Manis e Lev Isaakovič Šestov: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{S|mammiferi}}
|Nome = Lev Isaakovič
{{Tassobox
|Cognome = Šestov
|colore=pink
|PreData = in [[lingua russa|russo]] Лев Исаакович Шестов), nato '''Ieguda Lejb Švarcman''' (in [[lingua russa|russo]] Иегуда Лейб Шварцман
|nome=Pangolino
|Sesso = M
|statocons=
|LuogoNascita = Kiev
|immagine=[[Image:Pangolin borneo.jpg|200px]]
|GiornoMeseNascita = 31 gennaio
|didascalia=Un pangolino del Borneo
|AnnoNascita = 1866
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|LuogoMorte = Parigi
|dominio=
|GiornoMeseMorte = 19 novembre
|regno=[[Animalia]]
|AnnoMorte = 1938
|sottoregno=
|Attività = filosofo
|superphylum=
|AttivitàAltre =
|phylum=[[Chordata]]
|Nazionalità = russo
|subphylum=
|PostNazionalità =&nbsp;di origine [[ebreo|ebraica]], esponente dell'[[esistenzialismo]]
|infraphylum=
|Immagine = Si Léon Chestov noong 1927.jpg
|microphylum=
|Didascalia = Lev Šestov nel [[1927]]
|nanophylum=
|ForzaOrdinamento = Sestov, Lev
|superclasse=
}}
|classe=[[Mammalia]]
|sottoclasse=[[Theria]]
|infraclasse=[[Eutheria]]
|superordine=[[Laurasiatheria]]{{Tassobox gruppo generico|titolo=<small>([[clade]])</small>|nome=[[Ferae]]}}
|ordine='''Pholidota'''<br/><small>[[Hermann Weber|Weber]], [[1904]]</small>
|sottordine=
|infraordine=
|superfamiglia=
|famiglia='''Manidae'''
|sottofamiglia=
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|sottotribù=
|genere='''Manis'''
|sottogenere=
|specie=
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE -->
|biautore=
|binome=
|bidata=
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE -->
|triautore=
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|tridata=
<!-- ALTRO -->
|sinonimi?=
|sinonimi=
|nomicomuni=
|suddivisione= Specie
|suddivisione_testo=
*''[[Manis culionensis]]''
*''[[Manis gigantea]]''
*''[[Manis temminckii]]''
*''[[Manis tricuspis]]''
*''[[Manis tetradactyla]]''
*''[[Manis crassicaudata]]''
*''[[Manis pentadactyla]]''
*''[[Manis javanica]]''
}}
 
== Biografia ==
I '''pangolini''' (gen. '''''Manis'''''), conosciuti anche come formichieri squamosi, sono gli unici [[mammiferi]] viventi a rappresentare l'ordine dei '''Folidoti'''.
=== La formazione ===
Lev Šestov, ''[[pseudonimo|nom de plume]]'' di Ieguda Lejb Švarcman, nacque il 31 gennaio 1866 a [[Kiev]] in una famiglia [[ebraismo|ebraica]]. Ebbe un'educazione irregolare, fatta di tanti trasferimenti da una scuola all'altra a causa dei suoi scontri con le autorità. Avrebbe voluto studiare [[diritto]] e [[matematica]] all'[[Università statale di Mosca|Università di Mosca]] ma, dopo uno scontro con l'ispettore degli studenti, fu rimandato a Kiev, dove completò i suoi studi.
 
=== I primi scritti ===
==Sistematica==
La dissertazione che presentò gli impedì di divenire dottore in legge poiché fu rifiutata, in quanto troppo rivoluzionaria. Nel [[1898]] entrò a far parte di un circolo di prominenti intellettuali e artisti russi che includeva [[Nikolaj Berdjaev]], [[Sergej Diaghilev|Sergej Djagilev]], [[Dmitrij Merežkovskij]] e [[Vasilij Rozanov]]. Šestov contribuì con i suoi articoli al giornale pubblicato dal circolo e, durante questo periodo, completò la sua prima opera filosofica maggiore: ''Il bene nella dottrina del conte Tolstoj e di F. Nietzsche'' ([[1899]]) (sia [[Lev Nikolaevič Tolstoj|Tolstoj]] sia [[Nietzsche]] ebbero, insieme a [[Fëdor Michajlovič Dostoevskij|Dostoevskij]], una profonda influenza sulla sua filosofia).
Nelle vecchie classificazioni, i pangolini erano ritenuti essere forme particolari di sdentati ([[Edentata]]), il gruppo che comprende gli [[armadilli]], i [[formichieri]] e i [[bradipi]].</br>
Recenti evidenze basate su prove genetiche, comunque, indicano che i più stretti parenti viventi dei pangolini sono i membri dell'ordine dei [[Carnivori]], con i quali formano il [[clade]] [[Ferae]] all'interno del vasto superordine [[Laurasiatheria]]<ref>Beck et al., ''BMC Evolutionary Biology'' 2006, 6:93, disponibile [http://www.biomedcentral.com/1471-2148/6/93 qui]</ref>.</br>
Alcuni [[paleontologi]], inoltre, hanno classificato i pangolini nell'ordine (o superordine) dei [[Cimolesti]], che comprende molti gruppi estinti come i [[Pantolesti]] e i [[Pantodonti]], anch'essi appartenenti a Ferae{{citazione necessaria}}.</br>
Nella classificazione qui adottata <ref>{{MSW3|pagine=}}</ref>, i Folidoti sono invece considerati per comodità un ordine a sé stante.
 
Nel [[1903]] pubblicò una delle sue opere maggiori, ''La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche'', seguito nel [[1905]] da ''Tutto è possibile'', dove adottò uno stile aforistico di stampo nietzscheano e accennò ad alcuni temi - [[religione]], [[razionalismo]], [[scienza]] - che avrebbe poi sviluppato pienamente in seguito. Il lavoro di Šestov conobbe inizialmente pochi consensi e critica fu anche la più stretta cerchia dei suoi amici che vedevano, nella sua rinuncia a [[ragione]] e a [[metafisica]], una deriva verso il [[nichilismo]].
== Descrizione==
Questi strani animali hanno il corpo completamente ricoperto da grandi squame che, sovrapponendosi l'una all'altra, vanno a formare una sorta di "corazza a piastre". I pangolini si rinvengono nelle zone tropicali dell'[[Asia]] e dell'[[Africa]].
 
=== I contrasti con i bolscevichi ===
===Scaglie protettive e artigli ===
Nel [[1908]] si trasferì a [[Friburgo in Brisgovia|Friburgo]], in [[Germania]], dove visse fino a quando, nel [[1910]], non si trasferì nel villaggio [[Svizzera|svizzero]] di [[Coppet]]. Furono anni di prolifico lavoro, durante i quali pubblicò ''La grande vigilia'' e ''Le penultime parole''. Ritornò a [[Mosca]] in piena [[Prima guerra mondiale]], nel [[1915]], quando suo figlio Sergej fu ucciso in combattimento dai tedeschi. In questo periodo il suo lavoro divenne più attento ai problemi della religione e della [[teologia]]. L'avvento dei [[Bolscevichi]] al governo rese la vita difficile a Šestov: nel [[1919]] i [[marxismo|marxisti]] gli imposero di scrivere una difesa della dottrina marxista come introduzione al suo nuovo lavoro ''Potestas Clavium'', senza la quale non sarebbe stato pubblicato. Šestov si rifiutò e ritornò a Kiev, dove insegnò filosofia greca all'università.
L'aspetto fisico dei pangolini è caratterizzato dalle scaglie indurite citate poc'anzi. Esse sono costituite di [[cheratina]], lo stesso materiale di cui sono fatti i capelli umani. Data la strana corazza di squame sovrapposte, a prima vista un pangolino potrebbe ricordare un carciofo o un ananas semovente. La corazza è costruita in modo tale da permettere all'animale di apallottolarsi se spaventato. I piccoli pangolini possiedono scaglie morbide, che si induriscono quando l'animale matura. Un'ulteriore elemento difensivo riguardante le scaglie è costituito dalla loro affilatura, simile a quella di un rasoio. Gli artigli anteriori dei pangolini sono estremamente lunghi, e costituiscono un impedimento quando l'animale cammina sul terreno. Questi artigli sono usati principalmente per scavare. La coda è lunghissima e prensile, e serve anche da contrappeso per il corpo appesantito dalla corazza.
 
=== AcidoL'esilio come le moffetteparigino ===
Il disaccordo con il regime [[Unione sovietica|sovietico]] portò Šestov a intraprendere un lungo itinerario lontano dalla [[Russia]] che lo portò ad approdare in [[Francia]] ([[1921]]), dove divenne popolare grazie al riconoscimento della sua originalità. Fu invitato a collaborare con riviste di filosofia e, negli anni tra le due guerre, continuò a sviluppare il suo pensiero (componendo tra l'altro un'opera atipica come ''Sulla bilancia di Giobbe'') fino a diventare un filosofo di grande influenza, per quanto non partecipante ai circuiti accademici. Si immerse nello studio dei grandi filosofi, soprattutto [[Blaise Pascal|Pascal]] e [[Plotino]], tenendo nel frattempo lezioni alla [[Sorbona]] ([[1925]]). Nel [[1926]] incontrò [[Edmund Husserl]], con il quale mantenne una cordiale relazione nonostante le radicali differenze tra le loro filosofie.
I pangolini possono emettere un [[acido]] fortemete odoroso da ghiandole posizionate nei pressi dell'ano; l'odore sprigionato da queste ghiandole assomiglia a quello delle moffette. La taglia dei pangolini varia da specie a specie, ed è compresa tra i 30 e i 100 centimetri di lunghezza. Le femmine, generalmente, sono più piccole dei maschi.
 
Nel [[1929]], durante un viaggio a Friburgo, incontrò [[Martin Heidegger]] e intraprese uno studio più approfondito del lavoro di [[Kierkegaard]]. Fu per lui una scoperta che lo portò a rendersi conto che le loro filosofie avevano forti somiglianze (per esempio, il rigetto dell'[[idealismo]] e la convinzione che la conoscenza umana passi più attraverso il pensiero soggettivo che attraverso la ragione oggettiva e totalitaria). Comunque, Šestov aveva già maturato indipendentemente dal filosofo danese il proprio pensiero e riconobbe in quest'ultimo un "lottatore sconfitto", arresosi prima della fine alla "Necessità", come testimonia ''Kierkegaard e la filosofia esistenzialista'', edito nel [[1936]], opera fondamentale del proto esistenzialismo.
==Note==
{{references}}
 
=== AltriGli progettiultimi anni ===
Ammalato, continuò a lavorare intorno alla sua opera capitale, ''Atene e Gerusalemme'', dove spiega perché la ragione debba essere esclusa dalla filosofia. Il [[metodo scientifico]], sostiene, ha reso la filosofia e la scienza incompatibili fra loro. Se la scienza si occupa di osservazioni empiriche, la filosofia al contrario si deve occupare per Šestov di libertà, di Dio, di immortalità: problemi, conclude, dove la scienza è del tutto inutile.
{{interprogetto|wikispecies}}
==Voci correlate==
*''[[Eomanis waldi]]'', un pangolino fossile
*[[Classificazione dei mammiferi]]
 
Nel [[1938]] cadde gravemente malato; morì il 19 novembre in una clinica della capitale francese. Volle che durante la sua sepoltura fosse recitato il Kaddish, anche per testimoniare la sua appartenenza carnale ad Israele. Questo particolare è ribadito da Benjamin Fondane.
 
== Il pensiero ==
{{Mammiferi}}
=== Una filosofia frammentaria ===
La filosofia di Šestov non presenta unitarietà sistematica, né un insieme coerente di proposizioni e nemmeno un'esposizione teoretica dei problemi filosofici che affronta. Gran parte del suo lavoro è di fatto frammentario, sia nella forma ([[aforisma|aforismi]], non linearità, più espressività che argomentatività) sia nei contenuti; ogni pagina sembra contraddire la precedente, e sempre Šestov ricerca il [[paradosso]]. Questo perché Šestov ritiene che la vita stessa sia, in ultima analisi, profondamente paradossale, impossibile da comprendere attraverso un'indagine logico-razionale. Šestov crede che nessuna teoria possa risolvere il mistero della vita, perciò la sua filosofia non ''risolve'' problemi, ma li ''crea'', e prova a rendere l'apparire della vita il più enigmatico possibile.
 
=== La critica al razionalismo ===
[[Categoria:Folidoti]]
Punto di partenza di Šestov non è una teoria, ma un'esperienza di vita: l'esperienza della perdita, ovvero del venir meno delle certezze, dalla libertà, del senso. La radice della perdita è ciò che spesso chiama necessità, ma anche ragione, idealismo, fato: un certo modo di pensare (ma anche allo stesso tempo un aspetto reale del mondo) che sottomette la vita a idee, astrazioni, generalizzazioni e così facendo la sopprime, ignorando l'unicità e la vitalità del reale.
 
"Ragione" è l'obbedienza e l'accettazione di "certezze" che ci dicono che determinate cose sono eterne e immutabili, mentre altre sono impossibili. È questo il motivo per cui la sua filosofia è una forma di [[irrazionalismo]], anche se Šestov non si oppone affatto alla [[ragione]] o alla [[scienza]], ma soltanto al [[razionalismo]] e allo [[scientismo]]: la tendenza a considerare la ragione come una sorta di Dio onnipotente e onnisciente. La sua filosofia è anche una forma di [[personalismo]], giacché le persone non possono essere ridotte a idee, strutture sociali o comunità mistiche.
[[ar:أم قرفة (حيوان)]]
 
[[cs:Luskouni]]
Spiega Šestov in ''Atene e Gerusalemme'':
[[da:Skældyr]]
:''Ma perché attribuire a Dio, al Dio che non ha limiti né di tempo né di spazio, lo stesso rispetto e amore per l'ordine? Perché parlare sempre di "totale unità"? Se Dio ama gli uomini, che bisogna ha di subordinare gli uomini alla sua volontà divina e di privarli della loro stessa volontà, la cosa più preziosa che ha donato loro? Non esiste alcuna necessità. Di conseguenza, l'idea di una totale unità è un'idea assolutamente falsa (...). Non è vietato per la ragione parlare di unità, o anche di più unità, ma essa deve rinunciare all'idea di unità totale''.
[[de:Schuppentiere]]
 
[[en:Pangolin]]
Attraverso questo attacco all'autoevidenza, Šestov rimanda al fatto che siamo tutti allo stesso modo soli con la nostra sofferenza e che non possiamo essere aiutati dagli altri, né tanto meno dalla filosofia. Ed è questo il motivo per il quale non ha elaborato un sistema filosofico organico.
[[eo:maniso]]
 
[[es:Pholidota (animal)]]
=== La penultima parola ===
[[fi:Muurahaiskävyt]]
Ma la perdita, la disperazione, è solo la "penultima" parola. L'ultima parola non può essere detta in un linguaggio umano, né può essere catturata in una teoria. La filosofia di Šestov inizia con la perdita, il suo intero pensiero è disperato, ma Šestov tenta di individuare qualcosa oltre alla perdita e oltre alla filosofia. È ciò che chiama "fede": non una credenza, non una certezza, ma un altro modo di pensare che si soffermi nel mezzo del dubbio e dell'insicurezza più profondi. È l'esperienza che "tutto è possibile" delineata da [[Fëdor Michajlovič Dostoevskij|Dostoevskij]] ne ''[[I fratelli Karamazov]]''. L'opposto della necessità non è il caso o l'accidente, ma la possibilità: che esista un Dio che dia una libertà senza limiti o muri invalicabili.
[[fr:Pangolin]]
 
[[ja:センザンコウ]]
Šestov riafferma che dobbiamo continuare a combattere contro il caso e contro la necessità, anche se un esito vittorioso non è affatto garantito. E proprio nel momento in cui tutti gli oracoli sono ridotti al silenzio, allora noi dovremmo abbandonarci a Dio, colui che solo può
[[lt:Skujuočiai]]
sostenere l'anima sofferente.
[[nl:Schubdieren]]
 
[[no:Skjelldyr]]
=== Atene e Gerusalemme ===
[[pt:Pangolim]]
Non soltanto nell'omonima opera principale, ma in tutto il pensiero di Šestov ricorre l'immagine, metaforica come gran parte del suo pensiero, del contrasto tra Atene e Gerusalemme, a volte anche definiti come i due piatti della bilancia che misura il valore della vita umana. Atene, per Šestov, è la [[visione del mondo]] dominata dalla razionalità: per riprendere [[Hegel]], è quella dove è reale soltanto ciò che è razionale, misurabile, verificabile; è il mondo visto con gli occhi della scienza, retto dalla [[logica]] e dalla [[matematica]]. Ma, per quanto non intuitivamente, Šestov insiste nell'affermare che questa visione del mondo è ''soltanto una'' delle possibilità, indubbiamente utile per la vita quotidiana, ma del tutto insufficiente per placare le ansie di senso dell'uomo. Ad essa, contrappone Gerusalemme, il regno di ''ciò che c'è di più prezioso'' (il ''to timiòtaton'' di [[Plotino]]): l'emozione, il sentimento, l'amore, il paradosso, la fede, pefino l'arbitrio e il capriccio. Non c'è nessun motivo per investire tutto su un piatto solo, argomenta Šestov, e men che mai su quello di Atene
[[ru:Панголины]]
 
[[su:Peusing]]
== La fortuna ==
[[sv:Myrkottar]]
Il pensiero di Šestov, pur originale e ricco di spunti, non conobbe una vasta diffusione, anche se tra i suoi estimatori si contano nomi di spicco della cultura europea del [[Novecento]]. I primi ad apprezzarne il valore furono, naturalmente, i filosofi e teologi russi coevi, come [[Nikolaj Berdjaev]] e [[Sergej Bulgakov]].
[[zh:穿山甲属]]
 
Importante fu anche il suo lascito in [[Francia]], dovuto soprattutto alle pagine che dedicarono a Šestov [[Albert Camus]] (che sul suo pensiero elaborò una sezione de ''[[Il mito di Sisifo]]''), [[Benjamin Fondane]], [[Emil Cioran]] e [[Gilles Deleuze]]; in [[Inghilterra]] la sua fortuna è legata soprattutto all'interessamento di [[David Herbert Lawrence|D.H. Lawrence]]. Attualmente è attivo un gruppo di studiosi, facenti capo a Ramona Fotiade, che si occupano di divulgare il pensiero di Sestov e ne editano contributi critici, anche attraverso una rivista: Cahiers Léon Chestov.
 
== Opere principali ==
*''Shakespeare e il suo critico Brandes'' ([[1898]]; trad. it. Bompiani [[2010]]);
* ''Il bene nella dottrina del conte Tolstoj e di F. Nietzsche'' ([[1899]]);
*''La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche'' ([[1903]]; trad. it. Edizioni Scientifiche Italiane [[1950]]; rist. Marco [[2004]]);
*''L'apoteosi dello sradicamento'' ([[1905]]; trad. it. Trauben [[2005]]);
* ''Gli inizi e le fini'' ([[1908]]; trad. it. Arktos [[2011]]);
*''Potestas Clavium'' ([[1919]]; trad. it. Bompiani [[2009]]);
*''Sulla bilancia di Giobbe. Peregrinazioni attraverso le anime'' ([[1929]]; trad. it. Adelphi [[1991]]);
*''Kierkegaard e la filosofia esistenziale'' ([[1934]]; trad. it. Bompiani [[2009]]);
*''Atene e Gerusalemme. Saggio di Filosofia Religiosa'' ([[1938]]; trad. it. Bompiani [[2005]]);
* ''Speculazione e rivelazione'' (postumo, [[1964]]; trad. it Bompiani [[2011]]).
 
==Altri progetti==
{{Interprogetto|commons=Lev Shestov|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://shestov.by.ru/ Bibliografia completa]
*[http://www.shestov.arts.gla.ac.uk/html/biog.htm Società šestoviana]
*[http://www.magister.msk.ru/library/philos/ Testi delle opere principali (in russo)]
*{{Dmoz|World/Italiano/Societ%c3%a0/Filosofia/Filosofi/%c5%a0estov,_Lev_Isaakovi%c4%8d/|Lev I. Šestov}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|filosofia russa}}
 
[[Categoria:Esistenzialisti]]