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{{Benvenuto|nome=Rossino|firma=--[[Utente:Archenzo|[[Utente:Archenzo|Enzo]] [[discussioni utente:Archenzo| >(messaggi)]]]] 10:01, Ott 8, 2004 (UTC)}}
{{Letteratura}}
'''Andrea Zanzotto''' ([[Pieve di Soligo]], [[Provincia di Treviso|Treviso]], [[10 ottobre]] [[1921]]) è un noto [[scrittori e poeti italiani|poeta e scrittore]] [[italia|italiano]].
[[Immagine:Andrea Zanzotto.jpg|left|thumb|180px|Andrea Zanzotto]]
 
Ciao Rossino, ben arrivato su [[Wikipedia]]!<br>
==Bibliografia==
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Nasce a [[Pieve di Soligno]] in provincia di [[Treviso]] nel[[ 1921]], ed a Pieve di Solingo resterà sempre legato.
Se hai bisogno di una mano, chiedi pure!
Ciao,
:[[Utente:Frieda|[[Utente:Frieda|Frieda]] ([[discussioni utente:Frieda|dillo a Ubi]])]] 12:19, Ott 8, 2004 (UTC)
 
::Un saluto di benvenuto anche da parte nostra !! [[Utente:Rinina25|Rinina25]] e [[Utente:Twice25|{{Utente:Twice25/Draft1}}]]
Inizia ad insegnare giovanissimo (a soli 16 anni) prima della [[Laurea in Lettere]] che consegue presso la [[Università di Padova|Facoltà di Padova]] nel [[1942]].
 
Dopo la guerra visse per lunghi periodi in [[Francia]] e in [[Svizzera]] per poi rientrare in [[Italia]] nel suo paese natio (dove tuttora vive) e continuare l'insegnamento nella scuola media.
 
Nel periodo immediatamente seguente la laurea partecipa alla [[Resistenza]] occupandosi della stampa e della propaganda del movimento.
 
Nel [[1950]] partecipa al [[premio "San Babila"]] per la sezione inediti: la giuria è composta da [[Ungaretti]], [[Montale]], [[Quasimodo]], [[Sinisgalli]], [[Sereni]] che gli attribuiscono il primo premio per un gruppo di poesie, composte tra il [[1940]] e il [[1948]], che uscirà l'anno seguente col titolo ''Dietro il paesaggio''.
 
Con un intervallo di soli tre anni escono: nel [[1954]] ''Elegia e altri versi'' e nel [[1957]] ''Vocativo''.
 
Nel frattempo affianca all'attività di insegnante e poeta, quella di [[critico letterario]], collaborando dal [[1953]] al [[1957]] a ''"La Fiera letteraria",'' e dal [[1958]] al [[1965]] a "''Comunità".''
 
Partecipa attivamente alla vita politica fatta al modo di un intellettuale impegnato ma alieno dei meccanismi di potere, seguendo con coerenza l'ideologia che era stata di ''Giustizia e libertà''.
 
Dal [[1963]] la sua presenza di critico su riviste e quotidiani si intensifica: scrive per "Questo e altro", "L'Approdo letterario", "Paragone", "Nuovi Argomenti", "Il Giorno", l'"Avanti", il " Corriere della Sera", quotidiano del quale fino a pochi anni orsono era collaboratore esterno.
 
Scrive anche numerosi saggi critici, soprattutto su autori contemporanei come ([[Giuseppe Ungaretti]], [[Eugenio Montale]], [[Vittorio Sereni]]).
 
Nel [[1964]] pubblica il suo primo libro di prose, ''Sull'altopiano'', le [[IX Egloghe]] e nel [[1968]] il poemetto ''La beltà''.
 
Nel [[1969]] pubblica ''Gli sguardi, i fatti e senhal'', scritto subito dopo lo sbarco dei primi uomini sulla luna, dimostrando ancora una volta quanto egli fosse attento al pulsargli della vita intorno e agli eventi e al loro concatenarsi.
 
Nel [[1973]] escono ''Pasque'' e, ancora a distanza di tre anni, nel [[1976]], la prima raccolta in [[dialetto]] ''Filò''.
 
Nel dicembre [[1978]], nella [[collana "Lo Specchio",]] nella quale è uscita quasi tutta la sua opera fino a quel momento, viene pubblicato ''Il Galateo in Bosco,'' primo volume di una trilogia che riceverà il [[Premio Viareggio]] nel [[1979]].
 
Nel [[1983]] pubblica ''Fosfeni'' e nel [[1986]] ''Idioma''.
 
Ha scritto anche alcune storie per bambini in dialetto, come ''La storia dello Zio Tonto, libera elaborazione dal folclore trevigiano'' e ''La storia del Barba Zhucon'' con immagini di [[Marco Nereo Rotelli]] che ha avuto la seconda ristampa nel gennaio del [[2004]], segno che Andrea Zanzotto, malgrado i suoi 83 anni, è ancora felicemente attivo.
 
==Poetica==
L'apparecchiatura poetica di Zanzotto è basata sulle scelte lessicali, sull'innovazione e deformazione ma soprattutto sulla costruzione del discorso.
La sua poesia è prevalentemente [[autobiografia|autobiografica]] e cosparsa di profonde riflessioni filosofiche-esistenziali.
 
Il [[lessico]] utilizza sia la lingua infantile, sia gli inserti poliglotti creando in molti casi difficoltà di lettura e di decifrazione che creano spesso vera e propria incomunibilità.
La [[lingua]], secondo Zanzotto, è incapace di render conto dei gradi del vissuto, pertanto il poeta deve trovare una linea che divida la coscienza dall'incoscienza.
Da qui nasce il tentativo di trovare un'autentica ed originaria dimensione, sia del dire che dell'essere, partendo da un "massiccio patrimonio linguistico" in uno stato di "[[regressione]] afasica".
Così, spesso avviene che l'opposizione tra [[afasia]] e verbalizzazione venga rappresentata o dal vociferare [[Babele|babelico]] o, ad un altro estremo, dal silenzio.
 
Zanzotto non usa strutture metriche codificate, se non quando vuole esibirsi stilisticamente. Più che altro le sue sono ''pastiche'' di carattere formale dove prevale il gusto dell'esercizio tecnico.
 
== Opere ==
''(questa sezione è da sviluppare)''
 
 
[[categoria:biografie|Zanzotto, Andrea]]
[[categoria:poeti italiani|Zanzotto, Andrea]]
[[categoria:scrittori italiani|Zanzotto, Andrea]]