Equazione di Drake e Episodi di Merlin (quinta stagione): differenze tra le pagine

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[[File:Frank Drake - primo piano.JPG|thumb|160px|Frank Drake nel 2008.]]
__NOTOC__{{torna a|Merlin (serie televisiva){{!}}Merlin}}
La '''quinta stagione''' della [[serie televisiva]] '''''Merlin''''' sarà trasmessa nel [[Regno Unito]] dal [[6 ottobre]] [[2012]] sul canale britannico [[BBC One]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.bbc.co.uk/programmes/p00wk9q9|titolo=Merlin Season 5 Episode Guide|editore=[[BBC]]|accesso=28 settembre 2012}}</ref>
 
In [[Italia]] la stagione è inedita.
L''''equazione di Drake''' (nota anche come '''equazione''' o '''formula di Green Bank''') è una formula matematica utilizzata per stimare il numero di civiltà [[Extraterrestre|extraterrestri]] in grado di comunicare esistenti nella nostra [[Via Lattea|galassia]].
 
In questa stagione viene introdotto nel cast un nuovo membro regolare, ovvero [[Alexander Vlahos]] nei panni di [[Mordred]] adulto.
Venne formulata nel [[1961]] dall'[[astronomo]] e [[astrofisico]] [[Stati Uniti|statunitense]] [[Frank Drake]], ed è usata nei campi dell'[[esobiologia]] e della ricerca di forme di vita intelligente extraterrestri (''Search for Extra-Terrestrial Intelligence'', [[SETI]])<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3. P. 38.</ref>.
Inoltre ci saranno alcuni ritorni nel corso della serie, tra cui quello dell'ex regular [[Anthony Head]], nel ruolo di [[Uther Pendragon]], di [[Janet Montgomery]] (Principessa Mithian), [[Lindsay Duncan]] (Regina Annis) e [[Gary Lewis]] (Alator), tutti personaggi introdotti durante la precedente stagione.
 
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==Storia==
!nº
!Titolo originale
!Titolo italiano
!Prima TV UK
!Prima TV Italia
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| 1 || ''[[#Arthur's Bane (Part 1)|Arthur's Bane (Part 1)]]'' || || [[6 ottobre]] [[2012]] ||
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| 2 || ''[[#Arthur's Bane (Part 2)|Arthur's Bane (Part 2)]]'' || || [[13 ottobre]] [[2012]] ||
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| 3 || ''[[#The Death Song of Uther Pendragon|The Death Song of Uther Pendragon]]'' || || [[20 ottobre]] [[2012]] ||
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| 4 || ''[[#Another's Sorrow|Another's Sorrow]]'' || || [[27 ottobre]] [[2012]] ||
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| 5 || || || [[3 novembre]] [[2012]] ||
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| 6 || || || [[10 novembre]] [[2012]] ||
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| 7 || || || [[17 novembre]] [[2012]] ||
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| 8 || || || [[24 novembre]] [[2012]] ||
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| 9 || || || [[1 dicembre]] [[2012]] ||
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| 10 || || || [[8 dicembre]] [[2012]] ||
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| 11 || || || [[15 dicembre]] [[2012]] ||
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| 12 || || || [[22 dicembre]] [[2012]] ||
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| 13 || || || [[29 dicembre]] [[2012]] ||
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== Arthur's Bane (Part 1) ==
Nel [[1960]], Frank Drake condusse la prima ricerca di segnali radio provenienti da civiltà extraterrestri presso il [[Radiotelescopio di Green Bank|National Radio Astronomy Observatory]] di [[Green Bank]], in [[West Virginia]]. Poco più tardi l'[[National Academy of Sciences|Accademia nazionale delle scienze]] statunitense invitò Drake a partecipare ad un incontro sul tema della rilevazione di possibili intelligenze extraterrestri. L'incontro si tenne a Green Bank nel [[1961]], e l'equazione che porta il nome di Drake nacque dalla fase preparatoria dell'incontro stesso. Drake scrisse<ref>[http://www.astrobio.net/index.php?option=com_retrospection&task=detail&id=610 The Drake Equation Revisited: Part I]</ref>:
*Titolo originale: ''Arthur's Bane (Part 1)''
*Diretto da: [[Justin Molotnikov]]
*Scritto da: [[Julian Jones]]
=== Trama ===
Dopo tre anni di pace e prosperità, un'ombra oscura viene gettata su Camelot. Merlino riceve una visione profetica da un morente druido veggente, che lo avverte che presto la grande prova per Albion avrà inizio: nel futuro Artù Pendragon sarà ucciso per mano di un druido, durante una [[Battaglia di Camlann|devastante battaglia]]. Merlino si confida con il Grande Drago, e anche questi lo mette in guardia, dicendogli che lui solo può tenere Artù al sicuro dal fato. I guai però non viaggiano mai da soli, infatti Sir Galvano e Sir Parsifal, partiti per le terre del nord, sono stati catturati da Morgana e fatti prigionieri, costretti a lavorare in delle cave sottostanti ad una fortezza, dove Morgana sta disperatamente cercando, guidata dal druido guerriero Ruadan, la chiave per venire a conoscenza della rovina di Artù.
Dopo una riunione attorno alla [[Tavola Rotonda]], viene deciso di partire alla ricerca degli uomini dispersi nelle lande desolate di Ismere. Dunque, Artù, accompagnato da Merlino, Sir Leon, Sir Elyan e dagli altri cavalieri di Camelot, inizia il suo viaggio verso l'ignoto in cerca di risposte. Chiedendo un passaggio attraverso le terre della Regina Annis, Artù crede di poter evitare di incrociare la strada con Morgana e viene a conoscenza, proprio grazie alla regina, che Morgana e i suoi nuovi alleati, i [[sassoni]], hanno reclutato uomini per tutte le terre e che la strega si trova ad Ismere all'ossessiva ricerca di qualcosa nel sottosuolo. Artù collega gli avvenimenti e può ancora sperare che i suoi uomini siano vivi, tenuti come schiavi nelle miniere di Ismere. Ripreso il viaggio dopo una sosta al castello di Caerleon, Artù decide di fare stanziare un accampamento in un bosco. Nel mentre, a Camelot, la Regina Ginevra ha preso le redini in attesa del ritorno del re. La sua nuova serva, Sefa, ha avuto modo di venire a conoscenza della strada presa da Artù per raggiungere i confini con le terre del nord. Dunque, col favore della notte, va a riferire al padre, che è niente di meno che Ruadan, i piani del Re di Camelot. Ginevra assiste però, sospettosa, la serva lasciare Camelot nel cuore della notte.
Venuta a sapere che Artù è vicino, Morgana parte immediatamente con Ruadan ed esercito sassone a seguito. Raggiunto Artù, Morgana ordina ai suoi uomini di prenderlo vivo o morto, così ha inizio una battaglia per il bosco, con consecutiva fuga di Merlino con un ferito Artù. Sir Elyan e Sir Leon, scampati alla furia dell'esercito di Morgana, fanno rientro a Camelot e comunicano di essere stati attaccati e di aver smarrito il re. Ginevra però ben sa che nessuno poteva conoscere dell'intenzione di Artù di passare per le terre di Caerleon, e dunque arriva alla conclusione che ci sia un traditore fra loro: Sefa. Dopo l'ammissione della serva di aver avvisato Ruadan e che si tratta di un druido, nonché suo padre, Ginevra la condanna a morte per alto tradimento. Intanto, nelle miniere di Ismere, Galvano ha un incontro ravvicinato con una misteriosa creatura: il Diamair, la chiave di tutta la conoscenza.
Artù è nel mentre intenzionato a continuare il viaggio verso il nord per salvare i suoi uomini, e nemmeno Merlino può riuscire a dissuaderlo e convincerlo di tornare indietro. In seguito, i due cadono in una trappola piazzata da dei banditi. Quando vengono ritrovati, Ragnor, uno spietato guerriero sassone, ha intenzione di ucciderli per poi consegnarli a Morgana - e intascare una ricompensa - questo però viene fermato all'ultimo momento da un suo superiore, che ritiene debba essere Morgana stessa a decidere cosa farne di loro: si tratta di [[Mordred]].
*Guest star: [[Liam Cunningham]] (Ruadan), [[Lindsay Duncan]] (Regina Annis), [[John Hurt]] (voce originale di Kilgharrah).
*Altri interpreti: [[Sophie Rundle]] (Sefa), [[Stephen McCole]] (Ragnor), [[Julian Glover]] (Lochru), [[Josette Simon]] (Diamair).
*Ascolti UK: telespettatori 7.120.000<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.barb.co.uk/report/weekly-top-programmes-overview?|titolo=Weekly Top 30 Programmes|editore=BARB}}</ref>
 
== Arthur's Bane (Part 2) ==
{{q|Pianificando l'incontro, mi resi conto con qualche giorno d'anticipo che avevamo bisogno un programma. E così mi scrissi tutte le cose che avevamo bisogno di sapere per capire quanto difficile si sarebbe rivelato entrare in contatto con delle forme di vita extraterrestri. E guardando quell'elenco diventò piuttosto evidente che moltiplicando tutti quei fattori si otteneva un numero, N, che è il numero di civiltà rilevabili nella nostra galassia. Questo, ovviamente, mirando alla ricerca radio, e non alla ricerca di esseri primordiali o primitivi.}}
*Titolo originale: ''Arthur's Bane (Part 2)''
*Diretto da: [[Justin Molotnikov]]
*Scritto da: [[Julian Jones]]
=== Trama ===
Ragnor e Mordred, catturati Artù e Merlino, s’incamminano per le desolate e fredde lande del nord, diretti alla fortezza di Ismere per consegnarli a Morgana. La strega, nel mentre, fa ripetuti incubi in cui ricorda degli ultimi suoi due anni, passati in prigionia di qualcuno insieme al giovane drago Aithusa. Questa pare essere stata addomesticata da Morgana e adesso si trova con lei ad Ismere. Visibilmente sofferente, Aithusa cerca conforto in Morgana, che le promette che presto troveranno il Diamair e con lui la chiave per la conoscenza della rovina di Artù, in modo così da poter compiere la loro vendetta su Camelot.
Intanto, a Camelot, Sefa chiede a Gaius di intercedere per lei e di convincere la Regina a non giustiziarla. Gaius le fa ottenere un’udienza con Ginevra e la ragazza si scusa, dicendo che è stata costretta dal padre nelle sue azioni e che ne è pentita. La Regina però sembra non avere intenzione di cambiare le cose e afferma che la sentenza non può essere annullata. Gaius la supplica di ragionare, ma Ginevra lo prende da parte e gli rivela che non ha nessuna intenzione di uccidere quella povera ragazza. Questa afferma però che vanno mantenute le apparenze per indurre così Ruadan a fare un passo falso, in modo da attirarlo allo scoperto e poterlo catturare.
Costretti a camminare tra i ghiacci del nord, Merlino e Artù sono sempre più esausti e sanno di dover trovare in fretta un modo per fuggire se non vogliono finire nelle grinfie di Morgana. Merlino inoltre è intimorito dalla presenza di Mordred, poiché sia da parole del Grande Drago, sia nella visione mostratagli dal druido vate, pare essere proprio lui il druido destinato ad uccidere Artù.
Ad Ismere, Ruadan avverte Morgana che Sefa è stata condannata a morte. La strega gli dice che non c’è nulla che possano fare per salvarla e che il suo sacrificio sarà per una nobile causa. Ruadan però non ha intenzione di abbandonare la figlia e disubidendo agli ordini, come previsto da Ginevra, si dirige a Camelot per tentare un disperato salvataggio.
Artù e Merlino intanto riescono con uno stratagemma a rubare un pugnale a Ragnor e, liberatisi, iniziano la fuga. Davanti a loro si palesa però un inaspettato ostacolo: una crepaccio tra i ghiacci. Questi devono prendere la rincorsa e compiere un salto di fede per scampare agli inseguitori. Fortunatamente riescono nell’impresa e alla fine seminano gli uomini di Ragnor. Nonostante avendolo in pugno, Artù decide però di risparmiare la vita a Mordred e Merlino lo rimprovera per questo.
A Camelot, Sir Leon e Sir Elyan attaccano Ruadan, che si è infiltrato tra le mura del castello, liberando la figlia dalle segrete. Il druido guerriero viene ferito durante il combattimento, ma nonostante ciò nulla gli impedisce di usare la magia come diversivo e riuscire così a fuggire con Sefa per i boschi adiacenti a Camelot, dove si trova il suo covo. Qui, prima di esalare l’ultimo respiro, scrive un biglietto a Morgana e incarica la figlia di spedirlo tramite un corvo messaggero. Mentre il padre le muore tra le braccia, gli uomini di Camelot si fanno sempre più vicini e dunque Sefa decide di fuggire per il fitto della foresta.
Più tardi, Morgana riceve il messaggio di Ruadan, che l’avverte che Artù non è rientrato a Camelot e che quindi sarà probabilmente diretto da lei. Infatti, nonostante guadagnata la libertà, tutte le strade portano a Ismere, poiché è ancora lì che gli uomini del Re di Camelot sono prigionieri.
Nelle miniere, Galvano rischia la vita colpito a morte dalle sentinelle sassoni di Morgana, ma fortunatamente incrocia la sua strada con il Diamair, che cura le sue ferite. La creatura gli rivela di essere l’ultima della sua razza e di nascondersi dall’uomo, che da tempo immemore continua a perseguitarla alla ricerca della conoscenza eterna che lei può fornire. Galvano è stupito e un po’ sconvolto da questo incontro, ma sa di dovere la vita a quella strana creatura e decide di difenderla e nasconderla dagli uomini di Morgana, che sono lì in sua ricerca.
Mentre Artù e Merlino s’infiltrano nella fortezza attraverso i tunnel di scarico, Ragnor e Mordred fanno rientro con il gruppo di schiavi recuperati per i lavori forzati nelle miniere. Morgana riconosce sbalordita Mordred e gli corre in contro, dandogli il bentornato. Mordred era infatti in sua ricerca e aveva trovato un modo per raggiungerla unendosi agli uomini di Ragnor. Mordred però ben presto comprende che la ragazza non è più la stessa che lasciò otto anni prima, ma che è ora spietata e piena di odio.
Nei sotterranei della fortezza, dove la forza lavoro è costretta a scavare, Artù e Merlino incontrano Parsifal. Questo li avverte che non vede Galvano da più di due giorni e che deve trovarsi da qualche parte dentro le cave. Artù dice a Parsifal di radunare gli altri cavalieri sparsi, mentre loro vanno alla ricerca di Galvano.
Più tardi, Artù e Merlino trovano Galvano in compagnia del Diamair, che si allontana quando gli uomini di Morgana si fanno vicini. Sir Parsifal e il gruppo di cavalieri attaccano i loro aguzzini per cominciare la fuga e l’allarme risuona per la fortezza. Morgana dunque capisce che Artù è vicino e non vede l’ora di occuparsi di lui. Mentre fuggono per le miniere, Artù, Merlino e Galvano hanno uno scontro ravvicinato con Aithusa, che li attacca lanciando fuoco dalle sue fauci. Merlino approfitta della confusione per allontanarsi e andare in contro alla giovane drago, la quale però lo attacca nuovamente. Merlino dunque è costretto ad usare i suoi poteri da Signore dei Draghi per placare l’ira del drago. Una volta calmata, Aithusa si mostra a Merlino come sofferente e gli fa capire di non poter parlare. Quando Artù si avvicina, Merlino è costretto a mandare via il drago. Riuniti, questi fanno allora per andarsene, ma Morgana e Mordred giungono da loro. Infuriata, la strega prende di mira il fratellastro e lo trafigge più volte con un pugnale. Merlino cerca di entrare in azione per salvarlo, ma Morgana lo scaraventa contro una parete rocciosa e gli fa perdere i sensi. Finalmente faccia a faccia con la sua nemesi, a Morgana non resta che infliggere il colpo di grazia, ma mentre sta per farlo, Mordred la pugnala alle spalle, tradendola. Dunque, soccorre Artù, portandolo in salvo dai suoi cavalieri. Nel mentre, il Diamair usa i suoi poteri per far rinvenire Merlino. La creatura si presenta a lui come la chiave di tutta la conoscenza e gli assicura che Morgana non metterà mai le mani sulla verità riguardo la rovina di Artù, poiché lei non lo permetterà. Merlino la ringrazia e poi, avendo intravisto Mordred salvarlo, le domanda se è davvero lui la rovina di Artù. Il Diamair risponde che è in realtà Artù stesso la sua rovina.
Tornati a Camelot, Artù decide di fare Mordred cavaliere della sua Tavola Rotonda, per ringraziarlo di avergli salvato la vita. Merlino prende in seguito da parte il nuovo cavaliere e gli domanda perché abbia deciso di salvare Artù. Questi gli risponde che Artù ha ragione a dire che l’amore che li unisce è più importante del potere che esercitano e che Morgana aveva dimenticato questo, facendosi consumare dall’odio. Nonostante ciò, Merlino ha la sensazione che non si possa tornare indietro e che la grande prova per Albion sia davvero cominciata.
La scena finale mostra Morgana, ancora una volta sopravvissuta, allontanarsi da Ismere con al suo fianco Aithusa.
 
*Guest star: [[Liam Cunningham]] (Ruadan).
Quell'incontro conferì dignità scientifica alla ricerca di intelligenze extrarerrestri (SETI). La dozzina di partecipanti – astronomi, fisici, biologi, industriali e studiosi di scienze sociali – divennero noti come l'"Ordine del Delfino". L'incontro di Green Bank è commemorato sul posto da una [http://www.setileague.org/photos/miscpix/drakeqn.jpg targa].
*Altri interpreti: [[Sophie Rundle]] (Sefa), [[Stephen McCole]] (Ragnor), [[Josette Simon]] (Diamair).
*Ascolti UK: telespettatori
 
== The Death Song of Uther Pendragon==
[[Carl Sagan]], un grande sostenitore dei progetti SETI, ha citato molto spesso la formula, tanto che essa a volte è chiamata erroneamente "equazione di Sagan".
*Titolo originale: ''The Death Song of Uther Pendragon''
*Diretto da: [[Justin Molotnikov]]
*Scritto da: [[Howard Overman]]
=== Trama ===
Merlino e Artù sono a caccia, quando all’improvviso vengono allertati dalle urla di una donna. Questi scoprono che, in un villaggio, un’anziana signora sta per essere giustiziata al rogo. Artù ferma il capo villaggio che sta per appiccare le fiamme e gli ordina di dirgli cosa sta accadendo. L’uomo afferma che la donna sarebbe una strega artefice di sofferenze e malattie che stanno affliggendo il loro villaggio. Artù capisce che la sentenza non è giustificata da prove e decide di liberare la donna. Artù e Merlino dunque la portano con loro verso Camelot, ma questa è gravemente malata e sta per giungere la sua ora. Prima di morire, la presunta strega consegna ad Artù un artefatto capace di invocare gli spiriti dei morti. Tornati a casa, si tengono i festeggiamenti per l’anniversario dell’ascesa di Artù al trono, ma anche la commemorazione della morte del Re Uther. Artù è triste e pensa al padre, tentato di utilizzare i misteriosi poteri concessigli dalla donna. Artù si rivolge a Gaius, che analizza l’oggetto, definendolo “il corno di Cathbad”. Il corno pare fu smarrito dopo l’attacco di Uther all’Isola dei Beati e l’anziano medico afferma di essere stato lui stesso presente alle cerimonie che si tenevano presso il luogo sacro denominato “[[Stonehenge|Le Pietre di Nemeton]]”, dove le sacerdotesse dell’Antica Religione utilizzavano il corno per poter entrare in contatto con i loro antenati. Artù, dopo averci riflettuto, decide di dirigersi presso Nemeton per convocare lo spirito di Uther. Merlino tenta invano di fargli cambiare idea, infatti, arrivati sul posto, Artù suona il corno aprendo un velo fra i due mondi. Il giovane re entra all’interno del passaggio e incontra il padre, che però inaspettatamente lo ammonisce per come si è comportato e per le decisioni prese. Uther sembra avere da ridire sul fatto che Artù abbia sposato una serva, nominato cavalieri degli uomini non di nobile origine e praticato la magia. Dunque gli dice che lo ha disonorato e che ha fallito come re. Artù rimane sconvolto dalle pesanti parole del padre ed è inoltre costretto a lasciarlo presto per evitare di rimanere intrappolato per sempre nel regno dei morti. Dopo l’incontro, Artù fa rientro verso casa, con i duri commenti del padre che gli pesano sulla coscienza. Più tardi, a Camelot iniziano a manifestarsi degli strani eventi: misteriose presenze echeggiano nell’aria, porte si spalancano da sole e il candelabro della sala del trono si scaraventa con violenza contro la Tavola Rotonda, simbolo del regno di Artù. Dopo che Sir Parsifal viene ferito da un’ascia volante, Merlino inizia a domandarsi se qualche spirito abbia attraversato il velo e rivela a Gaius che Artù ha utilizzato il corno per parlare ad Uther. Dunque, Gaius domanda ad Artù se per caso si sia voltato indietro verso lo spirito, prima di tornare dall’altra parte. Artù conferma di averlo fatto e Gaius non ha dubbi: lo spirito di Uther è stato rilasciato nel loro mondo.
Quando Ginevra viene brutalmente aggredita, Artù inizia a preoccuparsi e a convincersi che possa essere davvero il padre l’artefice degli ultimi avvenimenti. Gaius rivela ad Artù che solo chi ha rilasciato lo spirito può farlo tornare indietro, suonando il corno di Cathbad in sua presenza. Dunque, il medico prepara una speciale pozione in grado di far vedere agli occhi di Artù e Merlino lo spirito di Uther.
I due allora si dividono e cominciano una caccia al fantasma per i corridoi del castello, finché Uther non si presenta. Artù incontra il padre nella sala del trono, il quale afferma che non permetterà che il regno che con tanta fatica ha costruito venga distrutto dal suo stesso figlio. Artù gli dice che non ha intenzione di cambiare e che non vuole essere rispettato dagli altri incutendo timore, come invece ha fatto lui. Uther dunque, non vedendo via d’uscita, decide di sbarazzarsi del figlio per il bene del regno. Artù cade a terra privo di sensi, colpito alla testa da un ornamento per mura e Uther si avvicina minaccioso a lui. Lo spettro viene però fermato da Merlino, che usa la magia per difendersi, rivelandosi apertamente. Uther è infuriato nello scoprire che la magia è sempre stata nel cuore di Camelot fin sin da quando lui era in vita e tenta di uccidere il giovane mago. Quando Uther sta per infliggere il colpo di grazia a Merlino, Artù, ripresosi, utilizza il corno e lo rispedisce indietro, in tempo per salvare la vita del suo servo.
Dopo ciò accaduto, Artù si convince che il padre ha sempre governato col pugno di ferro, creandosi fin troppi nemici, e che invece il suo modo di regnare è molto migliore, poiché ha permesso di far tornare finalmente la pace nel regno.
 
*Guest star: [[Anthony Head]] (Uther Pendragon).
==L'equazione==
*Altri interpreti: [[Jane Thorne]] (Valdis), [[Gordon Munro]] (Alrick).
*Ascolti UK: telespettatori
 
== Another's Sorrow ==
La formula dell'equazione di Drake è la seguente<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3. P. 38.</ref>:
*Titolo originale: ''Another's Sorrow''
*Diretto da: [[Ashley Way]]
*Scritto da: [[Jake Michie]]
=== Trama ===
{{...}}
*Guest star: [[Janet Montgomery]] (Mithian), [[Fintan McKeown]] (Re Odin), [[James Fox]] (Re Rodor)
*Ascolti UK: telespettatori
 
== Note ==
:<math>N = R^{*} ~ \times ~ f_{p} ~ \times ~ n_{e} ~ \times ~ f_{l} ~ \times ~ f_{i} ~ \times ~ f_{c} ~ \times ~ L</math>
<references />
 
{{Merlin}}
dove:
{{Portale|televisione}}
 
[[Categoria:Stagioni di Merlin]]
:''N'' &nbsp; è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra [[Galassia]] con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione
:''R''<sup>*</sup> &nbsp; è il tasso medio annuo con cui si [[Formazione stellare|formano]] nuove [[Stella|stelle]] nella [[Via Lattea]]
:''f<sub>p</sub>'' &nbsp;&nbsp; è la frazione di stelle che possiedono [[Pianeta|pianeti]]
:''n<sub>e</sub>'' &nbsp; è il numero medio di pianeti per [[sistema solare]] in condizione di ospitare forme di vita
:''f<sub>l</sub>'' &nbsp;&nbsp; è la frazione dei pianeti ''n<sub>e</sub>'' su cui si è effettivamente sviluppata la [[Organismo vivente|vita]]
:''f<sub>i</sub>'' &nbsp;&nbsp; è la frazione dei pianeti ''f<sub>l</sub>'' su cui si sono evoluti [[intelligenza|esseri intelligenti]]
:''f<sub>c</sub>'' &nbsp;&nbsp; è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di [[Comunicazione|comunicare]]
:''L'' &nbsp;&nbsp; è la stima della [[Tempo|durata]] di queste civiltà evolute
 
[[en:Merlin (series 5)]]
Può non risultare immediatamente chiaro perché nell'equazione compaia il fattore ''R'', cioè perché il numero di civiltà intelligenti esistenti in un dato momento nella galassia debba essere direttamente proporzionale al tasso con cui si formano nuove stelle: in effetti, il prodotto dei primi sei fattori (escluso cioè ''L'') dà il numero di civiltà extraterrestri che nascono ogni anno; moltiplicando poi per la loro durata si ottiene il numero di tali civiltà esistenti in un momento qualsiasi (ad esempio, se si formano in media 0,01 civiltà all'anno e ciascuna dura in media 500 anni, allora in ogni momento ne esisteranno in media 5).
[[fr:Saison 5 de Merlin]]
 
La formula originale di Drake può essere riscritta più realisticamente sostituendo al tasso di [[formazione stellare]] odierno un parametro corrispondente al tasso con cui le stelle si formavano diversi miliardi di anni fa, cioè nell'epoca in cui si suppone che si siano sviluppate le stelle intorno alle quali oggi potrebbe esistere la vita (se il [[Sole]] fosse un esempio tipico, questo significherebbe circa 5 miliardi di anni fa).
 
==Elaborazioni==
 
Come molti esperti hanno evidenziato, l'equazione di Drake è un modello molto semplice, che non tiene conto di alcuni parametri potenzialmente rilevanti. Lo scienziato e autore di [[fantascienza]] statunitense [[David Brin]] ha affermato<ref>G. D. Brin, ''The Great Silence - the Controversy Concerning Extraterrestrial Intelligent Life'', in "Quarterly Journal of the Royal Astronomical Society", 1983. Vol. 24, pagg. 283–309.</ref>:
 
{{quote|<nowiki>[</nowiki>L'equazione di Drake<nowiki>]</nowiki> si esprime solo a proposito del numero di siti in cui intelligenze extraterrestri ''sorgono spontaneamente''. Essa non dice niente di diretto sulla possibilità di un contatto tra un'intelligenza extraterrestre e la sociatà umana contemporanea.}}
 
Poiché è proprio la possibilità di un contatto che interessa la comunità dei progetti SETI, sono stati proposti molti fattori e modifiche addizionali della formula originaria. Tra di essi, per esempio, parametri come il numero di sistemi planetari che una specie intelligente potrebbe colonizzare, sviluppando così nuove civiltà, o il numero di volte che una civiltà potrebbe ricomparire sullo stesso pianeta, eccetera.
 
===Colonizzazioni===
 
Brin stesso in particolare ha proposto una generalizzazione dell'equazione di Drake che includa gli effetti aggiuntivi della [[Colonizzazione dello spazio|colonizzazione]] di altri pianeti da parte di civiltà aliene. Se ogni sito originale si espande con una velocità ''v'', e stabilisce nuovi siti che hanno una durata ''L<nowiki>'</nowiki>'', allora il risultato in termini di comunicabilità con la specie umana viene espresso con un più complesso sistema di tre equazioni<ref>G. D. Brin, ''The Great Silence - the Controversy Concerning Extraterrestrial Intelligent Life'', in "Quarterly Journal of the Royal Astronomical Society", 1983. Vol. 24, pagg. 283–309.</ref>.
 
===Fattori di ricomparsa===
 
Ai fattori dell'equazione di Drake potrebbe poi essere aggiunto un parametro che moltiplica per il numero di volte che una civiltà intelligente potrebbe riproporsi sullo stesso pianeta. Infatti, anche se una civiltà dovesse giungere alla fine della sua esistenza dopo, ad esempio, 10&nbsp;000 anni, la vita potrebbe continuare a esistere sul pianeta per altri miliardi di anni, consentendo a un'altra civiltà di evolversi. In altre parole diverse civiltà, ma anche diverse specie intelligenti, potrebbero succedersi su un pianeta nell'arco della sua esistenza.
 
Se ''n<sub>r</sub>'' è il numero di volte che una nuova civiltà ricompare sullo stesso pianeta sul quale una civiltà precedente si è sviluppata ed è finita, allora il numero totale di civiltà su quel pianeta corrisponde a (1+''n<sub>r</sub>''), che è il vero "fattore di ricomparsa" da aggiungere all'equazione.
 
Tale fattore, che indirettamente quantifica il lasso di tempo che trascorre tra la fine di una civiltà e la comparsa di quella seguente (nonché la somiglianza biologica tra le due), dipende dal tipo di cause che hanno portato alla fine della civiltà precedente e dalla misura dei danni subiti dalla vita sul pianeta in questione. In generale, se l'estinzione fosse dovuta a condizioni di inabitabilità temporanea, ad esempio un [[inverno nucleare]], allora ''n<sub>r</sub>'' potrebbe essere relativamente alto. Se, invece, essa fosse dovuta a un'inabitabilità permanente o molto prolungata, causata ad esempio dall'[[evoluzione stellare]] del sole del sistema, allora ''n<sub>r</sub>'' sarebbe praticamente zero.
 
Nel caso di una estinzione totale della vita potrebbe essere preso in considerazione un fattore simile, ''n<sub>l</sub>'', corrispondente al numero di volte che la vita stessa può comparire su un pianeta sul quale si era già sviluppata una volta. (Tuttavia, tenendo conto del fatto che sulla Terra la vita intelligente ha richiesto circa quattro miliardi di anni per evolversi, e che un sistema planetario come quello del Sole dura circa dieci miliardi di anni, risulta difficile che quest'ultimo fattore possa scostarsi molto dall'unità)<ref>La questione della comparsa di una civiltà su un pianeta in seguito alla degenerazione di una civiltà precedente è il tema centrale di diverse opere di [[fantascienza]], come ad esempio ''Il pianeta delle scimmie'' (sia del [[Il pianeta delle scimmie (romanzo)|romanzo]], sia della [[Il pianeta delle scimmie (film 1968)|versione cinematografica]]).</ref>.
 
[[File:Arecibo message bw.svg|thumb|120px|Il [[messaggio di Arecibo]] rappresenta uno dei pochissimi tentativi dell'uomo di entrare in contatto con esseri extraterrestri.]]
 
===Fattore METI===
 
{{Vedi anche|SETI attivo}}
 
Il [[Radioastronomia|radioastronomo]] [[Russia|russo]] Alexander Zaitsev ha sottolineato che essere in una fase comunicativa non è la stessa cosa che emettere messaggi finalizzati a un contatto alieno. Gli umani ad esempio, pur essendo in una fase comunicativa, non sono una civiltà comunicativa in senso interplanetario: noi non trasmettiamo regolarmente e di proposito messaggi destinati ad altri sistemi stellari. Per questo motivo ha suggerito di includere nell'equazione classica un "fattore METI" (dove METI sta per ''Messaging to Extra-Terrestrial Intelligence'', "Invio di messaggi a intelligenze extraterrestri"). Tale fattore è definito come "la frazione di civiltà in grado di comunicare con una consapevolezza planetaria chiara e non paranoica", cioè che si impegnano deliberatamente e attivamente in trasmissioni interstellari<ref>[http://www.cplire.ru/html/ra&sr/irm/Drake_equation.html ''The Drake Equation: Adding a METI Factor'' By Dr. Alexander Zaitsev, IRE, Russia]</ref>.
 
==Stime storiche dei parametri==
 
Naturalmente il problema più impegnativo per la ricerca è quello di determinare il valore dei fattori che figurano nell'equazione; esistono considerevoli divergenze sul valore da attribuire a ciascun parametro, le quali si traducono in un profondo disaccordo sul valore finale di ''N''.
 
In questa sezione sono riportati i valori usati da Drake e dai suoi colleghi nel 1961.
 
''R<sup>*</sup> – tasso di formazione stellare nella Via Lattea''
:Il valore di ''R<sup>*</sup>'' si ricava da dati sperimentali astronomici noti con ragionevole precisione, ed è il termine dell'equazione meno discusso. Drake e i suoi colleghi scelsero un valore ''R<sup>*</sup>'' di 10 stelle nuove all'anno (come media sull'arco di vita della nostra galassia).
 
''f<sub>p</sub> – la frazione di tali stelle che possiede pianeti''
:Il termine ''f<sub>p</sub>'' è meno sicuro, ma è comunque molto meno dubbio dei parametri seguenti. Si decise di inserire ''f<sub>p</sub>'' = 0,5 (ipotizzando cioè che metà delle stelle possieda pianeti).
 
''n<sub>e</sub> – il numero medio di pianeti (o satelliti) per sistema stellare che presentano condizioni potenzialmente compatibili con la vita''
:Il valore di ''n<sub>e</sub>'' venne basato sulle caratteristiche del nostro [[sistema solare]], dato che negli [[anni 1960|anni sessanta]] era quasi impossibile rilevare [[Pianeta terrestre|pianeti terrestri]] [[Pianeta extrasolare|extrasolari]], a causa delle loro ridotte dimensioni. Venne usato ''n<sub>e</sub>'' = 2 (ogni stella con un sistema planetario possiede due pianeti capaci di supportare la vita).
 
''f<sub>l</sub> – la frazione di essi che effettivamente sviluppa la vita''
:Per ''f<sub>l</sub>'' Drake usò il valore 1 (il che significherebbe che tutti i pianeti in grado di farlo sviluppano la vita); ma questa scelta risulta problematica, sempre in relazione al nostro sistema solare, perché è in [[contraddizione]] con il valore di ''n<sub>e</sub>'' (a meno di non scoprire che anche [[Marte (astronomia)|Marte]] ospita o ha ospitato vita intelligente). Inoltre, la scoperta di numerosi [[Pianeta gioviano|pianeti gioviani]] (giganti gassosi) in orbite vicine alle loro stelle ha fatto nascere dei dubbi sul fatto che sia comune che i pianeti terrestri sopravvivano alla nascita del loro sistema solare. Infine, la maggior parte delle stelle della nostra galassia sono [[Nana rossa|nane rosse]], intorno alle quali risulta improbabile che si sviluppi la vita. D'altro canto, la possibilità che la vita nasca anche sui [[Satellite naturale|satelliti]] e non solo sui pianeti può compensare questi fattori, anche se rende più complessa la questione.
 
:Prove [[Geologia|geologiche]] ricavate dallo studio della [[Terra]] suggeriscono che ''f<sub>l</sub>'' potrebbe essere molto alto; la vita sulla Terra sembra essere iniziata quasi nello stesso periodo in cui si sono presentate le condizioni favorevoli, suggerendo che l'[[abiogenesi]] potrebbe essere relativamente comune laddove le condizioni la rendono possibile. La stessa idea sembra essere supportata anche dai rislultati di esperimenti come quello di [[Esperimento di Miller-Urey|Miller-Urey]], che dimostrano che in condizioni adeguate le [[Molecola|molecole]] [[Chimica organica|organiche]] possono formarsi spontaneamente a partire da [[Elemento (chimica)|elementi]] semplici. Tuttavia queste prove si basano esclusivamente su dati relativi alla Terra, cosicché la base statistica è estremamente ridotta; e inoltre sono influenzate dal [[principio antropico]], nel senso che la Terra può non essere un campione perfettamente tipico, visto che siamo obbligati a sceglierla come modello perché su di essa la vita si è effettivamente sviluppata.
 
{{Vedi anche|Abitabilità planetaria|Abitabilità dei sistemi planetari delle nane rosse}}
 
''f<sub>i</sub> – la frazione di essi che effettivamente sviluppa vita'' intelligente ''e f<sub>c</sub> – la frazione di essi che è in grado e decide di comunicare''
:Difficoltà legate al principio antropico si pongono anche nella stima di ''f<sub>i</sub>'' e ''f<sub>c</sub>'' quando si considera la Terra come modello. Un'intelligenza capace di comunicare si è sviluppata su questo pianeta solo una volta in 4 miliardi di anni di storia della vita sulla Terra: se generalizzata, questa considerazione implica che solo pianeti piuttosto vecchi possono supportare vita intelligente in grado di tentare comunicazioni interplanetarie. D'altronde, per quanto riguarda l'uomo, la capacità di intraprendere tentativi di comunicazione extraterrestresi è sviluppata piuttosto in fretta, appena 100&nbsp;000 anni dopo la nascita della specie ''[[Homo sapiens]]'', e appena 100 anni dopo lo sviluppo delle capacità tecnologiche necessarie. Si scelse di valutare entrambi i fattori come 0,01 (il che significa che su un centesimo dei pianeti in cui si sviluppa la vita tale vita è intelligente, e che un centesimo delle forme di vita intelligenti sviluppa la capacità di comunicare su distanze interplanetarie).
 
''L – la durata media della fase comunicativa di ognuna di queste civiltà''
:Anche il fattore ''L'' è estremamente difficile da valutare, ma infine si decise che 10&nbsp;000 anni poteva essere un valore verosimile. [[Carl Sagan]] ha sostenuto che è proprio l'estensione della vita di una civiltà il fattore più importante che determina quanto grande sia il numero di civiltà nella galassia: egli cioè ha posto con forza l'accento sull'importanza e sulla difficoltà per le specie tecnologicamente avanzate di evitare l'autodistruzione. Nel caso di Sagan, l'equazione di Drake è stata un importante fattore motivante per il suo interesse nei problemi ambientali e per i suoi sforzi di sensibilizzazione contro la [[proliferazione nucleare]].
 
I valori di Drake producono un valore ''N'' = 10 × 0,5 × 2 × 1 × 0,01 × 0,01 × 10&nbsp;000 = 10.
 
Ogni variazione dei parametri, anche rimanendo nei limiti della verosimiglianza scientifica, causa notevoli variazioni nel risultato ''N'', portando a aspre contrapposizioni tra "ottimisti" e "pessimisti". I valori di ''N'' tipicamente proposti dagli "ottimisti" si aggirano intorno a 600&nbsp;000, mentre quelli proposti dai "pessimisti" sono nell'ordine di 0,0000001<ref>Piero e Alberto Angela, ''Viaggio nel cosmo'', Milano, Mondadori, 1997. P. 211. ISBN 88-04-46886-6</ref>.
 
==Stime correnti dei parametri==
 
In questa sezione si tenta di fornire una lista delle stime più attendibili dei parametri che compaiono nell'equazione di Drake.
 
''R<sup>*</sup> – tasso di formazione stellare nella Via Lattea''
:I calcoli più recenti della [[NASA]] e dell'[[Agenzia Spaziale Europea|ESA]] indicano che il tasso di formazione stellare attuale nella nostra galassia è di 7 stelle all'anno<ref>[http://www.nasa.gov/centers/goddard/news/topstory/2006/milkyway_seven.html Christopher Wanjek, ''Milky Way Churns Out Seven New Stars Per Year, Scientists Say'', Goddard Space Flight Center, NASA (08-05-2008)]</ref>.
 
''f<sub>p</sub> – la frazione di tali stelle che possiede pianeti''
:Da recenti ricerche di pianeti extrasolari risulta che il 40% di stelle simili al Sole possiedono pianeti<ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8314581.stm Jonathan Amos, ''Scientists announce planet bounty'', BBC News (19 October 2009)]</ref>, e la frazione reale potrebbe essere molto maggiore, poiché solo pianeti considerevolmente più massivi della Terra possono essere rilevati con la tecnologia attuale<ref>Piero e Alberto Angela, ''Viaggio nel cosmo'', Milano, Mondadori, 1997. P. 211. ISBN 88-04-46886-6</ref>. Osservazioni all'infrarosso dei dischi di polvere intorno a stelle giovani suggeriscono che il 20-60% delle stelle paragonabili al Sole debbano possedere pianeti terrestri<ref>[http://www.nasa.gov/mission_pages/spitzer/news/spitzer-20080217.html ''Many, Perhaps Most, Nearby Sun-Like Stars May Form Rocky Planets'', NASA, 02-17-2008]</ref>. Osservazioni di fenomeni di [[microlenti gravitazionali]], abbastanza sensibili da rilevare pianeti piuttosto lontani dalle loro stelle, vedono pianeti in circa un terzo dei sistemi esaminati (valore approssimato per difetto, visto che questo sistema è in grado di rilevare solo una parte dei pianeti)<ref>John Chambers, ''Extrasolar planets: More giants in focus'', in "Nature", 467 (23-09-2010). P. 405-406.</ref>. La [[missione Kepler]], dai dati iniziali, stima che circa il 34% dei pianeti ospiti almeno un pianeta<ref>William J. Borucki, David G. Koch; Gibor Basri; Natalie Batalha; Timothy M. Brown e altri, [http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1102/1102.0541.pdf ''Characteristics of planetary candidates observed by Kepler, II: Analysis of the first four months of data''] (PDF). [[arXiv]] (01-02-2011). Anche se vengono chiamati "candidates" nel testo, altre fonti mostrano che la maggior parte di questi candidati si riveleranno veri pianeti.</ref>.
 
''n<sub>e</sub> – il numero medio di pianeti (o satelliti) per sistema stellare che presentano condizioni potenzialmente compatibili con la vita''
:La maggior parte dei pianeti osservati ha orbite molto eccentriche, o troppo vicine al sole per garantire temperature adatte alla vita. Comunque sono noti diversi sistemi planetari che assomigliano maggiormente a quello solare, come [[HD 70642]], [[HD 154345]], [[Gliese 849]] e [[Gliese 581]]. Nelle zone abitabili intorno a queste stelle potrebbero anche esserci altri pianeti paragonabili alla Terra ancora da scoprire. Inoltre, la varietà di sistemi stellari che possono presentare zone di abitabilità non è limitata esclusivamente alle stelle simili al Sole e ai pianeti simili alla Terra; attualmente si ritiene che anche pianeti vincolati a nane rosse in modo da rivolgere alla stella sempre la stessa faccia potrebbero avere zone abitabili, e alcuni dei grandi pianeti già scoperti potrebbe, potenzialmente, supportare la vita<ref>[http://ptp.ipap.jp/link?PTPS/158/24 Geoffrey Marcy, R. Paul Butler, Debra Fischer, Steven Vogt, Jason T. Wright, Chris G. Tinney and Hugh R. A. Jones, ''Observed Properties of Exoplanets: Masses, Orbits, and Metallicities'']</ref>.
 
:All'inizio del [[2008]], due gruppi di ricerca indipendenti hanno concluso che [[Gliese 581 d]] potrebbe essere abitabile<ref>W. von Bloh, C. Bounama, M. Cuntz, and S. Franck, ''The habitability of super-Earths in Gliese 581'', in "Astronomy & Astrophysics", 476, (2007). P. 1365.</ref><ref>F. Selsis, J.F. Kasting, B. Levrard, J. Paillet, I. Ribas, and X. Delfosse, ''Habitable planets around the star Gliese 581?'', in "Astronomy & Astrophysics", 476 (2007). P. 1373</ref>. Poiché sono noti circa 200 sistemi planetari, si può stimare in modo abbastanza approssimativo che ''n<sub>e</sub>'' > 0,005. Nel [[2010]], i ricercatori hanno annunciato la scoperta di [[Gliese 581 g]], un pianeta di 3,1 volte la [[Massa terrestre|massa della Terra]] quasi nel centro della zona abitabile di Gliese 581, un valido candidato per essere il primo pianeta extraterrestre abitabile mai scoperto<ref>[http://arxiv.org/abs/1009.5733 Steven S. Vogt, R. Paul Butler, Eugenio J. Rivera, Nader Haghighipour, Gregory W. Henry, Michael H. Williamson, ''The Lick-Carnegie Exoplanet Survey: A 3.1 M_Earth Planet in the Habitable Zone of the Nearby M3V Star Gliese 581'']</ref>. Data la vicinanza di Gliese 581 e il numero di stelle esaminate con un livello di dettaglio sufficiente a rilevare pianeti terrestri, la percentuale di stelle che possiedono pianeti simili alla Terra dovrebbe essere del 10-20%.
 
:La [[missione Kepler]] della [[NASA]], partita il [[6 marzo]] [[2009]], dovrebbe fornire una stima molto più accurata del numero di pianeti per stella situati in una zona abitabile. Essa infatti può contare su strumenti assai più sensibili che in passato, in grado di rilevare pianeti grandi quanto la Terra con periodi orbitali fino a un anno.
 
:Anche noto il numero di pianeti che si trovano in una zona abitabile, comunque, determinare quanti di essi presentano la giusta combinazione di fattori può essere difficile. Inoltre, se l'[[ipotesi della rarità della Terra]] è valida, l'insieme di caratteristiche verificate sulla Terra potrebbe non essere per niente comune, e il numero ''n<sub>e</sub>'' potrebbe essere estremamente basso, fino a tendere a uno.
 
''f<sub>l</sub> – la frazione di essi che effettivamente sviluppa la vita''
:Nel [[2002]], Charles H. Lineweaver e Tamara M. Davis (dell'Università del Nuovo Galles Del Sud e dell'Australian Centre for Astrobiology) hanno usato un ragionamento statistico basato sul tempo impiegato per svilupparsi dalla vita terrestre per stimare ''f<sub>l</sub>'', ottenendo che esso deve essere maggiore di 0,13 sui pianeti più vecchi di un miliardo di anni<ref>C.H. Lineweaver e T.M. Davis, ''Does the rapid appearance of life on Earth suggest that life is common in the universe?'', in "Astrobiology", 2 (2002). P. 293-304</ref>.
 
''f<sub>i</sub> – la frazione di essi che effettivamente sviluppa vita'' intelligente
:Questo valore rimane particolarmente controverso. Coloro che si esprimono in favore di un valore basso, come il biologo [[Ernst Mayr]], evidenziano che dei miliardi di specie che sono esistite sulla Terra solo una è diventata intelligente<ref>[http://www.planetary.org/explore/why.html Ernst Mayr, ''Can SETI Succeed? Not Likely'']</ref>. Coloro che sono in favore di valori più alti sottolineano invece che la complessità degli esseri viventi tende ad aumentare lungo il corso dell'evoluzione<ref>J.T. Bonner, ''The evolution of complexity by means of natural selection'', Princeton University Press, 1988. ISBN 0691084947</ref>, e ne concludono che l'apparizione di vita intelligente, prima o poi, sia quasi inevitabile.
 
''f<sub>c</sub> – la frazione di essi che è in grado e decide di comunicare''
:Anche se si sono fatte molte speculazioni, su questo parametro non sono disponibili dati concreti.
{{Vedi anche|Paradosso di Fermi}}
 
''L – la durata media della fase comunicativa di ognuna di queste civiltà''
:In un articolo comparso su [[Scientific American]], lo scrittore scientifico Michael Shermer ha proposto per ''L'' il valore di 420 anni, basando la sua stima sulla durata media di sessanta civiltà storiche<ref>[http://www.michaelshermer.com/2002/08/why-et-hasnt-called/ Michael Shermer, ''Why ET Hasn’t Called'', Scientific American, agosto 2002.]</ref>. Utilizzando ventotto civiltà più recenti (successive all'[[Impero romano]]) il valore sarebbe, per le "civiltà moderne", 304 anni. Va però notato che ai fini dell'equazione di Drake questi valori non sono del tutto soddisfacenti, perché nella storia dell'umanità in generale si è avuto un progresso tecnologico abbastanza lineare – cioè ogni civiltà subentrata a una precedente ha conservato e migliorato le realizzazioni già ottenute. Perciò il valore in anni deve tener conto non di una singola civiltà nel senso storico e culturale del termine, ma di una specie nella prospettiva del suo livello di sviluppo tecnologico globale. Nella versione ampliata dell'equazione che tiene conto dei [[#Fattori di ricomparsa|fattori di ricomparsa]], questa mancanza di specificità nella definzione di "civiltà" non influenza il risultato finale, poiché il succedersi di diverse culture può essere descritto come un aumento del fattore di ricomparsa anzi che come un aumento di ''L'': una civiltà si conserva come una successione di culture.
 
:Altri, come l'astrobiologo David Grinspoon, hanno suggerito che una volta che una civiltà si è sviluppata essa potrebbe superare tutte le minacce poste alla sua sopravvivenza, e poi sopravvivere per un periodo indefinito, portando ''L'' all'ordine dei miliardi di anni<ref>David Grinspoon, ''Lonely Planets – The Natural Philosophy of Alien Life'', 2004.</ref>.
 
Valori basati sulle stime citate,
 
:''R<sup>*</sup>'' = 7/anno, ''f<sub>p</sub>'' = 0,5, ''n''<sub>e</sub> = 2, ''f<sub>l</sub>'' = 0,33, ''f<sub>i</sub>'' = 0,01, ''f<sub>c</sub>'' = 0,1, e ''L'' = 10&nbsp;000 anni
danno come risultato
:''N'' = 7 × 0,5 × 2 × 0,33 × 0,01 × 0,1 × 10&nbsp;000 = 23,1
 
==Critiche==
 
Le critiche all'equazione di Drake seguono per la maggior parte dall'osservazione che molti termini della formula sono in gran parte o completamente congetturali. Perciò l'equazione non può portare a nessun tipo di conclusione. T.J. Nelson sostiene<ref>[http://brneurosci.org/reviews/scienceofgod.html T.J. Nelson, recensione di Gerald L. Schroeder, ''The Science of God: The Convergence of Scientific and Biblical Wisdom'', Oxford University Press, 1996.]</ref>:
 
{{quote|L'equazione di Drake consiste in un gran numero di fattori probabilistici moltiplicati tra loro. Poiché ogni fattore è sicuramente compreso tra 0 e 1, il risultato è anch'esso un numero apparentemente ragionevole sicuramente compreso tra 0 e 1. Sfortunatamente, tutti i valori sono ignoti, rendendo il risultato meno che inutile.}}
 
Questa critica, e quelle di questo tipo, non sono in realtà rivolte contro la validità dell'equazione in sé; piuttosto evidenziano che i valori da inserire nella formula ci sono noti in gran parte con un margine di incertezza inaccettabile. Il valore teorico dell'equazione di Drake comunque rimane indiscusso; inoltre, tenendo presente che Drake la formulò come indicazione di massima in vista di future discussioni su civiltà extraterrestri, il suo valore come punto di partenza per il dibattito è notevole: solo in seguito si pone il problema di come procedere sperimentalmente<ref>Jill Tarter, ''The Cosmic Haystack Is Large'', in "Skeptical Inquirer", maggio 2006.</ref><ref>[http://www.planetary.org/explore/topics/seti/seti_history_07.html Amir Alexander, ''The Search for Extraterrestrial Intelligence: A Short History - Part 7: The Birth of the Drake Equation'']</ref>.
 
Un'altra limitazione dell'equazione, che pone le basi di tutt'altro tipo di critiche, consiste nel fatto che i parametri che compaiono nella formula fanno riferimento alla vita intesa in termini strettamente terrestri, cioè a un tipo di esseri approssimativamente [[Umanoide|umanoidi]]. Ad esempio il modo in cui generalmente si calcola il valore di ''f<sub>e</sub>'' (se non la stessa presenza nella formula di un termine di questo tipo) sembra dare per scontato che la vita possa esistere solo in forme sostanzialmente simili a quelle a cui siamo abituati sulla Terra; mentre in linea di principio non è possibile escludere completamente che forme di vita intelligente radicalmente diverse dagli umani possano svilupparsi, ad esempio, su pianeti di tipo gioviano. Evitando, come molti ritengono opportuno fare, le posizioni [[Antropocentrismo|antropocentriche]] o [[Sciovinismo del carbonio|carbonio-scioviniste]], il numero di specie intelligenti nella galassia in teoria potrebbe aumentare sensibilmente.
 
{{Nota
|larghezza = 300px
|titolo = Civiltà aliene e accordatori di pianoforti
|dim-testo =
|contenuto = [[Enrico Fermi]] era noto presso i suoi studenti per la sua abitudine di eseguire a mente stime di ogni tipo di [[Grandezza (fisica)|grandezza]]. Una volta chiese ai suoi studenti quanti [[Accordatura|accordatori]] di [[pianoforte]] ci fossero a [[Chicago]]: il modo in cui calcolò la risposta assomiglia al tipo di ragionamento sotteso all'equazione di Drake.
 
Fermi suppose che Chicago dovesse avere circa tre milioni di abitanti, e che circa una famiglia su venti dovesse possedere un pianoforte. Se la famiglia media è composta da cinque elementi e un piano richede in media un'accordatura all'anno, e se un accordatore può eseguire due accordature al giorno per 200 giorni all'anno, allora Chicago ha bisogno di 75 accordatori. Il risultato è dato semplicemente dal prodotto dei fattori elencati<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3. P. 27.</ref>.
}}
 
==Equazione di Drake e paradosso di Fermi==
 
Il [[Fisica|fisico]] [[Italia|italiano]] [[Enrico Fermi]] propose nel [[1950]] un problema, che oggi dal suo nome è comunemente noto come [[paradosso di Fermi]], che può essere formulato così: ''se nell'universo esiste un gran numero di civiltà aliene, perché la loro presenza non si è mai manifestata?''<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3. P. 38.</ref>
 
Dal momento che nel 1950 l'equazione di Drake non era ancora stata formulata, Fermi dovette inferire l'esistenza di un gran numero di civiltà extraterrestri dal [[principio copernicano]] e da un tipo di ragionamento speculativo che apparentemente gli era abituale, e che è esemplificato dal problema degli accordadori di [[pianoforte]] di [[Chicago]]. In questo senso, Fermi fu probabilmente un precursore di Drake nello stimare la probabilità di un contatto con intelligenze aliene<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3. P. 38.</ref>.
 
Comunque, l'osservazione di Fermi risulta davvero paradossale solo partendo dal presupposto che esistano un gran numero di civiltà extraterrestri in grado di comunicare, cioè che l<nowiki>'</nowiki>''N'' dell'equazione di Drake sia alto. Se le civiltà tecnologiche nella nostra galassia sono rare, il fatto che non siano mai entrate in contatto con noi non è sorprendente. Al contrario, il fatto che non sia mai avvenuto nessun tipo di contatto può costituire una dimostrazione del fatto che ''N'' è piuttosto basso, se non uguale a uno.
 
Se il paradosso di Fermi costituisce un argomento che tende a ridimensionare le stime troppo ottimistiche del valore di ''N'', tuttavia bisogna considerare il fatto che esiste anche un limite inferiore per il valore di ''N'', posto dall'esistenza della nostra stessa specie. Indipendentemente dal [[principio antropico]] infatti nella nostra galassia esiste almeno una specie intelligente in grado di comunicare (la nostra), il che significa che ''N'' deve essere maggiore o uguale a uno. Le stime che vertono su ordini di grandezza di molto inferiori all'unità sono quindi da giudicare eccessivamente restrittive.
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
*Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3.
*[http://www.coseti.org/morris_0.htm Giuseppe Cocconi, Philip Morrison, ''Searching for interstellar communications'', in ''Nature'', 184 (1959), n. 4690, pp. 844-846 PDF]
*Alfonso Cavaliere, ''La comunicazione extraterrestre'', in ''La riscoperta del cielo'', a cura di Livio Gratton, Milano, Edizioni scientifiche e tecniche Mondadori, 1976, pp. 235-254
*[http://www.geosc.psu.edu/~kasting/Meteo_466/Readings/How_To_Find_A_Habitable_Planet.pdf J. F. Kastings, ''How to find a habitable planet'', Princeton, 2009, ISBN 0691138052 PDF]
 
==Voci correlate==
*[[Esobiologia]]
*[[Abitabilità planetaria]]
*[[Principio antropico]]
*[[Principio di mediocrità]]
*[[Ipotesi della rarità della Terra]]
*[[Paradosso di Fermi]]
*[[Scala di Kardashev]]
*[[Singolarità tecnologica]]
*[[SETI]]
*[[Segnale Wow!]]
 
==Collegamenti esterni==
* [http://cfivarese.altervista.org/SI_Drake_Angela.html Piero Angela, ''Quante civiltà extraterrestri?'', da "Nel Cosmo alla ricerca della vita", 1980]
* {{fr}} [http://josephv.free.fr/seti/Drake.html Sito con possibilità di calcolo di N inserendo vari parametri]
 
{{Vita extraterrestre}}
{{Portale|astronomia|biologia}}
 
[[Categoria:Esobiologia]]
 
 
[[az:Dreyk tənliyi]]
[[bg:Уравнение на Дрейк]]
[[bn:ড্রেকের সূত্র]]
[[bs:Drakeova jednačina]]
[[ca:Equació de Drake]]
[[cs:Drakeova rovnice]]
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[[eo:Ekvacio de Drake]]
[[es:Ecuación de Drake]]
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[[hr:Drakeova jednadžba]]
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[[id:Persamaan Drake]]
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[[ml:ഡ്രേക്ക് സമവാക്യം]]
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[[nn:Drake-likninga]]
[[no:Drakes ligning]]
[[pl:Równanie Drake'a]]
[[pt:Equação de Drake]]
[[ro:Ecuația lui Drake]]
[[ru:Уравнение Дрейка]]
[[sk:Drakeova rovnica]]
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[[sq:Ekuacioni Drejk]]
[[sr:Дрејкова једначина]]
[[sv:Drakes ekvation]]
[[th:สมการของเดรก]]
[[tr:Drake denklemi]]
[[uk:Рівняння Дрейка]]
[[vi:Phương trình Drake]]
[[zh:德雷克公式]]