Cocchiere e Saltarella: differenze tra le pagine

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La '''saltarella''' è un ballo tradizionale di area [[Abruzzo|abruzzese]] (e in parte anche nel [[Molise]]), ancora molto in uso fino alla seconda metà degli anni '60 ed in occasione di feste e rituali popolari (matrimoni, fidanzamenti, comunioni, uccisione del maiale, carnevale, feste religiose, serenate). La forma più diffusa è la saltarella in coppia (non necessariamente eterosessuale), ma si conservano anche esempi di saltarella a quattro persone o in cerchio. Sono stati individuate delle sottotipologie coreutiche che si esprimono con varianti ritmico-melodiche e coreutiche ben evidenti. La ricerca etnocoreologica sulla saltarella è tuttora in corso.
Il '''cocchiere''' era un uomo che conduceva un [[veicolo]] trainato da [[cavallo|cavalli]] progettato per il [[trasporto]] di più passeggeri o di [[posta]]: ma nell'antichità era soprattutto il guidatore del carro da guerra, al servizio di un condottiero. Solitamente era d'età piuttosto giovane.
 
==Voci Etimologia correlate==
*[[Saltarello]]
Il termine cocchiere deriva quasi sicuramente dal [[lingua latina|latino]] ''coccum'', cocco, ma vi è anche un' altra [[etimologia]] del nome, dove si afferma che essa derivi dall’[[lingua ungherese|ungherese]] ''kocsi'', che significava [[vagone]], tale termine derivava dal villaggio di [[Kocs]], situato in [[Ungheria]].
 
{{portale|Danza|Abruzzo}}
== Nella mitologia==
I cocchieri erano figure fondamentali non soltanto nella [[mitologia]] greca, ma anche nelle guerre stesse di quelle epoche.
 
[[Categoria:Danze popolari italiane]]
=== Nell' ''Iliade'' ===
Omero menzionò tra i troiani e i loro alleati tantissimi guidatori dei carri di battaglia, che quasi tutti persero la vita al fianco dei propri comandanti. Celebre è il caso di [[Ettore (mitologia)|Ettore]] che dovette cambiare auriga più di una volta: il primo, [[Eniopeo]], fu ucciso da Diomede, il secondo, [[Archeptolemo]], da [[Teucro]], e il terzo, [[Cebrione]], ucciso da Patroclo. Cebrione era fratellastro di Ettore, in quanto figlio del re Priamo e di una schiava. Omero narrò la morte di un'altra coppia di Priamidi, [[Antifo]] e Iso [[(Iliade)]], precisando che combattevano su un solo cocchio, e anche in questo caso l'auriga, Iso, era un figlio naturale del re troiano. Era invece figlio di [[Antimaco]], e legittimo, il giovane [[Ippoloco]], che fece da auriga al fratello Pisandro: i due furono trucidati da Agamennone. Due altre coppie di fratelli carnali combattenti su un carro erano quella composta da [[Fegeo]] e Ideo, figli di Darete, e quella composta da [[Laogono]] e [[Dardano (Biante)]]: Omero non specifica però quali fossero i cocchieri; Ideo fu l'unico a salvarsi, mentre Fegeo venne ucciso da Diomede, e gli altri due caddero per mano di Achille. L'auriga del re paflagone [[Pilemene]], di nome [[Midone]], fu ucciso da [[Antiloco]], che in seguito uccise anche il cocchiere (innominato) di [[Asio]]. Fedelissimo auriga di [[Assilo]] di Arisbe fu [[Calesio]], e con lui scese nell'oltretomba, ucciso da [[Idomeneo]]. Trasimelo, cocchiere di [[Sarpedonte (Laodamia)]], cadde per mano di [[Patroclo]], che subito dopo uccise anche Sarpedonte. Altri due aurighi, [[Ippodamante]] e Areitoo vennero colpiti coi loro signori da [[Achille]]: il primo accompagnava il troiano [[Demoleonte]], l'altro era al seguito del giovane [[Rigmo]], il principe trace figlio di [[Piroo]].
 
 
Decisamente più fortunati gli aurighi dei capi achei. L'auriga di Achille, [[Automedonte]], fu tra gli Achei che entrarono nel cavallo di legno, come narra Virgilio nell' ''Eneide''.
Anche l'auriga di [[Diomede]], [[Stenelo]], sopravvisse ai fatti bellici.
 
=== Nell' ''Eneide'' ===
 
A parte Automedonte, gli aurighi di cui parla Virgilio figurano tutti tra i nemici di Enea nei canti dedicati alla guerra troiano-italica:
 
* [[Metisco]] (libro XII), guidatore del carro di [[Turno]];
 
* [[Ligeri]] (X), auriga di Lucago, che è suo fratello. Entrambi vengono uccisi da Enea;
 
* il cocchiere innominato di [[Remo (mitologia)|Remo]] (IX), giovane condottiero rutulo. Fedelissimo al suo signore, si addormenta sotto i suoi stessi cavalli durante il turno di guardia nella notte dell'assedio rutulo ai Troiani: e qui, ironia della sorte, viene sorpreso da Niso, che gli recide la gola con la spada. Memorabile la traduzione che ne dette [[Annibal Caro]]:
 
" ''[...] e sotto i suoi cavalli''
 
''Lo stesso auriga. A costui trasse un colpo ''
 
''Che gli mandò giù ciondoloni il collo''."
 
== Omonimi ==
Esiste anche la [[costellazione]] chiamata "cocchiere" o Auriga, derivante dalla [[mitologia greca]], dove viene rappresenta da una persona che porta in braccio una piccola [[capra]], e nello stesso tempo ha in mano anche una frusta. Il cocchiere forse deriva dal mito che ritraeva la storia di [[Zeus]] e [[Amaltea]], anche se vi sono altre leggende al riguardo nella mitologia araba.
 
== Bibliografia ==
* Per la mitologia greca {{cita libro | cognome= Ferrari | nome= Anna | coautori=| titolo= Dizionario di mitologia | editore= UTET | città= Litopres | anno= 2006| id= ISBN 88-02-07481-X}}
 
== Fonti ==
 
=== Traduzione delle fonti ===
 
[[Annibal Caro]], ''[[Eneide]]'', libro IX.
 
== Voci correlate ==
 
*[[Turno]]
*[[Remo (mitologia)]]
*[[Eurialo e Niso]]
 
 
 
[[Categoria:Professioni dei trasporti]]
 
[[cs:Vozka]]
[[da:Kusk]]
[[de:Kutscher]]
[[en:Coachman]]
[[kk:Атқосшы]]
[[no:Kusk]]
[[ru:Ямщик]]
[[sv:Kusk]]