Busto Arsizio e Megaupload: differenze tra le pagine

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'''Megaupload''' è un sito di hosting internazionale di proprietà di Megaupload-Limited di Hong Kong disponibile in 18 lingue.
{{vetrina inserimento}}
il dominio Megaupload.com attrae almeno 10 milioni di visitatori all'anno dal 2009 secondo uno studio di Compete.com
{{Comune
MegaUpload possiede anche MegaVideo, un sito per la trasmissione in diretta (streaming) di video flash e Megaporn, un sito con video pornografici.
|nomeComune = Busto Arsizio
|panorama = 20071226TempioCivico.jpg
|linkStemma = Busto Arsizio-Stemma.png
|linkBandiera = Flag of Busto Arsizio.gif
|siglaRegione = LOM
|siglaProvincia = VA
|latitudineGradi = 45
|latitudineMinuti = 36
|latitudineSecondi = 43.05
|longitudineGradi = 8
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|altitudine = 226
|superficie = 30,27
|abitanti = 81.195
|anno = 30.06.2008
|densita = 2682,36
|frazioni = Beata Giuliana, Borsano, Frati, Madonna Regina, Redentore, Sacconago, San Giovanni, San Giuseppe, San Michele, Sant'Anna, Santa Croce, Sant'Edoardo, Santi Apostoli
|comuniLimitrofi = [[Cassano Magnago]], [[Castellanza]], [[Dairago]] (MI), [[Fagnano Olona]], [[Gallarate]], [[Legnano]] (MI), [[Magnago]] (MI), [[Olgiate Olona]], [[Samarate]]
|cap = 21052
|prefisso = [[0331]]
|istat = 012026
|fiscale = B300
|nomeAbitanti = bustocchi (per chi è nato nella città) o bustesi (per chi non è nato nella città); per chi abita nelle frazioni di Borsano e Sacconago si usano rispettivamente i termini "Borsanese" (Borsano) e "Sinaghino" (Sacconago, dal nome dialettale della frazione, "''Sinàgu''")
|patrono = [[San Giovanni Battista]] e [[San Michele Arcangelo]]
|festivo = [[24 giugno]]
|sito = http://www.comune.bustoarsizio.va.it/
}}
{{Quote|Eoum Baptista latus: tenet Aliger ipse Occiduum: medium Virgo beata forum|Districo del latinista medievale bustocco Gian Alberto Bossi che rispecchia la topografica di Busto Arsizio indicando la collocazione dei tre principali edifici, ovvero le chiese più antiche.<ref>Citato in: "Pio Bondioli", Storia di Busto Arsizio, Volume II, Varese, La Tipografica, 1937, p. 145.</ref>}}
 
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'''Busto Arsizio''' (''Büsti Gràndi'' in [[dialetto bustocco]]) è un comune lombardo di 81.195 abitanti<ref>{{cita news|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/23314/|titolo=Busto Arsizio "invecchia". La salvano le associazioni|data=13-08-2008|pubblicazione=www.laprovinciadivarese.it|accesso=14-08-2008}}</ref> della [[provincia di Varese]]. Posta al confine meridionale a ponente del fiume [[Olona]], è la città più grande dell'[[Alto Milanese]] e la [[demografia della Lombardia|settima città]] più popolosa della [[Lombardia]].<ref>[[Demografia della Lombardia]]</ref>
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Recenti studi sul [[dialetto bustocco]] hanno messo in rilievo che Busto Arsizio ha origini [[liguri]].<ref name=Giavini>[http://www2.varesenews.it/articoli/2002/novembre/sud/21-11originibusto.htm Articolo su un libro di Luigi Giavini]</ref> L'area era abitata anche in età romana, come dimostrano l'andamento regolare delle vie del centro storico e il ritrovamento di alcuni oggetti di epoca tardo-romana, probabilmente dell'epoca tra il [[II secolo d.C.|II]] e il [[IV secolo d.C.]].
 
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La città di Busto Arsizio si presenta oggi come un moderno centro industriale e commerciale, ed è considerata economicamente strategica grazie alla sua posizione al centro di un virtuale "quadrilatero" che ha come diagonale l'asse del [[Strada Statale 33 del Sempione|Sempione]] e come vertici opposti [[Novara]] e [[Como]].
 
== GeografiaCollegamenti fisicaesterni ==
*[http://www.megaupload.com Megaupload]
===Territorio===
{{vedi anche|Bustese (territorio)}}
[[Immagine:20080106Cartello2m.jpg|300px|thumb|right|Cartello di ingresso alla città.]]
Il territorio di Busto Arsizio sorge al limite settentrionale della [[Pianura Padana]], nella zona alluvionale dell'alta pianura, a sud delle [[Prealpi Varesine]]. È situato nella zona interessata dai [[pianalto|pianalti morenici]] della [[Valle Olona]].
 
[[categoria:World Wide Web]]
La collocazione del primo insediamento non è casuale. Si trovava infatti su un percorso alternativo al [[Strada Statale 33 del Sempione|Sempione]], detto "strada di Milano", che metteva in comunicazione Milano con il [[Lago Maggiore]].
[[categoria:Servizi di rete]]
 
[[cs:Megaupload]]
La casa comunale è situata a 228,18 metri sul livello del mare, come indicato su una facciata del Municipio. Le quote dei punti più alto e più basso sono rispettivamente 244 m.s.l.m e 194 m.s.l.m., per un dislivello di 50 m.<ref>[http://www.comuni-italiani.it/012/026/clima.html Da sito web "Comuni italiani"]</ref> Secondo la [[Classificazione sismica]] la città è in ''zona 4'' (sismicità irrilevante), come stabilito dall'ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003.<ref>{{Cita web|http://www.earth-prints.org/bitstream/2122/3313/1/2007-CrowleyEtAl_Anidis.pdf|Zone sismiche in Italia, dati Earth-prints|21-5-2008}}</ref>
[[de:Megaupload]]
 
[[en:Megaupload]]
I comuni confinanti [[Cassano Magnago]], [[Castellanza]], [[Dairago]] (MI), [[Fagnano Olona]], [[Gallarate]], [[Legnano]] (MI), [[Magnago]] (MI), [[Olgiate Olona]], [[Samarate]]. Busto Arsizio dista 24 km da [[Varese]]; 35 km da [[Milano]]; 38 km dalla città [[Piemonte|piemontese]] di [[Novara]]; 45 km da [[Como]]; 7 km da [[Legnano]] e 7 km da [[Gallarate]].
[[es:MegaUpload]]
 
[[fa:مگاآپلود]]
=== Clima ===
[[fr:Megaupload]]
[[Immagine:20081223NebbiaBusto(2).JPG|130px|thumb|right|Nebbia a Busto Arsizio in dicembre]]
[[pt:Megaupload]]
Secondo la classificazione climatica il centro abitato è situato in "zona E", 2861 GR/G.<ref> {{cita web|http://www.confedilizia.it/clima-LOMBARDIA%202.htm|Classificazione climatica Lombardia, dati Confedilizia|21-5-2008}}</ref> Il clima di Busto Arsizio è di tipo continentale. Gli inverni sono freddi e presentano molte giornate di gelo. Le estati sono calde e afose. È frequente, anche se sempre meno, il fenomeno della [[nebbia]]. La media niveometrica del territorio si aggira intorno ai 30 cm annui.
[[vi:Megaupload]]
 
[[tr:MegaUpload]]
In base alla media trentennale di riferimento ([[1961]]-[[1990]]) della [[Stazione meteorologica di Milano Malpensa|stazione meteorologica della Malpensa]], situata a meno di 10 km in linea d'aria dal centro di Busto Arsizio, secondo l'[[Organizzazione Mondiale della Meteorologia]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, [[gennaio]], si attesta attorno a +1°C; quella del mese più caldo, [[luglio]], è di circa +22°C, quella media di circa +11°C. Le [[precipitazioni]] medie annue sono pari a 1082 mm e presentano con picco [[primavera|primaverile]] ed [[autunno|autunnale]] e minimo relativo [[inverno|invernale]]. <ref>[http://www.wunderground.com/global/IY.html Medie climatiche 1961-1990]</ref> <ref>[http://www.eurometeo.com/italian/climate Dati climatologici medi]</ref> <ref>[http://www.meteoam.it Tabelle e grafici climatici]</ref> <ref>[http://erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/058%20%5BSomma%20Lombardo%5D%20Malpensa.Txt Tabella dei venti]</ref>
{{ClimaAnnuale
| nome = MILANO MALPENSA
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 6.1
| tempmax02 = 8.6
| tempmax03 = 13.1
| tempmax04 = 17.0
| tempmax05 = 21.3
| tempmax06 = 25.5
| tempmax07 = 28.6
| tempmax08 = 27.6
| tempmax09 = 24.0
| tempmax10 = 18.2
| tempmax11 = 11.2
| tempmax12 = 6.9
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = -4.4
| tempmin02 = -2.5
| tempmin03 = 0.4
| tempmin04 = 4.3
| tempmin05 = 9.0
| tempmin06 = 12.6
| tempmin07 = 15.3
| tempmin08 = 14.8
| tempmin09 = 11.5
| tempmin10 = 6.4
| tempmin11 = 0.7
| tempmin12 = -3.6
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 67.5
| pioggia02 = 77.1
| pioggia03 = 99.7
| pioggia04 = 106.3
| pioggia05 = 132.0
| pioggia06 = 93.3
| pioggia07 = 66.8
| pioggia08 = 97.5
| pioggia09 = 73.2
| pioggia10 = 107.4
| pioggia11 = 106.3
| pioggia12 = 54.6
<!-- I giorni di pioggia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| giornipioggia01 = 6
| giornipioggia02 = 6
| giornipioggia03 = 8
| giornipioggia04 = 9
| giornipioggia05 = 10
| giornipioggia06 = 9
| giornipioggia07 = 6
| giornipioggia08 = 8
| giornipioggia09 = 6
| giornipioggia10 = 7
| giornipioggia11 = 8
| giornipioggia12 = 6
<!-- Umidità percentuali medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| umido01 = 78
| umido02 = 76
| umido03 = 69
| umido04 = 73
| umido05 = 74
| umido06 = 74
| umido07 = 74
| umido08 = 73
| umido09 = 74
| umido10 = 77
| umido11 = 80
| umido12 = 80
| vento01 = N
| intensità01 = 3.3
| vento02 = N
| intensità02 = 3.3
| vento03 = N
| intensità03 = 3.4
| vento04 = N
| intensità04 = 3.5
| vento05 = N
| intensità05 = 3.3
| vento06 = N
| intensità06 = 3.2
| vento07 = N
| intensità07 = 3.1
| vento08 = N
| intensità08 = 3.0
| vento09 = N
| intensità09 = 3.1
| vento10 = N
| intensità10 = 3.1
| vento11 = N
| intensità11 = 3.4
| vento12 = N
| intensità12 = 3.3
}}
 
===Geologia e Idrografia===
Il terreno del territorio di Busto Arsizio è costituito da materiali staccatisi dalle [[Alpi]]<ref>C.Magni, G.Paciarotti - Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società - Pag. 5.</ref> mossisi in conseguenza delle glaciazioni. Si tratta principalmente di ciottoli, ghiaia, sabbia e argilla. Un tempo era coperto da uno sottile strato di ''humus'' poco adatto alla crescita di [[Bosco|boschi]] e successivamente alla coltivazione [[Agricoltura|agricola]], così da essere in gran parte [[brughiera]], nome che indica quel paesaggio nel quale domina una vegetazione che riesce a svilupparsi in un ambiente arido (il [[brugo]], l'[[erica]], il [[rovo]] e la [[robinia]]). Infatti, a causa della presenza di strati argillosi, il terreno fatica ad assorbire e trattenere l'acqua piovana, che cade abbondante in questa zona. La falda acquifera sotterranea si trova a parecchi metri di profondità. Nel territorio di Busto Arsizio sono presenti numerosi pozzi, interconnessi tra loro. Sotto il livello stradale scorrono anche due torrenti: il [[Torrente Tenore|Tenore]] e il [[Torrente Rile|Rile]], un suo affluente.
 
== Storia ==
 
=== Toponomastica ===
[[Immagine:20071226Tosi 1m.jpg|200px|thumb|right|Stemma della città di Busto Arsizio (particolare del pavimento del viale interno del giardino di [[Villa Ottolini-Tosi]])]]
{{F|storia|dicembre 2008}}
Non è chiara l'origine del nome "Busto Arsizio". Si ipotizza che "Busto" derivi dal [[lingua latina|latino]] ''ambustum'' ("bruciato"), attraverso una divisione popolare delle sillabe in ''am-bustum'' invece di quella corretta ''amb-ustum'': questa origine potrebbe essere riferita ad un terreno piuttosto secco o ad un incendio che avrebbe colpito anticamente l'abitato.
 
La seconda parte del nome, "Arsizio", aggiunta solo verso il [[XIII secolo]], potrebbe essere una duplicazione del precedente (richiama infatti l'aggettivo "arso"), oppure potrebbe derivare dal latino ''ars'', con allusione all'operosità degli abitanti, o ancora dal [[lingua greca|greco]] ''arsi'', "sollevare". Si farebbe probabilmente riferimento alla rivolta degli [[Insubri]] contro i [[Romani]] ai tempi della costruzione del Castrum di [[Seprio]], quando durante una sommossa un incendio bruciò l'allora avamposto gallico-romano, oppure al periodo dell'invasione di [[Federico Barbarossa]] del [[1162]], il quale rase al suolo e bruciò Milano, distruggendo e bruciando anche i territori nei pressi della città che provvedevano al suo approvvigionamento.
 
Secondo un'altra ipotesi, il termine "Arsizio" deriverebbe invece dal [[Lingue germaniche|germanico]] ''hard'' (termine legato alla [[metallurgia]]), poi traslato, attraverso il tardo latino ''ardicium'', ''arsitium'', al volgare ''arsitio''. Il toponimo si riferirebbe alla principale attività degli abitanti del ''[[borgo (geografia)|borgo]]'', la produzione del filo di ferro, ancora oggi chiamato in dialetto bustocco "ardìa", ed alle numerose fucine presenti nel ''borgo'' e ai loro fuochi, che sarebbero anche richiamati anche dalla fiammella posta nella parte inferiore dello stemma cittadino.
 
Il toponimo "Arsizio" compare anche nel nome del comune [[Canton Ticino|ticinese]] di [[Brusino Arsizio]].
 
Anticamente, accanto a "Busto Arsizio", era comune l'indicazione della città come "Busto Grande" (rimasta nel [[dialetto bustocco|dialetto]]: il nome dialettale della città è infatti ''Büsti Gràndi'' e non esiste un termine dialettale per "Arsizio"), al fine di distinguerla dalla più piccola [[Busto Garolfo]] (''Büst Picul'') nonché da [[Buscate]] (''Büst Cava'').
 
=== Ipotesi sulle origini ===
[[Immagine:Midsummer bonfire closeup.jpg|thumb|250px|L'incipit di Busto Arsizio: il ''Bustum'']]
Studi recenti hanno dimostrato che Busto Arsizio ha origini liguri.<ref name=Giavini>[http://www2.varesenews.it/articoli/2002/novembre/sud/21-11originibusto.htm Articolo su un libro di Luigi Giavini]</ref> I [[Liguri]] erano un popolo che per tradizione praticavano il "debbio", cioè la tecnica di appiccare l'incendio alla foresta di roveri, roverelle, carpini neri che allora ricopriva l'intera [[Pianura Padana]] per costruirvi capanne di sassi con tetti di paglie e per ricavare campi da coltivare a vite ed a cereali poveri (miglio, segale, panico). Anche in quella che venne successivamente chiamata ''Silva longa'', crearono un ''Bustum'',<ref>Augusto Spada. ''Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio''. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 7.</ref> cioè un nuovo insediamento, che fu l'incipit di quella che oggi è la città di Busto Arsizio.
 
Busto Arsizio fu una enclave in terra [[insubri|insubre]] che appena si accorse dell'arrivo, ad ondate successive attraverso le [[Alpi]], di tali popolazioni celtiche.<ref name=Giavini/> Ciononostante, alcune antiche contrade della città (come "Sciornago") presentano le tipiche terminazioni [[Celti|celtiche]] in ''-ago'' ([[Sacconago]]), in ''-ano'' ([[Borsano]]) e in ''-ate''. Ma se si studia il [[dialetto bustocco]], ci si accorge che è un’isola ligure fossile in terra lombarda.<ref name=Giavini/> I fatti risalgono alla [[preistoria]], quando le terre dal [[Rodano]] alla [[val Camonica]] erano abitate da tribù liguri. Il loro linguaggio nella seconda metà del primo millennio a.C. fu trasformato prima dalla dominazione [[Galli|gallica]], che però non penetrò dappertutto in egual misura (nel caso di Busto Arsizio le tracce sono scarse), e poi da quella più profonda e decisiva dei [[Roma antica|Romani]].
 
Il fatto che l'area fosse abitata in età romana è indicato dall'andamento regolare delle vie del centro storico<ref>Dalla piazza Santa Maria partivano il ''cardo'' e il ''decumanus'', di cui tutt'oggi si riconosce il percorso, che arrivavano fino alle quattro porte della città.</ref> e dal ritrovamento di alcuni oggetti di epoca tardo-romana, probabilmente dell'epoca tra il [[II secolo d.C.|II]] e il [[IV secolo d.C.]].<ref>[http://www.comune.bustoarsizio.va.it/default.cfm?docs=storia.htm Sito Istituzionale della città Busto Arsizio]</ref>
 
La più antica costruzione tuttora esistente nella città è costituita dalla base del [[campanile]] della [[chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|chiesa di San Michele Arcangelo]], risalente al [[IX secolo|IX]] o [[X secolo]].<ref>Augusto Spada. ''Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio''. Freeman editrice. Busto Arsizio (2004). Pagina 40.</ref> La dedica della chiesa a [[san Michele Arcangelo]], il cui culto era particolarmente diffuso presso i [[Longobardi]], ha fatto supporre un originario insediamento di quella popolazione nei pressi della chiesa, che nella sua fase attuale dovette sostituire un più antico edificio di culto di minori dimensioni. La presenza di una fortificazione concorda con la posizione del sito, che si trova nel punto più alto dell'antico territorio comunale e con l'appellativo di borgo, assunto di epoca medievale dall'antico ''locus Busti''.
 
===Alto Medioevo===
[[Immagine:Gerber.jpg|thumb|250px|Concia delle pelli in una ricostruzione storica]]
 
Nota nell'[[Alto Medioevo]] per la concia delle pelli, la prima menzione della città risale al [[922]], anno in cui il nome del ''locus'' viene citato in alcuni documenti di notai.<ref>Notizia tratta dal libro {{cita libro|nome=C.|cognome= Magni|autori= G. Pacciarotti|titolo=Busto Arsizio - Ambiente storia società|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1977}}</ref> Altre citazioni sono del [[XII secolo]], in due documenti del [[1119]]<ref>Il documento riguarda una contesa per alcuni terreni tra i "decumani" della cattedrale di Milano ed i "cappellani".</ref> e del [[1140]].<ref> Si tratta di un contratto con cui un tale Amizone da Busto e sua moglie Ottavia cedono alla chiesa di Santa Maria Jemale di Milano dei campi situati "''in loco Busti qui dicitur Arsizio''".</ref>
 
Il centro infatti, {{cn|già fiorente negli ultimi tempi dell'[[impero romano]]}}, conobbe un periodo di notevole splendore dopo le [[invasioni barbariche]]. {{cn|I [[Longobardi]], a partire dal [[VI secolo]], ne fecero la roccaforte più importante della regione a nord di Milano}}. Il dominio longobardo diede il colpo di grazia alle superstiti istituzioni romane ed instaurò un nuovo ordinamento politico, civile ed economico già di tipo quasi feudale.
 
La dominazione longobarda cessò quando [[Carlo Magno]] sconfisse il re [[Desiderio (re)|Desiderio]], la cui caduta si ebbe nel [[774]]. Alle istituzioni longobarde si sostituirono quelle dei [[Franchi]]: ai duchi si opponevano i conti ed i marchesi, ed il [[feudalesimo]] era alle porte.
 
Per quanto riguarda il periodo carolingio e quello successivo dei regni d'Italia si assiste ad una mancanza, per quanto riguarda Busto Arsizio, di documentazione. Il ''locus Busti'' continuò a far parte del contado del Seprio, che divenne così potente da avere una propria [[Zecca (moneta)|zecca]].<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 21.</ref> Per quanto riguarda le istituzioni ecclesiastiche, Busto Arsizio dipendeva da Olgiate Olona, capo [[pieve]].<ref>La sede plebana venne spostata a Busto Arsizio nel [[1583]] da [[San Carlo Borromeo]].</ref>
 
===Basso Medioevo===
[[Immagine:20081224SanMichele(3).JPG|thumb|right|250px|Campanile di [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|San Michele Arcangelo]], la cui base risale agli anni intorno al 1000]]
[[Immagine:Visconti, Ottone.jpg|thumb|right|250px|Il vescovo [[Ottone Visconti]], sotto il quale Busto venne elevata al rango di ''borgo'' nel 1287.]]
Verso l'[[Rinascita dell'anno Mille|anno Mille]] il ''locus Busti'' era un feudo di una famiglia di capitani di Milano, aveva un castello e cominciava a farsi sentire nelle lotte tra il popolo, i feudatari minori e i militi. Il cronista milanese Galvaneo Fiamma dichiarò che tra i sostenitori dell'arcivescovo [[Ariberto d'Intimiano]] nelle lotte contro i nobili minori, vi erano i capitani di Busto,<ref>I capitani erano nobili di antica origine longobarda, possessori di feudi ereditari nei capoluoghi delle pievi.</ref> che come tutti i capitani erano contro le libertà comunali.<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 22.</ref>
 
L'autonomia del contado del [[Seprio]] venne minacciata dalla crescente potenza del comune di Milano. Questa situazione favorì i tentativi di sottrarsi alla giurisdizione del conte da parte di Busto. Era il periodo appena precedente alla formazione della [[Lega Lombarda]], fondata nel [[1167]] per contrastare [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico I]] detto il "barbarossa" nel suo tentativo di allargare l'influenza imperiale nella regione padana. {{cn|Infatti, tre anni prima, [[9 giugno]] [[1164]] Federico I concesse a [[Rainaldo di Dassel]], [[arcivescovo]] di [[Colonia (Germania)|Colonia]] e arcicancelliere del [[Sacro Romano Impero]] un [[feudo]] che comprendeva la [[pieve]] di [[Dairago]] (con l'antico comune di Capopieve e ampi territori nella zona), Busto Arsizio, (facente parte della pieve di [[Olgiate Olona]]) e [[Bernate Ticino|Bernate]].}}
 
{{cn|Il [[XII secolo]] bustocco fu caratterizzato dalla crescita del borgo, che vedeva svolgersi al suo interno il fenomeno, comune a buona parte dell'Italia, della formazione del gruppo sociale della [[borghesia]]}}. Forte della loro condizione economica, i borghesi (mercanti, proprietari terrieri e proprietari di case) volevano partecipare attivamente alla vita pubblica.
 
Alla fine del secolo XII e al principio del successivo, come si legge negli ''Statuti della compartizione delle strade e delle fagie'',<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 23.</ref> il ''locus'' aveva in carico 1526 braccia<ref>Unità di misura lineare che oscillava secondo le località tra 58 cm e 70 cm.</ref> sulla strada di [[Rho]], una delle sei strade che facevano capo alle sei porte principali di Milano e lungo le quali erano state aggregate le sei circoscrizioni (dette ''fagge''). Nel [[1212]] furono creati i consoli delle ''fagge'' e Busto fu assegnata al "I Consolato di Porta Ticinese e Vercellina", che comprendeva il territorio dell'[[Alto Milanese]] tra il [[Ticino]] e l'[[Olona]].<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 23.</ref>
 
All'inizio del [[XIII secolo]] viene creata a San Giovanni la prima porzione curata del borgo.<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. p.44</ref> Della prima metà del secolo è la notizia<ref>L'anno di fondazione è incerto ma un atto notarile del [[1243]], riportato nel libro ''Storia di Busto'' di L. Ferrario, attesta un atto di compravendita delle Umiliate che da Busto Garolfo si trasferivano a Busto Arsizio.</ref> di una comunità monastica di [[Umiliati|Suore Umiliate]] situata nella ''Contrada Basilica'',<ref>{{cn|La contrada Basilica era una delle quattro contrade comprendente il territorio attorno alla chiesa di San Giovanni. Le altre tre contrade erano la contrada Piscina, nome dato dalla vasca dove gli abitanti portavano gli animali ad abbeverarsi, la contrada Sciornago, che era la più ricca, e la Sanovico, situata attorno all'odierna via Montebello, ancor oggi chiamata "Savigu" nel dialetto dei vecchi}}.</ref> mentre il borgo si sviluppa economicamente grazie alla produzione tessile del [[fustagno]] e della [[bumbasina|bombasina]]. A questa casa, nel [[1278]] se ne aggiunse un'altra, collocata in ''Contrada Platea''.<ref>Tale contrada doveva essere quella di Santa Maria, vista l'esistenza del ''Consortium Sanctae Mariae de Platea'' (Consorzio di Santa Maria di Piazza). AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 24.</ref>
 
Nel [[1287]] dopo un'ennesima riconquista, l'arcivescovo di Milano, [[Ottone Visconti]], ordinò la distruzione di Castel Seprio e Busto assurse così a ''[[borgo (geografia)|borgo]]'',<ref>Pio Bondioli, Storia di Busto Arsizio, vol. I, 1937, pp. 67-69. In realtà esiste un documento del [[1243]] nel quale Busto viene detta borgo, come viene attestato nel libro citato alle pagine 68-69.</ref> appellativo che indicava i paesi dotati di un mercato e di una fortificazione. {{cn|Fu in questo periodo che si aggiunse anche il termine Arsizium.}}
 
Il favore dei Visconti, divenuti vicari imperiali, contribuì al miglioramento delle condizioni e alla presa di vigore del borgo con la ricostruzione ad opera di Alberto Confalonieri del castello e delle mura.<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 28.</ref> Data la generosità e la religiosità del popolo di Busto Arsizio, parte della crescente ricchezza del borgo fu consacrata, attraverso dei benefici, alle chiese di San Giovanni Battista, [[chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|San Michele Arcangelo]] e [[Santuario di Santa Maria di Piazza (Busto Arsizio)|Santa Maria di Piazza]].<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 28.</ref>
 
Nel [[1343]] anche San Michele venne dotata di un curato porzionario, per la cura delle anime delle contrade di Pessina e Sciornago<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. pp.46-54</ref> (quest'ultimo a metà con San Giovanni, vista la topografia del luogo). Di fatto, San Michele diventò parrocchia indipendente. Della metà del secolo è la notizia della creazione di una seconda porzione curata a San Giovanni.<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. p.56</ref>
 
Nel [[1375]] "quasi in ogni casa batte un telaio", {{cn|come testimoniato}} qualche secolo più tardi dallo storico Crespi Castoldi nella sua storia di Busto Arsizio.
 
{{cn|Il ''Libro della Decima'' pagata dai borghigiani al capopieve presentava, se si trascurano gli enti, circa 300 proprietari nel [[1399]] e lascia dunque ipotizzare per Busto una popolazione di circa 1500 abitanti, ben più delle 200 o 300 anime che potevano contare i villaggi circostanti.}}
 
Nel [[1402]] morì [[Gian Galeazzo Visconti]], il quale nel [[1395]], aveva ottenuto l'elevazione al rango di [[Ducato di Milano|Duca di Milano]]. Il titolo e la signoria sui vasti possedimenti [[Visconti|viscontei]] passarono al primogenito [[Giovanni Maria Visconti]], tredicenne, motivo per cui lo stato venne governato dalla vedova duchessa Caterina. In quel periodo il borgo, che era suddiviso nelle quattro contrade (Pessina, Sciornago, Basilica, e Savico), fu oggetto di gravi minacce da parte di [[Facino Cane]] che voleva saccheggiarlo.<ref>[http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=15220&RicLin=en SIUSA]</ref> Gli abitanti, nel pomeriggio del [[4 aprile]] [[1408]] vennero richiamati dal suono delle campane ed accorsero alle mura con la volontà di respingere l'aggressore. Dopo aver chiuso le quattro porte del borgo, venne costruito un secondo terrapieno. Un messo, che chiese di parlare col comandante del castello, venne messo in fuga da una scarica di frecce degli assediati. Dopo altri stratagemmi andati a vuoto, Facino Cane si allontanò da Busto Arsizio pensando che fosse meglio rivolgere i suoi assalti a popolazioni meno fiere. Gli abitanti del borgo attribuirono la vittoria all'intervento dei Santi [[Re Magi]], ai quali dedicarono la porta settentrionale di Busto.<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). pp. 29-30.</ref>
 
Nel [[1427]] nacque in [[Bustese (territorio)|territorio bustese]],<ref>{{cn|Come dimostrò in uno studio definitivo con documenti d'Archivio il dottor Pio Bondioli}}.</ref> cioè alla Cascina Verghera, poi Cascina dei Poveri, [[Giuliana Puricelli]], dichiarata beata da Papa [[Benedetto XIV]] e ricordata anche in un sonetto di [[Giuseppe Parini]].<ref>{{cn|''La verginella che dal ciel condotta''<br>''fuggissi al monte al viver casto e pio''}}</ref>
 
La creazione della terza porzione curata di San Giovanni è datata [[1434]].<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. p.56</ref> Sei anni dopo, nel [[1440]] venne istituito il primo tribunale, con la concessione al primo [[podestà]] ''in loco'' del borgo del potere di "dirimere qualsiasi questione o lite civile e criminale, somma o valore e di sentenziare e di applicare pene pecuniarie e corporali fino all'estremo supplizio compreso<ref> Pio Bondioli, Storia di Busto Arsizio (fino al 1630).</ref>".
 
Dopo la parentesi tumultuosa, tra il [[1447]] e il [[1449]], della [[Repubblica Ambrosiana]], Busto Arsizio pattuì il passaggio sotto [[Francesco Sforza]] procurandosi i favori dello stesso Duca, il quale confermò ai borghigiani il privilegio del podestà ''in loco'' e si oppose alla richiesta avanzata dai gallaratesi che chiedevano che Busto Arsizio tornasse sotto il loro vicariato<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). p. 31. Busto Arsizio era passata ad essere parte del vicariato di Gallarate a partire dal [[1415]], per imposizione del duca [[Filippo Maria Visconti]], come si legge nel libro citato a pagina 29.</ref>. Busto attraversò così un periodo di intenso splendore anche sotto la dominazione degli [[Sforza]], soprattutto dal punto di vista artistico e culturale, nonostante le guerre, le devastazioni, i saccheggi, le carestie e le pestilenze che accompagnarono la Lombardia nel corso del [[XVI secolo]]. Per quanto riguarda la peste, si ebbero altre epidemie nel [[1451]] e nel [[1468]]. Successivamente, {{cn|secondo il Crespi Castoldi}}, morirono a Busto 1100 persone nel tra il [[1484]] e il [[1485]].
 
Nel [[1488]] [[Ludovico il Moro|Ludovico Sforza detto "il Moro"]], vista l'importanza che aveva conquistato il borgo di Busto, lo elevò al rango di [[Contea]]<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 32.</ref>, subordinando politicamente e giuridicamente [[Legnano]] a Busto ed istituendo il tribunale nel Borgo bustocco. Praticamente Busto diventò capoluogo dell'area.<ref>[http://www.bustocco.it/LaNostraCitta%27/index.htm www.bustocco.it]</ref> Si venne formando così, verso la fine del secolo, un ambiente culturale umanistico, sull'esempio della corte Sforzesca di Milano. Si può dire che a Busto Arsizio, il Medioevo terminò con 4 anni di anticipo.<ref>Vedi "La chiesa di San Michele", origine e storia, II, pagina 121.</ref>
 
=== XVI secolo ===
[[Immagine:Carlo Borromeo.jpg|thumb|right|250px|L'arcivescovo [[San Carlo Borromeo]] che ordinò nel [[1583]] il trasporto della sede plebana da Olgiate Olona a Busto Arsizio, a seguito della sua visita pastorale.]]
 
Nel [[XVI secolo]], Busto Arsizio era rinomata per la produzione del [[fustagno]]<ref>In un documento del notaio Giovanni Antonio Raynaldo datato [[1569]] si legge che i bustesi "acquistavano il loro vivere alcuni in fare ferro filato ed alcuni in tessere bombasina et fustagno".</ref> ma l'occupazione principale degli abitanti restava l'[[agricoltura]]: i raccolti erano soprattutto di [[cereali]] e [[vino]].
 
Nel [[1512]] venne creata la seconda porzione curata di San Michele, la quinta del borgo. Il primo curato porzionario fu Crespolo Crespi.<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. pp.56-65</ref>
 
Nel [[1529]] ebbe luogo una forte epidemia di [[peste]] sul territorio. Nel [[1535]] [[Francesco II Sforza]] morì senza lasciare discendenza e il casato si estinse. Terminò così il periodo delle dominazioni nostrane e iniziò quello della soggezione allo straniero. Nel [[1540]], sotto la dominazione spagnola, iniziata già sotto l'ultimo Sforza, ci fu una nuova epidemia di peste, che causò gravi danni alla popolazione.
 
Dopo la morte, avvenuta a [[Lione]], del conte Luigi Visconti di Busto senza lasciare eredi maschi,<ref>Luigi Visconti morì il [[24 giugno]] [[1564]] avendo come unica erede la figlia Anna, che sposerà nel [[1572]] Giacomo Antonio Arconati.</ref> la [[Contea di Busto Arsizio]] tornò alla Camera ducale milanese e venne richiesta nel [[1568]] da Pietro Antonio Marliani.<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 39.</ref> Nel [[1569]] venne eseguita una ricognizione diretta sul territorio per stimare i beni del borgo, leggendo la quale si viene a sapere che esso era circondato da un fossato e da un bastione di terra e che contava "''focholari quattrocentoventi''" (circa 3500 abitanti).<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 39.</ref> {{cn|Nel [[1573]], quano era "console" di Busto Arsizio Gabriele de' Turati, il senatore Pietro Antonio Marliani tornò ad interessarsi del borgo e superò le offerte dei concorrenti presso la [[Camera bassa|Regia Camera]]. Solo dopo la conclusione di varie liti con alcuni nobili che non volevano prestare fedeltà ai Marliani, sei anni dopo la richiesta il [[Camera alta|Regio Senato]] poté approvare l'infeudazione e Paolo Camillo Marliani divenne il nuovo feudatario di Busto Arsizio}}.
 
Quanto alla popolazione, lo stato delle anime del [[1574]] fornisce la cifra di 3007 abitanti divisi in 515 nuclei familiari, di cui parecchi ad impianto patriarcale: una cifra che faceva di Busto Arsizio il centro più popoloso dell'[[Alto Milanese]].<ref>Il quadro demografico dell'[[Alto Milanese]] si trova nel libro Bertolli-Colombo, Storia della peste, pp.388-389.</ref>
 
Nel [[1576]], l'arcivescovo Carlo Borromeo aggregò le monache del monastero vecchio o di Santa [[Maria Maddalena]] di Busto Arsizio, di [[regola benedettina]], con le religiose del monastero nuovo o di [[San Girolamo]], di [[regola agostiniana]], fondato da Orsina Caniani a metà del XV secolo. Al momento dell'aggregazione l'arcivescovo impose al nuovo monastero la regola benedettina.<ref>Ferrario 1987, pp. 217-221.</ref> Lo stesso anno è ricordato anche per la [[peste di San Carlo]], {{cn|che però a Busto fu meno forte che nel milanese}}.
 
Con decreto del cardinale [[San Carlo Borromeo|Carlo Borromeo]], il [[4 aprile]] [[1583]]<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 40. Nello stesso anno, come si legge alla stessa pagina del libro citato, rovinò l'ultima delle sette torri della Busto medievale.</ref> Busto Arsizio, allora sotto il dominio del duca Visconte Filippo Maria, venne staccata dal Vicariato del [[Seprio]] e messa a capo di quella che fino a quel momento era la Pieve di [[Olgiate Olona]] con un podestà proprio. {{cn|L'arcivescovo, durante una visita pastorale, aveva constatato la decadenza irrimediabile di Olgiate Olona, che contava allora 550 abitanti, in contrasto con la rigogliosa vita religiosa e civile di Busto Arsizio e dei suoi 3200 abitanti}}. La pieve di Busto Arsizio comprendeva i comuni di: [[Cairate]], [[Fagnano Olona]], [[Solbiate Olona]], [[Olgiate Olona]], [[Castellanza]], [[Sacconago]] e [[Villa Cortese]] sulla sponda ovest dell'[[Olona]] e [[Gorla Maggiore]], [[Gorla Minore]], [[Prospiano]], [[Marnate]], [[Castegnate]], [[Rescalda]] e [[Cislago]] sulla sponda est. Nel [[1594]] si ebbero dati ufficiali sugli abitanti che si aggiravano sulle 5400 unità. L'età media era di poco più di 26 anni.<ref>[http://www.bustocco.it/LaNostraCitta%27/index.htm www.bustocco.it]</ref>
 
===XVII secolo ===
[[Immagine:20071226Garibaldi.jpg|thumb|right|200px|Piazza [[Giuseppe Garibaldi]], un tempo ''prato di Porta Basilica''.]]
 
Nella Busto Arsizio del [[Seicento]] il terrapieno e il fossato che circondavano il borgo medievale erano ormai inutili e per questo motivo erano stati parzialmente livellati o comunque abbandonati. Restavano le quattro porte antiche, con i relativi ponti di scavalcamento del fossato: la porta di ''Basilica'' ad est (che dava accesso alla contrada più vasta e popolata), la porta di ''Pessina'' (o Piscina) ad ovest, la porta di ''Savico'' a nord e la porta di ''Sciornago'' a sud. In corrispondenza delle porte, superato il fossato, si aprivano ampi spazi ad utilizzo pubblico, detti ''prati''. Le quattro contrade convenivano nella piazza di Santa Maria, con i portici del mercato settimanale, denominata ''platea magna''.<ref>Francesco Bertolli. ''La peste del 1630 a Busto Arsizio''. Bramante editrice. Busto Arsizio (1990). Pagina 64.</ref> Nel [[1602]] vivevano a Busto Arsizio 2945 abitanti, suddivisi in 585 fuochi<ref>Dati demografici dedotti dall'Archivio Arcivescovile di Milano, Duplicati e Statum Animarum, 129, qq. 17-20, dall'Archivio Arcivescovile di Milano, Visite Pastorali e documenti annessi, Busto Arsizio 16, q.24.</ref> (l'unità fiscale per i versamenti dei tributi, corrispondente alla famiglia in senso esteso).
 
Durante il [[Seicento]] furono attuati interventi in quasi tutte le chiese esistenti di Busto Arsizio: {{cn|la ricostruzione di San Giovanni (1609-1635) e [[chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|San Michele]] (1652-1679), la costruzione di Madonna in Veroncora (prima del 1630), della chiesa di San Gregorio (1657-1659), dell'oratorio della Cascina dei Poveri (1665-1668), del ''mortorio'' presso san Giovanni (1689-1692), dei campanili di santa Croce e di santa Maria Maddalena (1603), poi entrambi distrutti, l'ampliamento di Madonna in Prato (1605 circa) e di Sant'Antonio (1670) e i restauri nella primitiva [[chiesa di San Rocco (Busto Arsizio)|chiesa di San Rocco]] (1603-1614)}}.
 
Per quanto riguarda l'amministrazione della [[Contea di Busto Arsizio|contea di Busto]], il conte Paolo Camillo abdicò nel [[1613]] in favore del primogenito Luigi Marliani. Nel [[1630]] Luigi morì di [[peste]] a Milano e gli successe il nipote Carlo Mariani, di soli ventiquattro anni.
 
Anche se Busto Arsizio, al tempo, non era ancora sede prepositurale, poteva vantare ben cinque [[curato|curati porzionari]]. Ciascuno di essi costituiva la guida spirituale di una frazione del borgo ed era titolare di una [[prebenda]] specifica. Tre di essi risiedevano presso la chiesa di San Giovanni ed altri due erano residenti presso la [[chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|chiesa di San Michele]].
 
Nei primi trent'anni del [[XVII secolo]] venne realizzata un'opera idraulica di notevole rilievo: la copertura del [[Torrente Tenore|Tenore]]. Fino al [[1631]],<ref>Il cronista di quell'epoca Giovanni Battista Lupi {{cn|racconta}} come nel [[1631]], mentre infuriava la peste, si decise di "stoppare quell'antichità".</ref> dopo aver percorso le attuali via Bellini e via Montebello, il torrente alimentava una vasca situata in Piazza Santa Maria per l'approvvigionamento idrico della popolazione. La riduzione della portata d'acqua, dovuta alla [[Piccola era glaciale|piccola glaciazione]], trasformò la vasca in uno stagno maleodorante e di conseguenza si decise l'interramento.<ref>Francesco Bertolli. ''La peste del 1630 a Busto Arsizio''. Bramante editrice. Busto Arsizio (1990). Pagina 64.</ref>
 
Nel [[1621]] il territorio venne colpito da una nuova epidemia di peste. Inoltre, Busto Arsizio subì gravi danni nel [[1629]], a causa delle scorribande di soldati mercenari tedeschi e polacchi. Successivamente, nel febbraio del [[1630]] arrivò a Busto Arsizio una grande epidemia di peste che uccise 1000 dei 3000 abitanti nel corso di quello stesso anno ed altri 500 l'anno successivo. {{cn|L'evento fu raccontato dal canonico Giovanni Battista Lupi}}<ref>Busto Arsizio (01/02/1570-15/05/1645). Ordinato nel 1596 fu investito ''per elettione perpetua'' alla cappellania di San Giuseppe in Santa Maria. Fu maestro di coro del Capitolo, maestro di scuola e titolare della cattedra di grammatica.</ref> ed immortalato in due tele conservate nel Museo d'Arte Sacra di San Michele. Le contrade afferenti a San Michele, Pessina e Sciornago, ebbero un numero di vittime inferiore.<ref>Ecco un racconto tratto da Bertolli-Colombo. La peste del 1630 a Busto Arsizio. ''Da questa seconda porta poi, la Morte passò alla terza di Sciornago, e non senza vendetta mortale, ma non molto però, se bene habbi tirato delle coltellate et dei colpi da orbo, come si suol dire. [...] Per la porta Piscina finalmente ha fatto qualche salterello la Morte sì, non ha però dato molto molestia, perché non sono morti della decima parte l'una, non curandosi della poveraia, nè meno delle loro straccie. Dil che sia eternamente lodato Nostro Signore, et la Santissima Vergine Maria Nostra Signora, et il Signifero Michele Arcangelo, nostro protettore e Patrone''. (pag. 148-149).</ref> Quando l'epidemia cessò, nel [[1631]], i superstiti manifestarono la loro gioia con solenni processioni. In quell'occasione fu portato il simulacro miracoloso della Madonna di Santa Maria di Piazza, al cui ''Aiuto'' si attribuisce la grazia della cessazione del flagello. La Vergine viene detta per questo ''Madonna dell'Aiuto''.<ref>AA.VV.. ''La chiesa di San Michele, origine e storia''. Vol II. p.44</ref> Dopo tale esperienza gli abitanti del borgo sentirono il bisogno di avere un servizio sanitario permanente e comunale. Tale desiderio si espresse nei voleri scritti nei testamenti dei più generosi e umani tra i borghigiani, che lasciarono a tale scopo i propri beni ad un'associazione laica chiamata la ''Scuola dei Poveri di Cristo''.<ref>AA.VV.. ''Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri''. L.V.G. editrice. Azzate (1981). Pagina 55.</ref>
 
A partire dal [[1657]] si passò dalla ripartizione del borgo nelle quattro contrade alla suddivisione amministrativa nei cinque ''comunetti'',<ref>Rogora-Bellotti-Ferrario. Sommario di storia bustese dalle origini ai nostri tempi, Milano, Bramante editrice, 1970, p.30.</ref> che prendevano il nome da alcune famiglie locali. Il comune ''Arconati'' fu il primo ad essere costituito, seguito da ''Mizzaferro'' nel [[1664]]. L'anno successivo si formarono i comuni ''Pasquali'' e ''Visconti'' (unito dal [[1683]] con il nuovo comune di ''Pozzo'', con la denominazione ''Pozzo e Visconti''). Da ultimo si creò il comune ''Dominante''.
 
La dominazione spagnola, ottusa e formalistica,<ref>Di tale ottusità e formalismo si parla anche nel romanzo [[I Promessi Sposi]] a proposito di [[Renzo Tramaglino]], filatore di seta, più volte invitato dal cugino [[Bortolo]] a recarsi nel bergamasco.</ref> lasció il [[Bustese]] in una profonda crisi che stremó le strutture produttive dei centri urbani. Si crearono inoltre un'intricata confusione istituzionale e un grande disordine amministrativo. Tutta l'economia, con industria e [[artigianato]] in primis, entrò in una fase di stagnamento.
 
=== XVIII secolo ===
[[Immagine:56-aspetti di vita quotidiana,abbigliamento in seta,Taccuino.jpg|thumb|200px|La manifattura della seta, [[tacuinum sanitatis]] casanatensis (XIV secolo)]]
Nel [[1706]], durante la [[guerra di successione spagnola]], il territorio venne occupato dagli austriaci col loro sovrano [[Giuseppe I del Sacro Romano Impero|Giuseppe I]]. All'inizio del [[Settecento]], il borgo contava circa 6000 abitanti.<ref>Bertolli-Piaciarotti-Spada. Chiese minori a Busto Arsizio.</ref> Il periodo austriaco ([[1714]]-[[1796]]) apportò alla società modificazioni lente e durevoli. Il fervore religioso rinnovatosi nel Settecento stimolò una rilevante produzione artistica: Busto Arsizio si arricchì di edifici religiosi come la Madonna delle Grazie (oggi Sant'Anna), la Madonna in Prato (che venne ampliata e completamente decorata di affreschi) ed i Mortori delle chiese di [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)|San Michele Arcangelo]] e San Giovanni Battista.
 
Nel [[1722]], il geometra Carlo Giuseppe Ronzio, con l'assistenza di alcuni periti, iniziò e portò a termine le misure del borgo, raccolte nel ''Catasto Tiresiano''. Il clero ammontava ad 88 unità, su una popolazione suddivisa in circa 500 famiglie. Inoltre, su un totale di 27.625 pertiche, quasi 10.000 (calcolando i carichi personali in capo ai singoli ecclesiastici) erano intestati a benefici, canonicati, cappellanie e simili.<ref>San Michele, origine e storia. Volume II. Pag. 136.</ref>
 
Ancora nel [[1751]] Busto Arsizio era divisa in cinque comuni. Durante il governo austriaco il potere dei feudatari venne radicalmente ridimensionato. Il [[23 giugno]] [[1757]], l’imperatrice [[Maria Teresa d'Asburgo|Maria Teresa d’Austria]] emanò un regolamento sull’amministrazione della comunità di Busto Arsizio il quale ne istituiva un consiglio che rappresentava l’intero comune. Vennero pertanto soppresse tutte le divisioni precedenti, cioè i ''comunetti'' formatisi durante il secolo precedente<ref>La Chiesa di San Michele, origine e storia. Pagina 124.</ref> e denominati Arconati, Mizzaferro, Pasquali, Pozzo e Visconti, e vietata qualsiasi divisione futura. Nel borgo ricomposto si ebbe una ripresa dell'agricoltura, il cui valore veniva aumentato tramite la manifattura, la quale, attraverso la trasformazione dei prodotti agricoli, creava [[valore aggiunto]]. All'agricoltura è collegato lo sviluppo delle industrie tessili e in particolar modo la manifattura della seta, del lino, della lana e delle fibre, alcune delle quali erano proditte ''in loco''.
 
Nel [[1753]], il cardinale [[Giuseppe Pozzobonelli]] giunse alla Pieve di Busto, nel corso di una dettagliata visita pastorale di tutta la diocesi ambrosiana iniziata nel [[1744]] e portata a termine nel [[1764]].<ref>Cfr. Rimoldi. "Materiale documentario - Visite pastorali", p. 856.</ref> Dopo aver incontrato il clero locale e vergato i registri, consacrò solennemente gli altari maggiori delle due chiese principali del borgo.<ref>La lapide commemorativa a ricordo della consacrazione dell'altare maggiore di San Michele Arcangelo recita: ''Templvm hoc et aram maximam Joseph Pvtheobonellus Cardinalis Archiepiscopvs Diocesim perlvstrans in dominica quarta juny solemnys injvnctis consecrabat anno salvtis MDCCLII die XXIV Jvny".</ref>
 
Nel [[1778]] si estinse la famiglia dei conti Marliani, e nel [[1779]] il feudo di Busto Arsizio passò al conte Giuseppe Gambarana, primogenito di Gerolamo. La famiglia Gambarana era ben vista alla corte di [[Vienna]].<ref>Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese, p. 49.</ref> {{cn|Il [[26 settembre]] [[1786]] il comune fu compreso nella provincia di Gallarate, assieme alle altre località della [[pieve|Pievi milanesi]], a seguito del compartimento territoriale della Lombardia austriaca, che suddivise il territorio lombardo in otto province. A partire dalla fine del [[1787]] Varese sostituì Gallarate come sede dell’intendenza politica. Nel [[1791]] i comuni della pieve di Gallarate risultavano inseriti nel distretto XXXIII della provincia di Milano}}.
 
Durante il regno di [[Giuseppe II del Sacro Romano Impero|Giuseppe II]], figlio di Maria Teresa, {{cn|si manifestò una resistenza della popolazione di Busto Arsizio}} alle riforme radicali, soprattutto di fronte alle leggi che soppressero le congregazioni religiose con finalità devozionali e contemplative.<ref>Con Sovrano Dispaccio del [[5 dicembre]] [[1783]], ad esempio, si ebbe la soppressione del monastero delle Benedettine (cfr. "San Michele, origini e storia", p. 146").</ref> Tale contrapposizione fra la società e il governo si accentuò con il trascorrere del tempo e raggiunse anche le caratteristiche della vera e propria rivolta, durante il periodo della dominazione francese. Il [[29 gennaio]] [[1797]], una parte della popolazione di Busto Arsizio si ribellò<ref>Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese, pp. 54-55.</ref> contro l'esercito di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] per liberare alcuni prigionieri austriaci. Due anni dopo, il [[28 aprile]] [[1799]], al grido della folla festante: ''Viva la religione! Viva Francesco II che ce la rende!'' gli austriaci rientrarono a Milano trionfalmente. L'anno seguente però, Napoleone riprese il possesso dei territori della città.
 
{{cn|Intanto la popolazione del comune di Busto Arsizio era salita a 6114 unità ([[1790]])}}. Nel [[1796]] i conti di Busto furono esautorati del loro Feudo in seguito all'editto del 22 pratile anno IV ([[10 giugno]] [[1796]]) nel quale venivano abolite le autorità feudali nei territori occupati dai francesi.<ref>[http://www.storiadimilano.it/cron/dal1776al1800.htm Editto 10 giugno 1796]</ref> {{cn|Nel [[1799]] Busto Arsizio passò ai conti Cicogna, che mantennero il dominio sul borgo fino al [[1822]]}}.
 
=== XIX secolo ===
[[Immagine:Corona di città.svg|right|thumb|200px|Corona per il titolo di [[Città dell'Italia]].]]
[[Immagine:Olona0001.jpg|right|thumb|200px|Il fiume Olona presso [[Malnate]].]]
 
Il periodo francese ([[1796]]-[[1814]]) apportò alla società trasformazioni rapide e violente, ma non sempre durature.<ref>Un esempio fu la "soppressione" delle funzioni di parrocchia per San Michele.</ref> L'industria locale, che aveva avuto un promettente sviluppo sotto la dominazione austriaca, fu gravemente ostacolata dalla politica economica di [[Napoleone Bonaparte]], che proibiva l'importazione di materiali e intralciava l'esportazione dei tessuti per favorire il commercio francese. Nel [[1806]] il blocco continentale impedì l'entrata delle navi inglesi nei porti della penisola e tolse la possibilità di importare il cotone. Nel [[1813]] il [[Regno d'Italia]] finì con la sconfitta di Napoleone a [[Lipsia]].
 
Dal punto di vista amministrativo, nel [[1801]] Busto Arsizio divenne parte del IV distretto del Dipartimento dell'Olona, che aveva Gallarate come capoluogo.<ref>Legge 23 fiorile anno IX ([[12 maggio]] [[1801]]).</ref> A partire dal [[1805]], Busto fu inserita nel nuovo compartimento territoriale del Cantone I di Gallarate, nel distretto sopracitato.
 
Nel [[1815]] Busto Arsizio, {{cn|la cui popolazione già 12 anni prima era salita a 6659 abitanti}}, insieme al resto della Lombardia e al Veneto, venne annessa al territorio asburgico. I due territori furono uniti nel [[Regno Lombardo Veneto]]. Nel [[1816]] il territorio soggetto al governo di Milano venne ripartito in nove province. La provincia di Milano venne suddivisa in sedici distretti e Busto Arsizio venne nominata capoluogo del XV distretto, che comprendeva anche Legnano.
 
Il progetto dell'Ospedale giunse nel [[1825]] ad un inizio di attuazione per opera del canonico Giuseppe Candiani. La ''Congregazione di Carità'' (ex-Scuola dei Poveri) incaricò l'architetto Pietro Gilardoni di redigere il progetto e successivamente fu iniziata la costruzione. L'inaugurazione avvenne 28 anni dopo, nel [[1853]].<ref>Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese, p. 63.</ref>
 
Nel periodo tra il [[1830]] e il [[1850]] la popolazione salì da 8.300 a 11.139 abitanti. Questo aumento fu reso possibile da una immigrazione sensibile e costante, presumibilmente dalle zone vicine, di famiglie in cerca di lavoro.<ref>Rogora, Bellotti, Ferrario. Sommario di storia bustese, p. 63.</ref> In questo ventennio venne introdotta l'illuminazione pubblica a petrolio ([[1842]]).<ref>AA.VV. ''Del teatro - 150 anni di vita teatrale di Busto Arsizio'', 1991, p.38.</ref>
 
Risulta che<ref>Riccardo Riccardi. Origini e sviluppi dell'industria cotoniera bustese. Busto Arsizio, 1953.</ref> nel [[1854]] quasi la metà della produzione tessile lombarda era concentrata nella zona di Busto Arsizio (150.000 pezze su 338.000) anche se tale zona avesse meno di un terzo dei telai lombardi (5.000 su 16.900). Questi dati evidenziano la resa nettamente più favorevole per i telai della zona di Busto Arsizio.
 
Nella seconda metà dell'[[Ottocento]] iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva, lungo la ''strà Balon'' (attuale corso XX settembre) e la ''strada Garottola'' (attuale via Mameli).<ref>Augusto Spada. ''Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio''. Busto Arsizio. Freeman editrice (2004). Pagina 18.</ref> La popolazione infatti continuava a crescere e raggiunse nel [[1861]], anno della proclamazione del [[Regno d'Italia]], le 15.720 unità. In quell'anno iniziarono una serie di trasformazioni che cancellarono l'aspetto ancora seicentesco del borgo e gettano le basi per quello attuale. Dal dicembre dell'anno precedente venne attivato anche il collegamento ferroviario con Milano:<ref>[http://www.trenidicarta.it/aperture.html www.trenidicarta.it]</ref> entrò in funzione la [[Stazioni ferroviarie di Busto Arsizio|prima stazione]] del comune e venne fondato l'asilo S. Anna.
 
Dalla metà del [[XIX secolo]] la moderna industra cominciò ad avere un ruolo sempre più importante, tanto che in poche decadi Busto Arsizio diventò la cosiddetta "Manchester d'Italia"<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/12/Busto_Arsizio_Manchester_co_5_0205121984.shtml Corriere della Sera]</ref> ({{cn|nel [[1862]] contava già 51 ditte, in gran parte filature o tessiture}}). Infatti, quando la prima industria trovò nelle acque del fiume [[Olona]] un fondamentale mezzo per il suo sviluppo, il borgo, la cui fama nel campo tessile risaliva al Medioevo, gettò le basi per trasformarsi in una città all'avanguardia nel campo industriale, grazie alla dedizione al lavoro radicata nei suoi abitanti.
 
Il [[30 ottobre]] del [[1864]] Busto Arsizio ottenne nel [[Regno d'Italia]] il titolo di [[città dell'Italia|città]]<ref>[http://www.araldicacivica.it/vecchio%20sito/Lombardia/Comuni%20va/busto%20arsizio.htm www.araldicacivica.it]</ref> e, in base alla legge sull'ordinamento comunale del [[1865]], il comune dovette essere amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio. Da quell'anno fu istituito anche il Tribunale civile e penale di Busto Arsizio (il quale acquisì per un periodo le competenze del Tribunale di Varese).<ref>Il Tribunale di Varese fu soppresso con regio decreto 24 marzo 1923, n. 601 (r.d. 601/1923), e ripristinato con regio decreto 31 maggio 1928, n. 1320 (r.d. 1320/1928). Vedi [http://plain.lombardiastorica.it/index.php?page=view_sprod&idsprod=MIDB0002A9&tipo=Ente&num_page=1&lettera=A Lombardia Storica].</ref> Accanto alla crescita di prestigio della città, si ebbe un aumento demografico, che permisero di proporre il progetto di suddividere nuovamente Busto Arsizio in due parrocchie. {{cn|La richiesta venne inviata alla Prefettura di Milano nel [[1869]], che la girò alla Curia Arcivescovile}}.
 
{{cn|L'espansione della città ebbe grossi effetti anche sull'economia. Nel [[1873]], quindici anni dopo l'apertura della filiale bustese della ''Cassa di Risparmio'', venne fondata la [[Banca di Busto Arsizio]]. Quattro anni dopo, nel [[1877]], venne abbattuta la porta dei ''Re Magi'' (la porta ''Milano'' era stata demolita negli anni '60). Nel [[1882]] vennero completati i lavori iniziati due anni prima per la linea ferroviaria delle [[Ferrovie Nord]] ed entrò in funzione la [[Stazioni ferroviarie di Busto Arsizio|seconda stazione]] di Busto Arsizio.}}
 
Negli ultimi 15 anni del XIX secolo iniziò l'attività di [[Enrico dell'Acqua]], pionere italiano dell'esportazione cotoniera nel mondo, ed in particolare in Africa, in Asia minore e in America del Sud, dove la presenza di masse compatte ed agiate di italiani poteva garantire il buon esito dell'impresa, che si concluse nel primo decennio del secolo successivo. Busto Arsizio acquistò così la duplice natura di città cotoniera e meccanica, situazione che le assicurò a lungo fortuna e benessere.
 
A fine secolo, nel [[1891]] venne aperto il ''Teatro Sociale'', progettato dall'architetto Achille Sfondrini (1836-1900, già autore nel 1872 del Carcano di Milano e nel 1880 del Costanzi di Roma). Il primo spettacolo fu "La forza del destino" di G. Verdi e F.M. Fiori ([[27 settembre]]).<ref>AA.VV. ''Del teatro - 150 anni di vita teatrale di Busto Arsizio'', 1991, p.55.</ref> Due anni dopo, nel [[1893]], venne aperto il nuovo [[Cimitero Monumentale di Busto Arsizio|Cimitero Monumentale]], che sostituiva quello nel prato di San Gregorio, appena fuori dal perimetro dell'antico borgo.
 
=== XX e XXI secolo ===
[[Immagine:Busto Arsizio Mussolini.jpg|thumb|right|250px|[[Benito Mussolini]] inaugura la nuova stazione ferroviaria (25 ottobre 1924)]]
[[Immagine:Busto Arsizio Piazza Garibaldi 1950.jpg|thumb|right|250px|Piazza Garibaldi all'inizio degli [[Anni 1950|anni cinquanta]].]]
[[Immagine:CeppoMalpensaBustesi.jpg|thumb|250 px|Ceppo commemorativo ai cittadini di Busto Arsizio situato nell'aeroporto della Malpensa (ex-aeroporto Città di Busto Arsizio).]]
 
I primi anni del Novecento furono un periodo di grandi fermento e trasformazione per la città. Le novità tecnologiche e i nuovi mezzi di trasporto indussero molti imprenditori a riorganizzare o ampliare i propri stabilimenti.<ref>Gian Franco Ferrario, Emozioni Liberty, Macchione Editore. Pag. 8.</ref> Il notevole incremento demografico (Busto Arsizio nel [[1901]] aveva oltre 24.000 abitanti) rese precario l'assetto urbanistico della città e per questo motivo si stesero diversi progetti per Piano Regolatore.
 
Contemporaneamente, si riaccesero le speranze di suddividere nuovamente la città in due parrocchie. Inizialmente si voleva suddividere Busto Arsizio tramite la direttrice nord-sud che passa per piazza Santa Maria, ottenendo due zone quasi omogenee per estensione e numero di abitanti.<ref>"La Regione Lombarda", anno VIII, n° 42, Milano, domenica 21/10/1900.</ref> {{cn|Nel luglio del 1901, il cardinal [[Andrea Carlo Ferrari]] giunse a Busto Arsizio in una visita pastorale che nella Pieve non si svolgeva dal 1753, ma non si espresse in merito alla faccenda}}. Finalmente, nel [[1906]], tre anni dopo la inaugurazione della prima scuola rionale,<ref>Si tratta delle Scuole Manzoni, il cui edificio fu progettato da [[Camillo Crespi Balbi]] ed eretto nel ''Piazzale della Fiera''.</ref> il secondo beneficio curato di San Michele venne eretto a parrocchia.<ref>{{cn|Nel [[1908]], in occasione della visita pastorale del cardinal [[Andrea Carlo Ferrari]], venne composto un omaggio poetico: ''[...] Salve Duce di Cristo Campione, | Salve Prence, di Busto Signore, | San Michele ti deve l'onore | Se parrocchia si può riguardar. [...]''}}</ref>
 
Per quanto riguarda l'architettura bustese, nei primi anni del nuovo secolo cominciarono a sorgere le prime ville in [[Art Nouveau|stile Liberty]], le cui caratteristiche principale sono la rottura della rigida simmetria del passato e l'utilizzo dell'ornamento geometrico o floreale come espressione della libertà compositiva. Le prime avvisaglie bustocche del nuovo stile si incontrano nei [[ferro battuto|ferri battuti]] di [[Alessandro Mazzucotelli]] nelle ville [[villa Ottolini-Tosi|Ottolini-Tosi]] e [[villa Ottolini-Tovaglieri|Ottolini-Tovaglieri]]. Successivamente, [[Silvio Gambini]] progettò diversi edifici in stile Liberty, come i Molini Marzoli Massari e la villa Leone.
 
Nel [[1915]] a Busto Arsizio venne fondata la [[Ferrovie Meridionali Sarde|Società Anonima Ferrovie Meridionali Sarde]] con lo scopo di costruire una [[ferrovia]] a [[scartamento ridotto]] (950 [[mm]]) nel sud ovest della Sardegna, secondo un progetto approvato dal Governo e risalente al [[1911]].
 
Il primo dopoguerra coincise con un momento difficile per l'industria, ma il censimento industriale del [[1927]] mise in rilievo il ritorno ad una la situazione favorevole.<ref>A Busto Arsizio vi erano 633 industrie che davano lavoro a 13578 addetti, di cui 8932 nelle industrie tessili. C.Magni, G.Paciarotti. Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società - pag. 32.</ref>
 
Nel 1927 venne inaugurato lo [[Stadio Speroni]]. In quello stesso anno, Busto Arsizio non venne scelta come capoluogo pur essendo la città più grande della nuova provincia istituita unendo comuni già appartenenti alle province di Milano, Novara e Como.<ref>[http://www.gallarateinrete.it/opinioni/2007/20070102.htm La provincia di Varese compie 80 anni: portati male]</ref> Un fattore che contribuì fortemente a questa decisione fu il comportamento dei bustocchi nel giorno della visita di [[Mussolini]] alla città in occasione dell'inaugurazione della [[Stazione di Busto Arsizio|nuova stazione ferroviaria]], nell'ottobre del [[1924]].<ref name=TosiMussolini>Nel resoconto del giornale "Avanti!" si legge: "Il discorso non destò interesse alcuno. [...] Attraversò il paese fra il disinteresse generale e giunto alla stazione partì subito per Milano. Alla sera, grande illuminazione e musica in ogni piazza. Busto era tutta per le strade, sembrava che le persone non finissero più. E dire che per il Duce nessuno si era scomposto e solo pochi curiosi facevano ala al corteo.</ref> Il [[6 aprile]] dello stesso anno ebbero luogo le elezioni generali, che si svolsero sotto il controllo dei fascisti. {{cn|Nonostante l'incitamento al dovere, votò solo il 73% degli aventi diritto e il successo della lista di destra fu meno ampio del previsto}}<ref>{{cn|La lista nazionale ottenne 1355 voti, seguita dai Social-unitari con 1152 voti, dai Popolari con 984 voti, dai Social-comunisti con 712 voti, dai Massimalisti con 673 voti. Le altre liste ottennero 170 voti e le schede nulle furono 608.}}</ref> e ben al di sotto della percentuale nazionale del 64%.
 
Nel [[1928]] a Busto Arsizio vennero aggregati i [[comune|comuni]] di [[Borsano]] e di [[Sacconago]] ({{cn|che al censimento del 1931 contavano rispettivamente 2413 e 4435 abitanti, su un totale della città di 39841 abitanti, che la confermavano la città più popolosa della [[Provincia di Varese|provincia]]}}).
 
{{cn|Durante il [[ventennio]], è indubbio che due preti furono tra i promotori dello sviluppo della città: don Paolo Cairoli per il quartiere dei Santi Apostoli (ancor oggi si dice popolarmente quartiere "don Paolo") e don Ambrogio Gianotti per il quartiere di Sant'Edoardo.}}
 
Busto Arsizio partecipò attivamente alla lotta armata di Resistenza sulle montagne e al lavoro clandestino di supporto, che si svolgeva in città. {{cn|Gli operai organizzarono diversi scioperi fin dalla primavera del [[1943]].}} {{cn|Si formarono alcune brigate partigiane: la Raimondi, la 102° brigata Garibaldi e la Lupi, che agiva a Sacconago. Anche i sacerdoti della città parteciparono silenziosamente alla Resistenza. L'ordine di insurrezione finale partì la mattina del [[25 aprile]] [[1945]], dalla chiesa di Sant'Edoardo, nella quale si era stabilito un nucleo partigiano. In serata, dopo che i fascisti e i tedeschi ebbero accettato la resa, la radio Busto Libera diede l'annuncio della liberazione della città e dell'[[Altomilanese]]. Busto Arsizio fa parte delle [[città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione|città decorate]] ed è stata insignita della [[Medaglia di Bronzo al Valor Militare|medaglia di bronzo al valor militare]] per i meriti acquisiti durante la [[Partigiano|lotta partigiana]] nel corso della [[seconda guerra mondiale]].}}
 
Intanto, a poco a poco, si stavano creando tutte le nuove parrocchie che si sommarono alle quattro storiche già esistenti. La prima fu quella dei Santi Apostoli in ''via Genova'' ([[1930]]). Successivamente vennero create Sant'Edoardo ([[1947]]), San Luigi nel rione Beata Giuliana ([[1958]]), Sant'Anna nel villaggio omonimo ([[1961]]) e Santa Maria Regina ([[1964]]). La parrocchia del Redentore fu istituita nel [[1973]], seguita dieci anni più tardi da quella del Sacro Cuore ([[1983]]), conosciuta come parrocchia dei Frati. Le ultime due parrocchie create furono quella di San Giuseppe ([[1990]]) e di Santa Croce di Brughetto ([[1991]]).<ref>[http://www.santamariaregina.it/chieseBA/introduzione.shtml Chiese Parrocchiali]</ref>
 
Nel secondo dopoguerra, lo sviluppo riprese e numerose furono le iniziative sostenute finanziariamente dai bustocchi e dai bustesi tra le quali l’aeroporto intercontinentale della [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Malpensa]], già '''Aeroporto Città di Busto Arsizio''', e la Mostra Internazionale del Tessile che, insediata nel territorio di Castellanza, fu però sviluppata da un consorzio in cui Busto Arsizio ebbe una parte dominante.<ref>[http://www.araldicacivica.it/vecchio%20sito/Lombardia/Comuni%20va/busto%20arsizio.htm Busto Arsizio]</ref> Il [[22 maggio]] [[1948]] venne fondata in città la [[Società Esercizi Aeroportuali|SEA]] con il nome di ''Società Aeroporto di Busto Arsizio'', che nel [[1955]] assunse l'attuale denominazione.
 
Gli abitanti, che nel [[1949]] erano 49.200, salirono a 55.930 nel [[1955]] e a 78.601 nel [[1971]], anche grazie alla forte immigrazione, molto accentuata soprattutto negli anni tra il [[1960]] e il [[1964]], quando il saldo migratorio superò i 1500 abitanti ogni anno.<ref>C.Magni, G.Paciarotti. Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società - pag. 45.</ref> Proprio in previsione di tale crescita demografica, l'Amministrazione Comunale decise la costruzione del ''Villaggio Sant'Anna'', realizzata tra il [[1958]] e il [[1960]] da un gruppo di architetti coordinati da [[Enrico Castiglioni]].
 
===Stemma, gonfalone e onorificenze===
[[Immagine:Busto Arsizio-Stemma.png|thumb|right|80px|Stemma della città di Busto Arsizio.]]
[[Immagine:Medaglia_di_bronzo_al_valor_militare.svg|thumb|right|80px|Medaglia di Bronzo al Valor Militare.]]
 
====Stemma====
{{quote| Il Comune ha come stemma civico uno scudo troncato di rosso e d'argento, a due lettere maiuscole B dell'uno nell'altro, alla fiamma di rosso nascente dalla punta dello scudo e ornamenti esteriori da Città. |Descrizione dello Stemma Civico del Comune di Busto Arsizio, Art. 5 comma 1, Statuto Comunale<ref name=Statuto>
[http://www.comune.bustoarsizio.va.it/dbdocs/128_StatutoComune.pdf Statuto Comunale]</ref>}}
 
====Gonfalone====
{{quote| Il Comune ha come gonfalone un drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'oro, caricato dello stemma civico con l'iscrizione centrata in oro "Città di Busto Arsizio". Le parti di metallo e i nastri sono dorati. L'asta verticale é ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.|Descrizione del Gonfalone del Comune di Busto Arsizio, Art. 5 comma 2, Statuto Comunale<ref name=Statuto/>}}
 
====Onorificenze====
*La Città è stata insignita il [[2 giugno]] [[1963]], da parte del presidente della Repubblica [[Antonio Segni]], della ''Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell'Arte''.<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=5070&iddecorato=4649 Medaglia d'Oro]</ref>
*Busto Arsizio fa parte delle [[città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione|città decorate]] ed è stata insignita della [[Medaglia di Bronzo al Valor Militare|medaglia di bronzo al valor militare]] per il ruolo rilevante tenuto ed i meriti acquisiti durante la [[Partigiano|lotta partigiana]] nel corso della [[guerra di Liberazione]] al termine [[seconda guerra mondiale]].<ref>La motivazione è visionabile all'url del [http://www.istitutonastroazzurro.it/comunedibustoarsizio.html Sito dell'Istituto Nastro Azzurro]</ref>
 
== Monumenti e luoghi di interesse ==
Pur essendo una città essenzialmente industriale, l'urbe di Busto Arsizio conserva numerosi monumenti di carattere prettamente ecclesiastico. Tuttavia, più che in qualsiasi altra città del circondario, lo sviluppo economico borghese ad inizio del XX secolo ha comportato il fiorire di costruzioni in [[Art Nouveau|stile Liberty]] e [[Art Déco]], che ancor oggi si possono osservare passeggiando per le vie della Città. L'importante testimonianza del Liberty bustocco ricorda gli antichi sfoggi di una grande potenza industriale.
 
=== Architetture religiose ===
{{F|chiese|dicembre 2008}}
Attualmente a Busto Arsizio esistono ventiquattro chiese, tre cimiteri e diverse cappelle situate all'interno dell'ospedale, della casa di riposo e degli oratori. Un segno di “civitas cristiana”, come fece notare<ref>[http://www.santamariaregina.it/chieseBA/introduzione.shtml Introduzione di mons. Livetti]</ref> l'ex-prevosto di San Giovanni Battista, monsignor Claudio Livetti. Alcune di queste chiese, in particolare san Giovanni Battista, san Michele Arcangelo e santa Maria di Piazza sorsero prima dell'anno mille. In età comunale nacquero le prime rettorie, poi denominate parrocchie. Esse comportavano la presenza di un sacerdote al quale era affidava la cura delle anime e che generalmente era residente presso una chiesa preesistente. La situazione di Busto Arsizio, sebbene ancora sotto la pieve di Olgiate Olona, particolare: la comunità, sulla base delle sue crescenti disponibilità economiche, formò, non uno, ma cinque benefici curati fra il secolo XIII e il XVI, tre presso la chiesa di san Giovanni Battista e due presso quella di san Michele Arcangelo. Di conseguenza si formarono di fatto due parrocchie, mentre la chiesa di santa Maria, situata nella piazza centrale del borgo, si configurava come Santuario, senza incombenze parrocchiali. Quando san [[Carlo Borromeo]], nel [[1583]], trasferì a Busto Arsizio le dignità ecclesiastiche della pieve (cioè del distretto), i [[curato|curati]] di san Giovanni e di san Michele vennero innalzati al grado di [[canonico|canonici]], ma ridotti al compito di coadiutori del prevosto nella cura delle anime. Busto Arsizio fu pertanto considerata formalmente parrocchia unica. Tale situazione perdurò fino al [[1906]], quando a san Michele venne restituita a pieno titolo la funzione di parrocchia. Successivamente, nel [[1928]], [[Borsano]] e [[Sacconago]] vennero annesse al comune, aumentando a quattro il numero delle parrocchie. Nel corso degli anni si sono poi formate le altre parrocchie fino ad arrivare al numero attuale, di tredici.
 
[[Immagine:Busto Arsizio - chiesa di San Giovanni Battista.JPG|thumb|150px|right|Basilica di San Giovanni Battista]]
==== Basilica di San Giovanni Battista ====
La [[Chiesa (architettura)|chiesa]] di [[San Giovanni Battista]] ([[santo patrono]] della città) ha il titolo di [[Basilica#Basiliche|Basilica]] romana minore. L'edificio attuale fu costruito tra il [[1609]] e il [[1635]] nel luogo dove esisteva la primitiva cappella a tre navate dedicata dai longobardi ad uno dei loro santi protettori. Il campanile venne aggiunto a tale cappella tra il [[1400]] e il [[1418]], dunque risulta essere più antico della chiesa attuale. La facciata, completata tra il [[1699]] e il [[1701]] da Domenico Valmagini, presenta un ordine inferiore di lesene binate ioniche, un breve protiro con frontone arcuato, porte di rame e di bronzo, statue e bassorilievi. Nel solenne interno di questo luogo di culto, progettato dall'architetto [[Francesco Maria Richini|Francesco Maria Ricchino]], vi sono diversi dipinti del pittore bustocco [[Daniele Crespi]], come il ''Cristo morto con San Domenico''. Sul fianco destro della chiesa si trova il ''mortorio'', un tempietto di cui non si conosce l'autore, costruito tra il [[1689]] e il [[1692]]. La piazza antistante la chiesa è stata creata demolendo alcuni edifici presistenti e utilizzando l'area dell'antico cimitero, antecedente a quello che venne poi costruito appena fuori dal borgo, nell'attuale ''Parco Ugo Foscolo''.
 
==== Santuario di Santa Maria di Piazza ====
{{vedi anche|Santuario di Santa Maria di Piazza (Busto Arsizio)}}
[[Immagine:20071226SMaria.jpg|200px|thumb|left|Santuario di Santa Maria di Piazza]]
L'edificio sacro più notevole dell'arte [[Rinascimento|rinascimentale]] bustocca è il [[Santuario di Santa Maria di Piazza (Busto Arsizio)|Santuario di Santa Maria di Piazza]] (detta anche Santuario della Beata Vergine dell'Aiuto). L'edificio sorge nel centro storico della città dove sorgeva una precedente chiesa dedicata alla Madonna, che a sua volta aveva sostituito una cappella risalente all'epoca della cristinizzazione. Questo splendido santuario fu costruito rapidamente tra il [[1515]] e il [[1522]]. Escluso [[Bramante]] per ragioni di data, due nomi compaiono nei documenti, se pur citati in modo generico, quello di un [[Antonio da Lonate]] (autore del modello per il [[Vigevano#Le chiese#Duomo|Duomo di Vigevano]]) e quello di "magistro Tomaxio ingeniero", probabilmente [[Tommaso Rodari]], il noto scultore e architetto attivo nel Duomo di Como, allievo di [[Giovanni Antonio Amadeo]]. Il primo avrebbe impostato la pianta centrale, per la quale si è ipotizzata l'esistenza di un disegno bramantesco, "Bramanti secutus exemplar"; il secondo avrebbe eseguito i due portali a ovest e a sud, e forse l'elegante loggiato nel tamburo sotto la cupola. Internamente, la parte bassa, quadrata, che è tagliata negli angoli da archi diagonali formanti nicchie e cuffie, rimanda ai numerosi studi di chiese a pianta centrale compiuti da [[Leonardo]] mentre il tamburo ottagonale con una ghiera di nicchie (la corona dei 12 santi) e le otto unghie della volta di copertura riecheggiano gli esempi di Santa Maria Incoronata di Canepanova a [[Pavia]] e dell'Incoronata a [[Lodi]] e di Santa Maria della Croce a [[Crema]]). All'esterno, il rigoroso volume cubico scandito da lesene è sormontato da un tiburio con gugliotti e lanterna che interpreta in forme più leggere ed eleganti la tipologia della tradizione lombarda (come già nel non lontano [[Santuario della Beata Vergine dei Miracoli|Santuario di Saronno]]). All'interno si possono ammirare opere di scultura e dipinti di [[Gaudenzio Ferrari]] (come ''l'Ultima cena'', nell'altare di destra), [[Bernardino Luini]] ed una copia della perduta ''Madonna delle Vittorie'' di [[Giovan Paolo Lomazzo]].
Ogni anno, nel perodo [[Natale|natalizio]], nella piazza antistante la chiesa, viene realizzato un [[presepio]] con statue in [[gesso (materiale)|gesso]] a grandezza naturale.
Del santuario di Santa Maria esiste una copia esatta, ma più piccola, a [[Crespi d'Adda]].
 
==== Chiesa di San Michele Arcangelo ====
{{vedi anche|Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)}}
[[Immagine:Chiesa di San Michele Arcangelo.JPG|thumb|left|Chiesa di San Michele Arcangelo]]
Una delle chiese principali della città è quella di San Michele Arcangelo, [[santo patrono]] della città,<ref>La Chiesa di San Michele, Origine e Storia. Vol. I. pag. 15, nota 4.</ref> la quale è anche sede di prepositura. Con il suo [[campanile]] risalente al X secolo, che costituisce l'elemento architettonico più antico della città, è situata al limite nord dell'antico borgo, in una zona leggermente più alta del resto dell'abitato esistente all'epoca. Per questo motivo si è molto propensi a pensare che la base del campanile stesso fosse una delle torri di una fortificazione preesistente, all'interno della quale probabilmente esisteva una cappella dedicata a tale santo (si ricordi che San Michele Arcangelo è patrono dei [[Longobardi]]). La prima citazione della chiesa di San Michele risale al 1300 circa. Tra il [[1652]] e il [[1679]] venne ricostruita dall'architetto [[Francesco Maria Richini|Francesco Maria Ricchino]], che decise di capovolgerne l'orientazione. Nel [[1796]] fu completata la facciata, restaurata tra il [[1924]] e il [[1925]]. Le pareti laterali e la volta furono restaurate nel [[1834]]. Nel [[2007]] sono iniziati dei lavori di restauro della torre campanaria, che si sono conclusi l'anno successivo. Nella chiesa sono conservate varie reliquie, tra le quali l'interno corpo di [[San Felice (martire)|San Felice martire]]. Nella cappella invernale, ricavata nel [[1991]], si trova un crocifisso ligneo della metà del 1300, che viene utilizzato nella funzione del [[Venerdì Santo]] per commemorare la passione e la morte in croce di [[Gesù]].
 
==== Chiesa di San Rocco ====
{{vedi anche|Chiesa di San Rocco (Busto Arsizio)}}
[[Immagine:SanRoccoBustoArsizio.jpg|120px|thumb|right|Chiesa di San Rocco]]
Eretta dopo l'epidemia di peste del [[1485]] (che fece 1100 morti nel borgo secondo lo storico Crespi Castoldi) e dedicata a [[San Rocco]], invocato ausiliatore contro le pestilenze, venne ricostruita negli anni [[1706]]-[[1713]] grazie ad offerte minute dei contradaioli su un'area donata dall'avvocato Carlo Visconti. L'interno della chiesa conserva affreschi di Salvatore e Francesco Maria Bianchi ([[1731]]) e [[Biagio Bellotti]]. La facciata, completata nel [[1895]], presenta due statue: quella di San Rocco e quella di [[San Giuseppe]]. Nel [[1909]], grazie al decisivo contributo delle sorelle Bottigelli Pajàscia, la chiesa venne allungata e l'altare retrocesso di 7-8 metri. Un tempo i contadini portavano i loro animali per la benedizione in San Rocco. Da 26 anni, nel mese di settembre, presso la chiesa si celebra la sagra di San Rocco, una festa tradizionale di 3 giorni di concerti, sfilate e mercatini scanditi dalle Sante Messe solenni e dai Vesperi solenni. Durante tale contesto è possibile assaggiare il tradizionale ''pane di San Rocco''. Oggi San Rocco è una delle quattro chiese appartenenti alla parrocchia prepositurale di San Michele Arcangelo, oltre a Madonna in Prato, a San Carlo e alla chiesa parrocchiale.
 
==== Altre chiese ====
[[Immagine:Chiesa di Madonna in Campagna a Sacconago (Busto Arsizio) (VA).jpg|200px|thumb|right|Chiesa di Madonna in Campagna]]
[[Immagine:SanCarloBustoArsizio.jpg|200px|thumb|right|Chiesa di San Carlo]]
Il territorio di Busto Arsizio è attualmente suddiviso in tredici parrocchie. Oltre alle tredici chiese parrocchiali, ne esistono altre undici, più i ruderi di una dodicesima (la chiesa di Santa Croce, appartenente alla parrocchia di S. Giovanni Battista).
*Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana
*Chiesa del Santissimo Redentore
*Chiesa di San Giuseppe
*Santuario del Sacro Cuore di Gesù (Frati)
*Chiesa di Santa Maria Regina (Madonna Regina)
*Chiesa di Santa Croce
*Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Borsano)
*Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Sacconago)
*Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (Santi Apostoli)
*Chiesa di Sant'Anna
*Chiesa di Sant'Edoardo
*Chiesa di Madonna in Prato (parrocchia di S. Michele Arcangelo)
*Chiesa di San Carlo (parrocchia di S. Michele Arcangelo)
*Chiesa di Sant'Antonio abate (parrocchia di S. Giovanni Battista)
*Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto (parrocchia di San Giovanni Battista)
*Tempio civico di Sant'Anna (Beata Vergine delle Grazie)
*Chiesa di Madonna in Veroncora (parrochia di SS. Redentore)
*Chiesa di San Bernardino (Cascina dei Poveri)
*Chiesa di Sant'Antonio da Padova (parrocchia di Borsano)
*Chiesa di Madonna in Campagna (parrocchia di Sacconago)
 
==== Cimitero Monumentale ====
{{vedi anche|Cimitero Monumentale di Busto Arsizio}}
[[Immagine:20071226Cimitero.jpg|200px|thumb|right|Cimitero Monumentale]]
Il cimitero Monumentale è uno dei tre cimiteri attualmente esistenti nel territorio della città di Busto Arsizio, oltre ai cimiteri di Sacconago e di Borsano. Alla fine del [[XIX secolo]] il precendente campo santo, situato appena fuori dai confini dell'antico borgo, sul terreno oggi occupato dal ''Parco Ugo Foscolo'', divenne troppo piccolo per i bisogni della comunità. Pertanto, si rese necessaria la costruzione di un nuovo e più spazioso cimitero. Il cimitero monumentale fu progettato dall'architetto Ercole Seves sul modello del cimitero di [[Milano]] di [[Carlo Maciachini]]. Venne edificato in un luogo allora lontano dall'abitato, all'incrocio tra la via per Lonate e la via Corbetta. Fu inaugurato nel [[1894]]. Nel corso degli anni ha subito molte ampliazioni, fino a ricoprire una superficie circa doppia di quella iniziale. Una delle realizzazioni più significative è il Mausoleo della famiglia Ottolini, progettato dall'architetto [[Camillo Crespi Balbi]]. Il [[29 settembre]] del [[2000]], per la prima volta in tutta la provincia, venne celebrato da Monsignor Claudio Livetti, ex-prevosto di San Giovanni, il funerale di sette bambini non nati. Da allora, ogni ultimo venerdì del mese vengono seppelliti i feti abortiti in modo spontaneo o volontario.
 
=== Architetture civili ===
{{F|architettura|dicembre 2008}}
[[Immagine:20071226Municipio.jpg|200px|thumb|right|Palazzo Gilardoni]]
Oltre alle numerose architetture religiose, sono degne di nota anche le ville, i palazzi e quanto resta delle strutture industriali in [[Art Nouveau|stile Liberty]] costruite ai margini del centro storico della città durante il suo sviluppo industriale. Due tra le ville più importanti sono la Ottolini-Tosi e la Ottolini-Tovaglieri, situate nei pressi di ciò che costituisce un mirabile gioiello di archeologia industriale, ovvero la sede dell'ex-Cotonificio Bustese, che attualmente accoglie il museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio. Altri edifici interessanti dal punto di vista architettonico sono la villa Leone e i Molini Marzoli Massari, entrambi progettati dall'architetto [[Silvio Gambini]] in stile Liberty. Nel cuore del centro storico si trova il palazzo Marliani-Cicogna, oggi sede della biblioteca comunale ed un tempo residenza del conte di Busto Arsizio. Infine non si può dimenticare l'attuale sede del municipio, palazzo Gilardoni, ex-ospedale cittadino.
 
==== Villa Ottolini-Tosi ====
{{vedi anche|Villa Ottolini-Tosi}}
[[Immagine:20071225Tosi 5.jpg|200px|thumb|right|Villa Ottolini-Tosi]]
La villa Ottolini-Tosi è la più grandiosa delle ville di Busto Arsizio ed era di proprietà di Ernesto Ottolini, uno dei tre figli di Carlo Ottolini, il padrone del cotonificio omonimo. È collocata a poca distanza dalle altre due residenze che ospitavano la famiglia di Ernesto ed Antonio Ottolini (quest'ultima fu poi demolita). Il progetto della villa fu redatto da [[Camillo Crespi Balbi]], l'architetto di fiducia degli Ottolini. L'edificio fu costruito nel [[1902]] e la sua tipologia è quella del castello medievale. Si articola su due piani principali fuori terra ed uno, seminterrato, destinato agli ambienti di servizio. In corrispondenza della zona a sud-ovest è presente un terzo piano fuori terra. La villa è dominata da un torrione che costituisce una sorta di ambiente di guardia. Un elemento fondamentale della villa è la massiccia presenza di ferri battuti, tutti realizzati da [[Alessandro Mazzucotelli]].
 
==== Villa Ottolini-Tovaglieri ====
{{vedi anche|Villa Ottolini-Tovaglieri}}
[[Immagine:20071226Tovaglieri 1.jpg|200px|thumb|right|Villa Ottolini-Tovaglieri]]
La villa '''Ottolini-Tosi''' è una delle tre ville Ottolini di Busto Arsizio ed era di proprietà di Enrico Ottolini, uno dei tre figli di Carlo Ottolini, il padrone del [[Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio|cotonificio omonimo]]. Il progetto della villa fu redatto da [[Camillo Crespi Balbi]]. La villa, collocata dentro la cerchia del borgo antico, costituisce un vero e proprio monumento al potere economico della borghesia industriale della città di Busto Arsizio. L'edificio si articola su tre piani più un seminterrato destinato alle cantine. Il piano rialzato, che poggia su uno zoccolo di grossi blocchi di pietra squadrati, è rivestito da blocchi sommariamente squadrati e disposti a file di spessore che diminuisce man mano. L'esterno è caratterizzato da uno spazio verde di dimensioni molto ridotte, che fanno apparire la villa come un palazzo cittadino. Risultano particolarmente interessanti gli splendidi ferri battuti di [[Alessandro Mazzucotelli]].
 
==== Villa Leone ====
[[Immagine:20071226VillaLeone.jpg|200px|thumb|right|Villa Leone]]
La villa, in stile Liberty, è una delle più sontuose di Busto Arsizio. Fu progettata dall’architetto [[Silvio Gambini]] nel 1910, quando lavorava ancora presso lo studio dell’ingegner Guglielmo Guazzoni e frequentava [[Giuseppe Sommaruga]]. L’edificio, la cui struttura è rimasta inalterata negli anni, pur avendo perso alcuni particolari decorativi quali la fascia colorata del sottogronda,<ref>Gian Franco Ferrario. Emozioni Liberty. Macchione Editore. Pag. 39.</ref> si affaccia su via ''XX settembre''. Presenta due piani rialzati ed un sottotetto abitabile. La veranda, che emerge dalla pianta della villa, è coperta da una terrazza di travetti a raggiera. La finestra ovoidale tripartita riprende quella di Villa Ferrario in via Palestro, anch’essa di Silvio Gambini, progettata nel [[1903]]. Al centro della finestra è posto un tondo con le iniziali del primo proprietario della casa, Leone Edoardo. La facciata è movimentata da cornici aggettanti, [[lesena|lesene]] e profilature.
 
==== Palazzo Marliani-Cicogna ====
[[Immagine:20080828PalazzoCicogna2.jpg|200px|thumb|left|Palazzo Marliani-Cicogna]]
Nel cuore del centro storico di Busto Arsizio, sulla Piazza Vittorio Emanuele II, antica piazza ''dùl Conti'', si affaccia il palazzo Marliani-Cicogna. Dopo aver comprato alla famiglia Rasini un edificio cinquecentesco, il conte Luigi Marliani acquistò anche la parte di fossato che vi si affacciava per costruirvi la propria dimora. Tra il [[1624]] e il [[1653]] vennero operate dallo stesso Luigi e dal nipote Carlo una serie di importanti trasformazioni ed ampliamenti dell’edificio. L’impianto della dimora dei Marliani verrà ulteriormente modificato nella prima metà del Settecento. Attorno al [[1820]], la famiglia Cicogna Mozzoni, che aveva ottenuto il passaggio di proprietà del palazzo dai conti Gamberana, lo vendette all’Amministrazione della comunità che vi collocò gli uffici comunali e distrettuali. In quegli anni vi si attivarono le nuove carceri sul retro del palazzo, sistemate nell’edificio progettato da Francesco Croce nel [[1762]] in origine come Casa di correzione per la gioventù ed Albergo dei Poveri. <ref>C.Cantù. Grande illustrazione del Regno Lombardo-Veneto. Ossia storia delle città, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni. Milano 1857-61. p. 897</ref> Dopo il trasferimento della Deputazione Comunale a Palazzo Gilardoni, nel [[1862]] si deliberarono i lavori di riparazione del palazzo per adattarlo al suo futuro uso: quello di Tribunale del Circondario (da qui uno dei vecchi nomi della piazza antistante: "piazza Giustizia"). Gli uffici giudiziari vennero spostati nella nuova sede attorno al [[1970]]. La scelta dell’amministrazione comunale fu quella di concentrare nel palazzo una parte consistente dei servizi culturali, in continuità con la presenza della Biblioteca Civica, ivi trasferita già negli anni ’50 del secolo scorso. Oggi il Palazzo ospita, oltre alla biblioteca comunale, anche il museo dedicato allle Civiche Raccolte d’Arte. Al centro della piazza antistante è stato collocato nel [[1958]] un monumento ai caduti sul lavoro dell'artista Enrico Manfrini,<ref>{{cita pubblicazione|rivista=La Prealpina|titolo=articolo nella sezione "Busto Arsizio"|data=23-05-2008}}</ref> formato da due stele in granito rosa contenenti tre uomini nudi in caduta; a causa del monumento la piazza è popolarmente indicata come "piazza ''tri Cù''" (letteralmente "Piazza tre Culi").
 
=== Archeologia industriale ===
{{F|architettura|dicembre 2008}}
[[Immagine:20081224CalzaturificioBorri(2).JPG|Calzaturificio Borri|200px|thumb|right|Calzaturificio Borri]]
Grazie allo sviluppo industriale, partito nella metà dell'[[Ottocento]], Busto Arsizio è molto interessante dal punto di vista dell'[[archeologia industriale]], per la presenza di numerosi edifici storici industriali dismessi. In questi ultimia anni, sono stati avviati numerosi piani per il recupero di tali aree. Si segnalano, in quanto agli edifici industriali riutilizzati: l'ex Cotonificio Bustese (fondato nel [[1887]] e chiuso nel [[1978]], i cui edifici attuali sono di fine Ottocento), ora [[Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio]]; gli ex Molini Marzoli Massari (costruiti nel periodo 1906-1926 in stile liberty e dismessi nel 1975), ora polo culturale e Università degli Studi dell'Insubria; l'ex Cotonificio Giovanni Milani, fondato nel 1870, costruito tra il 1880 e gli anni '20, chiuso negli anni '60, demolito nel [[2004]] e sulla cui area è stato creato un parco pubblico (restano, a memoria, le due ciminiere ed il portale); l'ex tessitura Lissoni & Castiglioni, ora negozio di mobili "R.Z."; l'ex Cotonificio Ercole Bossi (ante 1875), ora sede ACLI; l'ex Tessitura Airoldi & Pozzi (ante 1896), ora banca Barclays; l'ex Calzaturificio Borri, fondato nel [[1892]], acquistato dal comune nel 2001 e in attesa di un progetto di recupero. Si segnalano infine l'ex Cotonificio Venzaghi (1906), spartito tra aziende minori, e lo stabilimento sinaghino dell'ex Cotonificio Enrico Candiani (1907), sede ora della Manifattura Randi (dal 1970).
 
==== Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio ====
{{vedi anche|Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio}}
[[Immagine:Busto Arsizio - Museo del tessile.JPG|200px|thumb|right|Museo del tessile]]Il Museo del tessile e della tradizione industriale, appena fuori dal centro storico, è stato inaugurato il 30 gennaio 1997 ed ha in esposizione [[Telaio (tessitura)|macchinari tessili]] e prodotti finiti (dalle [[Fibra tessile|fibre]] tradizionali alle nuove fibre sintetiche) dell'epoca che va dall'[[Ottocento]] fino ad oggi. Occupa uno degli edifici appartenenti all'ex cotonificio bustese, dell'architetto [[Camillo Crespi Balbi]], allievo di [[Arrigo Boito]]. Nel [[1978]] il Cotonificio Bustese cessò la sua attività a causa dell'arretratezza degli impianti di produzione e, due anni più tardi, l'area venne acquistata al comune che, dopo alcuni anni, vi fece un parco. Nel dicembre [[2007]] il museo è una delle 167 strutture (97 musei e 70 raccolte museali) riconosciute ufficialmente dalla [[Regione Lombardia]] per la qualità dei servizi resi ai cittadini attraverso il ''marchio di qualità''. Nel giardino pubblico che oggi circonda il museo, durante il periodo natalizio, vengono allestiti un mercatino e una pista per il pattinaggio su ghiaccio, aperta solitamente fino a metà febbraio. Nello stesso periodo, all'interno dell'edificio, è possibile mangiare nel ristorante tipico tirolese.
 
==== Molini Marzoli Massari ====
[[Immagine:20071226MoliniMarzoli 2.jpg|200px|thumb|right|Molini Marzoli Massari]]
Nel [[1906]] la Società Anonima Molini Marzoli Massari, nata da una precedente società in accomandita, iniziò la costruzione di un grande impianto per la macinazione del frumento, studiato per una potenzialità di 500 quintali di frumento al giorno. Gli edifici, edificati con interventi successivi fino al [[1926]] sempre ad opera dell’architetto [[Silvio Gambini]], presentano decorazioni floreali molto sobrie. Il complesso è ubicato poco oltre il limite del centro storico ed era affacciato alla ferrovia, prima che il suo tracciato venisse spostato. Un ramo della ferrovia entrava nel complesso stesso. La attività cessarono nel [[1975]] ma il fabbricato viene lasciato integro dato che è un esempio unico di stile Liberty applicato al campo dell’industria e pertanto costituisce una testimonianza di archeologia industriale di interesse nazionale. Dieci anni più tardi, nel [[1985]], gli immobili vennero acquistati dal Comune di Busto Arsizio sia perché vincolati dal Piano Regolatore Generale, sia perché interessanti sotto il profilo storico-artistico. Dopo il recupero e la qualificazione, il [[15 aprile]] [[2000]] ebbe luogo l’inaugurazione degli edifici del complesso, ora definitivamente adibiti a sede della facoltà universitaria di scienze matematiche, fisiche e naturali (c.d.l. in biologia sanitaria), oltre che polo culturale comunale.
 
===Aree Naturali===
 
==== Parco Ugo Foscolo ====
[[Immagine:20071226ParcoFoscolo.jpg|200px|thumb|right|Parco Ugo Foscolo]]
Sorge sull'area un tempo occupata dal vecchio cimitero cittadino, costruito quando i precedenti campi santi delle chiese di San Michele e San Giovanni erano diventati insufficienti. All'interno del parco è presente il monumento ai reduci delle patrie battaglie, inaugurato nel [[1909]] nell'attuale cimitero. Tale monumento, costituito da due colonne doriche con una breve trabeazione, fu progettato dall'ingegnere Luigi Carlo Cornelli e realizzato dagli scultori Giulio Cassani e Enrico Sirtori. L'attuale ubicazione fu decisa in quanto il monumento è dedicato ai reduci e non ai caduti.
 
====Parco dell'Alto Milanese====
{{vedi anche|Parco Alto Milanese}}
Nelle zone boschive e rurali della parte meridionale del territorio comunale si trova il [[Parco Alto Milanese]], un'area protetta che interessa anche i territori dei comuni di [[Castellanza]] e [[Legnano]] e tutela la [[flora]] e [[fauna]] locali e le tradizionali attività nel campo dell'[[agricoltura]] e dell'[[allevamento]]. La sede del Parco dell'Alto Milanese si trova nella [[Villa Ottolini-Tosi]] di Busto Arsizio.
 
==Società==
 
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Busto Arsizio}}
 
===Etnie===
Su una popolazione totale di 80633 abitanti al [[31 dicembre]] [[2007]], gli stranieri residenti sono 4965 (560 in più rispetto al dato dell'anno precedente), corrispondenti al 6% della popolazione. Le famiglie con almeno uno straniero al proprio interno sono 2159 su 33733.<ref>[http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=88891 Popolazione residente a Busto Arsizio]</ref> Gli Stati con il maggior numero di residenti a Busto Arsizio sono (Dati ISTAT 2007<ref>[http://demo.istat.it/str2006/ DEMO ISTAT]</ref>):
{|style="width: 100%; align:top"
|-
|valign=top|
* {{Bandiera|Albania}} [[Albania]] - 912
* {{Bandiera|Ecuador}} [[Ecuador]] - 553
* {{Bandiera|Marocco}} [[Marocco]] - 499
* {{Bandiera|Perù}} [[Perù]] - 340
* {{Bandiera|Tunisia}} [[Tunisia]] - 252
* {{Bandiera|Romania}} [[Romania]] - 200
|valign=top|
* {{Bandiera|Bangladesh}} [[Bangladesh]] - 153
* {{Bandiera|Cina}} [[Cina]] - 150
* {{Bandiera|Ucraina}} [[Ucraina]] - 106
* {{Bandiera|Macedonia}} [[Macedonia]] - 92
* {{Bandiera|Pakistan}} [[Pakistan]] - 87
* {{Bandiera|Sri Lanka}} [[Sri Lanka]] - 64
|valign=top|
* {{Bandiera|Filippine}} [[Filippine]] - 63
* {{Bandiera|Egitto}} [[Egitto]] - 59
* {{Bandiera|El Salvador}} [[El Salvador]] - 55
* {{Bandiera|Brasile}} [[Brasile]] - 50
* {{Bandiera|Nigeria}} [[Nigeria]] - 48
* {{Bandiera|Senegal}} [[Senegal]] - 48
|}
 
===Lingue e dialetti===
{{vedi anche|Dialetto bustocco}}
La lingua parlata in città è l'[[Lingua italiana|italiano]]. Il dialetto cittadino è il [[dialetto bustocco]], diverso dagli altri della zona perché caratterizzato da un marcato [[substrato (linguistica)|substrato]] ligure.<ref name=Giavini/> Tale substrato è presente, ma in molto minor entità, anche nel [[dialetto legnanese]], mentre è del tutto assente in quello gallaratese, entrambe città confinanti con Busto Arsizio.
 
{{cn|Tratti liguri salienti nel dialetto bustocco sono la presenza della vocale "u" atona finale nei sostantivi e negli aggettivi maschili, nei verbi e negli avverbi (es. ''gatu'', ''secu'', ''coldu'', ''büceu'', ''candu'' invece di ''gatt'', ''secch'', ''cald'', ''bicér'', ''quand'', tipiche del legnanese) e la sparizione di alcune consonanti intervocaliche (es. ''lauá'' invece di ''lavurá''), al punto che è possibile comporre una frase di senso compiuto totalmente priva di consonanti: "''A öu i öi''" (Voglio le uova).}}
 
{{cn|Dalla seconda metà del secolo scorso, il dialetto non viene più parlato abitualmente tra i cittadini, se non dagli anziani}}. La valorizzazione del dialetto bustocco è pertanto sempre più affidata a singole iniziative di enti, associazioni o singoli. Nel [[2002]], ad esempio, si è tenuto un ciclo di conferenze intitolato «Lingue, letterature e tradizioni delle nostre genti» e riguardante il dialetto bustocco e più in generale quello dell'Insubria.<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2002/marzo/16/Nasce_Busto_Arsizio_grammatica_lombarda_co_5_0203163310.shtml Nasce a Busto Arsizio la grammatica lombarda]</ref> Nel [[2006]] il poeta bustocco Mariolino Rimoldi ha tradotto dal greco al dialetto cittadino 30 favole di [[Esopo]].<ref>[http://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/controller.jsp;jsessionid=1DCA23D84088AE4AC75A4428A517DD78?action=notizia_view&notizia_idn=bve0418782&query_action=search_byautorefilter&query_filterterm=categoria%3Ali&query_position=81&query_maxposition=135&query_orderby=&query_filterterm=categoria%3Ali&query_querystring_1=CFIV065075&query_fieldname_1=vidtutti Esopo: trenta favole scelte / traduzione in dialetto bustocco di Mariolino Rimoldi]</ref>
 
Un'altra opera importante è ''Ul vangèli tème lu cönta ul San Marcu'' (una traduzione al bustocco del Vangelo secondo Marco) di Carla Mocchetti.<ref>[http://www.bustocco.com/recensioni_vuoto.php?p=immagini/ul_vangeli.jpg&t=Ul%20vang%E8li%20t%E8me%20lu%20c%F6nta%20ul%20San%20Marcu&d=Splendida%20opera%20di%20Carla%20Mocchetti%20che%20traduce%20in%20Bustocco%20il%20Vangelo%20canonico%20di%20San%20Marco.%20Una%20opera%20ineguagliabile,%20anche%20per%20il%20coraggio%20dimostrato%20dall%27autrice%20nell%27affrontare%20un%20tema%20cos%EC%20delicato Bustocco.com]</ref>
 
Uno scioglilingua in dialetto bustocco molto celebre nella [[bustese|zona]] è il seguente: <br>
 
{{quote|Dü öi indüii in d'ü aca d'ü Öna.|Traduzione: «''Due uova indurite/sode nell'acqua dell'Olona.''»}}
 
===L'agglomerato urbano di Busto Arsizio===
{{vedi anche|Bustese}}
L'[[Bustese|Agglomerato urbano di Busto Arsizio]] comprende, oltre alla città di Busto Arsizio, che ne rappresenta il maggiore centro, anche una serie di comuni limitrofi: [[Castellanza]], [[Olgiate Olona]], [[Marnate]], [[Gorla Minore]], [[Solbiate Olona]], [[Gorla Maggiore]], [[Fagnano Olona]], [[Cairate]]. Queste località sono tutte adagiate lungo la [[Valle Olona]]. I comuni della Valle Olona sono strettamente legati alla città di Busto, in quanto ospita una serie di infrastrutture e servizi pubblici, di cui sono sprovvisti i centri minori. Inoltre tutti i comuni dell'[[agglomerato urbano]] sono compresi nell'[[Associazione Commercianti di Busto Arsizio]] e compongono il distretto socio-sanitario [[Azienda Sanitaria Locale|ASL]] di Busto Arsizio e Valle Olona. La popolazione residente nell'agglomerato urbano di Busto Arsizio sfiora le 152.000 unità.
 
===Religioni===
La stragrande maggioranza della popolazione è [[cattolicesimo|cristiana cattolica]]. Nel comune sono presenti 13 [[Parrocchia|parrocchie]] [[Chiesa cattolica|cattoliche]] appartenente all'[[Arcidiocesi di Milano]]. L'immigrazione di cittadini comunitari ed extra-comunitari degli ultimi decenni ha portato all'insediamento di minoranze di [[Islam|musulmani]] e [[Chiesa cristiana ortodossa|ortodossi]].
 
===Tradizioni e folclore===
I cittadini di Busto Arsizio sono sempre stati attenti a conservare le proprie tradizioni ritenendo che la memoria delle proprie origini sia un fattore fondamentale per la crescita di una città.<ref>[http://www.comune.bustoarsizio.va.it/default.cfm?docs=cultura.htm Cultura di Busto Arsizio]</ref> Sono testimonianza di questo spirito i tanti libri scritti sulla città, le numerose associazioni nate per mantenere il ricordo di pezzi di storia di Busto Arsizio<ref>Un esempio su tutti è l'associazione ''La Famiglia Bustocca'', nata nel 1951 con lo scopo di mantenere vive le tradizioni e il dialetto bustocco.</ref> e le molte manifestazioni religiose e folkloristiche che anche al giorno d'oggi scandiscono il passare del tempo.
 
===Istituzioni, enti ed associazioni===
====Canile comunale====
Il canile comunale di Busto Arsizio, sito in via Canale 23, è gestito dall'[[Associazione Piccoli Animali Randagi|A.P.A.R.]] (Associazione Piccoli Animali Randagi) <br/>
 
Oggi, accanto alla struttura del canile, che ospita più di 70 animali di ogni razza ed età, è presente un rifugio per cani anziani e/o malati, rinominato "Rifugio Elia".
Presso il canile è possibile, oltre che adottare un cane da tenere a casa, adottare cani a distanza con la possibilità di portarli a passeggio quando si vuole e di mantenerli con una piccola donazione.
 
==Cultura==
[[Immagine:20071226Sociale.jpg|right|thumb|270px|Cinema Teatro Sociale, piazza Plebiscito 1.]]
[[Immagine:20071226MoliniMarzoli 3.jpg|right|thumb|270px|Molini Marzoli Massari, sede bustocca dell'[[Università degli Studi dell'Insubria]].]]
[[Immagine:20081224ScuolePontida(2).JPG|right|thumb|270px|Scuole elementari Pontida]]
Nella città si svolgono alcune manifestazioni di livello nazionale e internazionale, come il [[Bustock]], organizzato da [[Comunità Giovanile]] che è una rassegna di band rock emergenti, [[Festival Chitarristico Internazionale Bustese]], o che stanno acquisendo prestigio, come il [[Busto Arsizio Film Festival]] (BAFF) o il Bustofolk (Festival Interceltico Città di Busto Arsizio), la cui settima edizione si terrà a settembre del 2008.
 
===Istruzione===
====Biblioteche====
*Biblioteca capitolare S. Giovanni, Via don Minzoni 1
*Biblioteca Centro di Autoapprendimento, Viale Stelvio 173
*Biblioteca Comunale, Via Marliani 7
*Biblioteca del Centro delle culture lombarde, Via Alberto da Giussano 10
*Biblioteca del Convento francescano dei frati minori, Piazza P. Gentile Mora 1
*Biblioteca del Liceo scientifico statale Arturo Tosi, Via [[Tommaso Grossi]] 3
*Biblioteca della Casa circondariale, Via Cassano Magnago 102
*Biblioteca scientifica conte Dino Crespi, Piazzale Solaro 3
 
====Scuole====
A Busto Arsizio esistono le seguenti scuole: 3 asili nido, 11 scuole materne, 17 scuole elementari, 12 scuole medie e 13 scuole medie superiori (2 [[liceo scientifico|licei scientifici]], 1 [[liceo classico]], 2 [[liceo artistico|licei artistici]], 2 [[Istituto Tecnico Commerciale|Istituti Tecnici Commerciali]] (ITC), 1 [[Istituto Tecnico Industriale]] (ITIS), 2 [[Istituto Professionale per il Commercio|Istituti Professionali per il Commercio]] (IPC) e 1 [[Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato]] (IPSIA)).
 
====Università====
A Busto Arsizio è presente una sede dell'[[Università degli Studi dell'Insubria]] nella quale vengono tenuti il corso di laurea in biologia sanitaria e il corso di laurea specialistica in biologia applicata alla ricerca biomedica.
 
====Musei====
*[[Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio]]
*[[Civiche Raccolte d'Arte di Palazzo Cicogna]]
*[[Museo di Arte Sacra di San Michele]]
*[[Museo delle Arti di Palazzo Bandera]]
 
=== Cinema e Teatri ===
*Cinema Teatro [[Alessandro Manzoni]], via Calatafimi 5
*Cinema Teatro Sociale, piazzale Plebiscito 1
*Cinema Teatro Fratello Sole, via D'Azeglio Massimo 1
*Cinema Teatro Lux, Piazza San Donato 5
*Cinema [[San Giovanni Bosco]], via Bergamo 12
*Cinema Teatro Aurora, via San Pietro 15
 
===Media===
==== Stampa ====
[[L'Informazione (settimanale dell'AltoMilanese)|L'Informazione]] è un [[settimanale]] dell'[[Altomilanese]] con sede a Busto Arsizio nato nel [[1995]] dalla fusione di Busto Sport, mensile fondato nel settembre [[1980]] (e diventato quindicinale nel [[1987]]) e ''La scelta'', settimanale fondato nel settembre [[1990]]. L'Informazione tratta la cronaca, la politica, la cultura e le tradizioni della città di Busto Arsizio e dei comuni della [[valle Olona]].
 
==== Radio ====
''Radio Busto'' fu la prima emittente del Nord Italia ad annunciare la liberazione dai nazi-fascisti, nel pomeriggio del [[25 aprile]] [[1945]]. I partigiani bustocchi infatti, quella mattina occuparono l’allora Radio Tevere, spostata da Roma a Busto Arsizio dopo la liberazione di Roma da parte degli americani. Pertanto trasmetteva programmi di sostegno al regime fascista, ed era collegata con la Repubblica di Salò. L’impegno di tutti, quel giorno, rese possibile mandare in onda, prima del tramonto ed in tutto il Nord Italia, l’annuncio dell’insurrezione. Radio Busto, nei giorni seguenti, funzionò a pieno regime e con un ascolto incredibile.<ref>[http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=20914 Radio Busto: la prima voce che annunciò la libertà]</ref> Venne poi chiusa il [[23 maggio]] perché non era prevista una emittente a non molti chilometri da quella di Milano.
 
===Musica===
====Complessi bandistici====
*Corpo Musicale Pro Busto
*Corpo Musicale Santa Cecilia ([[Borsano]])
*Filarmonica Santa Cecilia ([[Sacconago]])
 
====Orchestre====
*Mandolinisti Bustesi<ref>Orchestra fondata nel 1905.[http://www.mandolinistibustesi.it/orchestra.htm Mandolinisti Bustesi]</ref>
 
===Eventi===
{{F|antropologia|dicembre 2008}}
[[Immagine:20080131Giöbia04.jpg|250px|thumb|right|Esempio di Giöbia a Busto Arsizio]]
====La "''Giöbia''"====
L'ultimo giovedì di gennaio la ''Giöbia'', un fantoccio di paglia vestito di stracci, viene bruciata per esorcizzare l'inverno.<ref>http://www3.varesenews.it/busto/articolo.php?id=64320</ref> La tradizione bustocca ha un'origine millenaria che ha radici e motivazioni nella ripresa della fecondità della terra bruciata con il fuoco purificatore. La pietanza tradizionale della festa è il "risotto con la ''luganiga''", simbolo anch'esso di fertilità a causa della porzione di carne che ricorda le interiora dell'animale che si sacrificava alle divinità.
 
====Sagra dell’Angelo====
[[Immagine:Chiesetta di Madonna in Veroncora a Busto Arsizio (VA) .jpg|250px|thumb|right|Chiesa di Madonna in Veroncora]]
La parrocchia del Santissimo Redentore organizza ogni anno la Sagra dell'Angelo presso la chiesa di Madonna in Veroncora, in dialetto ''Madòna in Verònca'', cioè ''in ves ai ronchi'', ossia verso i boschi. La sagra affonda la sua storia nel solco delle tradizioni bustocche, tra fede e lavoro. Si inizia il lunedì dell'Angelo con la tradizionale ''insalata e ciàpi'' (insalata e uova sode spaccate in due) in offerta a san Grato per l’inizio della primavera (la ''Madòna in Verònca'' era protettrice degli agricoltori). Durante la mattinata si svolge la sfilata dei trattori per le strade cittadine e nel pomeriggio vengono organizzati momenti di intrattenimento con giochi popolari ed accompagnamento musicale. La sagra ha il patrocinio del comune di Busto Arsizio e dal [[2007]] la festa è organizzata anche dall'associazione ''Amici della Madonna in Veroncora''. Durante la festa si raccolgono anche i fondi necessari al restauro e la manutenzione della chiesetta della Madonna in Veroncora e del retrostante oratorio.
 
====Carnevale====
Durante il periodo del [[Carnevale]] si svolge una sfilata in [[maschera]] e di carri allegorici. Le maschere ufficiali della città, sono rappresentate da ''[[Tarlisu (maschera)|ul Tarlisu]]'' e da ''[[Bumbasina|a Bumbasina]]''. Sebbene di creazione recente, entrambe riferite alle tradizionali attività della [[tessitura]], il primo al tessuto detto "traliccio", "cruciata" o federa per materassi e cuscini, a righe bianche e marroni, e la seconda relativa alla bambagia, o "bombasina".
 
Con la delibera n. 313/83 del [[16 febbraio]] [[1983]] la Giunta Municipale di Busto proclamò il ''Tarlisu'' maschera tipica della Città di Busto Arsizio.<ref>Alcuni passi tratti dalla delibera sono i seguenti. ''Premesso che il termine ''Tarlisu'' è il corrispondente dialettale di “traliccio”, denominazione consuetudinaria di un particolare tipo di tessuto, particolarmente idoneo per le sue caratteristiche a mantenere all’interno il piumino d’oca o la lana di pecora, tinteggiato a righe bianche e marroni, prodotto sempre in quantità predominante nei tanti opifici della città, divenuta famosa anche all’estero per la sua produzione ed esportazione cotoniera tanto da essere chiamata la "Manchester d’Italia"[...]; [...]ritenuto che il ''Tarlisu'' abbia tutte le caratteristiche per poter essere considerato la maschera tipica della città e possa quindi essere proclamato tale, nel quadro di una giusta valorizzazione delle tradizioni locali e del patrimonio culturale e folkloristico bustocco, con un atto formale e solenne che consacri, per il carnevale in atto e per quelli a venire, il ''Tarlisu'' Maschera Bustocca; [...]delibera di proclamare a tutti gli effetti Maschera tipica della Città di Busto Arsizio il Tarlisu.''</ref>
 
====Palio delle contrade di Beata Giuliana====
[[Immagine:20080828BeataGiuliana1.jpg|250px|thumb|right|Chiesa di San Luigi e Beata Giuliana]]
Ogni anno, dal [[1958]], durante la prima settimana di settembre, la parrocchia di [[Giuliana Puricelli|Beata Giuliana]] si colora dei quattro colori del Palio: infatti il quartiere è suddiviso in quattro rioni che si contendono la vittoria del palio. I rioni sono quattro: ''la luna'' (rossi), ''stra gallarà'' (gialli), ''a malavita'' (verdi) e ''cascina dei poveri'' (azzurri).
Durante queta settimana, i quattro rioni si sfidano in svariate gare: [[tiro alla fune]], taglio del tronco, [[freccette]], [[bocce]], tornei di [[briscola]], [[scopa d'assi]] e [[scala quaranta]] e altre gare, sia per gli adulti, che per i bambini. L'ultima sera si tiene inoltre una corsa tra i quattro [[cavallo|cavalli]] dei vari rioni, seguita da uno [[fuochi artificiali|spettacolo pirotecnico]].
Oltre a tali gare, durante questa settimana, si svolgono altre attività, come il coro degli [[alpini]], la benedizione delle automobili, la sfilata con gli sbandieratori per le vie del quartiere, spettacoli teatrali realizzati dai ragazzi della parrocchia, esibizioni di [[gruppo musicale|gruppi musicali]] e [[banda musicale|complessi bandistici]], interventi di comici, sia famosi che non (ad esempio nel [[2007]] c'era stato come ospite [[Max Pisu]]).
Inoltre, ogni sera è possibile gustare i vari piatti tipici dell'[[Altomilanese]]. Inoltre, durante la prima giornata viene offerto gratuitamente il tipico piatto ''risotto e luganiga''.
 
=====Classifiche delle varie edizioni del Palio a partire dal [[1990]]<ref>[http://www.parrocchiabeatagiuliana.it/Objects/Home1.asp Sito della parrocchia di S, Luigi e Beata Giuliana]</ref>=====
{| {{prettytable|width=40%|height=70%|text-align=center}}
|- bgcolor=#efefef
!Anno!!1° classificato!!2° classificato!!3°classificato!!4° classificato
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| [[1990]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi
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| [[1991]]|| NON DISPUTATO
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| [[1992]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi
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| [[1993]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi
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| [[1994]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="blue"|Azzurri
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| [[1995]]|| NON DISPUTATO
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| [[1996]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="green"|Verdi
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| [[1997]]||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="red"|Rossi
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| [[1998]]|| NON DISPUTATO
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| [[1999]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="red"|Rossi
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| [[2000]]||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="red"|Rossi
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| [[2001]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi
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| [[2002]]||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="yellow"|Gialli
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| [[2003]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="red"|Rossi
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| [[2004]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="blue"|Azzurri
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| [[2005]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="blue"|Azzurri
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| [[2006]]||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="blue"|Azzurri
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| [[2007]]||bgcolor="yellow"|Gialli||bgcolor="green"|Verdi||bgcolor="red"|Rossi||bgcolor="blue"|Azzurri
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| [[2008]]||bgcolor="green"|Verdi*||bgcolor="yellow"|Gialli*||bgcolor="blue"|Azzurri||bgcolor="red"|Rossi
|}
(*) Pari merito.
 
====Iniziative del comune====
=====Giovedì sera in piazza=====
[[Immagine:20071226Museo_5.jpg|right|thumb|270px|Stands natalizi al Museo del Tessile.]]
Tra le iniziative proposte dal comune di Busto Arsizio, una delle più importanti è "''Giovedì sera in piazza''": durante tutto il periodo estivo, gli esercizi commerciali del centro restano aperti il giovedì sera fino a tardi. Inoltre, sempre di giovedì sera, vengono organizzati vari eventi, come concerti (a volte anche un genere musicale per ogni piazza del centro storico), [[spinning]] in piazza, tornei di [[scacchi]] o [[dama]], mercatini, piccole mostre ed altro ancora.
 
=====Villaggio di Natale=====
Un'altra è il villaggio di [[Natale]] che ogni anno, durante il periodo natalizio, si tiene nel parco del [[museo del tessile]]. E' costituito da un mercatino di Natale, stand gastronomici, ristorante [[Tirolo|tirolese]], ruota panoramica, animazione per bambini e [[fuochi artificiali|spettacoli pirotecnici]]. E' inoltre aperta dai primi di dicembre fino a febbraio una pista di pattinaggio su ghiaccio, presso la quale si possono spesso gustare tè caldo e ''[[vin brulé]]'', ma a volte anche aperitivi a base di [[sushi]].
 
===Cucina===
* '''[[Bruscitti|Brüscitti]]''' (piatto di carne tritata cotta a lungo con semi di finocchio e vino);
 
A Busto Arsizio ha sede, dal [[1975]], l'associazione "''Magistero dei Brüscitti da Büsti Gràndi''", con lo scopo di diffondere la conoscenza, in città e fuori, della cucina rustica bustocca.
 
[[Immagine:20080106MadonnaPrato1.jpg|200px|thumb|right|Chiesa di Madonna in prato]]
 
* '''Cupeti''' (dolci di mandorle tostate e zuccherate).
 
La festa delle coppette si celebra ogni [[8 dicembre]] nei pressi della chiesa di "Madonna in Prato". La nascita della ''Cuppetta'' viene descritta nella poesia “'''A Madôna da Prà'''” del Comm. Avv. Pietro Tosi, riportata sull'etichetta delle confezioni.
 
''Un bel dì a Madôna da Prà<br>
''L’ha vorzü vegnì foeua dàa cà:<br>
''Ul so coeui ga renda cumpassion<br>
''Che in d’un Bust ga füss nanca un bumbon.<br>
''Chi pescitti, spassegiandu sutti i pianti<br>
''Han cambià tücci i sassi in crôccanti:<br>
''Chi manitti, inscì bianchi e devotti,<br>
''I han quatà cont’à a nevi sua e suttu<br>
''E vedendo a passà ul diavaén<br>
''Par cuppall gh’ì à tià in d’ul cuppén.<br>
''E peu, dopu d’avéi benedetti<br>
''L’ha vorzü ch’u ciamassen “cuppetti”.<br>''
 
* '''Lüganiga'''
 
All'inizio del [[XX secolo]] la città di Busto Arsizio era anche conosciuta per i propri salumi, in particolare gli insaccati della tradizione lombarda (salamini e salsiccia, popolarmente indicata come "''Lüganiga''"). Da qui anche il detto dialettale "''Busti, città d'i lüganeghitti''", ovvero Busto, città della salsiccia.<br>
 
Ricetta del ''Risotu cunt a lüganiga<br>
''In duna pügnata d'alüminiu sa fa dislenguà ul büteu e, par chi cha a gha piasi, a sciugua e u ai. Par me cöntu scigua e ai i trasan tütu il saùi. Sa ciapa a lüganiga (non chèla cun dentu i prufüm da erbabona!) e la sa sfragüia dentu un po in dul cundimentu. Ul resto dentu a tucheti. Dentu ul risu, mes büceu da ven, bröu da chel bon (non chel di dadi!) e pö trüsà cunt ul cügià da legn!''<br>
(In una pentola di alluminio si fa sciogliere del burro e, per chi piace, si fa soffrigere cipolla ed aglio. Per mio conto, cipolla e aglio alterano tutto il sapore. Si prende la lüganiga non quella con dentro i semi di finocchio!) e la si sgrana nel condimento. Il resto, invece, si butta dentro a pezzetti. Dentro il riso, mezzo bicchiere di vino, brodo di quello buono (non di dado!) e poi mescolare con il cucchiaio di legno!)
 
===Personalità legate a Busto Arsizio===
Sono numerose e varie le personalità che sono nate a Busto Arsizio, o pur non essendovi nate, hanno vissuto a lungo oppure hanno operato significativamente ed hanno stabilito dei saldi rapporti con la città e il suo spirito. Con il termine ''bustocchi'' si indicano i cittadini nati a Busto Arsizio. Con il termine ''bustesi'' si indicano i cittadini non nati a Busto Arsizio.
 
====Bustocchi====
[[Immagine:IMG 4009 - Milano, Palazzo di Brera - Bossi, Giuseppe - Foto Giovanni Dall'Orto19-jan 2007.jpg|thumb|right|200px|Busto a Giuseppe Bossi nel Palazzo di Brera.]]
[[Immagine:Daniele Crespi 001.jpg|thumb|right|200px|Daniele Crespi - La Pietà ([[Madrid]], [[Prado]])]]
[[Immagine:IMG 6909 - Milano - Duomo - Lapide Eugenio Tosi † 1929 - Foto Giovanni Dall'Orto - 21-Feb-2007.jpg|thumb|right|200px|Tomba di [[Eugenio Tosi]], Arcivescovo bustocco di Milano.]]
[[Immagine:Mina1972.jpg|thumb|right|200px|[[Mina Mazzini]], cantante bustocca.]]
 
=====XIV secolo=====
*[[Simon da Borsano|Simone da Borsano]], nato nella frazione di [[Borsano]] nel [[1310]], [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] e [[cardinale]].
*[[Luchino da Borsano]] (o [[Lucchino da Brossano]]), † vescovo di [[Como]] dal [[1396]] al [[1408]].
 
=====XV secolo=====
*[[Giuliana Puricelli]] religiosa e [[Beato (religione)|beata]], nata nel [[1427]] e morta nel [[1501]].
*[[Agostino Busti]] (detto il [[Bambaia]]), nato nel [[1483]], scultore.
*[[Daniele Crespi (podestà)|Daniele Crespi]], [[podestà]] della [[Val Vigezzo]] nel [[1494]].
*[[Francesco da Busto]], medico e astrologo.<ref>Francesco da Busto è ricordato nel ''Proemio'' del [[De divina proportione]] di [[Luca Pacioli]] insieme a [[Leonardo da Vinci]] ed altri personaggi della corte sforzesca.</ref>
*[[Gaspare Reguzzoni]], canonista e maestro di musica.
*[[Gian Alberto Bossi]], umanista.
 
=====XVI secolo=====
*[[Giovanni Busti]], ingegnere ducale.
*[[Pietro Busti]], ingegnere militare.
*[[Daniele Crespi]] nato intorno al [[1590]], [[pittore]] [[Manierismo|manierista]].
 
=====XVIII secolo=====
*[[Biagio Bellotti]], nato il [[26 febbraio]] [[1714]] e morto il [[5 agosto]] [[1789]], sacerdote, pittore, architetto, musicista e poeta.
*[[Stefano Bonsignore]], nato il [[23 febbraio]] [[1738]] e morto a [[Faenza]] nel [[1826]], teologo, [[Diocesi di Faenza|vescovo di Faenza]] dal 1807 e [[Patriarcato di Venezia|patriarca di Venezia]] dal 1811 (nominato da [[Napoleone]] senza il consenso di papa [[Pio VII]].
*[[Luigi Tosi]], nato il [[6 luglio]] [[1763]] e morto il [[13 dicembre]] [[1845]]), [[Diocesi di Pavia|vescovo di Pavia]].
*[[Giuseppe Bossi]], nato nel [[1777]] e morto nel [[1815]], pittore, saggista, pensatore, poeta [[neoclassicismo|neoclassico]].
 
=====XIX secolo=====
*[[Cristoforo Benigno Crespi]], nato il [[18 ottobre]] [[1833]] e morto a Milano il [[5 gennaio]] [[1920]], industriale, fondatore del villaggio operaio [[Crespi d'Adda]] ([[Provincia di Bergamo|BG]]).
*[[Eugenio Tosi]], nato il [[6 maggio]] [[1864]], [[Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace|vescovo di Squillace]], di [[Diocesi di Andria|Andria]], arcivescovo di Milano e cardinale.
*[[Francesco Olgiati]], nato il [[1 gennaio]] [[1886]], monsignore onorario del capitolo metropolitano milanese, protonotario apostolico, cavaliere della corona d'Italia, medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte, medaglia d'oro dei benemeriti della provincia
*[[Arturo Tosi]], nato nel [[1871]], pittore.
*[[Carlo Maria Piazza]], nato il [[21 marzo]] [[1871]] pioniere dell'aviazione.
*[[Carlo Speroni]], nato il [[13 luglio]] [[1895]] primatista italiano di [[mezzofondo]].
*[[Carlo Tosi]], nato il [[10 luglio]] [[1897]] e deceduto il [[20 agosto]] [[1956]] pilota aeronautico pluridecorato al Valor Militare.
*[[Carlo Azimonti]], nato nel [[1898]], giornalista e militante socialista, sindaco più giovane d'Italia a 26 anni (nel [[1914]]).
 
=====XX secolo=====
* [[Michele Mara]], (nato il [[2 ottobre]] [[1903]] e morto il [[18 novembre]] [[1986]]), [[ciclista]].
* [[Ivanhoe Gambini]], (nato nel [[1904]] e morto nel [[1992]]), architetto e pittore [[futurismo|futurista]].
* [[Carlo Reguzzoni]], (nato il [[18 gennaio]] [[1908]] e morto il [[16 dicembre]] [[1996]]), ex-calciatore della [[Pro Patria Calcio|Pro Patria]].
* [[Alfredo Monza]], (nato il [[12 agosto]] [[1911]]), ex-calciatore.
* [[Pietro Rimoldi]], (nato il [[5 novembre]] [[1911]] a [[Sacconago]] e morto il [[14 novembre]] [[2000]]), ex-calciatore.
* [[Enrico Castiglioni|Enrico Castiglioni, detto Richino]], (nato il [[29 gennaio]] [[1914]] e morto il [[6 novembre]] [[2000]]), architetto, pittore, scultore e letterato.
* [[Enrico Candiani]], (nato il [[30 settembre]] [[1918]] e morto il [[27 febbraio]] [[2008]]), calciatore.
* [[Luigi Casola]], (nato l'[[11 luglio]] [[1921]]), ex-ciclista.
* [[Mariella Lotti]], (nata il [[27 dicembre]] [[1921]]), [[attore|attrice]].
* [[Giuseppe Azzimonti]], (nato nel [[1925]]), poeta e scrittore dialettale.
* [[Mario Reguzzoni S.I.]], (nato nel [[1927]]), [[gesuita]], già direttore di [[Aggiornamenti Sociali]].
* [[Francesco Forte]], (nato l'[[11 febbraio]] [[1929]]), politico, giornalista e professore universitario.
* [[Lucio Flauto]], (nato nel [[1930]] e morto nel [[1989]]), [[attore]], [[comico]] e [[conduttore televisivo]].
* [[Mario Colombo]], (nato il [[28 luglio]] [[1934]]), ex-calciatore.
* [[Silvio Prandoni]], (nato il [[16 dicembre]] [[1934]]), missionario laico direttore dell'ospedale di Wamba (Kenya).
* [[Natale Borsani]], (nato il [[24 settembre]] [[1935]]), ex-calciatore.
* [[Pier Giacomo Grampa]], (nato il [[28 ottobre]] [[1936]]) e [[Diocesi di Lugano|vescovo di Lugano]].
* [[Augusto Brazzelli Lualdi]], (nato il [[24 marzo]] [[1938]] e morto a Milano il [[6 aprile]] [[2007]], funzionario della Comunità Europea, chimico, biologo e cultore del [[dialetto bustocco]].
* [[Ercole Spada]], (nato il [[26 agosto]] [[1938]]), designer automobilistico.
* [[Rinaldo Prandoni]], (nato il [[25 settembre]] [[1939]]), chitarrista.
* [[Mina_Mazzini|Mina]], (nata il [[25 marzo]] [[1940]]), [[cantante]].
* [[Alberto Sironi]], (nato nel [[1940]]), regista televisivo.
* [[Roberto Busti]], (nato il [[22 novembre]] [[1940]]), vescovo della [[diocesi di Mantova]] dal 2007.
* [[Walter Albini]], (nato il [[3 marzo]] [[1941]] e morto il [[31 maggio]] [[1983]]), stilista.
* [[Giampiero Rosanna]], (nato nel [[1943]]), campione di [[biliardo]].
* [[Uto Ughi]], (nato il [[21 gennaio]] [[1944]]), [[violinista]].
* [[Gianfranco De Bernardi]], (nato l'[[1 marzo]] [[1945]]), un ex-calciatore.
* [[Francesco Enrico Speroni]], (nato il [[4 ottobre]] [[1946]]), uomo politico e [[ministro]].
* [[Luigi Cozzi]], (nato il [[7 settembre]] [[1947]]), [[regista]], [[sceneggiatore]] e [[scrittore]].
* [[Alessandro Turini]], (nato il [[14 gennaio]] [[1950]]), ex calciatore.
* [[Laura Pariani]], (nata nel [[1951]]), scrittrice.
* [[Valerio Lualdi]], (nato il [[31 agosto]] [[1951]]), [[ciclista]].
* [[Egidio Calloni]], (nato il [[1 dicembre]] [[1952]]), calciatore.
* [[Carlo De Bernardi]], (nato il [[9 dicembre]] [[1952]]), ex-calciatore.
* [[Alessandro Solbiati]], (nato nel [[1956]]), compositore.
* [[Raimondo Fassa]], (nato il [[18 luglio]] [[1959]]), ex-parlamentare europeo.
* [[Maurizio Colombo]], nato nel [[1960]], [[fumetto|fumettista]].
* [[Antonio Azzimonti]], calciatore della [[Pro Patria Calcio|Pro Patria]].
* [[Umberto Pelizzari]], (nato il [[28 agosto]] [[1965]]), [[record mondiale|primatista]] mondiale di [[apnea]].
* [[Carlo Alberto Buzzi]], (nato nel [[1967]]), artista.
* [[Pietro Ferrario]] (nato il [[3 novembre]] [[1967]]), direttore del coro [[Ensemble vocale Calycanthus]], compositore e organista.
* [[Ivan Calcaterra]] (nato il [[9 luglio]] [[1969]]), autore di [[fumetti]].
* [[Sergio Carnevale]], (nato il [[7 gennaio]] [[1970]]), [[batterista]] e [[percussionista]] dei [[Bluvertigo]].
* [[Giovanni Prolo]], (nato il [[26 febbraio]] [[1970]]), membro dei [[Cattivi Pensieri]].
* [[Massimo Bulla]], (nato il [[30 aprile]] [[1971]]), attore.
* [[Marco Reguzzoni]], (nato il [[30 maggio]] [[1971]]), presidente della [[Provincia di Varese]].
* [[Dario Andriotto]], (nato il [[25 ottobre]] [[1972]]), [[Ciclismo|ciclista]].
* [[Massimiliano Gioni]], (nato nel [[1973]]), critico d'arte.
* [[Dario Aspesani]], (nato il [[13 marzo]] [[1974]]), è un [[cantautore]] polistrumentista.
* [[Cristian Stellini]], (nato il [[27 aprile]] [[1974]]), è un calciatore del [[Associazione Sportiva Bari|Bari]].
* [[Giovanni Gualdoni]], (nato l'[[8 ottobre]] [[1974]]), è uno scrittore e autore di fumetti.
* [[Gilberto Squizzato]], regista [[televisione|televisivo]].
* [[Chiara Stefanazzi]], ex [[campione|campionessa]] mondiale di [[twirling]].
* [[Michele Ferri]], (nato il [[28 maggio]] [[1981]]), calciatore.
* [[Ilenia Lazzarin]], (nata il [[6 settembre]] [[1982]]), [[attore|attrice]].
* [[Andrea Marusic]], (nato il [[12 giugno]] [[1989]]), [[pallacanestro|cestista]].
* [[Francesca Calabrese]], (nata il [[4 dicembre]] [[1991]]), attrice.
 
====Bustesi====
* [[Enrico dell'Acqua]], nato a [[Abbiategrasso]] [[1851]] e morto a [[Milano]] [[1910]], imprenditore.
* [[Silvio Gambini]], nato a [[Teramo]] nel [[1877]] e morto a Busto Arsizio nel [[1948]], architetto.
* [[Bruno Bisterzo]], nato a [[Padova]] nel [[1914]] e morto a [[Parabiago]] nel [[1955]], pugile.
* [[Isidoro Meschi]], nato a [[Merate]] nel [[1945]] e morto a Busto Arsizio [[1991]], prete, giornalista e [[martire]].
* [[Gianluca Genoni]], nato a [[Galliate]] il [[5 luglio]] [[1968]], [[apneista]].
 
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
[[Immagine:20080828MadonnaRegina2.jpg|thumb|right|250px|Chiesa del quartiere di Madonna Regina, che sarebbe rimasto isolato dal resto della città se fosse stato realizzato il progetto originale della ''secante interna''.]]
Fino alla prima metà dell'[[Ottocento]], l'abitato di Busto Arsizio si sviluppava principalmente all’interno del limite dell'antico borgo, che era stato delimitato nel [[Medioevo]] da un terrapieno e da un fossato, ormai parzialmente livellati già dal [[Seicento]]. Nel territorio attuale della città erano presenti altri due abitati, quello di [[Sacconago]] e, più a sud, quello di [[Borsano]].
 
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dato il rapido incremento demografico ed a causa dello spostamento del tracciato della ferrovia, iniziò lo sviluppo del borgo al di fuori della cinta difensiva, lungo la ''strà Balon'' (attuale corso XX settembre) e la ''strada Garottola'' (attuale via Mameli). Vennero anche abbattute le porte della città e nel [[1911]] venne steso il Piano di Ampliamento.<ref>C.Magni, G.Paciarotti - Busto Arsizio, Ambiente, Storia, Società - pag.43.</ref>
 
{{cn|Il primo piano studiato per risanare la situazione del centro storico di Busto Arsizio risale al [[1940]], quando la popolazione aveva superato ormai le 40.000 unità. Il progetto prevedeva l'apertura di una grande arteria fra ''piazza Manzoni'' e l'allora ''viale della Gloria'', seguendo un tracciato est-ovest lungo le piazze ''Manzoni'', ''Santa Maria'', ''San Giovanni'' e ''Garibaldi''}}. A causa dello scoppio della [[seconda guerra mondiale]], il progetto non fu mai completamente attuato; tuttavia nel [[1953]], in ''via Milano'' cominciarono i lavori per la costruzione di nuovi edifici e l'allargamento della strada.
 
{{cn|Alcune delle idee alla base del piano di recupero del 1940 furono inoltre riprese nel [[1963]]}}, alla presentazione di quello nuovo, che prevedeva la demolizione di quasi tutto il vecchio tessuto urbano, più o meno degradato, nell'intera area del centro storico. Fu aperto il ''corso Europa'' ed in ''via Milano'' continuò l'opera di rinnovamento già iniziata. Nuovi palazzi sorsero un po' ovunque: gli unici edifici che si sarebbero dovuti salvare erano solo quelli di un certo valore storico o artistico. {{cn|Nel [[1967]], però, il [[Ministero dei Lavori Pubblici]], resosi conto che era in corso una vera e propria opera di cancellazione della storia bustese, bloccò i lavori}}. Dopo quella data iniziò un lungo periodo di immobilismo. La situazione si è sbloccata nei primi anni del nuovo millennio, quando è iniziata una fase di demolizione delle aree industriali dismesse che sorgevano intorno al perimetro del centro storico, soprattutto nella zona sud-ovest. In queste aree sono sorte nuove zone residenziali.
 
{{cn|Nel [[1973]] venne approvato il nuovo Piano Regolatore. Tra i punti importanti vi sono la previsione della zona industriale a Sacconago e della zona grossistica nei pressi del raccordo autostradale, la salvaguardia generalizzata delle aree industriali centrali dall’eccessiva edificazione, l’obbligo per le nuove costruzioni di portici al piano terreno, la previsione di piani (mai attuati) per i centri storici di Borsano e Sacconago e l’uso del quinto arco dello svincolo dei cosiddetti ''cinque ponti'' per uno svincolo verso il quartiere di sant’Anna.}}
 
{{cn|Nel [[1992]] arrivò la variante del Piano Regolatore, la quale confermò l'impianto precedente}}, con qualche previsione in più di terziario. Venne estesa inoltre la possibilità di sopralzare le abitazioni. Per quanto riguarda la cosiddetta ''tangenziale interna detta secante'', originariamente prevista in trincea tra il centro ed il quartiere di Madonna Regina, si pensa ad una strada a raso più ridotta, per non isolare il quartiere.
 
Con la legge regionale 12/2005<ref>[http://www.bosettiegatti.it/info/norme/lombardia/2005_012.htm Legge 12/2005 della Lombardia]</ref> viene abolito lo strumento del piano regolatore e istituito quello del piano di governo del territorio, articolato in tre atti: documento di piano, piano dei servizi e piano delle regole.
 
==== Grattacieli ed edifici elevati della città ====
[[Immagine:20081224Grattacielo(2).JPG||thumb|right|130px|Grattacielo di piazza San Michele.]]
{{cn|L'edificio più elevato di Busto Arsizio è il ''Grattacielo di piazza San Michele'', alto circa 60 metri (18 piani). Seguono poi il ''Grattacielo di Piazzale Crespi'', noto come ''Grattacielo Azzurro'' (16 piani), ed il ''Grattacielo Florida'' (15 piani), nel quartiere Sant'Edoardo. Entrambi gli edifici sono alti circa 50 metri. Altri edifici piuttosto elevati sono l'''Antenna di telecomunicazioni di Via Vipiteno'', alta circa 70 metri, il quattrocentesco campanile della Basilica di San Giovani Battista, alto circa 40 metri, ed infine i ''4 cubi'' di Viale Repubblica e i ''2 palazzi rosa'' di Beata Giuliana, alti circa 35 metri.}}
 
=== Quartieri ===
I [[quartieri]] di Busto Arsizio sono 13: San Michele, San Giovanni, Sant'Edoardo, Madonna Regina, Redentore, Beata Giuliana, San Giuseppe, Santi Apostoli, Frati, Sant'Anna, Santa Croce, [[Borsano]] e [[Sacconago]].
 
Storicamente sono sempre state presente le due ben distinte comunità di San Michele e San Giovanni, oltre che gli ex-comuni autonomi di Borsano e Sacconago e all'insediamento per lo meno medievale di [[Cascina Brughetto (Busto Arsizio)|Cascina Brughetto]].
 
=== La Provincia di Busto Arsizio o del Seprio ===
Nel corso degli ultimi 10 anni si sono susseguiti vari progetti di legge per l'istituzione di una provincia con capoluogo a Busto Arsizio che riunisse i territori limitrofi. Le ultime due proposte sono entrambe del 2006.
 
Il [[28 aprile]] [[2006]] il deputato dell'[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC]] [[Luca Volontè]] ha presentato un progetto di legge<ref>[http://fr.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/15PDL0004030.pdf Progetto di Legge per la creazione della Provincia di Busto Arsizio]</ref> che prevede l'istituzione della provincia di Busto Arsizio, con lo scopo di superare l'attuale suddivisione del territorio dell'[[Altomilanese]] in due province i cui confini attuali in alcuni casi tagliano a metà dei rioni.<ref>[http://www.margheritalegnano.it/archivio/pagine/confine_mi_va.htm Confine tra le due attuali province]</ref>
 
Pochi giorni dopo, il [[9 maggio]] [[2006]] è stato avanzato dal senatore [[Antonio Tomassini]] un progetto di legge<ref>[http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Ddlpres&leg=15&id=00208829&offset=434&length=9893&parse=no Progetto di Legge per la creazione della Provincia del Seprio]</ref> che prevede l'istituzione della Provincia del [[Seprio]], con capoluogo a Busto Arsizio. La provincia comprenderebbe i comuni della zona meridionale della Provincia di Varese e quelli della zona nord-ovest della [[Provincia di Milano]].
 
I comuni appartenenti alla nuova provincia sarebbero: Busto Arsizio, [[Arconate]], [[Arsago Seprio]], [[Buscate]], [[Busto Garolfo]], [[Cairate]], [[Canegrate]], [[Cardano al Campo]], [[Caronno Pertusella]], [[Casorate Sempione]], [[Cassano Magnago]], [[Castano Primo]], [[Castellanza]], [[Castelseprio]], [[Cerro Maggiore]], [[Cislago]], [[Dairago]], [[Fagnano Olona]], [[Ferno]], [[Gallarate]], [[Gerenzano]], [[Gorla Maggiore]], [[Gorla Minore]], [[Gornate Olona]], [[Legnano]], [[Lonate Pozzolo]], [[Magnago]], [[Marnate]], [[Nerviano]], [[Nosate]], [[Olgiate Olona]], [[Origgio]], [[Parabiago]], [[Rescaldina]], [[Samarate]], [[San Giorgio su Legnano]], [[San Vittore Olona]], [[Saronno]], [[Solbiate Olona]], [[Somma Lombardo]], [[Turbigo]], [[Uboldo]], [[Vanzaghello]], [[Villa Cortese]], [[Vizzola Ticino]].
 
== Economia ==
 
=== Agricoltura ===
[[Immagine:20081224CascinaBurattana(3).JPG|120px|thumb|right|Cascina Burattana]]
{{cn|Il suolo di Busto Arsizio non è mai stato particolarmente favorevole all'agricoltura}}. Per questo gli abitanti del luogo, fin dalle origini, dovettero affiancarvi altre attività, come la concia delle pelli nell'[[Alto Medioevo]]. Ciò nonostante il settore primario rimase quello predominante {{cn|fino almeno al [[XVI secolo]].}} I raccolti più importanti erano quelli di cereali e [[vino]].
 
In città è nata un'associazione, ''Arte Agricola Bustese'', che ha lo scopo di promuovere l'[[agricoltura biodinamica]].<ref>L’agricoltura biodinamica nasce dallo sviluppo degli impulsi dati da [[Rudolf Steiner]], fondatore dell'[[antroposofia]], per una nuova agricoltura che si basi sul potenziamento della fertilità del terreno.</ref> Una delle ultime realtà del patrimonio agricolo comunale è la ''Cascina Burattana'', angolo verde situato a nord del quartiere di [[Borsano]].
 
=== Allevamento ===
[[Immagine:Bombyx mori Cocon 02.jpg|120px|thumb|right|Un bozzolo]]
{{cn|L'allevamento del [[baco da seta]] (i bigàti) fu praticato nell'[[Alto Milanese]] da tempo immemorabile. Fino all'avvento delle prime fibre artificiali (anni trenta del XX secolo) che portò al crollo del prezzo della [[seta]] sul mercato, l'Alto Milanese era la capitale della [[bachicoltura]] italiana, una delle prime al mondo. Si tratta di una tradizione secolare, che risale alla fine del Medioevo, e che era praticata in modo massivo nelle famiglie bustesi. Tale attività fu una di quelle che contribuirono a trasformare Busto Arsizio nella «Manchester d'Italia», ossia in uno dei più importanti centri per la produzione tessile. Proprio a supporto della bachicultura, a Busto Arsizio, nei cortili delle case, veniva coltivato il [[gelso]], indispensabile nutrimento dei bachi da seta.}}
 
=== Artigianato ===
{{cn|Già nel [[XVI]] secolo Busto Arsizio era rinomata per la produzione del [[fustagno]], un tessuto robusto e resistente, che ha le sue origini nel [[Basso Medioevo]].}}
 
=== Industria ===
[[Immagine:20080106Ciminiere1.jpg|200px|thumb|right|Due delle "cento" ciminiere di Busto Arsizio.]]
{{cn|Busto Arsizio è stata per anni uno dei più importanti centri tessili d’Italia, tanto da essere conosciuta anche all'estero. Già agli inizi dell'800 vi troviamo la ditta "[[Cristoforo Benigno Crespi|Benigno Crespi]]", appartenente ad una famiglia di lunga tradizione bustocca, soprannominata dei "Tengitt". Furono proprio Benigno Crespi e suo figlio Silvio che vollero costruire [[Crespi d'Adda]], un villaggio operario dominato dal castello del padrone, che simboleggiava l'autorità e benevolenza verso gli operai e le loro famiglie.}}
 
Nel [[1995]], il villaggio industriale di Crespi d'Adda, fu accolto da parte del Comitato per il Patrimonio Mondiale dell'[[Unesco]] nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto "Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa".<ref>[http://www.villaggiocrespi.it/CONOSCERE/Valore.htm Villaggio Crespi]</ref>
 
In città si ebbe formazione di un ceto di imprenditori che avviò le prime manifatture tessili. Contemporaneamente si creò la figura dell’operaio-contadino che trovava impiego in tali manifatture senza però mai trascurare completamente le attività agricole. Con il passare del tempo l’Altomilanese si apprestava a diventare un motore pulsante dell’economia lombarda ed un’area di eccellenza dell’industria manifatturiera nazionale. {{cn|Busto Arsizio iniziò ad essere chiamata ''la Manchester d'Italia'' o ''la città delle 100 ciminiere''}}.
 
{{cn|Nel [[1917]] gli imprenditori dell'[[bustese (territorio)|area bustese]] diedero vita alla Federazione Industriale dell'Alto Milanese}}. Dopo la pausa corporativa del [[ventennio fascista]] (prima della seconda guerra mondiale contava la presenza di 65 industrie<ref>[http://www.itinerariesapori.it/itinerario_sempione_saronnese/busto_arsizio.htm Itinerari e Sapori]</ref>), gli imprenditori di Busto Arsizio si unirono nell'Unione Bustese degli Industriali nel [[1949]].
 
Nel [[1951]] fu creata, sul confine sud della città, la cosiddetta "Mostra del Tessile". Fu opera degli uomini più conosciuti e avveduti della città: il banchiere Benigno Airoldi, gli industriali Antonio Tognella, Carlo Schapira, Enrico Candiani, il sindaco [[Giovanni Rossini]], i parlamentari [[Cipriano Facchinetti]], Morelli, Tosi.
 
{{cn|Se negli anni Cinquanta del [[XX secolo]], per quanto riguarda il settore tessile, Busto Arsizio era prevalentemente una scuola di taglio e cucito orientata alla produzione, al giorno d’oggi invece l’orientamento è quello dello sviluppo tecnico.}}
 
{{cn|L’industria bustocca si è comunque molto diversificata, anche a causa della crisi che ha investito il settore tessile. La città ha saputo far fronte al declino del tessile in due modi: incentivando altri campi del settore secondario (l’[[industria meccanica]], la lavorazione della plastica e l’[[edilizia]]) e sviluppando costantemente il settore commerciale e del terziario.}}
 
=== Servizi ===
Anche per quanto riguarda il settore terziario, si hanno illustri esempi di eccellenza già nei secoli passati. Basti pensare che l'Antico Salumificio Bustese esportava in America già alla fine dell'Ottocento,<ref>[http://www.univa.va.it/Varesefocus/VF.nsf/309cefbb99de4ca9c125697c00393e33/dd2c142ec8bf838dc125710100501112?OpenDocument Unione degli Industriali]</ref> oppure che in quegli stessi anni [[Enrico dell'Acqua]], pioniere dell’esportazione cotoniera in Italia e soprannominato "il principe mercante" da [[Luigi Einaudi]], aveva già creato una immensa rete di commercio soprattutto con l'America latina.<ref>Luca Colombo. ''L'impero del cotone''. Pianezza editore. Busto Arsizio(1999).</ref>
 
Al giorno d’oggi il terziario bilancia in numero di addetti l'attività manifatturiera, da sempre vocazione del comune di Busto Arsizio.<ref>[http://www.bustoarsizio.org/docs/piano_strategico_ba.pdf Piano Strategico di Busto Arsizio]</ref> Secondo gli ultimi dati disponibile relativamente al tessuto economico della città<ref>Imprese attive iscritte al Registro Imprese nel 2005,</ref> complessivamente le imprese sono 7.342. Per quanto riguarda la ripartizione per settore, commercio (1.846 imprese) e attività immobiliari (1.800 imprese) ricoprono il maggior numero di imprese attive. Le attività manifatturiere contano 1.255 imprese attive.
 
==Infrastrutture e trasporti==
Per quanto riguarda le attività del [[trasporto di merci]], la città di Busto è importante anche per la presenza di una [[dogana]] e di un [[Terminal Hupac di Busto Arsizio]] destinato al [[trasporto intermodale]].
 
===Strade===
La città di Busto Arsizio è collegata tramite una fitta rete di strade di diversa categoria a tutti i paesi limitrofi ed ai principali centri del nord-ovest della Lombardia e del nord-est del Piemonte. Per quanto riguarda le autostrade, [[21 settembre]] del [[1924]] venne inaugurato il primo tratto di quella che diverrà l''''Autostrada dei Laghi''' e che sarà la prima [[autostrada]] a [[pedaggio]] realizzata in Italia e la seconda nel mondo, dopo l'[[AVUS]] di [[Berlino]] (progettata nel [[1909]] ed aperta al traffico nel [[1921]]). Con questo nome si indica, oltre al tratto originario, che oggi costituisce la A8, anche la A9, per [[Como]], raggiungibile da Busto Arsizio anche tramite la SS527 [[Bustese]]. La città è collegata anche alla A4 tramite la [[Strada Statale 336 dell'Aeroporto della Malpensa|Superstrada dell'Aeroporto della Malpensa]], che ha il suo inizio proprio a Busto Arsizio e termina a [[Boffalora]]. Tale statale collega la città anche alla [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Malpensa]], già Aeroporto Città di Busto Arsizio.
 
====Strade statali e provinciali====
*La [[Immagine:Strada Statale 33 Italia.svg|45px]] [[Strada Statale 33 del Sempione|del Sempione]] collega Busto Arsizio con [[Milano]].
*La [[Immagine:Strada Statale 341 Italia.svg|45px]] [[Strada Statale 341 Gallaratese|Gallaratese]] collega Busto Arsizio con [[Varese]].
*La [[Immagine:Strada Statale 341 Italia.svg|45px]] [[Strada Statale 341 Gallaratese|Gallaratese]] collega Busto Arsizio con [[Novara]].
*La [[Immagine:700px-Strada Statale 527 Italia.svg.png|45px]] [[Bustese]] collega Busto Arsizio con [[Monza]] in una direzione ed [[Oleggio]] nell'altra.
 
====Superstrade====
*[[Immagine:Strada Statale 336 Italia.svg|45px]] '''[[Strada Statale 336 dell'Aeroporto della Malpensa|dell'Aeroporto della Malpensa]]''': uscire a Busto Arsizio-Solbiate Olona, oppure a Busto Arsizio-Cassano Magnago, oppure a Busto Arsizio Nord-Gallarate.
 
====Autostrade====
*Dall'autostrada [[Immagine: Autostrada A8 Italia.svg|23px]] ([[Milano]]-[[Varese]]), uscita Busto Arsizio.
*Dall'autostrada [[Immagine: Autostrada A26 Italia.svg|23px]] ([[Genova]]-[[Gravellona Toce]]), proseguire sul raccordo A8/26, poi sulla A8; quindi uscire a Busto Arsizio.
*Dall'autostada [[Immagine: Autostrada A9 Italia.svg|23px]] ([[Milano]]-[[Como]]), uscire al casello di [[Saronno]], quindi proseguire sulla [[Strada Statale 527 Bustese]].
*Dall'autostrada [[Immagine: Autostrada A4 Italia.svg|23px]] ([[Torino]]-[[Trieste]]), uscire al casello di [[Boffalora]].
 
===Trasporto pubblico cittadino===
Con la concessione alla ditta Locatelli di Milano dell'esercizio di due linee urbane per il collegamento dei due poli ferroviari ([[Stazione di Busto Arsizio|Ferrovie dello Stato]] e [[Stazione di Busto Arsizio Nord|Ferrovie Nord Milano]]) con le zone centrali di Busto Arsizio, ha inizio la storia del trasporto pubblico cittadino su strada. Dal [[1972]], i trasporti di pubblica utilità all'interno della città sono gestiti dall'Agesp trasporti s.p.a.. Busto Arsizio è anche collegata tramite autolinee dell'[[Atinom]] a [[Busto Garolfo]] e della [[Stie]] a [[Castellanza]], [[Legnano]], [[Milano]], [[Fagnano Olona]], [[Solbiate Olona]], [[Olgiate Olona]] e [[Gallarate]].<br>
Le autolinee suburbane con i Comuni limitrofi sono:
 
* Linea '''H601''' Busto Arsizio / [[Legnano]] - [[Tradate]] '''gestore [[Ferrovie Nord Milano Autoservizi|FNM Autoservizi]]'''
* Linea '''H603''' Busto Arsizio - [[Olgiate Olona]] - [[Solbiate Olona]] - [[Fagnano Olona]] '''gestore [[STIE]]'''
* Linea '''H609''' [[Milano]] [[Cadorna MM|Cadorna]] {{BoxArrotondato|[[Linea M1 (Metropolitana di Milano)|M1]]|#FFFFFF|#E20A16|#E20A16|0ex}} {{BoxArrotondato|[[Linea M2 (Metropolitana di Milano)|M2]]|#FFFFFF|#3f9f3f|#3f9f3f|0ex}} - [[Milano]] [[Molino Dorino MM|Molino Dorino]] {{BoxArrotondato|[[Linea M1 (Metropolitana di Milano)|M1]]|#FFFFFF|#E20A16|#E20A16|0ex}} - [[Pero]] - [[Rho]] - [[Nerviano]] - [[Legnano]] - [[Castellanza]] - Busto Arsizio - [[Gallarate]] '''gestore [[STIE]]'''
* Linea '''H609a''' ''Celere Via Autostrada A8'' [[Milano]] [[Cadorna MM|Cadorna]] {{BoxArrotondato|[[Linea M1 (Metropolitana di Milano)|M1]]|#FFFFFF|#E20A16|#E20A16|0ex}} {{BoxArrotondato|[[Linea M2 (Metropolitana di Milano)|M2]]|#FFFFFF|#3f9f3f|#3f9f3f|0ex}} - [[Legnano]] - Busto Arsizio - [[Gallarate]] '''gestore [[STIE]]'''
* Linea '''H625''' Busto Arsizio - [[Dairago]] - [[Busto Garolfo]] '''gestore [[ATINOM]]
 
===Trasporto ferroviario===
[[Immagine:Busto_Arsizio_Stazione_RFI_Fascio_binari_2007.jpg|right|thumb|250px|Binari della linea delle Ferrovie dello Stato.]]
{{vedi anche|Stazioni ferroviarie di Busto Arsizio}}
La città di Busto Arsizio è attraversata da due linee ferroviarie con due [[stazione ferroviaria|stazioni]] ferroviarie ben distinte:
* la [[Stazione di Busto Arsizio|Stazione delle ferrovie dello Stato]], di proprietà di [[Rete ferroviaria italiana]], lungo la ferrovia [[ferrovia Domodossola-Milano|Milano - Domodossola - Sempione]];
* la [[Stazione di Busto Arsizio Nord|Stazione delle Ferrovie Nord Milano]], di proprietà di [[FerrovieNord]], lungo la [[ferrovia Milano-Saronno-Novara]] e la [[ferrovia Busto Arsizio-Malpensa Aeroporto]].
 
La Stazione delle ferrovie dello Stato è interessata dal transito e dalla fermata della '''[[Servizio ferroviario suburbano di Milano|Linea]]'''[[Immagine:Linee S di Milano.svg|17px]] {{BoxArrotondato|[[Linea S5 (sistema ferroviario suburbano di Milano)|S5]]|White|#ffa500|Black}} (Pioltello - Gallarate/Varese)
 
===Trasporto aereo===
L'attuale aeroporto di [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Malpensa]], già '''Aeroporto Città di Busto Arsizio''', fu costruito su iniziativa degli imprenditori bustocchi e bustesi, che a tal fine diedero vita alla [[Società Aeroporto di Busto]]. L'aeroporto dista una decina di km dal centro cittadino. A circa 40 km da Busto Arsizio si trova anche l'aeroporto di [[Aeroporto di Milano-Linate|Linate]].
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Gianluigi Farioli <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
|partito= [[Forza Italia|FI]]
|DataElezione= 30/05/2006 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|TelefonoComune= 0331 390111 <!--TELEFONO DEL CENTRALINO, usare il formato 02 12345678 cioè prefisso spazio numero telefonico-->
|EmailComune= info@comune.bustoarsizio.va.it <!--E-MAIL del comune-->
}}
 
{{Nota|right
|titolo=[[Consiglio Comunale dei Ragazzi]]
|larghezza=40%
|contenuto=
 
Il [[Consiglio Comunale dei Ragazzi]] ha il compito di deliberare in via consultiva nelle seguenti materie: politica ambientale, sport, tempo libero, giochi, rapporti con l’[[associazionismo]], cultura e spettacolo, pubblica istruzione, assistenza ai giovani e agli anziani, rapporti con l’[[UNICEF]].
}}
 
===Elenco dei sindaci di Busto Arsizio===
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1850]]
|[[1853]]
|[[Carlo Tosi|Dott. Carlo Tosi]]
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1853]]
|
|[[Cesare Rossi]]
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1856]]
|[[1863]]
|[[Pasquale Pozzi]]
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1863]]
|[[1868]]
|[[Carlo Crespi|Ing Carlo Crespi]] (detto Cordafina)
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1868]]
|[[1872]]
|[[Carlo Tosi|Dott. Carlo Tosi]]
|
|[[Sindaco]]
|<ref>Eletto sindaco per la seconda volta</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1872]]
|[[1873]]
|Cav. Luigi Krumm
|
|[[Assessore anziano]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1873]]
|[[1875]]
|Avv. Angelo Ballarati
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1875]]
|[[1884]]
|Comm. Giuseppe Lualdi
|
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1884]]
|
|Orsino Orsini
|
|[[Commissario]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1884]]
|
|Angelo Gambero
|
|[[Sindaco f.f.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1884]]
|[[1885]]
|Avv. Ernesto Travelli
|
|[[Sindaco f.f.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1885]]
|[[1889]]
|Paolo Crespi Porro
|
|[[Sindaco f.f.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|
|
|Leopoldo Candiani
|
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|
|
|Ercole Marinoni
|
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1890]]
|[[1895]]
|Cav. Attilio Ballarati
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1896]]
|[[1902]]
|Avv. Pietro Tosi
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1903]]
|[[1904]]
|[[Cesare Rossi|Comm. Avv. Cesare Rossi]]
|
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1906]]
|[[1907]]
|[[Giuseppe Rossi|Comm. Avv. Giuseppe Rossi]]
|
|
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1909]]
|[[1914]]
|Avv. Pietro Tosi
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1914]]
|[[1923]]
|[[Carlo Azimonti|Cav. Carlo Azimonti]]
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|<ref>Era il più giovane sindaco d'[[Italia]], essendo nato nel [[1888]]</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1924]]
|[[1930]]
|Comm. Ottorino Maderna
|
|[[Podestà]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1931]]
|[[1 settembre]] [[1943]]
|Comm. Dott. Ercole Lualdi
|
|[[Podestà]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2 settembre]] [[1943]]
|[[25 aprile]] [[1945]]
|[[Carlo Azimonti|Avv. Carlo Azimonti]]
|
|[[Commissario prefettizio]]
|<ref>Destituito dal [[prefetto]] per alcuni mesi a partire dal [[17 novembre]] [[1943]]</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[26 aprile]] [[1945]]
|[[1946]]
|Avv. Camillo Tosi
|
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1947]]
|[[Mario Grampa|Sen Mario Grampa]]
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|<ref>Eletto senatore nel [[1955]]</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1947]]
|[[1961]]
|Comm. Giovanni Rossini
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1961]]
|[[1970]]
|Rag. Gian Pietro Rossi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|<ref>Eletto senatore nel [[1976]]</ref>
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[1972]]
|Dott. Giuseppe Castiglioni
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1972]]
|[[1974]]
|Dott. Giorgio Ughetto Haraszthy
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1974]]
|[[1975]]
|Gian Luigi Baratelli
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1975]]
|[[1976]]
|Rag. Gian Pietro Rossi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1976]]
|
|Rag. Ascanio Besnati
|[[Partito Repubblicano Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1976]]
|[[1977]]
|Rag. Felice Pozzi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1977]]
|[[1979]]
|Avv. Giancarlo Tovaglieri
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1979]]
|[[1985]]
|Angelo Borri ("il sindaco buono")
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1985]]
|[[1988]]
|On. Gian Pietro Rossi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1988]]
|[[1990]]
|Dott. Luigi Caccia (detto Gigetto)
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1990]]
|[[1993]]
|On. Gian Pietro Rossi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1993]]
|
|Dott. Umberto Calandrella
|
|[[Commissario straordinario]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|Dicembre [[1993]]
|[[25 maggio]] [[2002]]
|Prof. Gianfranco Tosi
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[26 maggio]] [[2002]]
|[[30 gennaio]] [[2006]]
|Ing. Luigi Enrico Rosa
|[[Lega Nord]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1 febbraio]] [[2006]]
|[[29 maggio]] [[2006]]
|Paolo Guglielman
|
|[[Commissario prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1 febbraio]] [[2006]]
|''In carica''
|Gianluigi Farioli
|[[Forza Italia]]
|[[Sindaco]]
|
}}<br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br><br>
 
===Gemellaggi===
{{Gemellaggio|Italia|Domodossola}}
{{Gemellaggio|Italia|Sanremo}}
{{Gemellaggio|Francia|Epinay-sur-Seine}}
 
== Sport ==
Le società sportive di Busto Arsizio sono attualmente 42: G.S. Beata Giuliana, U.C. Bustese Olonia, G. B. S. Anna, C.S.O. Borsanese, G.S. San Marco Calcio, Pro Patria Bustese Atletica Mondo, U.S. Acli Borsanese, G. B. Borsanese, International Skating, [[Hockey Club Busto Arsizio|Hockey Club B.A.]], [[Pro Patria Calcio|Pro Patria Bustese Sportiva]], Pallacanestro Busto Arsizio, A.D.S. Centro Sportivo Busto A., Pro Patria Palla al Cesto, [[Futura Volley Busto Arsizio|Futura Volley-Yamamay]], Pro Patria Judo, Club Amici dello Sport-C.A.S., Club Twirling Sacconago, A.S.D. New Project, Bu Do Kan, Pool Bustese, G.S. Antoniana, U.S. Ardor calcio, U.S. oratorio San Filippo, P.G.S. Amicizia, Polisportiva Rekord, G.S.C. Borsano, P.G.S. S.I.C., A.S.D. Atletica San Marco, Pro Patria Pallavolo, Centro Studi Karate, Pro Patria Calcio Amatori, P.G.S. Primavera, Ardor Basket, Polisportiva P.A.D., S.C. Antoniana calcio, Polisportiva San Marco, Bustese 92, Fukyu Karate Club, Accademia Bustese Pattinaggio, A.R.C. Busto A. 1991, Busto Rugby.
 
===Atletica leggera===
[[Immagine: Pista di atletica leggera di Sacconago.jpg|180px|right|thumb|La pista di atletica leggera di Sacconago, luogo di allenamento della [[Pro Patria Bustese Atletica Mondo]]]]
A Busto Arsizio si sono tenute alcune prove dei campionati italiani di [[atletica leggera]], con i seguenti risultati:
*[[1922]]: "20.000 metri": vittoria di Ettore Blasi (1h 10' 19")
*[[1999]]: "Mezza maratona maschile": vittoria di [[Giuliano Battocletti]] (1h 02' 20")
La società locale di [[atletica leggera]] è la Pro Patria Bustese Atletica Mondo. Società di Podismo amatoriale è l'Atletica San Marco.
 
[[Assunta Legnante]] ha raggiunto i 19.04 metri con un lancio il [[24 settembre]] [[2006]] alla Finale Oro dei Campionati italiani di società di getto del peso tenutasi a Busto Arsizio.
 
===Calcio===
[[Immagine:20081224Speroni(2)m.JPG|400px|right|thumb|Stadio Speroni]]
La squadra più prestigiosa della città è la "[[Pro Patria Calcio|Pro Patria et Libertate]]", che milita dalla stagione 2002-03 nel campionato di [[Serie C1]] (Lega Pro Prima Divisione)<ref>[http://www.radionews.it/home/default.asp?id_pannello=2&id_news=25218 Pro Patria in prima divisione]</ref> ed il cui campo di gioco è quello dello [[Stadio Speroni]]. La Pro Patria vanta 16 campionati in [[Serie A]] dei quali 12 a girone unico, l'ultimo dei quali nella stagione 1955-56. Il miglior piazzamento nella massima divisione nazionale fu l'ottavo posto conquistato nel campionato 1947-48. La stagione 1965-66 fu l'ultima in [[Serie B]].
 
Lo stadio della Pro Patria è il Carlo Speroni. Costruito ed inaugurato nel [[1927]] per la prima promozione della squadra in Serie A, ha subito varie ristrutturazioni ed ampliamenti, l'ultima delle quali nel luglio [[2007]].
 
===Ciclismo===
Busto Arsizio è stata due volte sede di tappa al [[Giro d'Italia]]:
* 17 maggio [[1985]], prima tappa, con vittoria dello [[Svizzera|svizzero]] [[Urs Freuler]].
* 8 giugno [[2001]], diciannovesima tappa, con vittoria di [[Mario Cipollini]].
Per alcuni anni vi si tenne anche la "[[Coppa Città di Busto Arsizio]]" (poi "G.P. Busto Arsizio"), fra i cui vincitori figurano [[Tranquillo Scudellaro]] ([[1954]]) e [[Rino Benedetti]] ([[1958]]), quinto l'anno precedente. In tutto si ebbero 19 edizioni.
 
===Hockey===
La squadra cittadina è l'[[Hockey Club Busto Arsizio]], che partecipa al campionato maschile di serie B.
 
===Nuoto e Pallanuoto===
Nel dicembre [[1997]], dalla fusione delle attività agonistiche di Bustese Nuoto e Busto Pallanuoto, è nata [[Busto Nuoto A.S.]]. La squadra della città è campione invernale di nuoto sincronizzato nel [[2007]].
 
===Pallacanestro===
Per quanto riguarda la [[pallacanestro]], la [[Pallacanestro Busto Arsizio Ass. Dil.]] è la principale squadra della città e attualmente milità in serie C2 dopo essere stata promossa perfino in B1. La storia della pallacanestro bustese è legata alla figura di Peppino Vidali.
 
===Pallavolo===
[[Immagine:20080106PalaPiantanida2.jpg|thumb|right|180px|[[PalaYamamay]], uno dei tre palazzetti dello sport di Busto Arsizio]]La squadra locale di pallavolo femminile è la [[Futura Volley Busto Arsizio|Yamamay Busto Arsizio]], attualmente in [[Serie A femminile FIPAV 2007-2008|Serie A1]].
A Busto Arsizio è stata disputata il [[3 giugno]] [[2005]], al [[PalaYamamay]], una partita di [[World League di pallavolo|World League]] tra le nazionali di [[Italia]] e [[Cuba]], vinta da Cuba col punteggio di 1-3.
 
===Rugby===
Fondata nel [[2008]] per iniziativa di alcuni cittadini con il supporto di studenti e giocatori di rugby della LIUC, [[Università Carlo Cattaneo]], è la Busto Rugby. Scopo dell'associazione è la promozione di questo sport tra i ragazzi di età compresa tra 6 e 11 anni ([[Minirugby]]) attraverso allenamenti bisettimanali e la partecipazione a concentramenti con altre squadre.
 
===Scherma===
La società schermistica di Busto Arsizio è la [[Pro Patria et Libertate (Scherma)|Pro Patria et Libertate]].
 
===Scautismo===
[[Immagine:20081224MacelloCivico(2).JPG|thumb|right|180px|Ex Macello Civico (arch. Crespi Balbi) ora sede del ''Busto 3'']]
A Busto Arsizio sono attualmente presenti 3 gruppi di [[Scautismo|scout]]:
* ''Busto Arsizio 1'' (in via Pozzi);
* ''Busto Arsizio 3'' (in via Pepe, presso l'ex Macello Civico);
* ''Busto Arsizio 5'' (in via Lega Lombarda, presso la sede del [[PIME]]).
 
== Galleria fotografica ==
<gallery>
Immagine:20080828Redentore1.jpg|Chiesa del Santissimo Redentore.
Immagine:100 0208.jpg|Piazza Santa Maria: fiori e piante davanti alla chiesa.
Immagine:20071226Judi.jpg|Villa Judi.
Immagine:20071226SGregorio 1m.JPG|Chiesa di San Gregorio.
Immagine:20071226VillaLeone.jpg|Villa Leone.
Immagine:20071226Gambini2.jpg|Villino Dircea Gambini.
Immagine:20071226Castiglioni 2.jpg|Palazzina Castiglioni.
Immagine:20071226ParcoLiberty.jpg|Parco al Liberty.
</gallery>
 
==Citazioni==
Busto Arsizio è citata in alcuni film, canzoni, libri e fumetti.
* In una versione della canzone ''Alfieri'' di [[Elio e le Storie Tese]]: «Abitavo un tempo a Busto Arsizio...».<ref>[http://testicanzoni.superba.it/testo_canzone/artista_elio-e-le-storie-tese/canzone_alfieri.html TestiCanzoni]</ref>
* Nella canzone ''Un amore'' di [[Ricky Gianco]]: «Certo insistendo presso amici a Busto Arsizio / potrei conoscere il suo nome, il suo indirizzo...».<ref>[http://enricocerquiglini.splinder.com/post/16257408 Un amore]</ref>
* Nella canzone ''Garibaldi Blues'' di [[Bruno Lauzi]]: «Garibaldi aveva un socio / si chiamava Nino Bixio / venne giù da Busto Arsizio...».<ref>[http://www.musicaememoria.com/covers_lista.htm#Lista Musica e Memoria]</ref>
* In alcune storie a [[fumetto|fumetti]] di [[Benito Jacovitti|Jacovitti]], come ''Baby Rocket'', del [[1963]]; il cavallo di [[Zorry Kid]], Saratoga, quando non è impegnato a difendere i deboli con il suo padrone, riprende la sua normale identità di ''ragioniere a Busto Arsizio''.
* Nel libro [[Favole al telefono]] di [[Gianni Rodari]], in particolare nella favola "Il palazzo da rompere".
* In una storia a fumetti di [[Tiziano Sclavi]] (''[[Dylan Dog (fumetto)|Dylan Dog]]'' numero 41, "Golconda!").
* Nel film "Lo Svarione Dell'Anello - La compagnia del verginello", una parodia del film Il Signore Degli Anelli (The Lord Of The Rings - La Compagnia Dell'Anello), il primo film della trilogia.
* Nel film "[[Io no spik inglish]]" con [[Paolo Villaggio]]. In una scena del film un signore inglese chiese al protagonista (Paolo Villaggio) da dove venisse. Egli rispose: "Italia". Il Sir. inglese replicò: "Oh, yes, I love Italy: Rome, Venice, Florence, Busto Arsizio".
* Nel film "Il compagno Don Camillo". Due presunti rifugiati russi che raccontano storie paurose sul regime comunista in [[Russia]], risultano poi essere due truffatori, uno dei quali, tale Coretti Adolfo, proveniente da Busto Arsizio.
*Nel film [[Vacanze di Natale '90]], con [[Diego Abatantuono]], [[Massimo Boldi]] e [[Christian De Sica]]. Massimo Boldi, interpreta un industriale di Busto Arsizio, in vacanza con la moglie a [[Sankt Moritz]].
*Nell'ottava puntata della fiction [[Un Ciclone in Famiglia 4]], con [[Massimo Boldi]] e [[Maurizio Mattioli]].
*Nel film [[Eccezziunale veramente]] con [[Diego Abatantuono]], viene citata la squadra di calcio bustocca: la [[Pro Patria Calcio]], il cui pareggio per 0-0 a [[Carrarese|Carrara]] permette a Diego Abatantuono di fare 13 al [[Totocalcio]].
*Un tempo a Busto si produceva dell'ottimo vino e grazie a questo prodotto, la città venne citata da [[Ugo Foscolo]] e da [[Carlo Porta]].
{{Quote|Accorrete, che annegò, <br>
Parenti, cavalieri, <br>
Salvatemi, vi prego, <br>
Per le polpette che mangiaste jeri: <br>
Salvatemi se il cielo <br>
Vi ajuti a traccannar trecento fiaschi <br>
Di vin di Busto e a digerire un bue|
[[Ugo Foscolo]], [[1814]]}}
 
{{Quote|Che granada varda varda! <br>
Sent che odor <br>
Che bel color <br>
Viva Büst, <br>
E i so vidòr!...|
[[Carlo Porta]]}}
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
* {{cita libro|nome=C.|cognome= Magni|autori= G. Pacciarotti|titolo=Busto Arsizio - Ambiente storia società|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1977}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Sommario di vita bustese dalle origini ai tempi nostri|editore=L.V.G. editrice|città=Azzate|anno=1981}}
* {{cita libro|autore=Giampiero Magugliani|titolo=Busto Arsizio. Storia di una città attraverso le sue vie e le sue piazze|editore=Pianezza s.r.l.|città=Busto Arsizio|anno=1985}}
* {{cita libro|autore=Amici del Liceo|titolo=Vita bustese. Rassegna di vita bustese, documenti ed immagini 1920-1940|editore=Bramante editrice.|città=Busto Arsizio|anno=1989}}
* {{cita libro|nome=Francesco|cognome= Bertolli|autori=Umberto Colombo|titolo=La peste del 1630 a Busto Arsizio|editore=Bramante editrice|città=Busto Arsizio|anno=1990}}
* {{cita libro|autore=Bertolli-Pacciarotti-Spada|titolo=Chiese minori a Busto Arsizio: San Gregorio e Beata Vergine delle Grazie (Sant'Anna)|editore=Libreria della Basilica|città=Busto Arsizio|anno=1991}}
* {{cita libro|autore=Ferrario Mezzadri-Langè-Spiriti|titolo=Il Palazzo Marliani Cicogna in Busto Arsizio|editore=Arti Grafiche Baratelli|città=Busto Arsizio|anno=1992}}
* {{cita libro|autore=Maurizio Sbicego|titolo=Busto città amata - testi storici di Franco Bertolli e Augusto Spada|editore=Macchione Editore|città=Azzate (Varese)|anno=1996}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=1997}}
* {{cita libro|autore=Daniela Maffioli|titolo=La Capitolare di Busto Arsizio attraverso la storia e alcuni suoi codici (XII-XV secolo)|editore=Mariani Artigrafiche s.r.l.|città=Olgiate Olona|anno=1998}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=La Basilica di San Giovanni Battista a Busto nell'opera di Francesco Maria Ricchino|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=2001}}
* {{cita libro|autore=Giuseppe Tettamanti|titolo=Zibaldone Cronaca Altri Scritti|editore=Edizioni de "la Provvidenza"|città=Busto Arsizio|anno=2001}}
* {{cita libro|autore=Elisabetta Palmisano|titolo=Il Settecento a Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=2002}}
* {{cita libro|autore=Gian Franco Ferrario|titolo=Busto Arsizio. Emozioni Liberty|editore=Macchione editore|città=Busto Arsizio|anno=2002}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Molini Marzoli Massari. Un recupero di eccellenza. La Tecnocity di Busto Arsizio|editore=Macchione editore|città=Busto Arsizio|anno=2002}}
* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Busto Arsizio, anno 1604 e dintorni|editore=Edizioni de "la Provvidenza"|città=Busto Arsizio|anno=2004}}
* {{cita libro|autore=Augusto Spada|titolo=Conoscere la città di/Getting to know the city of Busto Arsizio|editore=Freeman editrice|città=Busto Arsizio|anno=2004}}
 
==Voci correlate==
{|
| width="50%" valign="top" |
* [[Associazione Consortile dei Comuni dell'Alto Milanese|A.C.C.A.M.]]
* [[Aeroporto di Milano-Malpensa|Aeroporto della Malpensa]]
* [[Alto Milanese]]
* [[Borsano]]
* [[Bruscitti]]
* [[Bumbasina]]
* [[Buon Gesù]]
* [[Bustese (territorio)|Busto Valle Olona]]
* [[Busto Arsizio Film Festival]]
* [[Bustock]]
* [[Cascina Brughetto (Busto Arsizio)|Cascina Brughetto]]
* [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Busto Arsizio)]]
* [[Chiesa di San Rocco (Busto Arsizio)]]
* [[Cimitero Monumentale di Busto Arsizio]]
* [[Crespi d'Adda]]
* [[Comunità Giovanile]]
* [[Contea di Busto Arsizio]]
* [[Dialetto bustocco]]
* [[Ferrovia Busto Arsizio-Malpensa Aeroporto]]
* [[Hockey Club Busto Arsizio]]
* [[L'Informazione (settimanale dell'AltoMilanese)]]
| width="50%" valign="top" |
* [[Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio]]
* [[PalaYamamay]]
* [[Parco Alto Milanese|Parco dell'Alto Milanese]]
* [[Pro Patria Calcio]]
* [[Province italiane in progetto]]
* [[Rifugio Città di Busto]]
* [[Rifugio Maria Luisa]]
* [[Rile]]
* [[Sacconago]]
* [[Santuario di Santa Maria di Piazza (Busto Arsizio)]]
* [[Società Aeroporto di Busto]]
* [[Stadio Speroni]]
* [[Stazione di Busto Arsizio|Stazione delle FF.SS di Busto Arsizio]]
* [[Stazione di Busto Arsizio Nord|Stazione delle FNM di Busto Arsizio]]
* [[Stazioni ferroviarie di Busto Arsizio]]
* [[Tarlisu (maschera)]]
* [[Telealtomilanese]]
* [[Tenore (torrente)|Tenore]]
* [[Terminal Hupac di Busto Arsizio]]
* [[Villa Ottolini-Tosi]]
* [[Villa Ottolini-Tovaglieri]]
* [[Futura Volley Busto Arsizio|Yamamay Busto Arsizio]]
|}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons}}
 
==Collegamenti esterni==
*{{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Lombardia/Provincia_di_Varese/Localit%c3%a0/Busto_Arsizio/}}
* {{it}} [http://www.bustoarsizio.org/ Sito istituzionale]
 
{{Provincia di Varese}}
{{Pievi milanesi}}
{{Pieve di Olgiate Olona-Busto Arsizio}}
{{Portale|Altomilanese|Lombardia|Italia}}
 
[[Categoria:Busto Arsizio| ]]
[[Categoria:Comuni dell'Altomilanese]]
[[Categoria:Comuni della provincia di Varese]]
[[Categoria:Comuni della Lombardia]]
[[Categoria:Comuni italiani]]
 
[[ar:بوستو أرسيتسيو]]
[[ca:Busto Arsizio]]
[[cs:Busto Arsizio]]
[[de:Busto Arsizio]]
[[en:Busto Arsizio]]
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[[et:Busto Arsizio]]
[[fr:Busto Arsizio]]
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[[la:Bustum Arsitium]]
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