Storia della pizza e Histonium: differenze tra le pagine

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'''Histonium''' era un'antica [[città]] del [[popolo italico]] dei [[Frentani]], corrispondente all’odierna [[Vasto]] e oggi sito archeologico italiano.
{{torna a|pizza}}
La '''pizza''' ha una storia lunga, complessa e incerta. Le prime attestazioni scritte della parola "pizza" risalgono al [[latino volgare]] di [[Gaeta]] nel [[997]]<ref>cfr. Salvatore Riciniello, ''Codice Diplomatico Gaetano'', Vol. I, La Poligrafica, 1987</ref> e di [[Penne]] nel [[1195]] ed in seguito in quello di altre città italiane come [[Roma]], [[L'Aquila]], [[Pesaro]], ecc.<ref name= CortelazzoZolli>Manlio Cortelazzo, Paolo Zolli, ''Dizionario etimologico della lingua italiana'', Zanichelli, Bologna, 1994. ISBN 8808019748</ref> In seguito, nel [[XVI secolo]] a [[Napoli]] ad un pane schiacciato venne dato il nome di ''pizza''.
 
==Storia==
All'epoca la pizza era un utensile da fornaio, una pasta usata per verificare la temperatura del forno{{Fact|date=April 2009}}. Piatto dei poveri, era venduta in strada e non fu considerata una ricetta di cucina per lungo tempo{{Fact|date=April 2009}}. Prima del XVII secolo, la pizza era coperta con salsa bianca{{Fact|date=April 2009}}. Fu più tardi sostituita con olio, formaggio, pomodori o pesce - nel 1843, [[Alexandre Dumas, padre]] descrisse la diversità dei condimenti della pizza. Nel giugno 1889, per onorare la Regina d'[[Italia]], [[Margherita di Savoia]], il cuoco Raffaele Esposito creò la "Pizza Margherita", una pizza condita con pomodori, [[mozzarella]] e basilico, per rappresentare i colori della [[bandiera italiana]]. Fu il primo ad aggiungere il formaggio.<ref name=amherit/> L'esatta sequenza con cui le molto saporite focacce medievali divennero i piatti popolari nel XX secolo non è completamente nota.
{{F|storia|marzo 2009}}
Secondo un mito fu fondata dall'eroe tracio [[Diomede (Tideo)|Diomede]] dopo la guerra di Troia. In effetti forse fu in origine una colonia greca la cui economia si basava sulla lavorazione della lana.
 
In seguito l'influsso di Roma ebbe determinanti orientamenti perché riuscì a diffondere in Abruzzo la sua civiltà, le arti, riuscendo a tramandare, attraverso i secoli, l'opulenza e la maestosità di edifici che ancora oggi destano l'ammirazione delle genti, nonostante gli sconvolgimenti naturali e le ire dei numerosi eserciti delle invasioni barbariche.
La pizza, che è una [[focaccia]] e quindi un [[pane]], deriva evidentemente da prodotti analoghi diffusi sin dall'antichità nelle loro diverse varianti, più o meno appiattite, ai quali venivano aggiunti svariati tipi di condimenti (vedi anche la [[focaccia alla barese]], la [[focaccia genovese]] e la [[pizza genovese]]) ma non il pomodoro, che solo verso la fine del [[XVI secolo]] cominciò a diffondersi in Europa ed in Italia, importato dal [[Sud America]].
 
L'Abruzzo era ben noto ai romani, non solo perché vi confinava, ma anche perché durante l'epoca gloriosa, era attraversato dalle vie [[Salaria]], [[Via_Caecilia|Caecilia]], [[Claudia Nova]], Valeria, Traiano-Frentana, che favoriscono il fiorire di un'arte di carattere locale, il cui influsso, però, è rimasto sempre ancorato agli schemi architettonici romani.
Vi sono notizie risalenti alla fine del Cinquecento inizi del Seicento di una pizza soffice chiamata alla "mastunicola", ossia preparata con basilico (strutto, formaggio, foglie di basilico e pepe)<ref name="pizza">[http://web.uniud.it/dial/documenti/tesine_degli_studenti/la_pizza_Orlando_Giacomo.pdf Università degli Studi di Udine, Facoltà di Agraria: "La Pizza"]</ref>.
In seguito si diffuse la pizza ai "cecinielli", ossia preparata con minutaglia di pesce<ref name="pizza"/>.
 
Fiera delle sue istituzioni e della libertà, Histonium oppose energica resistenza nell'epoca in cui la potenza romana iniziò la sua espansione e l'affermazione del potere anche in Abruzzo, ma nel [[305 a.C.]] Histonium cadde insieme alla Frentania che fece così parte delle popolazioni soggette a Roma, combattendo valorosamente contro gli Epiroti, sotto le insegne romane. Divenne così [[colonia romana]].
La prima vera unione tra la pasta ed il pomodoro (accolto all'inizio con diffidenza) avvenne a metà del Settecento nel Regno di Napoli<ref name="pizza"/>.
 
Nel [[91 a.C.]], Histonium prese parte alla Lega della Confederazione dei Popoli Italici contro Roma, fino ad ottenere la cittadinanza ed il titolo di fiorente Municipio. Da [[Silla]], nella lotta contro [[Gaio Mario]], la città subì enormi ed irreparabili danni, fino a che non venne ricostruita e, nel [[117]], compresa nella Provincia del Sannio. Gli anni seguenti determinarono la progressiva decadenza della Città, perché, dopo la caduta dell'Impero, toccò all'Abruzzo la sorte delle altre regioni d'Italia.
La pizza a [[Napoli]] fu popolarissima sia presso i napoletani più poveri e che presso i nobili, compresi i sovrani [[Borbone di Napoli|Borbone]]. Il successo della pizza conquistò anche i sovrani di [[Casa Savoia]], tanto che proprio alla regina [[Margherita di Savoia]] nel [[1889]] il pizzaiolo Raffaele Esposito dedicò la "''[[pizza Margherita]]''" che rappresentava il nuovo [[Bandiera italiana|vessillo tricolore]] con il bianco della [[mozzarella]], il rosso del [[pomodoro]] ed il verde del [[basilico]].
 
Gli opulenti municipi romani furono invasi dalle orde barbariche, subendone l'oppressione vandalica e rappresentando il teatro di sanguinose lotte, che si protrassero durante il periodo feudale.
Quella che oggi è chiamata pizza Margherita era tuttavia già stata preparata prima della dedica alla [[Margherita di Savoia|regina Savoia]]. Francesco De Bouchard nel [[1866]] riporta<ref>{{cita|Francesco de Bourcard|Vol. II, pag. 124|deBourcard}}</ref> la descrizione dei principali tipi di pizza, ossia quelli che oggi prendono nome di ''[[pizza marinara]]'', ''pizza margherita'' e ''[[calzone]]'':
{{quote|Le pizze più ordinarie, dette ''coll'aglio e l'oglio'', han per condimento l'olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l'[[origano]] e spicchi d'[[aglio]] trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite collo [[strutto]], e allora vi si pone disopra qualche foglia di [[basilico]]. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di [[mozzarella|muzzarella]]. Talora si fa uso di [[prosciutto]] affettato, di [[pomodoro|pomidoro]], di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi ''calzone''.|Francesco de Bourcard, ''Usi e costumi di Napoli'', Vol. II, pag. 124}}
 
==Il sito archeoogico<ref>AA.VV. Histonium, resti della città romana in Musei e siti archeologici d'Abruzzo e Molise, pagg.124-127, Carsa Edizioni, 20011 Pescara</ref>==
Bisogna tuttavia notare che già nel [[1830]], un certo "Riccio" nel libro ''Napoli, contorni e dintorni'', aveva scritto di una pizza con pomodoro, mozzarella e basilico<ref name="pizza" />.
*Piazza Rossetti di Vasto conserva la forma ellissoidale del'anfiteatro. L'anfiteatro fu costruito tra la fine del [[I secolo]] e la metà del [[II secolo d.C.]]. Alcuni resti dell'edificio sono tuttavia visibili, trattasi di resti in [[opus reticolatum]] inglobatinei sotterranei del castello di Vasto ed in parte nelle mura che si affacciano nel lato orientale della piazza stessa, ma vi sono anche atri tratti dell'anfiteatro presso la Torre di Bassano e in un negozio della piazza. I resti visibili sono parte dell'ingresso e parte del perimetro ellissoidale dell'anfiteatro.
*In via Cavour sono presenti i ruderi delle cisterne di Santa Chiara realizzate in [[opus signinum]]. Le cisterne erano alimentate dall'[[acquedotto]] delle Luci. Le cisterne erano degli ambienti rettangolari con [[volta]] [[a botte]] comunicanti tra loro mediante arcate.
*In Via Adriatica vi sono le [[terme]] risalenti al II secolo d. C. suddiviso in tre livelli. Il restauro che ha interessato le terme a partire dal [[1994]] ha visto ricollocare ''in situ'' un mosaico riportato alla luce nel [[1974]]. Il mosaico ha per tema raffigurazioni marine tra cui [[Nettuno]] col [[tridente]]. Gli scavi del [[1997]] hanno riportato alla luce quattro ambienti destinati ad essere riscaldati ed il ''[[praefurnium]]'' una sorta di fornace che riscaldava alcuni locali presso l'ingresso.
*Presso l'ospedale si trovano alcuni resti murari di un edificio della fine del I-metà del II secolo d.C.
*In Via V. Lancetti vi sono delle Piccole Cisterne.
 
== Note ==
Lentamente la focaccia di origine popolare arricchita con pomodoro si diffuse in tutte le classi sociali ed in tutte le regioni italiane, e con essa anche i locali specializzati nella preparazione della pizza: dapprima probabilmente forni in cui la pizza si consumava in piedi per strada, poi in seguito [[trattoria|trattorie]] e [[pizzeria|pizzerie]].
<references/>
 
== Voci correlate ==
Sino al principio del [[XX secolo|Novecento]] la pizza e le pizzerie rimangono un fenomeno prettamente napoletano, e gradualmente italiano, poi, sull'onda dell'[[emigrazione italiana|emigrazione]], iniziano a diffondersi all'estero ma soltanto dopo la [[seconda guerra mondiale]], adeguandosi ai gusti dei vari paesi, diventano un fenomeno mondiale.
* [[Frentani]]
* [[Siti archeologici in Italia]]
* [[Vasto]]
 
==Collegamenti esterni==
Gli italiani emigrati hanno fatto conoscere, apprezzare e anche modificare la pizza nel mondo. Oggi ormai anche molti cuochi di differenti nazionalità sono diventati esperti pizzaioli per i quali esiste anche un campionato mondiale dove misurarsi <ref>[http://www.pizzanew.it/pizzanew/home_campionato_mondiale.php pizzanew.it: "Campionato mondiale della Pizza", Salsomaggiore Terme]</ref>.
*[http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=sitoarcch&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuSiti3134&tom=134 ''Histonium''] sul sito della Regione Abruzzo.
 
{{portale|Antica Roma|archeologia|storia}}
Oggi il giro di affari legato alla pizza (pizzerie, consegne a domicilio, surgelati, catene di [[fast food]]) è molto rilevante nel mondo, al punto che alcuni abili imprenditori (come ad esempio l'americano [[Tom Monaghan]] fondatore della [[Domino's Pizza]]) hanno costruito intorno alla pizza grandi fortune.
 
[[Categoria:Città frentane]]
==Origini==
[[Categoria:Città romane in Italia]]
Il [[pane]] è uno dei cibi preparati più antichi e le sue origini risalgono almeno al [[Neolitico]]. Nel corso della storia, sono stati aggiunti diversi ingredienti al pane, per conferirgli particolari sapori. Alcuni archeologi italiani e francesi hanno trovato in [[Sardegna]] un tipo di pane infornato risalente a circa 3.000 anni fa. Secondo il parere di Philippe Marinval, le popolazioni della Sardegna conoscevano e utilizzavano il lievito.[http://www.sardegnaturismo.it/documenti/1_39_20060829130058.pdf] Gli antichi greci preparavano un pane di forma appiattita, chiamato ''plakous'' (''πλακοῦς'', genitivo ''πλακοῦντος'' - ''plakountos'')<ref>[http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2383459 Plakous], Liddell and Scott, "A Greek-English Lexicon", at Perseus</ref> che veniva condito con vari aromi, tra cui [[aglio]] e [[cipolla]]. Inoltre si dice che il re dei [[persiani]], [[Dario il Grande]] (521-486 aC) cuoceva un tipo di pane appiattito usando gli scudi per la cottura, con una farcitura di formaggio e datteri, e nel [[I secolo a.C.]] il poeta latino [[Virgilio]] (noto anche come [[Publio Virgilio Marone]]) da Andes, [[Mantova]] fa riferimento all'antica idea del pane come piatto commestibile o [[tagliere]] per altri cibi in questo estratto del suo poema latino, l<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'':
[[Categoria:Siti archeologici dell'Abruzzo]]
[[Categoria:Vasto]]
 
[[ca:Histonium]]
:''Altro per avventura allor non v'era''
:''di che cibarsi. Onde, finiti i cibi,''
:''volser per fame a quei lor deschi i denti,''
:''e motteggiando allora: «O - disse Iulo -''
:''fino a le mense ancor ne divoriamo?»''<ref>''[[Eneide]]'', Libro VII, vv. 175-179, trad. di [[Annibal Caro]].</ref>
 
Questi pani di forma piatta, come la pizza, provengono dell'area del [[Mediterraneo]] e altri esempi di essi che sopravvivono ai giorni nostri da quell'antico mondo sono la "[[focaccia]]" che può essere fatta risalire fino agli antichi [[etruschi]], la "[[Coca (dolce)|coca]]" (che ha varietà sia dolci che salate) della [[Catalognia]], della zona di [[Provincia di Valencia|Valencia]] e delle [[Isole Baleari]], la "[[pita]]" greca o "[[pide]]" in turco o "[[piadina]]" in bolognese<ref>{{cite web|url=http://www.hitit.co.uk/foodrink/pide.html |title=Food and Drink - Pide - HiTiT Turkey guide |publisher=Hitit.co.uk |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>. Pani simili forma piatta in altre parti del mondo comprendono il "[[paratha]]" indiano, il "[[naan]]" sudasiatico, il "[[carasau]]" , la "[[spianata]]", il "[[guttiau]]", e il "[[pistoccu]]" sardi, la "[[flammkuchen]]" alsaziana e il "[[rieska]]" finlandese.
 
==Innovazione==
L'innovazione che ci diede la particolare focaccia che chiamiamo “pizza” fu l'uso del [[pomodoro]] come condimento. Per alcuni anni dopo che il pomodoro fu portato in [[Europa]] dalle Americhe nel [[XVI secolo]], molti europei credevano che fosse velenoso (come varie altre piante del genere ''[[Solanum]]'' a cui appartiene). Dal tardo [[XVIII secolo]] tuttavia era comune per i poveri della zona intorno a [[Napoli]] aggiungere il pomodoro alle loro focacce, e così nacque la pizza. Il piatto guadagnò in popolarità e presto la Pizza divenne un'attrazione turistica quando i visitatori a Napoli si avventurarono nelle zone più povere della città per provare la specialità locale.
[[Image:Pizzeria Port Alba.jpg|thumb|left|Antica Pizzeria Port'Alba a Napoli]]
 
Fino al [[1830]] circa la pizza era venduta in bancarelle ambulanti e da venditori di strada fuori dai forni. Alcune pizzerie mantengono viva questa antica tradizione fino al giorno d'oggi: è possibile gustare una deliziosa pizza avvolta nella carta e una bibita vendute in bancarelle ambulanti. L'Antica Pizzeria Port’Alba a Napoli è considerata la prima pizzeria della città.<ref>{{cite web|url=http://www.pizzanapoletana.org/showassoc_eng.php?id=140 |title=Avpn |publisher=Pizzanapoletana.org |date=1984-09-28 |accessdate=2009-06-05}}</ref> Iniziarono a produrre pizze per venditori ambulanti nel [[1738]] ma si espansero ad un ristorante-pizzeria con sedie e tavoli nel [[1830]], e ancora oggi serve pizze negli stessi edifici.
Una descrizione della pizza a Napoli intorno al 1830 è data dallo scrittore ed esperto di cibo francese [[Alexandre Dumas, padre]] nella sua opera ''Le Corricolo'', Capitolo VIII <ref>[http://www.dumaspere.com/pages/biblio/chapitre.php?lid=v4&cid=9 Alexandre Dumas > Le Corricolo > Chapitre VIII]{{dead link|date=June 2009}}</ref>. Egli scrive che la pizza era l'unico cibo per la gente umile a Napoli durante l'inverno, e che "a Napoli la pizza aromatizzata con olio, lardo, sego, formaggio, pomodoro, o acciughe".
[[Image:Authentic Neapolitan Pizza Marinara.jpg|thumb|Una pizza marinara <ref name="pizzanapoletana1">{{cite web|url=http://www.pizzanapoletana.org/index_eng.php |title=Avpn - Associazione Verace Pizza Napoletana |publisher=Pizzanapoletana.org |accessdate=2009-06-05}}</ref>]]
 
I Napoletani prendono la loro pizza molto seriamente. I puristi, come nella famosa pizzeria “Da Michele” in Via C. Sersale (fondata nel 1870) <ref>{{cite web|url=http://www.damichele.net/ |title=Antica Pizzeria "Da Michele" dal 1870 |publisher=Damichele.net |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref> sostengono che esistono solo due vere pizze: la “Marinara” e la “Margherita”, ed è tutto ciò che servono. La Marinara è la più antica e ha un condimento di pomodoro, [[origano]], [[aglio]], [[olio extra-vergine d'oliva]] e solitamente [[basilico]]. Era chiamata “Marinara” non, come molti credono, perché contiene pesce (non è così) ma perché era il cibo che i pescatori mangiavano quando tornavano a casa dalle lunghe giornate di pesca nella [[Golfo di Napoli|Baia di Napoli]]. La Margherita è invece attribuita al panettiere [[Raffaele Esposito]]. Esposito lavorava alla pizzeria "Pietro... e basta" che fu fondata nel [[1880]] ed opera ancora oggi sotto il nome di "Pizzeria Brandi". Nel [[1889]] infornò tre diverse pizze per la visita del Re [[Umberto I d'Italia|Umberto I]] e della Regina [[Margherita di Savoia]]. La preferita della Regina era una pizza che evocava i colori della bandiera italiana – verde (foglie di [[basilico]]), bianco ([[mozzarella]]) e rosso ([[pomodori]]).<ref name=amherit>{{cite news |first= |last= |authorlink= |coauthors= |title=American Pie |url=http://www.americanheritage.com/articles/magazine/ah/2006/2/2006_2_30.shtml |quote=Il formaggio, l'ingrediente principe, non fu aggiunto fino al 1889, quando il Palazzo Reale commissionò al pizzaiolo Napoletano Raffaele Esposito di creare una pizza in onore della visita della Regina Margherita. Of the tre contenders he created, la Regina preferì fortemente a pie swathed in the colors of the Italian flag: rosso (pomodoro), verde (basilico), e bianco (mozzarella). |work=[[American Heritage (magazine)|American Heritage]] |date=April/May 2006 |accessdate=2009-07-04 }}</ref> Questa combinazione fu battezzata Pizza Margherita in suo onore.
 
L'"Associazione Verace Pizza Napoletana" <ref name="pizzanapoletana1"/>, fondata nel 1984, riconosce solo la Marinara e la Margherita verace ed ha stabilito le regole molto specifiche che devono essere seguite per un'autentica pizza Napoletana. Queste includono che la pizza deve essere cucinata in un forno a legno, alla temperatura di 485°C per non più di 60-90 secondi; che la base deve essere fatta a mano e non deve essere utilizzato il mattarello o comunque non è consentito l'utilizzo di mezzi meccanici per la sua preparazione (i pizzaioli fanno la forma della pizza con le loro mani facendola "girare" con le loro dita) e che la pizza non deve superare i 35 cm di diametro o essere spessa più di un terzo di centimetro al centro. L'associazione seleziona anche le pizzerie nel mondo per produrre e diffondere la filosofia e il metodo della pizza verace napoletana.
Ci sono molte pizzerie famose a Napoli dove si possono trovare queste pizze tradizionali come Da Michele, Port'Alba, Brandi, Di Matteo, Sorbillo, Trianon e Umberto (fondata nel 1916) <ref>{{cite web|url=http://www.umberto.it/ |title=Benvenuti su umberto.it |publisher=Umberto.it |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>. La maggior parte di esse sono nell'antico centro storico di Napoli. Queste pizzerie andranno anche oltre le regole specificate, ad esempio, usando solo pomodori della varietà "San Marzano" cresciuti sulle pendici del [[Vesuvio]] e utilizzando solamente l'olio di oliva e aggiungendo fette di pomodoro in senso orario. Un'altra aggiunta alle regole è l'uso di foglie di [[basilico]] fresco sulla pizza marinara: non è nella ricetta "ufficiale", ma è aggiunto dalla maggior parte delle pizzerie napoletane per guarnirla.
 
Le basi per pizza a Napoli sono soffici e friabili ma a Roma preferiscono una base sottile e croccante. Un'altra forma popolare di pizza in Italia è la "[[pizza al taglio]]" che è la pizza infornata in teglie rettangolari con un'ampia varietà di condimenti e venduta a peso.
 
==La pizza negli Stati Uniti==
{{T|inglese|cucina|luglio 2009}}
La pizza fece la sua prima apparizione negli [[Stati Uniti]] con l'arrivo degli [[Emigrazione italiana|immigrati italiani]] nel tardo XIX secolo. Fu sicuramente il caso delle città con vaste popolazioni italiane, come [[San Francisco]], [[Chicago]], [[New York City]], e [[Philadelphia]] dove la pizza fu inizialmente venduta sulle strade dei quartieri italiani. Nel tardo XIX secolo a Chicago, ad esempio, la pizza fu introdotta by a peddler che camminava su e giù lungo Taylor Street con a metal washtub di pizze sulla testa, crying his wares at two cents a chew. Questo era il modo tradizionale in cui si vendeva la pizza a Napoli, in copper cylindrical drums with false bottoms that were packed with charcoal from the oven per mantenere calde le pizze. Non passò molto tempo prima che i piccoli caffè e le groceries iniziarono ad offrire le pizze alle loro comunità italoamericane.
 
The first "official" pizzeria in America is disputable, but it is generally believed to have been founded by Gennaro Lombardi in Little Italy, [[Manhattan]]. Gennaro Lombardi opened a grocery store in 1897 which later was established as the first pizzeria in America in 1905 with [[New York]]'s issuance of the mercantile license. An employee of his, Antonio Totonno Pero, began making pizza for the store to sell that same year. The price for an entire pizza was five cents, but since many people couldn't afford the cost of a whole pie, they could instead say how much they could pay and they were given a slice corresponding to the amount offered. In 1924, Totonno left Lombardi's to open his own pizzeria on [[Coney Island]] called Totonno's. While the original Lombardi's closed its doors in 1984, it was reopened in 1994 just down the street and is run by Lombardi's grandson.
 
Pizza was brought to the [[Trenton]] area of [[New Jersey]] very early as well, with Joe's Tomato Pies opening in 1910, followed soon by Papa's Tomato Pies in 1912. In 1936, [[De Lorenzo's Tomato Pies]] was opened. While Joe's Tomato Pies has closed, both Papa's and Delorenzo's have been run by the same families since their openings and remain among the most popular pizzas in the area. Frank Pepe Pizzeria Napoletana in [[New Haven]], [[Connecticut]], was another early pizzeria which opened in 1925 (after the owner served pies from local carts and bakeries for 20–25 years) and is famous for its New Haven style Clam Pie. Frank Pepe's nephew Sal Consiglio opened a competing store, Sally's Apizza, on the other end of the block, in 1938. Both establishments are still run by descendants of the original family. When Sal died, over 2000 people attended his wake, and the [[New York Times]] ran a half-page memoriam. The D'Amore family introduced pizza to [[Los Angeles]] in 1939.
 
Prima degli [[anni '40]] pizza consumption was limited mostly to Italian immigrants and their descendants. The international breakthrough came after World War II. Allied troops occupying Italy, weary of their rations, were constantly on the lookout for good food. They discovered the pizzeria, and local bakers were hard-pressed to satisfy the demand from the soldiers. The American troops involved in the Italian campaign took their appreciation for the dish back home, touted by "veterans ranging from the lowliest private to [[Dwight D. Eisenhower]]".
 
According to an article in American Heritage Magazine, the modern pizza industry was born in the Midwestern United States. Ric Riccardo pioneered what became known as the Chicago-style deep dish pizza when, in 1943, he and Ike Sewell opened Pizzeria Uno in [[Chicago]]. Others might argue that the "modern pizza industry" began with the birth of Pizza Hut in Wichita, Kansas in 1958.
 
In 1948, the first commercial pizza-pie mix — ‘Roman Pizza Mix‘ — was produced in Worcester, Mass., by Frank A. Fiorillo.
 
The introduction of a [http://www.youtube.com/watch?v=ZlhU8-nAw2k 1957 broadcast] on [[CBC Television|Canadian television]] documents the dawn of pizza's North American success:
 
:Good afternoon, I’m Mrs. Brady. Today, I’m going to make a popular Italian dish, pizza pie. You’ve all probably heard about it; and if you’d like the recipe, please get a pencil and paper and then you can take it down as I go.
 
:Pizza pie is becoming very popular, especially down in the States. There are some restaurants that even specialize in it. These are called pizzerias; and Saturday night, if you drive down, you can see cars lined up for miles, waiting for their pizza.
 
:Pizza pie is composed of three parts. First, there is a base, which is usually a biscuit or a yeast dough. This is covered with a tangy tomato sauce, sprinkled with oregano, and then topped with nippy cheese.
 
With pizza's rising popularity, chain restaurants moved in. Leading early pizza chains were Shakey's Pizza, founded in 1954 in [[Sacramento]], [[California]], and [[Pizza Hut]], founded in 1958 in [[Wichita]], [[Kansas]]. Later entrant restaurant chains to the dine-in pizza market were [[Bertucci's]], [[Happy Joe's]], [[Monical's Pizza]], [[California Pizza Kitchen]], [[Godfather's Pizza]], and [[Round Table Pizza]].
 
Today, the American pizza business is dominated by companies that specialize in pizza delivery, such as [[Domino's]], [[Brooklyn Pizzeria]], [[Papa John's Pizza]], [[Giordano's Pizza]], [[Pizza Ranch]], [[Mazzio's]], and [[Godfather's Pizza]]. Pizza Hut has also shifted its emphasis away from pizza parlors and toward home delivery. Another recent development is the take and bake pizzeria, such as [[Papa Murphy's]].
 
==Etimologia==
Il primo utilizzo della parola "pizza" risale al [[997]] ed è testimoniato in un testo [[latino]] proveniente dalla città di [[Gaeta]]<ref>{{cite web|url=http://www.yourdictionary.com/library/pizza.html |title=Dictionary & Thesaurus - YourDictionary |publisher=YourDictionary<! |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>. Le origini del termini sono incerte; alcune ipotesi a proposito sono le seguenti:
 
* L'antica parola germanica “bizzo” or “pizzo”, dal significato di "commestibile" (in relazione anche alle parole inglesi "bit" e "bite") è stata importata in [[Italia]] nella metà del [[VI secolo]] durante l'invasione dei [[Longobardi]]. <ref>{{cite web|url=http://www.garzantilinguistica.it |title=Garzanti Online dictionary of the Italian Language, '&#39;sub voce'&#39; |publisher=Garzantilinguistica.it |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>. Questa è l'origine più accreditata presso l'[[Oxford English Dictionary]] anche se non è stato definitivamente confermato. <ref>{{cite web|url=http://www.oed.com/ |title=Oxford English Dictionary: The definitive record of the English language |publisher=Oed.com |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>.
* La parola latina “pinsa”, the past participle of the verb “pinsere” which means to pound or to crush and refers to the flattening out of the dough.
* The Italian word “pizzicare” meaning “to pluck” and refers to pizza being “plucked” quickly from the oven (“Pizzicare” was derived from an older Italian word "pizzo" meaning “point”).<ref>{{cite web|url=http://whatscookingamerica.net/History/Pizza/PizzaHistory.htm |title=Pizza, History and Legends of Pizza |publisher=Whatscookingamerica.net |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>
* The Latin word “picea” which describes the blackening of bread in the oven or the black ash that gathers at the bottom of the oven.
* The Aramaic word “pita” (as פיתא) which exists in the Babylonian Talmud, referring to bread in general, tracing the word to a cognate for pine pitch, which forms flat layers that may resemble pita bread.{{Fact|date=June 2008}}
* The [[Ancient Greek]] word ''πίσσα'' (''pissa'', [[Attic dialect|Attic]] ''πίττα'', ''pitta''), "pitch" <ref>{{cite web|url=http://www.etymonline.com/index.php?term=pizza |title='&#39;Pizza'&#39;, at Online Etymology Dictionary |publisher=Etymonline.com |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref><ref>{{cite web|url=http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0057%3Aentry%3D%2383267 |title='&#39;Pissa'&#39;, Liddell and Scott, "A Greek-English Lexicon, at Perseus |publisher=Perseus.tufts.edu |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>, or ''ptea'', "bran", (''pétítés'', "bran bread").<ref>{{cite web|url=http://dictionary.reference.com/search?q=pizza&r=66 |title='&#39;Pizza'&#39;, at Dictionary.com |publisher=Dictionary.reference.com |date= |accessdate=2009-06-05}}</ref>
* The [[Ancient Greek]] word ''πικτή'' (''pikte''), "fermented pastry", which in Latin became "picta", and late Latin pitta > pizza.
 
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== Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*{{cita libro|Francesco|de Bourcard|Usi e costumi di Napoli|annooriginale=1866|anno=1965|altri =riedizione in copia anastatica, tiratura limitata a 999 copie|editore=Alberto Marotta| città= Napoli|cid=deBourcard}}
*{{cita libro|Antonio |Criscitello |L'arte italiana di fare la Pizza|anno=2006|editore=Demetra}}
 
{{Portale|cucina}}
 
[[Categoria:Pizza]]
 
[[ca:Història de la pizza]]
[[en:History of pizza]]
[[eo:Historio de la pico]]
[[es:Historia de la pizza]]
[[fi:Pizzan historia]]
[[id:Sejarah pizza]]
[[ja:ピザの歴史]]
[[sv:Pizzans historia]]
[[zh:比薩餅歷史]]