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R è un linguaggio di programmazione ad altissimo livello orientato soprattutto all'uso in statistica. In verità lo sbilanciamento verso la statistica non deriva dalla natura del linguaggio, ma dalla disponibilità di
'''Starkaðr''' ("forte combattente"<ref>Il nome è presente anche sotto la forma '''Störkuðr''' e compare come '''Starcatherus''' nel ''[[Gesta Danorum]]'' di [[Saxo Grammaticus]] e come '''Starcadus''' nella [[Saga degli Skjöldungar]]</ref>) è uno degli eroi più celebri di tutto il corpus [[mitologia norrena|mitologico norreno]]. Nella sua figura, come è accaduto per molte altre figure eroiche del passato, sono confluiti tratti [[leggenda]]ri, tanto che fu definito parente del [[Jötunn|gigante]] [[Starkaðr (gigante)|Starkaðr]].
grandi raccolte di funzioni statistiche e dagli interessi dei ricercatori che
lo hanno inventato e lo mantengono.
 
R è gratuito e molto simile a un linguaggio commerciale, S, creato negli anni '80 e anch'esso molto usato. S viene commercializzato come sistema S-Plus. Le differenze non sono grandissime se non sul piano della programmazione, dove R aderisce a una impostazione probabilmente più maneggevole.
La nascita di questo eroe presenta molti tratti mitici: si ricollega infatti alla vicenda di [[Starkaðr Áludrengr]], che viveva presso [[Ulefoss]], anticamente detta ''Áluforsar''<ref>Gianna Chiesa Isnardi, pag 436, nota 2</ref>, una [[cascata]] in [[Norvegia]]. Il figlio di questo gigante, [[Stórverkr]] ("Colui che compie grandi azioni")<ref>Nel ''Gesta Danorum'' il nome è ''Storwerkus''</ref> era un ''landvarnamaðr'' del Re Araldo, ovvero uno dei difensori contro gli invasori, e dal sovrano ebbe in dono un'isola, dove dimorava e da dove partiva ogni tanto per le sue scorribande [[vichinghi|vichinghe]]. Durante uno di questi viaggi, Stórverkr rapì ''Unni'' ("amata"), la figlia di uno ''[[jarl]]'' e la prese in moglie: insieme ebbero un figlio, che fu chiamato Starkaðr in onore del nonno paterno.
 
R ed S-Plus sono particolarmente popolari nella statistica medica, ma vengono anche usati nella statistica economica o sociale, in geografia, nella matematica finanziaria. L'alto livello del linguaggio permette di creare
Poiché Unni era stata rapita, i suoi fratelli cercarono vendetta appiccando fuoco alla casa della sua nuova famiglia uccidendone tutti i componenti, tranne Starkaðr, che riuscì a salvarsi. Il bambino fu allevato alla corte del Re Araldo insieme a [[Víkarr]] ("guerriero della baia"), il figlio del sovrano, di poco più grande di lui. Quando il re ''Herþjófr'' mosse guerra al Re Araldo e lo uccise impadronendosi del suo regno, Víkarr fu risparmiato e condotto via come ostaggio. A Starkaðr toccò una sorte simile, in quanto divenne il bottino di guerra di ''Grani'' (detto anche ''Hrosshárs-Grani''), che viveva nell'[[isola]] di ''Fenhring'', nella [[fattoria]] di ''[[Askøy]]''<ref>In [[lingua norrena|norreno]] ''Askr''</ref>: così Starkaðr, che fu catturato quando aveva solo tre anni, rimase fino a dodici anni a ''Fenhrig'' con ''Hrosshárs-Grani''.
facilmente librerie di funzioni per nuove applicazioni. Il punto debole è la velocità di esecuzione in calcoli numerici in grandi dimensioni, mentre sono ricchissime le capacità grafiche.
 
Benché così indirizzato verso la statistica, R non deve essere considerato un pacchetto di statistica. È un vero linguaggio di programmazione, anzi un linguaggio di programmazione molto avanzato, e ciò permette di adattarlo ad ogni compito informatico.
Poiché ''Herþjófr'' era molto bellicoso, anche il suo regno era spesso oggetto di scorrerie; così fece erigere delle cataste di [[legno]] sulla cima delle [[montagne]] da incendiare nel caso di un'invasione nemica e Víkarr aveva il compito di stare a guardia di ''Fenhring'' insieme a tre soldati. Così, dato che era vicino al luogo dove si trovava il fratellastro, un giorno Víkarr decise di andarlo a trovare e vide che Starkaðr era già un ragazzino piuttosto robusto per avere dodici anni: aveva la [[barba]] e si dimostrava piuttosto indolente, tanto che amava trastullarsi accanto al fuoco. Dopo aver visto che Starkaðr era così in forze, Víkarr decise di armarlo e partirono con una nave.
 
Nella stessa statistica questa flessibilità è molto importante proprio oggi, dove continuamente si scoprono nuovi bisogni applicativi, nuove necessità di tradurre metodi matematici, ad esempio nella statistica di complessi dati clinici o geografici, in strumenti informatici.
Dopo aver radunato dodici uomini, i due andarono in cerca del re ''Herþjófr'' per vendicarsi del torto subito nove anni prima e lo scontro fra di loro fu durissimo: il re aveva molti soldati ma le trippe di Víkarr erano meglio addestrate e più agguerrite. Alla fine della battaglia, il re morì con tutti i suoi seguaci mentre non vi fu nemmeno un caduto fra le schiere di Víkarr. Così il giovane si impadronì di tutte le navi del defunto re e si recò ad [[Agder]]<ref>In [[lingua norrena|norreno]] ''Agðir''</ref>, dove una volta vi era il regno di Araldo, insieme a tutti coloro che una volta erano stati amici del padre.
 
Dopo aver stabilito il proprio dominio, Víkarr fece tante imprese gloriose con Starkaðr sempre al suo fianco, e il giovane condottiero si distinse a tal punto che gli fu regalato un anello d'[[oro]] pesante 3 ''merkr''<ref>Poiché 1 ''mörk'' (al pl. ''merkr'') corrisponde a circa 204/215 [[grammo|grammi]], è più probabile che per anello si intendesse un bracciale o un collare</ref>. Starkaðr inoltre era così caro al re da essere ''öndvegismaðr'', ovvero colui che alla tavola siede di fronte al re, il suo consiglie e infine il suo ''landvarnamaðr'', e questo rapporto di amicizia era ricambiato dal condottiero, in quanto Víkarr ricevette da lui in dono l'isola di [[Tromøy]]<ref>In [[lingua norrena|norreno]] ''Þrumar'', antistante Agder</ref>, che molti anni prima Re Araldo aveva dato a Stórverkr.
 
 
Dopo quindici anni in cui la situazione era stata tranquillamente la medesima, Re Víkarr fece vela da Agder verso nord, diretto a [[Hordaland]]<ref>In norreno ''Hörðaland''</ref> insieme ad un grosso contingente di uomini. A causa del [[vento]] contrario, rimase per diverso tempo ancorato fra certe piccole isole e allora fecero un [[divinazione|rito divinatorio]] per il vento favorevole. Il responso della divinazione fu che il dio [[Odino]] voleva che un soldato di quella truppa, estratto a sorte, fosse [[impiccagione|impiccato]] in suo onore. Tirarono quindi a sorte e risulto che proprio Re Víkarr fosse colui che doveva essere sacrificato e, dato il grande scalpore che fece tra gli uomini questa notizia, fu deciso che il giorno dopo i consiglieri si riunissero e deliberassero in materia.
 
Durante quella notte, all'incirca verso la [[mezzanotte]], ''Hrosshárs-Grani'' svegliò Starkaðr e lo invitò ad andare con lui; presero un'imbarcazione e remarono fino ad un'isoletta internta. Poi salirono verso la foresta e, giunti nel bosco, trovarono una radura, dove si teneva un'assemblea. Sugli scranni sedevano undici uomini e il posto del dodicesimo era vuoto: ''Hrosshárs-Grani'' si sedette in quel posto vuoto e tutti gli altri diedero il benvenuto a [[Odino]]. Il dio disse che i giudici dovevano decidere il destino di Starkaðr.
 
{{quote|Allora Thor prese la parola e disse: «Álfhildr, nonna paterna di Starkaðr, scelse come padre per suo figlio un saggio gigante anziché Ásaþórr, e io decido per questo Starkaðr: che egli non abbia mai né figli né figlie e si estingua in tal modo la sua stirpe».
*Odino rispose: «Questo io decido per lui: che egli debba vivere tre vite umane».
*Thor disse: «Egli compirà un'azione infame in ciascuna vita<ref>Secondo il racconto della ''[[Saga di Gautrekr]]'', questa [[maledizione]] è attribuita a Thor; nel ''[[Gesta Danorum]]'', invece, viene indicata come volontà di Odino</ref>».
*Odino rispose: «Questo io decido per lui: che abbia le migliori armi e i migliori abiti».
*Thor disse: «Questo io decido per lui: che egli non possieda mai né terre né tenute».
*Odino disse: «Io gli do il possesso di molti beni mobili».
*Thor rispose: «Questo io gli impongo: che non gli sembri mai di possedere abbastanza».
*Odino disse: «Io gli do vittoria e abilità in ogni competizione».
*Thor rispose: «Questo io gli impongo: che in ogni battaglia abbia inferte gravi ferite».
*Odino disse: «Io gli do la poesia così che egli componga versi con la stessa velocità con cui parla».
*Thor rispose: «Egli non ricorderà ciò che ha composto».
*Odino disse: «Questo io decido per lui: che egli parrà eccelso agli uomini eccellenti e migliori».
*Thor rispose: «Odioso egli parrà a tutta l'altra gente»|Gianna Chiesa Isnardi, ''I miti nordici'', pagg 418-419}}
 
Dopo questo dialogo, i giudici decisero che si sarebbe applicato a Starkaðr tutto ciò che era stato pronunciato e in seguito l'assemblea si concluse. Il giovane e ''Hrosshárs-Grani'' tornarono all'imbarcazione. Il vecchio, sotto le cui spoglie si celava Odino, chiese a Starkaðr una ricompensa per tutte le concessioni che gli aveva fatto. Così facendo diede al giovane una [[lancia (arma)|lancia]] che aveva le sembianze di una [[Phragmites australis|canna]] e ritornarono insieme a tutti gli altri. Il mattino seguente il consiglio deliberò che il sacrificio del Re Víkarr dovesse essere solo simulato: poco distante infatti c'erano un abete e un tronco che sembravano adatti a questo scopo. Era ora di cena e quindi Starkaðr notò delle interiora di [[vitello]] che avrebbero formato un [[cappio]] poco insidioso per il re, e poi avrebbe dovuto trafiggerlo con la canna, in modo da simulare l'impiccagione di [[Odino]].
 
Re Víkarr affrontò il suo destino e, una legato il cappio al collo, Starkaðr sciolse il ramo e lo trafisse con la canna che nel frattempo era diventata una vera e propria [[lancia (arma)|lancia]], il tronco cadde dai piedi del Re levandogli ogni tipo di appoggio, e gli intestini del vitello si trasformarono in un robusto [[vimini]], mentre il ramò si innalzò sollevando fra le foglie dell'abete il re, che morì di lì a poco<ref>Questo resoconto della morte di Víkarr è riferito secondo la ''[[Saga di Gautrekr]]'', mentre appare leggermente diverso nel ''[[Gesta Danorum]]'': in questa versione il rito divinatorio fu fatto a causa di violente [[tempesta|tempeste]] che si erano scatenate sulla flotta; inoltre, non si accenna agli intestini di vitello. [[Saxo Grammaticus]] fornisce due versioni (una condivisa, mentre l'altra scartata): secondo la prima Starkaðr aveva avvolto attorno al collo di Víkarr (che qui ha il nome di ''Wicarus'') un laccio di vimini per simulare il sacrificio, ma il nodo fu così stretto da strangolare il re. Secondo l'altra versione il cappio di vimini si indurì enormemente diventando come il ferro. Inoltre viene riferito come il Re sia stato trafitto da una [[spada (arma)|spada]] e non da una lancia</ref>. A causa di questa morte, quel luogo si chiama ''Víkarshólmar'' ("Isolotti di Vikarr").
 
Per aver quindi ucciso il Re, Starkaðr fu disprezzato da tutti gli astanti e dovette fuggire da ''Hordaland''<ref>Nel ''Gesta Danorum'' si narra che Starkaðr, presa la nave di Víkarr, si unì ad un [[pirata]] [[vichingo]] con il quale visse una vita austera ma ricca di conquiste. Si dice che invasero anche i [[Russia|territori russi]], nonostante gli abitanti, nel tentativo di arrestare la loro avanzata, avessero disseminato il loro cammino di [[chiodo|chiodi]]</ref>. Così andò via dalla [[Norvegia]] e pare che non vi tornò mai più, ma si recò in [[Svezia]], rimanendo a lungo<ref>Saxo Grammaticus precisa in merito che Stakaðr si fermò sette anni in Svezia</ref> a [[Uppsala]] con i sovrani ''Alrekr'' ("totalmente potente") e ''Erik'' (in norreno ''Eiríkr'', "potente da solo") e partecipò alle loro scorribande.
 
Starkaðr, tuttavia, non era molto amato fra quella gente: infatti era accusato essere un infame e un gigante reincarnato, dato che sul corpo del giovane stesso erano ancora visibili i segni lasciati dalle ferite che gli aveva provocato [[Thor]] quando, per ridurlo all'aspetto umano, gli aveva strappato le braccia in più con le quali era nato, e il cui numero<ref>Nella ''Saga di Gautrekr'' le braccia sono otto, mentre nel ''Gesta Danorum'' sono sei</ref> era un segno della parentela con i giganti. Una volta ''Alrekr'' ed ''Erik'' rimasero in patria mentre Starkaðr partì con una nave che Re Erik gli aveva dato e il cui equipaggio era composto da [[Danimarca|danesi]] e [[Norvegia|norvegesi]]. Con quella nave egli girò per il mondo e ingaggiò battaglie e duelli, sempre vincendo.
 
In seguito Starkaðr combatté al fianco del re [[vichinghi|vichingo]] ''Haki'' ("uncino" ?), che aveva attaccato il re svedese ''Hugleikr'' ("coraggioso nell'animo"), nipote di ''Alrekr'', che non era un guerriero ma preferiva rimanere a casa<ref>Sulla descrizione di ''Hugleikr'' le fonti non concordano: la [[Saga degli Ynglingar]] infatti afferma che ''Hugleikr'' era un re svedese amante delle comodità e del divertimento. Ciò sembrerebbe confermato pure nel ''Gesta Danorum'', infatti Saxo nota come Starkaðr fosse partito disgustato dai riti lascivi, tuttavia sostiene anche che ''Hugleikr'' era sovrano d'[[Irlanda]]</ref>: nella sua corte infatti aveva ogni genere di [[buffone|buffoni]], [[arpa|arpisti]], [[violino|violinisti]] e suonatori in generale, insieme a [[magia|maghi]] ed esperti in quest'arte.
 
Per ''Hugleikr'' si batterono ''Svipdagr'' (un omonimo al [[Svipdagr|protagonista]] del [[Svipdagsmál]]) e ''Geigaðr''<ref>''Svipdagr'' e ''Geigaðr'' vengono menzionati dalla [[Saga degli Ynglingar]], mentre nel ''Gesta Danorum'' si parla di ''Svibdavus'' e ''Gegathus'', nella [[Saga di Hrólfr Kraki]] di ''Svipdagr'', monocolo, e ''Beigaðr'' (forse correlati a ''Svipdagr'' e ''Beiguðr'' nello [[Skáldskaparmál]] 55, e forse anche a ''Beigaðr'' nel ''[[Sögubrot af nokkrum fornkonungum í Dana ok Svía veldi]]''). [[Odino]] presenta un appellativo legato a ''Geigaðr'': ''Fjall-geiguðr'' ("che oscilla sulle montagne").</ref>, due valorosissimi guerrieri che furono sopraffatti dagli uomini di Haki. In quella battaglia ''Geigaðr'' inferse a Starkaðr una ferita al capo dalla quale non guarì mai. Così Re Haki sottomise i territori di ''Hugleikr'' e si proclamò sovrano degli Svedesi e rimase con quella carica per tre anni, mentre i suoi guerrieri ne approfittarono per arricchirsi con le scorrerie.
 
 
==Note==
{{references|2}}
 
{{Mitologia norrena}}
 
Categoria:Mitologia norrena
 
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