Storia del Marocco e Hyla arborea: differenze tra le pagine

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{{Nota disambigua|descrizione=lo [[strumento musicale]]|titolo=[[Raganella (strumento musicale)]]}}
{{Avvisounicode}}
{{Tassobox
{{voce principale|Marocco}}
|nome=Hyla arborea
{{F|storia|luglio 2010|mancano soprattutto le fonti segnate}}
|statocons=LC
Il '''Marocco''' è un paese berbero-arabo nel nord-ovest dell'[[Africa]] il cui nome deriva da [[Marrakech]], capitale e città imperiale tra il [[1062]] e il [[1273]]. Abitato fin dalla [[preistoria]] dai [[berberi]], il paese conobbe la colonizzazione di vari popoli come [[fenici]], [[cartagine]]si, [[Impero romano|romani]], [[vandali]], [[Impero bizantino|bizantini]] e infine dagli [[arabi]]. Nel [[788]], salì al potere per la prima volta una dinastia araba, quella degli [[Idrissidi]], che regnò fino al [[917]] e che diffuse l'[[islam]] tra le popolazioni berbere.
|statocons_versione=iucn3.1
|immagine=[[File:Hyla arborea (Marek Szczepanek).jpg|240px]]
|didascalia=''Raganella''
<!-- CLASSIFICAZIONE: -->
|dominio= [[Eukaryota]]
|regno=[[Animalia]]
|sottoregno=[[Eumetazoa]]
|superphylum=[[Deuterostomia]]
|phylum=[[Chordata]]
|subphylum=[[Vertebrata]]
|infraphylum=
|microphylum=
|nanophylum=
|superclasse=[[Gnathostomata]]
|classe=[[Amphibia]]
|sottoclasse=[[Lissamphibia]]
|infraclasse=
|superordine=
|ordine=[[Anura]]
|sottordine=
|infraordine=
|superfamiglia=
|famiglia=[[Hylidae]]
|sottofamiglia=[[Hylinae]]
|tribù=
|sottotribù=
|genere='''[[Hyla]]'''
|sottogenere=
|specie='''H. arborea'''
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|biautore=[[Carl von Linné|Linnaeus]]
|binome=Hyla arborea
|bidata=[[1758]]
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
|triautore=
|trinome=
|tridata=
<!-- ALTRO: -->
|sinonimi?=
|sinonimi=
|nomicomuni=Raganella
}}
La '''Raganella''' (''Hyla arborea'' [[Carl von Linné|Linnaeus]], [[1758]]) è un [[Amphibia|anfibio]] dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] degli [[Anura|Anuri]], diffuso in [[Europa]] e [[Asia]]
 
== PreistoriaDescrizione ==
Di aspetto simile alle [[Rana (genere)|rane]], ma dotato di un solo sacco vocale bruno sotto la gola e di [[ventosa (biologia)|ventose]] sulle dita delle zampe. Questo permette all'animale di arrampicarsi su alberi, arbusti, foglie e muri.<br />
La cultura [[Capsiano]] è stata portata in [[Marocco]] nel [[Neolitico]] ([[8000 a.C.]] circa), nel momento in cui il [[Nord Africa]] era meno arido di quanto non lo sia oggi [http://www.ncdc.noaa.gov/paleo/fauna.html] [[Prehistoric Central North Africa]]. La [[lingua berbera]] si è probabilmente formata più o meno nello stesso periodo, così come l'[[agricoltura]] che è stata sviluppata dalle popolazioni [[indigeno|indigene]] e dagli immigrati che giunsero successivamente in queste terre. Queste altre popolazioni sono gli [[arabi]], gli [[iberi]], i [[fenici]], i [[sefarditi]], i [[sub-sahariani]] e gli [[africani]].
Presenta una striatura nera o marrone chiara che parte dalla narice, prosegue dopo l'occhio e continua fino all'inserzione dell'arto inferiore. Questo carattere la differenzia dalla ''[[Hyla meridionalis]]'', anch'essa presente in [[Europa]], in cui la striatura nera si interrompe bruscamente dopo il timpano. La lunghezza del corpo varia in media dai 3 ai 5 cm, ma può toccare i 6,5.Ha il dorso verde e il ventre biancastro<br/><ref name=t/>
La raganella, se eccitata o se il tempo cambia, varia la sua colorazione, passando addirittura ad una cromatura chiazzata<ref name=autogenerato1 />
== Biologia ==
Le raganelle sono insettivore, si nutrono di [[Arthropoda|artropodi]] e altri invertebrati acquatici e terricoli. Sono prevalentemente arboricole, ma si trovano anche in mezzo alle erbe palustri, nei campi in prossimità di fossi e [[risaie]].Raggiungono la maturità sessuale a 1 anno. All'inizio della stagione degli amori i maschi fanno i loro richiami e si riuniscono in coro entrando in competizione.Sono legate all'acqua per la riproduzione.Possono deporre dalle 200 alle 2000 uova. Dall'uovo dopo 3 settimane dalla deposizione esce il [[girino]] che compie il proprio ciclo vitale in tempi variabili tra 1,5 e 3 mesi. Alla fine della [[metamorfosi (zoologia)|metamorfosi]] il girino avrà sviluppato zampe atte a saltare, polmoni per respirare fuori dall'acqua, avrà perso la coda e avrà cambiato regime alimentare passando da detritivoro a carnivoro.Le raganelle vanno in [[letargo]] d'inverno.Hanno un'aspettativa di vita di 3-5 anni.<ref name=t>{{cita libro | David | Alderton | Animali | 2012 | Rusconi Libri }}</ref>
 
== StoriaDistribuzione anticae habitat ==
La specie, nota anche come raganella europea, è ampiamente distribuita in tutta l'[[Europa]] centro-meridionale: dalla [[Spagna]] alla [[Francia]], dalla [[Germania]] al [[Benelux]],
=== La Mauretania ===
dai [[Balcani]] all'[[Ucraina]]. Presente anche a [[Creta]] oltre che in [[Italia]].
{{vedi anche|Mauretania}}
È invece assente nell'[[arcipelago britannico]], in [[Scandinavia]] e in [[Danimarca]].<br /><ref name=t/>
[[File:Mauretania et Numidia.jpg|thumb|right|400px|Una cartina delle province africane dell'[[impero romano]]: [[Mauretania]], [[Numidia]] e [[Africa (provincia)|Africa]].]]
In [[Asia]], arriva fino al [[Mar Caspio]].<ref name=autogenerato1>[http://www.naturamediterraneo.com/raganella/ Raganella ''Hyla arborea''] - Natura Mediterraneo</ref>Vive in zone umide dalla campagna aperta.
Antica regione dell'Africa Settentrionale, oggi divisa tra il Marocco e l'Algeria, abitata dai Mauri. Regno indipendente dal [[IV secolo a.C.]], subì l'influenza di [[Cartagine]]. Fu assoggettata dai romani in seguito all'uccisione dell'ultimo re Tolomeo (40 d.C.) e divenne, nel [[42 a.C.]], la provincia della [[Mauretania Tingitana]]. Nel [[429|429 d.C.]], dalla penisola iberica, giunsero in questa regione i [[Vandali]], che quasi un secolo dopo, nel [[533]] furono sconfitti dai bizantini, guidati da [[Belisario]].
 
=== DinastieLa islamichespecie in Italia ===
La specie è diffusa, in [[Italia]], solamente nel [[Friuli Venezia Giulia]] settentrionale, mentre è sostituita dalla ''[[Hyla intermedia]]'',endemica della penisola,nel resto d'Italia.<ref>[http://www.iucnredlist.org/apps/redlist/details/10351/0 Hyla arborea (European Tree Frog)<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Nel 683, circa 50 anni dopo la morte del Profeta dell'[[Islam]], [[Maometto]], il Marocco viene conquistato dalle truppe di [[Uqba ibn Nafi|ʿUqba b. Nāfiʿ]].
 
== Stato di conservazione ==
==== La dinastia degli Idrisidi ====
Nonostante non sia in pericolo di [[estinzione]], la raganella è una specie da preservare per tutto il patrimonio [[fauna|faunistico]] italiano ed europeo, essendo una delle poche eccezioni di specie viventi in zone con [[clima]] temperato di una famiglia prettamente tropicale. La rarefazione in alcune zone è dovuto alla degradazione degli [[habitat]], anche se è ancora molto numerosa su tutto il suo [[areale]].
Circa un secolo dopo, nel [[788]], sale al potere per la prima volta una dinastia locale, quella degli [[Idrissidi]] (fondata proprio in Marocco da [[Idris I]]), che regnò fino al [[917]], che diffusero l'islam tra le popolazioni berbere. Sotto questa dinastia, venne fondata [[Fes]], che divenne un importante centro culturale, religioso e commerciale.
 
== Immagini ==
==== Il califfato omayyadi di [[al-Andalus]] ====
<gallery>
{{vedi anche|Omayyadi|al-Andalus}}
Image:P7101931.JPG
L'ultimo Idriside, fece l'errore di ritirare la fedeltà ai Omayyadi a favore degli Fatimidi, fu deposto e giustiziato nel 985 dal califfo di Cordoba.
Image:Hyla arborea hun.jpg
Image:Hyla arborea01.jpg
Image:Raganella_stagno.jpg
</gallery>
 
== Note ==
==== La dinastia degli Almoravidi ====
<references />
[[File:Almoravid-empire-01.svg|thumb|right|200px|Almorávidi: il loro impero rappresentato in verde.]]
Originario del [[Sahara Occidentale]] e Nell'[[XI secolo]], un capo dei Lamtūna («uomini velati», antecedenti dei [[Tuareg]]), rilevando la mancanza di una buona conoscenza dell'[[Islam]] da parte dei suoi uomini, si rivolse al religioso [[Abd Allah ibn Yasin al-Guzuli|ʿAbd Allāh Ibn Yāsīn]], di scuola giuridica (''[[madhhab]]'') [[malikiti|malikita]] e puritano. Da principio il suo insegnamento non ebbe successo. Si decise quindi a fondare un ''[[ribat|ribāṭ]]'' (convento fortificato, da qui il nome di ''al-Murābiṭūn'', «quelli del ''ribāṭ''»), nell'isola di [[Tidra]] in [[Mauritania]]. Predicava innanzi tutto l'obbedienza alla lettera (ovvero alla lingua) e ai precetti del [[Corano]] e l'importanza della disciplina. Trovò rapidamente successo, fondò un esercito di neo-convertiti e attaccò l'[[impero del Ghana]] nel [[1076]].
 
== Bibliografia ==
[[Yūsuf Ibn Tāshfīn]] succedette in seguito a Ibn Yāsīn, morto in combattimento, ed è considerato il primo sovrano almoravide. Fondò [[Marrakech]] nel [[1060]], e [[Tlemcen]] nel [[1080]]. Tra il [[1063]] e il [[1082]], lavorò per unificare il [[Marocco]] e l'[[Algeria occidentale]], fondando il regno di Tlemcen. Nel [[1086]], venne invitato dai principi arabi di [[al-Andalus|Spagna]], i cosiddetti "re delle Taifa", ad aiutarli contro [[Alfonso VI di Castiglia]]. Sbarcato il [[30 giugno]], Ibn Tāshfīn venne raggiunto dai re di [[Siviglia]], [[Granada]], [[Malaga]] e [[Badajoz]], e il [[23 ottobre]] inflisse una severa sconfitta a Alfonso VI a Sagrajas (''Zallaqa'' per gli [[Arabi]]), non lontano da [[Badajoz]]. Rientrò in seguito in [[Maghreb|Nordafrica]] per sistemare i suoi affari, prima di essere richiamato nel [[1089]].
* {{IUCN|summ=10351|autore=Böhme W. et al. 2006}}
* {{cita libro|autore=E. N. Arnold and J. A. Burton|titolo=Guida dei Rettili e degli Anfibi d'Europa|editore=Franco Muzzio}}
* {{cita pubblicazione|autore=Stöck M., Dubey S., Klütsch C., Litvinchuk S.N., Scheidt U.,and Perrin N|titolo=Mitochondrial and nuclear phylogeny of circum-Mediterranean tree frogs from the Hyla arborea group|rivista=Molecular Phylogenetics and Evolution 2008; 49: 1019-1024|url=http://my.unil.ch/serval/document/BIB_D19F8B4CCBC1.pdf}}
* {{cita libro | David | Alderton | Animali | 2012 | Rusconi Libri }}
 
== Voci correlate ==
Vedendo che i signori arabi complottavano l'uno contro l'altro e anche contro di lui, appoggiandosi alle autorità religiose locali si rese padrone di tutto [[al-Andalus]] tra il [[1090]] e il [[1094]]. Nonostante il suo relativo insuccesso nei confronti dei [[Cristianesimo|cristiani]] ai comandi del [[El Cid|Cid]], fu questo l'apogeo raggiunto dagli Almoravidi. Ibn Tāshfīn morì nel [[1106]], all'età, secondo la tradizione, di 100 anni. Gli succedette [[Ali Ibn Yusuf Ibn Tachfin|ʿAlī ibn Yūsuf ibn Tāshfīn]]. Egli ingrandì e consolidò l'impero almoravide, ma si scontrò con la resistenza dei principi cristiani e con l'agitazione dei berberi [[Almohadi]], ostili alla dottrina [[malikiti|malikita]], che predicavano la guerra santa ( ''[[jihad|jihād]]'' ) contro gli Almoravidi.
* [[Anfibi in Italia]]
 
== Altri progetti ==
Nel [[1142]], quando morì, l'agitazione almohade era al suo culmine. Nel [[1145]], il suo successore, [[Ali ibn Yusuf]] si uccise cadendo in un precipizio mentre fuggiva dopo una sconfitta nei pressi di [[Orano]]. Vi furono in seguito ancora due sultani almoravidi, ma si trattava solo di governanti-fantoccio. Con la conquista di [[Marrakesh]] del [[1147]] suonò l'ora della fine della dominazione almoravide in Africa. Gli Almoravidi, conosciuti come [[Banu Ghanya]] si spostarono successivamente alle [[Baleari]] e in [[Tunisia]]. Una curiosità è che il cognome ''Murabit'' e le sue derivazioni ''Mourabit'', ''Morabito'' e ''Murabito'' sono particolarmente diffusi in [[Marocco]], [[Tunisia]], [[Mauritania]], [[Sicilia]] Orientale e [[Calabria]] meridionale.
{{interprogetto|commons|wikispecies}}
 
== Collegamenti esterni ==
==== La dinastia degli Almohadi ====
* [http://www.artemisianet.it/raganella.html La raganella] Centro di Educazione Ambientale "Serra Guarneri", [[WWF Italia]]
{{vedi anche|Almohadi}}
Agli Almoravidi fece seguito un'altra dinastia di regnanti di origine berbera, gli [[Almohadi]], che regnò fino al [[1269]], controllando un grande territorio, che oltre al Marocco, comprendeva l'[[Algeria]], la [[Tunisia]], la [[Libia]] e alcune regioni della [[Spagna]] e del [[Portogallo]].
 
[[File:Torre de la Giralda - Plaza Virgen de los Reyes - Sevilla.jpg|thumb|La [[Giralda]] di Siviglia in Spagna, uno dei capolavori dell'arte almohade]]
[[Ibn Tumart|Muhammad ibn Tūmart]], originario della tribù berbera dei Maṣmūda nella regione del Sous ([[lingua berbera|berbero]] ''Sus''; [[lingua araba|arabo]] ''Sūs''), nell'[[Anti-Atlante]], era figlio di un addetto all'accensione delle lampade di una [[moschea]] e noto per la sua religiosità e per la sua deformità fisica. Influenzato dallo [[sciismo]], si oppose alla scuola giuridica ([[madhhab]]) [[Malikiti|malikita]] imposto dalla dinastia regnante, gli Almoravidi. Dopo essere stato cacciato per aver suscitato disordini, si rifugiò nell'Alto Atlante, a [[Tinmal]] dove organizzò una comunità militare e religiosa (il Consiglio dei Dieci e il Consiglio dei Cinquanta) intorno ad un [[Islam]] rigido ed austero, e nel [[1121]] si proclamò ''[[Mahdi]]'' (il "ben guidato" che tornerà alla fine del mondo).
 
È assai probabile che la sua influenza non sarebbe sopravvissuta alla sua persona se non avesse trovato come luogotenente [['Abd al-Mu'min|ʿAbd al-Muʾmin]], un altro [[Berberi|Berbero]] d'[[Algeria]] che fu indubbiamente un militare e un politico di prim'ordine. Quando Ibn Tūmart morì, nel [[1128]], ʿAbd al-Muʾmin tenne segreta per due anni la sua scomparsa, fino a che non si fu affermata la sua personale influenza. Sotto il suo comando furono conquistate, una dopo l'altra, [[Tlemcen]], [[Fez]] e infine [[Marrakesh]], la cui caduta segnò la fine totale della dinastia [[Almoravidi|almoravide]], nel [[1147]]. A poco a poco ʿAbd al-Muʾmin estese la sua autorità su un impero che comprendeva l'insieme del [[Maghreb]] e il [[al-Andalus|Bilād al-Andalus]] occidentale (presa di [[Cordova]] nel [[1148]] e di [[Granada]] nel [[1154]]).
 
Si proclamò [[califfo]] e comandante dei credenti, rinnegando così la sovranità degli [[Abbasidi]], ed impose il principio di ereditarietà dinastica. Suo figlio, [[Abu Ya'qub Yusuf|Abū Yaʿqūb Yūsuf]] ([[1163]]–[[1184]]), poté così succedergli alla sua morte nel [[1163]]. Quest'ultimo, e suo figlio Abū Yūsuf Yaʿqūb al-Manṣūr, «il Reso vittorioso [da Dio]» ([[1184]]–[[1199]]), terzo califfo, continuarono la sua opera ed estesero la loro autorità a tutta la Spagna islamica, infliggendo nel [[1195]] una sconfitta ad [[Alfonso VIII di Castiglia]] nella [[battaglia di Alarcos]]. In [[Africa]] riuscirono a scacciare le guarnigioni collocate nelle città costiere dai re [[normanni]] di [[Sicilia]].
 
==== La dinastia dei Merinidi ====
{{vedi anche|Merinidi}}
Originariamente erano nomadi che vivevano nel nord del [[Sahara]]. La desertificazione progressiva della regione e l'avanzata degli [[Hafsidi]] dell'[[Ifriqiya]] (che a partire dal [[1229]] sostituirono gli [[Almohadi]] in [[Tunisia]], [[Algeria]] e nord ovest della [[Tripolitania]]) li spinsero verso l'est del Maghreb. Dopo che, nel [[1212]], gli Almohadi nella [[penisola iberica]], furono sconfitti dall'unione degli eserciti [[castiglia]]ni, [[Aragona|aragonesi-catalani]], [[Navarra|navarresi]] e [[Portogallo|portoghesi]] (non parteciparono alla battaglia solo le truppe del [[Regno di León|León]]), nella [[battaglia di Las Navas de Tolosa]], dal [[1215]], i Merinidi iniziarono a combattere i loro correligionari per sostituirsi ad essi nel governo della parte occidentale del [[Maghreb]], riuscendo nell'impresa in una quarantina d'anni. Il loro nuovo dominio si estendeva dal [[Mar Mediterraneo]] ai monti del [[Rif]] e dell'[[Atlante (catena montuosa)|Atlante]], all'[[Oceano Atlantico]], con le città di [[Taza]] e [[Fès]] in posizione centrale. Nel [[1269]], posero fine alla dinastia almohade, con la presa di [[Marrakesh]], ultimo loro baluardo.
 
Dal [[1275]], i Merinidi parteciparono attivamente alle lotte dei [[Nasridi]] del [[Sultano|Sultanato]] di [[Granada]] contro gli attacchi dei regni cristiani della [[penisola iberica]]. Nel XIV secolo tentarono anzi di estendere il loro dominio sulla penisola, riuscendo a riconquistare [[Gibilterra]] e una parte dell'[[Andalusia]] ([[1333]]), ma furono fermati all'assedio di [[Tarifa]] e con la sconfitta subita, assieme al loro alleato, il Sultano di Granada, Yūsuf I, al [[Battaglia del rio Salado|rio Salado]] (detta anche Battaglia di Tarifa), nel [[1340]], ad opera di truppe castigliane e portoghesi, dovettero abbandonare definitivamente la [[penisola iberica]].
 
Nel 1358, alla morte del re merinide, [[Abu Inan Faris|Abū `Inān Fāris]], ucciso da uno dei suoi [[visir]], iniziò la decadenza della dinastia: fatto che permise ai regni cristiani della penisola iberica di portare la guerra sul loro dominio, permettendo loro di installarsi in alcune località della costa. Contemporaneamente i loro visir accrescevano sempre più i loro poteri sino a che una famiglia di visir (i Banū Wattā{{unicode|ṣ|}}, o [[Wattasidi]]) esautorò definitivamente i Merinidi, sostituendosi a loro nell'esercizio del governo ed assumendo i pieni poteri sulle regioni dell'attuale Marocco.
 
==== La dinastia degli Wattasidi ====
I [[Wattasidi]], succeduti ai Merinidi, non riuscirono a contrastare l'avanzata nel continente africano degli europei, tanto che nel [[1497]] [[Melilla]] cadde in mano spagnola.
 
==== La dinastia degli Sa'didi ====
Dove fallirono i Wattasidi, riuscirono invece i rappresentanti della dinastia dei [[Sa'didi]], che nel [[1541]] sconfissero i portoghesi ad [[Agadir]], fermandone l'espansione in Marocco, e pochi anni più tardi, nel [[1554]], succedettero definitivamente ai Wattasidi, aiutati anche dal fatto di poter vantare una discendenza diretta dal [[Maometto|Profeta]]. Risale alla battaglia di al-Mansur [[1578]] la definitiva sconfitta dei portoghesi in terra africana. A questi successi militari fece seguito un periodo di pace e stabilità sociale che favorì un'importante sviluppo delle arti e delle scienze.
 
==== La dinastia degli Alawidi ====
Intorno al [[1660]] sale al potere la [[Dinastia alawide]] (così chiamati per non confonderli con l'eterodossia [[islam]]ica degli [[Alawiti]] o con la [[dinastia alawita]] istituita da [[Mehmet Ali]] in [[Egitto]]), che ancor oggi regna in Marocco.<br>
Anch'essa vanta una discendenza dal [[Maometto|Profeta]], attraverso la figlia [[Fatima bint Muhammad|Fāṭima]] e il cugino [[Ali ibn Abi Talib|Ali]], suo consorte; tuttavia, sono [[sunniti]] e non [[sciiti]]. Tale ascendenza [[sharif|sceriffale]], riconosciuta in Marocco con il titolo di [[Mulay|Mulay o, alla francese, Moulay]], ha fornito loro la legittimità per sopravvivere al colonialismo fino all'indipendenza.
 
A questa dinastia appartiene [[Moulay Ismail ibn Sharif]], che regnò dal [[1672]] al [[1727]] e combatté efficacemente gli europei, a cui strappò diversi porti africani, e gli [[ottomani]]. Alla sua morte però la potenza del sultanato fu minata per 18 anni da numerose faide intestine, tanto che il controllo del sultano si ridusse ad appena un terzo del territorio originariamente controllato.
 
== Il colonialismo ==
[[File:Abdelhafid.jpg|thumb|Con il [[Trattato di Fez]], sotto il sultanato di [[Mulay Abd al-Hafiz|‘Abd al-Hafīz]], il Marocco divenne [[protettorato]] francese]]
[[File:Maroc preco.jpg|thumb|Operazioni di carico di pezzi d'artiglieria francese a [[Rabat]], 1911]]
[[File:Mohammed V Morocco 1957.lowres.jpeg|thumb|[[Mohammed V del Marocco|Mohammed V]], ultimo sultano del Marocco]]
È alla fine del [[XVIII secolo]] che risalgono le prime penetrazioni di tipo commerciale delle potenze europee, [[Francia]] e [[Gran Bretagna]] per prime. Nel corso del [[XIX secolo]], divenuto il Marocco oggetto dell'interesse delle potenze coloniali, sulla spinta di forze nazionalistiche il sultano del Marocco tentò di riprendere il controllo delle città di [[Ceuta]] e [[Melilla]]. Il tentativo fallì per la pronta reazione della [[Spagna]], che portò all'occupazione di [[Tétouan]] nel [[1860]] e al pagamento di ingenti somme come riparazione per i danni di guerra.
 
All'inizio del [[XX secolo]] risalgono le prime occupazioni francesi in terra marocchina, che intendevano conttrapporsi alla influenza spagnola sulla regione. Nel [[1904]], con l'avallo della Gran Bretagna che in cambio ottenne il riconoscimento Francese e Spagnolo di legittimo possesso dell'[[Egitto]], Francia e Spagna decisero di dividersi la sfera d'influenza sul paese. A questo accordo si oppose però la [[Germania]] che offrì il suo aiuto al sultanato. La situazione di stallo si risolse con la [[conferenza di Algeciras]] del [[1906]], che istituiva un controllo internazionale sul Marocco, a garanzia degli interessi economici dei paesi europei. Nel [[1908]] [[Mulai Abd al-Aziz|Abd al-Aziz]] fu deposto per la sua debolezza, prima dai nobili del sud e poi dagli [[ulema]] di Fez, che fecero salire al trono il fratello maggiore [[Mulay Abd al-Hafiz|‘Abd al-Hafīz]].
 
Nell'estate del [[1911]] scoppiò la [[crisi di Agadir]] tra Francia e Germania che portò i tedeschi ad inviare la ''Panther'', nel porto di Agadir: sembrava il preludio di una guerra tra le due potenze. La crisi fu invece risolta per via diplomatica, con il riconoscimento tedesco del protettorato francese sul Marocco ed in cambio l'[[Impero Tedesco]] ottenne delle rettifiche territoriali a vantaggio del [[Camerun Tedesco]] da parte della Francia. Il [[30 marzo]] [[1912]] con il [[trattato di Fez]] il sultano alawita 'Abd al-Hafīz accettò di riconoscere la condizione di protettorato del Marocco: il regno diventava a tutti gli effetti una colonia francese; la Spagna conservava il controllo diretto su alcune parti del paese, come il [[Rif]], [[Tarfaya]] e [[Ifni]]. A causa delle rivolte scoppiate in tutto il paese, 'Abd al-Hafīz dovette abdicare: gli succedette il fratello [[Yusef ben Hassan]].
 
Il trattato fu come un segnale di via libera all'insediamento di decine di migliaia di francesi: in breve tempo fondarono numerose ''nouvelle villes'' e sotto le direttive del governatore [[Louis Hubert Gonzalve Lyautey|Lyautey]], furono costruite strade, ferrovie e acquedotti. Ebbe luogo anche la riorganizzazione amministrativa del paese che, pur sempre politicamente unito, fu diviso in tre regioni d'influenza:
 
* il protettorato francese, governato da [[Rabat]], dove risiedeva il sultano
* il [[Marocco spagnolo]], [[protettorato]] con capoluogo [[Tétouan]], dove risiedeva un califfo nominato dal sultano
* [[Tangeri]], città internazionale
 
La Francia reagì alle rivolte che scoppiavano un po' in tutto il paese occupando [[Marrakech]] e Agadir. Iniziò un periodo di rivolte e susseguenti repressioni delle autorità francesi, che ottennero il controllo delle città ma non delle campagne. Nel [[1920]] la rivolta di alcune tribù del Rif, costata la vita ad oltre 15.000 soldati spagnoli, diede origine alla [[Repubblica del Rif]] indipendente: sotto la guida del condottiero [[Abd el-Krim]], resistette a francesi e spagnoli fino alla metà degli anni '30. Per sedare la rivolta dovettero intervenire pesantemente i francesi, forti di un contingente di circa 100.000 soldati: la campagna durò almeno fino al [[1934]] e costò alla Francia la perdita di almeno 30.000 uomini.
 
Nel [[1927]] Yusuf morì e gli succedette il figlio Mohammed ben Yusef, che salì al trono come [[Mohammed V del Marocco|Mohammed V]]. La Francia impose sul Marocco la propria amministrazione diretta, sulla falsariga del modello applicato nella vicina [[Algeria]]. Allo stesso tempo iniziò una politica che prevedeva il riconoscimento delle specifiche diversità culturali delle tribù berbere, attirandosi per questo l'accusa da parte della componente araba del paese di voler dividere il Marocco in due.
 
L'occupazione tedesca della Francia nel [[1940]], con la conseguente creazione dell'armata di resistenza francese in Africa sotto il comando del generale [[Charles De Gaulle]] e lo sbarco delle truppe alleate (specie americane) in Marocco nell'autunno [[1942]], portarono all'entrata in guerra di truppe marocchine che, al fianco degli alleati, parteciparono alle campagne in Italia, Francia e Germania.
 
Nel [[1944]] fu fondato il partito nazionalista [[Istiqlal]], il cui programma puntava esplicitamente all'indipendenza del paese dalla Francia; il partito ottenne il sostegno della componente araba della società marocchina e del sultano, che per questo nel [[1953]] fu obbligato a lasciare il paese.
 
== Indipendenza e regno di Hassan II ==
[[File:DF-SC-83-08526.jpg|thumb|Re [[Hassan II]], in visita negli Stati Uniti]]
Al termine della guerra, il partito Istiqlal chiese agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna l'appoggio per la causa indipendentista. La Francia, impegnata nelle crisi d'Algeria e d'Indocina, cercò di arrivare ad una soluzione negoziale: vi si arrivò nel [[1956]] con il riconoscimento franco-spagnolo dell'indipendenza del Marocco, ad eccezione di alcune città: [[Tangeri]] fu restituita alla sovranità marocchina solo alla fine del 1956, mentre per [[Tarfay]] si dovette aspettare il [[1958]].
 
Nel [[1957]] Mohammed V fu nuovamente riconosciuto sovrano e richiamato dall'esilio. Quando morì, per un attacco cardiaco nel [[1961]], gli succedette il figlio, con il nome di [[Hassan II]]: il potere del sovrano era molto debole e per rafforzarlo egli adottò ben presto una politica di forza. L'anno successivo al suo insediamento al trono fu approvata una nuova costituzione e nel [[1963]] si tennero le prime elezioni nazionali. La costituzione fu sospesa da re Hassan II nel [[1965]] a seguito di sollevazioni popolari, causate sia dalla situazione politica sia da un grave crisi economica.
 
Quanto a politica estera, nel [[1963]] il Marocco intraprese le ostilità con l'[[Algeria]] a seguito di dispute territoriali: era la [[Guerra della sabbia]]. Sul fronte interno il re perseguì una dura repressione contro ogni forma di opposizione nel paese, al fine di consolidare il proprio potere; in quello che è conosciuto come il periodo degli [[Anni di piombo (Marocco)|Anni di piombo]], segnato da repressione violenta delle proteste e della dissidenza, purghe nell'esercito, e politica nazionalista, Hassan II subì due tentativi di colpo di stato e un attentato tra il 1971 e il 1972.
 
Nei primi anni settanta emerse l'evidente importanza economica dei ricchissimi giacimenti di [[fosfati]] presenti nel [[Sahara Occidentale]]; la politica marocchina motivò fortemente la popolazione a stabilirsi in quella regione: fu la cosiddetta "[[Marcia Verde]]". Senza spargimento di sangue, già nel [[1976]] due terzi del territorio sahariano erano annessi al regno, mentre la parte restante fu occupata dalla [[Mauritania]]. L'annessione non è ancora oggi stata riconosciuta dal [[Fronte Polisario]], né dagli stati dell'[[Unione Africana]]; una parte della popolazione locale, i [[sahrāwī]], invoca il diritto all'[[autodeterminazione dei popoli]].
 
Nel [[1981]], a seguito della decisione del re di concedere al [[Fondo Monetario Internazionale]] l'aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, la popolazione insorse: il sovrano scelse il pugno di ferro e inviò i carri armati per placare la [[Rivolta di Casablanca]], causando centinaia di morti e migliaia di feriti. I tumulti tuttavia si protrassero, mentre il malcontento dilagava: solo negli anni novanta ci fu una distensione dei rapporti tra il monarca e i marocchini, con l'istituzione della "Commissione per la Verità e Riconciliazione", per investigare nei casi di mancato rispetto dei [[diritti umani]]; a seguito dell'alleanza con gli [[Stati Uniti]], il Marocco fu poi uno dei primi paesi islamici a riaprire i rapporti con [[Israele]]: per contro questo causò un allontanamento dal resto del mondo arabo.
 
Il Marocco affrontò le minacce dei fondamentalisti islamici a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, nonostante il re godesse di un vasto prestigio nella comunità religiosa, in quanto discendente diretto del profeta [[Maometto]]. Nel [[1986]] iniziarono i lavori per la costruzione dell'enorme [[moschea Hassan II]], a [[Casablanca]]: l'intenzione era di aprirla in occasione del sessantesimo compleanno del monarca, nel luglio del [[1989]]; in realtà i lavori si protrassero fino al [[1993]], in larga parte finanziati dalla cittadinanza. Successivamente, anche per le pressioni internazionali, il re liberò oltre 2000 oppositori politici, e nel [[1994]], dopo averlo graziato, permise il ritorno nel paese ad uno dei suoi principali oppositori politici, il [[socialista]] [[Mohamed Basri]]. Questo valse al paese una serie di accordi commerciali preferenziali con l'[[Unione Europea]], firmati nel [[1995]].
 
Nel [[1997]] Hassan II ottenne il consenso dell'opposizione per una nuova costituzione. Le [[Elezioni parlamentari marocchine del 1997|elezioni di quell'anno]] furono vinte dal principale partito di opposizione, l'[[Unione Socialista delle Forze Popolari]], a cui fu affidata la formazione e guida del nuovo governo: tra le prime azioni intraprese ci fu la distensione con l'[[Algeria]], con la quale le relazioni erano interrotte da oltre cinquant'anni.
 
== Regno di Mohammed VI ==
[[File:King Mohammed VI Morocco 23 April 2002.jpg|thumb|Il presidente USA [[George W. Bush|Bush]] riceve [[Mohammed VI (Marocco)|Mohammed VI]] nello studio ovale (2002)]]
Il 23 luglio [[1999]] [[Re Hassan II del Marocco|Hassan II]] morì e il giorno 30 gli succedette il figlio, eletto con il nome di [[Mohammed VI (Marocco)|Mohammed VI]]; sin dall'inizio del suo regno fu chiara la sua volontà di spianare le asperità che col tempo il padre aveva interposto tra monarchia e popolazione. Nel [[2000]] il Marocco impedì lo svolgimento del referendum per l'autodeterminazione del [[Sahara Occidentale]] inimicandosi l'Algeria, sostenitrice del Fronte Polisario. Sempre nello stesso anno, come forma di sostegno alla lotta del popolo palestinese, il Marocco rompe le relazioni diplomatiche con [[Israele]].
 
Il 30 luglio [[2001]] Mohammed VI annunciò la creazione dell'[[Institut Royal de la Culture Amazighe|Istituto Reale per la Cultura Berbera]]: in Marocco il [[berberi|berbero]] è parlato da circa 6 milioni di persone, pari al 40% circa della popolazione, ma fino ad allora nelle scuole si usava solo l'arabo e il francese. Le [[Elezioni parlamentari marocchine del 2002|elezioni del 2002]] vedono una crescente frammentazione partitica e l'ascesa delle destre ([[Istiqlal]] e [[Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Marocco)|PJD]]). Il re affida il governo ad un indipendente, [[Driss Jettou]], sostenuto da socialisti ed [[Istiqlal]]. Furono approvate importanti riforme dal governo, tra cui le prime elezioni amministrative del paese e il ''[[moudawana]]'', un insieme di leggi in materia di diritti delle donne e diritto di famiglia.
 
Nel [[2002]] Mohammed VI sposa l'[[ingegneria informatica|ingegnere informatico]] Salma Bennani, che viene insignita del titolo ufficiale di Principessa (per la prima volta nella storia della monarchia alawita), con il nome di [[Lalla Salma]]. Nel [[2003]] il Marocco si esprime contro l'intervento anglo-americano in [[Iraq]], segnando in questo modo un raffreddamento nelle relazioni con i suoi tradizionali alleati occidentali.
 
Le [[elezioni parlamentari marocchine del 2007]], con una partecipazione in forte calo al 37%, confermano un parlamento frammentato in una ventina di gruppi, ed un ulteriore spostamento a destra dell'assemblea. Il governo di [[Abbas El Fassi]] (PI) è sostenuto da [[Istiqlal]], RNI, USFP e PPS.
 
Le [[proteste in Marocco del 2011]] esprimono l'insofferenza crescente nei confronti del potere monarchico ed il desiderio di riforme costituzionali che aumentino il potere delle istituzioni elette (Parlamento e governo) rispetto a quello del re. A seguito del [[Referendum costituzionale marocchino del 2011|referendum costituzionale del giugno 2011]], il re [[Mohammed VI]] è tenuto ad indicare come primo ministro il leader del partito di maggioranza relativa.
Le [[elezioni parlamentari marocchine del 2011]], con una partecipazione del 45%, vedono per la prima volta il partito islamico moderato [[Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Marocco)|Partito per la Giustizia e lo Sviluppo]] guadagnare una maggioranza relativa; [[Abdelillah Benkirane]] diviene così primo ministro del paese, sostenuto da [[Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (Marocco)|PJD]], [[Istiqlal]], socialisti e PPS.<ref>[http://www.maroc.ma/PortailInst/Ar/Actualites/%D8%A7%D9%84%D9%86%D8%AA%D8%A7%D8%A6%D8%AC+%D8%A7%D9%84%D8%AC%D8%B2%D8%A6%D9%8A%D8%A9+%D8%A7%D9%84%D9%85%D8%A4%D9%82%D8%AA%D8%A9.htm Maroc.ma]</ref>
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Petit-Maire, N., 1994, The Sahara in the Holocene. IGBP PAGES/World Data Center-A for Paleoclimatology Data Contribution Series # 94-002. NOAA/NGDC Paleoclimatology Program, Boulder CO, USA.
* Alī ibn Abd Allāh ibn Abī Zar al-Fāsī, ''Rawd al-qirtās'', ''Histoire des souverains du Maghreb et annales de la ville de [[Fès]]'' (des [[Idrissides]] aux [[Mérinides]]), écrit vers 1326, Trad. Auguste Beaumier, 1860, Paris; réédition, Editions La porte, Rabat, 1999
* [[Mohamed el saghir el Ifrini|Mohammad al Saghir ben al Hadj ben Abd-Allah al Wafrani (Oufrani)]], ''Nozhet-el hādi bi akhbar moulouk el-Karn el-Hadi'' - ''Histoire de la [[dynastie saadienne]] au Maroc : 1511-1670'', traduit et publié par O. Houdas, Ernest Leroux, Paris, 1889.
* Henri Terrasse, ''Histoire du Maroc des origines à l'établissement du Protectorat français'', Éditions Atlantides, Casablanca, 1949; réédition Éditions Frontispice, Casablanca, 2005
* Jean Brignon, Guy Martinet, Bernard Rosenberg, ''Histoire du Maroc'', Hatier, 1967 ([[ASIN]]: B000EFNOV8)
 
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