UEFA Champions League e Dora l'esploratrice: differenze tra le pagine

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{{S|animazione}}
{{Nota disambigua|altre competizioni con questo nome|[[Champions League (disambigua)]]|Champions League}}
{{fumetto e animazione
{{Nota disambigua|altre competizioni con questo nome|[[Coppa dei Campioni (disambigua)]]|Coppa dei Campioni}}
|tipo = cartone
{{F|competizioni calcistiche|dicembre 2009|A mio parere davvero poche note per una voce così vasta.}}
|sottotipo = serie TV
{{recentismo}}
|paese = Usa
{{Competizione sportiva
|lingua originale = inglese
|nome= UEFA Champions League
|titolo italiano = Dora l'esploratrice
|logo = Logo UEFA Champions League.png
|titolo = Dora the Explorer
|stagione attuale = UEFA Champions League 2010-2011
|sportautore = Calcio
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|titolo = Campione d'Europa
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|fondazione = [[1955]]
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|partecipanti = 32 squadre
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|formato= 8 gironi A/R di quattro squadre ciascuno, poi eliminazione diretta con le prime due di ogni girone.
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|apertura = luglio (preliminari), settembre (fase a gironi)
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|sito = [http://www.uefa.com/uefachampionsleague/index.html uefa.com]
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|regista = Katie McWane
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}}
{{quote|Dove è... ?|Tipica frase di Dora.}}
L''''UEFA Champions League''' (letteralmente ''Lega dei Campioni''), già '''Coppa dei Campioni d'Europa''' e detta semplicemente '''Champions League''', è il massimo [[torneo]] calcistico europeo per squadre di club maschili.
'''''Dora l'esploratrice''''' è una serie televisiva a [[cartoni animati]] per bambini prodotta da [[Nickelodeon (rete televisiva)|Nickelodeon]].
 
La serie è nota per il suo utilizzo costante dell'interazione con il pubblico: infrangendo la [[quarta parete]], i personaggi del cartone animato si rivolgono direttamente allo spettatore facendo delle domande e restando anche immobili e silenziosi per diversi secondi in attesa della risposta.
Si svolge da luglio (preliminari) a maggio (finale in gara unica), ed assegna il titolo di campione d'[[Europa]] per club.
 
== Personaggi ==
Per livello sportivo e dimensioni finanziarie è la più importante competizione al mondo per [[Squadra di calcio|squadre]] di club.
* '''Dora''': è il personaggio principale, una bimba ispanica di otto anni che in ogni episodio si incammina in un viaggio allo scopo di trovare qualcosa o aiutare qualcuno. Durante l'episodio Dora dialoga direttamente con lo spettatore chiedendo il suo aiuto per andare avanti nella storia e al contempo insegna lo [[Lingua spagnola|spagnolo]] (nell'edizione italiana insegna l'[[Lingua inglese|inglese]]) usando ogni tanto alcune parole o semplici frasi in quella lingua. La voce italiana è di [[Chiara Oliviero]].
* '''Boots la scimmia''': è una scimmietta di 5 anni, nonché il migliore amico di Dora, come un fratello minore in costante adorazione. È dolce e affettuoso, gli piace da matti tenere per mano Dora. A differenza di Dora, Boots a volte fa delle scelte sbagliate e tende a scoraggiarsi. Quando è giù di corda, fa una rapida capriola all'indietro. Nessuno riesce a far ridere Dora come lui. La voce italiana è di [[Monica Ward]].
* '''Swiper la volpe''': è una volpe ladruncola e dispettosa, cerca di rubare ogni cosa e può essere fermato se gli viene detto per tre volte «Swiper non rubare!» da Dora e Boots e lui, invano dice «Oh, accidenti!». La voce italiana è di [[Sergio Luzi]].
* '''Zainetto''': fedele compagno di Dora, porta oggetti indispensabili per l'avventura e soprattutto porta la Mappa. La voce italiana è di [[Antonella Baldini]].
* '''Diego''': un bambino di otto anni, nonché un soccorritore di animali. Aiuta Dora e Boots nelle sue avventure. La voce italiana è di [[Manuel Meli]].
* '''Mappa''': altro fedele compagno dello zainetto di Dora che insegna i luoghi da raggiungere dalla partenza all'arrivo.
* '''Trio Fiesta''': è composto da una lumaca, una cavalletta e un ranocchio dall'aria festosa.
* '''Isa l'iguana''': compagna di viaggio dei protagonisti. La voce italiana è di [[Gilberta Crispino]].
* '''Tyco lo scoiattolo''': compagno di viaggio dei protagonisti che raccoglie spesso ghiande per il viaggio. La voce italiana è di [[Sergio Luzi]].
* '''Benny il toro''': altro compagno di viaggio dei protagonisti. La voce italiana è di [[Gilberta Crispino]].
* '''Mr. Tucan''': aiutante di Dora e Boots.
* '''Wizzle''': aiutante di Dora e Boots.
* '''Troll''': è un vecchio Troll che vive sotto un ponte
* '''Grande Pollo Rosso''': aiutante di Dora e Boots.
* '''Stelle''': accompagnatrici di Dora e Boots.
* '''Uccelli''': accompagnatori di Dora e Boots.
* '''Blue il treno''': un treno parlante che viene aiutato da Dora e Boots per far arrivare primo superando altri treni avversari.
* '''Roberto il Robot''': un robot, aiutante di Dora e Boots.
 
== Curiosità ==
I vincitori del torneo, acquisiscono il diritto di partecipare alla [[Supercoppa uefa]] e al prestigioso [[Mondiale per club]] che
*In un episodio di [[Futurama]] trasmesso su [[Italia 1]], è apparsa una parodia dal titolo "Dora la distruttrice".
assegna il titolo di campione del [[Mondo]] per club.
*La [[Regina di Cuori]] non è uno dei cattivi della [[Disney]], perché è buona e aiuta Dora, Boots e il Grande Pollo Rosso ad attraversare il suo Castello di Carte solo se gli spettatori avranno risposto a qualche domanda sapendo quanti cuori si occorrono ovvero sia sarebbero rimasti in qualsiasi carta nell'episodio "Lo spettacolo di magia del Grande Pollo Rosso".
*Nel film in live action '''"Il primo film di Dora l'esploratrice - Alla Ricerca dell'Orbita dell'Infinito"''', prodotto dalla [[Paramount Pictures]] e College Humour in associazione con [[Universal Pictures]] e [[Nickelodeon]] che uscirà nel 2013, Dora è interpretata da [[Ariel Winter]].
 
== Episodi ==
L'attuale detentore del trofeo è l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], che si è aggiudicata l'edizione [[UEFA Champions League 2009-2010|2009-2010]] del torneo battendo in finale il [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]] a [[Madrid]] il [[22 maggio]] [[2010]].
{{Vedi anche|Episodi di Dora l'esploratrice}}
 
La competizione è stata vinta da 21 squadre, 12 delle quali sono diventate Campione d'Europa per più di una volta. La squadra più titolata è il [[Real Madrid]] con 9 successi, di cui 5 consecutivi dal [[Coppa dei Campioni 1955-1956|1955-1956]] al [[Coppa dei Campioni 1959-1960|1959-1960]]. I madridisti sono seguiti dal [[Associazione Calcio Milan|Milan]] (7 trofei), dal {{fc|Liverpool}} (5), da [[Bayern Monaco]] ed [[Amsterdamsche Football Club Ajax|Ajax]] a pari merito (4).
 
Prima di ogni gara, viene attivato l'inno ufficiale che viene accompagnato dalla classica coreografia sul campo di gioco che consiste nello scuotere un enorme telo (che ricopre il cerchio di centro campo) con sopra il logo della manifestazione. .
 
== Storia ==
{{recentismo|Interi paragrafi dedicati ad una sola edizione, tutti riguardanti le edizioni da fine anni novanta ad oggi; da sfoltire molto.}}
In origine il concetto di [[calcio (sport)|calcio]] internazionale era indossolubilmente legato agli incontri fra le [[Nazionale di calcio|squadre nazionali]], essendo le società di club confinate nell'ambito interno a ciascun paese. Col tempo talune nazioni organizzarono manifestazioni comuni quali la [[Coppa Mitropa|Coppa dell'Europa Centrale]] ([[1927]]) e la [[Coppa Latina]] ([[1949]]), ma tali esperimenti ebbero sempre un limitato raggio d'azione geografico.
L'idea di una competizione paneuropea per formazioni di club nacque nel [[1954]]. In quell'anno sui giornali sportivi [[Francia|francesi]] si aprì in un acceso dibattito su chi fosse la squadra più forte del continente tra gli spagnoli del [[Real Madrid]], gli italiani del [[Associazione Calcio Milan|Milan]], gli ungheresi della [[Budapest Honvéd FC|Honvéd]] e gli inglesi dell'{{fc|Arsenal}}, formazioni all'epoca ai vertici dei rispettivi campionati nazionali. Fu così che il quotidiano transalpino ''[[L'Equipe]]'', diretto da [[Gabriel Hanot]], propose a [[FIFA]] e [[UEFA]] l'idea di un campionato fra i maggiori club d'[[Europa]]. In un primo tempo le due associazioni non si mostrarono entusiaste dell'idea, ma, una volta che ''L'Equipe'' si mosse privatamente coi dirigenti di numerose società, la FIFA impose alla UEFA l'organizzazione del nuovo torneo. Il timore della UEFA era, dall'inizio, quello che un campionato europeo per club potesse avere un successo tale da oscurare sia i campionati nazionali, sia il nascente [[Campionato europeo di calcio|Campionato Europeo per Nazioni]]. Quindi la confederazione continentale decise di limitare il progetto, strutturandolo sul meccanismo dell'eliminazione diretta ed ammettendo una sola società, indicata dalle federazioni nazionali, per ciascun paese.
 
=== Le origini (1955) ===
Fu così che venne alla luce la Coppa dei Campioni d'Europa (in [[lingua francese|francese]] ''Coupe des clubs champions européens'', in [[lingua inglese|inglese]] ''European Cup'') tenuta sotto l'egida della UEFA. A quella storica prima edizione presero parte sedici formazioni provenienti dalle principali federazioni calcistiche. Unica assenza di spicco fu quella della [[Football Association]] inglese, che non riteneva la nuova coppa all'altezza del blasone dei fondatori del ''football''.
La partita inaugurale fu giocata domenica [[4 settembre]] [[1955]] a [[Lisbona]] fra lo [[Sporting Lisbona]] e gli jugoslavi del [[FK Partizan|Partizan Belgrado]]. Curiosamente, nessuna di queste due squadre vantava in quel momento il titolo nazionale nel proprio paese. Ogni singola federazione era infatti libera di designare la propria rappresentante in piena libertà, con una vaga condizione che la società prescelta avesse vinto almeno una volta il campionato nazionale in passato. Nei fatti, solo sette delle partecipanti erano campioni in carica, e ciò lasciò un curioso strascico linguistico negli anni a venire, dato che l'espressione ''Coppa dei Campioni d'Europa'' fu tendenzialmente ridotta a ''Coppa dei Campioni'' nei paesi che subito ebbero a rappresentarli la detentrice dello scudetto, e invece a ''Coppa d'Europa'' negli altri.
La formula della coppa era la semplice eliminazione diretta con gare di andata e ritorno, tranne la finale da disputarsi in campo neutro a [[Parigi]]. I primi Campioni d'Europa furono gli spagnoli del [[Real Madrid]] che, battendo i francesi del [[Stade de Reims-Champagne|Reims]] davanti a quarantamila spettatori, diede inizio ad uno storico quinquiennio di inarrestabili trionfi.
 
=== Il dominio del Real Madrid (1956-1960) ===
[[File:Trofeo original de la Copa de Europa.jpg|thumb|left|92px|Il trofeo originale esposto nel museo del [[Real Madrid]]]]
[[File:Alfredo di stefano.jpg|thumb|right|90px|[[Alfredo Di Stéfano]]]]
Il travolgente successo di pubblico della prima edizione convinse cinque nuove nazioni, tra cui l'[[Inghilterra]], ad entrare nella manifestazione. L'UEFA riuscì ad imporre che ciascuna federazione presentasse il proprio campione in carica, con l'unica eccezione, che verrà peraltro abolita nel [[1960]], della possibile coincidenza fra i Campioni d'Europa e un campione nazionale, nel qual caso la seconda classificata in campionato sarebbe stata ugualmente ammessa alla coppa.
Il torneo ebbe un rapidissimo sviluppo. Già alla finale della seconda edizione, disputata a Madrid fra il Real e la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] (prima squadra italiana a raggiungere la più importante finale continentale), presenziarono addirittura 125.000 spettatori. Nel volgere di pochi anni tutte le trentadue federazioni europee decisero di iscrivere i propri campioni, l'ultima a farlo fu quella dell'[[Unione Sovietica]] nel [[1966]]. L'entusiasmo fu tale che nel [[1960]] fu creata una identica manifestazione per le vincitrici delle coppe nazionali, la [[Coppa delle Coppe]], la cui prima edizione fu vinta dalla [[ACF Fiorentina|Fiorentina]].
Durante questo periodo, come si è già detto, la Coppa dei Campioni fu dominata dal Real Madrid. [[Alfredo Di Stéfano]], [[Ferenc Puskás]], [[Raymond Kopa]], [[José Santamaría]] e [[Miguel Muñoz]] furono tra gli artefici delle cinque vittorie consecutive in [[Coppa dei Campioni]] tra il [[Coppa dei Campioni 1955-1956|1955-1956]] e il [[Coppa dei Campioni 1959-1960|1959-1960]]. Tra le partite memorabili vi sono il 7-3 (3 gol di Di Stefano e 4 di Puskas) contro l'[[Eintracht Francoforte]] nella finale dell'[[Hampden Park]] del 1960, davanti alle telecamere della [[BBC]] e dell'[[Eurovisione]] e a un pubblico di oltre 135.000 spettatori, la più grande affluenza per una finale di Coppa dei Campioni.
Le altre squadre finaliste furono il [[Francia|francese]] [[Stade de Reims]], che raggiunse due finali ([[Coppa dei Campioni 1955-1956|1955-1956]] e [[Coppa dei Campioni 1958-1959|1958-1959]]) e due squadre [[italia]]ne, la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], finalista nel [[Coppa dei Campioni 1956-1957|1956-1957]], e il [[Associazione Calcio Milan|Milan]], finalista nel [[Coppa dei Campioni 1957-1958|1957-1958]].
Anche il {{fc|Manchester United}} ottenne buoni risultati, raggiungendo le semifinali nel [[1957]] e nel [[1958]]. Il disastro aereo di [[Monaco di Baviera|Monaco]] durante la [[Coppa dei Campioni 1957-1958]], però, mise una tragica fine a tutte le speranze del Manchester di superare il Real.
 
=== Le vittorie delle squadre latine (1961-1966) ===
==== Le vittorie del Benfica e del Milan (1961-1963) ====
Nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1960-1961|1961]], al primo turno del torneo il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] diventò la prima squadra capace di sconfiggere il [[Real Madrid]] in una partita di Coppa dei Campioni, mettendo così fine al monopolio madridista sulla competizione. Il Barça arrivò fino alla finale giocata allo [[Wankdorf Stadion]] di [[Berna]], in [[Svizzera]], dove fu battuto dal [[SL Benfica|Benfica]] di [[Lisbona]].
Nella successiva edizione di Coppa dei Campioni si unì a questa squadra, capitanata dal forte [[Mozambico|mozambicano]] [[Mário Coluna]], il leggendario [[Eusébio da Silva Ferreira|Eusébio]], che guidò il Benfica alla difesa del trofeo nella finale contro il Real Madrid, battuto per 5-3 all'[[Olympia Stadion]] di [[Amsterdam]], [[Paesi Bassi]].
Le reti di [[Josè Altafini]] porteranno per la prima volta in [[Italia]] la Coppa dei Campioni, conquistata dal [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nel mitico stadio di [[Wembley Stadium (1923)|Wembley]] nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1962-1963|1962-1963]], dopo la vittoria per 2-1 nella finale contro il Benfica, finalista per la terza volta consecutiva.
 
==== La Grande Inter (1964-1965) ====
[[File:Inter 1965-66.jpg|thumb|130px|left|La rosa della ''[[Grande Inter]]'' 1965-66]]
Nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1963-1964|1963-1964]] la Coppa fu vinta da un'altra squadra milanese, l'[[Internazionale Football Club|Inter]], che prevalse per 3-1 con due gol di [[Sandro Mazzola|Mazzola]] e uno di [[Aurelio Milani|Milani]] allo [[Ernst Happel Stadion|Stadio del Prater]] di [[Vienna]] contro il grande Real Madrid. L'anno seguente l'[[Inter]] tornò a dominare: vinse di nuovo la Coppa dei Campioni, questa volta proprio a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]]. Sotto un vero e proprio [[diluvio]] superò, infatti, il Benfica per 1-0 con gol di [[Jair da Costa|Jair]]. Nacque il mito della ''[[Grande Inter]]'', una squadra che fu subito paragonata al Real Madrid "pentacampione" del decennio precedente.
 
==== La sesta del Real Madrid (1966) ====
Quest'era si concluse nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1965-1966|1965-1966]] con la sesta vittoria del Real Madrid, che prima sconfisse l'Inter in semifinale e poi sconfisse in finale il [[FK Partizan Belgrado|Partizan Belgrado]] per 2-1 con una squadra interamente composta da giocatori spagnoli, la prima nella storia della manifestazione.
Da notare che solo [[Francisco Gento|Paco Gento]] giocò in tutte e sei le edizioni vinte dal Real Madrid.
 
=== Primi trionfi britannici (1967-1968) ===
Nell'[[Coppa dei Campioni 1966-1967|edizione 1966-1967]] il [[Celtic F.C.|Celtic]] divenne il primo e finora unico club scozzese a vincere la Coppa dei campioni, i ''Bhoys'' sconfissero in finale l'Inter per 2-1 all'[[Estádio Nacional]] di [[Lisbona]], in [[Portogallo]], il [[25 maggio]] [[1967]]. Inter subito in vantaggio con Mazzola su rigore. Da quel momento e soprattutto per l'intero secondo tempo fu un assalto continuo contro la difesa "più forte del mondo". A far capitolare [[Giuliano Sarti]] ci pensò Gemmell con un tiro potentissimo dal limite. Il gol della vittoria lo siglò Chalmers all'80º con una deviazione sotto rete. I calciatori biancoverdi passarono alla storia come ''[[Lisbon Lions]]'' ("Leoni di Lisbona").
 
Ad oggi il Celtic rimane l'unico club scozzese ad aver raggiunto la prestigiosa finale di Coppa dei Campioni e l'unica squadra al mondo ad averlo fatto con giocatori tutti provenienti dal vivaio<ref>{{en}}{{cita web|url= http://www.bbc.co.uk/scotland/sportscotland/asportingnation/article/0045/print.shtml|titolo= Celtic win European Cup 1967|editore= [[BBC]] - A Sporting Nation|accesso= 23-5-2010}}</ref><ref>{{en}}{{cita web|url= http://sportsillustrated.cnn.com/soccer/news/2003/05/20/celtic_history/|titolo= Celtic immersed in history before final|editore= SI.com|data= 20-5-2003|accesso= 23-5-2010}}</ref>. Tutti i giocatori erano scozzesi e nati intorno allo stadio.
 
[[File:Shield.JPG|thumb|right|170px|Scudo dedicato alla vittoria del {{fc|Manchester United}} del [[Coppa dei Campioni 1967-1968|1967-1968]]]]
Dieci anni dopo il disastro aereo di Monaco, il Manchester United divenne la prima squadra [[Inghilterra|inglese]] a vincere la competizione. Avvenne nell'edizione [[Coppa dei Campioni 1967-1968|1967-1968]]. Grazie al fenomenale trio d'attacco formato da [[Bobby Charlton]], [[George Best]] e [[Denis Law]] lo United riuscì ad arrivare alla finale di Londra e quel giorno, con il giovane Brian Kidd al posto di Law, batté il [[Benfica]] per 4-1 dopo i [[tempi supplementari]] nel mitico stadio di [[Wembley Stadium (1923)|Wembley]]. Fu una gara straordinaria, fra due squadre moderne, ancorché di scuole diverse: più basato sugli spunti individuali il Benfica; più collettivo, atletico e veloce il Manchester. I tempi regolamentari si chiusero sull'1-1 (gol di Charlton e Graça). Nel primo tempo supplementare i ''Red Devils'' segnarono in pochi minuti addirittura tre gol (Best - Kidd - Charlton). Al Benfica resta il rimpianto per la grande occasione sprecata da Eusebio quasi al 90º: solo e a pochi metri da Stepney, "la Perla del Mozambico" sferra un tiro potentissimo che il portiere inglese intercetta e riesce addirittura a trattenere.
 
=== ''Calcio totale'' alla ribalta (1969-1973) ===
Negli [[Anni 1970|anni settanta]] la Coppa dei Campioni fu dominata da tre sole squadre, [[Ajax Amsterdam|AFC Ajax]], [[Bayern Monaco]] e [[Liverpool F.C.|Liverpool]], ognuna della quale ha vinto almeno tre finali.
 
La prima delle tre squadre fu l'Ajax, che, dopo aver perso la finale del [[Coppa dei Campioni 1968-1969|1968-1969]] contro il [[Associazione Calcio Milan|Milan]], vide vincere i rivali del [[Feyenoord Rotterdam|Feyenoord]] di [[Rotterdam]] nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1969-1970|1969-1970]] contro il [[Celtic]], dopo i [[tempi supplementari]].
 
L'Ajax egemonizzò poi il movimento calcistico europeo vincendo tre [[Coppa dei Campioni|Coppe dei Campioni]] consecutive nel [[1971]], [[1972]] e [[1973]]. La prima a Wembley contro un sorprendente Panathinaikos, squadra greca arrivata alla finale dopo aver eliminato la Stella Rossa di Belgrado (1-4 in Jugoslavia e miracolosa rimonta 3-0 ad Atene). VanDijk portò in vantaggio gli olandesi dopo un veemente assalto iniziale; poi i greci si ripresero e sfiorarono il pareggio con Antoniadis. L'Ajax sprecò svariate occasioni per il raddoppio, ma il risultato restò in bilico fin quasi a fine gara, poi uno sfortunato autogol di Vlahos diede ai lancieri la certezza della vittoria. Anche nelle altre due finali l'Ajax si impose con autorità: 2-0 all'Inter e 1-0 alla Juventus. Le ragioni del successo degli olandesi sono sostanzialmente due: la disciplina tattica introdotta dall'allenatore [[Rinus Michels]] e il contributo del genio calcistico di [[Johan Cruijff]]. Già nelle edizioni degli anni sessanta l'Ajax era stata la culla del cosiddetto "[[calcio totale]]", una nuova concezione tattica che superava la tradizionale divisione del lavoro in campo tra difensori, centrocampisti ed attaccanti. Secondo questa filosofia tutti i calciatori dovevano partecipare al gioco in ogni suo aspetto. Questa impostazione valse all'Ajax un'organizzazione tattica straordinaria, secondo cui ognuno poteva ricoprire, senza difficoltà, una diversa zona del campo a seconda delle esigenze della squadra.
 
Il calcio totale dell'Ajax sembrava destinato a non tramontare fino a quando Cruijff scelse di seguire l'ex allenatore Michels al Barcellona, nel tardo [[1973]]. Con la partenza di Cruijff e quella successiva di [[Johan Neeskens]] più avanti, l'Ajax avrebbe faticato a imporsi in Coppa dei Campioni per oltre 20 anni.
 
=== L'ascesa del Bayern Monaco (1974-1976) ===
[[File:Franz Beckenbauer 2006 06 17.jpg|thumb|right|125px|[[Franz Beckenbauer|Beckenbauer]], che guidò il [[Bayern Monaco]] alla vittoria di tre Coppe dei Campioni consecutive]]
Dopo l'Ajax fu il Bayern a dominare la competizione. Guidato da [[Franz Beckenbauer]] e con altri giocatori come [[Sepp Maier]], [[Gerd Müller]], [[Uli Hoeness]] e [[Paul Breitner]], il Bayern vinse la Coppa dei Campioni per tre volte consecutive nella metà degli [[Anni 1970|anni settanta]].
 
La prima Coppa fu conquistata nel 1974 ai danni di un volitivo Atletico Madrid, guidato in panchina da Juan Carlos Lorenzo. La svolta arrivò nel secondo tempo supplementare quando la punizione-gol di Luis Aragones illuse gli spagnoli. Fu il difensore Schwarzenbeck, a un minuto dalla fine, a salvare la partita e i futuri destini dei bavaresi con un tiro disperato quanto fortunato da lunga distanza. L'1-1 costrinse le due squadre alla ripetizione della gara e stavolta non ci fu partita: 4-0 con doppiette di Höness e Müller. Nell'edizione del 1975 il Bayern ebbe la meglio su un [[Leeds United F.C.|Leeds United]] che dominò per larghi tratti la finale, ma che fu battuto per 2-0 al [[Parco dei Principi]] di [[Parigi]] (gol di Roth e Muller). I bavaresi completarono l'opera sconfiggendo il [[AS Saint-Étienne|St. Étienne]] all'[[Hampden Park]] di [[Glasgow]] nell'edizione del [[Coppa dei Campioni 1975-1976|1975-1976]]. Anche qui la vittoria arrivò al termine di una gara difficile: Saint Etienne, rivelazione del calcio francese, capace di colpire due pali e impegnare severamente il portiere Maier. A decidere la gara una punizione dal limite di Roth nel primo tempo.
 
Quindi la squadra subì un lento declino, come i precedenti club dominanti: il Bayern non vinse nessun'altra Coppa dei Campioni per 25 anni.
 
=== Dominio inglese (1977-1985) ===
Nella fine degli [[Anni 1970|anni settanta]] iniziò un periodo di dominio delle squadre inglesi, che raccolsero sei vittorie consecutive ed un totale di sette vittorie in otto anni.
 
La squadra che iniziò questo ciclo fu il {{fc|Liverpool}} guidato da [[Bob Paisley]], ricordato come uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Paisley poteva disporre di una squadra formata da elementi di sicuro valore come il portiere [[Ray Clemence]], i difensori [[Phil Neal]] e [[Alan Kennedy]], i centrocampisti [[Jimmy Case]], [[Emlyn Hughes]] e [[Terry McDermott (calciatore)|Terry McDermott]], gli attaccanti [[Ray Kennedy]], [[John Toshack|Toshack]] e, su tutti, il talentuoso ''King'' [[Kevin Keegan]], uno dei migliori talenti espressi dal calcio inglese, eletto [[Pallone d'oro]] in due occasioni. Erano tutti giocatori di livello internazionale, regolarmente convocati dalle loro rappresentative nazionali.
 
Il Liverpool giunse alla finale dello [[Stadio Olimpico di Roma|Stadio Olimpico]] di [[Roma]] del [[Coppa dei Campioni 1976-1977|1976-1977]] contro il [[Borussia Mönchengladbach]], già battuta nella finale di [[Coppa UEFA]] del [[Coppa UEFA 1971-1972|1971-1972]]. I ''Reds'' vinsero per 3-1 e si laurearono campioni d'Europa per la prima volta, successo che replicarono l'anno successivo nella finale di [[Wembley Stadium (1923)|Wembley]] contro i [[Belgio|belgi]] del [[Club Brugge K.V.|Bruges]].
 
Nell'[[Coppa dei Campioni 1978-1979|edizione 1978-1979]] il Liverpool campione uscente fu sconfitto al primo turno da una connazionale, il [[Nottingham Forest F.C.|Nottingham Forest]]. Il Forest, guidato da [[Brian Clough]], ottenne poi il titolo europeo sconfiggendo gli svedesi del [[Malmö FF|Malmö]] per 1-0 a Monaco. Gli uomini di Clough parteciparono all'[[Coppa dei Campioni 1979-1980|edizione 1979-1980]] come detentori del titolo, arrivando alla finale del [[28 maggio]] [[1980]] allo [[Stadio Santiago Bernabéu]], dove furono opposti ai campioni tedeschi dell'[[Amburgo SV|Amburgo]]. Gli inglesi passarono in vantaggio al 19º minuto con [[John Neilson Robertson]] e si chiusero in un impenetrabile [[catenaccio]] che riuscì a neutralizzare le [[Attaccante|punte]] tedesche. Il Nottingham Forest conquistò così anche la Coppa del 1980.
 
Il Liverpool ritornò in finale nell'[[Coppa dei Campioni 1980-1981|edizione del 1981]]. Mise in bacheca il suo terzo trofeo battendo il Real Madrid a [[Parigi]] per 1-0.
 
Alla sua prima partecipazione in Coppa dei Campioni nel [[Coppa dei Campioni 1981-1982|1981-1982]], l'{{fc|Aston Villa}} vinse la competizione superando in finale il Bayern Monaco di [[Karl-Heinz Rummenigge]], sconfitto per 1-0 al [[Feijenoord Stadion]] di [[Rotterdam]], nonostante il portiere titolare, infortunato, fosse stato costretto ad abbandonare il terreno di gioco dopo appena dieci minuti dal fischio di inizio. I ''Villans'' continuarono così il dominio europeo degli inglesi di quegli anni.
 
La finale della Coppa dei Campioni [[Coppa dei Campioni 1982-1983|1982-1983]], giocata il [[25 maggio]] [[1983]] allo [[Stadio Spiridon Louis]] di [[Atene]], fu la prima senza squadre inglesi dopo sette anni. A contendersi la Coppa c'erano la [[Juventus Football Club|Juventus]] allenata da [[Giovanni Trapattoni|Trapattoni]] e condotta in campo da [[Michel Platini]] e [[Roberto Bettega]], nettamente favorita e sospinta dall'urlo di 40.000 italiani, e i campioni tedeschi dell'Amburgo. Per nulla intimorito, l'Amburgo affonda subito il colpo: dopo appena otto minuti [[Felix Magath]] sorprese [[Dino Zoff]] fuori dai pali e lo beffò con un [[Glossario calcistico#P|pallonetto]] dal limite dell'area. La Juventus, ingabbiata dalla difesa tedesca e con le punte in serata storta, non riuscì a pareggiare. L'Amburgo diventò la seconda squadra tedesca (dopo il tris del Bayern Monaco negli anni settanta) a vincere la Coppa dei Campioni.
 
[[File:Neal goal 1984.jpg|thumb|300px|right|[[1984]], [[Roma]]: [[Phil Neal]] segna il gol
del vantaggio nella finale di Coppa dei Campioni Liverpool-[[Associazione Sportiva Roma|Roma]]]]
Nel [[Coppa dei Campioni 1983-1984|1983-1984]] arrivò la quarta Coppa dei Campioni del Liverpool, vinta ancora una volta allo Stadio Olimpico di Roma, questa volta contro la squadra che in quello stadio era normalmente di casa, la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. Dopo l'addio di [[Ray Clemence]], il Liverpool s'era affidato a un portiere africano spericolato e guascone, lo [[Zimbabwe|zimbabwese]] [[Bruce Grobbelaar]], ex combattente e giramondo (aveva giocato al calcio in [[Sudafrica]] e in [[Canada]]). Per la prima volta nella storia la finale di Coppa dei Campioni fu decisa ai [[Calcio di rigore|calci di rigore]] (dopo un sofferto pareggio per 1-1 siglato da [[Phil Neal]] e [[Roberto Pruzzo]]). Nei tiri dagli undici metri risultò determinante l'atteggiamento [[clown]]esco di [[Bruce Grobbelaar]], che indusse [[Bruno Conti|Conti]] e [[Francesco Graziani|Graziani]] a sbagliare i loro tiri. Per l'ennesima volta la Coppa dei Campioni prese la strada dell'Inghilterra. Il Liverpool divenne così la prima squadra capace di vincere il trofeo per quattro volte dopo il Real Madrid negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], mentre Grobbelaar divenne il primo calciatore [[Africa|africano]] a vincere la competizione.
 
[[File:Brucegrobbelaar.jpg|thumb|150px|left|[[Bruce Grobbelaar]] con la Coppa dei Campioni]]
[[File:Grobbelaar graziani.jpg|thumb|250px|Il tiro di [[Francesco Graziani]] scheggia la traversa]]
Sfortunatamente per il Liverpool, ai successi in campo internazionale corrispondeva anche un elevato tasso delinquenziale di molti dei suoi tifosi (i famigerati ''[[hooligan]]s''), autori di autentici ''[[raid]]'' teppistici di inusitata violenza sia in Inghilterra sia in altre zone dell'Europa (e già i tifosi di un'altra squadra inglese, il {{fc|Tottenham Hotspur}}, si erano distinti per violenze varie nella finale di ritorno della [[Coppa UEFA]] [[Coppa UEFA 1983-1984|1983/84]] contro l'[[RSC Anderlecht|Anderlecht]], a [[Bruxelles]]). Proprio l'esperienza di Bruxelles avrebbe dovuto suggerire all'UEFA di non far giocare una finale europea in uno stadio vecchio e insicuro come l'[[Stadio Re Baldovino di Bruxelles|Heysel]] della [[Capitale (città)|capitale]] [[Belgio|belga]]. Eppure, nonostante molte opposizioni, la finale della Coppa dei Campioni [[Coppa dei Campioni 1984-1985|1984-1985]] fu assegnata a Bruxelles. Anche in quella edizione fu il Liverpool a qualificarsi per la finale, dove trovò per il secondo anno di fila la squadra Campione d'Italia, la Juventus. Gli incidenti che precedettero la partita - cui fece da contraltare l'assoluta inefficienza della polizia belga, impreparata a gestire la situazione venutasi a creare - costarono, tra tifosi italiani, francesi, belgi e irlandesi, 39 morti, il bando quinquennale di tutte le squadre inglesi dalle competizioni europee (eccettuato lo stesso Liverpool, per il quale il bando fu di sei stagioni), e la fine del ciclo continentale dei ''Reds''. Per la cronaca, la squadra inglese fu sconfitta per 1-0 (gol di Platini su rigore).
 
Il giorno seguente l'UEFA escluse le squadre inglesi - i cui tifosi si erano già in passato macchiati di simili efferatezze - a tempo indeterminato dalle Coppe europee. Il provvedimento di esclusione fu applicato fino al [[1990]], un anno dopo la [[Strage di Hillsborough]], che vide sempre protagonisti (anche se stavolta senza alcuna colpa) i tifosi del Liverpool.
 
{{vedi anche|sezione=s|[[Strage dell'Heysel]]}}
 
=== Trionfi inattesi (1986-1988) ===
Con l'esclusione delle squadre inglesi dal calcio europeo, si concluse il loro periodo di egemonia. Negli anni immediatamente successivi alla [[Strage dell'Heysel]], ci furono vittorie inattese di squadre come la [[Steaua Bucarest]] ([[Romania]]), il [[Futebol Clube do Porto|Porto]] ([[Portogallo]]) e il [[PSV Eindhoven]] ([[Paesi Bassi]]).
 
Nell'[[Coppa dei Campioni 1985-1986|edizione del 1985-1986]] il trofeo fu sollevato dai rumeni della Steaua Bucarest. Nessuno immaginava la Steaua come possibile favorita per il titolo finale nella Coppa dei Campioni, ma gli uomini di [[Emeric Jenei]] sorpresero tutti, con un gioco forse non bello da vedere ma profondamente efficace, attendista e ostruzionistico, che cercava di impedire agli avversari di giocare per poi infilarli in contropiede. Campioni quali il [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Gavril Pele Balint|Balint]], i goleador [[László Bölöni]] (di professione [[dentista]]) e [[Victor Piţurcă]], il "[[Regista (calcio)|regista]]" [[Miodrag Belodedici|Belodedici]] e, soprattutto, il [[portiere (calcio)|portiere]] [[Helmuth Duckadam|Duckadam]] guidarono la Steaua sino alla finale del [[7 maggio]] [[1986]] allo [[Stadio Ramon Sanchez Pizjuan]] di [[Siviglia]], in [[Spagna]]. I rumeni si trovarono di fronte proprio una compagine spagnola, il [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]], allenato da [[Terry Venables]]. In una finale dai poveri contenuti tecnici, la Steaua raggiunse il suo principale obiettivo: portare la sfida ai calci di rigore. Dopo aver mantenuto inviolata la sua porta nel corso della partita, Duckadam parò tutti e quattro i rigori battuti dal Barcellona, regalando la Coppa alla Steaua.
 
Nel [[Coppa dei Campioni 1986-1987|1986-1987]] il Porto guidato da [[Artur Jorge]] (nome assunto da [[Pedroto]]) vinse il suo primo alloro continentale, la Coppa dei Campioni, battendo per 2-1 il [[Bayern Monaco]]. La finale, piuttosto movimentata, è reputata una tra le più belle della Coppa dei Campioni e si risolse con il gol di tacco di [[Rabah Madjer]].
 
Nell'[[Coppa dei Campioni 1987-1988|edizione del 1987-1988]] il PSV Eindhoven, allenato da [[Guus Hiddink]] e composto da giocatori di rilievo come [[Ronald Koeman]], [[Eric Gerets]], [[Søren Lerby]] e [[Wim Kieft]], vinse la Coppa dei Campioni per la prima ed unica volta nella sua storia. In finale batté il Benfica ai [[calci di rigore]] dopo che la partita si era conclusa a reti inviolate. Curiosamente il PSV si aggiudicò il trofeo senza più vincere alcuna partita dopo gli ottavi di finale: i biancorossi estromisero dalla competizione il [[FC Girondins de Bordeaux|Bordeaux]] ai quarti e il Real Madrid in semifinale grazie ai [[Gol fuori casa (regola)|gol in trasferta]] pareggiando quattro volte.
 
=== Il Milan di Sacchi (1989-1990) ===
[[File:Sacchi.JPG|thumb|right|150px|[[Arrigo Sacchi]] ha rivoluzionato il calcio italiano grazie alle sue idee su un calcio d'ispirazione olandese]]
Nell'edizione 1988-89 il nuovo Milan guidato da [[Arrigo Sacchi]] tornò sorprendentemente sul tetto d'Europa; all'allenatore romagnolo va riconosciuto il duplice merito di avere scoperto e lanciato giocatori come [[Ruud Gullit]], [[Frank Rijkaard]] e [[Marco van Basten]] e di avere imposto ad una squadra italiana un modulo di gioco ispirato al già famoso [[calcio totale]] degli olandesi.
Il cammino di coppa del nuovo Milan di Sacchi iniziò con un doppio successo sui bulgari del [[Vitosha Sofia]]: 2-0 all'andata e 5-2 nel match di ritorno a San Siro con 4 reti di Van Basten. Nel secondo turno i rossoneri affrontarono i forti jugoslavi della [[Stella Rossa Belgrado]]: dopo aver pareggiato a Milano per 1-1, il match di ritorno venne sospeso per nebbia con gli slavi in vantaggio per 1-0 e la replica, avvenuta il giorno successivo alle ore 12, si concluse con l'identico 1-1 dell'andata, ma il Milan riuscì a vincere ai rigori.
Eliminati agevolmente i tedeschi del [[Werder Brema]], i rossoneri si presentarono in semifinale contro il Real Madrid: il match d'andata al [[Stadio Santiago Bernabeu|Santiago Bernabeu]] si concluse in parità per 1-1, ma a Milano la squadra di Sacchi travolse i madrileni con un clamoroso 5-0.
 
La finale venne disputata al [[Camp Nou]] di [[Barcellona]] contro lo [[Steaua Bucarest]] e con una doppietta a testa di Gullit e Van Basten i rossoneri si imposero largamente per 4-0 tornando così, dopo anni di crisi, al vertice della massima competizione europea. Da ricordare anche che con la sconfitta dello Steaua si concluse anche la breve, ma comunque significativa, epopea delle squadre romene nelle coppe europee.
 
Il Milan si confermò campione d'Europa anche nell'[[Coppa dei Campioni 1989-1990|edizione successiva]], dopo aver sconfitto il Benfica per 1-0 con gol di Rijkaard, al termine di una partita incerta in cui le squadre si erano equivalse. Il trio olandese formato da van Basten, Gullit e Rijkaard divenne l'emblema di una delle squadre più forti di ogni epoca, votata ''Migliore squadra di club di sempre'' dalla rivista inglese ''[[World Soccer]]'' nel [[luglio]] [[2007]].
 
==== La prima della Stella Rossa (1991) ====
Nell'[[Coppa dei Campioni 1990-1991|edizione del 1990-1991]] il Milan campione in carica fu eliminato ai quarti di finale, dopo un vibrante doppio confronto con l'[[Olympique Marsiglia]]. I francesi furono poi sconfitti nella finale dello [[Stadio San Nicola]] di [[Bari]] dai campioni [[Jugoslavia|iugoslavi]] della [[FK Stella Rossa Belgrado|Stella Rossa]] di [[Belgrado]], che conquistarono il trofeo ai rigori, dopo un pareggio a reti inviolate. La finale del 1991 fu la sola tra il periodo 1989-1998 a non vedere una squadra italiana come finalista. L'esclusione delle squadre inglesi, come si è già detto, finì nel 1990, ma i campioni inglesi del Liverpool non poterono partecipare alla Coppa dei Campioni del 1991 poiché dovevano scontare un ulteriore anno di squalifica dalle [[Coppe europee]].
 
=== La nascita della Champions League e la solidità italiana (1992-1996) ===
Le squadre inglesi fecero ritorno nella massima competizione nei primi [[Anni 1990|anni novanta]], ma nessuna riuscì a superare gli ottavi di finale perché ostacolate dalla regola dei "tre stranieri": la UEFA prevedeva che alle squadre non fosse permesso, nelle partite giocate nell'ambito delle sue competizioni (quindi nella Coppa dei Campioni, nella [[Coppa delle Coppe UEFA|Coppa delle Coppe]] e nella [[UEFA Europa League|Coppa UEFA]]) di convocare più di tre giocatori stranieri. La limitazione ebbe effetti particolarmente negativi sulle squadre del [[Regno Unito]], in quanto sia la UEFA che la [[FIFA]] considerano l'[[Inghilterra]], l'[[Irlanda del Nord]], la [[Scozia]] e il [[Galles]] delle nazioni separate.
 
Il periodo vide le squadre italiane sugli scudi. Furono tre le squadre della [[Serie A]] ([[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]], [[Associazione Calcio Milan|Milan]] e [[Juventus Football Club|Juventus]]) che raggiunsero la finale in sette stagioni consecutive, vincendone due.
 
==== La prima del Barcellona (1992) ====
[[File:Ronaldkoeman.jpg|thumb|right|150px|[[Ronald Koeman]], grazie ad un suo gol regalò al ''Barça'' la sua prima Coppa dei Campioni]]
La finale della [[Coppa dei Campioni 1991-1992]], giocata allo stadio di Wembley, fu vinta dal Barcellona contro la Sampdoria. Il Barcellona, allenato da Johan Cruyff, era soprannominato ''Dream Team'' ("Squadra dei Sogni") e traeva il nome dalla squadra di [[pallacanestro]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] che avrebbe giocato alle [[Giochi della XXV Olimpiade|Olimpiadi di Barcellona 1992]]. Il club catalano poteva annoverare giocatori come [[Josep Guardiola]], [[José Mari Bakero]], [[Aitor Begiristain]], [[Jon Andoni Goikoetxea]], [[Ronald Koeman]], [[Michael Laudrup]] e [[Hristo Stoichkov]], votato [[Pallone d'Oro]] nel [[1994]].
 
In questi anni la formula della Coppa dei Campioni iniziò una rivoluzione. Il torneo fu rinominato ''UEFA Champions League'', furono creati due gruppi di qualificazione all'italiana di quattro squadre ciascuna le cui vincenti avrebbero disputato la finale (nell'edizione 1993-1994 si disputarono anche delle semifinali in gara unica).
 
==== La prima del Marsiglia (1993) ====
Nella prima edizione della cosiddetta UEFA Champions League (trentottesima edizione della Coppa dei Campioni), nel [[UEFA Champions League 1992-1993|1992-1993]], a vincere il trofeo fu l'[[Olympique de Marseille|Olympique Marsiglia]], che sconfisse in finale il Milan di [[Fabio Capello]] per 1-0. L'Olympique Marsiglia fu poi esclusa dalla [[Coppa Intercontinentale 1993]], dalla [[Supercoppa UEFA|Supercoppa europea]] e dall'edizione successiva del trofeo in seguito ad uno scandalo di corruzione denominato [[Caso Valenciennes-Olympique Marsiglia|Affaire VA-OM]], che coinvolse il presidente del club francese, [[Bernard Tapie]]. Sempre nella stagione 1992-1993 l'Olympique Marsiglia si vide revocare il [[Division 1 1992-1993|titolo nazionale]] che aveva conquistato nel mese di maggio. Il Milan, finalista perdente, avrebbe giocato la Supercoppa Europea e la Coppa Intercontinentale al posto dei marsigliesi. Il Marsiglia rimane l'unica squadra francese ad aver vinto una Coppa dei Campioni.
 
==== Il trionfo del Milan di Capello (1994) ====
 
Nell'edizione del [[UEFA Champions League 1993-1994|1993-1994]] il Milan, riscattò in modo memorabile la sconfitta contro l'Olympique Marsiglia patita nella finale dell'anno precedente, conquistando così il suo quinto titolo europeo nella finale di [[Atene]] ([[18 maggio]] [[1994]]). L'avversario era il Barcellona, il cui allenatore, Johann Cruyff, alla vigilia si era detto sicuro che i suoi uomini avrebbero inflitto al Milan una lezione di calcio. Furono, tuttavia, i rossoneri a surclassare gli avversari [[Catalogna|catalani]] con un severo 4-0 firmato da una [[doppietta (calcio)|doppietta]] di [[Daniele Massaro]] e dai gol di [[Dejan Savićević]] e [[Marcel Desailly]]. Quel punteggio rappresenta il maggiore scarto mai registrato in una finale di Coppa dei Campioni/Champions League, insieme con quello della ripetizione della finale del 1974 e della finale del 1989, ma rimanendo inferiore, in termini di gol segnati, al roboante 7-3 della finale del 1960 tra Real Madrid ed Eintracht Francoforte. Marcel Desailly, il quale aveva vinto la Champions League l'anno prima con il Marsiglia, diventò nel 1994 il primo giocatore a vincere la Coppa in due stagioni consecutive con squadre differenti e il primo giocatore a vincere la Coppa dei Campioni con l'avversaria (il Milan) della sua ex squadra (l'Olympique Marsiglia) che aveva vinto l'edizione precedente (1992-1993).
 
==== Il ritorno dell'Ajax (1995) ====
Il Milan di [[Fabio Capello]] raggiunse la finale per il terzo anno consecutivo nell'edizione del [[UEFA Champions League 1994-1995|1994-1995]], ma perse per 1-0 contro l'Ajax. Il club olandese presentava una squadra formata in gran parte da giocatori provenienti dalle sue formazioni giovanili, tra cui spiccava il 19enne attaccante [[Patrick Kluivert]], autore del gol della vittoria. Quella formazione olandese, allenata da [[Louis van Gaal]], si inseriva nel solco della grande tradizione del vivaio dell'Ajax, il cui prodotto più insigne è senza dubbio Johan Cruyff.
Questo fu il primo trionfo dell'Ajax dal 1973, quando aveva vinto la sua terza Coppa dei Campioni consecutiva. In quel periodo numerosi giocatori dell'Ajax divennero titolari nella [[Nazionale di calcio dell'Olanda|Nazionale olandese]].
 
==== La Juventus di Lippi (1996) ====
[[File:juve2006cdc.jpg|thumb|170px|right|Francobollo commemorativo della vittoria [[Juventus Football Club|juventina]] in Champions League ([[UEFA Champions League 1995-1996|1996]]).]]
Il [[22 maggio]] [[1996]], a undici anni dalla vittoria contro il Liverpool nella partita ricordata per la [[Strage dell'Heysel]], tornò a trionfare la Juventus, rivoluzionata con l'arrivo ai vertici della ''triade'' [[Roberto Bettega|Bettega]]-[[Antonio Giraudo|Giraudo]]-[[Luciano Moggi|Moggi]] e dell'allenatore [[Marcello Lippi]], che guidava una squadra di campioni come [[Gianluca Vialli]], [[Capitano (calcio)|capitano]] della squadra, il giovane [[Alessandro Del Piero]], [[Gianluca Pessotto]], [[Fabrizio Ravanelli]], [[Angelo Peruzzi]], [[Didier Deschamps]], [[Ciro Ferrara]] e [[Paulo Sousa]]. La Juventus affrontò nella finale di Roma i detentori dell'Ajax, battendoli per 4-2 ai [[tiri di rigore]] dopo che i [[tempi supplementari]] si erano conclusi sul punteggio di 1-1, in una partita palpitante e ricca di emozioni. [[Jari Litmanen]] rispose sul finire del primo tempo regolamentare al gol del bianconero Ravanelli. Ai rigori, dopo gli errori di [[Sonny Silooy]] e di [[Edgar Davids]] per gli olandesi, fu decisivo il tiro trasformato in gol da [[Vladimir Jugović]].
 
Da allora il mondo del calcio cominciò ad adattarsi ai cambiamenti radicali dovuti alla [[sentenza Bosman]]. Essa permetteva a tutti i calciatori dell'Unione Europea di trasferirsi gratuitamente alla fine del loro contratto, ma l'impatto più importante fu subito dalla Champions League. Infatti la sentenza Bosman ha anche proibito alle leghe calcistiche nazionali degli stati UE, e anche alla UEFA, di porre un tetto al numero di calciatori stranieri qualora ciò discriminasse cittadini dell'Unione Europea. Dopo la sentenza, la regola poteva ancora essere imposta, ma solo con riguardo ai calciatori non aventi cittadinanza di paesi facenti parte dell'Unione Europea.
 
=== Dominio spagnolo e tedesco (1997-2002) ===
==== La prima del Borussia Dortmund (1997) ====
 
Il [[Borussia Dortmund]] entrò nel novero delle squadre vincitrici della Coppa dei Campioni nell'[[UEFA Champions League 1996-1997|edizione del 1996-1997]], quando i tedeschi sconfissero, a dispetto dei pronostici, i detentori della Juventus nella finale, dopo aver sconfitto i campioni inglesi del Manchester United in semifinale in seguito alla vittoria contro i francesi dell'[[Auxerre]]
 
==== Il ritorno del Real Madrid (1998) ====
Nell'[[UEFA Champions League 1997-1998|edizione del 1997-1998]] la [[UEFA]] aprì le porte della Champions League alle seconde classificate degli otto migliori campionati continentali (''vedi anche'' [[UEFA Champions League#Formato del torneo|Formato del torneo]]). Nonostante i cambiamenti, fu una vecchia gloria a conquistare il titolo europeo: il Real Madrid. Guidata da [[Jupp Heynckes]], la squadra che comprendeva campioni come [[Raúl]], [[Predrag Mijatović]], [[Fernando Redondo]], [[Fernando Hierro]], [[Davor Šuker]], [[Clarence Seedorf]] e [[Roberto Carlos da Silva|Roberto Carlos]] pose fine all'astinenza del Real Madrid nel massimo torneo continentale, astinenza che durava dal 1966. La squadra della capitale iberica batté infatti la Juventus per 1-0 nella finale della Champions League 1997-1998 con una rete di [[Predrag Mijatović]]. Per i bianconeri di [[Marcello Lippi]] si trattò della seconda sconfitta consecutiva in finale.
 
==== Il Manchester del ''[[treble (calcio)|treble]]'' (1999) ====
[[File:PalmaresManU.jpg|right|thumb|I trofei del [[treble (calcio)|treble]] dello United nel [[1999]]: da sinistra: [[Premier League]], Champions League e [[FA Cup]]]]
L'[[UEFA Champions League 1998-1999|edizione 1998-1999]] incoronò il Manchester United, capace di centrare, in quella stagione, il cosiddetto ''[[treble]]'', che consiste nella vittoria in un'unica stagione di campionato, coppa nazionale e Champions League. Il Manchester impressionò per la capacità di uscire imbattuto da un girone difficile, comprendente anche Barcellona e Bayern Monaco, e per essersi sbarazzato di due grandi italiane, Inter e Juventus, nei quarti e in semifinale. Gli inglesi trionfarono anche in patria, dove vinsero sia la [[FA Premier League|Premier League]] sia la [[FA Cup]].
 
La finale passò alla storia come una delle partite più emozionanti di ogni epoca e venne giocata al [[Camp Nou]] di Barcellona. Anche l'altra squadra finalista, il Bayern Monaco, era in procinto di raggiungere il ''treble'', conducendo il risultato per 1-0 dopo un gol su [[calcio di punizione]] di [[Mario Basler]]. Il Bayern dominò per tutta la durata dell'incontro, anche se non riuscì a segnare nessun altro gol, anche per merito del portiere del Manchester [[Peter Schmeichel]], galvanizzato in quella che sarebbe stata la sua ultima partita di sempre con la maglia dei ''Red Devils''. Dopo che l'arbitro [[Pierluigi Collina]] segnalò tre minuti di recupero, tutti i giocatori del Manchester si portarono nell'area avversaria alla ricerca del pareggio. Su un calcio d'angolo battuto poco dopo il 90' da [[David Beckham]] i loro sforzi furono premiati: il subentrato [[Teddy Sheringham]] segnò dopo un quasi-gol di [[Ryan Giggs]]. Giusto un minuto dopo, un altro calcio d'angolo di Beckham fu trasformato in gol, stavolta da [[Ole Gunnar Solskjær]] su [[Assist (calcio)|assist]] di Sheringham. Il repentino quanto clamoroso cambiamento del risultato valse la vittoria agli inglesi.
 
Fu il primo successo della squadra di Manchester dal 1968 e la prima vittoria di un'inglese da quella del Liverpool nel 1984.
 
==== Una finale tutta spagnola (2000) ====
[[File:Zinedine Zidane.JPG|thumb|right|110px|[[Zinédine Zidane]] guidò il [[Real Madrid|Real]] alla conquista della [[UEFA Champions League 2001-2002|Champions League 2001-02]]]]
L'[[UEFA Champions League 1999-2000|edizione 1999-2000]] coincise con un nuovo mutamento del formato della Champions League, aperta da allora anche alle terze classificate delle sei principali federazioni e alle quarte classificate delle migliori tre (''vedi anche'' [[UEFA Champions League#Formato del torneo|Formato del Torneo]]).
 
Questa stagione vide il ritorno delle squadre spagnole al dominio europeo. Dopo aver vinto due Coppe dei Campioni nel 1992 col Barcellona e nel 1998 col Real Madrid, la [[Spagna]] ebbe tre semifinaliste nella Champions League 1999-2000 (Real Madrid, [[Valencia Club de Fútbol|Valencia]] e Barcellona). In quest'ultima edizione si giocò la prima finale fra due squadre di uno stesso paese (Real Madrid e Valencia). La prima finale del nuovo millennio, tutta spagnola, disputata nello [[Stade de France]] di [[Parigi]], dove si era svolta la finale della prima edizione della Coppa dei Campioni, fu vinta dal Real Madrid, che sconfisse il Valencia per 3-0. Prima della finale il Real aveva avuto la meglio sul Bayern Monaco in semifinale e sul Manchester United nei quarti. La partita dei quarti di finale contro il Manchester all'[[Old Trafford]], terminata con la vittoria per 2-3 in trasferta da parte dei madrileni, è ricordata per uno dei gol più belli nella storia del calcio. La marcatura fu realizzata da Raúl a conclusione di una notevole azione personale di [[Fernando Redondo]], capace di superare un avversario con un colpo di tacco, {{citazione necessaria|soprannominato ''el taconazo de Old Trafford''.}}
 
==== La quarta del Bayern Monaco (2001) ====
Nella [[UEFA Champions League 2000-2001]] la [[Primera División spagnola|Liga spagnola]] ebbe due semifinaliste, Real Madrid e Valencia. Stavolta fu il Valencia ad arrivare in finale, dove fu sconfitto dal Bayern Monaco per 5-4 dopo i calci di rigore (1-1 alla fine dei tempi regolamentari). L'allenatore tedesco [[Ottmar Hitzfeld]] vinse così la sua seconda Coppa dei Campioni con due squadre diverse, a quattro anni di distanza dal trionfo con il Borussia Dortmund nel 1997. Per il Valencia si trattò della seconda sconfitta consecutiva in finale, come successe alla Juventus nel 1997 e nel 1998.
 
==== I ''Galacticos'' (2002) ====
Dalla finale della [[UEFA Champions League 2001-2002]] uscì vincitore il Real Madrid. Furono almeno due le analogie con la vittoria del Real nel 1960: la nazionalità dell'avversaria (il [[Bayer Leverkusen]], squadra tedesca come l'[[Eintracht Francoforte]] battuto nel 1960) e lo stadio (l'[[Hampden Park]] di [[Glasgow]], dove si era disputata la finale del 1960). Mentre la squadra del 1960 era formata da campioni come Di Stéfano e Puskás, quello del 2002 era il Real dei cosiddetti ''Galacticos'' ("Galattici"), cioè dei grandi acquisti che avvenivano annualmente. Nell'estate 2001 il Real Madrid aveva acquistato dalla Juventus un plurivincitore del [[FIFA World Player of the Year]], [[Zinédine Zidane]], per la cifra record di 71 milioni di euro. Zidane e il Real Madrid furono all'altezza delle attese: il francese mostrò grandi abilità calcistiche, conducendo il Real alla sua nona vittoria in Coppa dei Campioni insieme a molte altre stelle, tra cui [[Luís Figo]], [[Raúl]] e [[Roberto Carlos da Silva|Roberto Carlos]]. ''Zizou'' segnò un gol memorabile in finale, quando colpì violentemente al volo il pallone da distanza ragguardevole, indirizzandolo all'incrocio dei pali. In semifinale i madridisti prevalsero sui connazionali del Barcelona, mentre nell'atto conclusivo il sorprendente Bayer Leverkusen di [[Lúcio]], [[Michael Ballack]] e [[Zé Roberto]] (che in semifinale aveva eliminato il Manchester United) fu sconfitto per 2-1 in rimonta il [[15 maggio]] [[2002]].
 
Questa sconfitta pose fine ad una strana stagione per il Bayer Leverkusen allenato da [[Klaus Toppmöller]]. I tedeschi sfiorarono il ''[[treble]]'', classificandosi secondi in tutte e tre le competizioni più importanti. Nella [[Fußball-Bundesliga|Bundesliga tedesca]] persero cinque punti nelle ultime tre giornate a favore del [[Borussia Dortmund]], che si aggiudicò poi il campionato; in [[Coppa di Germania]] furono sconfitti per 4-2 dallo [[FC Schalke 04|Schalke 04]]; in Champions League furono battuti dal Real Madrid. Inoltre, fatto singolare, molti tedeschi del Bayer che facevano parte della [[Nazionale di calcio della Germania|Nazionale tedesca]] arrivarono secondi al {{WC|2002}}.
 
=== Finali inaspettate (2003-2004) ===
==== Una finale tutta italiana (2003) ====
[[File:Carlo Ancelotti in Russia.jpg|thumb|190px|[[Carlo Ancelotti]] ha vinto due Champions League con il Milan, nel 2003 e nel 2007]]
La stagione seguente segnò il ritorno delle squadre italiane al vertice del calcio europeo. Dopo aver dominato la competizione durante gli [[Anni 1990|anni novanta]], Milan e Juventus avevano vissuto una crisi, culminata nell'[[UEFA Champions League 2001-2002|edizione 2001-2002]], quando nessuna squadra italiana raggiunse i quarti di finale. La tendenza fu invertita nella [[UEFA Champions League 2002-2003|Champions League 2002-2003]], in cui, delle quattro semifinaliste, tre erano italiane (Juventus, Milan e [[Football Club Internazionale Milano|Inter]]). In semifinale ci fu il primo storico derby europeo tra le milanesi, in cui prevalse il Milan in virtù di due pareggi ma con più segnati ''fuori casa'' (il ritorno del derby terminò 1-1 in casa dell'Inter dopo lo 0-0 dell'andata). La Juventus affrontò il Real Madrid e lo sconfisse per 3-1 dopo aver perso all'andata per 2-1. [[Pavel Nedved]], vincitore proprio quell'anno del [[Pallone d'oro]], rimediò un cartellino giallo nella sfida di ritorno e, essendo diffidato per somma di ammonizioni, dovette saltare la finale.
 
Ad aggiudicarsi il trofeo fu il Milan, di nuovo campione dopo nove anni. I rossoneri giocarono un calcio a tratti spettacolare, basato sul possesso palla e sulla tecnica ed espresso nel miglior modo da un modulo innovativo, il cosiddetto ''rombo'' (il [[4-3-1-2]]), messo in campo dall'allenatore [[Carlo Ancelotti]] per schierare nella stessa formazione giocatori di alto spessore tecnico quali [[Andrea Pirlo|Pirlo]], [[Clarence Seedorf|Seedorf]] e [[Manuel Rui Costa|Rui Costa]]. In finale, il [[28 maggio]] all'[[Old Trafford]] di [[Manchester]], i rossoneri sconfissero ai [[Calcio di rigore|calci di rigore]] la Juventus, rivale storica, nella prima finale della Coppa dei Campioni-Champions League con entrambe le contendenti italiane. La partita, molto combattuta, terminò a reti bianche dopo i [[tempi supplementari]] e si decise dal dischetto. Ai tiri dal dischetto [[Nelson Dida|Dida]] parò tre conclusioni avversarie, mentre [[Andriy Shevchenko]] trasformò il rigore decisivo che consegnò al Milan la coppa. Il [[Capitano (calcio)|capitano]] [[Paolo Maldini]] la sollevò a quarant'anni esatti dal padre [[Cesare Maldini|Cesare]], campione d'Europa [[Coppa dei Campioni 1962-1963|1962-1963]] con i rossoneri a [[Londra]]. [[Clarence Seedorf]] conquistò la sua terza Champions League, diventando il primo calciatore ad aggiudicarsi tre Coppe con tre squadre diverse: infatti aveva già vinto la Coppa con l'Ajax nel 1995 e col Real Madrid nel 1998.
 
Nella fase a gironi si verificarono alcuni curiosi risultati. Tre squadre chiusero con il medesimo punteggio tutti i loro incontri. Il Barcellona vinse tutte e sei le partite del suo girone, mentre lo [[FK Spartak Mosca|Spartak Mosca]] le perse tutte. L'[[AEK Atene]], invece, pareggiò sei volte, diventando la prima squadra imbattuta nel girone a non qualificarsi, finendo terza. Infine il {{fc|Newcastle United}} perse le sue prime tre partite del girone, per poi vincere le altre tre contro Juventus, [[Dinamo Kiev]] e [[Feyenoord Rotterdam|Feyenoord]]. Gli inglesi si piazzarono secondi con 9 punti e si qualificarono, pertanto, al secondo turno. Inoltre dopo il primo turno furono promosse, per la prima volta dall'introduzione della nuova formula, tutte e quattro le italiane in gara: Inter, Juventus, Milan e Roma.
 
==== Il Porto di Mourinho (2004) ====
Le edizioni 2003-2004 e 2004-2005 della Champions League si rivelarono estremamente avvincenti per l'imprevedibilità dei risultati e per il livello di gioco su cui si espressero le squadre. Uno degli eventi più eclatanti fu il ribaltone di [[La Coruña]]: il [[Real Club Deportivo de La Coruña|Deportivo]], sconfitto per 4-1 a San Siro dal Milan campione d'Europa uscente, fu in grado di infliggere agli italiani un clamoroso 4-0 nella gara di ritorno, nei quarti di finale dell'edizione 2004. Sempre nel corso di quella edizione e sempre nei quarti di finale, oltre all'inattesa eliminazione del Milan vi fu quella, pure clamorosa, di una compagine blasonata come il Real Madrid, sconfitto dal [[AS Monaco FC|Monaco]]. L'altro quarto di finale vide scontrarsi le inglesi Arsenal e Chelsea, formazione che prevalse nel doppio confronto. La finale di quella edizione fu tra due outsider come il Monaco allenato da [[Didier Deschamps]] e il [[Futebol Clube do Porto|Porto]] di [[José Mourinho]], che prevalse con un netto 3-0.
 
=== Le ultime edizioni (2005-2010) ===
==== Il ritorno del Liverpool (2005) ====
Dell'[[UEFA Champions League 2004-2005|edizione 2004-2005]] resta memorabile l'emozionante finale di Istanbul, vinta ai [[Calcio di rigore|calci di rigore]] dal {{fc|Liverpool}} contro il Milan. Questa edizione fu caratterizzata da un notevole susseguirsi di vittorie del Milan. Inizialmente i rossoneri conclusero al primo posto il proprio raggruppamento. Di seguito eliminarono il Manchester United negli ottavi di finale (doppio 1-0), l'Inter nei quarti (successi per 2-0 in casa e 3-0 a tavolino nel ritorno) e il PSV Eindhoven in semifinale (vittoria per 2-0 a Milano e sconfitta per 3-1 al [[Philips Stadion]]). Il [[25 maggio]], nella finale di [[Istanbul]], la decima nella storia rossonera, il Milan dominò il gioco e chiuse il primo tempo in vantaggio per 3-0 contro il Liverpool, grazie ad un gol di [[Paolo Maldini|Maldini]] e alla doppietta di [[Hernán Crespo|Crespo]]. Nel secondo tempo, tuttavia, i rossoneri furono raggiunti sul 3-3 in soli 6 minuti, durante i quali un rigore parato dal portiere rossonero [[Dida]] fu poi ribadito in gol da [[Xabi Alonso]], il che riaccese l'entusiasmo su una partita che sembrava ormai decisa e poco spettacolare. La gara procedette ai [[tempi supplementari]], dove il [[portiere (calcio)|portiere]] [[Polonia|polacco]] [[Jerzy Dudek]] fu autore di un prodigioso salvataggio su un tiro ravvicinato di Shevchenko, e quindi ai calci di rigore. Qui il Milan,con la complicità di Dudek, che attuò un atteggiamento simile a quello di Grobbelaar, fallì tre tiri dal dischetto di cui l'ultimo, decisivo, proprio con l'attaccante ucraino. Fu quindi la squadra [[Inghilterra|inglese]] a sollevare la coppa, la quinta nella storia dei ''Reds'' di [[Liverpool]].
 
==== La seconda del Barcellona (2006) ====
 
L'edizione 2005-2006 si chiuse con il trionfo del Barcellona delle tante stelle, da [[Ronaldinho]] a [[Deco]] da [[Lionel Messi]] (che non giocò la finale) a [[Samuel Eto'o]]. I catalani, allenati dall'ex campione del Milan [[Frank Rijkaard]], impressionarono per la capacità di abbinare un gioco a tratti spettacolare e la concretezza delle squadre esperte. Ronaldinho viene eletto miglior giocatore del torneo. Nella finale di [[Parigi]] superarono, per 2-1 in rimonta, gli inglesi dell'{{fc|Arsenal}}, guidati da [[Thierry Henry]].
[[File:Barcelona vs Arsenal Teams line up.jpg|thumb|350px|[[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] e [[Arsenal Football Club|Arsenal]] in campo allo [[Stade de France]] il [[17 maggio]] [[2006]] nella finale]]
 
==== La rivincita del Milan (2007) ====
 
Nel 2006-2007 si è assistito alla rivincita del Milan ai danni del Liverpool, primo caso nella storia della Champions League in cui due squadre si sono incontrate due volte in pochi anni in finale e in cui la perdente della prima è riuscita ad ottenere ciò che aveva perso precedentemente.
 
Dopo un'estate travagliata e caratterizzata dallo [[scandalo del calcio italiano del 2006]], la Champions League iniziò con l'assenza di una delle sue protagoniste storiche, la Juventus, retrocessa in [[Serie B]] d'ufficio. Le cose andarono diversamente per il Milan, che pur avendo rischiato di mancare alla più importante competizione continentale perché pure coinvolto in minima parte in Calciopoli, riuscì a iscriversi al torneo partendo dal terzo turno preliminare di agosto contro la [[Stella Rossa Belgrado|Stella Rossa]] e ottenendo il diritto di partecipare alla fase a gironi della competizione per l'ottava volta negli ultimi dieci anni.
 
Nella fase a gironi dell'[[UEFA Champions League 2006-2007|edizione 2006-2007]] il Barcellona di Ronaldinho e il {{fc|Chelsea}} di Shevchenko si affrontarono per l'ennesima volta. Dopo essersi contese nel 2005 l'accesso ai quarti di finale (aveva avuto la meglio la formazione inglese), nel 2006 si erano sfidate sempre negli ottavi di finale, quando la formazione catalana si era presa la rivincita, avviandosi a conquistare la coppa per la seconda volta nella sua storia. Questa volta, invece, furono nuovamente i ''Blues'' a prevalere, conquistando la testa del Girone A.
 
[[File:AC Milan team celebrate.jpg|thumb|left|300px|Il Milan celebra con il trofeo vinto contro il Liverpool nella finale di Atene del 2007]]
Tra le squadre qualificate per gli ottavi di finale del torneo figuravano tutte e quattro le inglesi. Solamente l'Arsenal non riuscì ad approdare alle semifinali, battuto agli ottavi dal PSV Eindhoven. Liverpool, Chelsea e Manchester United arrivarono ad occupare tre posti sui quattro disponibili nelle semifinali (l'altro fu del Milan, che eliminò Celtic e Bayern). Le grandi assenti dei quarti di finale erano il Real Madrid, battuto da un agguerrito Bayern Monaco, l'Inter, eliminata dal Valencia dopo un doppio pareggio per la [[Gol fuori casa (regola)|regola dei gol fuori casa]], e il Barcellona campione in carica, sconfitto dal Liverpool, che con una serie notevole di vittorie (tra cui quella contro il Chelsea) giunse a disputare la seconda finale in tre anni, secondo solamente all'altra finalista, il Milan, alla sua terza finale negli ultimi cinque anni.
 
Proprio il Milan, che pareva aver esaurito le energie già a dicembre, dopo aver pareggiato in casa contro il Bayern Monaco fu capace di infliggere un 2-0 in trasferta ai bavaresi all'[[Allianz Arena]], di surclassare il Manchester United grazie ad un grande [[Kaká]], autore di una doppietta all'[[Old Trafford]] (vittoria inglese per 3-2) e di un gol nel 3-0 rossonero di [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]], e di raggiungere in finale i ''Reds'', che in semifinale avevano battuto, come due anni prima, il Chelsea. Allo [[Stadio Olimpico di Atene]], proprio come nel 1994 contro il Barcellona, il Milan sollevò la coppa più ambita, portandosi per la settima volta della sua storia sul tetto dell'[[Europa]] e (quinta volta negli ultimi vent'anni).
 
Importantissimo fu il contributo di [[Kaká]], capocannoniere del torneo con 10 gol, [[Filippo Inzaghi]], autore di due gol in finale, [[Andrea Pirlo]], [[Clarence Seedorf]], [[Paolo Maldini]], [[Gennaro Gattuso]], [[Dida]], [[Massimo Ambrosini]], [[Alessandro Nesta]] e tanti altri giocatori già componenti della squadra vincitrice della Champions League nel 2003. In particolare Inzaghi, malgrado le poche partite disputate nel corso della stagione, seppe segnare i gol decisivi nelle partite di maggiore importanza. La partità finì 2-1 (doppietta di Inzaghi e rete di [[Dirk Kuijt|Kuyt]] per i Reds). A titolo di curiosità va citata la particolarità relativa allo sponsor: se l'anno prima le squadre finaliste vestivano Nike, questa volta entrambe erano sponsorizzate da [[Adidas]] (in questa stagione il Liverpool aveva cambiato fornitore tecnico).
 
==== Una finale tutta inglese (2008) ====
Nel [[UEFA Champions League 2007-2008|2007-2008]] la Champions League è stata vinta dal {{fc|Manchester United}}, che ha battuto in finale il {{fc|Chelsea}} nella prima finale tutta inglese della competizione ed è diventato Campione d'Europa per la terza volta.
[[File:Chelsea Olympiakos CL2008.jpg|right|thumb|380px|Chelsea-[[Olympiakos F.C.|Olympiakos]], ottavi di finale della [[UEFA Champions League 2007-2008]]]]
Molte le favorite, oltre alle due finaliste, all'inizio della competizione. Tra le italiane spiccava l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] di [[Zlatan Ibrahimović]], e delle tante stelle messe a disposizione dell'allenatore [[Roberto Mancini|Mancini]] dal presidente [[Massimo Moratti]], assieme al [[Associazione Calcio Milan|Milan]], campione in carica, che fatica in campionato, ma che continua a dare il meglio di sé in Europa (sempre ai quarti di Champions dal 2002). Oltre alle finaliste anche altre due inglesi si candidano alla vittoria: il [[Liverpool F.C.|Liverpool]], squadra solida che punta su un gruppo in grado di conquistare sempre le fasi finali della competizione negli utimi quattro anni, e un [[Arsenal F.C.|Arsenal]] che [[Arsène Wenger]] ha rivoluzionato dall'anno precedente. I ''Gunners'' sostituiscono infatti la loro bandiera e giocatore di punta [[Thierry Henry]] (trasferitosi al Barcelona andando a formare il quartetto di campioni con Eto'o, Messi e Ronaldinho,) con innesti giovani ma di grande classe, come il togolese [[Emmanuel Adebayor|Adebayor]]. E proprio il [[Futbol Club Barcelona|Barcelona]] dei quattro fuoriclasse è una delle due formazioni spagnole favorite insieme al [[Real Madrid]].
 
Dopo la fase a gironi tutte le favorite sono ancora in gioco per la vittoria finale. Le varie fasi a eliminazione diretta riservano un'edizione ricca di emozioni grazie a scontri diretti tra le grandi fin dagli ottavi di finale (come Milan-Arsenal), alla presenza tra le accesse alle fasi finali di altre squadre di un certo calibro come [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], [[Olympique Lyonnais|Lione]], e di squadre-rivelazione come lo [[Schalke 04]], in grado di mettere in difficoltà il ''Barça'', e il [[Fenerbahçe SK|Fenerbahçe]], che prima elimina il [[Sevilla FC|Siviglia]] e poi crea problemi al Chelsea.
 
Alle semifinali si è prospettata una situazione simile a quella dell'edizione [[UEFA Champions League 2002-2003|2002-2003]] e anche a quella dell'anno prima. Infatti 3 squadre su 4 erano di un'unica nazionalità. Sicuramente una squadra inglese sarebbe volata a Mosca. Da una parte si sono affrontate per la terza volta in quattro anni in semifinale Liverpool e Chelsea. I ''Reds'' erano reduci da scontri diretti estenuanti contro Inter e Arsenal (che a sua volta avevano eliminato il Milan Campione uscente), mentre i ''Blues'' hanno avuto vita facile contro Olympiakos e sofferto contro il Fenerbahçe. Dalla parte opposta del tabellone il Manchester United ha eliminato Lione e Roma (che a sua volta aveva eliminato il Real) e il ''Barça'', che ha affrontato Schalke e Celtic. Il Liverpool, sebbene esprima un buon gioco, ha pregiudicato la qualificazione nella partita di andata con un [[autogol]] negli ultimi minuti di [[John Arne Riise]], che ha vanificato la possibilità di una vittoria interna importantissima. L'altra semifinale di andata tra Barcellona e Manchester United è stata spettacolare, ma è terminata 0-0. La gara di ritorno, più tattica, si è conclusa con la qualificazione degli inglesi, vittoriosi grazie a un gol di [[Paul Scholes|Scholes]].
 
In finale i ''Red Devils'' hanno sfidato il Chelsea (per la prima volta alla finale della massima competizione europea), nella prima finale tutta inglese della storia del torneo, la terza tra squadre di uno stesso paese dopo 2000 e 2003. Il primo tempo è finito con il parziale di 1-1, con [[Cristiano Ronaldo]] a segno di testa per il Manchester United e [[Frank Lampard]], a termine di un'azione molto confusa, per il Chelsea. Il risultato è rimasto immutato fino alla fine dei tempi regolamentari e dei [[tempi supplementari]], nonostante la sfida sia stata molto accesa e piena di emozioni. Ai [[tiri di rigore]] hanno fallito Ronaldo per il Manchester United e per il Chelsea il [[Capitano (calcio)|capitano]] [[John Terry]], scivolato al momento del tiro su un campo non impeccabile proprio sull'ultimo rigore, quando la vittoria sembrava già raggiunta. L'errore decisivo è stato quello di [[Nicolas Anelka|Anelka]], il cui tiro è stato parato da [[Edwin van der Sar|van der Sar]].
 
==== Il Barcellona del ''[[triplete]]'' (2009) ====
La massima competizione europea dell'annata [[UEFA Champions League 2008-2009|2008-2009]] viene vinta dal [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]], che sconfigge in finale i detentori del {{fc|Manchester United}} aggiudicandosi il trofeo per la terza volta nella finale disputata a [[Roma]] allo [[Stadio Olimpico di Roma|Stadio Olimpico]].
 
L'edizione vede il ritorno in Champions League della [[Juventus Football Club|Juventus]] dopo tre anni. Torna nel palcoscenico europeo anche il [[Bayern Monaco]], assente da una stagione, mentre manca, dopo sei anni di soddisfazioni, il [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. Dopo la fase a gironi sono presenti il Barcellona, i campioni in carica del Manchester United, le altre inglesi Liverpool e Arsenal, l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], la Juventus e la Roma, il [[Real Madrid]] e il {{fc|Chelsea}}, oltre a [[Sporting Clube de Portugal|Sporting Lisbona]], [[Futebol Clube do Porto|Porto]], [[Villarreal CF|Villarreal]] e [[Atlético Madrid]].
 
[[File:039 men at work UEFA 2009, Rome.jpg|thumb|300px|[[Lionel Messi]] sfida [[Michael Carrick]] nella finale di Roma]]
Il sorteggio per gli ottavi di finale riserva una tripla sfida tra inglesi (Manchester, Arsenal e Chelsea) e italiane (rispettivamente Inter, Roma e Juventus). In un tutti e tre i casi è il club inglese a passare il turno. Il Bayern Monaco è autore di una grande prestazione contro lo Sporting Lisbona (vittoria complessiva con il punteggio di 12-1, record per la competizione), mentre il Real Madrid è nuovamente eliminato agli ottavi di finale contro il Liverpool.
 
Nei quarti di finale avanzano le inglesi: l'Arsenal, che ha la meglio sul Villarreal, il Chelsea, che prevale sul Liverpool nell'ennesima doppia sfida europea tra le due compagini (le due squadre si sfidano in Europa per la quinta stagione consecutiva, con due qualificazioni a testa nelle gare ad eliminazione diretta), il Manchester United, che elimina il Porto, e il Barcellona, che batte il Bayern Monaco. Nelle semifinali, quindi, figurano ancora tre inglesi e il Barcellona, come l'anno precedente, con la differenza dell'Arsenal al posto del Liverpool. Il Barcellona batte il Chelsea grazie al [[Regola dei gol fuori casa|gol in trasferta]] in pieno recupero di [[Andrés Iniesta]],sul risultato però pesa l'arbitraggio negativo di [[Tom Henning Øvrebø]] e dei suoi assistenti, mentre il Manchester si impone sull'Arsenal.
 
In finale, il risultato si sblocca al decimo minuto, quando [[Samuel Eto'o]] porta in vantaggio il Barcellona. Il secondo tempo vede una netta supremazia del Barcellona, e a dodici minuti dal fischio finale [[Xavi]], in azione sulla fascia destra, crossa per [[Lionel Messi]], che realizza di testa la rete del 2-0. Il Barcellona dell'allenatore [[Josep Guardiola]], già vincitore nel [[Coppa dei Campioni 1991-1992|1991-1992]] da giocatore, diventa la prima squadra spagnola a mettere a segno il ''[[triplete]]'' (''[[treble]]''): oltre alla Champions, aveva vinto anche Liga e Coppa del Re.
 
==== Il ritorno della Grande Inter con la "[[Treble|tripletta]]" (2010) ====
[[File:Striscione finale madrid 2010 2.jpg|thumb|sinistra|300px|La coreografia della curva interista durante la finale di Madrid]]
 
L'edizione [[UEFA Champions League 2009-2010|2009-2010]] fa registrare il trionfo dell'[[FC Internazionale|Inter]] di [[Josè Mourinho]] che torna a vincere il trofeo dopo 45 anni. Per i nerazzurri è la terza Coppa dei Campioni della propria storia, la prima da quando ha cambiato denominazione in UEFA Champions League.
 
Nella prima fase spiccano l'eliminazione della [[FC Juventus|Juventus]] e del [[FC Liverpool|Liverpool]], terze nei rispettivi gironi e "retrocesse" in [[UEFA Europa League 2009-2010|Europa League]], e il passaggio del turno di [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] e [[Football Club des Girondins de Bordeaux|Bordeaux]], prime proprio a discapito di Liverpool e Juventus. Il Gruppo F, composto da quattro club campioni nazionali, ovvero [[FC Barcelona|Barcellona]], vincitrice della passata competizione e lauretasi a dicembre anche campione del mondo, [[Inter]], [[Dinamo Kiev]] e [[Rubin Kazan]], è quello più equilibrato. A spuntarla, non senza qualche difficoltà iniziale, sono, come previsto, i catalani e i milanesi.
 
Si qualificano agli ottavi di finale tre italiane, Inter, [[AC Milan|Milan]] e Fiorentina, tre inglesi, [[Chelsea]], [[Arsenal]] e [[Manchester United]], il [[Real Madrid]] e il Barcellona, le francesi del Bordeaux e del [[Olympique Lyonnais|Lione]], il [[Sevilla Fútbol Club|Siviglia]], assente nella scorsa edizione, il [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]], l'[[Olympiakos Syndesmos Filathlon Pireos|Olympiakos]], il [[Professional'nyj Futbol'nyj Klub CSKA|CSKA Mosca]], il [[Futebol Clube do Porto|Porto]] e lo [[Verein für Bewegungsspiele Stuttgart 1893|Stoccarda]].
 
I sorteggi decretano le sfide tra Milan e Manchester, Inter e Chelsea, Real Madrid e Lione. Il Manchester United batte il Milan e si qualifica ai quarti, affrontando il Bayern Monaco che batte la Fiorentina, sfida che però viene ancora una volta condizionata dal recidivo [[Tom Henning Øvrebø]] e dalla sua terna arbitrale. Il Real Madrid cade ancora agli ottavi, nonostante i grandi investimenti di [[Florentino Pérez]], contro il Lione, mentre l'Inter batte sia all'andata (2-1) che al ritorno (1-0) il Chelsea. Nelle altre partite hanno la meglio il Bordeaux, che torna a disputare i quarti eliminando l'Olympiakos, i campioni del Barcellona, che superano agilmente lo Stoccarda, l'Arsenal, che non soffre contro il Porto, e l'outsider CSKA Mosca, che prevale sul Siviglia.
Nel primo dei quattro quarti di finale il Manchester United viene eliminato dal Bayern Monaco, che passa il turno grazie ai [[Regola dei gol fuori casa|gol segnati in trasferta]]. Nel secondo il derby francese tra Lione e Bordeaux si risolve in favore dei primi, che accedono alla semifinale per la prima volta nella loro storia. Dall'altra parte del tabellone la sfida Inter-CSKA si risolve con una doppia vittoria dei nerazzurri di misura, mentre il Barcellona supera l'Arsenal con un pareggio in trasferta ed un 4-1 casalingo ([[Quadripletta|quattro gol]] di [[Lionel Messi]]). Le semifinali sono Bayern Monaco-Lione e Inter-Barcellona. I bavaresi hanno la meglio sui francesi, sconfiggendoli con il punteggio complessivo di 4-0 (1-0 e 0-3), mentre l'Inter, dopo la vittoria casalinga per 3-1, resiste al [[Camp Nou]] e, pur perdendo per 1-0, si qualifica per la finale dopo trentotto anni di attesa. Nella finale del 22 maggio allo [[Stadio Santiago Bernabéu]] di [[Madrid]] si sfidano l'Inter e il Bayern Monaco.
 
I due club si affrontano dopo essere diventati entrambi campioni del proprio campionato e della propria coppa nazionale, arrivando tutte e due a conseguire la [[Double (calcio)|doppietta]]. In finale l'Inter vince una partita dominata dai nerazzurri i quali, con [[Diego Milito|Milito]] autore di una doppietta, tornano a vincere la Champions League dopo 45 anni. La partita finisce 2-0. I nerazzurri diventano così la prima squadra italiana a centrare la "[[treble|tripletta]]".
 
== Formato del torneo ==
[[File:Beginning Arsenal Sevilla.jpg|thumb|250px|Il logo della UEFA Champions League sventola al centro del campo prima di ogni partita]]
La formula iniziale del torneo era, come si è già detto, quella dell'eliminazione diretta: le trentadue squadre si incontravano a doppio turno di andata e ritorno (per i primi anni era prevista anche una terza partita di spareggio) nei turni di sedicesimi, ottavi, quarti di finale, semifinali e poi finale unica. In caso vi fossero più di trentadue squadre ai nastri di partenza, quelle con il [[coefficiente UEFA]] più basso dovevano spareggiare per entrare a far parte del tabellone principale. La vincitrice della Coppa dei Campioni era ammessa di diritto all'edizione dell'anno successivo (unico caso in cui era possibile vedere più di una squadra per federazione).
 
La formula della Coppa dei Campioni rimase praticamente immutata per oltre trent'anni. Fu solo sul finire degli [[anni 1980]] che si cominciarono a mettere in cantiere progetti di riforma. La struttura delle ''Coppe europee'' era da sempre considerata provvisoria, riecheggiando ciclicamente quell'idea di un campionato europeo per ''clubs'' che era stata proposta da [[Gabriel Hanot]] decenni prima.
 
Il primo cambiamento alla ormai classica formula della coppa fu apportato nella stagione 1991-1992, quando furono previsti, in luogo dei quarti di finale e delle semifinali, due gruppi di qualificazione all'italiana di quattro squadre ciascuna. Il pubblico dimostrò di gradire la novità, tanto che nella successiva stagione 1992-1993 l'UEFA diede a questi nuovi raggruppamenti il nome ''UEFA Champions League'', registrandone un logo e un [[Inno della UEFA Champions League|inno ufficiale]].
 
Nel 1993-1994 fu introdotta una piccola variazione al regolamento: dopo i gironi fu introdotta una semifinale di sola andata (in casa della vincitrice del girone) tra prime e seconde, le vincenti vanno in finale.
 
[[File:2007 Champions League Final.JPG|thumb|left|230px|Un momento della cerimonia di apertura della finale di Atene del [[UEFA Champions League 2006-2007|2006-2007]] tra Milan e Liverpool]]
 
Un altro grande cambiamento avvenne nella stagione 1994-1995. Con l'edizione precedente, infatti, si era concluso il contratto che legava la UEFA all'[[Unione Europea di Radiodiffusione|UER]] e che dava diritto a quest'ultima di trasmettere in esclusiva la finale della Coppa dei Campioni. Ciò diede campo libero alla [[UEFA]] per rivedere integralmente il ''format'' della competizione secondo canoni più appetibili alle televisioni private. L'accesso alla coppa fu dunque riservato ai soli 24 migliori campioni del continente, relegando gli altri nella meno prestigiosa [[Coppa UEFA 1994-1995|Coppa UEFA]]. Il termine ''Champions League'' prese ad indicare l'intera manifestazione e non solo la fase a gruppi, e la Coppa si strutturò su una fase a gruppi autunnale e una ad eliminazione diretta primaverile.
 
Ma la grande svolta avvenne con la stagione 1997-1998, quando fu abrogata quella clausola che era divenuta l'essenza stessa della Coppa dei Campioni, e cioè la partecipazione dei soli campioni in carica. In quell'anno infatti il meccanismo dei preliminari estivi se da un lato ricomprese quelle nazioni che ne erano state escluse tre anni prima, dall'altro aprì le porte alle seconde classificate degli otto migliori campionati continentali.
 
La minaccia di una ''Superlega'' fra le migliori società europee spinse nel 1999 la UEFA a ridisegnare in fretta e furia l'intero impianto delle sue tre coppe. La porta della Champions League venne aperta anche alle terze classificate delle sei principali federazioni e alle quarte classificate delle migliori tre. Il ''format'' fu ampliato con ben due fasi a gironi seguite da due turni ad eliminazione più la finale. Per laurearsi campione era dunque necessario disputare ben 17 gare, se non 19, 21 o addirittura 23 nel caso di partenza dai preliminari. La Champions League assunse quindi un ruolo di assoluto predominio nell'immaginario sportivo collettivo, relegando in una posizione marginale la [[UEFA Europa League|Coppa UEFA]] e determinando l'abrogazione della [[Coppa delle Coppe UEFA|Coppa delle Coppe]]. La crescente visibilità e importanza della Champions League ha portato con sé un calo di interesse per le altre competizioni continentali che ha determinato la fine della [[UEFA Europa League|Coppa UEFA]], ridotta al rango di serie B continentale fino all'edizione 2008-2009<ref>{{cita web|url= http://www.eurochampionsleague.net/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=11&Itemid=107|titolo= La Coppa dei cambiamenti|editore= LeChampions.it|data= 23-7-2009|accesso= 23-5-2010}}</ref>, quando venne rinominata [[UEFA Europa League]].
 
=== Regolamento ===
L'attuale formato della competizione è in vigore dalla stagione 2003-2004.
 
Il torneo si compone di diverse fasi, composte tra eliminazione diretta e [[girone all'italiana|gironi all'italiana]]. I primi tre turni sono ad eliminazione diretta e le [[squadra di calcio|squadre]] iniziano a prendere parte a una delle tre fasi in base alla posizione ottenuta nel proprio campionato nazionale ed al [[coefficiente UEFA]] (vedi anche la sezione [[UEFA Champions League#Squadre ammesse|Squadre ammesse]]). Sedici squadre, quelle meglio classificate nei campionati nazionali più importanti del continente, prendono direttamente parte alla fase a gironi senza passare quindi dai turni preliminari. In questi preliminari, giocati con partite in casa e in trasferta da metà luglio a fine agosto, la squadra vincente passa al turno successivo. Le squadre sconfitte al terzo turno vengono ammesse alla Coppa UEFA mentre le 16 squadre uscite vincenti dai turni preliminari possono prendere parte alla fase a gironi, assieme alle altre 16 già ammesse direttamente.
 
Questi gironi si compongono di 8 gruppi di 4 squadre ed ogni squadra gioca con le altre tre due volte, una in casa e una in trasferta. Questa fase dura da metà settembre ai primi di dicembre. Le terze classificate verranno ammesse in [[Europa League]], mentre l'ultima verrà eliminata dal torneo. Le prime due passano al turno successivo, ad eliminazione diretta (da fine febbraio fino alla finale di maggio): le prime classificate giocheranno con le seconde e avranno il fattore campo a favore. In questa fase non sono previsti derby nazionali, che potranno essere giocati a partire dai quarti di finale.
 
Gli scontri diretti che terminano in parità prevedono la regola del [[gol fuori casa (regola)|gol fuori casa]], dei [[tempi supplementari]] ed eventualmente dei [[calci di rigore]]. Fa eccezione la finale, giocata a turno unico (in uno stadio determinato un paio di anni prima) con tempi supplementari e rigori per i pareggi.
 
=== La riforma dei preliminari ===
Dal 2009 è stabilita la riforma dei turni preliminari. Rispetto alla formula attuale, sei squadre in più saranno ammesse direttamente ai gironi: le terze classificate dei tre migliori campionati nazionali e i campioni delle federazioni fra il 10º e il 12º posto del ranking. I dieci posti residui saranno attribuiti attraverso due distinti percorsi preliminari.
Il primo comprenderà i campioni delle nazioni minori classificate dal 13º al 53º posto del ranking, si svolgerà in quattro turni e avrà l'effetto di favorire a tali squadre la qualificazione alla fase a gironi, rispetto al regolamento precedente che prevedeva lo scontro con squadre non campioni nazionali delle maggiori federazioni.
Il secondo percorso preliminare, costituito da due turni, comprenderà invece le squadre residue delle federazioni maggiori fino al 15º posto.
Anche le squadre perdenti il penultimo turno preliminare, e non solo l'ultimo, avranno accesso alla [[UEFA Europa League]].
 
Nessun cambiamento è invece previsto per il format della competizione vera e propria, confermato sino al 2012. Sono stabiliti solo piccoli ritocchi di calendario: gli ottavi si svolgeranno nell'arco di un mese (4 partite a settimana), mentre dal 2010 la finale si svolgerà di [[sabato]] per agevolare l'afflusso delle famiglie nell'impianto sede dell'atto conclusivo della manifestazione.
 
== Trofeo ==
[[File:Ligue des champions NB.JPG|thumb|250px|Il trofeo della UEFA Champions League]]
La forma del trofeo così com'è conosciuto ora fu commissionata nel 1966 per 10.000 franchi svizzeri e la prima squadra a vincere la nuova coppa fu il [[Celtic FC]] (vincente nella finale del [[25 maggio]] [[1967]] a [[Lisbona]] contro l'[[Internazionale Football Club|Inter]]). La forma, con i particolari manici denominati "grandi orecchie", venne approvata dall'allora segretario generale della UEFA, [[Hans Bangerter]], sulla base di varie proposte presentate da uno specialista di [[Berna]], Hans Stadelmann. I ritocchi finali furono opera dell'incisore Fred Bänninger dopo 340 ore di lavoro del figlio di Stadelmann, Jürg. La coppa misura 62 cm di altezza e pesa 7,5 kg. Se le versioni del [[1973]] e del [[1976]] furono sostanzialmente conformi all'originale del [[1966]], quella del [[1994]] variò nel particolare della scritta ''Coupe des clubs champions européens'' che da minuscola divenne maiuscola, e del retro su cui si incominciarono ad incidere i risultati delle finali, mentre il trofeo attuale, datato [[2005]], porta oggi incisi sul retro i nomi di tutte le squadre che l'hanno vinto in precedenza, ed ha le orecchie piu aggraziate.
 
Dal 1997 il trofeo originale viene consegnato al sindaco della città ospitante la finale, così da poter essere visitato dal pubblico per uno o due mesi prima dell'incontro decisivo. Così fu anche per [[Milano]] nel [[2001]], che ospitò la coppa al centro dell'ottagono della [[Galleria Vittorio Emanuele II di Milano|Galleria Vittorio Emanuele]] a due passi dal [[Duomo di Milano|Duomo]], liberamente visibile da chiunque fino al [[23 maggio]], giorno della finale tra [[Bayern Monaco]] e [[Valencia CF|Valencia]]. Attualmente sono tre le città italiane ad avere ospitato il trofeo: Bari (1991), Milano (1965,1970,2001) e Roma (1977,1984,1996,2009).
 
=== Multiple-winner badge, logo dei detentori e trofeo originale ===
{{vedi anche|Multiple-winner badge}}
La squadra vincitrice della Champions League ritira la coppa al termine della cerimonia di premiazione, e riconsegna il trofeo al quartier generale della UEFA due mesi prima della finale della stagione successiva. La UEFA consegna comunque una replica in scala ridotta della coppa che viene mantenuta dalla società vincitrice.
Le uniche squadre a poter trattenere il trofeo originale sono quelle capaci di aggiudicarsi tre tornei consecutivi o cinque in tutto, ovvero quelle insignite del ''multiple-winner badge''<ref>{{en}}{{cita web|url= http://www.uefa.com/MultimediaFiles/Download/Regulations/competitions/UCL/84/52/77/845277_DOWNLOAD.pdf|titolo= Capitolo XI, articolo 19º, paragrafo 14º: multiple-winner badge|editore= Regolamento dell'[[UEFA Champions League 2009-2010]]|data= 24-3-2009|accesso= 23-5-2010}} {{pdf}}</ref>, introdotto nella stagione [[UEFA Champions League 2000-2001|2000-2001]].
 
Al momento, solo cinque società detengono il trofeo originale e, di conseguenza, il citato stemma:
* [[Real Madrid]] ([[Spagna]]): 9 titoli (dal 1955-1956 al 1959-1960, 1965-1966, 1997-1998, 1999-2000 e 2001-2002), 5 dei quali consecutivi
* [[Associazione Calcio Milan|Milan]] ([[Italia]]): 7 titoli (1962-1963, 1968-1969, 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994, 2002-2003 e 2006-2007), 2 dei quali consecutivi
* [[Liverpool F.C.|Liverpool]] ([[Inghilterra]]): 5 titoli (1976-1977, 1977-1978, 1980-1981, 1983-1984 e 2004-2005), 2 dei quali consecutivi
* [[Bayern Monaco]] ([[Germania]]): 4 titoli (dal 1973-1974 al 1975-1976 e 2000-2001), 3 dei quali consecutivi
* [[AFC Ajax|Ajax]] ([[Olanda]]): 4 titoli (dal 1970-1971 al 1972-1973 e 1994-1995), 3 dei quali consecutivi
 
Queste squadre vengono contraddistinte da un particolare stemma di colore blu raffigurante la coppa con impresso il logo della competizione (le stelle che formano un pallone) sotto il numero di Champions League (e [[Coppa dei Campioni (calcio)|Coppe Campioni]]) vinte, posto sulla manica sinistra della divisa ufficiale.
 
Nell'edizione [[UEFA Champions League 2004-2005|2004-2005]] l'UEFA ha introdotto il logo dei detentori (in [[lingua inglese|inglese]] ''title-holder badge''), da apporre sulla manica destra della maglia della detentrice del trofeo nella stagione successiva alla vittoria. La prima squadra a indossare il logo dei detentori è stato il [[Futebol Clube do Porto|Porto]]<ref>{{cita web|url= http://www.flickr.com/photos/frozensquid/408989838/|titolo= Foto del multiple-winner badge e del title-holder badge|editore= [[Flickr]]|accesso= 23-5-2010}}</ref>.
 
== Squadre ammesse ==
Alla UEFA Champions League, cui è ammessa di diritto la squadra detentrice, possono partecipare solo le squadre che militano nei campionati associati alla UEFA (eccetto [[Liechtenstein]]), in base alla posizione in classifica ottenuta durante la precedente stagione.
 
Ogni nazione quindi, apporta un numero di partecipanti differente a seconda della difficoltà del proprio campionato, calcolato in base al [[coefficiente UEFA]]. Secondo questa classifica, viene deciso il numero di squadre partecipanti:
 
* dalla prima alla terza nazione: si qualificano le squadre classificate dal 1º al 4º posto,
* dalla quarta alla sesta nazione: si qualificano le squadre classificate dal 1º al 3º posto,
* dalla settima alla quindicesima nazione: si qualificano le squadre classificate dal 1º al 2º posto,
* oltre la sedicesima nazione: si qualifica la squadra classificata al 1º posto,
 
Il coefficiente UEFA determina automaticamente a che livello una squadra dovrà iniziare a competere: i primi tre campionati, che apportano 4 squadre, vedono le prime tre classificate iniziare dai [[girone all'italiana|gironi all'italiana]], mentre la quarta dovrà iniziare dai cosiddetti preliminari di Champions League, ovvero dal quarto turno di qualificazione. Attualmente, questo è il caso previsto per i campionati di [[Campionato di calcio spagnolo|Liga Spagnola]], [[Serie A]] e [[Premier League]].
 
Le successive tre nazioni iscrivono ugualmente due squadre direttamente alla fase a gironi, e una sola ai preliminari, come peraltro le seguenti sei federazioni, che però di posti assicurati nei gironi ne hanno uno solo a testa.
 
Le altre nazioni devono necessariamente passare integralmente dai preliminari, con due formazioni le prime due, e una sola tutte le altre.
 
Oltre ai già citati meriti sportivi, ogni club deve ricevere una particolare licenza dalla propria associazione calcistica per partecipare alla Champions League, utile a comprovare l'adeguatezza dello stadio, delle infrastrutture e della stabilità finanziaria.
 
== Informazioni finanziarie ==
La Champions League è una competizione dalle grandi possibilità economiche per i club che vi partecipano e che riescono a giocare il maggior numero di partite. La UEFA, infatti, distribuisce parte dei ricavi ottenuti dalle vendite dei diritti televisivi in tutta Europa tra le squadre partecipanti in base ai livelli raggiunti (gironi, quarti di finale, semifinali e finale). Per esempio i guadagni ottenuti dai club che hanno preso parte all'edizione [[UEFA Champions League 2004-2005|2004-2005]] sono compresi tra i 3,8 milioni di euro dello [[Sparta Praga]] ai 30,6 milioni di euro del vincente Liverpool. Per le italiane: 10,6 milioni alla Roma, 14,9 all'Inter, 15 alla Juve e 26 milioni di euro al Milan.
 
Nel torneo [[UEFA Champions League 2005-2006|2005-2006]] sono stati distribuiti 430 milioni di euro tra le 32 formazioni partecipanti.
 
== Edizioni vinte per squadra ==
{{Vedi anche|Albo d'oro della UEFA Champions League}}
<!-- A parità di titoli adottare l'ordine cronologico, premettendo la squadra che ha vinto il trofeo più di recente, secondo pacifica consuetudine del Progetto Calcio. Grazie.-->
{| class="wikitable sortable"
|-
!Squadra
!Vittorie
!Finali perse
!Anni vittorie
!Anni finali perse
|-
|{{Bandiera|ESP}} [[Real Madrid Club de Fútbol|Real Madrid]]||align=center|9||align=center|3||[[Coppa dei Campioni 1955-1956|1956]], [[Coppa dei Campioni 1956-1957|1957]], [[Coppa dei Campioni 1957-1958|1958]], [[Coppa dei Campioni 1958-1959|1959]], [[Coppa dei Campioni 1959-1960|1960]], [[Coppa dei Campioni 1965-1966|1966]], [[UEFA Champions League 1997-1998|1998]], [[UEFA Champions League 1999-2000|2000]], [[UEFA Champions League 2001-2002|2002]] ||[[Coppa dei Campioni 1961-1962|1962]], [[Coppa dei Campioni 1963-1964|1964]], [[Coppa dei Campioni 1980-1981|1981]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[Associazione Calcio Milan|Milan]]||align=center|7||align=center|4||[[Coppa dei Campioni 1962-1963|1963]], [[Coppa dei Campioni 1968-1969|1969]], [[Coppa dei Campioni 1988-1989|1989]], [[Coppa dei Campioni 1989-1990|1990]], [[UEFA Champions League 1993-1994|1994]], [[UEFA Champions League 2002-2003|2003]], [[UEFA Champions League 2006-2007|2007]]||[[Coppa dei Campioni 1957-1958|1958]], [[UEFA Champions League 1992-1993|1993]], [[UEFA Champions League 1994-1995|1995]], [[UEFA Champions League 2004-2005|2005]]
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Liverpool Football Club|Liverpool]]||align=center|5||align=center|2||[[Coppa dei Campioni 1976-1977|1977]], [[Coppa dei Campioni 1977-1978|1978]], [[Coppa dei Campioni 1980-1981|1981]], [[Coppa dei Campioni 1983-1984|1984]], [[UEFA Champions League 2004-2005|2005]]||[[Coppa dei Campioni 1984-1985|1985]], [[UEFA Champions League 2006-2007|2007]]
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]]||align=center|4||align=center|4||[[Coppa dei Campioni 1973-1974|1974]], [[Coppa dei Campioni 1974-1975|1975]], [[Coppa dei Campioni 1975-1976|1976]], [[UEFA Champions League 2000-2001|2001]]||[[Coppa dei Campioni 1981-1982|1982]], [[Coppa dei Campioni 1986-1987|1987]], [[UEFA Champions League 1998-1999|1999]], [[UEFA Champions League 2009-2010|2010]]
|-
|{{bandiera|NLD}} [[AFC Ajax|Ajax]]||align=center|4||align=center|2||[[Coppa dei Campioni 1970-1971|1971]], [[Coppa dei Campioni 1971-1972|1972]], [[Coppa dei Campioni 1972-1973|1973]], [[UEFA Champions League 1994-1995|1995]]||[[Coppa dei Campioni 1968-1969|1969]], [[UEFA Champions League 1995-1996|1996]]
|-
|{{Bandiera|ESP}} [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]]||align=center|3||align=center|3||[[Coppa dei Campioni 1991-1992|1992]], [[UEFA Champions League 2005-2006|2006]], [[UEFA Champions League 2008-2009|2009]]||[[Coppa dei Campioni 1960-1961|1961]], [[Coppa dei Campioni 1985-1986|1986]], [[UEFA Champions League 1993-1994|1994]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[Football Club Internazionale Milano|Inter]]||align=center|3||align=center|2||[[Coppa dei Campioni 1963-1964|1964]], [[Coppa dei Campioni 1964-1965|1965]], [[UEFA Champions League 2009-2010|2010]]||[[Coppa dei Campioni 1966-1967|1967]], [[Coppa dei Campioni 1971-1972|1972]]
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Manchester United Football Club|Manchester United]]||align=center|3||align=center|1||[[Coppa dei Campioni 1967-1968|1968]], [[UEFA Champions League 1998-1999|1999]], [[UEFA Champions League 2007-2008|2008]]||[[UEFA Champions League 2008-2009|2009]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[Juventus Football Club|Juventus]]||align=center|2||align=center|5||[[Coppa dei Campioni 1984-1985|1985]], [[UEFA Champions League 1995-1996|1996]]||[[Coppa dei Campioni 1972-1973|1973]], [[Coppa dei Campioni 1982-1983|1983]], [[UEFA Champions League 1996-1997|1997]], [[UEFA Champions League 1997-1998|1998]], [[UEFA Champions League 2002-2003|2003]]
|-
|{{Bandiera|POR}} [[Sport Lisboa e Benfica|Benfica]]||align=center|2||align=center|5||[[Coppa dei Campioni 1960-1961|1961]], [[Coppa dei Campioni 1961-1962|1962]]||[[Coppa dei Campioni 1962-1963|1963]], [[Coppa dei Campioni 1964-1965|1965]], [[Coppa dei Campioni 1967-1968|1968]], [[Coppa dei Campioni 1987-1988|1988]], [[Coppa dei Campioni 1989-1990|1990]]
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Nottingham Forest Football Club|Nottingham Forest]]||align=center|2||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1978-1979|1979]], [[Coppa dei Campioni 1979-1980|1980]]||
|-
|{{Bandiera|POR}} [[Futebol Clube do Porto|Porto]]||align=center|2||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1986-1987|1987]], [[UEFA Champions League 2003-2004|2004]]||
|-
|{{Bandiera|SCO}} [[Celtic Football Club|Celtic]]||align=center|1||align=center|1||[[Coppa dei Campioni 1966-1967|1967]]||[[Coppa dei Campioni 1969-1970|1970]]
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Hamburger SV|Amburgo]]||align=center|1||align=center|1||[[Coppa dei Campioni 1982-1983|1983]]||[[Coppa dei Campioni 1979-1980|1980]]
|-
|{{Bandiera|ROU}} [[Steaua Bucureşti|Steaua Bucarest]]||align=center|1||align=center|1||[[Coppa dei Campioni 1985-1986|1986]]||[[Coppa dei Campioni 1988-1989|1989]]
|-
|{{Bandiera|FRA}} [[Olympique de Marseille|Olympique Marsiglia]]||align=center|1||align=center|1||[[UEFA Champions League 1992-1993|1993]]||[[Coppa dei Campioni 1990-1991|1991]]
|-
|{{bandiera|NLD}} [[Feyenoord Rotterdam|Feyenoord]]||align=center|1||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1969-1970|1970]]||
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Aston Villa Football Club|Aston Villa]]||align=center|1||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1981-1982|1982]]||
|-
|{{bandiera|NLD}} [[PSV Eindhoven]]||align=center|1||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1987-1988|1988]]||
|-
|{{Bandiera|YUG|SFR}} [[Stella Rossa Belgrado|Stella Rossa]]||align=center|1||align=center|0||[[Coppa dei Campioni 1990-1991|1991]]||
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Borussia Dortmund]]||align=center|1||align=center|0||[[UEFA Champions League 1996-1997|1997]]||
|-
|{{Bandiera|FRA}} [[Stade de Reims-Champagne|Stade de Reims]]||align=center|0||align=center|2|| ||[[Coppa dei Campioni 1955-1956|1956]], [[Coppa dei Campioni 1958-1959|1959]]
|-
|{{Bandiera|ESP}} [[Valencia Club de Fútbol|Valencia]]||align=center|0||align=center|2|| ||[[UEFA Champions League 1999-2000|2000]], [[UEFA Champions League 2000-2001|2001]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1956-1957|1957]]
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Eintracht Frankfurt|Eintracht Francoforte]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1959-1960|1960]]
|-
|{{Bandiera|YUG|SFR}} [[FK Partizan Belgrado|Partizan Belgrado]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1965-1966|1966]]
|-
|{{Bandiera|GRE}} [[Panathinaikos FC|Panathinaikos]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1970-1971|1971]]
|-
|{{Bandiera|ESP}} [[Club Atlético de Madrid|Atlético Madrid]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1973-1974|1974]]<ref>L'[[Club Atlético de Madrid|Atlético Madrid]] vinse la [[Coppa Intercontinentale]] nel [[1975]] per rinuncia del [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]].</ref>
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Leeds United Association Football Club|Leeds United]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1974-1975|1975]]
|-
|{{Bandiera|FRA}} [[AS Saint-Étienne|Saint-Étienne]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1975-1976|1976]]
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Borussia Mönchengladbach|Borussia M'gladbach]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1976-1977|1977]]
|-
|{{Bandiera|BEL}} [[Club Brugge K.V.|Bruges]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1977-1978|1978]]
|-
|{{Bandiera|SWE}} [[Malmö FF|Malmö]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1978-1979|1979]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1983-1984|1984]]
|-
|{{Bandiera|ITA}} [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[Coppa dei Campioni 1991-1992|1992]]
|-
|{{Bandiera|GER}} [[Bayer 04 Leverkusen|Bayer Leverkusen]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[UEFA Champions League 2001-2002|2002]]
|-
|{{Bandiera|FRA}} [[AS Monaco FC|Monaco]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[UEFA Champions League 2003-2004|2004]]
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Arsenal Football Club|Arsenal]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[UEFA Champions League 2005-2006|2006]]
|-
|{{Bandiera|ENG}} [[Chelsea Football Club|Chelsea]]||align=center|0||align=center|1|| ||[[UEFA Champions League 2007-2008|2008]]
|}
 
== Edizioni vinte per nazione ==
{{Vedi anche|Albo d'oro della Champions League}}
<!-- A parità di titoli adottare l'ordine cronologico, premettendo la squadra che ha vinto il trofeo più di recente, secondo pacifica consuetudine del Progetto Calcio. Grazie.-->
{| class="wikitable sortable"
|-
!width=3%| Nazione
!width=1%| Vittorie
!width=1%| Finali perse
!width=9%| Squadre vincitrici
!width=9%| Finaliste perdenti
|-
| {{flagicon|ITA}} [[Italia]]
|align=center| 12
|align=center| 14
| [[A.C. Milan|Milan]] (7), [[F.C. Internazionale Milano|Inter]] (3), [[Juventus F.C.|Juventus]] (2)
| [[Juventus F.C.|Juventus]] (5), [[A.C. Milan|Milan]] (4), [[F.C. Internazionale Milano|Inter]] (2), [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] (1), [[A.S. Roma|Roma]] (1), [[U.C. Sampdoria|Sampdoria]] (1)
|-
| {{flagicon|ESP}} [[Spagna]]
|align=center| 12
|align=center| 9
| [[Real Madrid C.F.|Real Madrid]] (9), [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] (3)
| [[Real Madrid C.F.|Real Madrid]] (3), [[Futbol Club Barcelona|Barcellona]] (3), [[Valencia CF|Valencia]] (2), [[Atlético Madrid]] (1)
|-
| {{flagicon|ENG}} [[Inghilterra]]
|align=center| 11
|align=center| 6
| [[Liverpool F.C.|Liverpool]] (5), [[Manchester United F.C.|Manchester United]] (3), [[Nottingham Forest F.C.|Nottingham Forest]] (2), [[Aston Villa F.C.|Aston Villa]] (1)
| [[Liverpool F.C.|Liverpool]] (2), [[Manchester United F.C.|Manchester United]] (1), [[Leeds United A.F.C.|Leeds United]] (1), [[Arsenal F.C.|Arsenal]] (1), [[Chelsea F.C.|Chelsea]] (1)
|-
| {{flagicon|GER}} [[Germania]]
|align=center| 6
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| [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]] (4), [[Borussia Dortmund]] (1), [[Hamburger SV|Amburgo]] (1)
| [[Fußball-Club Bayern München|Bayern Monaco]] (4), [[Bayer 04 Leverkusen|Bayer Leverkusen]] (1), [[Borussia Mönchengladbach]] (1), [[Eintracht Frankfurt|Eintracht Francoforte]] (1), [[Hamburger SV|Amburgo]] (1)
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| {{flagicon|NED}} [[Paesi Bassi]]
|align=center| 6
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| [[AFC Ajax|Ajax]] (4), [[PSV Eindhoven|PSV]] (1), [[Feyenoord]] (1)
| [[AFC Ajax|Ajax]] (2)
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| {{flagicon|POR}} [[Portogallo]]
|align=center| 4
|align=center| 5
| [[Sport Lisboa e Benfica|Benfica]] (2), [[Futebol Clube do Porto|Porto]] (2)
| [[Sport Lisboa e Benfica|Benfica]] (5)
|-
| {{flagicon|FRA}} [[Francia]]
|align=center| 1
|align=center| 5
| [[Olympique de Marseille|Olympique Marsiglia]] (1)
| [[Stade Reims]] (2), [[AS Saint-Étienne|Saint-Étienne]] (1), [[Olympique de Marseille|Olympique Marsiglia]] (1), [[AS Monaco FC|Monaco]] (1),
|-
| {{flagicon|ROU}} [[Romania]]
|align=center| 1
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| [[FC Steaua Bucureşti|Steaua Bucarest]] (1)
| [[FC Steaua Bucureşti|Steaua Bucarest]] (1)
|-
| {{flagicon|SCO}} [[Scozia]]
|align=center| 1
|align=center| 1
| [[Celtic F.C.|Celtic]] (1)
| [[Celtic F.C.|Celtic]] (1)
|-
| {{flagicon|YUG|SFR}} [[Jugoslavia]]
|align=center| 1
|align=center| 1
| [[FK Crvena Zvezda|Stella Rossa Belgrado]] (1)
| [[FK Partizan|Partizan Belgrado]] (1)
|-
| {{flagicon|BEL}} [[Belgio]]
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|
| [[Club Brugge K.V.|Bruges]] (1)
|-
| {{flagicon|GRE}} [[Grecia]]
|align=center| 0
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| [[Panathinaikos FC|Panathinaikos]] (1)
|-
| {{flagicon|SWE}} [[Svezia]]
|align=center| 0
|align=center| 1
|
| [[Malmö FF]] (1)
|}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{en}}{{cita libro|nome= Mike|cognome= Mike|titolo= Champions League Yearbook 2007/2008|editore= Know the Score Books|anno= 2007|id= ISBN 1-905449-93-3}}
 
== Voci correlate ==
* [[Inno della UEFA Champions League]]
* [[Statistiche dei trofei internazionali di calcio]]
* [[Competizioni UEFA per club]]
* [[Statistiche delle competizioni UEFA per club]]
* [[Partecipazioni alla UEFA Champions League]]
* [[Coefficiente UEFA]]
* [[Coppa delle Coppe]]
* [[UEFA Europa League]]
* [[UEFA Club Football Awards]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:UEFA Champions League}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{dopp|anim|doralesploratrice}}
* {{Dmoz|World/Italiano/Sport/Palle/Calcio/Societ%c3%a0/U/UEFA Champions League/|UEFA Champions League}}
* {{lingue|en|it|fr|de|es|pt}} [http://www.uefa.com/Competitions/UCL/index.html Sito ufficiale della Champions League]
* {{en}} [http://it.uefa.com/Competitions/UCL/Format/newsId=319432.html Regolamento ufficiale Champions League]
* [http://www.thechampions.it Storia della moderna Champions League di calcio, dal 1991 ad oggi]
* [http://www.up2maps.net/maps/yoiyitsu/Europe/uefa_champions_league_by_country.html Mappa di Uefa Champions League Winners Per Paese]
 
{{Portale|animazione}}
{{UEFA Champions League}}
{{Calcio internazionale di club}}
{{Portale|calcio}}
 
[[Categoria:UEFASerie Championstelevisive League|d'animazione statunitensi]]
 
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[[az:UEFA Çempionlar Liqası]]
[[cs:Dora, průzkumník]]
[[bar:Champions League]]
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[[en:Dora the Explorer]]
[[be-x-old:Ліга чэмпіёнаў УЭФА]]
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[[bg:Шампионска лига на УЕФА]]
[[es:Dora, la exploradora]]
[[bn:উয়েফা চ্যাম্পিয়নস লীগ]]
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