Guerra civile romana (44-31 a.C.) e Playlist: The Very Best of Backstreet Boys: differenze tra le pagine

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{{infuturo|album musicali}}
{{Conflitto
{{S|album musicali}}
|nome del conflitto=[[Guerre civili romane]]
{{Album <!-- per la compilazione vedi Template:Album -->
|immagine= [[File:SFEC BritMus Roman Modification1.jpg|200px]]
|titolo = Playlist: The Very Best of the Backstreet Boys
|didascalia= [[Ottaviano]], vincitore della guerra civile
|artista = Backstreet Boys
|data=[[44 a.C.|44]]-[[31 a.C.]]
|tipo album = Raccolta
|luogo=[[Europa]], [[bacino del Mediterraneo]], [[Africa settentrionale]], [[Asia|Asia occidentale]]
|giornomese = 26 gennaio
|casus=
|anno = 2010
|mutamenti_territoriali=
|postdata =
|esito=vittoria di [[Ottaviano]]
|etichetta = Sony
|schieramento1=Occidente romano
|produttore =
|schieramento2=Oriente romano
|durata =
|comandante1=[[Ottaviano]]
|genere = Pop
|comandante2=[[Marco Antonio]]
|registrato = [[1995]]-[[2007]]
|note=
|numero di dischi = 1
|numero di tracce = 14
|note =
|numero dischi di platino =
|numero dischi d'oro =
|precedente = [[This Is Us]] <br />([[:Categoria:Album del 2009|2009]])
|successivo = /
}}
'''''Playlist: The Very Best of the Backstreet Boys''''' è una raccolta di brani rimasterizzati e di registrazioni originali del gruppo musicale [[musica pop|pop]] [[Backstreet Boys]]. L'album sarà pubblicato il [[26 gennaio]] [[2010]]. Un file [[PDF]] incluso nel CD conterrà fotografie, testi delle canzoni e molto altro ancora.<ref> http://www.cduniverse.com/search/xx/music/artist/Backstreet+Boys/a/Backstreet+Boys.htm </ref>
{{Campagnabox Guerre civili romane}}
[[Immagine:Cesar-sa mort.jpg|thumb|300px|La morte di [[Gaio Giulio Cesare]] secondo [[Vincenzo Camuccini]] ([[1798]]).]]
La '''guerra civile romana''' si trascinò a fasi alterne '''dal [[44 a.C.]] al [[31 a.C.]]''', anno in cui [[Ottaviano]] sconfisse [[Marco Antonio]] e [[Cleopatra]], regina d’[[Storia dell'Egitto greco e romano|Egitto]], nella [[battaglia di Azio]]. Fu in questo periodo che a [[Roma]] ebbe fine la [[Roma repubblicana|Repubblica]].
 
==Gli antefattiTracce==
#''[[Quit Playin' Games (With My Heart)]]''
{{Vedi anche|Gaio Giulio Cesare|Cesaricidio}}
#''[[As Long As You Love Me]]''
Il [[15 marzo]] del [[44 a.C.]] un gruppo di [[Senato romano|senatori]], che si consideravano custodi e difensori della [[tradizione]] e dell'ordinamento [[Repubblica romana|repubblicani]], assassinò il [[dittatore]] [[Gaio Giulio Cesare]], convinti che il loro gesto avrebbe avuto il sostegno del [[popolo]]. Le loro previsioni si rivelarono però sbagliate e allora, rifugiatisi in [[Campidoglio]], i [[cesaricidio|cesaricidi]] decisero di attendere là l'evolversi degli eventi, lasciando in questo modo l'iniziativa agli stretti collaboratori del defunto dittatore: [[Marco Antonio]] e [[Marco Emilio Lepido (triumviro)|Marco Emilio Lepido]].
#''[[Everybody (Backstreet's Back)]]'' (Extended Version)
#''[[I'll Never Break Your Heart]]''
Dopo lo sgomento iniziale seguito all'uccisione di Cesare, Antonio prese in mano la situazione e si fece consegnare da Calpurnia, vedova del dittatore, le carte [[politica|politiche]] e il [[denaro]] liquido di quest’ultimo. Intanto Lepido, nuovo [[proconsole]] della [[Gallia Narbonense]] e della [[Spagna Citeriore]], lasciava ad Antonio il potere di occuparsi da solo della situazione: in un primo momento aveva fatto entrare a [[Roma antica|Roma]] alcuni soldati della [[legione romana|legione]] accampata alle porte della [[città]] con l'intento di attaccare il Campidoglio, Lepido decise alla fine di partire per le sue [[provincia romana|province]]. Antonio trovò anche un'intesa con il suo vecchio nemico, [[Publio Cornelio Dolabella]], che insieme a lui era stato designato [[console (storia romana)|console]] da Cesare.
#''[[All I Have to Give]]''
#''[[I Want It That Way]]''
#''[[Show Me the Meaning of Being Lonely]]''
#''[[Shape of My Heart]]''
#''[[More Than That]]''
#''[[Drowning]]''
#''[[Larger Than Life]]''
#''[[Incomplete]]''
#''[[Just Want You to Know]]''
#''[[Inconsolable]]''
 
==Note==
A questo punto, per guadagnare tempo,con un abile mossa Antonio permise che il [[senato]] concedesse l'[[amnistia]] ai congiurati e cercò il dialogo proprio con la massima assemblea romana. In cambio, il Senato votò la concessione dei funerali di [[stato]] per Cesare. Durante le celebrazioni accadde però che la vista del corpo del dittatore e del [[sangue]] sulla sua [[toga]], la lettura del suo testamento generoso verso i romani ed il discorso ad effetto di Antonio, accendessero d'ira l'animo del popolo contro gli assassini.
<references/>
 
==Collegamenti esterni==
Fino all'[[aprile]] del 44, Antonio mantenne comunque un atteggiamento conciliante: lasciò che i cesaricidi assumessero quelle cariche a cui Cesare li aveva designati prima che questi lo uccidessero, allontanò i veterani del defunto dittatore da Roma e propose l'abolizione della dittatura. Per sé chiese e ottenne la provincia di [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] (e le legioni che Cesare aveva ammassato là per la spedizione contro i [[parti]]) e per Dolabella quella di [[Syria(provincia romana)|Siria]]. Per adesso Roma si era salvata dal caos, anche se la situazione tra Antonio e il senato era sempre più tesa.
*[http://www.legacyrecordings.com/artists/backstreet-boys Legacy Recordings - Backstreet Boys]
 
{{portale|Musica}}
==Ottaviano arriva in Italia==
{{Vedi anche|Marco Antonio|Ottaviano|Marco Emilio Lepido (triumviro)}}
{{Vedi anche|Battaglia di Modena}}
La svolta a questa situazione la diede, alla fine di [[aprile]], l’arrivo in [[Storia d'Italia|Italia]] di [[Ottaviano]], figlio adottivo ed erede di Cesare. Il giovane chiese ad Antonio di consegnargli l'eredità lasciatagli dal defunto dittatore ma Antonio, che aveva dilapidato i beni di Cesare, rifiutò con durezza. Ottaviano iniziò allora a lavorare per alienare simpatie ad Antonio, facendo leva sia sul proprio nome sia sul risentimento che molti provavano verso l’ex collaboratore di Cesare. Di rimando, Antonio cercò di accrescere il suo peso politico per mezzo di una legge che gli assegnava per cinque anni la [[Gallia Cisalpina]] e la [[Gallia Transalpina]] (al posto della Macedonia). Intanto i cesariani, preoccupati di questo attrito, riuscirono a far raggiungere ai due un compromesso momentaneo.
 
[[en:Playlist: The Very Best of the Backstreet Boys]]
Ben presto la situazione fu ulteriormente movimentata dalla ricomparsa sulla scena di due cesaricidi, [[Marco Bruto]] e [[Gaio Cassio Longino]], che dopo l'amnistia avevano anche ottenuto due province (rispettivamente [[Cirenaica (provincia romana)|Creta]] e [[Cirenaica (provincia romana)|Cirene]]) e che ora pretendevano comandi militari più importanti. Minacciati da Antonio, i due fuggirono in [[Oriente]]. A questo punto, Antonio entrò in contrasto con [[Cicerone]] (che appoggiava Ottaviano), che reagì attaccandolo con ''la prima e la seconda [[Filippiche (Cicerone)|Filippica]]''.
 
Nell'ottobre del 44, Antonio ruppe l'armistizio con Ottaviano e si preparò a far giungere in Italia le legioni stanziate in Macedonia. Ottaviano giocò allora d'azzardo: sebbene non avesse l’autorità per farlo, contando solo sul nome che portava, chiamò a raccolta i veterani cesariani che accorsero a migliaia. Anche alcune delle legioni della Macedonia passarono dalla sua parte. Antonio cercò allora di farlo dichiarare nemico pubblico dal Senato, ma non ci riuscì.
 
A questo punto decise di dirigersi nella Cisalpina per toglierla a Decimo Bruto ancora prima che il mandato di quest'ultimo fosse scaduto. Bruto ricevette dal Senato l'ordine di resistere, cosa che gli era però impossibile, perché non aveva abbastanza soldati.
 
Intanto, Cicerone pronunciava 'la terza e la quarta Filippica' contro Antonio, lanciando poi diversi appelli ad agire contro quest'ultimo, accusato dall'oratore di aspirare alla dittatura. Alla fine Cicerone riuscì a far schierare il Senato contro l'ex-collaboratore di Cesare. Il primo gennaio del 43 a.C., Cicerone pronunciò la 'quinta Fillipica', con la quale raccomandò l'annullamento delle leggi fatte varare di recente con la forza da Antonio, compresa quella con cui si attribuiva il governo della Cisalpina.
 
Per il momento, il Senato non accettò queste raccomandazioni perché non voleva rompere drasticamente con Antonio, ma gli ordinò di restare fuori dalla Cisalpina. Prevedendo però il suo rifiutò, conferì l’'imperium' ad Ottaviano e ordinò ai consoli [[Aulo Irzio]] e [[Caio Vibio Pansa]] di arruolare nuove truppe.
 
Nel frattempo, Antonio cingeva d'assedio [[battaglia di Modena|Modena]], dove si era arroccato Bruto. Antonio si mostrò disposto a scendere a compromessi col Senato, ma quest'ultimo, aizzato dalla campagna denigratoria di Cicerone, decise di annullare la legislazione di Antonio, proclamando lo stato d'emergenza nel febbraio del 43.
 
In aprile, sotto le mura di Modena, Antonio fu battuto dalle forze senatorie (anche se Irzio e Pansa perirono), e riparò nella Transalpina, dove rafforzò il suo esercito con rinforzi provenienti dalla Spagna e dalle Gallie. Alla fine dell'estate, tornò in Italia, conquistando facilmente la Cisalpina, anche perché Ottaviano si era rifiutato di unirsi a Bruto (che morì nella fuga), dato che era pur sempre uno degli assassini di Cesare.
 
Poi il senato ordinò a Lepido di dirigersi contro Antonio per finirlo, ma il generale si rifiutò, ritenendo indegno combattere contro un suo vecchio compagno d'armi.
 
==Ottaviano si allea con Lepido e Antonio: nascita del Secondo triumvirato==
{{Vedi anche|Secondo triumvirato}}
Sempre nell’[[estate]] del 43, dopo che il Senato gli rifiutò i fondi per pagare i soldati, Ottaviano ruppe con la suprema assemblea romana e presentò la propria candidatura a console, pur sapendo che non sarebbe stata accettata (non era neppure ventenne e non aveva quindi l’età legale minima per aspirare a questa carica). Ottaviano marciò con le truppe su Roma e vi entrò senza trovare alcuna resistenza. Divenne poi console insieme a [[Quinto Pedio]]. Dopo aver fatto ratificare con una [[legge]] la sua adozione da parte di Cesare, fece annullare l’amnistia che era stata concessa ai cesaricidi (che vennero dichiarati fuori legge) e fece istituire un [[tribunale]] speciale per giudicarli. Fece quindi annullare la sentenza che aveva dichiarato Antonio nemico pubblico dello Stato e strinse un’alleanza con lui, grazie alla mediazione di Marco Emilio Lepido. I tre si incontrarono a [[Bologna]], dove formalizzarono l’accordo. Con la ''lex Titia'' del [[27 novembre]] del 43 nasceva il '''[[Secondo triumvirato]]'''. Secondo l'opinione di alcuni storici, questa data segna la fine della [[Roma repubblicana|Repubblica romana]]. I nuovi padroni di Roma scatenarono il terrore con le [[lista di proscrizione|liste di proscrizione]]: a centinaia furono uccisi (e i loro beni confiscati), in un’opera di epurazione che, oltre ad eliminare nemici ed oppositori, aveva forse come scopo principale quello di procurarsi i fondi con cui pagare i soldati dei triumviri (che avevano al loro comando 43 legioni). Tra le vittime illustri delle proscrizioni ci fu [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], la cui morte fu chiesta da Antonio ad Ottaviano, che non esitò ad abbandonare colui che sin dall’inizio l’aveva appoggiato.
 
==La battaglia di Filippi==
[[Immagine:Phil3.png|thumb|right|300 px|Andamento della [[Seconda battaglia di Filippi|seconda battaglia]].]]
{{Vedi anche|Prima battaglia di Filippi|Seconda battaglia di Filippi}}
{{Vedi anche|Marco Giunio Bruto|Gaio Cassio Longino}}
Dopo essersi spartiti le province, i triumviri rivolsero la loro attenzione agli assassini di Cesare che intanto si erano rafforzati militarmente in Oriente ([[Marco Bruto]] e Cassio). Nel [[42 a.C.]], le forze di Antonio e Ottaviano si scontrarono con quelle di Bruto e Cassio nella località macedone di Filippi. In realtà ci furono due [[battaglia di Filippi|battaglie di Filippi]]. Nella prima, Antonio sconfisse Cassio, che si tolse la vita, mentre le forze di Bruto ebbero la meglio su quelle di Ottaviano. Tre settimane dopo, invece, avvenne il secondo scontro nel quale Bruto fu rovinosamente battuto. Anche lui decise quindi di suicidarsi.
 
==Il triumvirato si incrina. La guerra di Perugia==
[[Immagine:Perugiaarcoetrusco.jpg|thumb|250px|left|Perugia: la Porta etrusca]]
{{vedi anche|Guerra di Perugia}}
Chiusa la partita coi cesaricidi, l'armonia all'interno del triumvirato si incrinò: Lepido fu estromesso dai due colleghi che lo accusarono di aver tramato contro di loro insieme a [[Sesto Pompeo]], figlio del defunto [[Pompeo Magno]]. Antonio e Ottaviano spartirono nuovamente tra loro le province e i poteri: dato che era stato Antonio il vero ''flagello dei cesaricidi'', era lui in questo momento a trovarsi in una posizione di maggior forza rispetto a Ottaviano, a cui fu affidato l’ingrato compito di trovare i fondi necessari per pagare i circa 100.000 soldati che avevano combattuto a Filippi e che ora dovevano essere congedati. Le confische territoriali fatte in Italia nel [[41 a.C.]] procurarono ulteriori inimicizie ad Ottaviano, sulle quali fecero leva Fulvia e Lucio Antonio, rispettivamente moglie e fratello del triumviro che ora si trovava in Oriente. Muovendosi però in maniera troppo frettolosa, i due offrirono a Ottaviano il pretesto per agire nella legalità. Lucio Antonio ammassò infatti truppe a [[Preneste]] e si recò poi a Roma, promettendo che il fratello avrebbe restaurato la Repubblica. Il Senato gli conferì l’''imperium'' per muovere contro Ottaviano che non fu però abbandonato dalle sue truppe, che anzi si strinsero compatte intorno al loro condottiero. Alla fine, Lucio Antonio fu assediato nella [[città]] di [[Perugia]] e, lasciato solo dal fratello Marco, si arrese nell’[[inverno]] 41-[[40 a.C.]]. Dopo la fine della [[guerra di Perugia]], Ottaviano si vendicò sterminando l’[[aristocrazia]] della città [[etruschi|etrusca]]. Fulvia fu esiliata a [[Sicione]] (in [[Grecia]]) dove morì di malattia, mentre Lucio ottenne il [[proconsole|governatorato]] della [[Spagna]]. Il figlio adottivo di Cesare occupò poi tutta la [[Gallia]], impossessandosi in questo modo di tutto l’[[Occidente]] romano. Giunto in Italia nel 40, Marco Antonio accettò le giustificazioni addotte da Ottaviano per motivare le proprie azioni, e così i triumviri giunsero a un nuovo accordo e a una nuova spartizione dei domini, i cosiddetti '''accordi di [[Brindisi]]''': a Ottaviano l’Occidente e ad Antonio l’Oriente, mentre a Lepido andò l’[[Africa (provincia romana)|Africa]]. Ottaviano e Antonio rafforzarono la propria alleanza anche attraverso un matrimonio che legava le loro famiglie: Antonio, che era rimasto vedovo di Fulvia, sposò Ottavia, sorella del figlio adottivo di Cesare.
 
==La guerra contro Sesto Pompeo e l’estromissione di Lepido dal Triumvirato==
[[Immagine:Marcus_agrippa_louvre_portrait.jpg|thumb|200px|[[Marco Vipsanio Agrippa]]]]
{{Vedi anche|Battaglia di Naulochus}}
Una spina nel fianco dei triumviri era [[Sesto Pompeo]]: il figlio del defunto [[Pompeo Magno]], rifugiatosi in Spagna con quanto restava delle armate del partito pompeiano, dopo il cesaricidio era stato perdonato dal Senato, che anzi gli aveva affidato il comando della flotta nel periodo della [[guerra di Modena]]. Con questa forza navale, Sesto aveva però occupato la [[Storia della Sicilia romana|Sicilia]] ([[42 a.C.]]), raccogliendo intorno a sé tutti i nemici dei triumviri. Sesto aveva quindi dato vita a un vero e proprio blocco navale contro [[Roma]], che si era dunque trovata senza adeguati rifornimenti granari ([[39 a.C.]]). Dopo un momentaneo compromesso (che però nessuno rispettò fino in fondo), tra le due parti si riaccesero le ostilità. Nel [[38 a.C.]] Ottaviano fu battuto in uno scontro navale da Sesto, riportando gravi perdite. Ottaviano richiamò allora dalla Gallia il suo [[legato]] [[Marco Vipsanio Agrippa]] e chiese anche aiuto ad Antonio, che gli promise 120 navi in cambio di 20.000 soldati arruolati in [[Italia]]. Dopo adeguati preparativi, seguiti con grande scrupolo da Agrippa, nel [[36 a.C.]] Ottaviano attaccò di nuovo Sesto Pompeo che venne sconfitto nella [[battaglia di Nauloco]]. Fuggito in Oriente, Sesto fu catturato e giustiziato da un ufficiale di Antonio. Dopo la vittoria, Ottaviano dovette far fronte alle richieste di Lepido, che voleva per sé la Sicilia. Ma, abbandonato da tutti i suoi soldati, Lepido fu punito dal figlio adottivo di Cesare con la privazione di tutti i suoi poteri. Ottaviano gli risparmiò però la vita e gli lasciò la carica, puramente onorifica, di ''[[pontifex maximus]]'' (che egli aveva ricevuto per volere di Antonio dopo la morte di Cesare). Dopodiché si riconciliò con il Senato ed intaprese una serie di [[Campagne militari di Ottaviano nell'area balcanica (35-34 a.C.)|campagne militari nell'area balcanica]].
 
==Ottaviano contro Antonio: battaglia di Azio e vittoria di Ottaviano==
[[Immagine:Castro Battle of Actium.jpg|left|thumb|300px|La battaglia di Azio secondo Lorenzo A. Castro (1672)]]
{{Vedi anche|Battaglia di Azio}}
Negli anni che erano seguiti alla battaglia di Filippi, l’interesse di Antonio si era rivolto principalmente all’Oriente, con l’intento di portare avanti quella campagna militare contro i [[parti]] precedentemente progettata da Cesare. Intanto Antonio era entrato in stretti rapporti con la regina egiziana Cleopatra, con la quale ebbe una relazione amorosa. Nel frattempo, tra il [[40 a.C.|40]] e il [[37 a.C.]], approfittando della situazione caotica che Roma stava vivendo, i parti avevano occupato gran parte dell’[[Asia Minore (conquista romana)|Asia Minore]], della Siria e della [[Palestina (età romana)|Palestina]]. Ben presto però, a causa di conflitti dinastici, il regno dei parti entrò in crisi, e così nel [[36 a.C.]] Antonio decise che il momento era propizio per iniziare la spedizione pianificata da Cesare. Dopo alcuni illusori successi iniziali dovette però battere in ritirata. Tentò poi una seconda spedizione nel [[34 a.C.]], anche questa con risultati molto limitati. Nel frattempo Antonio aveva ripudiato Ottavia, sorella di Ottaviano, e aveva riallacciato la sua relazione con Cleopatra. La scelta per Antonio si rivelò esiziale: nel [[34 a.C.]], ad [[Alessandria d'Egitto]], Antonio proclamò pubblicamente che Cesarione (il figlio che Cleopatra aveva avuto da Cesare) era il legittimo erede di Cesare e gli diede il titolo di ''re dei re'' (Cleopatra ''regina dei re''). Madre e figlio poterono esercitare il potere su Egitto e [[Cyprus|Cipro]], mentre i tre figli che Antonio aveva avuto da Cleopatra avrebbero regnato su diverse zone dell’Oriente. Tutto ciò scatenò l’indignazione generale dei romani. Cavalcando questa situazione, Ottaviano riuscì a screditare definitivamente Antonio, ottenendo il consolato per l’anno [[31 a.C.|31]] e la dichiarazione di [[guerra]] contro Cleopatra, che intanto si era spostata in [[Grecia (età romana)|Grecia]] col suo [[esercito]] e con Antonio. Contro quest’ultimo Roma non prese provvedimenti in maniera esplicita, ma ormai era considerato un mercenario al soldo della regina straniera. Lo scontro finale avvenne il [[2 settembre]] del [[31 a.C.]] nella [[baia]] di [[Azio]]. La [[battaglia di Azio]] finì con la sconfitta e la fuga di Cleopatra e Antonio in Egitto. Ottaviano non poté inseguirli subito, perché costretto a domare una rivolta dei suoi soldati. Nel [[30 a.C.]], però si diresse in Egitto, deciso a chiudere la partita. Sia Antonio sia Cleopatra si suicidarono per non essere catturati.
 
Ottaviano era ormai il signore indiscusso di Roma. Tre anni dopo, con l’assunzione del titolo di ''[[princeps]]'', Ottaviano avrebbe posto definitivamente fine al regime repubblicano, dando così inizio all’[[Impero romano|età imperiale]], che in questa prima fase è conosciuta col nome di ''[[Principato]]''.
 
==Conseguenze==
[[Immagine:Statue-Augustus.jpg|thumb|200px|L<nowiki>'</nowiki>''[[Augusto loricato]]'']]
{{Vedi anche|Impero romano}}
Dopo [[Azio]], Ottaviano non solo ordinò di uccidere il figlio di [[Cleopatra]], [[Cesarione]] (la cui paternità veniva attribuita dalla regina a [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]), ma decise di annettere l'[[Antico Egitto|Egitto]] ([[30 a.C.]]), compiendo l'unificazione dell'intero bacino del Mediterraneo sotto Roma, e facendo di questa nuova acquisizione la prima provincia imperiale, governata da un proprio rappresentante, il [[prefetto d'Egitto]]. L'''[[imperium]]'' di Ottaviano su questa provincia venne probabilmente sancito da una legge comiziale già nel [[29 a.C.]], due anni prima della messa in opera del nuovo assetto provinciale.
 
==Voci correlate==
===Contesto storico===
*[[Repubblica Romana]]
*[[Guerre civili romane]]
*[[Cesaricidio]]
*[[Secondo triumvirato]]
 
===I protagonisti===
*[[Ottaviano]]
**[[Marco Vipsanio Agrippa]]
**[[Sesto Pompeo]]
*[[Marco Antonio]]
**[[Lucio Antonio]]
**[[Cleopatra VII]]
*[[Marco Emilio Lepido (triumviro)]]
*[[Marco Tullio Cicerone]]
*[[Marco Giunio Bruto]]
*[[Gaio Cassio Longino]]
 
{{Storia romana}}
{{portale|Antica Roma|Età augustea|storia}}
 
[[Categoria:Guerre dell'antica Roma|Civile 44]]
 
[[de:Ptolemäischer Krieg]]
[[en:Final War of the Roman Republic]]
[[es:Cuarta Guerra Civil de la República de Roma]]
[[fi:Octavianuksen ja Antoniuksen sota]]
[[fr:Dernière Guerre civile de la République romaine]]
[[no:Borgerkrigen mellom Antonius og Oktavian]]