Portegrandi e Lingua sarda: differenze tra le pagine
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{{ISO639}}
{{lingua|nome=Sardo|nomenativo=Sardu
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|stati=[[Italia]]
|regione=[[Sardegna]]
|persone=Fra 1.000.000<ref>Cfr.:[http://www.minud.it/Minoranze-linguistiche-in-Italia.726.0.html?&L= Sito della Provincia di Udine]</ref> e 1.350.000<ref>Cfr. AA. VV. ''Calendario Atlante De Agostini 2008'', Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2007, p. 214</ref> parlanti. Secondo ''Ethnologue'', 1,050.000 circa <ref>Cfr. il [http://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=IT Sito ufficiale di ethnologue]</ref>
|tipologia={{SVO}} [[Lingua sillabica|sillabica]]
|fam1=[[Lingue indoeuropee]]
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|fam3=[[Lingue romanze insulari|Romanze insulari]]
|fam4='''''Sardo'''''
|nazione=riconosciuta dallo [[Italia|Stato Italiano]] con Legge n.482/1999 e dalla [[Sardegna|Regione Sardegna]] con Legge Regionale n.26/1997
|iso1=sc|iso2=srd|iso3=srd|sil=SRD
|estratto=Totu sos èsseres umanos naschint lìberos e eguales in dinnidade e in deretos. Issos tenent sa resone e sa cussèntzia e depent operare s'unu cun s'àteru cun ispìritu de fraternidade.
|mappa=[[File:Sardinia Language Map.png|290px|Lingue e dialetti della Sardegna]]
|didascalia=Distribuzione geografica delle lingue in Sardegna
|codice=sc}}
Il '''sardo''' (nome nativo '''''sardu''''' o '''''limba sarda''''' in [[sardo logudorese|logudorese]], '''''lìngua sarda''''' in [[sardo campidanese|campidanese]]) è una lingua appartenente al gruppo neolatino ([[lingue romanze|romanzo]]) delle [[lingue indoeuropee]]. È parlata nell'isola e [[Regione a statuto speciale|Regione autonoma]] della [[Sardegna]].
Classificata come lingua romanza occidentale e considerata da molti studiosi la più conservativa delle lingue derivanti dal [[lingua latina|latino]], è costituita da un insieme di dialetti; si possono individuare due varianti principali: campidanese e logudorese-nuorese.
[[S'hymnu sardu nationale|''S'Hymnu Sardu Nationale'']], composto da [[Vittorio Angius]] e musicato da [[Giovanni Gonella]] nel [[1843]], originariamente in campidanese (ma ne esiste anche una versione logudorese) fortemente latinizzata nella grafia, è stato il primo inno nazionale italiano (del [[Regno d'Italia]], e prima di allora del [[Regno di Sardegna]], unitamente alla [[Marcia Reale]]), rimasto in vigore fino al [[12 ottobre]] [[1946]].
Dal [[1997]] la lingua sarda è lingua ufficiale della [[Sardegna]], in regime di coufficialità con la lingua ufficiale dello [[Repubblica italiana|Stato italiano]].
== Gruppi della lingua sarda e varianti ==
Il sardo propriamente detto viene comunemente distinto in due gruppi (diasistemi o varietà): il [[Sardo logudorese|logudorese-nuorese]] (dialetti centro-settentrionali) e il [[Sardo campidanese|campidanese]] (dialetti meridionali).
{{vedi anche|Sardo logudorese|Sardo campidanese}}
Pur accomunati da una morfologia e una sintassi fondamentalmente omogenee, le due varietà presentano rilevanti differenze di pronuncia e talvolta anche lessicali. All'interno di ciascun gruppo il sardo è comunque mutuamente comprensibile (le differenze sono fondamentalmente di tipo fonetico) e relativamente omogeneo.
Esistono inoltre numerosi dialetti che presentano delle caratteristiche appartenenti ora all'una, ora all'altra macro-varietà e risulta impossibile tracciare un confine netto tra logudorese-nuorese e campidanese.
Un discorso a parte va fatto per le seguenti ''varianti'' [[lingua corsa|còrse]], in quanto spesso vengono "geograficamente" considerati dialetti sardi ma hanno caratteristiche linguistiche sintattiche, grammaticali e in buona parte lessicali di tipo còrso/toscano e quindi nettamente differenti:
* il [[Lingua gallurese|gallurese]], parlato nella parte nord-orientale dell'isola ([[Gallura]]), è di fatto una variante Còrso meridionale, conosciuto dai linguisti col nome di Còrso-Gallurese e nato verosimilmente a cavallo tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVII secolo]] a seguito di notevoli flussi migratori nella regione di genti Còrse.
* il [[Lingua sassarese|sassarese]], parlato a [[Sassari]], a [[Porto Torres]], [[Sorso]], [[Stintino]] e nei loro dintorni, possiede caratteristiche di idioma intermedio tra il gallurese (di cui conserva la grammatica e la struttura) e il logudorese (da cui deriva parte del lessico e della fonetica), caratteristica della sua origine comunale e mercantile, oltre all'influenza dei contatti con [[pisa]]ni, [[Genova|genovesi]] e [[Catalogna|catalani]], [[Castiglia|castigliani]], sardi, [[Corsica|corsi]] e [[italia]]ni.
Nella città di [[Sassari]], comunque, il sardo logudorese è abbastanza diffuso per via di un'ampia immigrazione da centri sardofoni {{cn|ed è anche insegnato come lingua minoritaria in alcune scuole.}}
== Ambito di diffusione ==
Viene tuttora parlata in quasi tutta l'isola di Sardegna da un numero di locutori variabile tra 1.000.000 e 1.350.000 unità, generalmente bilingue (sardo/italiano) in situazione di [[diglossia]] (la lingua locale è utilizzata prevalentemente nell'ambito familiare e locale mentre quella italiana viene usata nelle occasioni pubbliche e per la quasi totalità della scrittura).
Più precisamente, da uno studio commissionato dalla Regione Sardegna nel 2006 <ref>Stima su un campione di 2715 interviste: [http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_88_20070514130939.pdf Anna Oppo, ''Le lingue dei sardi'']</ref> risulta che ci siano 1.495.000 persone circa che capiscono la lingua sarda ed 1.000.000 di persone circa in grado di parlarla. In modo approsimativo i locutori attivi del campidanese sarebbero 670.000 circa (il 68,9% dei residenti a fronte di 942.000 persone in grado di capirlo), mentre i parlanti delle varietà logudoresi-nuoresi sarebbero 330.000 circa (compresi i locutori residenti ad Alghero, nel Turritano ed in Gallura) e 553.000 circa i sardi in grado di capirlo. Nel complesso solo meno del 3% dei residenti delle zone sardofone non avrebbe alcuna competenza della lingua sarda.
In virtù delle emigrazioni dai centri sardofoni logudoresi e nuoresi verso le zone costiere e le città del nord Sardegna il sardo (nelle varianti, appunto, logudoresi e nuoresi) è, peraltro, parlato anche nelle aree storicamente non sardofone:
* Nella città di [[Alghero]], dove la lingua più diffusa, assieme all'italiano, è una variante del [[lingua catalana|catalano]] di tipo orientale (che oltre al [[dialetto algherese]] comprende anche le parlate delle province di [[Barcellona]], [[Girona]], delle [[Isole Baleari]]), Il sardo è capito dal 49,8% degli abitanti e parlato dal 23,2%.
* Nel centro di [[Arborea]] nel [[Campidano]] di [[Oristano]], il dialetto [[lingua veneta|veneto]], introdotto negli anni trenta del [[XX secolo|novecento]] dagli immigrati veneti venuti a colonizzare il territorio è oggigiorno in forte regresso, soppiantato sia dal sardo che dall'italiano. Anche nella frazione algherese di [[Fertilia]] sono predominanti, accanto all'[[Lingua italiana|italiano]] standard, dialetti di tipo [[Lingua veneta|veneto-coloniale]] (in netto regresso) introdotti nell'immediato dopoguerra da gruppi di profughi istriani su un preesistente substrato [[Ferrara|ferrarese]].
* Nell'isola di [[Isola di San Pietro|San Pietro]] e parte di quella di [[Isola di Sant'Antioco|Sant'Antioco]], dove persiste il [[tabarchino]], dialetto arcaizzante che fa parte della grande famiglia [[lingua ligure|ligure]], la lingua sarda è compresa dal 15,6% della popolazione e parlata dal 12,2%.
* A [[Isili]] è invece in via di estinzione il gergo di origine zingara dei ramai ambulanti locali parlato solo da un ristretto numero di individui ([[Romaniska]]).
Per quanto riguarda il [[Lingua gallurese|gallurese]] e il [[Lingua sassarese|sassarese]], per la maggior parte degli studiosi sono invece parlate sarde solo in senso geografico, poiché sotto il profilo linguistico sono considerati il primo come una variante del gruppo [[lingua corsa|còrso]], e il sassarese come una varietà di transizione tra il còrso e il sardo, per la notevole presenza di prestiti o persistenze lessicali e fonetici originari del logudorese.
Il sardo è, comunque, capito da ben il 73,6% dei galluresi e parlato dal 15,1% degli stessi (specie nei comuni della fascia costiera), mentre nel Turritano è capito dal 67,8% della popolazione e parlato dal 40,5%.
L'area sardofona costituisce in ogni caso la più consistente minoranza linguistica in Italia.
== Pericolo di estinzione ==
Il sardo antico si è evoluto assimilando parole dai popoli che dominavano di volta in volta l'isola; successivamente il sardo resistette all'influsso del [[Lingua spagnola|castigliano]] e del [[Lingua catalana|catalano]], modificando unicamente parte del lessico; ma negli ultimi 250 anni, già per volontà dei [[Savoia]] (e, per loro procura, di [[Giovanni Battista Lorenzo Bogino]]), poiché volevano unire linguisticamente i territori sotto il loro dominio, la diffusione del [[Lingua toscana|toscano]] letterario ha innescato un lento processo di [[estinzione linguistica]] che potrebbe portare alla definitiva scomparsa la lingua sarda. Alcune personalità, specialmente dell'ambito indipendentista e autonomista, ritengono che questo processo possa portare alla morte dello stesso concetto di nazione sarda,
<ref>{{cita web|http://www.gfbv.it/3dossier/eu-min/sardi-it.html|Paradiso turistico o la lenta morte di un popolo?|autore=Marco Oggianu|data=21-12-2006|24-02-2008}}</ref> diversamente da quanto avvenuto per esempio in [[Irlanda]].
Il vero processo di sostituzione della lingua sarda con la lingua italiana si è, in realtà, avuto solo dopo gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, che hanno visto la diffusione, sia sul territorio isolano che nel resto del territorio italiano, dei mezzi di comunicazione di massa. Soprattutto la televisione nazionale ha diffuso l'uso della lingua italiana e ne ha facilitato la compresione e l'utilizzo anche tra le persone che, fino a quel momento, si esprimevano esclusivamente in lingua sarda.
A tale processo si è legato quello della diffusione dell'istruzione obbligatoria che, partita negli anni sessanta, ha insegnato l'uso della lingua italiana senza prevedere, a livello istituzionale, un parallelo insegnamento della lingua sarda.
Nel medesimo periodo si è osservato, sia a livello istituzionale che a livello culturale ed intellettuale, un forte osteggiamento nell'uso della lingua sarda che veniva ricondotta ad un "tradizionalismo negativo"{{cn}}.
Vi è una sostanziale divisione tra chi crede che la legge in tutela della lingua sarda sia giunta troppo tardi, cioè quando ormai il sardo sta per essere sostituito definitivamente dall'italiano, e chi invece ritiene che sia fondamentale per mantere l'uso corrente di questa lingua. "L'aggravante" della "frammentazione dialettale" del sardo, portato come giustificazione da chi ha una visione negativa dell'intervento istituzionale a favore della valorizzazione e mantenimento dell'uso del sardo, non è sostenuto dai fatti, perché è stato un problema già affrontato in altre zone europee, come la Catalogna, dove il catalano attuale è frutto di un processo di standardizzazione dei vari dialetti che prima si parlavano nella regione.
Un altro fenomeno che colpisce la lingua sarda è la carenza del suo lessico per quanto riguarda i fenomeni e gli oggetti dell'età contemporanea. Per esempio: quando si indica la lavatrice in sardo (nella varientà campidanese), si usa un adattamento della voce italiana: ''sa lavatrici''; questo accade nonostante il verbo corrispondente per l'italiano "lavare", in sardo campidanese sia "sciacuai"; quindi la lavatrice sarebbe meglio traducibile come "sciacuadora".
Per tutte le parole indicanti oggetti della tecnologia o termini della scienza il fenomeno è lo stesso: la lingua veicolare è ormai l'italiano e il sardo, ancora resistente nella voce delle persone anziane, mutua da esso i termini che gli mancano.
Recentemente (2006), La Regione Autonoma della Sardegna ha individuato una varietà scritta mediana del sardo, denominata '''Limba Sarda Comuna (LSC)''' da usare nei suoi documenti ufficiali in uscita, con carattere quindi di coufficialità. La LSC si propone come varietà intermedia tra le due varietà di sardo letterario già esistenti (Campidanese e Logudorese).
Comuni riconosciutisi ufficialmente minoritari di lingua sarda ai sensi della legge 482/1999:
* [[Provincia di Cagliari]]: [[Arbus]] - [[Armungia]] - [[Ballao]] - [[Barrali]]- [[Burcei]]- [[Calasetta]] - [[Capoterra]] - [[Carloforte]] - [[Collinas]] - [[Decimoputzu]] - [[Elmas]] - [[Fluminimaggiore]] - [[Furtei]] - [[Genuri]] - [[Giba]] - [[Goni]] - [[Gonnesa]] - [[Gonnosfanadiga]] - [[Guspini]] - [[Isili]] - [[Mandas]] - [[Musei]] - [[Narcao]] - [[Nuxis]] - [[Pabillonis]] - [[Perdaxius]] - [[Pimentel]] - [[Piscinas]] - [[Quartu Sant'Elena]] - [[Quartucciu]] - [[Samassi]] - [[San Basilio (Italia)|San Basilio]] - [[San Nicolò Gerrei]] - [[San Sperate]] - [[San Vito]] - [[Sant'Anna Arresi]] - [[Santadi]] - [[Sardara]] - [[Selargius]] - [[Serrenti]] - [[Sestu]] - [[Setzu]] - [[Siddi]] - [[Siliqua]] - [[Silius]] - [[Sinnai]] - [[Soleminis]] - [[Teulada]] - [[Tratalias]] - [[Turri]] - [[Ussana]] - [[Ussaramanna]] - [[Villacidro]] - [[Villamar]] - [[Villamassargia]] - [[Villaputzu]] - [[Villasalto]]
* [[Provincia di Nuoro]]: [[Aritzo]] - [[Arzana]] - [[Atzara]] - [[Austis]] -[[Barisardo]]- [[Baunei]] - [[Bitti]] - [[Bolotana]] - [[Borore]] -[[Bortigali]] - [[Budoni]] - [[Cardedu]] - [[Desulo]] - [[Dorgali]] - [[Dualchi]] - [[Elini]] - [[Escalaplano]] - [[Escolca]] - [[Esterzili]] - [[Fonni]] - [[Gadoni]] - [[Gairo]] - [[Galtellì]] - [[Gavoi]] - [[Genoni]] - [[Gergei]] - [[Girasole]] - [[Ilbono]] - [[Irgoli]] - [[Laconi]] - [[Lanusei]] - [[Lei (Italia)|Lei]] - [[Loculi]] - [[Lodè]] -[[Lodine]] - [[Lotzorai]] - [[Lula (Italia)|Lula]] - [[Macomer]] - [[Magomadas]] - [[Mamoiada]] - [[Meana Sardo]] - [[Modolo]] - [[Noragugume]] - [[Nuoro]] - [[Nurallao]] - [[Nurri]] - [[Oliena]] - [[Ollolai]] - [[Olzai]] - [[Onani]] - [[Onifai]] - [[Oniferi]] - [[Orani]] - [[Orgosolo]] - [[Orosei]] - [[Orotelli]] - [[Orroli]] - [[Orune]] - [[Osidda]] - [[Osini]] - [[Ottana]] - [[Ovodda]] - [[Posada]] - [[Sadali]] - [[Sarule]] - [[Seui]] - [[Seulo]] - [[Silanus]] - [[Sindia]] - [[Siniscola]] - [[Sorgono]] - [[Suni]] - [[Tertenia]] - [[Teti]] - [[Tonara]] - [[Torpè]] - [[Tortolì]] - [[Ulassai]] - [[Urzulei]] - [[Villagrande Strisaili]]
* [[Provincia di Oristano]]: [[Ales]] - [[Ardauli]] - [[Assolo (Italia)|Assolo]] - [[Asuni]] - [[Baradili]] - [[Bonarcado]] - [[Bosa]] - [[Cabras]] - [[Cuglieri]] - [[Curcuris]] - [[Flussio]] - [[Fordongianus]] - [[Ghilarza]] - [[Gonnosnò]] -[[Marrubiu]] -[[Mogoro]] - [[Montresta]] - [[Narbolia]] - [[Oristano]] - [[Paulilatino]] - [[Riola Sardo]] - [[Scano Montiferro]] - [[Seneghe]] - [[Terralba]] - [[Tinnura]] - [[Tresnuraghes]] - [[Villa Sant'Antonio]]
* [[Provincia di Sassari]]: [[Aggius]] - [[Alghero]] - [[Anela]] - [[Ardara]] - [[Arzachena]] - [[Banari]] - [[Benetutti]] - [[Bessude]] - [[Bonnanaro]] - [[Bono]] - [[Bonorva]] - [[Borutta]] - [[Bulzi]] - [[Chiaramonti]] - [[Codrongianos]] - [[Cossoine]] - [[Erula]] - [[Esporlatu]] - [[Florinas]] - [[Illorai]] - [[Ittiri]] - [[Loiri Porto San Paolo]] - [[Luogosanto]] - [[Luras]] - [[Mara]] - [[Mores]] - [[Nulvi]] - [[Nughedu San Nicolò]] - [[Olbia]] - [[Olmedo]] - [[Osilo]] - [[Ozieri]] - [[Padru]] - [[Pattada]] - [[Ploaghe]] - [[Pozzomaggiore]] - [[Romana]] - [[Santa Teresa di Gallura]] - [[Siligo]] - [[Sorso]] - [[Sassari]] - [[Telti]] - [[Thiesi]] - [[Tissi]] - [[Uri]] - [[Usini]] - [[Villanova Monteleone]]
== Fonetica, morfologia e sintassi ==
=== Fonetica ===
Vocali: /ĭ/ e /ŭ/ (brevi) latine hanno conservato i loro timbri originali {{IPA|[i]}} e {{IPA|[u]}}; ad es. il latino ''siccus'' diventa ''siccu'' (e non come italiano ''secco'', francese ''sec''). Un'altra caratteristica è l'assenza della [[Dittongazione romanza|dittongazione]] delle vocali medie ({{IPA|/e/}} e ({{IPA|/o/}}). Ad es. il latino ''potest'' diventa ''podet'' (pron. {{IPA|[ˈpoðet]}}), senza dittongo a differenza dell'italiano ''può'', spagnolo ''puede'', francese ''peut''.
Esclusivi — per l'area romanza attuale — dei dialetti centro-settentrionali del sardo sono inoltre il mantenimento della {{IPA|[k]}} e della {{IPA|[g]}} velari davanti alle vocali palatali {{IPA|/e/}} ed {{IPA|/i/}} (es.: ''chentu'' per l'italiano ''cento'' e il francese ''cent'').
Una delle caratteristiche del sardo è l'evoluzione di {{IPA|[ll]}} nel [[fonema]] [[cacuminale]] {{IPA|[ɖ]}} (es. ''cuaddu'' per ''cavallo'', anche se questo non avviene nel caso dei prestiti successivi alla latinizzazione dell'isola - cfr. ''bellu'' per ''bello'' - ). Questo fenomeno è presente anche nella [[Corsica]] del sud, in [[Sicilia]], nella penisola [[Salento|Salentina]] e in alcune zone delle [[Alpi Apuane]].
I dialetti meridionali si contraddistinguono fra l'altro per il sistema fonologico estremamente ricco e innovativo che porta in alcuni casi a ben 10 diverse pronunce del fonema {{IPA|/i/}} in posizione finale di parola.
=== [[Morfologia]] e [[sintassi]] ===
Nel suo insieme la morfosintassi del sardo si discosta dal sistema sintetico del latino classico e mostra un uso maggiore delle costruzioni analitiche rispetto ad altre lingue neolatine<ref>Jones, ''Sardinian Syntax'', Routledge, 1993</ref>.
#L'[[articolo determinativo]] caratteristico della lingua sarda è derivato dal latino ''ipse''/''ipsu(m)'' (mentre nelle altre lingue neolatine l'articolo è originato da ''ille''/''illu(m)'') e si presenta nella forma ''su''/''sa'' al singolare e ''sos''/''sas'' al plurale (''is'' nel campidanese). Forme di articolo con la medesima [[etimologia]] si ritrovano solo nel [[lingua catalana|catalano]] delle [[Isole Baleari]]: es/sa e es/sos/ses.
#Il plurale è caratterizzato dal finale in -s, come in tutta la [[Romània (filologia)|Romània]] occidentale ({{lingue|fr|oc|ca|es|pt}}). Es.: ''sardu/sardos/sardus''(sardo, sardi), ''puddu/puddos-pudda/puddas'' (gallo, gallina).
#Il futuro viene costruito con la forma latina ''habeo ad''. Es: ''apo a istàre'', ''apu a abarrai'' (io resterò). Il condizionale si forma in modo analogo: nei dialetti meridionali usando il passato del verbo "avere" (''ai''); nei dialetti centro-settentrionali usando il passato del verbo "dovere" (''deper'')
# Il "perché" interrogativo è diverso dal "perché" responsivo: ''poita?'' ''ca...'', così come avviene nell'inglese: (''why?'' ''because...'' o nel francese: ''pourquoi?'' ''parce que...'')
# Il pronome personale di prima e seconda persona se preceduto dalla preposizione ''cun'' (con) assume le forme ''cumegus'' e ''cuntegus''(cfr. lo spagnolo ''conmigo'' e ''contigo'' e anche il portoghese ''comigo'' e ''contigo''), e questi dal latino ''cun'' e ''mecum''/''tecum''.
== Riconoscimento istituzionale ==
{{Vedi anche|Limba Sarda Comuna}}
[[File:Segnaletica bilingue Sardegna.gif|thumb|250px|Segnaletica locale bilingue italiano/sardo]]
[[File:Segnaletica bilingue Sardegna Siniscola.jpg|thumb|250px|Segnale di inizio centro abitato in sardo a [[Siniscola]]/Thiniscole]]
La lingua sarda è stata riconosciuta con '''Legge Regionale n. 26 del [[15 ottobre]] [[1997]]''' "Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna" come seconda lingua ufficiale della Regione autonoma della Sardegna, a fianco dell'[[italia]]no (la Legge regionale prevede la tutela e valorizzazione della lingua e della cultura, pari dignità rispetto alla lingua italiana con riferimento anche al [[dialetto algherese|catalano di Alghero]], al tabarchino dell' isola di San Pietro, al [[Lingua sassarese|sassarese]] e [[Lingua gallurese|gallurese]], la conservazione del patrimonio culturale/bibliotecario/museale, la creazione di Consulte Locali sulla lingua e la cultura, la catalogazione e il censimento del patrimonio culturale, concessione di contributi regionali ad attività culturali, programmazioni radiotelevisive e testate giornalistiche in lingua, uso della lingua sarda in fase di discussione negli organi degli enti locali e regionali con verbalizzazione degli interventi accompagnata dalla traduzione in italiano, uso nella corrispondenza e nelle comunicazioni orali, ripristino dei toponimi in lingua sarda e installazione di cartelli segnaletici stradali e urbani con la denominazione bilingue).
La legge regionale applica e regolamenta alcune norme dello [[Italia|Stato]] a tutela delle minoranze linguistiche.
Nessun riconoscimento è invece attribuito alla lingua sarda dallo Statuto della Regione Autonoma (a differenza degli Statuti della Valle d'Aosta e del Trentino-Alto Adige), che è legge costituzionale e che pure all'art. 15 definisce quello sardo un "popolo".
Si applicano invece al sardo (come al catalano di Alghero) l'art. 6 della '''Costituzione''' (''La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche'') e la '''Legge n. 482 del 15 dicembre 1999''' "Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche" che prevede misure di tutela e valorizzazione (uso della lingua minoritaria nelle scuole materne, primarie e secondarie accanto alla lingua italiana, uso da parte degli organi di Comuni, Comunità Montane, Province e Regione, pubblicazione di atti nella lingua minoritaria fermo restando l'esclusivo valore legale della versione italiana, uso orale e scritto nelle pubbliche amministrazioni escluse forze armate e di polizia, adozione di toponimi aggiuntivi nella lingua minoritaria, ripristino su richiesta di nomi e cognomi nella forma originaria, convenzioni per il servizio pubblico radiotelevisivo) in ambiti definiti dai Consigli Provinciali su richiesta del 15% dei cittadini dei comuni interessati o di 1/3 dei consiglieri comunali. Ai fini applicativi tale riconoscimento, che si applica alle "''...popolazioni...parlanti...sardo''", il che escluderebbe a rigore [[Lingua gallurese|gallurese]] e [[Lingua sassarese|sassarese]] in quanto geograficamente sardi ma linguisticamente di tipo [[lingua corsa|còrso]], e sicuramente il ligure-tabarchino dell'isola di San Pietro.
Il relativo Regolamento attuativo '''DPR n. 345 del 2 maggio 2001''' (''Regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche'') detta regole sulla delimitazione degli ambiti territoriali delle minoranze linguistiche, sull'uso nelle scuole e nelle università, sull'uso nella pubblica amministrazione (da parte della Regione, delle Province, delle Comunità Montane e dei membri dei Consigli Comunali, sulla pubblicazione di atti ufficiali dello Stato, sull'uso orale e scritto delle lingue minoritarie negli uffici delle pubbliche amministrazioni con istituzione di uno sportello apposito e sull'utilizzo di indicazioni scritte bilingue ''...con pari dignità grafica'', e sulla facoltà di pubblicazione bilingue degli atti previsti dalle leggi, ferma restando l'efficacia giuridica del solo testo in lingua italiana), sul ripristino dei nomi e dei cognomi originari, sulla toponomastica (''...disciplinata dagli statuti e dai regolamenti degli enti locali interessati'') e la segnaletica stradale (''nel caso siano previsti segnali indicatori di località anche nella lingua ammessa a tutela, si applicano le normative del Codice della Strada, con pari dignità grafica delle due lingue''), nonché sul servizio radiotelevisivo.
Ai fini di consentire una effettiva applicazione di quanto previsto dalla Legge Regionale n. 26/1997 e dalla Legge n. 482/1999, nel quadro dell'attuale situazione in cui nella lingua persistono due gruppi dialettali distinti (logudorese-nuorese e campidanese), la Regione Sardegna ha incaricato una commissione di esperti di elaborare una ipotesi di Norma di unificazione linguistica sovradialettale (la '''LSU''': ''[[Limba sarda unificada]]'', pubblicata nel 2001), che identificasse una lingua-modello di riferimento (basata sulla analisi delle varianti locali del sardo e sulla selezione dei modelli più rappresentativi e compatibili) al fine di garantire all'uso ufficiale del sardo le necessarie caratteristiche di certezza, coerenza, univocità, e diffusione sovralocale. Questo studio pur scientificamente valido non è mai stato adottato a livello istituzionale per vari contrasti locali (accusata di essere una lingua "imposta" e "artificiale" e di non aver risolto il problema del rapporto tra le varianti trattandosi una mediazione tra le varianti sritte logudoresi comuni, pertanto privilegiate, e non avendo proposto una valida grafia per la variante campidanese) ma ha comunque a distanza di anni costituito la base di partenza per la redazione della proposta della '''LSC''': [[Limba Sarda Comuna]], pubblicata nel 2006, che pur mantenendo un impianto di base logudorese, accoglie elementi propri delle parlate (e quindi "naturali" e non "artificiali") di mediazione, nell'area grigia di transizione tra il Logudorese e il Campidanese della Sardegna centrale al fine di assicurare alla lingua "comune" il carattere di sovradialettalità e sovramunicipalità, pur lasciando la possibilità di rappresentare le particolarità di pronuncia delle varianti locali.
La Regione Sardegna, con '''Delibera di Giunta Regionale n. 16/14 del 18 aprile 2006''' ''Limba Sarda Comuna. Adozione delle norme di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta in uscita dell'Amministrazione regionale'' ha adottato sperimentalmente la LSC come lingua ufficiale per gli atti e i documenti emessi dalla Regione Sardegna (fermo restando che ai sensi dell'art. 8 della Legge 482/99 ha valore legale il solo testo redatto il lingua italiana), dando facoltà ai cittadini di scrivere all'Ente nella propria varietà e istituendo lo sportello linguistico regionale ''Ufitziu de sa limba sarda''.
La bozza di atto di ratifica della [[Carta Europea delle Lingue Regionali e Minoritarie]] del [[Consiglio d'Europa]] del 5 novembre 1992 (già sottoscritta dalla Repubblica Italiana il 27 giugno 2000) attualmente all'esame del Senato prevede, senza escludere l'uso della lingua italiana, misure aggiuntive per la tutela della lingua sarda e per il catalano (istruzione prescolare in sardo, educazione primaria e secondaria agli allievi che lo richiedano, insegnamento della storia e della cultura, formazione degli insegnanti, diritto di esprimersi in lingua nelle procedure penali e civili senza spese aggiuntive, consentire l'esibizione di documenti e prove in lingua nelle procedure civili, uso da negli uffici statali parte dei funzionari in contatto con il pubblico e possibilità di presentare domande in lingua, uso nell'amministrazione locale e regionale con possibilità di presentare domande orali e scritte in lingua, pubblicazione di documenti ufficiali in lingua, formazione dei funzionari pubblici, uso congiunto della toponomastica nella lingua minoritaria e adozione dei cognomi in lingua, programmazioni radiotelevisive regolari nella lingua minoritaria, segnalazioni di sicurezza anche in lingua, promozione della cooperazione transfrontaliera tra amministrazioni in cui si parli la stessa lingua). Le forme di tutela previste per la lingua sarda sono uguali a quelle applicabili al [[lingua friulana|friulano]] e comunque in generale a tutte le minoranze minori d'Italia (albanesi, catalani, greci, croati, franco-provenzali e occitani), ma notevolmente inferiori a quelle assicurate per la lingua [[lingua tedesca|tedesca]] in [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]], al [[lingua francese|Francese]] in [[Valle d'Aosta]] e alle minoranze [[lingua slovena|slovene]] e [[Lingua ladina|ladine]].
Il sardo è riconosciuto come lingua dalla norma [[ISO 639]] che le attribuisce i codici '''sc''' (ISO 639-1: Alpha-2 code) e '''srd''' (ISO 639-2: Alpha-3 code).
I codici proposti per la norma [[ISO 639]]-3 ricalcano quelli utilizzati dal SIL per il progetto [[Ethnologue]] e sono:
* sardo campidanese: "sro"
* sardo logudorese: "src"
* gallurese: "sdn"
* sassarese: "sdc"
== Grammatica ==
La grammatica della lingua sarda si differenzia notevolmente da quella italiana e delle altre lingue neolatine, particolarmente nelle forme verbali.
'''Articoli determinativi''' (sing./plur.): su/sos, sa/sas (in camp. su/is, sa/is) presentano la forma "salata" derivata dal latino IPSE/IPSU/IPSA attraverso la fase intermedia issu/issa, issos/issas (per il log./nuor.) e issu/issa, issus/issas (per il camp.); viene usato col pronome relativo ''chi'' (che) nelle espressioni ''is ki, sos chi...'' (quelli che...), ''su ki...'' (quello che...) similmente alle lingue romanze occidentali (cfr. lo spagnolo "los que...", "las que..." etc.)
'''Articoli indeterminativi''': unu, una
'''Plurale''': ll plurale viene ottenuto come nelle lingue romanze occidentali aggiungendo -s alla forma singolare [ad es.: òmine/òmines, camp.òmini/òminis (uomo/uomini)]; nel caso di parole terminanti in -u il plurale viene formato in -os e nel camp. in -us [caddu/caddos, camp.cuaddu/cuaddus (cavallo/cavalli)].
'''Pronomi personali''': deo/jeo/camp.deu, tue/camp.tui, isse/issu/issa-bosté/camp.fostei, fusteti (di rispetto), nois/nos/camp.nosu, bois/bosàteros/camp.bosatrus-bos (log.; di rispetto), issos/issas/camp.issus/issas-bostedes/camp.fosteis, fustetis (di rispetto); nel complemento diretto riferito a persona esiste il cosiddetto accusativo personale con l'uso della preposizione "a": ad es. ''apu biu a Juanni'' (ho visto Giovanni) analogamente allo spagnolo (he visto a Juan); i pronomi personali atoni sono: mi, ti, li/lu/la/camp.ddi/ddu/dda, nos/camp.si, bos/camp.si, lis/los/las/camp.ddis/ddus/ddas;
'''Pronomi e aggettivi possessivi''': meu/mea/mia/camp.miu/mia, tuo/tou/camp.tuu,tua, suo/sou/camp.suu,sua, nostru/camp.nostu, bostru/camp.bostu, de bosatrus o de bosatras, issoro/camp.insoru
'''Pronomi e aggettivi dimostrativi''': custu-custos/camp.custus (questo-questi), cussu-cussos/camp.cussus (codesto-codesti), cuddu-cuddos/camp.cuddus (quello-quelli)
'''Pronomi relativi''': chi (che), chie/camp.chini (chi, colui che);
'''Pronomi interrogativi''': cale?/camp.cali? (quale?), cantu? (quanto?), ite?/camp.ita? (che?, che cosa?), chie?/camp.chini? (chi? riferito a persone);
'''Avverbi interrogativi''': cando/camp.candu? (quando?), comente/camp.comenti? (come?), ue?/ube?/in ue?/in ube?/camp.aundi?, innui? (dove?);
'''Preposizioni semplici''': a (a), cun/nuor.chin (con), dae/camp.de (da), de (di, il fatto di), in (in), pro/camp.po (per), intra (tra);
'''Preposizioni articolate''': a su (al), a sos/camp.a is (ai), cun su/nuor.chin su (con il), cun sos/nuor.chin sos/camp.cun is (con i), de su (del), de sos/camp.de is (dei), in su (nel), in sos/camp.in is (nei), pro su, po su, (per il), pro sos/camp.po is (per i), cun d-unu/nuor.chin d-unu (con uno), in d-unu (in uno);
'''Verbi:'''
I verbi hanno tre coniugazioni in logudorese ('''-are''', '''-ere''', '''-ire''') e in campidanese ('''-ai''', '''-i''','''-iri''').
La morfologia verbale differisce notevolmente da quella italiana e conserva caratteristiche del tardo latino o delle lingue neolatine occidentali.
L'interrogativa si forma 1. con l'inversione dell'[[verbo ausiliare|ausiliare]]: ad es. ''Juanni partiu est?'' (è partito Giovanni?), ''papau as?'' (hai mangiato?) o 2. con la particella interrogativa ''a'': ad es. ''a lu cheres un'aranzu?'' (un arancio, lo vuoi?) o 3. con strutture dette affermative, che sono pronunciate seguendo un'intonazione generalmente ascendente; La forma progressiva si forma con l'ausilare essere più il gerundio: ad es. ''seu andendi'' (sto andando).
Il passato remoto è sostanzialmente scomparso dall'uso comune (come nelle lingue romanze settentrionali della Gallia e del Nord Italia) sostituito dal passato prossimo, ma risulta attestato nei documenti medioevali e ancor'oggi nelle forme colte e letterarie in alternanza con l'imperfetto; la sua evoluzione storica nel tempo dal medioevo alle forme colte attuali è stata rispettivamente per la terza persona singolare e plurale: ipsu cant-avit>-ait/-ayt>-isit/-esit>issu cant-esi/-eit; ipsos cant-arunt/-erunt>-aynt>-isin/-esin>issos cant-esi/-ein. In campidanese è stato completamente sostituito dal passato prossimo.
L'indicativo futuro semplice si forma mediante l'ausiliare avere più la preposizione "a" e l'infinito: es. ''deu apu a nai'' (io dirò), ''tui as a nai'' (tu dirai) (cfr col tardo latino ''habere ad'' + infinito);
Il condizionale presente si forma utilizzando in logudorese una forma modificata del verbo dovere più l'infinito: ad es. ''deo dia nàrrere'' (io direi), ''tue dias nàrrere'' (tu diresti), etc.;
In campidanese si usa invece la forma del verbo "ai" (avere) più la preposizione ''a'' e l'infinito: ''deu emu a nai'', ''tui ìast a nai'', etc.
L'imperativo negativo si forma usando la negazione "no" e il congiuntivo: ad es. ''no andis'' (non andare) analogamente alle lingue romanze iberiche.
Verbo '''èssere'''/camp.èssi(ri) (essere):
* ''Indicativo presente'': deo so/soe,deu seu, tue ses,tui ses, isse est,issu est, nois semus, nosu seus, bois sezis/seis, bosatrus seis, issos sunt, issus funt;
* ''Indicativo imperfetto'': deo fìa/fippo,deu femu, tue fìas/fis,tui fìasta, isse fìat/fit,issu fìat, nois fìamus/fimus, nosu femus, bois fiàzis/fizis/fiàis, bosatrus festis, issos fìant/fint, issus fìant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo so/soe istadu,deu seu stètiu, tue ses istadu, isse est istadu, nois semus istados, bois sezis/seis istados, issos sunt istados;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo fìa/fippo istadu,deu femu stètiu, tue fìas/fis istadu, isse fìat/fit istadu, nois fìamus/fimus istados, bois fiàzis/fizis/fiàis istados, issos fìant/fint istados;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte logudoresi): deo fui, tue fusti/fis, isse fuit/fit, nois fimus/fimis, bois fizis/fustis, issos fuint/ant.furunt;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a essere,deu apu a essi, tue as a essere, isse at a essere, nois amus a essere, bois azis/ais a essere, issos ant a essere;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a esser istadu,deu apu a essi stètiu, tue as a essere istadu, isse at a essere istadu, nois amus a essere istados, bois azis/ais a essere istados, issos ant a essere istados;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo sia, chi deu sia, chi tue sias, chi isse siat, chi nois sìamus, chi bois siazis/siais, chi issos sìant;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo sia istadu, chi deu sia stètiu, chi tue sias istadu, chi isse siat istadu, chi nois siamus istados, chi bois siazis/siais istados, chi issos siant istados;
* ''Condizionale presente'': deo dia essere,deu emu a essi, tue dias essere, isse diat essere, nois diamus essere, bois diazis/diais essere, issos diant essere;
* ''Condizionale passato'': deo dia essere istadu, deu emu a essi stètiu, tue dias essere istadu, isse diat essere istadu, nois diamus essere istados, bois diazis/diais essere istados, issos diant essere istados;
* ''Gerundio presente'': essende/sende, sendi;
* ''Gerundio passato'': essende/sende istadu, sendi stètiu;
Verbo '''aère'''/camp.ài(ri) (avere):
* ''Indicativo presente'': deo apo, deu apu, tue às, isse àt, nois amus, bois azis/ais, issos ant;
* ''Indicativo imperfetto'': deo aìa, deu emu, tue aìas, isse aìat, nois aìamus/abamus, bois aìazis/abazes/aiais, issos aìant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo apo apidu, deu apu tentu, tue às apidu, isse àt apidu, nois amus apidu, bois azis/ais apidu, issos ant apidu;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo aìa apidu ,deu emu tentu, tue aìas apidu, isse aìat apidu, nois aìamus apidu, bois aìazis/aiais apidu, issos aìant apidu;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte logudoresi): deo apèsi, tue apèsti, isse apèsit, nois apèmus, bois apèzis, issos apèsint;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a aere, deu apu a tenni, tue as a aere, isse at a aere, nois amus a aere, bois azis/ais a aere, issos ant a aere;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a aere apidu, deu apu a ai tentu, tue as a aere apidu, isse at a aere apidu, nois amus a aere apidu, bois azis/ais a aere apidu, issos ant a aere apidu;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo apa, chi deu apa, chi tue apas, chi isse apat, chi nois apamus, chi bois apazis/apais, chi issos apant;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo apa apidu, chi deu apa tentu, chi tue apas apidu, chi isse apat apidu, chi nois apamus apidu, chi bois apazis/apais apidu, chi issos apant apidu;
* ''Condizionale presente'': deo dia aère, deu emu a tenni, tue dias aère, isse diat aère, nois diamus aère, bois diazis/diais aère, issos diant aère;
* ''Condizionale passato'': deo dia aère apidu,deu emu a essi tentu, tue dias aère apidu, isse diat aère apidu, nois diamus aère apidu, bois diazis/diais aère apidu, issos diant aère apidu;
* ''Gerundio presente'': aènde, endi;
* ''Gerundio passato'': aènde apidu, endi tentu;
'''Coniugazione in -are, -ai''' - Verbo '''cantare'''/camp.cantai (cantare):
* ''Indicativo presente'': deo canto,deu cantu, tue cantas,tui cantas, isse cantat,issu càntat, nois cantamus,nosu cantaus, bois cantazis/cantais,bosatrus cantais, issos cantant, issus càntant;
* ''Indicativo imperfetto'': deo cantaìa,deu cantamu, tue cantaìas, isse cantaìat, nois cantaìamus, bois cantaìazis/cantaìais, issos cantaìant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo apo cantadu, tue às cantadu, isse àt cantadu, nois amus cantadu, bois azis/ais cantadu, issos ant cantadu;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo aìa cantadu, tue aìas cantadu, isse aìat cantadu, nois aìamus cantadu, bois aìazis/aiais cantadu, issos aìant cantadu;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte): deo cantèsi/ant.cantèi, tue cantèsti, isse cantèsit/ant.cantèit, nois cantèsimus/cantèmus, bois cantèzis, issos cantèsint/ant.cantèrunt;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a cantare, tue as a cantare, isse at a cantare, nois amus a cantare, bois azis/ais a cantare, issos ant a cantare;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a aere cantadu, tue as a aere cantadu, isse at a aere cantadu, nois amus a aere cantadu, bois azis/ais a aere cantadu, issos ant a aere cantadu;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo cante, chi tue cantes, chi isse cantet, chi nois cantemus, chi bois cantezis/canteis, chi issos cantent;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo apa cantadu, chi tue apas cantadu, chi isse apat cantadu, chi nois apamus cantadu, chi bois apazis/apais cantadu, chi issos apant cantadu;
* ''Condizionale presente'': deo dia cantare, tue dias cantare, isse diat cantare, nois diamus cantare, bois diazis/diais cantare, issos diant cantare;
* ''Condizionale passato'': deo dia aere cantadu, tue dias aere cantadu, isse diat aere cantadu, nois diamus aere cantadu, bois diazis/diais aere cantadu, issos diant aere cantadu;
* ''Gerundio presente'': cantende;
* ''Gerundio passato'': aende cantadu;
'''Coniugazione in -ere''' - Verbo '''tìmere'''/camp.tìmi(ri) (temere):
* ''Indicativo presente'': deo timo, tue times, isse timet, nois timimus, bois timides, issos timent;
* ''Indicativo imperfetto'': deo timìa, tue timìas, isse timìat, nois timìamus, bois timìazis/timìais, issos timant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo apo tìmidu, tue às tìmidu, isse àt tìmidu, nois amus tìmidu, bois azis/ais tìmidu, issos ant tìmidu;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo aìa timidu, tue aìas timidu, isse aìat timidu, nois aìamus timidu, bois aìazis/aiais timidu, issos aìant timidu;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte): deo timèsi/ant.timèi, tue timèsti, isse timèsit/ant.timèit, nois timèsimus/timèmus, bois timèzis, issos timèsint/ant.timèrunt;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a timere, tue as a timere, isse at a timere, nois amus a timere, bois azis/ais a timere, issos ant a timere;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a aere timidu, tue as a aere timidu, isse at a aere timidu, nois amus a aere timidu, bois azis/ais a aere timidu, issos ant a aere timidu;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo tima, chi tue timas, chi isse timat, chi nois timamus, chi bois timazis/timais, chi issos timant;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo apa timidu, chi tue apas timidu, chi isse apat timidu, chi nois apamus timidu, chi bois apazis/apais timidu, chi issos apant timidu;
* ''Condizionale presente'': deo dia timere, tue dias timere, isse diat timere, nois diamus timere, bois diazis/diais timere, issos diant timere;
* ''Condizionale passato'': deo dia aere timidu, tue dias aere timidu, isse diat aere timidu, nois diamus aere timidu, bois diazis/diais aere timidu, issos diant aere timidu;
* ''Gerundio presente'': timende;
* ''Gerundio passato'': aende tìmidu;
'''Coniugazione in -ire''' - Verbo '''finìre'''/camp.finìri (finire):
* ''Indicativo presente'': deo fino, tue finis, isse finit, nois finimus, bois finides, issos finint;
* ''Indicativo imperfetto'': deo finìa, tue finìas, isse finìat, nois finìamus, bois finìazis/finìais, issos finant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo apo finidu, tue às finidu, isse àt finidu, nois amus finidu, bois azis/ais finidu, issos ant finidu;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo aìa finidu, tue aìas finidu, isse aìat finidu, nois aìamus finidu, bois aìazis/aiais finidu, issos aìant finidu;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte): deo finèsi/ant.finèi, tue finèsti, isse finèsit/ant.finèit, nois finèsimus/finèmus, bois finèzis, issos finèsint/ant.finèrunt;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a finire, tue as a finire, isse at a finire, nois amus a finire, bois azis/ais a finire, issos ant a finire;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a aere finidu, tue as a aere finidu, isse at a aere finidu, nois amus a aere finidu, bois azis/ais a aere finidu, issos ant a aere finidu;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo fina, chi tue finas, chi isse finat, chi nois finamus, chi bois finazis/finais, chi issos finant;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo apa finidu, chi tue apas finidu, chi isse apat finidu, chi nois apamus finidu, chi bois apazis/apais finidu, chi issos apant finidu;
* ''Condizionale presente'': deo dia finire, tue dias finire, isse diat finire, nois diamus finire, bois diazis/diais finire, issos diant finire;
* ''Condizionale passato'': deo dia aere finidu, tue dias aere finidu, isse diat aere finidu, nois diamus aere finidu, bois diazis/diais aere finidu, issos diant aere finidu;
* ''Gerundio presente'': finende;
* ''Gerundio passato'': aende finidu;
'''Verbi irregolari''' - Verbo '''faghere'''/camp.faxi(ri) (fare):
* ''Indicativo presente'': deo fago/fatzo, tue faghes, isse faghet, nois faghìmus, bois faghìdes, issos faghent;
* ''Indicativo imperfetto'': deo faghìa, tue faghìas, isse faghìat, nois faghìamus, bois faghìazis/faghìais, issos faghant;
* ''Indicativo passato prossimo'': deo apo fatu, tue as fatu, isse at fatu, nois amus fatu, bois azis/ais fatu, issos ant fatu;
* ''Indicativo trapassato prossimo imperfetto'': deo aìa fatu, tue aìas fatu, isse aìat fatu, nois aìamus fatu, bois aìazis/aiais fatu, issos aìant fatu;
* ''Indicativo passato remoto'' (in disuso nella lingua parlata, presente solo nelle forme arcaiche e colte): deo faghèsi/ant.faghèi, tue faghèsti, isse faghèsit/ant.faghèit, nois faghèsimus/faghèmus, bois faghèzis, issos faghèsint/ant.faghèrunt;
* ''Indicativo futuro'': deo apo a faghere, tue as a faghere, isse at a faghere, nois amus a faghere, bois azis/ais a faghere, issos ant a faghere;
* ''Indicativo futuro anteriore'': deo apo a aere fatu, tue as a aere fatu, isse at a aere fatu, nois amus a aere fatu, bois azis/ais a aere fatu, issos ant a aere fatu;
* ''Congiuntivo presente'': chi deo faga/fatza, chi tue fagas/fatzas, chi isse fagat/fatzat, chi nois fagamus/fatzamus, chi bois fagazis/fatzais, chi issos fagant/fatzant;
* ''Congiuntivo passato'': chi deo apa fatu, chi tue apas fatu, chi isse apat fatu, chi nois apamus fatu, chi bois apazis/apais fatu, chi issos apant fatu;
* ''Condizionale presente'': deo dia faghere,deu emu a fai, tue dias faghere, isse diat faghere, nois diamus faghere, bois diazis/diais faghere, issos diant faghere;
* ''Condizionale passato'': deo dia aere fatu, tue dias aere fatu, isse diat aere fatu, nois diamus aere fatu, bois diazis/diais aere fatu, issos diant aere fatu;
* ''Gerundio presente'': faghende, fadendi, faendi, fendi;
* ''Gerundio passato'': aende fatu;
'''Numeri''': unu, duos/camp.duus, dus, tres/camp.tres, bator/bàtoro/camp.cuatru, chimbe/camp.cincu, ses/camp.ses, sete/camp.seti, oto/camp.otu, noe/camp.noi, deghe/camp.dexi, ùndighi/camp.ùndixi, dòighi/camp.doxi, trèighi/camp.trexi, batòrdighi/camp.catòdixi, bìndighi/camp.cuìndixi, sèighi/camp.sexi, deghessete/camp.dexesseti, degheoto/camp.dexeotu, deghennoe/camp.dexennoi, binti/vinti, ..., trinta, baranta/camp.coranta, chimbanta/camp.cincuanta, sessanta; setanta; otanta; noranta/nobanta, chentu/camp.centu, dughentos/camp.duxentus, ..., milli, duamiza/camp.duamilla, ...; il numero "2" e le centinaia posseggono una forma maschile e una femminile (duos òmines, dus òminis (due uomini), duas fèminas (due donne), dughentos caddos, duxentus cuaddus (duecento cavalli), dughentas ebbas (log.),duxentus èguas (camp.)(duecento cavalle).
'''Giorni''': lunes/camp.lunis, martes/camp.martis, merculis, giòbia, chenàpura/chenàbara/camp.cenàbura/cenàbara, sàbadu/sàbadu/camp.sàbudu, dumìniga/domìniga/camp.domìnigu;
'''Mesi''': bennarzu/jennarju/ghennarzu/ghennargiu/camp. gennaxu, frearzu/frearju/freargiu/camp.friaxu, marthu/martzu,mratzu, abrile/camp.abrili,arbili, maju, làmpadas, trìulas/camp.argiolas, austu, cabidanni,cabudanni, Santu Aìne/Santu Gaìni/camp.ladàmini, Sant'Andrìa/camp.donniasantu, Nadale/mes'e idas, mesi 'e Paskixedda;
'''Stagioni''': beranu, istìu/istadiale/camp.istadi, atunzu/atonxu, iberru/ierru;
'''Colori''': biancu/ant.arbu [bianco], nieddu [nero], ruju/arrùbiu [rosso], grogu [giallo], biaitu/asulu [blu], birde/birdi [verde], aranzu/colori 'e aranju [arancione].
== Vocabolario ==
Tabella di comparazione delle lingue neolatine:
{| {{prettytable}}
|----- bgcolor="#EFEFEF"
||''[[Lingua latina|Latino]]''|| ''[[Lingua francese|Francese]]'' || ''[[Lingua italiana|Italiano]]''|| ''[[Lingua spagnola|Spagnolo]]''|| ''[[Lingua occitana|Occitano]]''|| ''[[Lingua catalana|Catalano]]''|| ''[[Lingua portoghese|Portoghese]]''|| ''[[Lingua romena|Romeno]]''|| '''''Sardo''''' || ''[[Lingua corsa|Còrso]]''
|-----
||'''clave(m)'''
||''clef''
||'''chiave'''
||''llave''
||''clau''
||''clau''
||''chave''
||''cheie''
||'''crae/i/jae (log.), crai (camp.)'''
||''chjave/chjavi''
|-----
||'''nocte(m)'''
||''nuit''
||'''notte'''
||''noche''
||''nuèit/nuèch''
||''nit''
||''noite''
||''noapte''
||'''note/noti (camp.)'''
||''notte/notti''
|-----
||'''cantare'''
||''chanter''
||'''cantare'''
||''cantar''
||''cantar''
||''cantar''
||''cantar''
||''cânta''
||'''cantare/cantai (camp.)'''
||''cantà''
|-----
||'''capra(m)'''
||''chèvre''
||'''capra'''
||''cabra''
||''cabra''
||''cabra''
||''cabra''
||''capra''
||'''cabra/craba/crapa'''
||''capra''
|-----
||'''lingua(m)'''
||''langue''
||'''lingua'''
||''lengua''
||''lenga'''
||''llengua''
||''língua''
||''limbă''
||'''limba (log.)/lìngua (camp.)'''
||''lingua''
|-----
||'''platea(m)'''
||''place''
||'''piazza'''
||''plaza''
||''plaça''
||''plaça''
||''praça''
||''piaţă''
||'''pratha/pratza (camp.)'''
||''piazza''
|-----
||'''ponte(m)'''
||''pont''
||'''ponte'''
||''puente''
||''pònt''
||''pont''
||''ponte''
||''pod'''
||'''ponte/ponti (camp.)'''
||''ponte/ponti''
|-----
||'''ecclesia(m)'''
||''église''
||'''chiesa'''
||''iglesia''
||''glèisa''
||''església''
||''igreja''
||''biserică''
||'''creia/crèsia (camp.)'''
||''ghjesgia''
|-----
||'''hospitale(m)'''
||''hôpital''
||'''ospedale'''
||''hospital''
||''espital''
||''hospital''
||''hospital''
||''spital''
||'''ispidale/spidali (camp.)'''
||''spedale/uspidali''
|-----
||'''caseu(m)''' <br /> <small>[[latino volgare|lat.volg.]]''formaticu(m)''</small>
||''fromage''
||'''formaggio/cacio'''
||''queso''
||''formatge''
||''formatge''
||''queijo''
||''brânză''
||'''casu'''
||''casgiu''
|}
== Lessico ==
*Dal substrato '''paleosardo''' o '''nuragico''':
:GON- → Gonone, Gologone, Goni, Gonnesa, Gonnosnò (''altura'', ''collina'', ''montagna'')<br/>
:NUR-/'UR- → ant. nurake → nuraghe /camp. nuraxi, Nurra, Nora,Nulvi(in antichità Nugulbi e Nugulvi)NUG= NURACGHE (''mucchio cavo'', ''ammasso''), Noragugume<br/>
:ASU-, BON-, GAL → Gallura ant. Gallula, Garteddì (''Galtellì''), Galilenses, Galile<br/>
:GEN-, GES- → Gesturi<br/>
:GOL-/'OL → Gollei, Ollollai, Parti Olla (''Parteolla''), golósti/'olosti (''agrifoglio'', si confronti il [[lingua basca|basco]] "gorosti")<br/>
:EKA-, KI-, KUR-, KAL/KAR- → Karalis → ant. Calaris (''Cagliari''), Carale, Calallai<br/>
:ENI → ogl. eni (''tasso'');<br/>
:MAS-, TUR-, MERRE (''luogo sacro'') → Macumere (''Macomer'');<br/>
:GUS → Gusana, giara (''altopiano''), muvara/muvrone (''muflone''), camp. toneri (''tacco'', ''torrione''), garroppu (''canyon''), mintza (''sorgente''), chessa (''lentischio'')<br/>
:THA-/THE-/THI-/TZI (''articolo'') → thilipirche (''cavalletta''), thinthula/thithula (''zanzara''), thilicugu (''gecko''), thiligherta (art.+ ''lucertola''), tzinibiri (art.+ ''ginepro''), thinniga/tzinniga (''stipa tenacissima''), thirulia (''civetta'');<br/>
* Di origine '''punica''':
:ZIBBIR → camp. tzìpiri (''rosmarino'')
:SIKKIRIÁ → camp. tzikirìa (''aneto'')
:MS' → camp. mitza/'itza (''scaturigine'', ''fonte'')
:MAQOM-HADAS → Magomadas (''luogo alto'')
:MAQOM-EL?/MERRE? → Macumere (''Macomer'')
:TAM-EL → Tumoele, Tamuli (''luogo sacro'');
*Di origine '''latina''':
:ACCITUS → ant.kita → chida/cida (''settimana'', derivata dai turni settimanali delle guardie giudicali)
:ACETU(M) → ant. aketu>aghedu/achetu/camp.axedu (''aceto'')
:ACIARIU(M) → atharzu/atzarzu/atzargiu/camp.atzarju (''acciaio'')
:ACINA → ant. akina/aghina/camp.axina (''uva'')
:ACRU(M) → agru, argu (''aspro'', ''acido'')
:AERA → aèra/camp.àiri
:ALBU(M) → ant. albu>arbu (''bianco'')
:ALGA → arga/àliga (''alga'')
:ALTU(M) → artu (''alto'')
:AMICU(M) → ant.amicu → amigu (''amico'')
:ANGELU(M) → anghelu/ànjulu (''angelo'')
:AQUA(M) → abba/camp.àcua, akua (''acqua'')
:AQUILA(M) → àbile/camp.àkili (''aquila'')
:ARBORE(M) → arbore/arvore/camp.àrburi (''albero'')
:ASINUS → àinu (''asino'')
:AUGUSTUS → austu (''agosto'')
:AVIA → jaja, yaya
:BASIUM → basu, bàsidu (''bacio'')
:BERBECE → ant. berbeke → berbeghe/camp.brebei (''pecora'')
:BONUS → bonu
:BOVE(M) → boe/camp.boi (''bue'')
:CABALLUS → ant. cavallu/caballu → caddu/cabaddu/camp.cuaddu (''cavallo'')
:CANE(M) → cane/camp.cani (''cane'')
:CARNE → carre/camp.carri (''carne'')
:CASEUS → casu (''formaggio'')
:CASTANEA → ant.castanja → castanza/camp.castanja (''castagna'')
:CENA PURA → chenapura/camp.cenàbara (''venerdì'')
:CENTUM → chentu/camp.centu (''cento'')
:CINQUE → chimbe/camp.cincu (''cinque'')
:CIPULLA → chibudda/camp.cibudda (''cipolla'')
:CIRCARE → chircare/circai (''cercare'')
:CLARU(M) → craru (''chiaro'')
:COCINA → ant.cokina → coghina/camp.coxina (''cucina'')
:COELU(M) → chelu/camp.celu (''cielo'')
:CONIUGARE → cojuare/camp.coyai (''sposare'')
:CONSILIU(M) → ant.consiliu → cunsizzu/camp.cunsillu (''consiglio'')
:COOPERCULU(M) → cobercu (''coperchio'')
:CORIU(M) → corzu/corju/corgiu, croxu (''cuoio'')
:CORTEX → ant. gortike/borticlu → ortighe/ortiju/ortigu (''scorza del sughero'')
:COXA(M) → cossa/camp.cosça (''coscia'')
:CRAS → cras, crasi (''domani'')
:CREATIONE(M) → criatura/criathone/camp.criadura (''creatura'')
:CRUCE(M) → ant. cruke/ruke → rughe/camp.gruxi (''croce'')
:CULPA(M) → curpa (''colpa'')
:DECE → ant.deke → deghe/camp.dexi (''dieci'')
:DEORSUM → josso, jossu (''giù'')
:DIANA → jana (''fata'')
:DIE → die/camp.di' (''giorno'')
:DOMO → domo/camp.domu (''casa'')
:ECCLESIA → ant. clesia → crèsia/creia (''chiesa'')
:ECCU MODO/QUOMO(DO) → còmo, imoi (''adesso'')
:ECCU MENTE/QUOMO(DO) MENTE → còmente/comenti (''come'')
:EGO → ant.ego → deo/eo/jeo/camp.deu (''io'')
:EPISCOPUS → ant. piscopu → piscamu (''vescovo'')
:EQUA(M) → ebba/camp.ègua (''giumenta'')
:ERICIUS → erithu
:FACERE → ant. fakere → faghere/camp. fai (''fare'')
:FALCE(M) → ant.falke → farche/camp.farci (''falce'')
:FEBRUARIU(M) → ant. frearju → frearzu/frearju/camp.friarju (''febbraio'')
:FEMINA → fèmina (''donna'')
:FILIU(M) → ant. filiu/fiju/figiu → fizu/figiu/camp.fillu (''figlio'')
:FLORE(M) → frore/camp.frori (''fiore'')
:FLUMEN → ant.flume → frumen/camp.frùmini (''fiume'')
:FOCU(M) → ant. focu → fogu (''fuoco'')
:FOENICULU(M) → ant.fenuclu → fenugru/camp.fenugu (''finocchio'')
:FOLIA → fozza/camp.folla (''foglia'')
:FUNE(M) → fune/camp.funi
:GATTU(M) → gatu
:GENERU(M)→ gheneru/camp.gèneru
:GUADU → ant.badu/vadu → badu/camp.bau (''guado'')
:HABERE → àere/camp.ai (''avere'')
:HOC ANNO → ocannu (''quest'anno'')
:HODIE → oe/oje/camp.oi (''oggi'')
:HOMINE(M) → òmine/camp.òmini (''uomo'')
:HORTU(M) → ortu (''orto'')
:IANUARIUS → ant. jannarju>bennarzu/ghennarzu/camp. gennarju (''gennaio'')
:IANUA → janna/genna (''porta'')
:ILEX → ant.elike → elighe/camp.ìlixi (''leccio'')
:IN HOC → ant. inòke → inòghe/camp.innoi (''qui'')
:INFERNU(M) → inferru (''inferno'')
:I(N)SULA → ìsula/iscra (''isola'')
:IENARIU(M) → ant. jennariu → bennarzu/jennarju/ghennarzu/ghennargiu/camp.gennarju (''gennaio'')
:INIBI → inìe, innia (''là'')
:IOHANNES → Juanne/Zuanne/camp.Juanni (''Giovanni'')
:IOVIA → jòbia (''giovedì'')
:IPSU(M) → su (''il'')
:IUDICE(M) → ant. iudike → juighe/zuighe (giudice)
:IUNCU(M) → ant. juncu → zuncu/juncu/juncu (''giunco'')
:IUNIPERUS → ghiniperu/camp.tzinnìbiri (''ginepro'')
:IUSTITIA → ant. justithia/justizia → justìtzia/zustissia (''giustizia'')
:LABRA → lavra/lara (''labbra'')
:LACERTA → thiligherta/camp.calixerta, caluxèrtula (''lucertola'')
:LARGU(M) → largu (''largo'')
:LATER → camp. làdiri (''mattone crudo'')
:LIGNA → linna (''legna'')
:LINGUA(M) → limba/camp.lìngua (''lingua'')
:LOCU(M) → ant. locu → logu (''luogo'')
:LUX → lughe/camp.luxi (''luce'')
:MACCUS → macu (''matto'')
:MAGISTRU(M) → maistu (''maestro'')
:NIX → nie/camp.nii (''neve'')
:NUBE(M) → nue/camp.nui (''nuvola'')
:NUCE → ant. nuke → nughe/camp. nuxi (''noce'')
:OC(U)LU(M) → ogru/oju/ocru/camp.ogu (''occhio'')
:OLEA → ozzastru/camp.ollastu (''olivastro'')
:ORIC(U)LA(M) → ant.oricla → origra/orija/oricra/camp.origa (''orecchio'')
:OVU(M) → ou(''uovo'')
:PACE → ant.pake →paghe/camp.paxi (''pace'')
:PALATIUM → palathu/camp.palàtziu (''palazzo'')
:PALEA → paza/camp.palla (''paglia'')
:PANE(M) → pane/camp.pani
:PARABOLA → paraula (''parola'')
:PEIUS → pejus/camp.peus (''peggio'')
:PELLE(M) → pedde/camp.peddi (''pelle'')
:PETRA(M) → pedra/preda/camp.perda (''pietra'')
:PETTIA(M) → petha/petza (''carne'')
:PISCARE → piscare/camp.piscai (''pescare'')
:PISCE(M) → pische/camp.pisci (''pesce'')
:PLATEA → pratha/pratza (''piazza'')
:PLACERE → piaghere/camp.praxi (''piacere'')
:PLANGERE → pranghere/camp.prangi (''piangere'')
:PLENU(M) → prenu
:PLUS → prus (''più'')
:PORCU(M) → porcu, procu (''maiale'')
:PUTEUS → puthu/putzu (''pozzo'')
:QUANDO → cando/camp.candu (''quando'')
:QUATTUOR → battor/camp. cuàturu, cuatru (''quattro'')
:QUERCUS → chercu (''quercia'')
:QUID DEUS? → ite/ita? (''che?, che cosa?'')
:RADIUS → raju, arrayu (''raggio'')
:RAMU(M) → ramu/camp.arramu (''ramo'')
:REGNU → rennu/camp.urrennu (''regno'')
:RIVUS → ant. ribu → arriu (''fiume'')
:ROSMARINUS → arromasinu (''rosmarino'')
:RUBEU(M) → ant. rubiu → ruju/camp.arrùbiu (''rosso'')
:SALIX → salighe, sàlixi (''salice'')
:SANGUEN → samben/camp.sànguni (''sangue'')
:SAPA(M) → saba (''sapa, vino cotto'')
:SCALA → iscala/camp.scala (''scala'')
:SCHOLA(M) → iscola/camp.scola (''scuola'')
:SCIRE → ischire/camp.sciri (''sapere'')
:SCRIBERE → iscrier/camp.scriri (''scrivere'')
:SECUS → dae segus, a-i segus (''dopo'')
:SERO → sero/ (ant. camp.) seru (''sera'')
:SINE CUM → chene, kena (''senza'')
:SOLE(M) → sole/camp.soli (''sole'')
:SOROR → sorre/camp.sorri (''sorella'')
:SPICA(M) → ispiga/camp.spiga (''spiga'')
:STARE → istare/camp.stai (''stare'')
:STRINCTU(M) → strintu (''stretto'')
:SUBERU → suerzu/camp.suerju (''quercia da sughero'')
:SULPHUR → zurfuru, tzùrfuru, tzrùfuru (''zolfo'')
:SURDU(M) → surdu (''sordo'')
:TEGULA → tèula (''tegola'')
:TEMPUS → tèmpus (''tempo'')
:THIUS → thiu/tziu (''zio'')
:TRITICUM → nuor.trìdicu/ camp. trigu (''grano'')
:UNG(U)LA(M) → ungra/camp.unga (''unghia'')
:VACCA → baca (''vacca'')
:VALLIS → badde/baddi (''valle'')
:VENTU(M) → bentu (''vento'')
:VERBU(M) → berbu (''verbo, parola'')
:VESPA(M) → bespe/camp.espi (''vespa'')
:VECLUS(S) → ant. veclu → begru, begu (''legno vecchio'')
:VIA → bia (''via'')
:VICINUS → ant. vikinu → bighinu/camp.bixinu (''vicino'')
:VIDERE → bidere/camp.biri (''vedere'')
:VILLA → ant. villa → billa → bidda (''paese'')
:VINEA(M) → binza/camp.binja (''vigna'')
:VINU(M) → binu (''vino'')
:VOCE → ant. voke/boke → boghe/camp.boxi (''voce'')
:ZINZALA → thinthula/tzintzula, sìntzulu (''zanzara'');
Di origine '''bizantina'''
kontakion>ant. condake>[[condaghe]]/camp. cundaxi (raccolta di atti), Λουχὶα>ant. Lukìa>Lughìa, Luxia (Lucia), nake>annaccare (cullare), σαραχηνός>theraccu, tzeracu (servo), Στέφανε>Istevane, Stèvini (Stefano), flastimao>frastimmai ( bestemmiare );
Di origine '''toscana/italiana''':
arancio>arantzu/camp.aranju, autunno>attonzu/camp.atonju, bello>bellu, bianco>biancu, certo>tzertu, cinta>tzinta, cittade>ant. kittade>tzittade/camp.citadi/tzitadi (città), Sardigna>Sardigna/Sardinna/Sardìnnia(Sardegna), gente>zente/camp.genti, invece>imbètzes/camp.imbecis, Melchiorre>Mertziòro, mille>milli, occhiale>otzale, paraula>paraula (parola), sbaglio>isballiu,sbàlliu veccio>betzu/camp.beçu (vecchio), zucchero>thuccaru/tzuccaru, tzùcuru;
Di origine '''spagnola''':
acabar>log.acabare/camp.acabai (smettere) adios>adiosu (addio), albaricoque>log.barracoccu/camp.piricocu (albicocca), aposento>aposentu (camera da letto), asustar>log.assustare/nuor.assustrare (spaventare), azul>camp.asulu (azzurro), barato>baratu (agg.), barrachel>log.barratzellu/camp.barracellu (guardia campestre), belleza>bellesa, bisbe>obispu (spagn. ''obispo'') (vescovo), buscar>buscare (prendere o cercare in logudorese), caliente>log.caènte/camp.callenti (caldo), calentura>callentura (febbre), cara>cara (testa), cerrar>serrare (chiudere), che>cé (esclamazione di sorpresa usata in Argentina e nella zona di Valencia), cuchara>còcciari (cucchiaio), de balde>de badas (inutilmente), escarmentar>log.iscalmentare/iscrammentare,scramentai, feo>feu (brutto, solo in logudorese), gana>gana (voglia), gozos>log.gosos(composizioni poetiche sacre), grifo>grifone, grifoni, (rubinetto),iaio, iaia>jaju, yaya (nonno, nonna), luego>luegus (subito, fra poco), manta>manta (coperta), ojo>oju (occhio), plata>prata (argento), posada>posada (luogo di ristoro), puntera>puntera (colpo dato con la punta del piede), señor>log.sennore/camp.sennori (signore), tomate(s.m.)>tamata(s.f.)/camp.tomata(s.f.) (pomodoro), trigo>trigu (grano); ventana>log.bentana/camp.fentana (finestra); vostè>log.bostè/camp.fostei(voi);''basco'' mokor>mògoru (collina)
Di origine '''catalana''':a
ixì>camp.aici (così), arreu>arreu (di continuo), bandoler>banduleri, barber>barberi (barbiere), barrar>abbarrare, blau>camp.brau (blu), butxaca>busciacca/camp.buçaca (tasca, borsa), cadira>camp.cadira (sedia), calaix>camp.carasçu (cassetto), carrer>carrera/carrela (via), celler>camp. tzilleri, cullera>nuor.cullera/camp.cullera (cucchiaio), desclavament>scravamentu (deposizione di Cristo dalla croce), espantar>log.ispantare/camp.spantai (spaventare), estiu>istiu (estate), ferrer>ferreri (fabbro), goigs>camp.goçus (composizioni poetiche sacre), groc>grogu (giallo), enhorabona!>orabona! (in buon'orà), enhoramala!>oramala! (in mal'ora!), estimar>istimare, stimai (amare, stimare), jutge>camp.jugi/log.zuzze (giudice), lleig>camp.leju/log.lezzu (brutto), mateix>matessi (stesso), mocador>mucadore/camp.mucadori (fazzoletto), mentres>mentras, orelleta>orilletas (dolci fritti), punxa>camp.punça/log.puntza (chiodo), ratapinyada>camp.arratapinnata (pipistrello), retaule>arretàulu (retablo, tavola dipinta), sabata>camp.sabata (scarpa), sabater>sabateri (calzolaio), seu>camp.seu (cattedrale, sede), sindria>sìndria (anguria), tancar>tancare/camp.tancai (chiudere), tinter>tinteri, ulleres>camp.ulleras (occhiali),
== Ortografia e pronuncia ==
Fino al 2001 non esisteva una ortografia unificata.
Il 28 di febbraio del 2001, una apposita Commissione di studiosi incaricati dalla Regione autonoma della Sardegna elaborò e pubblicò una proposta, la [[:sc:Limba_Sarda_Unificada|Limba Sarda Unificada]], per alcuni l'unico progetto complessivo e coerente di unificazione della lingua scritta, per altri, in particolare per i campidanesi, un vero e proprio tentativo di cancellazione della loro varietà. Ogni tentativo di unificazione ortografica, evidentemente, non riguarda la lingua orale, ricca di notevoli differenze fonetiche ma riconducibile ad un sistema unico ed unitario, ma si limita a proporre una norma scritta di riferimento. I sostenitori della LSU sostengono che essa non si vuole sostituire alle varietà orali ma ne è un utile complemento, per usi ufficiali ed estesi a tutto il territorio della Sardegna.Secondo gli avversari della LSU, invece, questa privilegia nettamente il logudorese condannando tutte le altre varietà, in primo luogo il campidanese, alla mancanza di una tutela da parte della Pubblica Amministrazione e alla loro inevitabile scomparsa.
Le polemiche sono divenute ancora più roventi quando, sulla base della LSU ormai screditata,la Regione Sardegna ha fatto elaborare una successiva proposta, denominata "Limba Sarda Comuna" (LSC) che è divenuta ufficiale per gli atti e i documenti della Regione.Anche in questo caso sono insorti unanimi i campidanesi, accusando la Regione di attuare un progetto di vero e proprio genocidio culturale verso la varietà campidanese e da alcune parti si è sostenuta la necessità per il campidanese di scegliere una strada autonoma rispetto alla varietà logudorese, sull'esempio del valenziano.
Si indicano di seguito alcune delle differenze più rilevanti per la lingua scritta rispetto all'italiano, tenendo naturalmente presente che si tratta di una scrittura che privilegia il logudorese e lascia emarginate le caratteristiche del campidanese e delle altre varietà:
* {{IPA|[a]}}, {{IPA|[ɛ/e]}}, {{IPA|[i]}}, {{IPA|[ɔ/o]}}, {{IPA|[u]}}, come -a-, -e-, -i-, -o-, -u-, come in italiano e spagnolo, senza segnare la differenza tra vocali aperte e chiuse; le vocali paragogiche o epitetica (che in pausa chiudono un vocabolo terminante in consonante e corrispondono alla vocale che precede la consonante finale) non si scrivono mai (feminasa>feminas, animasa>animas, bolede>bolet, cantana>cantant, vrorese>frores).
* {{IPA|[j]}} semiconsonante come -j- all'interno di parola (maju, raju, ruju) o di un nome geografico (Jugoslavia); nella sola variante nuorese come -j- (corju, frearju) corrispondente al logudorese/LSU -z- (corzu, frearzu) e all'LSC -gi- (corgiu, freargiu); nelle varianti logudorese e nuorese in posizione iniziale (jughere, jana, janna) che nella LSC viene sostituita dal gruppo {{IPA|[ʤ]}} (giughere, giana, gianna);
* {{IPA|[p]}}, come -p- (apo, troppu, pane, petza);
* {{IPA|[β]}}, come -b- in posizione iniziale (bentu, binu, boe) e intervocalica (abile); quando p>b si trascrive come p- a inizio parola (pane, petza) e -b- all'interno (abe, cabu, saba);
* {{IPA|[b]}}, come -bb- in posizione intevocalica (abba, ebba);
* {{IPA|[t]}}, come -t- (gattu, fattu, narat, tempus); quando th>t nella sola variante logudorese come -t- o -tt- (tiu, petta, puttu); Nella LSC e nella LSU viene sostituita dal gruppo {{IPA|[ʦ]}} (tziu, petza, putzu);
* {{IPA|[d]}}, come -d- in posizione iniziale (dente, die, domo) e intervocalica (ladu, meda, seda); quando t>d si trascrive come t- a inizio parola (tempus) e -d- all'interno (roda, bidru, pedra, pradu); la finale t della flessione del verbo può, a seconda della varietà, essere pronunciata d ma si trascrive t (narada>narat).
* {{IPA|[ɖɖ]}} cacuminale, come -dd- (sedda); La d può avere suono cacuminale anche nel gruppo [nɖ] (cando).
* {{IPA|[f]}}, come -f- (femina, unfrare);
* {{IPA|[v]}}, come -f- in posizione iniziale (femina) e come -v- intervocalica (avvisu) e nei cultismi (violentzia, violinu);
* {{IPA|[k]}} velare, come -ca- (cane), -co- (coa), -cu- (coddu, cuadru), -che- (chessa), -chi- (chida), -c- (cresia); non si usa mai la -q-, sostituita dalla -c- (cuadru, camp.acua)
* {{IPA|[g]}} velare, come -ga- (gana), -go- (gosu), -gu- (agu, largu, longu, angulu, argumentu), -ghe- (lughe, aghedu, arghentu, pranghende), -ghi- (àghina, inghiriare), -g- (gloria, ingresu);
* {{IPA|[ʧ]}}, nella sola varietà campidanese come -ce- (celu, centu), -ci- (becciu);
* {{IPA|[ʤ]}}, come -gia-, -gio-, -giu-; Nella LSC sostituisce il gruppo logudorese-nuorese [ʣ] della LSU e il {{IPA|[ɣ]}} del nuorese (fizu>figiu, azu>agiu, zogu/jogu>giogu, zaganu/jaganu>giaganu, binza>bingia, anzone>angione, còrzu/còrju>còrgiu, frearzu/frearju>freargiu)
* {{IPA|[ʦ]}} sorda o aspra (ital. pezzo), come -tz- (tziu, petza, putzu); Nella LSC e nella LSU sostituisce il gruppo nuorese {{IPA|[θ]}} e il corrispondente logudorese {{IPA|[t]}} (thiu/tiu>tziu, petha/petta>petza, puthu/puttu>putzu); nella scrittura tradizionale il digramma tz- non compariva mai a inizio parola. Compare inoltre nei termini di influenza e derivazione italiana (ad es. tzitade da cittade) di cui sostituisce la c {{IPA|/ʧ/}} sonora (suono non presente nel sardo originario) al posto del suono velare nativo {{IPA|/k/}} (ant.kitade).
* {{IPA|[ʣ]}}, come -z- (zeru, organizare); Nella variante locale logudorese/nuorese e nella LSU come -z- (fizu, azu, zogu, binza, frearzu); Nella LSC viene sostituita dal gruppo {{IPA|[ʤ]}} (figiu, agiu, giogu, bingia, freargiu);
* {{IPA|[s]}} e {{IPA|[ss]}}, come -s- e -ss- (essire);
* {{IPA|[z]}}, come -s- (rosa, pesare);
* {{IPA|[θ]}}, nella sola variante nuorese come -th- (thiu, petha, puthu); Nella LSC e nella LSU viene sostituita dal gruppo {{IPA|[ʦ]}} (tziu, petza, putzu);
* {{IPA|[ʒ]}} (franc. jour), nella sola variante campidanese, sempre come c- a inizio parola (celu, centu, cidru) e come -x- all'interno (luxi, nuraxi, Biddexidru);
* {{IPA|[r]}}, come -r- (caru, carru);
== Documenti in sardo medioevale e antico ==
Il sardo (nelle due varianti [[sardo logudorese|logudorese]] e [[sardo campidanese|campidanese]]) nel periodo [[Medioevo|medioevale]] ha costituito la lingua ufficiale dei [[Giudicati]] dell'isola, anticipando l'emancipazione le altre lingue neolatine.
Presentava ovviamente un maggior numero di arcaismi e latinismi rispetto alla lingua attuale, l'utilizzo di caratteri oggi entrati in disuso nonché in diversi documenti una grafia della lingua scritta che risentiva degli influssi degli scrivani, spesso toscani, genovesi o catalani.
[[Dante Alighieri]] nel suo [[De vulgari eloquentia]] ([[1303]]-[[1305]]) ne riferisce (Lib. I, XI, 7) e espelle criticamente i sardi, a rigore non italici, in quanto non hanno volgare e imitano scimmiottando il latino (dicono "domus nova" e "dominus meus"):
{{quote|Sardos etiam, qui non Latii sunt sed Latiis associandi videntur, eiciamus, quoniam soli sine proprio vulgari esse videntur, gramaticam tanquam simie homines imitantes: nam domus nova et dominus meus locuntur}}
Il primo documento scritto in cui compaiono elementi della lingua sarda risale al 1063 e si tratta dell'atto di donazione da parte di Barisone I di Torres indirizzato all'abate Desiderio a favore dell'abbazia di Montecassino. ("Archivio Cassinense Perg. Caps. XI, n. 11 " e "TOLA P.,Codice Diplomatico della Sardegna, I, Sassari, 1984, p. 153")
Il primo documento scritto in lingua sarda è la ''Carta Volgare'' ([[1070]]/[[1080]]) in antico campidanese.
Del periodo [[1080]]-[[1085]] è invece il ''Privilegio logudorese'' conservato presso l'[[Archivio di Stato]] di [[Pisa]]:
{{quote|In nomine Domini amen. Ego iudice Mariano de Lacon fazo ista carta ad onore de omnes homines de Pisas pro xu toloneu ci mi pecterunt: e ego donolislu pro ca lis so ego amicu caru e itsos a mimi; ci nullu imperatore ci lu aet potestare istu locu de non (n)apat comiatu de leuarelis toloneu in placitu: de non occidere pisanu ingratis: e ccausa ipsoro ci lis aem leuare ingratis, de facerlis iustitia inperatore ci nce aet exere intu locu...}}
Agli anni compresi tra il [[1089]] e il [[1103]] risale la ''Donazione di Torchitorio'', ancora in antico campidanese, proveniente dalla chiesa di San Saturnino nella diocesi di Cagliari e conservata negli Archivi Dipartimentali delle [[Bocche del Rodano (dipartimento francese)|Bouches-du Rhone]] a [[Marsiglia]]:
{{quote|E inper(a)tor(e) ki l ati kastikari ista delegantzia e fagere kantu narat ista carta siat benedittu...}}
Atto tra il Vescovo di Civita Bernardo e Benedetto, amministratore della Primaziale di Pisa, in logudorese ([[1173]]):
{{quote|Ego Benedictus operaius de Santa Maria de Pisas Ki la fatho custa carta cum voluntate di Domino e de Santa Maria e de Santa Simplichi e de indice Barusone de Gallul e de sa muliere donna Elene de Laccu Reina appit kertu piscupu Bernardu de Kivita, cum Iovanne operariu e mecum e cum Previtero Monte Magno Kercate nocus pro Santa Maria de vignolas... et pro sa doma de VillaAlba e de Gisalle cum omnia pertinentia is soro.... essende facta custa campania cun sii Piscupu a boluntate de pare torraremus su Piscupu sa domo de Gisalle pro omnia sua e de sos clericos suos, e issa domo de Villa Alba, pro precu Kindoli mandarun sos consolos, e nois demus illi duas ankillas, ki farmi cojuvatas, suna cun servo suo in loco de rnola, e sattera in templo cun servii de malu sennu: a suna naran Maria Trivillo, a sattera jorgia Furchille, suna fuit de sa domo de Villa Alba, e sattera fuit de Santu Petru de Surake ....... Testes Judike Barusone, Episcopu Jovanni de Galtellì, e Prite Petru I upu e Gosantine Troppis e prite Marchu e prite Natale e prite Gosantino Gulpio e prite Gomita Gatta e prite Comita Prias e Gerardu de Conettu ........ e atteros rneta testes. Anno dom.milles.centes.septuag.tertio}}
La seconda Carta Marsigliese in campidanese ([[1190]]-[[1206]]) conservata negli Archivi del [[Bocche del Rodano (dipartimento francese)|Dipartimento delle Bouches-du-Rhône]]:
{{quote|In nomine de Pater et Filiu et Sanctu Ispiritu. Ego iudigi Salusi de Lacunu cun muiere mea donna (Ad)elasia, uoluntate de Donnu Deu potestando parte de KKaralis, assolbu llu Arresmundu, priori de sanctu Saturru, a fagiri si carta in co bolit. Et ego Arresmundu, l(eba)nd(u) ass(o)ltura daba (su) donnu miu iudegi Salusi de Lacunu, ki mi illu castigit Donnu Deu balaus (a)nnus rt bonus et a issi et a (muiere) sua, fazzu mi carta pro kertu ki fegi cun isus de Maara pro su saltu ubi si (.... ....)ari zizimi (..) Maara, ki est de sanctu Saturru. Intrei in kertu cun isus de Maara ca mi machelaa(nt) in issu saltu miu (et canpa)niarunt si megu, c'auea cun istimonius bonus ki furunt armadus a iurari, pro cantu kertàà cun, ca fuit totu de sanctu Sat(ur)ru su saltu. Et derunt mi in issu canpaniu daa petra de mama et filia derectu a ssu runcu terra de Gosantini de Baniu et derectu a bruncu d'argillas e derectu a piskina d'arenas e leuat cabizali derectu a sa bia de carru de su mudeglu et clonpit a su cabizali de uentu dextru de ssa doméstia de donnigellu Cumitayet leuet tuduy su cabizali et essit a ssas zinnigas de moori de silba, lassandu a manca serriu et clonpit deretu a ssu pizariu de sellas, ubi posirus sa dìì su tremini et leuat sa bia maiori de genna (de sa) terra al(ba et) lebat su moori (...) a sa terra de sanctu Saturru, lassandu lla issa a manca et lebat su moori lassandu a (manca) sas cortis d'oriinas de(....)si. Et apirus cummentu in su campaniu, ki fegir(us), d'arari issus sas terras ipsoru ki sunt in su saltu miu et (ll)u castiari s(u) saltu et issus hominis mius de Sinnay arari sas terras mias et issas terras issoru ki sunt in saltu de ssus et issus castiari su saltu(u i)ssoru. Custu fegirus plagendu mi a mimi et a issus homi(nis) mius de Sinnay et de totu billa de Maara. Istimonius ki furunt a ssegari su saltu de pari (et) a poniri sus treminis, donnu Cumita de Lacun, ki fut curatori de Canpitanu, Cumita d'Orrù (.......)du, A. Sufreri et Iohanni de Serra, filiu de su curatori, Petru Soriga et Gosantini Toccu Mullina, M(........)gi Calcaniu de Pirri, C. de Solanas, C. Pullu de Dergei, Iorgi Cabra de Kerarius, Iorgi Sartoris, Laurenz(.....)ius, G. Toccu de Kerarius et P. Marzu de Quartu iossu et prebiteru Albuki de Kibullas et P. de zZippari et M. Gregu, M. de Sogus de Palma et G. Corsu de sancta Ilia et A. Carena, G. Artea de Palma et Oliueri de Kkarda (....) pisanu et issu gonpanioni. Et sunt istimonius de logu Arzzoccu de Maroniu et Gonnari de Laco(n) mancosu et Trogotori Dezzori de Dolia. Et est facta custa carta abendu si lla iudegi a manu sua sa curatoria de Canpitanu pro logu salbadori (et) ki ll'(aet) deuertere, apat anathema (daba) Pater et Filiu et Sanctu Ispiritu, daba XII Appostolos et IIII Euangelistas, XVI Prophetas, XXIV Seniores, CCC(XVIII) Sanctus Patris et sorti apat cun Iuda in ifernum inferiori. Siat et F. I. A. T.}}
Statuti Sassaresi in logudorese ([[1316]]):
{{quote|Vois messer N. electu potestate assu regimentu dessa terra de Sassari daue su altu Cumone de Janna azes jurare a sancta dei evangelia, qui fina assu termen a bois ordinatu bene et lejalmente azes facher su offitiu potestaria in sa dicta terra de Sassari...}}
''Carta de Logu'' del [[Regno di Arborea]] ([[1355]]-[[1376]]):
{{quote|Item ordinamus et constituimus qui ssos officiales dessu Regnu nostru, over curadores qui anti essiri in sas contradas, siant te-nudos de pregontari sos iurados de caschaduna villa tres boltas de s'annu, et non plus, prossas furas et largas qui si anti faguiri in billa over in aidaçoni dessa dita villa, et prossos corgios qui anti esser accatados in sas domos, (sí) qui ssos officiales dessu Regnu over curadores qui anti esser in sas contradas poçant bature per iscriptu su pregontu et issu qui anti avir naradu sos iurados et issu qui anti avir fatu secundu re-xoni dessas furas et dessas largas, et prossas maquicias; (sí) qui sos dittos officiales o curado(re)s qui anti esser in sas contradas (poçant) fagiri rexoni assa camara nostra tres boltas in s'annu, ço est pro corona de logu de Santu Marchu et pro corona de Santu Nicola, et pro corona de Palma.<br />Constituimus et ordinamus qui sos officialis de Regnu over curadores c'ant esser in sas contradas siant tenu-dos de pregontare sos iurados de ciaschuna villa tres voltas s'annu, et non plus, pro sas furas et pro sas largas qui s'ant faghere in sa villa, o in sa aidationi de sa villa, et pro sos corgios qui ant esser acatados in sas domos, sí (qui) cussos officia-lis de Rennu o curadores c'ant essere in sas contradas pozant ba- tire per iscritu su pregontu, et issu c'ant avire naradu sos iura-dos, et ipsu c'ant avire factu secundo ragione de sas furas et de sas largas et de sas maquicias, sí qui sus dictos officiales <o> cu-radores c'ant essere in sas contradas indi pozant faghere ragio-ne a sa camera tres voltas s'annu, zo est pro corona de loghu de Sancto Marcho, et pro corona de Sancto Nichola, et pro corona de Plama.<br />Item ordinamus qui alcuno mercanti de Aristanis ne alcuna atera persone non depiat comporare alcuno corju de boe o de vaca o de cavallu o de ebba o d(e) molenti, si non est sig-nadu cun su signu qui est ordinadu; ed (e)cusu ad qui at (e)sere provadu qui l'at comporare, qui non eseret sinnadu secundu qu'est or-dinadu, et est illi acatadu su corju, si nd'est binquidu, pagit su dampnu ade cui at esere, et sollos .C. a sa Corti nostra per cascuno corju, secundu qui in sus ditus capitullus si contenet}}
Antonio Cano ([[1400]]-[[1470]]) - ''Sa vita et sa morte et passione de Sanctu Gavinu, Prothu et Januariu'' (XV secolo, pubbl. [[1557]]):
{{quote|Tando su rey barbaru su cane renegadu / de custa resposta multu restayt iradu / & issu martiriu fetit apparigiare / itu su quale fesit fortemente ligare / sos sanctos martires cum bonas catenas / qui li segaant sos ossos cum sas veinas / & totu sas carnes cum petenes de linu}}
Nel corso del '500 e del '600 acquisisce un gran numero di vocaboli dal catalano e dallo spagnolo.
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
*Cardia, Amos. ''S'italianu in Sardìnnia'' Edizione Iskra 2006.
*Cardia, Amos. ''Apedala dimòniu'' Edizioni I Sardi. Casteddu 2002.
*Porru, Vincenzo. ''Nou Dizionariu Universali Sardu-Italianu''. Casteddu: 1832
*Spano, Giovanni. ''Vocabolario Sardo-Italiano e Italiano-Sardo''. Cagliari: 1851-1852.
*Wagner, Max Leopold. ''Dizionario Etimologico Sardo (DES)''
*Farina, Luigi. ''Vocabolario Nuorese-Italiano e Bocabolariu Sardu Nugoresu-Italianu''
*Puddu, Mario. ''Ditzionàriu de sa limba e de sa cultura sarda''. Cagliari: Condaghes, 2000.
*Pittau, Massimo. ''Grammatica del sardo-nuorese''. Bologna: Patron Editore, 1972.
*Lepori, Antonio. ''Vocabolario moderno sardo-italiano: 8400 vocaboli''. Cagliari, CUEC 1980.
*Lepori, Antonio. ''Zibaldone campidanese''. Cagliari, Edizioni Castello, 1983.
*Pira, Michelangelo. ''Sardegna tra due lingue''. Cagliari: Edizioni Della Torre, 1984.
*Lepori, Antonio - B.S. Kamps. ''Sardisch fur Mollis & Muslis''. Steinhauser: Wuppertal, 1985.
*Lepori, Antonio. ''Fueddàriu campidanesu de sinònimus e contràrius''. Cagliari: Edizioni Castello, 1987.
*Lepori, Antonio. ''Dizionario Italiano-Sardo Campidanese''. Cagliari: Edizioni Castello, 1988.
*Pittau, Massimo. ''Grammatica della Lingua Sarda''. Sassari: Delfino Editore, 1991.
*Blasco Ferrer, Eduardo. ''Pro domo. La cultura e la lingua sarda verso l'Europa'' (2 voll. e CD-Rom). Cagliari: Condaghes, 1998.
*Blasco Ferrer, Eduardo. ''Linguistica sarda. Storia, metodi, problemi''. Cagliari: Condaghes, 2003.
*Colomo, Salvatore (a cura di). ''Vocabularieddu Sardu-Italianu / Italianu-Sardu''.
*Mameli, Francesco. ''Il logudorese e il gallurese''. Villanova Monteleone (SS): Soter, 1998.
*Pittau, Massimo. ''Dizionario della lingua sarda: fraseologico ed etimologico''. Cagliari: Gasperini Editore, 2000/2003.
*Jones, Michael Allan. ''Sintassi della lingua sarda (Sardinian Syntax)'', Cagliari: Condaghes, 2003.
*Rubattu, Antonino. ''Dizionario universale della lingua di Sardegna'', Sassari: EDES, 2003
*Rubattu, Antonino. ''Sardo, italiano, sassarese, gallurese'', Sassari: EDES, 2003.
*Bolognesi, Roberto. Heeringa, Wilbert. ''Sardegna tra tante lingue: il contatto linguistico in Sardegna dal Medioevo a oggi''. Cagliari: Condaghes, 2005
*Pili, Marcello. ''Novelle lanuseine : poesie, storia, lingua, economia della Sardegna''. Ariccia: La sfinge 2004
*Lepori, Antonio. ''Gramàtiga sarda po is campidanesus'', Quartu S. Elena, Edizioni C.R. 2001 (1.a edizione), Edizioni Dessì 2007 (1.a ristampa).
*Lepori, Antonio. ''Stòria lestra de sa literadura sarda. De su Nascimentu a su segundu Otuxentus'', Quartu S. Elena, Edizioni C.R. 2005.
== Voci correlate ==
* [[Lingua protosarda]]
* [[Sardegna]]
=== Altre lingue e dialetti sardi ===
* [[Dialetto algherese]]
* [[Lingua gallurese]]
* [[Lingua sassarese]]
* [[Sardo logudorese]]
* [[Sardo campidanese]]
=== Bilinguismo ===
* [[Nome sardo di specie botaniche]]
* [[Segnaletica bilingue]]
* [[Toponimi in sardo]]
== Altri progetti ==
{{interWiki|codice=sc|lingua=Sardo}}
{{Interprogetto|s=:Categoria:Canti_della_Sardegna|s_oggetto=alcuni canti|s_preposizione=in|s_etichetta=}}
== Collegamenti esterni ==
* {{lingue|it|en|sc}} [http://www.ditzionariu.org Ditzionàriu online - Dizionario della lingua sarda]
* [http://www.poesias.it Ichnussa, la biblioteca digitale della peosia sarda]
* [http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_4_20060330171122.pdf Max Leopold Wagner, ''La lingua sarda : Storia, spirito e forma'', a cura di Giulio Paulis, Nuoro 1997 (1ª ed. 1950)]
* [http://www.limbasarda.it/ita/inizia/legr_iniz.html Legge regionale n. 26, del 15 ottobre 1997, "Promozione e valorizzazione della cultura e della lingua della Sardegna"]
* [http://www.uemilano.it/multilinguismo/pdf/lsu.pdf "Limba Sarda Unificada; Sintesi delle Norme di base: ortografia, fonetica, morfologia, lessico" (pdf)]
* [http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_72_20060418160308.pdf "Limba Sarda Comuna: Norme linguistiche di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta dell'Amministrazione regionale (pdf)]
* [http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_72_20060418155552.pdf Deliberazione n. 16/14 del 18.04.2006 "Limba Sarda Comuna. Adozione delle norme di riferimento a carattere sperimentale per la lingua scritta in uscita dell'Amministrazione regionale" (pdf)]
* {{sc}} [http://www.regione.sardegna.it/documenti/11_74_20060503165850.pdf Deliberatzione n. 16/14 de su 18.04.2006 "Limba Sarda Comuna: Adotzione de sas normas de referèntzia de caràtere isperimentale pro sa limba sarda iscrita in essida de s'Amministratzione regionale" (pdf)]
* [http://www.midesa.it/cgi-bin/show?art=Tonzanu.htm Sa limba sarda]
* [http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=648&s=17&v=9&c=4460&na=1&n=24&nodesc=1&c1=Memorie+in+lingua+sarda&idtipo=2&xctl=1&mtd=67 Memorie in lingua sarda, interviste realizzate in sardo (sottotitolate in Italiano e Sardo) in tutti i comuni della Sardegna]
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