell'Orologio e la Corte d'onore'', ''La Reggia di [[Diana]] e la Stanza dei Telamòni'', ''La Galleria di Diana: "Picander 2004"'', ''I Giardini reali'', ''Il Belvedere Alfieri'';
* ''Foto-suoni per le [[Universiadi]]'', per la sonorizzazione del Palazzo delle Feste di [[Bardonecchia]], in occasione della XXIII Universiade invernale (2006), in cinque parti.
=== Realizzazioni extra-ambientali ===
A questo gruppo appartengono lavori di musica elettroacustica che utilizzano foto-suoni per fini non di [[sonorizzazione]] né di [[installazione]]. La riconoscibilità [[semantica]] del contesto acustico di origine e le sue combinazioni con elementi "altri" desunti dalla tradizione così come da ulteriori contesti conferisce a queste realizzazioni uno spiccato carattere [[postmodernismo|postmoderno]] che può spaziare da un'ironia sottile e divertita all'umana tragedia.
E' quest'ultimo il caso di ''Sine nomine'' per soprano, voce recitante, orchestra d'archi e foto-suoni, scritto per la [[Giorno della Memoria]] ([[Milano]], Palazzina Liberty, e [[Genova]], [[Teatro Carlo Felice]], gennaio 2001) sui testi di Sandro Cappelletto intessuti di citazioni da [[Sant'Agostino]] e [[San Giovanni Damasceno]] e sui foto-suoni registrati da Piacentini nella storica [[Risiera di San Sabba]] a [[Trieste]]; oppure di ''Et amoris: tango pour Bruno'' per soprano, archi e foto-suoni, scritto per le [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] della Cultura di [[Torino]] 2006, su testi di [[Paul Verlaine]], materiali musicali criptati da [[Bruno Maderna]] e foto-suoni registrati in [[Argentina]] e [[Uruguay]], alcuni dei quali con le voci delle madri dei "[[desaparecidos]]" registrate direttamente in [[Plaza de Mayo]] a [[Buenos Aires]].
Più lievi, per la loro persistente carica ironica, composizioni come ''Jazz motetus VI (Cricket play)'', scritto per il pianista americano Paul Hoffmann sulle "voci" dei grilli del [[Maryland]] mixate con quelle di mille bambini
== Scritti ==
Gli scritti che riguardano la foto-musica con foto-suoni sono essenzialmente di sette tipi, a loro volta divisi in due gruppi:
a) fonti [[bibliografia|bibliografiche]] inerenti 1) tesi di [[laurea]] [[università|universitarie]], 2) testi ad uso dei [[conservatorio|Conservatori]] e delle Università straniere, 3) pubblicazioni storico-[[musicologia|musicologiche]], 4) note di presentazione su ''booklet'' di [[CD]] e depliant, 5) recensioni e opinioni scritte;
b) cui si aggiungono 6) testi poetici e letterari per lavori di foto-musica, 7) testi con le linee [[drammaturgia|drammaturgiche]] per lavori di foto-musica.
=== Scritti sulla foto-musica ===
I primi cinque tipi su esposti corrispondono a una articolata serie di testi, alcuni dei quali reperibili anche su internet, tra cui due tesi di laurea (''Il recupero del concetto di sacro nella musica d'oggi'', a cura di Mario Tento, [[DAMS]], [[Torino]], a.a. 2000-2001; ''Musica contestuale. Centralità del rapporto con l'ambiente nel processo creativo del compositore'', a cura di Victor Andrini, [[IULM]], [[Milano]], a.a. 2004-2005); studi e saggi di [[Riccardo Piacentini]] (''Musica contestuale'', NC, [[Roma]], 2001; ''Foto-musiche per l'ambiente'', Curci, Milano, 2003; ''Spazi museali e foto-suoni'', Torino, 2005; ''Sintesi per tecniche di composizione'', [[Alessandria]], 2006; ''Foto-musica for Berkeley and Stanford
Rilievo a parte merita la già citata ricerca curata da HoldenArt e Rive-Gauche Concerti ''Nuovi linguaggi museali'', in due parti, l'una dedicata
=== Scritti per lavori di foto-musica ===
Il fotografo e scrittore [[Francia|francese]] [[Nadar]], al secolo Gargard-Félix Tournachon, lo storico della musica e drammaturgo [[italia]]no [[Sandro Cappelletto]], lo stesso [[Riccardo Piacentini]] hanno realizzato un numero considerevole di testi poetici e letterari e, in qualche caso, le sole linee drammaturgiche essenziali preesistenti alla stesura sintattico-musicale.
Significativa, sotto quest'ultimo profilo, la drammaturgia che Sandro Cappelletto ha concepito per ''Mina miniera mia'', sonorizzazione delle Miniere di [[Traversella]] (2004), sulle registrazioni di foto-suoni effettuate ''in loco'' dalla stesso compositore. Tali registrazioni sono consistite in oltre
Altri casi quelli dei testi per ''Musiche dell'aurora'' ([[Nadar]], 1999), ''Arie condizionate'' e ''Treni persi'' (Cappelletto, 2001 e 2003), ''Musiche della [[Reggia di Venaria Reale]]'' (scritti occasionali del [[Settecento|'700]], integrati da altri originali di Piacentini, 2004). Qui i "libretti" sono tutti riconducibili a testi scritti o adattati per la specifica situazione, capaci inoltre
Da ''Quand j'etais photograph'' di Nadar sono tratte le rivisitazioni testuali di ''Musica prima (Shahar)'', prima parte di ''Musiche dell'aurora'', e le parole sparse bisbigliate dal piccolo Leonardo di ''Musica seconda (Chorsu bimbo)''.
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Da testi originali scritti appositamente da Cappelletto sono invece derivate la prima e terza parte di ''Arie condizionate'' (''Mano mobile clic'' e ''Raep on''), così come i primi tre numeri di ''Treni persi'', che l'autore dei testi chiama ''[[Cantata]] per voce viaggiante e voce che ha viaggiato''.
Una commistione tragicomica è la miscellanea [[postmodernismo|postmoderna]] di ''Musiche della [[Reggia di Venaria Reale]]'', dove architetti e consiglieri [[Savoia|sabaudi]] del [[Seicento|Sei]] e [[Settecento]], con citazioni di lettere da [[Michelangelo Garove]] e [[Filippo Juvarra]], suggeriscono le parole cantate e recitate
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.rivegaucheconcerti.org/specialefotomusicaconfotosuoni.html Pagina ufficiale della foto-musica con foto-suoni]
* [http://www.rivegaucheconcerti.org/Schedone/Thesaurus.htm Dizionario dei termini per le sonorizzazioni]
* [http://www.rivegaucheconcerti/Testi
* [http://www.rivegaucheconcerti.org/Victor
* [http://www.sfu.ca/~truax/wsp.html World Soundscape Project]
* [http://www.arte2000.net/FIF/biennali/2001/2001.htm IX Biennale Internazionale di Fotografia di Torino]
* [http://www.provincia.torino.it/archeologia_cm/filmati/cultura/treni.htm Sonorizzazione del Museo ferroviario di Bussoleno]
* [http://www.reggiavenariareale.it Reggia di Venaria Reale]
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