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{{Bio
|Nome = Fortunato
|Cognome = Depero
|Sesso = M
|LuogoNascita = Fondo
|LuogoNascitaLink = Fondo (Italia)
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1892
|LuogoMorte = Rovereto
|GiornoMeseMorte = 29 novembre
|AnnoMorte = 1960
|Attività = pittore
|Attività2 = scultore
|Attività3 = illustratore
|AttivitàAltre ={{sp}}e [[Pubblicità|cartellonista pubblicitario]]
|Epoca = 1900
|Nazionalità = italiano
|Immagine= Fortunato Depero.jpg
}}
== Da Rovereto a Roma==
Nato nel [[1892]] a [[Fondo]], nella [[Val di Non]] ma ancora giovanissimo si trasferisce a [[Rovereto]] (all’epoca, entrambe, territorio dell'[[Impero austro-ungarico]]), dove frequenta la [[Scuola Reale Elisabettina]] una scuola d’arte frequentata da molti artisti che in seguito diventeranno protagonisti del panorama culturale italiano del Novecento.
Per la città sono anni difficili quelli, perché anche se sotto dominio austriaco, vi sono molti movimenti irredentisti che ne vorrebbero l’annessione all’Italia. Nel [[1908]] tenta l'iscrizione all’accademia delle belle arti di [[Vienna]], ma viene respinto, così nel [[1910]] va a lavorare a [[Torino]] come decoratore all’esposizione internazionale. Al suo ritorno a Rovereto lavora da un marmista, occupandosi di lapidi funebri. Depero è molto attratto dalla scultura, che caratterizzerà le sue opere future. Alla libreria Giovannini espone due volte alcune sue opere, nel [[1911]] e nel [[1913]].
Sempre nel [[1913]] pubblica il suo primo libro, "[[Spezzature]]", un insieme di poesie e pensieri accompagnati da disegni. Nel [[1914]] rimane colpito dalla mostra di [[Umberto Boccioni]] a [[Roma]], dove conosce molti dei suoi “idoli”, tra cui [[Giacomo Balla]] e [[Filippo Tommaso Marinetti]]. Tramite il gallerista Sprovieri riesce a esporre, sempre a Roma, all'"Esposizione Libera [[Futurismo|Futurista]] Internazionale",<ref name=Fioravanti>Giorgio Fioravanti. ''Il dizionario del grafico''. Bologna, Zanichelli, 1993. ISBN 88-08-14116-0.</ref> dove si confronterà con nomi prestigiosi.
In seguito torna in Trentino per allestire una mostra a [[Trento]], ma gli viene comunicato lo scoppio della [[Prima guerra mondiale]], perciò si trasferisce a Roma. Diventa allievo di Giacomo Balla e riesce a entrare nel circolo futurista. Nel [[1915]] assieme a Giacomo Balla scrive un manifesto divenuto poi fondamentale: "Ricostruzione futurista dell'universo". Intanto partecipa a movimenti irredentisti e parte per il fronte, dove conosce la guerra vera. Però si ammala e deve fare ritorno.
== Marionette e Teatro d'avanguardia ==
Rientrato dalla guerra si prepara per una mostra del [[1916]].
Le opere di Depero, seppur influenzate da [[Giacomo Balla]], danno maggior rilievo alla pulsione plastica. Nel 1916 [[Umberto Boccioni]] scrive di Depero sulla rivista "''Gli Avvenimenti''".
A fine anno conosce l'impresario dei famosi "''Balletti Russi''", [[Sergej Diaghilev|Diaghilev]], che ne visita lo studio assieme a Larionov e lo incarica della realizzazione delle scene e dei costumi per "''Il Canto dell'Usignolo''", su musiche di [[Igor Stravinskij|Stravinsky]], che però non saranno mai realizzati perché Depero deve anche aiutare [[Picasso]] con i costumi di "[[Sipario per "Parade"|''Parade'']]".
Nel [[1917]] incontra il poeta svizzero [[Gilbert Clavel]], con il quale stringe un rapporto d'amicizia e di lavoro. Ospite della sua villa-torre a [[Capri (isola)|Capri]], per Clavel Depero illustra un suo libro ("''Un Istituto per Suicidi''") con disegni a metà tra [[Futurismo]] ed [[Espressionismo]]. In seguito assieme a Clavel realizza il ''Teatro Plastico'', cioè recitato da marionette, chiamato "''[[Balli plastici]]''". Lo spettacolo, pur andando in scena al Teatro dei Piccoli, a Roma, sarà un'opera d’[[avanguardia]], sia per l'innovazione dell'eliminazione degli attori-ballerini, sia per le musiche d'avanguardia composta da [[Béla Bartók]], [[Gian Francesco Malipiero|Malipiero]] ed altri.
Sempre durante il soggiorno a [[Capri]] crea i suoi primi "[[Arazzo|arazzi]]" futuristi, in realtà mosaici di stoffe colorate. Sono, questi, il primo esempio della trasmigrazione delle sue invenzioni teatrali. I suoi automi e pupazzi diverranno, infatti, un ''[[leitmotiv]]'', non solo sulle stoffe ma anche nei suoi dipinti. Dopo un soggiorno a [[Viareggio]] nel [[1918]], espone a [[Milano]] nel [[1919]], alla [[Galleria Moretti]], dove [[Filippo Tommaso Marinetti]] raduna il meglio del Futurismo del dopoguerra per rilanciare il movimento.
== Gli anni venti e l'America ==
[[File:Fortunato Depero 1922.jpg|thumb|left|200px|Fortunato Depero, nel 1922, in occasione del lancio di volantini per reclamizzare l'esposizione di Torino]]
Dopo tanto tempo Depero fa ritorno a [[Rovereto]], trovandola distrutta dalla guerra. E lì fonda la [[Casa d'arte Futurista]],<ref name=Fioravanti/> dove produrrà [[Manifesto (stampato)|cartelloni pubblicitari]], mobili e altro che serviranno per decorare la casa moderna. In questo periodo crea quadri di atmosfera [[metafisica]], che dimostrano come Depero si attenesse più agli ideali [[Futurismo|futuristi]] che non allo stile del movimento.
Del [[1920]] sono i suoi più importanti incarichi per [[Umberto Notari]], direttore dell'[[L'Ambrosiano|Ambrosiano]] e dell'agenzia pubblicitaria "Le 3 I": due grandi [[arazzo|arazzi]] e una serie di cartelli pubblicitari. Nel [[1921]] a [[Milano]] espone a una mostra personale, che in seguito verrà spostata a [[Roma]], dove inizia gli allestimenti per il cabaret del diavolo. Nel [[1922]] espone a [[Torino]], esposizione per pubblicizzare la quale usa per la prima volta il lancio di volantini dall'aereo dell'amico-futurista [[Fedele Azari]]. A Rovereto nel 1922 avvengono due veglie futuriste, dove viene tutta ridecorata la casa d’arte, che apparirà poi nella rivista [[Rovente]].
Nel [[1923]] prende parte alla I [[Biennale delle arti decorative]] dell'[[ISIA (Monza)|ISIA]] di [[Monza]]. Nel [[1924]] a Milano mette in scena il balletto meccanico "Anihccam del 3000", replicato in venti altre città italiane. È in quel periodo che realizza i famosi panciotti futuristi, indossati dai principali esponenti del movimento.
Nel [[1925]] partecipa all'[[Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne]] di Parigi.<ref>Maurizio Scudiero. ''Fortunato Depero attraverso il Futurismo. Opere 1913-1958'' (catalogo della mostra). Firenze, Galleria Poggiali & Forconi, 1998.</ref> I futuristi qui si sentono a proprio agio. Quest'esposizione è molto importante per Depero, perché conosce molti esponenti che gli fanno tentare la carta americana. Dopo una personale a Parigi, espone infatti a [[New York]] (dove è ospite per un breve periodo del pittore italiano [[Lucillo Grassi]]), a [[Boston]] e a [[Chicago]]. Infine è a [[Venezia]], dove espone dipinti ed arazzi alla [[Biennale di Venezia|Biennale]] del [[1926]].
== Grafica pubblicitaria e rinnovamento tipografico ==
[[Immagine:Campari Soda.jpg|thumb|left|200px|La bottiglia di ''Campari Soda'', disegnata da Depero nel 1928]]
Il [[1927]] è un anno cruciale per Depero, perché pubblica il famoso "''[[Libro Bullonato]]''", per celebrare 14 anni di militanza nel [[Futurismo]]. Si tratta di un'assoluta rivoluzione tipografica che diverrà una pietra miliare nella grafica libraria del '900. [[Kurt Schwitters]] ne teneva una copia nella sua biblioteca che mostrava a tutti gli amici e colleghi artisti. Partecipa alla [[Quadriennale di Torino]], alla rassegna di futuristi a [[Milano]] e allestisce una mostra personale a [[Messina]].
Tra il [[1924]] e il [[1928]] Depero lavora con molte ditte, fra cui la [[Campari]], con cui stabilisce un buon rapporto, realizzando per quest’ultima centinaia di proposte pubblicitarie.
Nel [[1928]] va a [[New York]],<ref name=Fioravanti/> dove tiene varie mostre personali, realizza varie [[pubblicità]], progetta ambientazioni di ristoranti, crea scenografie e costumi per vari teatri e molte coreografie. Inoltre, sempre negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], disegna una serie di copertine per famose riviste come [[Vanity Fair (rivista)|Vanity Fair]] e [[Vogue (rivista)|Vogue]].
== Il Fascismo ==
Rientrato dall’America nel [[1930]], espone a [[Roma]], poi lavora con molti quotidiani e pubblica, nel [[1931]], il manifesto dell’arte pubblicitaria futurista, già in bozze a [[New York]] nel [[1929]]. Espone poi a [[Venezia]] e [[Milano]]. A [[Rovereto]] pubblica una rivista della quale usciranno solo 5 numeri: "Dinamo Futurista" e poi, nel [[1934]], le "Liriche Radiofoniche", che declamerà anche all'[[EIAR]] (la Rai di allora). Nel [[1933]] espone a [[Genova]] e nel [[1936]] di nuovo a Venezia.
Di qui si ritira sempre di più nel [[Trentino]], dedicandosi al [[Buxus]], un materiale da rivestimento autarchico, ideato e prodotto dalle Cartiere Bosso. Nel [[1940]] pubblica la sua ''Autobiografia'' e nel [[1943]] con "''A Passo Romano''", cerca di dimostrare il suo allineamento sostanziale con la parte più dinamica del [[Fascismo]] anche per ottenerne lavori e commesse.
Poi, con l'inizio dei bombardamenti aerei sulle città, si ritira nel suo eremo montano, a [[Serrada di Folgaria]], sino alla fine della [[Seconda guerra mondiale]]. Finita la guerra, nel tentativo di giustificarsi di fronte al nuovo ordine dello stato italiano per quel libro apertamente fascista, afferma che loro, i futuristi, credevano fermamente che il fascismo avrebbe concretizzato il trionfo del Futurismo, e che lui, aveva anche ''«bisogno di mangiare»''.
Nel [[1947]], ritenta la carta dell'America, ma la trova ostile al Futurismo, perché ritenuto l’arte del [[Fascismo]]. Torna quindi in Italia dove partecipa a una mostra a Milano e poi a Venezia.
== La morte ==
Nel [[1949]]-[[1959]], Depero aderisce al progetto dell'importante [[collezione Verzocchi]], sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "''Tornio e telaio''". La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la [[Pinacoteca Civica di Forlì|Pinacoteca Civica]] di [[Forlì]].
Nel [[1951]] lancia il suo manifesto sull'arte nucleare e, nel [[1955]], entra in polemica con la [[Biennale di Venezia]], accusata di censurare lui ed il Futurismo dopo il [[1916]] (anno della morte di [[Boccioni]]). Replica con la pubblicazione di un libello ("''Antibiennale''") dove contesta ed anticipa quelle che saranno le tendenze della critica sul Futurismo di lì a molti anni.
Nel [[1959]] inaugura a [[Rovereto]] il "Suo Museo", la [[Museo Depero|Casa d'Arte Futurista Depero]]. Muore proprio a Rovereto nel [[1960]].
Nel [[1965]], gli viene dedicata una retrospettiva nell'ambito della [[IX Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma|IX Quadriennale di Roma]].
Già dal [[1970]] è iniziata la sua rivalutazione, ma solo negli ultimi anni, anche a seguito della rimozione di molti pregiudizi sul cosiddetto "Secondo Futurismo", il valore complessivo della sua opera è stato compreso.
Moltissime sue opere sono conservate al [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|Mart]] di Rovereto. Nel gennaio del [[2009]] è stata inaugurata la Casa d'Arte Futurista Depero. È il primo e unico museo futurista d'Italia, nato da una originalissima visione di Fortunato Depero negli anni Cinquanta del ‘900.
==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Rovereto]]
* [[Futurismo]]
* [[Giacomo Balla]]
* [[Filippo Tommaso Marinetti]]
* [[Umberto Boccioni]]
==Altri progetti==
{{interprogetto|q}}
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.depero.it/ Sito Ufficiale dell'Artista]
* [http://www.mart.trento.it/ Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto]
{{futurismo}}
{{Portale|arte|biografie|pittura}}
[[Categoria:Futurismo|Depero, Fortunato]]
[[Categoria:Cartellonisti pubblicitari]]
[[Categoria:Personalità legate a Trento|Depero, Fortunato]]
[[de:Fortunato Depero]]
[[en:Fortunato Depero]]
[[fr:Fortunato Depero]]
[[ja:フォルトゥナート・デペーロ]]
[[pl:Fortunato Depero]]
[[ru:Деперо, Фортунато]]
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