Storia dell'universo di Warcraft e Certosa di San Martino: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
 
Riga 1:
{{coord|40.843333|14.241240|display=title}}
{{voce principale|Universo di Warcraft}}
{{Infobox edifici religiosi
In questa voce si vogliono dare delle informazioni in ordine temporale sugli eventi immaginari più importanti concepiti dalla [[Blizzard Entertainment]] per l'[[ambientazione]] [[fantasy]] della saga di [[videogioco|videogiochi]] ''[[Warcraft]]'', l'[[universo di Warcraft]]. Poiché la Blizzard non ha però definito un "[[Canone (fiction)|canone]]" preciso per la storia dell'Universo di Warcraft, occorre sottolineare il fatto che esistono diverse versioni per alcuni eventi; i tanti scrittori che hanno contribuito a creare il mondo di Warcraft (per un elenco delle loro opere in merito si veda [[Universo di Warcraft#Opere sulla storia del mondo di Warcraft]]), infatti, per necessità narrative hanno sovente dovuto dare versioni differenti e per certi versi più complete dell'originaria storia pubblicata dalla Blizzard, leggibile in italiano nel link della sezione "[[#Collegamenti esterni|collegamenti esterni]]" di questa voce. Laddove le differenze saranno rilevanti, le versioni alternative a quella del link citato saranno descritte in apposite sottosezioni. Altrettanto importante è però il fatto che non tutti gli eventi che saranno descritti sono presenti sempre nel link citato; si tratta infatti di aggiunte successive effettuate da scrittori e dai videogiochi della stessa Blizzard. Per questi ultimi eventi "di completamento" omettiamo la relativa specificazione; per le loro fonti si veda la sezione "[[#Note|Note]]" in fondo alla voce.
|NomeEdificio = Certosa di San Martino
|Immagine = Sanmartino.jpg
|Didascalia = La Certosa di San Martino
|Larghezza = 250px
|Città = [[Napoli]]
|Città = [[File:CoA Città di Napoli.svg|22 px]] [[Napoli]]
|Regione = [[File:Regione-Campania-Stemma.svg|18 px]] [[Campania]]
|Stato = [[File:Flag of Italy.svg|22 px]] [[Italia]]
|Diocesi = [[arcidiocesi di Napoli|Napoli]]
|AnnoConsacr = [[1368]]
|Architetto =
|StileArchitett = [[architettura barocca]]
|InizioCostr =
|FineCostr =
|Website =
|Note = <!-- Note -->
}}
 
[[File:Certosa di San Martino.jpg|240px|thumb|right|Colonnato del chiostro principale]]
==Prima parte: dalla nascita dei Titani alla Guerra degli Antichi e all'esilio dei Quel'dorei==
[[File:Maschio Angioino e San Martino visti dal traghetto.JPG|240px|thumb|La certosa e Castel Sant'Elmo con due torri di Castel Nuovo visti dal molo Beverello]]
===I Titani e la Legione Infuocata===
La storia del mondo immaginario di Warcraft comincia con la nascita dei cosiddetti [[Titani (Warcraft)|Titani]], una [[Glossario dei giochi di ruolo#Razza|razza]] immortale e dagli immensi poteri che dopo millenni<ref>La scala dei tempi è nell'Universo di Warcraft quella reale. Per "anno", ad esempio, si intende quindi l'[[anno]] [[Terra|terrestre]].</ref> di storia decidono di abbandonare il proprio pianeta allo scopo di porre ordine ed armonia nell'[[Universo di Warcraft#Introduzione|universo "materiale"]] con l'intento finale di agevolare la nascita, la sopravvivenza e l'eventuale evoluzione di sempre nuove forme di vita.
 
La '''Certosa di San Martino''' è tra i maggiori complessi monumentali di [[Napoli]]; costituisce, in assoluto, uno dei più riusciti esempi di architettura e [[arte barocca]] insieme alla [[Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro]]. Essa è situata sulla collina del [[Vomero]], accanto a [[Castel Sant'Elmo]]. Nel dicembre [[2010]] il decreto n. 851 del Ministero per i Beni Culturali emesso su proposta della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici di Napoli e provincia, ha dichiarato la collina su cui sorge la certosa “monumento nazionale”, entrando a far parte del patrimonio culturale italiano come una statua, un castello, una reggia. <ref> [http://www.lapilli.eu/cultura/itinerari/1975-la-vigna-di-san-martino-diventa-monumento.html www.lapilli.ue] </ref>
Facendo un salto narrativo di milioni di anni, la storia prosegue con l'azione di disturbo dell'opera cosmica dei Titani effettuata da delle creature provenienti da una stranissima [[dimensione parallela]], il [[Limbo Infernale]], chiamate [[Demoni (Warcraft)|demoni]]. Questi "demoni" si presentano come soggetti totalmente malvagi, agenti privi di altro scopo che di quello distruttivo e dannoso.
 
Dal [[1866]] la certosa ospita il [[Museo di San Martino]].
Per reazione i Titani convocano un essere del [[Pantheon (Warcraft)|Pantheon]], un loro capo di nome [[Sargeras]], dotato di ingenti poteri, il quale avrà come compito l'eliminazione dei Demoni.
 
== Storia ==
Sargeras si dimostra del tutto adatto al compito. Tuttavia, dopo altri milioni di anni il suo continuo contatto con le creature nemiche intacca la sua mente, portandolo a stravolgere il suo codice morale e di attribuzione di senso al mondo.
Nel [[1325]], sulla sommità del colle, Carlo duca di Calabria, primogenito di [[Roberto d'Angiò]], fece erigere il monastero. I certosini entrarono nel monastero nel [[1337]], e la chiesa nel [[1368]] fu consacrata sotto il regno di [[Giovanna d'Angiò]]. Alla fine del [[XVI secolo]] la Certosa subì rimaneggiamenti e ampliamenti in stile [[Manierismo|tardomanierista]] e [[barocco]]. I lavori vennero affidati dal [[1589]] al [[1609]] al [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]]; Dal [[1618]] al [[1625]] la direzione del cantiere passò a [[Giovan Giacomo di Conforto]]; [[1623]] al [[1656]] passò a [[Cosimo Fanzago]] che lasciò la sua impronta artistica. Nella prima metà del [[XVIII secolo]] i lavori passarono al [[Nicola Tagliacozzi Canale|Tagliacozzi Canale]] e al [[Domenico Antonio Vaccaro|Vaccaro]]. Nel [[1799]] i certosini vennero cacciati per giacobinismo, ritornarono nel [[1804]] e dopo un po' vennero di nuovo espulsi; nel [[1836]] vennero di nuovo riammessi e infine espulsi definitivamente nel [[1866]].
 
== La piazza, il cortile d'onore e la chiesa ==
Ormai del tutto folle, Sargeras si allontana dagli altri membri della sua razza e si presenta ai Demoni autoproclamandosi loro signore e dio. Fonda con essi la [[Legione Infuocata]], un esercito avente come scopo la distruzione o l'alterazione di tutto ciò che di costruttivo è stato fatto dagli altri Titani, oltre che la morte di tutti gli esseri viventi non-intaccati dalla follia demoniaca.
Sul piazzale c'è la ''chiesa delle donne'' opera del [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]], e ornata da stucchi nel [[XVII secolo]]. A destra è l'ingesso, nell'androne è situato uno stemma angioino. Dall'ingresso si accede al cortile d'onore realizzato sempre dal [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]].
Sulla sinistra prospetta la chiesa trecentesca rimaneggiata dal [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]] (che riadattò il [[pronao]] da cinque arcate a tre arcate ricavandone due cappelle) e da [[Cosimo Fanzago]] (che costrui una [[serliana]] per mascherare la [[facciata]] precedente); la parte superiore e le pareti sono del [[Nicola Tagliacozzi Canale|Tagliacozzi Canale]].
Nello spazio tra la serliana e la facciata ci sono gli affreschi di [[Micco Spadaro]], [[Giovanni Baglione]] e [[Belisario Corenzio]].
 
=== L'interno della chiesa ===
{{cn|All'incirca 25 000 anni prima degli eventi narrati in [[Warcraft I]] (vedi la sezione [[#La Prima Guerra|La Prima Guerra]]) l'esercito di Sargeras giungerà su un mondo pieno di vita, "[[Argus (Warcraft)|Argus]]", dove dimora la razza degli "[[Eredar]]". Questa razza è dotata di elevatissime capacità magiche, seconde solo a quelle dei Titani. Sargeras decide di assumerla tra i suoi ranghi, piuttosto che distruggerla, e si presenta quindi ai suoi tre principali capi, di nome [[Velen]], [[Kil'jaeden]] e [[Archimonde]] promettendo loro in cambio della loro fedeltà immensi poteri e l'immortalità, e promettendo al loro popolo un benessere quale non l'avevano mai visto. Nel tentativo di salvaguardare gli eredar la benevole razza dei "[[Naaru]]" contatta anch'essa i tre capi avvertendoli dell'infausto destino che gli si prospettava se si fossero alleati con Sargeras. Kil'jaeden e Archimonde non ascoltano gli avvertimenti dei Naaru e cedono invece alle lusinghe di Sargeras portando con loro gran parte della popolazione Eredar. Velen invece presta ascolto ai Naaru e riesce a convincere circa un terzo di tutti gli eredar del fatto che Sargeras stava mentendo e che invece del previsto benessere avrebbe portato a tutti loro la pazzia e la schiavitù perenne. Con l'aiuto dei Naaru Velen e i suoi seguaci fuggono quindi da Argus prima che Sargeras e gli altri eredar si accorgessero del loro tradimento. Gli eredar di Velen si danno il nome di [[Draenei]], "Gli Esiliati" nella loro lingua, e si alleano con i Naaru, che forniscono loro nuovi poteri e l'immortalità e che trovano per loro un nuovo mondo, [[Draenor]]. Nel frattempo la Legione Infuocata ora rinforzata dalle file degli ormai convertiti eredar devasta il mondo di Argus uccidendone ogni singola forma di vita.
La chiesa, a [[navata]] unica con quattro cappelle (due di esse sono comunicanti con le prime di destra e di sinistra), presenta un alto livello di decorazione a cavallo tra il [[XVI secolo]] e il [[XVIII secolo]].
[[Cosimo Fanzago]] è l'autore delle transenne delle cappelle e della decorazione delle cappelle di [[Bruno di Colonia|San Bruno]] e del [[San Giovanni Battista|Battista]]; sempre del Fanzago sono i festoni di frutta sui pilastri e quattro putti marmorei sulle arcate delle cappelle.
 
[[File:Napoli s Martino chiesa 1040974.JPG|thumb|220px|right|Interno della chiesa delle Donne (Cosimo Fanzago)]]
Nell'epoca storica contemplata in [[World of Warcraft]] e nelle successive [[espansione (videogiochi)|espansioni]], la Legione Infuocata quale organismo ordinato e dotato di scopo comune è stata distrutta,}} ma ha comunque causato sia prima che dopo gli eventi di Argus sofferenze incalcolabili e cancellato o assunto tra le sue file quasi tutti gli individui di miliardi di forme di vita, comprendenti migliaia di [[Glossario dei giochi di ruolo#Razza|razze]] senzienti.
[[File:Guido Reni 001.jpg|thumb|right|220px|''Adorazione dei pastori'' (1635 circa)]]
[[File:Sammartino.jpg|right|thumb|220px|La balaustrata dell'altare maggiore (G. Sanmartino su disegno di Tagliacozzi Canale)]]
 
Il pavimento marmoreo della navata è di frà [[Bonaventura Presti]] che riutilizzò alcuni marmi intarsiati dal Fanzago.
===Il mondo di Azeroth===
Ai lati del portale d'ingresso ci sono due statue del medesimo Fanzago, che tuttavia furono terminate da [[Alessandro Rondone]]; sempre nei pressi del portale sono collocate due tele di [[Jusepe de Ribera]] e sopra il portale una ''Deposizione'' di [[Massimo Stanzione]].
Tempo prima della partenza di Sargeras, i Titani erano giunti su un particolare mondo, [[Azeroth]], dove avevano il loro dominio assoluto tre malvagie [[divinità di Warcraft|semidivinità]], gli [[Antichi Dei|"dei antichi"]]. Qui ingaggiano una grande guerra con le divinità e con i loro servi [[elementale|elementali]]; dopo la vittoria, rinchiudono le tre divinità nel nucleo di Azeroth, e iniziano il riordinamento del pianeta.
La [[Volta (architettura)|volta]] è arricchita da un ciclo pittorico di [[Giovanni Lanfranco]] che maschera le strutture a crociera della copertura.
 
==== Cappelle di destra ====
Al termine di tale riordinamento creano un lago di infinita energia magica dai grandiosi poteri al centro dell'all'epoca unico continente di "[[Kalimdor]]", il futuro ''Pozzo dell'Eternità'': questo lago avrebbe alimentato con le sue energie mistiche tutte le forme di vita di Azeroth, donando vari e importantissimi vantaggi alla vita del pianeta.
# Cappella di Sant'Ugo: vi sono affreschi dello [[Massimo Stanzione|Stanzione]], di [[Andrea Vaccaro]] e di [[Belisario Corenzio]] e sculture di [[Matteo Bottigliero]]. A destra si accede alla Cappella del Rosario, decorata da [[Domenico Antonio Vaccaro]], dove si trova pure una tela di [[Battistello Caracciolo]].
# Cappella del Battista: decorata dal [[Cosimo Fanzago|Fanzago]], si presenta con dipinti di [[Carlo Maratta]], di [[Paolo De Matteis]] e dello Stanzione, e con sculture di [[Lorenzo Vaccaro]], terminate dal figlio Domenico Antonio.
# Cappella di San Martino: c'è una decorazione del [[XVII secolo|Seicento]] trasformata da [[Nicola Tagliacozzi Canale]] nel [[XVIII secolo|Settecento]]. La cappella è arricchita con statue di [[Giuseppe Sanmartino]], affreschi di [[Paolo Finoglio]], mentre le due tele laterali sono opera di [[Francesco Solimena]].
 
==== Cappelle di sinistra ====
Accortisi del grande valore dell'opera fatta su Azeroth, all'incirca 64 000 anni prima della [[#La_Prima_Guerra|Prima Grande Guerra]] i membri del [[Pantheon (Warcraft)|Pantheon]] affidano alla razza dei [[Draghi (Warcraft)|draghi]] il compito di difendere il pianeta, e lasciano una parte dei loro poteri magici ai capi di questa razza, conosciuti da allora in poi come gli [[Divinità di Warcraft#Gli Aspetti Draconici|Aspetti dei Draghi]].
# Cappella di San Gennaro: decorata con [[marmi commessi]] del primo Seicento, presenta affreschi e tele di [[Battistello Caracciolo]], ed altorilievi e statue di [[Domenico Antonio Vaccaro]]. A destra si accede alla Cappella di San Giuseppe, decorata dal medesimo Domenico Vaccaro.
# Cappella di San Bruno: decorazione [[Cosimo Fanzago|fanzaghiana]] e pittorica dello [[Massimo Stanzione|Stanzione]] e statue di [[Lorenzo Vaccaro]] (terminate dal figlio Domenico Antonio). Sempre di Lorenzo Vaccaro sono il pavimento e due angioletti marmorei.
# Cappella dell'Assunta: presenta una decorazione secententesca completata da [[Nicola Tagliacozzi Canale]]; sull' altare e alle pareti dipinti di [[Francesco De Mura]], nella volta affreschi di [[Battistello Caracciolo]], statue di [[Giuseppe Sanmartino]]. A destra si accede alla Cappella di San Nicola con affreschi di [[Belisario Corenzio]] e una tela di [[Pacecco De Rosa]].
 
==== Presbiterio e abside ====
Da questo momento in avanti gli eventi proseguono quasi interamente sul mondo di Azeroth.
Nel presbiterio, antistante all'altare, c'è la [[Parapetto|balaustra]] in pietre dure realizzata su disegno del [[Nicola Tagliacozzi Canale|Tagliacozzi Canale]]. L'altare invece è realizzato su disegno di [[Francesco Solimena]].
L'[[abside]] vanta un pavimento marmoreo del [[Cosimo Fanzago|Fanzago]] ed un grandioso [[Coro (architettura)|coro]] ligneo del [[1629]]. Nella parete di fondo sono disposte statue di [[Pietro Bernini]] e [[Giovanni Battista Caccini]] e una ''Natività'' di [[Guido Reni]]. Gli affreschi della [[Volta (architettura)|volta]] sono del [[Cavalier d'Arpino]] e di [[Giovanni Lanfranco]]. Nella parete destra vi sono affreschi dello [[Massimo Stanzione|Stanzione]], di [[Carletto Caliari]]; in quella di sinistra invece gli affreschi sono di [[Jusepe de Ribera]] e di [[Battistello Caracciolo]].
 
==== Sala Capitolare ====
===L'ascesa degli Elfi e l'elezione di Azshara===
Nella Sala Capitolare sono presenti affreschi di [[Belisario Corenzio]], [[Paolo Finoglio]], [[Battistello Caracciolo]], [[Massimo Stanzione]] e [[Francesco De Mura]].
Diecimila anni prima della [[#La_Prima_Guerra|Prima Grande Guerra]] esisteva una razza umanoide notturna, molto longeva e fisicamente forte, i ''Kaldorei'' ("''Bambini delle Stelle''" nella loro lingua), altresì denominati [[elfo della notte|Elfi della Notte]]. Questa razza era strutturata in una serie di tribù nomadi.
Un gruppo di queste creature si spinge fino al Pozzo ell'Eternità. Attratti dalla bellezza e dal potere palpabile del luogo che circondava il Pozzo, queste creature tornano indietro dai loro capoclan e li invitano a trasferire le loro tribù in prossimità del Pozzo.
 
==== Coro dei Conversi ====
Vivendo accanto al Pozzo, gli stregoni dei Kaldorei si accorgono che lì i loro poteri vengono centuplicati, permettendo loro di lanciare incantesimi di grande efficacia e potenza. I kaldorei non coinvolti nelle arti arcane si sentono invece straordinariamente bene, acquistando contemporaneamente vigore in prossimità del Pozzo.
Vi sono vedute della certosa gotica e arazzi, e un lavamano di [[Cosimo Fanzago]].
 
==== Cappella della Maddalena ====
Scoperta la causa di questi cambiamenti - il Pozzo stesso - se ne inizia lo studio sistematico e la professione del mago acquista una nuova, grande diffusione tra il popolo elfico.
La cappella è affrescata con prospettive e sull'altare è collocata una tela di [[Andrea Vaccaro]].
 
==== Sagrestia e Cappella del Tesoro ====
La vicinanza al Pozzo rende virtualmente immortali i Kaldorei ("virtualmente" in quanto rimangono comunque soggetti a morte violenta e malattie), accresce la loro saggezza innata e li rende ancora più forti fisicamente. Gli elfi conoscono quindi uno sviluppo, un benessere e una ricchezza senza precedenti. Col passare dei decenni la loro civiltà evolve con grande rapidità, accumulando sapere. Contemporanenamente queste creature sviluppano una forte empatia con il mondo naturale, e nei loro viaggi incontrano vari [[Divinità di Warcraft|semidei]] con cui stringono amicizia, primo fra tutti [[Cenarius]]. In questo periodo sviluppano anche il culto della dea [[Elune]].
La [[sagrestia]] è decorata con affreschi del [[Cavalier d'Arpino]] e di [[Massimo Stanzione]]. Agli affreschi posti nel passaggio alla cappella lavorarono [[Massimo Stanzione]], [[Luca Giordano]], [[Paolo De Matteis]] e [[Micco Spadaro]].
La Cappella del Tesoro è affrescata da [[Jusepe de Ribera]] e da [[Luca Giordano]].
 
== I chiostri ==
Ad un certo momento gli Elfi eleggono la loro prima regina, da loro stessi considerata il simbolo supremo della loro razza: [[Azshara]]. Costei a sua volta elegge come suoi primi servitori e appartenenti alla corte reale un gruppo di famiglie a lei fidate, che chiama [[Elfi alti (Warcraft)|Quel'dorei]], in lingua Kaldorei "Elfi Alti" (nei libri di Warcraft gli "''Eletti''"). Azshara e i Quel'dorei sono in primo luogo degli stregoni, votati allo studio e all'esplorazione dei poteri del Pozzo. Tale "esplorazione" si fa però col passare degli anni sempre più sfrenata. Contemporaneamente Azshara e i suoi servitori si fanno inoltre sempre più altezzosi, e per sempre più tempo rimangono chiusi nel palazzo della ragina, nascondendosi alla popolazione. L'uso sfrenato del Pozzo da parte loro causa la dispersione di grandi energie magiche.
{{Vedi anche|Chiostri di San Martino}}
[[File:Particolare Certosa San Martino napoli.jpg|thumb|right|220px|Particolare della volta della Certosa]]
# Chiostro dei procuratori: disegnato dal [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]] con [[puteale]] al centro. Ad esso è collegato il corridoio che porta al refettorio del [[XVIII secolo]] disegnato da [[Nicola Tagliacozzi Canale]].
# Chiostro Grande: progettato dal [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]], fu rifatto dal [[Cosimo Fanzago|Fanzago]] che realizzò le mezze [[Lesena|lesene]] agli angoli dell'[[ambulacro]]; i busti sulle sette porte sone dello stesso Fanzago, tranne due che sono opera di [[Domenico Antonio Vaccaro]]. La balaustra del cimiterino dei monaci è di [[Cosimo Fanzago]] che realizzò un motivo con teschi ed ossa. Al centro un [[puteale]] del [[Giovanni Antonio Dosio|Dosio]].
 
== Il museo ==
====Versione presente nel libro ''[[Warcraft - La Guerra degli Antichi. I. Il Pozzo dell'eternità]]''====
{{vedi anche|Museo di San Martino}}
Nel libro ''[[Warcraft - La Guerra degli Antichi. I. Il Pozzo dell'eternità]]'' di [[Richard A. Knaak]] l'uso sfrenato del Pozzo da parte dei Quel'dorei cambia motivazione.
 
All'interno della certosa è situato il [[Museo di San Martino]], dove sono conservate diverse opere che vanno dalla Napoli Borbonica fino al periodo postunitario.
Secondo questa versione, Azshara impazzisce, all'insaputa di tutti i suoi sudditi eccettuati i Quel'dorei. Istigata dagli [[Antichi Dei]], che hanno infine trovato il modo di comunicare con gli esseri sulla superficie di Azeroth, ella decide che solo gli Elfi della Notte hanno diritto ad esistere nel mondo, e che tutte le altre razze dovevano essere eliminate in quanto imperfezioni che impedivano l'esistenza di un paradiso perfetto in terra.
</br>Ordina allora a tutti gli stregoni dei Quel'dorei di trovare il modo di attingere quanta più energia possibile dal Pozzo allo scopo di creare un incantesimo tale da essere un'arma magica capace di realizzare il suo sogno. La minoranza dei Quel'dorei contrari al suo progetto non osano pronunciarsi.
 
Ad esempio, numerose tavole di artisti quali [[José de Ribera]], [[Luca Giordano]], [[Francesco De Mura]] e [[Battistello Caracciolo]], nonché importanti tavole risalenti al periodo risorgimentale di Napoli e tavole della [[scuola di Posillipo]].
Altra differenza importante riguarda le inclinazioni e le qualità degli elfi della notte: nel romanzo di Knaak gli Elfi della Notte non hanno ancora sviluppato un'empatia per la natura, per la quale hanno anzi una considerazione piuttosto bassa. Il Pozzo viene idolatrato, e considerato quale una sorta di panacea per tutti i mali, non semplicemente una delle tante cose da studiare, come sembra essere nella storia originaria. Infine, gli Elfi della Notte sono sì longevi, ma il Pozzo non ha conferito loro l'immortalità, la quale verrà invece solo dopo e per altre cause.
 
Di notevole interesse sono anche le porcellane di Capodimonte e l'arte presepiale che il museo ospita.
Un'ultima differenza è che Cenarius, dopo alcuni contatti con gli Elfi nei primi anni del loro incontro, percependone il "menefreghismo" nei confronti della natura da lui tanto amata se ne allontanato sempre di più, al punto che gli elfi, nell'epoca degli eventi del romanzo, lo considerano quasi tutti una sorta di leggenda, nient'altro che un mito. Cenarius viene rintracciato da Malfurion, Tyrande e Illidan.
Nella certosa sono collocate, infine, diverse sculture di [[Pietro Bernini]], come ''la Madonna col Bambino e San Giovannino'' ed una tavola, recentemente acquistata dallo Stato italiano, di rilevanza storica per quanto concerne l'evoluzione urbanistica della città: la ''[[Tavola Strozzi]]''.
 
==Galleria fotografica==
===Il primo attacco della Legione Infuocata: la Guerra degli Antichi===
<gallery>
I tentativi di acquistare sempre più energia dal Pozzo vengono percepiti da Sargeras nel Limbo Infernale, generando in lui un desiderio ossessivo di impadronirsi lui stesso dell'energia del Pozzo.
File:San Martino al Vomero - Ingresso (seconda metà dell'800).jpg|Ingresso (seconda metà del XIX secolo)
File:A View of Certosa di San Martino with the Castel Sant' Elmo, Naples by Thomas Jones.jpg|Veduta
File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - Napoli - Chiesa di San Martino.jpg|Chiesa
File:Napoli s Martino Parlatorio 1050083.JPG|Parlatorio
File:Napoli s Martino QDP Pietro Bernini Madonna Bambino e s Giovannino 1050006.JPG|''Madonna col Bambino e San Giovannino'' (Pietro Bernini)
File:Gabriele Carelli.jpg|La chiesa vista dal chiostro
File:Micco Spadaro - Rendimento di Grazie dopo la peste.jpg|Micco Spadaro, ''Rendimento di Grazie dopo la peste''
File:Napoli s Martino QDP trompe-l'oeil 1050029.JPG|Trompe-l'oeil
</gallery>
 
==Note==
Tramite degli artifici magici rintraccia dunque coloro che stavano lavorando sul Pozzo, si mostra ad essi e costringe le loro menti e i loro cuori a venerarlo e ad amarlo come loro dio finché fossero vissuti. Continua poi ad esercitare la sua influenza su chiunque gli venga presentato, e nessuno, nemmeno la regina [[Azshara]], riesce a resistergli.
<references />
 
== Voci correlate ==
Sargeras ordina ai Quel'dorei di triplicare i loro sforzi allo scopo di creare un [[portale (fantascienza)|portale]] magico atto a far giungere lui e i suoi servitori (la [[Legione Infuocata]]) su [[Azeroth]], convincendo Azshara che avrebbe esaudito il suo desiderio di distruzione.
* [[Napoli]]
* [[Chiese di Napoli]]
* [[Chiostri di Napoli]]
 
== Altri progetti ==
Dopo appena qualche giorno il portale diviene stabile abbastanza da far passare i demoni, ma non Sargeras. Su ordine di quest'ultimo, i demoni irruppono nel regno degli elfi devastando ogni cosa che trovano e mettendo in fuga i comuni sudditi ignari di cosa stava succedendo.
{{interprogetto|commons=Category:Certosa di San Martino (Naples)}}
 
Ma nel giro di pochi giorni il giovane studioso delle arti druidiche [[Malfurion Stormrage|Malfurion (Furion) Stormrage]], suo fratello gemello [[Illidan]], il possente [[Divinità di Warcraft|semidio]] [[Cenarius]] e gli [[Divinità di Warcraft#Gli Aspetti Draconici|Aspetti dei Draghi]], nonostante alcuni ostacoli interni, organizzano un gruppo di resistenza formato da [[elfo della notte|elfi]], [[Draghi (Warcraft)|draghi]] e varie creature magiche che comincia rapidamente a combattere il nemico.
 
Contemporaneamente matura la relazione tra Malfurion e una giovane sacerdotessa di [[Elune]] di nome [[Tyrande Whisperwind]]. Costei era però sempre stata contesa implicitamente tra Malfurion e suo fratello; quest'ultimo quindi prova in questo periodo vari accessi di gelosia per la scelta di Tyrande. Questi sentimenti sono di una discreta importanza per lo svolgersi successivo degli avvenimenti dell'universo di Warcraft, in quanto acuiscono definitivamente il carattere rissoso e la natura poco convenzionale dell'idea di "bene" di Illidan che definiranno le sue azioni future.
 
Nonostante mille difficoltà e vicissitudini - tra cui il tradimento di uno degli Aspetti dei Draghi, [[Divinità di Warcraft#Neltharion, il Guardiano della Terra|Neltharion]], avvenuto durante un attacco critico alla [[Legione Infuocata]] - la resistenza riesce infine a respingere i Demoni di nuovo fin quasi alla capitale, dove il Portale destinato al passaggio di Sargeras e del resto della Legione, aperto ora nelle profondità del Pozzo dell'Eternità, è in procinto di ultimarsi.
 
Malfurion, Tyrande, Cenarius e un gruppo di loro fidati compagni irrompono nel palazzo di Azshara, giungendo fino alla sala dove si stanno effettuando gli incantesimi per l'apertura del Portale. Nel gruppo doveva esserci anche Illidan, il quale però sofferente di "dipendenza dalla magia" non riesce a sopportare il pensiero che il Pozzo dell'Eternità venga distrutto, come era nelle intenzioni di Furion, Tyrande e Cenarius, per cui invece di aiutare i suoi compagni avverte Azshara del loro arrivo e fugge via. Il gruppo di eroi si trova quindi davanti Azshara, che è dotata di grandi poteri magici e contemporaneamente si sta inoltre rafforzando con le energie del Pozzo. La battaglia che segue disturba il lavoro dei Quel'dorei impegnati sul Pozzo e la conseguenza è l'implosone del Pozzo e la distruzione del Portale.
 
L'implosione del Pozzo - evento chiamato "la Frattura" (''The Sundering'' in inglese) - scuote l'intero mondo di Azeroth, dividendo il continente unico di Kalimdor in tre parti più grandi e in un gran numero di isole, modificando intere specie creandone di nuove a causa delle caotiche e potentissime forze magiche liberate e dando origine a cose capaci di muoversi e interagire col mondo circostante ma inanimate (di cui degli esempi sono vai [[golem]] ed [[elementale|elementali]]).
Tyrande, Malfurion, Cenarius e i sopravvisuti tra i loro compagni si salvano da tale implosione grazie all'intervento divino di [[Elune]], mentre Azshara e i Quel'dorei vengono trasformati dalle forze magiche scatenate in bestie mostruose, i [[Naga (Warcraft)|Naga]], e trascinati sott'acqua dalla creazione di un gorgo marino dovuto alla stessa implosione del Pozzo dell'Eternità.
 
Guidata da Furion, Tyrande e [[Cenarius]] la popolazione degli elfi sopravvissuta giunge sul [[Monte Hyjal]], dove tenta di riprendersi cercando al contempo di trovare delle fonti da cui abbeverarsi. In questa ricerca il gruppo di spedizione incaricato accompagnato da Furion e Tyrande giunge ad un lago dove trovano Illidan il quale in gran segreto ha tenuto con sé delle fiale del liquido magico del Pozzo con cui stava modificando il lago versando quel liquido in esso. Convinto della bontà delle sue azioni Illidan rimane estremamente sorpreso e incredulo quando gli altri, consapevoli del fatto che la creazione di un nuovo Pozzo avrebbe portato ad una nuova dipendenza dalla magia degli elfi e ad un nuovo pericolo di attirare nemici cosmici, lo riprendono. Nel litigio che segue Illidan uccide vari elfi del corpo di spedizione finché Tyrande e Furion giungono a bloccarlo. Con immenso dolore personale e per la salvezza della sua gente Furion rinnega dunque il fratello e fa in modo che quest'ultimo venga condannato all'ergastolo in una prigione sotterranea degli elfi. Le fiale di Illidan vengono quindi prese in custodia dai rimanenti Quel'dorei prima che l'assassino venisse preso in consegna dai soldati elfi per essere rinchiuso.
 
Malfurion, che dopo le sue gesta gode di immensa considerazione tra gli elfi decreta anche che i kaldorei non avrebbero mai più utilizzato la magia "pura", com'era stato all'epoca del Pozzo. Dopo che le acque si sono relativamente calmate gli elfi stabiliscono una nuova patria che dalle pendici del monte sacro ad essi Hyjal si estendeva e si estenderà fino agli eventi di [[World of Warcraft]] (con l'aggiunta dell'isola di [[Teldrassil]]) per tutta l'immensa foresta di Ashenvale. Cenarius si impegna affinché gli Elfi imparino le arti druidiche in sostituzione di quelle magiche e rafforzino il loro legame con la natura.
 
Lasciando che ciò che restava dei loro edifici e delle loro strade venisse ricoperto, gli elfi cominciano a creare le loro dimore in simbiosi con la natura.
Passati molti anni [[Alexstrasza]], [[Ysera]] e [[Nozdormu]] tornano dagli Elfi, e Malfurion comunica loro i progressi nella ricostruzione delle loro terre e soprattutto l'esistenza del Nuovo Pozzo. I tre draghi vengono allarmati da quest'ultima notizia, e pianificano quindi la creazione dell'[[Albero del Mondo]], che avrebbe legato indissolubilmente gli elfi alla natura e che si sarebbe cibato delle enrgie del Pozzo, in maniera tale che nessuno potesse usarle. L'Albero riceve delle benedizioni dagli [[Aspetti dei Draghi|Aspetti]] grazie a cui gli elfi ricevono dei grandi doni tra cui l'immunità dal decadimento fisico e dalle malattie e dunque una vera immortalità. Le benedizioni portano anche a una sorta di patto con [[Divinità di Warcraft#Ysera, la Sognatrice|Ysera]] per cui Malfurion, il primo di tutti i druidi Elfi della Notte, e tutti coloro che avrebbero voluto seguirlo nella sua vocazione avrebbero dovuto dormire per molti secoli accudendo il [[Sogno di Smeraldo]] e il mondo tramite esso finché non ci fosse stato bisogno di loro fisicamente nel mondo materiale.
 
Secoli dopo, 7300 anni prima degli eventi di [[Warcraft: Orcs and Humans]] i rimanenti Quel'dorei, memori dei giorni di gloria di quando erano al servizio della regina Azshara e affetti da una tenace sofferenza conseguente all'astinenza dalla magia, estremamente tentati dall'utilizzo delle fiale di Illidan, decidono di ribellarsi alla pace priva di magia che si era instaurata nel popolo elfico. La loro ribellione culmina con lo scatenamento di una tempesta magica che sarà sul punto di provocare seri danni ad Ashenvale. Sconfitti i Quel'dorei, questa breve guerra civile si risolve con il loro esilio, da loro accettato di buon grado in quanto in tal modo avrebbero potuto utilizzare liberamente le fiale di Illidan.
 
Dopo la partenza degli Elfi Alti, Malfurion e tutti gli altri druidi salutano le loro famiglie e si addormentano, entrando nel Sogno di Smeraldo, allo scopo di rispettare il patto fatto con Ysera. Prima di questo evento i druidi erano la forza di difesa più grande a disposizione degli elfi. Cenarius, i suoi [[custodi del bosco]] e le sue [[Driadi (Warcraft)|Driadi]] si offrono quindi di proteggere la nazione elfica in loro mancanza; al contempo Tyrande, che nel frattempo era divenuta per le sue gesta e la sua devozione la [[Elune|Somma Sacerdotessa di Elune]], richiama le guerriere degli Elfi della Notte allo scopo di addestrarle sui rudimenti dell'uso delle energie lunari, creando così il corpo delle "''Sentinelle''".
 
====Versione presente nel libro ''[[Warcraft - La Guerra degli Antichi. III. L'Abisso]]''====
Le differenze con la versione dello scrittore [[Richard A. Knaak]] narrata nel libro ''[[Warcraft - La Guerra degli Antichi. III. L'Abisso]]'' riguardano gli eventi immediatamente precedenti alla Frattura, quelli che accadono durante la Frattura stessa e la presenza di nuovi personaggi protagonisti della Guerra degli Antichi.
 
Gli eventi che portano alla Frattura - all'implosione del Pozzo dell Eternità - nel romanzo sono questi: Malfurion giunge a cavallo di [[Ysera]] insieme ad un gruppo di draghi capitanati dalla stessa Ysera e da [[Alexstrasza]] nei pressi del Pozzo. Mentre i draghi combattono contro un gruppo di deformi creature volanti Malfurion riesce a recuperare un oggetto dotato di enormi poteri magici creato da [[Deathwing]], l'''Anima dei Draghi'', e grazie a tale oggetto entra in comunione mentale con Illidan (che qui ha tradito il fratello in precedenza e solo apparentemente). Insieme, i due fratelli usano le rispettive competenze - magiche per Illidan, druidiche per Malfurion - per creare un incantesimo che ricacci i Demoni nel Pozzo. In questa versione il Pozzo implode successivamente per il caos di potenti energie magiche liberate.
Durante la Frattura, Azshara e i Quel'dorei rimasti nelle vicinanze del Pozzo vengono trascinati all'interno del gorgo che si forma anche in questa versione, ma vengono trasformati in Naga dagli Antichi Dei, che sperano di sfruttarli come futuro esercito per portare nuovamente la devastazione su Azeroth. Malfurion, Tyrande e Illidan si salvano grazie all'intervento dei Draghi, e non di Elune come nella versione originale. Illidan sparirà successivamente, allontanandosi dagli altri.
 
Un ruolo di primo piano nella resistenza degli elfi alla Legione Infuocata viene qui assegnato anche ad un nuovo personaggio, il nobile Kur'talos Ravencrest. Costui è uno dei nobili dotati di maggior potere nella comunità degli Elfi della Notte, e la sua autorità è seconda solamente a quella della stessa Regina Azshara. Kur'talos rappresenta il capo carismatico capace di unire il proprio popolo per una giusta causa, figura che non combacia con la descrizione che generalmente si dà di Malfurion, di Illidan o di Tyrande. Fisicamente Kur'talos viene descritto come alto anche per gli standard degli elfi, che raggiungono solitamente i due metri di altezza, magro, viso lungo, naso a becco, dotato di barba a ciuffi e di uno sguardo penetrante.
 
Altro personaggio nuovo è [[Jarod Shadowsong]]. Inizialmente un semplice sergente, sostituirà degnamente Ravencrest - che muore durante la Guerra - e guiderà gli elfi della notte dopo la Frattura.
 
Infine, mentre nella versione originale l'immortalità degli elfi viene in un certo senso più "perfezionata" che donata dalle benedizioni degli Aspetti, nel libro di Knaak gli elfi diventano immortali proprio grazie a quelle benedizioni.
 
==Seconda parte: le vicende di Lordaeron fino all'avvento del [[Re dei Lich]]==
===Lordaeron===
Gli eventi narrati si spostano ora sulle vicende dei Quel'dorei.
 
Dopo essere stati esiliati dai loro fratelli Elfi della Notte, i Quel'dorei decidono di affrontare il mare per cercare una delle nuove terre createsi con la Frattura da prendere come patria. Dopo un lungo viaggio, reso difficile dalla presenza del Maelstrom, l'enorme gorgo oceanico creatosi durante la Frattura al posto del Pozzo dell'Eternità, e dopo molte vicissitudini, approdano sulle spiagge del futuro regno umano di [[Lordaeron]]; qui fondano un avamposto nell'entroterra che chiamano [[radure di Tirisfal]]. Dopo qualche tempo però molti di essi cominciano ad impazzire. Ignari della ragione di questi avvenimenti gli elfi sono quindi costretti a levare il campo e si avviano verso nord. Durante questo secondo viaggio gli [[Elfi alti (Warcraft)|Elfi Alti]] si trovano a dover lottare sempre più frequentemente con i selvaggi [[Troll (Warcraft)|Troll Silvani]], un popolo di umanoidi dalla pelle verde disorganizzato e primitivo ma contemporaneamente molto astuto. Finalmente giungono in una terra verde e lussureggiante dove si accampano nuovamente. Il loro campo si trova però in prossimità di una serie di rovine sacre ai Troll, che li attaccano quindi quasi immediatamente. Nonostante fossero inferiori di numero per un rapporto di dieci a uno, gli Alti Elfi grazie alle loro magie riescono a sconfiggere i Troll e prendono definitivamente possesso delle terre vedi che circondano il loro avamposto, dove fondano un regno che chiamano Quel'Thalas, basato sulla magia e con capitale la città di "Silvermoon". La fondazione del nuovo regno elfico avviene 6800 anni prima della [[#La Prima Guerra|Prima Guerra tra orchi e umani]].
 
Come parte del loro nuovo inizio, gli Elfi Alti, ormai non più immortali e cambiati di molto nell'aspetto (sono diventati più bassi dei loro cugini kaldorei e hanno perso la carnagione violacea, diventando pallidi), usano una delle sette ampolle che Illidan aveva riempito con l'acqua magica del primo Pozzo dell'Eternità per creare una nuova fonte per i loro poteri magici, che battezzano come "Pozzo Solare", rigettando le usanze notturne degli Elfi della Notte. Memori del disastro avvenuto a causa dell'uso attivo del Pozzo dll'Eternità gli Elfi Alti creano poi una barriera magica che celi ad occhi indiscreti le incantate attività che sarebbero avvenute entro i suoi confini. Fondano inoltre il Consiglio di Silvermoon, loro organo di governo.
 
Oltre che con i Troll Silvani, gli Elfi dividono il continente anche con altre razze, tra cui gli [[Umani (Warcraft)|Umani]]. Per quasi 4000 anni gli Elfi, al sicuro dai troll nei loro confini magici, ignoreranno questi loro nomadi vicini perché divisi in varie tribù troppo deboli per creare un problema ai magici Elfi.
 
Ad un certo punto però la tribù umana degli "Arathi" decide di unificare le varie tribù avendo compreso la forza che queste avrebbero avuto tutte insieme. Nel giro di qualche anno gli astuti Arathi sottomettono molte delle altre tribù umane trattandole però con rispetto e offrendo loro pace ed uguaglianza. In tal modo, gli arathi si garantiscono la lealtà delle altre tribù. Dopo alcuni anni di espansione degli arathi, i loro generali, convinti di poter tenere testa ai Troll e agli appartati elfi se necessario decidono di costruire la città-stato fortificata di Strom, capitale della nazione di "Arathor", nelle regioni meridionali di Lordaeron. Tutti gli umani del continente dei [[Regni Orientali]] si spingono quindi a sud in cerca della sicurezza offerta da Strom e da Arathor. La costruzione di Strom avviene 2800 anni prima degli eventi descritti in [[Warcraft I]].
 
Nello stesso periodo della fondazione di Strom i troll, enormemente moltiplicatisi, sferrano una nuova guerra contro Quel'thalas. Gli Elfi Alti, trovandosi in difficoltà, mandano quindi degli ambasciatori a Strom in cerca di aiuto. Gli Umani accettano di aiutare gli Elfi richiedendo in cambio l'apprendimento delle arti magiche. Le condizioni vengono dagli elfi accettate, e questi ultimi preparano frettolosamente cento umani selezionati nell'uso delle arti magiche strettamente necessarie a sconfiggere i troll. L'esercito di Umani ed Elfi sbaraglia i Troll Silvani a tal punto che questi non si riprenderanno mai dalla sconfitta. Gli elfi, grati dell'aiuto ricevuto, concedono quindi lealtà e amicizia ad Arathor e ai discendenti degli Arathi.
 
Finita la guerra con i troll, i cento maghi umani iniziali, scelti dagli elfi per la loro forza di volontà e per la loro nobiltà di spirito, approfondiscono i loro studi magici praticandoli con attenzione e responsabilità. Col tempo insegnano ad altri giovani i segreti della magia; questi ultimi però spesso non hanno la stessa statura morale dei loro maestri e cominciano ad usare la magia in maniera sconsiderata per i propri guadagni personali. Nello stesso periodo, il re di Arathor che aveva aiutato gli elfi, Thoradin, nel timore che il suo regno si sarebbe frantumato se si fosse espanso troppo, evita che vengano fondate altre città-stato oltre Strom.
 
Morto Thoradin di vecchiaia i suoi discendenti sono liberi di espandere il regno, che quindi col tempo si espanderà nel sud del continente venendo tra l'altro a contatto con le civiltà dei [[Nani (Warcraft)|Nani]] e degli [[Gnomi (Warcraft)|Gnomi]] e forgiando con loro un duraturo legame di amicizia.
Col tempo verranno inoltre fondate molte altre città-stato umane oltre a Strom nel continente dei Regni Orientali, e queste città-stato si allontaneranno (economicamente e dal punto di vista legislativo) talmente da Strom e tra loro da riconoscersi in sette regni differenti e indipendenti.
 
Con la morte di Thoradin anche i maghi umani della seconda e della terza generazione sono liberi di avventurarsi nelle terre selvagge aiutando gli altri umani ad espandersi. La seconda città-stato di Arathor, [[Dalaran]], viene così fondata 2700 anni prima di [[Warcraft I]] da questi giovani maghi a settentrione di Strom. Lontano dalla capitale, i maghi di Dalaran si sentono liberi di utilizzare a piacimento la magia.
 
L'utilizzo senza freni della magia fuori dalla barriera degli Alti Elfi causa però la ricomparsa degli agenti della [[Legione Infuocata]]. I [[magocrazia|magocrati]] di Dalaran, trovandosi in difficoltà nel combattere queste creature evidentemente malvagie, chiedono aiuto agli unici che possano dar loro qualche consiglio, gli Elfi Alti. Questi ultimi ricordano la precedente invasione della Legione Infuocata - si veda la sezione "[[#Il_primo_attacco_della_Legione_Infuocata:_la_Guerra_degli_Antichi|Il primo attacco della Legione Infuocata: la Guerra degli Antichi]]" - e, osservate le effettive attività demoniache presenti nei pressi di Dalaran, informano gli umani del pericolo. I magocrati umani propongono l'idea di potenziare un singolo campione nelle arti magiche alla volta con tutta la magia collettiva dei magocrati elfici e umani; tale Campione sarebbe rimasto segreto alla popolazione e avrebbe avuto come unico scopo la lotta contro i demoni - anch'essa segreta per evitare il panico di massa della popolazione. Quando un Campione avesse terminato il suo mandato, un apposito concilio, "Il Concilio di Tirisfal", che si sarebbe tenuto nelle radure di Tirisfal - dove si accamparono per la prima volta gli elfi - ne avrebbe designato il successore, il cui potere si sarebbe collegato a quello del precedente Campione. I campioni sarebbero così diventati di mandato in mandato sempre più potenti. Viene così fondato l'ordine segreto dei Guardiani di Tirisfal.
 
Dopo molti secoli, 823 anni prima di [[Warcraft I]] uno dei Custodi più dotati dell'Ordine, un'arcimaga umana di nome Aegwynn, apprende che un gran numero di Demoni è comparso a Northrend per cacciare i Draghi e per prosciugare le potenti creature dalla loro magia. Aegwynn attacca e sconfigge l'esercito demoniaco con l'aiuto degli stessi Draghi. Si viene però subito dopo a trovare faccia a faccia con Sargeras in persona.
 
Contro ogni previsione l'Umana uccide la forma fisica del Titano Oscuro e ne sigilla poi il corpo in un'antica cripta nelle profondità marine. A sua insaputa, lo spirito del titano si nasconde nel suo corpo.
 
Aegwynn rimane inconsapevole della sua maledizione. Utilizzando i poteri di Tirisfal per allungare la propria vita, per quasi ottocento anni continuerà a svolgere il suo dovere di Guardiana contro i demoni.
 
45 anni prima degli eventi di Warcraft I però il Concilio di Tirisfal decide che è giunto il termine del suo mandato. Insofferente al Concilio, Aegwynn decide di non lasciargli il privilegio di scegliere il suo successore, e di dare alla luce lei stessa il prossimo Guardiano. Dopo aver sedotto un potente mago umano di nome Nielas Aran, consigliere di corte del regno di [[Azeroth (regno)|Azeroth]], concepisce con lui un figlio a cui darà il nome di [[Medivh]] e a cui trasferirà tutto il suo potere di Guardiana, che però non sarebbe maturato fino al compimento dell'età adulta del bambino. Con la nascita di quest'ultimo, Sargeras si trasferisce nel suo corpo e rimane in attesa che i poteri del bambino si manifestino pienamente.
 
Intanto Aegwynn manda Medivh da suo padre, dopodiché vaga nelle terre selvagge in attesa di morire.
 
Col retaggio della potentissima madre che lo aveva scelto come nuovo guardiano infischiandosene dei potenziali voleri contrari del Concilio di Tirisfal, Medivh diviene fin dalla più giovane età uno stregone dai poteri straordinari, ed effettivamente entra poi (sia per volere della madre che per quello del Concilio, che in seguito aveva compreso il suo potenziale) fin da ragazzo a far parte dei Guardiani di Tirisfal.
 
===Il mondo di Draenor===
{{vedi anche|Re dei Lich#Ner'zhul}}
Nell'universo di Warcraft uno dei mondi che esistono oltre ad Azeroth nella cosiddetta "[[Grande oscurità|Grande Oscurità]]" è [[Draenor]], dimora degli [[Orchi (Warcraft)|Orchi]], degli [[Ogre (Warcraft)|Ogre]] e, in un primo tempo, dei pacifici [[Draenei]].
 
Nell'epoca storica dell'esistenza di Medivh uno dei luogotenenti di Sargeras, [[Kil'jaeden]], seguendo gli ordini dello stesso Sargeras sta cercando un modo di asservire a sé Draenor. Di tutte le razze che abitano questo mondo, sa già che gli orchi sono la razza più facile da manovrare. Si presenta dunque ad un potente e influente [[sciamano]] di questa razza, [[Ner'zhul]], sottoforma di uno spirito con cui Ner'zhul stesso ha frequenti contatti, e in tal modo manipola lo sciamano in maniera tale da far abbracciare al suo popolo le magie [[Demoni (Warcraft)|demoniache]], che in breve tempo rimpiazzano la magia sciamanica delle tradizioni orchesche, e in maniera tale da far sì che lo sciamano stesso facesse muovere al suo popolo guerra ai Draenei, nemici di Sargeras e della Legione Infuocata da un enorme lasso di tempo - vedi in proposito la sezione "[[#I_Titani_e_la_Legione_Infuocata|I Titani e la Legione Infuocata]]".
 
{{cn|Dopo un certo tempo Ner'zhul, recatosi in un santuario, si accorge però dell'inganno. Decide quindi di sfidare Kil'jaeden, ma quest'ultimo viene prima avvertito da un altro potente sciamano privo delle remore morali che caratterizzano Ner'zhul, [[Gul'dan]], del tradimento di Ner'zhul stesso. Kil'jaeden allora toglie tutte le capacità magiche e i poteri temporali a Ner'zhul e fa in modo che Gul'dan venisse elevato alla posizione di Ner'zhul.}}
 
Su ordine di Kil'jaeden Gul'dan fonda un organismo detto "Consiglio d'Ombra", che ufficialmente ha il compito di consigliare i capotribù degli orchi mentre in realtà ne controlla completamente le decisioni.
 
Avendo ormai la razza degli orchi in pugno Kil'jaeden decide quindi di far sferrare al suo nuovo esercito l'attacco finale e decisivo contro i draenei: fa evocare a Gul'dan e ai suoi warlock il demone [[Mannoroth]], il più potente dei [[Signore delle cripte|Signori delle cripte]], e sempre tramite gli stregoni warlock ordina poi ai capoclan degli Orchi di bere il sangue del demone, che instilla loro ferocia, sete di sangue e una rabbia irrefrenabile verso tutto e verso tutti.
 
Su esigenza di quasi tutti i loro capoclan, eccettuato il capotribù Durotan che non aveva bevuto il sangue di Mannoroth {{cn|in quanto debitamente avvertito da Ner'zhul sui suoi effetti}}, gli orchi si uniscono dunque in un immenso esercito che chiamano l'"[[Orda (Warcraft)|Orda]]", e dopo aver convinto i brutali e poco intelligenti Ogre ad aiutarli muovono guerra contro il popolo dei Draenei. Questa guerra elimina {{cn|circa l'80% degli individui}} di questa razza. Inoltre l'uso delle magie demoniache da parte degli orchi causa il degrado fisico (e in alcuni casi anche mentale) di buona parte dei Draenei restanti.
 
===La Prima Guerra===
{{vedi anche|Warcraft: Orcs and Humans}}
Durante lo sterminio dei draenei su Draenor, su [[Azeroth]] Sargeras si risveglia nel corpo di Medivh in quanto quest'ultimo ha ormai raggiunto l'età adulta e il pieno controllo dei suoi poteri, e perché debitamente avvertito da Kil'jaeden dei suoi progressi sul mondo di Draenor. Dopo una per Medivh disperata guerra di personalità lo spirito del Titano corrotto riesce ad ottenere il completo controllo del corpo e della mente del Guardiano di Tirisfal.
 
Su ordine di Kil'jaeden dal lato di Draenor, la coscienza di Gul'dan su Draenor e quella di Medivh su Azeroth entrano poi in contatto e portano a termine il piano con cui Sargeras intendeva distruggere sia il mondo di Draenor che quello di Azeroth; quest'ultimo era diventato per il Titano Oscuro un'ossessione dall'epoca della sua sconfitta nella [[#Il_primo_attacco_della_Legione_Infuocata:_la_Guerra_degli_Antichi|Guerra degli Antichi]].
 
Gul'dan ed i suoi stregoni da una parte e Medivh dall'altra aprono un [[Portale (fantascienza)|portale dimensionale]], il "Portale Oscuro" tra Draenor e Azeroth. Grazie a tale portale l'Orda giunge su Azeroth e, dopo anni di valutazione delle forze presenti nella [[Regni Orientali#Azeroth|parte meridionale dei Regni Orientali]] mediante scaramucce, arriverà a distruggere [[Stormwind (Warcraft)|Stormwind]], la capitale dell'[[Azeroth (regno)|omonimo regno]] degli Umani patria di Medivh. Durotan, l'unico capoclan che non aveva bevuto il sangue di [[Mannoroth]], viene per quest'ultimo atto punito da Gul'dan mediante l'esilio su Azeroth suo e del suo clan subito dopo l'apertura del Portale; Gul'dan non usa l'omicidio - di Durotan - come punizione a causa della grande popolarità che il capoclan ha tra gli orchi.
 
Durante la guerra tra l'Orda e le forze sparse di Azeroth, vedendo quanto era accaduto a Medivh, Lord [[Anduin Lothar]], il viceré di Stormwind ultimo discendente della linea degli Arathi e amico dello stregone fin dalla giovinezza riesce ad uccidere il Guardiano di Tirisfal stesso con l'aiuto del suo stesso giovane apprendista, [[Khadgar]].
 
Dalla parte degli orchi, uno dei capoclan più popolari, Orgrim Doomhammer, comincia a vedere la depravazione degli orchi cominciata su Draenor. Durotan, vecchio amico di Orgrim, torna dall'esilio e mette in guardia quest'ultimo dal tradimento di Gul'dan. Gul'dan coglie in flagrante Durotan mentre sta avvertendo Orgrim e in un rapido castigo fa massacrare ai suoi accoliti Durotan stesso e tutta la sua famiglia, eccettuato il figlio neonato, che viene lasciato da solo tra i resti di un recente campo di battaglia.
 
Esasperato dalla morte di Durotan, Orgrim decide di liberare l'Orda dall'influenza demoniaca; uccide quindi il depravato comandante-fantoccio posto a capo dell'Orda dal Concilio d'Ombra e si pone lui stesso a capo dell'Orda. La conquista di Stormwind viene portata a termine sotto il suo comando.
 
Dopo l'uccisione di Medivh, Lothar torna a Stormwind, ma trova la città distrutta e conquistata, mentre l'esercito degli orchi sta reclamando le campagne circostanti. Lothar e quanto rimane del suo esercito sono quindi costretti a nascondersi; da fuggiaschi prendono in seguito le navi ed attraversano il mare diretti verso il regno settentrionale di "[[Lordaeron]]".
 
===La Seconda Guerra===
{{vedi anche|Warcraft II: Tides of Darkness}}
A Lordaeron Lothar si incontra con i capi delle nazioni sopravvissute del continente orientale. Qui riesce a farli coalizzare per affrontare il comune pericolo. Viene così fondata l'"[[Alleanza (Warcraft)|Alleanza]]", formata da Umani, Elfi Alti, Nani e Gnomi, che si oppone alla distruzione perpetuata dall'Orda, formata ora da Orchi, Ogre, Troll Silvani - alleatisi con gli Orchi in quanto da sempre nemici di Umani ed Elfi - e da mercenari Goblin. Lord Lothar viene nominato Comandante Supremo delle forze dell'Alleanza.
 
Intanto l'Orda, guidata ora da Orgrim Doomhammer, continua ad espandersi sul territorio dei [[Regni Orientali]]; riesce a scovare un manufatto dotato di immensi poteri magici, l'''Anima dei Demoni'', creato durante la [[Guerra degli Antichi]] da [[Deathwing]], e grazie ai suoi poteri riesce poi a sottomettere la signora di [[Draghi (Warcraft)|draghi]] [[Alexstrasza]]. Minacciando quest'ultima di distruggere le sue uova, gli orchi la costringono a donare gli altri draghi rossi alla causa dell'Orda. Con l'aiuto dei draghi l'Orda riesce a danneggiare i confini di Quel'Thalas e a devastare il regno di [[Lordaeron]], a Nord.
<br>Nonostante una schiacciante disparità numerica, l'Alleanza riesce a contenere i propri nemici.
 
Ma, subito prima dell'attacco finale e decisivo dell'Orda alle forze dell'Alleanza, [[Gul'dan]], precedentemente ingannato da Sargeras con la promessa che sarebbe stato ricompensato con i resti del corpo di Sargeras stesso [[#Lordaeron|siglillati dalla maga umana Aegwynn in una cripta]], i quali gli avrebbero donato dei poteri degni di un dio, si fa impaziente di acquistare quegli stessi poteri; senza parere di Orgrim, dunque, raduna quasi metà dell'Orda e con quest'esercito lascia la guerra nell'intento di recuperare il corpo di Sargeras. Grazie ai suoi poteri e a quelli dei suoi accoliti Gul'dan riesce a far emergere dal mare la cripta dove sono contenuti i resti del Titano. Una volta aperta tale cripta, però, trova ad attendere lui e le sue forze un esercito di centinaia di demoni impazziti, che lo uccidono.
 
Orgrim, infuriato con Gul'dan per il tradimento, comanda alla maggior parte delle sue forze di uccidere Gul'dan e i suoi seguaci. Questi ultimi, privi del loro capo, vengono rapidamente sconfitti dalle forze di Orgrim.
 
Le perdite subite a causa della ribellione di Gul'dan e le lotte interne indeboliscono pesantemente l'Orda; l'Alleanza raccoglie quindi l'occasione: ricaccia gli orchi a Stormwind, distrugge il Portale Oscuro e riesce infine a vincere in un attacco finale. Lothar muore poco prima dell'attacco finale delle forze dell'Alleanza.
 
Alexstrasza e il suo stormo verranno liberati anni dopo dal clan degli orchi dei Dragonmaw che deteneva ancora l'Anima dei Demoni da un mago umano di nome Rhonin e da un piccolo gruppo di guerrieri suoi alleati.
 
===La prigionia degli Orchi===
{{vedi anche|Warcraft II: Beyond the Dark Portal|Re dei Lich#La distruzione di Draenor}}
Sconfitti gli Orchi e i loro alleati, gli Umani ricostruiscono i loro regni devastati dalla guerra allestendo contemporaneamente dei campi di prigionia per l'Orda. All'apprendista di Medivh, Khadgar, viene affidato il compito di sorvegliare i resti del Portale Oscuro per impedire il ritorno dell'Orda.
 
Su Draenor, Ner'zhul, {{cn|influenzato dal [[non-morti (Warcraft)|non-morto]] [[Teron Gorefiend]]}} decide di aprire dei nuovi portali oltre al "Portale Oscuro" che collegava Draenor con Azeroth che portassero gli Orchi a nuovi mondi dove poter ricostruire la loro società. Per fare ciò però lo sciamano ha bisogno di numerosi artefatti magici; riapre quindi il Portale Oscuro e manda alcuni guerrieri su Azeroth a recuperare le reliquie necessarie.
 
Khadgar ed i suoi uomini non riescono a fermare gli Orchi, che effettuano la loro missione e tornano su Draenor con le reliquie. Il re Terenas Menethil di Lordaeron, pensando che l'Orda si stesse preparando per un nuovo attacco, comanda a Khadgar e ad alcuni generali di attraversare il Portale Oscuro con le loro truppe per mettere fine una volta per tutte alla minaccia orchesca. Su Draenor, Khadgar, le sue truppe e quelle del re Terenas combattono contro alcune delle truppe di Ner'zhul, ma alla fine non riescono a fermare quest'ultimo.
 
Ner'zhul riesce ad aprire una grande quantità di Portali ognuno dei quali è connesso ad un nuovo mondo incontaminato. Lo sciamano però non sapeva che l'uso dell'immensa quantità di energia necessaria per creare i Portali avrebbe causato un cataclisma di dimensioni epiche. Draenor viene sconvolta da terremoti, [[maremoto|maremoti]], tempeste ed esplosioni vulcaniche. Le forze umane di Khadgar e la maggior parte delle truppe di Ner'zhul fuggono nuovamente su Azeroth attraverso il Portale Oscuro, mentre Ner'zhul ed i rimanenti fra i suoi Orchi attraversano un secondo Portale, il più largo tra quelli creati. Alle loro spalle Draenor diviene in brevissimo tempo un arido mondo di sabbia rossa privo di vita, le "Terre Esterne" ("''Outland''" in inglese).
 
Nel frattempo, su Azeroth un soldato umano di nome Aedelas Blackmoore aveva trovato il neonato figlio dell'orco Durotan abbandonato su un campo di battaglia della [[#La Seconda Guerra|Seconda Guerra]], e aveva deciso di allevarlo come suo schiavo prediletto, chiamandolo Thrall, ossia "schiavo" nella lingua comune degli umani.
 
Blackmoore era il capo responsabile dei campi d'internamento degli orchi. Cresciuto, Thrall riesce a fuggire dalla sua fortezza allo scopo di prendere contatto con il proprio popolo. Gli Orchi che trova nei campi di prigionia sono diventati nel frattempo grigi e senza speranza, affetti da una forma molto grave di apatia causata dalla magia demoniaca che aveva corrotto l'intera razza.
 
Abbandonata la sua gente, Thrall cerca di aiutarla cercando Grom Hellscream, famoso capo di uno dei pochi clan di Orchi ancora liberi. Thrall riesce a trovare Grom, e quest'ultimo gli consiglia di cercare il clan del Lupo dei Ghiacci ("''Frostwolf''"), il clan di Durotan, l'unico capoclan delle guerre con l'Alleanza a non aver bevuto il sangue di Mannoroth. I lupi dei ghiacci avrebbero potuto sapere di più sul suo passato. Thrall trova il clan del Lupo dei Ghiacci e scopre di essere il figlio di Durotan.
 
Thrall viene quindi iniziato all'antica magia degli spiriti dall'orco-sciamano Drek'Thar e diventa uno sciamano di grande potere. Scopre poi che l'apatia degli Orchi è causata da una dipendenza alle magie demoniache e decide di combatterla risvegliando la cultura sciamanica del suo popolo.
Comincia quindi a viaggiare liberando gli Orchi dalle prigioni e guarendo la loro malattia, ricostituendo l'Orda quale nuova identità comune per gli Orchi e non più come un esercito sanguinario.
 
Infine Thrall incontra l'anziano capo dell'Orda Orgrim Doomhammer, che aveva vissuto da eremita dopo la fine della Seconda Guerra. Costui, una volta intimo amico del padre di Thrall, decide di seguire quest'ultimo e di aiutarlo a liberare gli orchi dalla prigionia fisica e da quella spirituale. Thrall, avendo successo, dopo un po' decide di mettere sotto assedio e conquistare la fortezza di Blackmoore; ci riesce, ma durante la battaglia Orgrim muore; Thrall allora diviene il nuovo e supremo capo dell'Orda, che nel corso degli anni, con l'aiuto di Grom Hellscream e della maggior parte degli altri orchi liberi continuerà a liberare sempre più orchi.
 
==Terza parte: dall'avvento del Re dei Lich a ''[[World of Warcraft]]''==
===Il [[Re dei Lich]]===
{{vedi anche|Re dei Lich}}
Abbiamo visto che [[Ner'zhul]] e i suoi seguaci fuggono da Draenor passando attraverso il portale dimensionale più grande creato.
 
Ma prima che possano giungere su un altro mondo, Kil'jaeden li cattura e li porta nel Limbo Infernale. Infuriato, il Demone inizia qui a torturare implacabilmente il corpo dello sciamano, che aveva tradito il patto fatto con la Legione Infuocata.
Kil'jaeden decide di creare un nuovo esercito per conquistare Azeroth, ma pensando all'insuccesso dell'Orda, decide anche che non poteva permettere che esso diventasse preda delle stesse lotte intestine che avevano afflitto gli Orchi.
Dopo aver torturato a lungo Ner'zhul, il Demone gli offre un'ultima possibilità di servirlo, altrimenti avrebbe dovuto subire il tormento per sempre. Impazzito per il dolore, l'orco accetta.
 
Kil'jaeden uccide allora lo sciamano, ne lega lo spirito ad un'armatura magica, poi imprigiona quest'ultima all'interno di un cristallo trasparente, simile al ghiaccio e duro come il diamante. A quel punto, muta Ner'zhul con i suoi infernali poteri e con le sue vastissime conoscenze. L'essenza di Ner'zhul e la sua bara di ghiaccio divengono infine l'anima e il corpo del [[Re dei Lich]], un essere [[telepatia|telepatico]] dai poteri mentali incalcolabili.
<br/>I seguaci di Ner'zhul vengono anch'essi uccisi e resuscitati in qualità di Non Morti; gli stregoni "warlock", che usavano la magia demoniaca, vengono trasformati in Lich. Questi Non Morti sono costretti a seguire ciecamente la volontà del Re dei Lich. Kil'jaeden ordina a Ner'zhul di diffondere un particolare veleno, la "Piaga della Non-morte", tra i regni umani de [[Regni Orientali]]. Tutti coloro che sarebbero morti a causa della Piaga, sarebbero risorti come Non-Morti fedeli alla volontà del Re dei Lich.
 
Dubitando tuttavia fortemente della lealtà del Re dei Lich, Kil'jaeden ordinò a Tichondrius e agli altri diabolici Signori delle Tenebre di sorvegliare la condotta di Ner'zhul. Quindi Kil'jaeden gettò la bara di ghiaccio su Azeroth insieme a tutti i seguaci dell'ex-sciamano. Il cristallo si incagliò nel ghiacciaio di Icecrown, nel gelido continente di Northrend, dove a causa dell'impatto, assunse una forma simile ad un trono. Venne perciò chiamato il Trono Ghiacciato.
 
Il Re dei Lich espanse la sua coscienza, in cerca di cadaveri e di menti da assoggettare, e rese schiave molte creature del Northrend, tra cui i maligni Troll dei Ghiacci ed i feroci Wendingo. Ner'zhul distrusse con l'aiuto del suo esercito (che grazie ai suoi poteri mentali si andava accrescendo di giorno in giorno, ad ogni morte che faceva) gran parte della popolazione mortale di Northrend, tra cui l'antico regno aracnide dei Nerubiani, ampliando contemporaneamente il suo esercito di Non Morti.
 
A Lordaeron, l'appello mentale di Ner'zhul fu udito dall'Arcimago Umano Khel'Thuzad - segretamente desideroso di potere -, che dimorava nella magica nazione di Dalaran. Khel'Thuzad abbandonò la sua città e si recò al Trono Ghiacciato per offrire la sua anima al Re dei Lich. Khel'Thuzad rinnegò la magia degli Elfi, e abbracciò invece l'oscuro potere della negromanzia.
 
===La Terza Guerra===
{{vedi anche|Arthas Menethil}}
Al Negromante il Re dei Lich affidò il compito di creare un culto che vedesse Ner'zhul come un dio. Khel'Thuzad tornò quindi a Lordaeron e fondò segretamente il Culto dei Dannati, promettendo agli adepti la vita eterna in cambio di ubbidienza. Come seconda mossa il Re dei Lich ordinò a Khel'Thuzad di diffondere la pestilenza non morta contaminando il grano e le altre provviste degli Umani. Interi villaggi vennero contaminati, la popolazione trasformata in un esercito di Non Morti, battezzato con molto realismo il Flagello.
I Paladini della [[Mano Argentata]], un'organizzazione umana di guerrieri consacrati, fondata da Lord [[Uther the Lightbringer]] - uno dei più grandi eroi dell'Alleanza durante le guerre con l'Orda -, tentarono di fermare la Piaga, ma con scarsi successi. In particolare uno dei Paladini, [[Arthas]], figlio di Terenas, re di Lordaeron (in quanto discendente dei primi re degli Arathi), iniziò ad essere sempre più ossessionato nei suoi sforzi di sconfiggere il Flagello. Pur riuscendo ad uccidere Khel'Thuzad, egli arrivò a massacrare un'intera città per impedire agli abitanti di trasformarsi in Non Morti. Venne infine attirato dal Signore delle Tenebre Mal'Ganis nelle gelate terre di Northrend, con la prospettiva di poter estirpare il Flagello alla radice. Per riuscire a sconfiggere il potente demone, Arthas accettò di impugnare la spada runica Frostmourne. L'arma in effetti gli permise di uccidere Mal'Ganis, ma ad un prezzo terribile: la perdita della sua anima. La spada era infatti parte dello stesso Re dei Lich, il quale la cedette in virtù di un grandioso piano volto a liberarsi del suo primo e più vicino controllore senza attirare su di sé i primi sospetti. Frostmourne corruppe Arthas, facendolo impazzire e spingendolo a divenire un fedele Cavaliere della Morte al seguito del Re dei Lich.
 
Tornato da Northrend, Arthas uccise il padre e ne gettò il regno nella confusione e nello sconforto, rendendolo facile preda del Flagello.
</br>Agli ordini del [[Signore delle tenebre|Signore delle Tenebre]] [[Tichondrius]], Arthas sterminò i suoi ex-fratelli Paladini, quindi distrusse il regno elfico di Quel'Thalas e corruppe il suo Pozzo Solare allo scopo di resuscitare il negromante Kel'Thuzad in forma di [[lich]].
</br>I due guidarono quindi il Flagello in un massiccio attacco alla magica città di Dalaran, dove era custodito il libro degli incantesimi di Medivh. Grazie ai segreti dell'antico tomo, Kel'Thuzad evocò infine l'altro principale luogotenente di Sargeras, [[Divinità di Warcraft#Archimonde, il Contaminatore|Archimonde]], e la sua Legione Infuocata su Azeroth.
 
I mortali però avevano ricevuto un aiuto inaspettato. A [[Medivh]], l'Ultimo Guardiano, colui che aveva a suo tempo condotto l'Orda su Azeroth, era stato concesso di tornare per riscattarsi dai suoi peccati, stavolta libero dalla presenza di Sargeras. Dopo aver inutilmente tentato, nei panni di un anonimo profeta, di mettere in guardia il re del Lordaeron ed i maghi di Dalaran dall'incombente pericolo del Flagello, Medivh cercò aiuto altrove. Così, mentre il principe Arthas partiva verso Nord per investigare sulla piaga che stava sterminando i suoi sudditi, il Profeta contattò prima Thrall, il nuovo capo dell'Orda, ed in seguito Jaina Proudmoore, una potente Incantatrice di Dalaran, e li convinse a salpare alla volta del dimenticato continente di Kalimdor. Thrall rubò alcune navi umane, e si mise in viaggio seguito dai clan orcheschi a lui fedeli; più tardi, quando Arthas era ormai diventato un Cavaliere della Morte ed il Flagello si stava abbattendo senza pietà su Lordaeron, anche Jaina radunò un nutrito seguito e partì alla volta di Kalimdor prima della caduta di Dalaran.
 
Durante il viaggio, le navi che trasportavano l'Orda incontrarono una terribile tempesta, e furono costrette a gettare l'ancora nei pressi di una piccola isola vulcanica dimenticata, dove un vecchio avamposto umano, ignaro degli eventi in corso sulla terraferma, tormentava da anni una tribù di Troll (curiosamente, questo episodio compare solamente nella versione ''demo'' di Warcraft III, scaricabile dal sito della Blizzard ai tempi del lancio del terzo capitolo della saga; gli eventi narrati sono tuttavia importanti, poiché descrivono l'ingresso nell'Orda dei Troll della Giungla).
I troll dell'isola sono visibilmente differenti rispetto alle tribù silvane del continente: la loro pelle ha un colorito tendente al blu/grigio, preferiscono utilizzare delle corte lance al posto delle asce dei loro cugini e la loro magia è più adatta per la difesa e la guarigione che per il combattimento. Thrall concluse un accordo con l'anziano capo dei Troll della Giungla, acconsentendo a liberare questi ultimi dalla minaccia della guarnigione umana di stanza sull'isola. Il tempo era però tiranno: la terra già tremava all'arrivo degli orchi, e man mano che le ore passavano il vulcano ruggiva sempre più minaccioso. Durante l'assalto finale all'avamposto degli umani, l'isola iniziò a sprofondare e creature marine e d'ogni sorta emersero dalle acque per gremire chiunque fosse così sventurato da trovarsi lì. Umani, orchi e troll vennero trascinati nel regno sotterraneo di una non meglio identificata "Strega del Mare", e lì imprigionati in attesa di essere sacrificati. Thrall riuscì a liberarsi, e a far evadere dalle loro celle le sue truppe e i troll superstiti, ritornando in superficie.
Mentre l'isola era sul punto di essere del tutto inghiottita dalle acque, e l'avamposto di Thrall si trovava sotto attacco da parte delle forze della Strega, orchi e troll lavorarono freneticamente per ultimare le ultime riparazioni alle navi. L'Orda riuscì infine a salpare e a riprendere la rotta verso Kalimdor, mentre l'isola veniva definitivamente inghiottita dai flutti e le minacce della Strega si perdevano nel vento.
 
Ma sulle acque l'Orda era proprio destinata a non avere fortuna. Poco prima del loro arrivo sul vecchio continente, le navi di orchi e troll furono sorprese da un'altra tempesta, più violenta della precedente, e fecero naufragio sulle coste meridionali di Kalimdor. Thrall, radunati alcuni superstiti, iniziò le ricerche degli altri compagni, e in particolare del clan Warsong dell'amico Hellscream. Durante questa ricerca, l'Orda si imbatté in una delle popolazioni locali, i Tauren, possenti minotauri minacciati di estinzione dalle razzie dei Centauri. Riconoscendo molte affinità tra la cultura sciamanica del suo popolo e quella dei Tauren, Thrall strinse un'alleanza con loro ed acconsentì a scortarli verso la sede di un misterioso Oracolo. Quel che Thrall non sapeva era che dietro all'Oracolo si celava, ancora una volta, Medivh, e che anche i superstiti dell'Alleanza, guidati da Jaina Proudmoore, erano diretti verso la stessa meta.
 
Thrall riuscì a ricongiungersi con Hellscream, solo per scoprire che questi aveva ingaggiato una serie di schermaglie con gli umani. Il capo dell'Orda, desideroso di evitare ulteriori conflitti con i superstiti dell'Alleanza, decise di inviare Hellscream ed il suo bellicoso clan in missione verso il Kalimdor settentrionale.
 
Nelle verdi foreste del Nord, Grom e i suoi uomini si ritrovarono a dover fronteggiare gli Elfi della Notte, guidati dal semidio Cenarius, che non gradivano la venuta di questi stranieri taglia-alberi. La Legione Infuocata decise di approfittare della situazione, e spinse gli orchi del clan Warsong a bere nuovamente il sangue di Mannoroth il Distruttore, per acquisire la forza necessaria a sconfiggere Cenarius. In questo modo la Legione ottenne due successi in una volta: si era sbarazzata di un antico e pericoloso nemico (Cenarius) e aveva riportato parte degli orchi sotto il proprio controllo.
 
Nei panni del misterioso Oracolo, Medivh riuscì ad attirare nel medesimo luogo Thrall e Jaina, convincendoli a stipulare una tregua e ad alleare le rispettive forze, al fine di fermare gli Orchi del Caos guidati da Grom e salvare il clan Warsong dalla corruzione. I due eserciti coalizzati riuscirono nell'impresa, e la combinazione delle magie umane e orchesche riportarono alla ragione Grom e il suo clan.
 
Hellscream, tuttavia, sentendosi colpevole per aver riportato il suo popolo sul cammino della dannazione, decide di affrontare in campo aperto Mannoroth in persona: in un disperato duello l'orco riuscì, a prezzo della sua stessa vita, ad uccidere il demone, ponendo fine per sempre alla maledizione che gravava sul suo popolo.
 
Gli Elfi della Notte, però, rimasero ostili ai nuovi arrivati, e inizialmente attaccarono gli accampamenti ora sia umani che orcheschi allo scopo di ricacciare gli stranieri da dov'erano venuti. Ma ben presto la loro attenzione dovette spostarsi altrove, allorché il Flagello e la Legione Infuocata approdarono a Kalimdor.
 
Disperata per la situazione, [[Tyrande Whisperwind]], dopo aver risvegliato [[Malfurion Stormrage]] e tutti i druidi elfici dal loro sonno nel [[Sogno di Smeraldo|Sogno Smeraldino]], liberò [[Illidan]] dalla sua prigionia durata 10.000 anni. Il Cacciatore di Demoni aiutò inizialmente gli Elfi della Notte, ma in seguito cadde nuovamente preda della sete di potere: allo scopo dichiarato di eliminare definitivamente il Signore delle Tenebre Tichondrius, dopo essere stato ragguagliato da Arthas, giunto segretamente su Kalimdor per ordine del Re dei Lich, Illidan si mise alla ricerca del [[Teschio di Gul'dan]], una potente arma magica in possesso delle forze demoniache, e ne consumò il potere divenendo un demone a sua volta. Inorriditi dal suo aspetto e dalla corruzione in cui era caduto, gli altri Elfi della Notte lo ripudiarono per sempre.
 
===La Battaglia del Monte Hyjal===
Infine Medivh riuscì a far incontrare Jaina Proudmoore, capo dell'Alleanza su Kalimdor (formata da Umani, Elfi Alti, Nani e Gnomi), Thrall, capo dell'Orda (formata da Orchi <ref>Gli Ogre e i Troll silvani si sono dispersi per l'intero continente di Lordaeron subito dopo la sconfitta dell'Orda alla conclusione della [[#La_Seconda_Guerra|Seconda Guerra]], gli Ogre scegliendo una vita nomade e piuttosto primitiva di cacciatori e raccoglitori, e i Troll ritornando al loro stile di vita originale. Soltanto alcuni di loro sono rimasti con l'Orda, ma hanno tutti deciso di rimanere a Lordaeron insieme a quella parte libera ma nascosta dell'Orda che non è sotto il comando di Thrall e che non l'ha mai incontrato (e perciò ancora fedele alla magia demoniaca).</ref>, Tauren e Troll della Giungla), Malfurion Stormrage, Arcidruido e capo di tutti i druidi degli Elfi della Notte, e Tyrande Whisperwind, Somma Sacerdotessa di Elune e capo delle Sentinelle elfiche. Le tre coalizioni si allearono per salvare l'Albero del Mondo dall'arrivo di Archimonde e delle sue truppe.
 
Infine, in un'epica battaglia combattuta sulle pendici del Monte Hyjal, le razze mortali sconfissero (forse) per sempre e per tutti i mondi la Legione Infuocata, grazie anche all'aiuto degli spiriti della foresta, i quali disintegrarono letteralmente Archimonde costringendo definitivamente i Demoni rimasti a far ritorno, dispersi e in fuga, al Limbo Infernale.
 
==Quarta parte: La Ricostruzione==
===Le conseguenze della sconfitta dei demoni===
I Demoni finalmente sconfitti, le razze mortali cercarono di ricostruire ciò che avevano perduto. L'uccisione di Archimonde era avvenuta sottoforma di una terribile esplosione che aveva bruciato l'Albero del Mondo e tutta la conca montana dove si trovava. La quasi totale morte dell'Albero (che per fortuna non coinvolse le sue radici) aveva fatto si che gli Elfi della Notte perdessero la loro immortalità e gran parte dei loro poteri, almeno finché l'Albero non fosse ricresciuto; tuttavia essi avevano ancora la loro patria ed iniziarono a tentare di risanare le foreste corrotte dai Demoni.
 
Gli Orchi ed i Troll della Giungla, che avevano perso la loro patria, decisero di ricominciare da capo nel continente in gran parte selvaggio di Kalimdor. Scelsero di reclamare come loro una zona che chiamarono Durotar, in onore del padre di Thrall, e costruirono la capitale di Orgrimmar, in onore del capo dell'Orda durante la Prima e la Seconda Guerra.
 
I Tauren, il popolo di creature taurine che era entrato di recente a far parte dell'Orda e che avevano fino a quel momento condotto un'esistenza da nomadi in giro per Kalimdor, presero esempio dai loro alleati Orchi, e fondarono la loro capitale, Thunder Bluff, nelle pianure di Mulgore.
 
I popoli dell'Alleanza, sapendo che a Lordaeron li aspettavano solamente il Flagello dei Non-Morti e le rovine di quelli che una volta erano i loro antichi regni, se si escludeva un ritorno da profughi nel Regno meridionale di Stormwind, costruirono una città-fortezza su una piccola isola nelle vicinanze delle coste orientali di Kalimdor, che porta lo stesso nome dell'isola: [[Theramore]].
 
A Lordaeron tutti gli antichi regni umani ed elfici settentrionali erano ormai in mano al Flagello. Oltre al regno umano meridionale di Stormwind, resisteva ancora il regno nanico di Khaz Modan, meta di numerosi profughi umani. Una piccola parte dell'Alleanza sopravvissuta alla strage però tentava di ricostruire una base militare tra le rovine dell'antica cittadella magica di Dalaran, formando quindi l'ultimo gruppo di resistenza settentrionale al potere del Flagello.
 
===L'Arrivo dell'Ammiraglio Proudmoore===
A turbare l'instabile pace di Kalimdor fu il Grand'Ammiraglio Daelin Proudmoore, padre di Jaina Proudmoore, che sbarcò poco tempo dopo con altri rifugiati Umani. A differenza di sua figlia, che era giunta a rispettare gli Orchi ed in particolare il loro Capo, l'Ammiraglio era ancora convinto che si trattassero solamente di bestie feroci, che andavano eliminate se si voleva raggiungere una vera pace. Inizio così una serie infinita di battaglie tra l'Orda e le forze del Grand'Ammiraglio. Jaina tentò di persuadere il padre che gli Orchi non erano più quelli di una volta, ma l'Ammiraglio non si lasciò convincere dalle argomentazioni della figlia. Alla fine Jaina si schierò a malincuore con l'Orda per salvaguardare la pace di Kalimdor. Le forze del Grand'Ammiraglio vennero sconfitte e il padre di Jaina rimase ucciso in battaglia. Thrall e Jaina firmarono un accordo di non aggressione per gli anni a venire.
 
===L'Esercito di Illidan===
Intanto Illidan, il Traditore, l'ex-Cacciatore di Demoni divenuto Demone egli stesso, covava vendetta e bramava altro potere. Egli era stato contattato dall'ultimo dei grandi Demoni ancora in vita, Kil'jaeden. Kil'jaeden voleva che Illidan distruggesse il Re dei Lich, ormai indipendente dall'influenza demoniaca. Illidan si alleò allora con i [[Naga (Warcraft)|Naga]], gli antichi Elfi seguaci della regina Azshara che pur di sopravvivere in seguito all'implosione del Pozzo dell'Eternità ad opera di Malfurion si erano lasciati trasformare in rettili anfibi dagli Dei dell'Antichità. Illidan promise di guidarli alla conquista della superficie.
 
Con questo nuovo esercito ai suoi ordini e sebbene fosse continuamente ostacolato dal capo dei guardiani delle carceri degli elfi della notte, Maiev Shadowsong, suo carceriere personale durante gli anni della prigionia, Illidan riuscì infine a raggiungere la Tomba di Sargeras e ad impadronirsi di un frammento del corpo originario del Titano Oscuro, ucciso da Aegwynn: uno dei suoi occhi, un oggetto intriso di immenso potere magico. Non riuscì però ad usarlo per distruggere il Trono Ghiacciato come era sua intenzione grazie agli sforzi congiunti di Elfi della Notte ed Elfi del Sangue (nome preso dagli Elfi Alti dopo essere stati sconfitti dal Flagello), che tentavano di ostacolarlo in quanto il suo incantesimo stava spaccando in due il mondo di Azeroth. Dopo essere stato catturato venne ancora una volta lasciato in libertà da Malfurion come compenso per aver salvato la Sacerdotessa Tyrande dai Non Morti.
 
Di nuovo libero, Illidan temeva la vendetta di Kil'jaeden per aver fallito il suo obiettivo. Si rifugiò quindi nel distrutto mondo di Draenor, sempre seguito come un'ombra dall'implacabile guardiana Maiev, e inviò la Strega Naga Lady Vashj a reclutare nuove truppe.
<br>La Strega pensò che gli Elfi del Sangue sarebbero stati alleati perfetti. Accomunati dalla comune discendenza dai Quel'dorei servitori di Azshara, Vashj offrì al principe degli Elfi del Sangue, Kael'thas Sunstrider, una cura alla sete di magia che affliggeva il suo popolo dopo la corruzione del Pozzo Solare: la magia dei demoni. Gli promise che Lord Illidan poteva dar loro tutta la magia di cui necessitavano. Alla fine il principe Kael seguì Lady Vashj alle Terre Esterne, anche perché il suo popolo era malvoluto in maniera [[razzismo|razzista]] dall'allora capo dell'Alleanza di Lordaeron, il Gran Maresciallo Garithos.
</br>Dopo averlo liberato da Maiev, che era riuscita nuovamente ad acciuffarlo, Elfi del Sangue e Naga si congiunsero finalmente ad Illidan, a cui venne concessa un'ultima possibilità da Kil’jaeden per distruggere il Re dei Lich.
 
===Lo Scisma del Flagello===
Intanto il principe Arthas, che ora voleva essere chiamato "''Re''" Arthas come simbolo del suo dominio su tutto Lordaeron, aveva scoperto tempo dopo il suo ritorno da Kalimdor che i poteri del Re dei Lich si erano molto indeboliti a causa dell'incantesimo distruttivo che Illidan aveva fatto lanciare con l'aiuto dell'Occhio di Sargeras, e di conseguenza anche i suoi. Il Re dei Lich non aveva più abbastanza potere per controllare tutto il suo immenso esercito di Non Morti e molti sfuggirono al suo controllo. Oltre a coloro che erano rimasti fedeli al Re dei Lich, capeggiati da Arthas e da Kel’thuzad, erano nate due nuove fazioni. La prima era costituita dagli eserciti dei tre Signori delle Tenebre principali che erano stati lasciati dalla Legione Infuocata a guardia del Flagello di Lordaeron e che adesso ne reclamavano il comando in nome della Legione. La seconda era quella dei Non Morti schieratisi con Sylvanas Windrunner, la Regina delle Banshee, una volta Ranger degli Elfi Alti che aveva protetto Quel’Thalas fino alla morte e che quindi per punizione era stata trasformata da Arthas in una serva Non Morta. Per questo adesso voleva vendetta contro colui che l' aveva ridotta in questo stato: Arthas.
 
Circondato dai Signori delle Tenebre e da Sylvanas e richiamato dal Re dei Lich al Trono Ghiacciato, Arthas partì per Northrend, lasciando a Kel’Thuzad il compito di comandare le truppe del Flagello ancora fedeli al Re dei Lich.
 
Partito Arthas, Sylvanas rivolse la propria ira contro i Signori delle Tenebre (Varimathras, Balnazzar e Detheroc), che avevano cercato di convincerla ad allearsi a loro e che quindi avevano tentato per l’ennesima volta di controllarla. Nonostante fossero tre eserciti contro uno, alla fine fu Sylvanas a risultare vincitrice, anche grazie al tradimento di uno dei tre Signori (Varimathras) per salvarsi la vita e grazie all’aiuto dell’esercito dell’Alleanza di Lord Garithos (che dopo la vittoria fu prontamente ucciso), ingannato con la promessa della restituzione delle loro terre agli Umani.
 
Nel frattempo Arthas arrivato a Northrend scoprì che gli eserciti di Elfi del Sangue e Naga di Illidan erano lì per tentare di distruggere il Re dei Lich. Dopo aspri combattimenti e dopo aver sconfitto in duello Illidan fu Arthas a riuscire a raggiungere il Trono Ghiacciato, che distrusse con la sua spada Frostmourne per liberare lo spirito imprigionato del Re dei Lich, totalmente schiavo di quest'ultimo. Il Re dei Lich si fuse con l’anima di Arthas e si impossessò del suo corpo. Egli ed Arthas divennero un’unica entità. Il Re dei Lich ora ha nuovamente un corpo mobile, ed è più potente che mai.
 
===Il mondo di Azeroth dopo lo Scisma===
{{vedi anche|Re dei Lich#La Fusione}}
Questa dunque la situazione subito dopo lo Scisma del Flagello: quest'ultimo (ora governato di nuovo unicamente dal nuovo Re dei Lich) controlla un terzo di tutte le terre del continente orientale, per la precisione la zona settentrionale, in cui si trovavano (tra gli altri) i regni di Lordaeron e Quel'thalas. Fanno eccezione gli antichi territori di Dalaran, il cui esercito però è caduto nel caos in seguito all'uccisione di Garithos, e le radure Tirisfal, la maggior parte del quale controllato da Sylvanas (i cui seguaci, chiamati [[Reietti (Warcraft)|Reietti]], si sono uniti all' Orda) e il resto da una resistenza umana collegata a quella di Dalaran.
 
Subito sotto le terre del Flagello resiste con estrema efficienza il regno nanico di Khaz Modan, in cui il Flagello stesso non è riuscito ancora a penetrare. Al di sotto di Khaz Modan si trova il regno umano di Stormwind, che continua ad inviare delle truppe per sostenere Khaz Modan sul fronte difensivo e per tentare di scacciare il Flagello dal continente.
Northrend è anch'esso dominato incontrastatamente dal Re dei Lich, ad eccezione di quelle terre dove hanno il loro riparo e il loro terreno di caccia i rimanenti Draghi Blu e il loro signore [[Divinità di Warcraft#Malygos, il Tessitore d'Incantesimi|Malygos]], dove questi riescono ancora a vivere e a riprodursi senza troppe difficoltà grazie all'assoluta mancanza d'interesse che il Re dei Lich ha per i loro vivi e per i loro territori. Gli avamposti che i Nani in particolare e l'Alleanza in generale avevano su questo continente sono stati tutti distrutti dal Flagello, e i loro residenti sterminati.
 
Gli accampamenti che Elfi del Sangue e Naga avevano installato su Northrend sotto il comando di Illidan sono stati distrutti; tuttavia, i loro residenti (e cioè l'intero esercito di Illidan) non sono stati sterminati, essendo fuggiti (incolumi) quasi tutti con l'aiuto dei loro maghi e delle loro streghe subito dopo la sconfitta di Illidan per mano di Arthas e il crollo della parete esterna del picco gelato dove si trova tuttora il Trono Ghiacciato, seguito alla liberazione di Ner'zhul. La situazione attuale dei Naga è sconosciuta; sappiamo però che sono alla ricerca del loro padrone demoniaco Illidan, che al momento si è rifugiato nel suo Black Temple, nella [[Valle di Shadowmoon]], su Draenor. Dentro il suo santuario di malvagità egli ha raggruppato parte della Legione Infuocata allo sbando dopo la morte di Archimonde: qualcosa lascia pensare che le invasioni demoniache su Azeroth non siano finite.
 
Kael'thas e una parte del suo popolo hanno seguito direttamente il loro padrone nelle Terre Esterne, ma prima di partire Kael'thas ha ordinato alla gran parte dei suoi Elfi di ricostruire il regno di Quel'Thalas ad ogni costo, cosa che gli Elfi del Sangue, infine, sono riusciti a fare almeno in parte, nonostante l'opposizione dei Non-morti.
 
A Kalimdor e nelle isole (la maggior parte delle quali non hanno mai preso parte a tutti questi eventi) la situazione è decisamente migliore. Il Flagello (e quindi i non-morti), così come quasi tutti i residui demoniaci, in questo continente e nelle isole circostanti sono ormai solo un ricordo. Le varie razze hanno vasti anche se ben delimitati spazi, e coabitano in pace e nell'aiuto reciproco, anche se molti degli individui dell'una o dell'altra coalizione continuano a conservare pregiudizi piuttosto duri a morire. La natura si riprende velocemente, e gli Elfi della Notte gioiscono per questo, anche se rattristati per la morte di Cenarius, che ne insegnò loro la maggior parte dei segreti. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. La regione di Felwood, corrotta durante la Guerra degli Antichi dalla Legione, è ancora un covo insanabile (nonostante la morte del penultimo e più diretto capo della Legione) di strane malattie e di creature mutilate o deformi e ignare di cosa sia l'armonia, mentre per ora gli Elfi della Notte hanno perso la loro immortalità e la loro eterna giovinezza.
</br>Nonostante tutto, però, il mondo di Azeroth continua ad andare avanti.
 
==Quinta Parte:Il mondo dopo la Ricostruzione==
===World of Warcraft===
{{quote|Io sono Saurfang. Fratello di Broxigar.Voi mi conoscete come Supremo Comandante della Gloria di Kalimdor.Un orco- un vero guerriero orco - desidera solo una cosa: Morire in una battaglia gloriosa contro un odiato nemico.Molti di voi hanno combattuto delle battaglie.Siamo rimasti in pace per molti anni.Molti anni siamo rimasti fermi ma molti anni abbiamo combattuto.In questi anni di guerra - dove la Legione e il Flagello distrusse le nostre case e uccise le nostre famiglie- questi insetti hanno dimorato sotto di noi.Sotto le nostre case- aspettando.Aspettando di distruggere la vita dei nostri piccoli.Per distruggere tutti lungo il loro cammino.Questo fanno per il loro Dio.E per i nostri Dei? Noi difendiamo. Noi restiamo.Noi ci mostriamo come uno. Uniti. Noi distruggiamo.Il loro Dio cadrà.Per morire oggi , su questo campo di battaglia,come muore un orco.Morire oggi è morire per i nsotri piccoli.Per i nostri anziani.Per.... coloro che amiamo.Qualcuno di noi vuole negarsi questa morte? QUESTO ONORE?|Il discorso di Varok Saurfang alle truppe prima della battaglia}}
 
Il mondo di Azeroth sembrava aver raggiunto la pace, in qualche modo.Orda e Alleanza erano in pace tra di loro, nonostante alcune scaramucce nel burrone Warsong, nella valle di Alterac e nel bacino di Arathi.Ma una razza insettoide, nota con il nome di Qiraj, emerse dalla città di Ahn'Qiraj dove era stata rinchiusa dagli Elfi della notte dopo la Guerra delle Sabbie Mobili per distruggere il mondo di Azeroth e i suoi abitanti.Aiutati dal clan Twilight Hammer, i qiraj e i loro imperatori Vek'lor e Vek'linash , sotto il comando del Dio Antico C'Thun,sciamarono fuori dal Tempio di Ahn'qiraj e dalla città di Ahn'qiraj nella regione di Silthius per distruggere ogni forma di vita.I druidi del Cenarion Circle chiesero quindi aiuto ad Orda e Alleanza; questi, messe da parte le loro ostilità, unirono i loro eserciti per distruggere i Qiraj.Iniziò quindi la grande raccolta di viveri ,bendaggi e materiali necessari per supportare le truppe a Silthius.Avventurieri di entrambe le fazioni ( i Player stessi) raccolsero i materiali necessari e ricostruirono lo Scettro delle Sabbie Mobili.Una volta suonato il gong , i Cancelli di Ahn'qiraj si aprirono e Varok Saurfang, Supremo Comandante , con l'aiuto di Leorig von Zeldig,Lynore Windstryke,August Foehammer e Malagav il tattico, guidò la "Gloria di Kalimdor" contro i qiraj e il loro signore. Con l'aiuto degli stessi avventurieri che avevano costruito lo scettro,C'thun venne sconfitto e i qiraj ricacciati nella loro città in cui ancora oggi gli avventurieri, coordinati dal Circolo di Cenarius, si addestrano per potere viaggiare in sicurezza nelle Terre Esterne.
Ma la pace era ancora lontana.Un enorme Necropoli fluttuante era comparsa infatti nelle Terre Infette, mettendo in allarme la Argent Dawn. Infatti la necropoli, denominata Naxxramas, conteneva un potente esercito di non-morti comandato dal Lich Kel'Thuzad.La Argent Dawn inviò quindi avventurieri potenti per fermare i non-morti - i quali però fallirono nell'uccisione del Lich.
===World of Warcraft: The Burning Crusuade===
{{quote|Traditore... in verità, sono io ad essere stato tradito.Tutt'ora mi cacciano. Tutt'ora sono odiato.Ora, i miei occhi ciechi possono vedere ciò che gli altri non possono vedere.E qualche volta la mano del Destino và forzata!Ora andatevene... rilasciate i venti della distruzione... Su tutti loro... Coloro che si oppongono a noi!|Illidan Stormrage ai suoi comandanti}}
 
Mentre l'attenzione dell'Orda e dell'Alleanza era concentrata a Naxxramas,Lord Kazzak,potente comandante dei demoni, aprì il Portale Oscuro e i demoni sciamarono di nuovo su Azeroth da Draenor, il mondo rosso.Per questa impresa Kil'jaeden premiò Kazzak insignendolo del titolo di Signore del Destino.Stabilitosi a Draenor,Kazzak "il supremo" inviò il Grande signore Krull a seminare distruzione per il mondo di Azeroth.Orda e Alleanza, dopo aver sconfitto Krull e i suoi demoni, inviarono i loro eserciti a scoprire cosa fosse successo a chi, durante la seconda guerra, era rimasto a Draenor.Contemporaneamente i Draenei, fuggiti da Draenor e approdati a Kalimdor grazie all'Exodar si unirono all'Alleanza per trovare aiuto contro i demoni della Legione che erano numerosissimi a Draenor;Allo stesso modo gli Elfi del Sangue si unirono all' Orda per raggiungere Kael'thas ed unirsi a lui.
Una volta giunti a Draenor, Nazgrel, designato comandante delle truppe dell'Orda a Draenor, costruì l'avamposto di Thrallmar e spedì Melgromm Highmountain a difendere le scale del Destino assieme alle truppe dell'Orda e dell'Alleanza, comandate da Duron.Il Castello dell'Onore, invece , riservò una sorpresa agli umani: infatti Danath Trollbane, ritenuto disperso e glorificato con una statua a Stormwind,venne trovato laggiù assieme a numerosissimi rifugiati .
Thrall scoprì quindi che la maledizione del sangue non era ancora sparita: infatti numerosi orchi corrotti bloccavono la strada verso la Cittadella del Fuoco Infernale, ed egli scoprì che Kargath Bladefist, allo scopo di non perdere la forza demoniaca, aveva schiavizzato Maghteridon e lasciato che i suoi guerrieri (tutta l'orda rimasta a Draenor) bevessero il suo sangue.Divenuto signore della cittadella, si era alleato con Illidan per mantenere il suo potere.
Amareggiato e deluso, Thrall scoprì però degli strani orchi, tutti marroni e stranamente semi-primitivi: i Mag'Har.
L'Alleanza scoprì anche che l'arcimago Kadghar, signore di Nethergarde e grande eroe della seconda guerra,era ancora vivo e i Draenei poterono tornare a Shattrath.
Orda e Alleanza ingaggiarono quindi battaglia contro i demoni, gli orchi corrotti, gli ogre, gli Arakkoa e i naga allo scopo di aiutare i Mag'Har e i Draenei.
Ma gli elfi scoprirono che il paradiso terrestre descritto da Kael era un inferno di fuoco e la tanto promessa magia era quella dei Demoni che tanto odiavano.Così Gli elfi del sangue corrotti (ad eccezzione di Rommath)vennero dichiarati traditori e quindi Orda e Alleanza si rivoltarono contro di loro.Dopo estenuanti battaglie, sia tra Orda e Alleanza sia contro i Servitori di Illidan,i leader delle rispettive fazioni decisero di distruggere per sempre il Traditore e i suoi luogotenenti.Avventurieri da tutta Azeroth accorsero e uccisero Lady Vashj in uno scontro epocale.Una volta sconfitti i Naga, l'assalto alla Tempio Oscuro( anticamente Tempio di Karabor) potè iniziare.Guerrieri di entrambe le fazioni, coordinati dai Naaru, si scontrarono contro i servi di illidan ed entrarono nel Grande Tempio dove uccisero uno per volta tutti i luogotenenti di Illidan, compreso Teron Gorefiend, fino a scontrarsi contro Il Traditore in persona.Egli, forte della magia demoniaca e delle sua armi, le Lame Gemelle di Azzinoth, affrontò coraggiosamente i guerrieri ma questi, aiutati da Majev Shadowsong e Akama, vinsero uccidendo il Traditore e prendendo le sue lame come trofeo.
Draenor aveva raggiunto la pace, ma Azeroth l'avrebbe persa a breve.
 
==Note==
<references />
 
== Collegamenti esterni ==
==Voci correlate==
* [http://www.napoligrafia.it/monumenti/chiese/maggiori/certosa/certosa01.htm La Certosa di San Martino su Napoligrafia]
*[[Universo di Warcraft]]
 
{{portale|architettura|cattolicesimo|Musei|Napoli}}
==Collegamenti esterni==
*[http://www.wow-italia.com/la-storia.html La storia del mondo immaginario di Warcraft]
 
[[Categoria:Conventi di Napoli|San Martino]]
{{portale|Warcraft}}
[[Categoria:Chiese di Napoli|Martino, Certosa di San]]
[[Categoria:Musei di Napoli]]
[[Categoria:Monumenti nazionali italiani|Certosa di San Martino]]
[[Categoria:Certose|Martino]]
 
[[Categoriacs:AmbientazioneCertosa di Warcraft|San Martino]]
[[en:Certosa di San Martino]]
[[fr:Chartreuse San Martino]]
[[hu:Certosa di San Martino]]
[[th:สำนักสงฆ์คาร์ทูเซียนแห่งซานมาร์ตีโน]]
[[zh:圣玛蒂诺修道院]]