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Gruppo politico-religioso giudaico apparso all'inizio del [[I secolo]], gli '''zeloti''' erano partigiani accaniti dell'indipendenza politica del regno ebraico, nonché difensori dell'ortodossia e dell'integralismo ebraici. Considerati dai romani alla stregua di terroristi, si ribellavano con le armi alla presenza romana in [[Palestina]].
{{Tradotto da|en|Filimer|19 settembre 2008|239624110}}
 
'''''<span style="font-size:medium;font-family:Comic Sans MS">[[Utente:Jalo|<span style="color:#BB0011">J</span>]][[Discussioni utente:Jalo|<span style="font-size:small;color:#DD2233">alo</span>]]</span>''''' 21:14, 19 set 2008 (CEST)
Fondati da [[Giuda il Galileo]] ebbero stretti rapporti con la comunità [[Esseni|essena]] di [[Qumran]]. Svolsero un ruolo importante nella grande rivolta del [[66]]-[[70]], la maggior parte di essi perì durante la presa di [[Gerusalemme]] da parte di [[Tito Flavio Vespasiano]] ([[70]]).
 
==Storia==
Nel I secolo lo zelotismo va impadronendosi gradualmente delle masse, urbane e ancor più di campagna, le porta al fanatismo e le conduce alla violenza dei [[predone|predoni]] e dei [[sicario|sicari]], che porteranno alla catastrofe finale della [[prima guerra giudaica]].
 
La caduta di Gerusalemme tuttavia non segnò la sconfitta dello zelotismo; gli ultimi zeloti infatti, a capo dei quali c’era [[Eleazaro ben Simone]], si rifugiarono, in un estremo tentativo di resistenza, nella fortezza di [[Masada]], a sud del deserto di Giuda, vicino al [[Mar Morto]]. Quando si videro perduti, tutti i 960 zeloti si diedero la morte.
 
==Le fonti==
Fonti sull'origine del movimento zelota sono le testimonianze convergenti di Giuseppe Flavio e dell'evangelista [[Luca]].
{{quote|In Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei così detti sicari (Ekariots), che commettevano assassini in pieno giorno nel mezzo della città. Era specialmente in occasione delle feste che essi si mescolavano alla folla, nascondevano sotto le vesti dei piccoli pugnali e con questo colpivano i loro avversari. Poi, quando questi cadevano, gli assassini si univano a coloro che esprimevano il loro orrore e recitavano così bene da essere creduti e quindi non riconoscibili|Giuseppe Flavio, ''Guerra Giudaica'' II- 12}}
 
[[Robert Eisenman]] (Eisenman, Robert. 1997. James the Brother of Jesus : The Key to Unlocking the Secrets of Early Christianity and the Dead Sea Scrolls. (Viking Penguin)) ha posto l'attenzione sulla presenza in alcuni riferimenti contemporanei del [[Talmud]] della parola zeloti, usata come sinonimo di kanna'im, ma non esattamente come un gruppo, piuttosto come preti vendicativi del [[Tempio di Gerusalemme|Tempio]].
 
La testimonianza dello storico ebreo sulla dottrina degli zeloti è interessante:
{{quote|[[Giuda il Galileo]] introdusse una quarta setta i cui membri sono in tutto d'accordo con i [[farisei]], eccetto un invincibile amore per la libertà che fa loro accettare solo Dio come signore e padrone. Essi disprezzano i diversi tipi di morte e i supplizi dei loro parenti e non chiamano nessun uomo signore.|Giuseppe Flavio, ''Antichità Giudaiche'', XVIII, 23)}}
 
È facile desumere da qui che lo zelotismo non è che un fariseismo fanatico, capace di passare dal piano religioso a quello politico, col pretesto di non obbedire ad altri che a [[Dio]].
 
I termini che indicano i combattenti [[Messianismo|messianisti]] (chrestianoi in greco) sono:
* in [[lingua ebraica|ebraico]]: Qanana ([[Cananei]]) e Bariona,
* in [[lingua greca|greco]]: Zelotes e Lestes,
* in [[lingua latina|latino]]: Sicarii, Latrones e Galilaei (Sicari, Ladroni e Galilei).
 
==Zeloti tra gli apostoli di Gesù==
Con certezza gli apostoli erano coinvolti nel movimento con Simone (detto per l'appunto Zelota {{passo biblico|Lc+6:15;At1:13}}). Più articolata la questione circa il coinvolgimento degli altri apostoli. Ad esempio di:
* Giuda detto Iscariota, nel caso fosse vera l'equivalenza tra Iscariota e Sicario (vedi "Etimologia di Giuda Iscariota" alla voce [[Giuda Iscariota]])
* Simone detto Pietro nel caso fosse correttamente attributo il soprannome di Bariona (vedi "Pietro era uno zelota?" alla voce [[San Pietro]])
* Interpretando un passo del vangelo di Luca come una metafora, Giacomo di Zebedeo e suo fratello Giovanni che chiedono a Gesù il permesso di incendiare un villaggio di samaritani dal quale il Cristo e i suoi seguaci erano stati respinti:
{{quote biblico|…ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi? Ma Gesù si voltò e li rimproverò.|Lc|9:51-56}}
considerando che a quell'epoca tale fosse il costume degli zeloti.
 
Secondo gli studi di Eisemann l'elemento zelota nell'originale gruppo di apostoli è stato mascherato e sovrascritto per dar modo alla chiesa cristiana di Paolo di assimilarsi all'elemento romano e di far proseliti tra i gentili.
 
==Dei rapporti tra gli esseni e gli zeloti==
Tra i [[Manoscritti del Mar Morto|reperti di Qumran]] si ritrovano tracce che collegano la comunità essena ai rivoltosi [[zeloti]], come ad esempio il Rotolo della guerra.
 
{{quote|...Sono divisi (gli esseni) fin dall'antichità e non seguono le pratiche nella stessa maniera, essendo ripartiti in quattro categorie. Alcuni spingono le regole fino all'estremo: si rifiutano di prendere in mano una [[moneta]] (non ebraica) asserendo che non è lecito portare, guardare e fabbricare alcuna effigie; nessuno di costoro osa perciò entrare in una [[città]] per tema di attraversare una porta sormontata da [[statua|statue]], essendo [[sacrilegio|sacrilego]] passare sotto le statue. Altri udendo qualcuno discorrere di [[Dio]] e delle sue leggi, si accertano se è [[circoncisione|incirconciso]], attendono che sia solo e poi lo minacciano di morte se non si lascia circoncidere; qualora non acconsenta essi non lo risparmiano, lo assassinano: è appunto da questo che hanno preso il nome di [[zeloti]], e da altri quello di [[sicari]]. Altri ancora si rifiutano di dare il nome di padrone a qualsiasi persona, eccetto che a Dio solo, anche se fossero minacciati di maltrattamenti e di morte.|[[Ippolito Romano]], Refutatio (IX, 26)}}
 
 
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