Pettenasco e Chiesa di San Nicola Vescovo (Ceppaloni): differenze tra le pagine

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La Chiesa di San Nicola vescovo si trova nel centro storico di Ceppaloni in [[provincia di Benevento]], [[arcidiocesi di Benevento]].
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|nomeComune = Pettenasco
|panorama = Pettenasco.jpg
|linkStemma = Pettenasco-Stemma.png
|siglaRegione = PMN
|siglaProvincia = NO
|latitudineGradi = 45
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|abitanti = 1.367|anno = 2008
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|frazioni = Crabbia, Pratolungo
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|prefisso = [[0323]]
|istat = 003116
|fiscale = G520
|nomeAbitanti = pettenaschesi
|patrono = Santi [[Santa Caterina|Caterina]] e [[Sant'Audenzio|Audenzio]]
|festivo = 25 novembre
|sito = http://www.comune.pettenasco.no.it
}}
 
== Storia ==
'''Pettenasco''' (in [[lingua piemontese|piemontese]] e in [[lingua lombarda|lombardo]] ''Pitnasch'') è un comune di 1.310 abitanti della [[provincia di Novara]] adagiato a metà della sponda orientale del [[Lago d'Orta]].
 
La chiesa è di antica fondazione come testimoniano le nicchie in stile gotico riferibili ai secoli XII-XIII poste sulla parete della navata di destra.
== Storia ==
La chiesa subì un consistente restauro nel 1502 ad opera dell’arcivescovo di [[Santa Severina]] Alessandro della Marra, zio di Camillo [[della Marra]], feudatario di Ceppaloni. Altri rifacimenti furono realizzati tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento su disposizione dell’arcivescovo card. Vincenzo Maria [[Orsini]], poi papa con il nome di [[Benedetto XIII]].
Negli anni ’20 del Novecento la chiesa fu nuovamente ristrutturata, ma le precarie condizioni statiche peggiorarono con il terremoto del 1934, per cui la chiesa fu chiusa al culto per diversi anni. A seguito del sisma del 1962 la chiesa fu nuovamente dichiarata inagibile ed è stata riaperta dopo i lavori di ristrutturazione e restauro il 29 settembre 1999.
 
La chiesa di S. Nicola vescovo ebbe l'intitolazione a parrocchia arcipretale nel secolo XVII. Precedentemente la chiesa ceppalonese era eretta in [[collegiata]] sotto il titolo di “S. Maria in Piano e annessa di S. Nicola”.
Nel paese sono state rinvenute tombe di epoca romana. Secondo la leggenda della vita di [[San Giulio di Orta|San Giulio]] nel [[IV secolo]] d.C. vi risiedeva il prefetto Audenzio, che aiutò il santo nell'evangelizzazione e fu sepolto accanto a lui nell'[[Isola di San Giulio]]. In epoca medievale fece parte della [[Riviera di San Giulio]] con propri statuti.
Nell'abitato si trovano i resti di alcune case [[medioevo|medievali]], con portali in pietra incisi. Un campaniletto [[romanico]] è quel che rimane dell'antica chiesa dedicata a S. Audenzio ed è unito all'attuale parrocchiale di S. Caterina, eretta nel [[1778]]: questa conserva dipinti del [[XVII secolo]] ed è affiancata da un alto campanile del [[1792]].
 
== Descrizione ==
La presenza di attività molitoria è attesta fin dal primo documento che cita il paese, risalente al [[IX secolo]]. Dalla metà del [[XIX secolo]] vari mulini furono convertiti in tornerie idrauliche, dove i "gratagamul", i tornitori del legno, realizzavano centinaia di oggetti venduti in tutta Italia. Una delle più antiche tornerie è stata convertita in Museo dell'arte della tornitura del legno.
La facciata è a capanna ed è affiancata a sinistra dalla cappella della confraternita del SS. Rosario e Corpo di Cristo edificata verso il 1746.
L’architrave del portale in pietra calcarea reca l’iscrizione relativa al restauro del 1502 e lo stemma dell’arcivescovo di S. Severina Alessandro della Marra. Sopra il portale è posto un bassorilievo in marmo di carrara della stessa epoca raffigurante la [[Madonna delle Grazie]].
 
L’edificio è a pianta rettangolare e l'interno è attualmente diviso in tre navate. L’altare maggiore, in marmo intarsiato, posto in fondo alla navata centrale risale alla prima metà del sec. XVIII. Nella nicchia al di sopra dell’altare è posta la statua di Maria SS. Addolorata, il cui culto iniziò tra il 1814 e il 1829. Lateralmente troviamo la statua lignea di S. Nicola di fattura settecentesca.
== Amministrazione ==
{{ComuniAmministrazione
|NomeSindaco=Ezia Tabozzi
|DataElezione=29/05/2006
|partito=[[lista civica]]
}}
 
Alla fine del [[Seicento]] erano presenti altri quattro altari: uno posto sul lato nord, in una cappella posta in fondo alla navata di destra e dedicato alla [[Madonna delle Grazie]]. Nella navata di sinistra si trovavano gli altari, già presenti nel sec. XVI e dedicati a S. Antonio da Padova, al SS. Corpo di Cristo e del SS. Rosario, quest’ultimi due erano posti in piccole cappelle delle rispettive confraternite.
== Evoluzione demografica ==
{{Demografia/Pettenasco}}
 
=== IIl vigneti di Lunegliocampanile ===
Da un documento di "de vico Petinasco" che elenca legati dal 1622 in avanti, si indicano quali allora fossero i beni posseduti dalla Parrocchiale e dalla Confraternita di S.Spirito.
Vi si trovano tra gli altri:
* un campo di [[vigna]] , dove si dice " a Portigaro "
* un campo di vigna , dove si dice " alla Canossa "
* un campo di vigna , dove si dice " al campo della chiesa "
* un campo con vigna bianca nel territorio di Crabbia, dove si dice " al Capopiano "
* un campo con vigna rossa nel territorio di Lunelio, ove sorge una torre/casaforte che si vuole appartenuta alla regina [[longobardi|longobarda]] [[Teodolinda]].
 
Il campanile della chiesa è situato sul sagrato della chiesa e fu ricostruito intorno alla metà del [[Settecento]] con caratteristiche antisismiche. La costruzione a gradoni con marcapiani in pietra e il distanziamento dalla chiesa è conforme, infatti, alle disposizioni dettate dalla Fabbrica Ecclesiastica, ufficio diocesano fondato dal card. Orsini. Durante il decennio francese vi fu posto l’orologio pubblico, di cui oggi resta solo una labile traccia.
Ancora più anticamente si trovano tracce di una notevole attività vitivinicola infatti negli "statuti di Petinasci" del [[1433]] sono evidenziate alcune prescrizioni tra le quali quella che condannava i [[Canis lupus familiaris|cani]] all'arresto forzato in casa da agosto ad ottobre per conservare intatta l'[[uva]] nelle vigne.
 
=Bibliografia=
Oggi, per non dimenticare ed in onore di un passato ormai perso per sempre (Pettenasco ancora agli inizi del [[XX secolo|1900]] era un fiorente frutteto, la sua copiosa [[frutta]] e [[verdura]] oltre ad essere venduta ai mercati dei borghi attorno al [[lago]] veniva anche esportata nella vicina [[Svizzera]], grazie alla appena sorta linea [[ferrovia]]ria per il [[Traforo del Sempione|Sempione]]), hanno ritrovato vita alcuni vigneti.
Alfredo Rossi, ''Ceppaloni. Storia e società di un paese del regno di Napoli'', Ceppaloni, 2011. ISBN 978-88-906209-0-4.
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.lagodorta.net/scheda.asp?contID=65 Museo dell'arte della tornitura del legno]
* [http://www.lagodorta.net/ Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone]
 
{{Provincia di Novara}}
{{Portale|Piemonte}}
 
[[Categoria:Comuni della provincia di Novara]]
 
[[de:Pettenasco]]
[[en:Pettenasco]]
[[eo:Pettenasco]]
[[es:Pettenasco]]
[[fr:Pettenasco]]
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[[ja:ペッテナスコ]]
[[lmo:Pitnasch]]
[[nap:Pettenasco]]
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[[vi:Pettenasco]]
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