Liber fondachi e Wikipedia:Pagine da cancellare/Saul Santarelli: differenze tra le pagine

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{{A|Decisamente troppo poco per rimanere su Wikipedia|Toscana|luglio 2008|firma=[[Utente:Luckyz|<span style="color:#3060D0;font-size:90%">'''Luckyz'''</span>]]<sup><small>[[Discussioni utente:Luckyz|<span style="color:#3060D0">dimmi</span>]]</small></sup> 14:48, 10 lug 2008 (CEST)}}
[[Categoria:Cancellazioni del 16 giugno 2010]]</noinclude>
Il '''''Liber fondachi''''' (''libro''<ref>Nel senso di [[libro mastro]]</ref> ''del [[fondaco]]'') è un registro [[fisco|fiscale]] [[pisa]]no risalente al [[XIII secolo]] che riportava le entrate fiscali dei possedimenti pisani in [[Sardegna]]. La [[repubblica marinara]] di Pisa infatti ebbe una forte espansione al principio dell'[[XI secolo]] e, dopo aver sconfitto insieme a [[Genova]] il condottiero arabo [[Mujāhid al-Āmirī]], si radicò in [[Corsica]] e nell'isola sarda, in particolare nel territorio del [[Giudicato di Gallura]]. Ultimo giudice di [[Gallura]] fu anzi [[Nino Visconti]]<ref>Il [[Dante]]sco "Conte Ugolino"</ref>, dei [[guelfi]] [[Obertenghi]] pisani, a riprova dello spessore della dominazione toscana, che governava direttamente il giudicato con suoi rappresentanti e perciò ne raccoglieva i tributi.
Calciatore con 42 presenze in [[Serie B]] e l'ultima stagione trascorsa in quarta serie, non enciclopedico. --[[Utente:Exorcist Z|L'Esorcista]] '''<small>([[Discussioni Utente:Exorcist Z|How?]])</small>''' 14:34, 16 giu 2010 (CEST)
 
:dimentichi che ha militato per una stagione in massima serie. --[[Utente:Salvo da Palermo|Salvo da Palermo]] [[Discussioni utente:Salvo da Palermo|<small>waka waka</small>]] 20:31, 16 giu 2010 (CEST)
Il ''Liber'' contiene informazioni di natura censuaria ed una sorta di bilanci di previsione relativi a futuri ricavi tributari principalmente riferiti ai territori della [[curatoria di Galtellì]]<ref>Giuseppe Meloni, ''Il Medioevo'', in ''Siniscola, dalle origini ai nostri giorni'', Il Torchietto (Rotary), 1994</ref><ref>La [[curatoria]] era un distretto amministrativo d'ordine sub-[[provincia]]le; quella di [[Galtellì]], capoluogo della [[Baronia di Orosei]] (o appunto [[Baronia di Galtellì]]), nella Sardegna centro-orientale, era una delle più importanti.</ref>.
 
<noinclude>[[Categoria:Cancellazioni ordinarie del 17 giugno 2010]]</noinclude>
Il documento è conservato a [[Barcellona]], nell'Archivio della Corona d'[[Aragonesi|Aragona]], regno che a partire dal [[XIV secolo]] dominò l'isola, e le prime notizie sulla sua esistenza<ref>Specificamente si tratta di quello relativo alla curatoria di Galtellì, poiché altri documenti vi sono e sono stati proposti come da accorparsi organicamente nella considerazione sul Liber.</ref> furono diffuse da V. Salavert y Roca, che nel [[1955]] ne parlò in un congresso a [[Cagliari]]<ref>Si veda V. Salavert y Roca, ''Datos sobre la población y rentas de Gallura en los ultimos años de la dominación pisana en Cerdeña'', in ''Atti del VI Congresso Internazionale di Studi Sardi'', Cagliari, 1955.</ref>. Successivamente il documento fu oggetto di studio da parte di diversi [[storico|storici]], fra i quali [[Francesco Artizzu]], che ne è lo scrittore più prolifico. Artizzu ha confermato che il Comune di Pisa periodicamente faceva compiere delle rilevazioni fiscali ''con relative previsioni di entrata [...] nei territori dell'isola ad esso soggetti''<ref>F. Artizzu, ''Ricerche sulla storia e le istituzioni della Sardegna medievale'', Il Centro di Ricerca, Roma, 1983</ref>, rilevazioni che appunto costituiscono il contenuto del ''Liber''.
==== Votazione iniziata il [[Wikipedia:Pagine da cancellare/Log/2010 giugno 17#Saul Santarelli_.5Bmodifica.5D|17 giugno 2010]] ====
 
{{Cancellazione/vota|24 giugno 2010|giovedì|Saul Santarelli}}
Circa la conservazione del ''Liber'' a Barcellona, ci si chiede come possa esserci giunto. Secondo alcuni studiosi in un primo momento si ipotizzò che fosse stato acquisito dai [[Catalani]], che si apprestavano alla spedizione del [[1323]]<ref>[[Battaglia di Porto Conte]] ([[Alghero]])</ref> per mezzo di spie<ref>Fra i sostenitori di questa teoria ci fu il Salavert y Roca (op.cit.)</ref>. In seguito si considerò che in fondo la resa pisana del [[1326]]<ref>Dopo l'[[assedio di Cagliari]], la repubblica marinara si arrese all'[[infante]] [[Alfonso d'Aragona]]</ref> era così temporalmente prossima, e tanto foriera di effetti (con essa infatti Pisa rinunciava all'isola), che ben poteva trattarsi di un semplice passaggio di consegne fra amministrazioni fiscali, così che le sopravvenute potessero costituirsi con qualche base di dati a disposizione<ref>Fra i sostenitori di questa seconda ipotesi l'Artizzu, ma assai prima - indica il Meloni (op.cit.) - poteva trovarsene suggerimento anche in [[Prospero de Bofarull y Mascaro]], ''Repartimientos de los reinos de Mallorca, Valencia y Cerdeña'', Barcellona, 1856</ref>. Del resto, pare certo<ref>Meloni (op.cit.)</ref> che il testo sia giunto a Barcellona dopo la conquista aragonese, e tale certezza si avrebbe da un inserto di stile iberico indicante una prima assegnazione [[feudalesimo|feudale]] di territori; inserto peraltro in [[lingua catalana]]. Da questo inserto si ricava l'informazione dell'infeudazione di un certo numero di villaggi galluresi<ref>In realtà i rilevamenti oltrepassano il confine meridionale tradizionale della gallura, fra l'attuale [[Budoni]] e [[Posada]], per comprendere dati appunto delle due baronie di [[Baronia di Posada|Posada]] e Orosei, già in [[Logudoro]].</ref>, fra i quali Orfili<ref>Scomparso, era nell'attuale territorio di [[Posada]]</ref>, [[Balariana]]<ref>Territorio di [[Luogosanto]]; fu sede di curatoria (comprendeva i villaggi di Nuraghes, Telargiu, Uranno, Santo Stefano, Bacor, Surake e Vigna Maggiore).</ref> e Galtellì, a un tal Miquel Martinez de Pueyo.
*-1 42 presenze in B non sono pochissime, inoltre nella stagione a Vicenza ha militato per tutto l'anno in prima squadra come secondo portiere ed è andato in panchina per quasi tutte le 34 partite di campionato, il che testimonia che nelle gerarchie della squadra aveva un ruolo sicuramente più elevato di alcune riserve scese in campo solo 5 partite e convocate per la panchina altrettante. A mio parere sono ambedue motivi sufficienti di enciclopedicità, la loro contemporanea presenza potrebbe portare la comunità a conclusioni diverse da quelle delle ultime procedure di calciatori terminate con la cancellazione.--[[Utente:Der Schalk|Der Schalk]] ([[Discussioni utente:Der Schalk|msg]]) 00:12, 17 giu 2010 (CEST)
 
*{{-1}} Ha già detto tutto Der Schalk, comunque riguardo all'ultima parte ricordo che di recente c'è stato anche [[Wikipedia:Pagine da cancellare/Raffaele Gragnaniello/3|questo mantenimento]] di un altro portiere che aveva 48 presenze in B e senza militanza in A. --[[Utente:Sanremofilo|Sanremofilo]] ([[Discussioni utente:Sanremofilo|msg]]) 00:26, 17 giu 2010 (CEST)
Il documento è quindi di rilevante valore come fonte storica per il periodo, sia poiché cita una discreta quantità di insediamenti oggi scomparsi (da valersi anche come spunti di ricerca per l'[[archeologia]]), sia perché di ciascuno dei villaggi indica dati dai quali è possibile ricostruire - con ragionevole approssimazione - il numero dei "fuochi" (nuclei familiari) e, nel succedersi delle annualità, l'andamento demografico.
*{{-1}} se ci dobbiamo tenere i giocatori di serie B, allora lui va tenuto senz'altro visto che almeno ha militato in serie A. [[Utente:Salvo da Palermo|Salvo da Palermo]] [[Discussioni utente:Salvo da Palermo|<small>waka waka</small>]] 00:34, 17 giu 2010 (CEST)
 
Circa la lettura e l'interpretazione del Liber, infatti, dal momento che il riferimento censuario è per ''fuoco'', cioè per nucleo familiare, si è posto il problema di far corrispondere al numero di fuochi un attendibile numero di abitanti. A questo computo sono di ostacolo diversi fattori: in primo luogo, molti abitanti non erano registrati, non solo perché il ''Liber'' stesso costituisce localmente una sorta di primo [[censimento]] (in mancanza di intenti di [[anagrafe]]), ma anche perché per le più varie ragioni molti abitanti, specialmente i bambini, venivano sottratti alla formalizzazione della condizione servile<ref>In Sardegna le classi sociali popolari del periodo comprendevano uomini liberi e servi.</ref>, in fondo utile solo a pagar tasse e rispondere frequentemente alla [[coscrizione]]. Su questo aspetto potevano giocare un ruolo l'isolamento geografico dei villaggi e la dispersione insediativa, così come la conseguente possibilità pratica di vivere non troppo nascostamente senza controlli amministrativi e senza quindi pagare gabelle. Inoltre, il Liber enumera, oltre ai fuochi (690 in totale per tutta l'area osservata dal registro<ref>Di cui 183 solo a Urize (Orosei).</ref>), anche i contribuenti, ma il rapporto fra fuochi e contribuenti, in genere espresso da numeri abbastanza vicini, non è mai stato soddisfacentemente spiegato. Il Meloni<ref>Op.cit.</ref> suggerisce che possa doversi sottrarre la quota degli abitanti esenti da tassazione, sebbene i contribuenti siano in genere più dei fuochi. Ma anche l'Artizzu<ref>F. Artizzu (a cura di), ''Liber fondachi'', in ''Annali delle Facoltà di Lettere, Filosofia e Magistero dell'Università di Cagliari'', XXIX (1961-1965), Cagliari, 1966</ref>, nel provare a calcolare gli abitanti indicando un numero medio di 5 abitanti per fuoco (che darebbe un totale di 3450 abitanti nell'area censita), non omette di chiarire la limitata attendibilità del dato.
 
Più utilmente, il Liber fornisce informazioni su proporzioni, qualità e produttività delle [[agricoltura|colture]], nonché sui [[confine|confini]] dei territori. Si apprende ad esempio della grande produzione di [[cereali]], che per esempio nella piana di Posada era la coltura prevalente ed impiegava ogni anno 754 [[quarra|quarre]], pari a circa 19 metri cubi<ref>Ponendo 1 quarra pari a 25,2 litri, sarebbero 19.000,8 litri.</ref>, di [[grano]] per la [[semina]]. I dati cerealicoli possono poi essere ulterioremente elaborati per estrarne, villaggio per villaggio, un indice di resa che Artizzu ha rilevato come mediamente non superiore ad un quinto, supponendo una produzione complessiva per l'area censita di 1996 quintali l'anno<ref>Supponendo un peso medio del cereale di 80kg/hl e decurtando il risultato sia di quanto oggetto di tributi in natura, sia di quanto accantonato per la semina dell'anno successivo.</ref>. Fra le altre coltivazioni, rilevavano quella della [[vite]] e quella arboricola. Gli [[albero|alberi]] da [[frutto]] erano principalmente piante come, in ordine descrescente, [[fico]], [[mandorlo]], [[cotogno]], [[melo]], [[noce]] e [[pero]]. Data la menzione, si presume che anche il [[rovo]] di [[mora]] fosse, se non coltivato, almeno oggetto di raccolto.
 
Del [[bosco]] il ''Liber'' insegna che veniva in genere ritenuto di gran valore come [[riserva di caccia]], mentre il bosco [[ghianda|ghiandifero]] valeva per il [[pascolo]] dei [[suini]]. Oltre alla tradizionale [[pastorizia]] di [[ovini]], vi era allevamento di [[equini]] e [[bovini]]. In una misura non irrilevante, vi era anche diffusa coltura ad [[orto]]. Nelle numerose zone [[palude|palustri]] si praticava la [[pesca]] in [[acqua dolce]], mentre in vicinanza della [[costa]] diverse [[salina|saline]] provvedevano il territorio di sufficiente [[sale]], altrimenti di assai costosa importazione.
 
Da ultimo, il ''Liber'' fornisce anche interessanti apporti sui [[toponimo|toponimi]], registrando per il periodo di interesse le dizioni in uso (certamente dovendone detrarre le imprecisioni di trascrizione, essendo la maggior parte di essi di [[lingua sarda]]).
 
Nel passaggio dall'amministrazione pisana a quella aragonese, i dati del ''Liber'' erano passati tal quali, ma già nel [[1355]] una deputazione di sardi depositò una [[petizione]] al re [[Pietro IV]] per ottenere ciò che oggi si chiamerebbe "revisione degli [[estimo|estimi]]", fondando l'istanza sulla considerazione che dal tempo dei rilevamenti pisani si erano nel frattempo verificati drastici cali demografici (per guerre<ref>Includendo nell'argomento la resistenza alle scorrerie [[pirateria|piratesche]] che si perpetravano dal mare</ref> ed epidemie), [[carestia|carestie]] ed altri problemi ostacolanti la produzione. I dati del ''Liber fondachi'' furono revisionati nel [[1358]].
 
== Note ==
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==Bibliografia==
* F. Artizzu (a cura di), ''Liber fondachi'', in ''Annali delle Facoltà di Lettere, Filosofia e Magistero dell'Università di Cagliari'', XXIX (1961-1965), Cagliari, 1966
* F. Artizzu, ''Documenti inediti relativi ai rapporti economici tra la Sardegna e Pisa nel medioevo'', Cedam, 1961 - ISBN 9788813212483
* F. Artizzu, ''Pisani in Logudoro nel secolo XII (Spigolature dal Condaghe di San Pietro di Silchi)'', in ''[http://www.isem.cnr.it/medioevo.php Medioevo: saggi e rassegne]'', Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea ([[CNR]]), 1977 - ISSN 1127-2279
* F. Artizzu, ''Rendite pisane nel Giudicato di Cagliari nella secdonda metà del secolo XIII'', in ''Archivio Storico Sardo'', vol. XXV, 1957
[[Categoria:storia di Pisa]]
[[Categoria:storia della Sardegna]]