Disastro aereo delle Ande e Capanna Dötra: differenze tra le pagine

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{{Rifugio
{{Infobox incidente aereo
|nomerifugio= Capanna Dötra
|Nome= Disastro aereo delle Ande
|Immagineimmagine=Accidente_1972 Capanna Dötra.jpg
|descrizione=
|Didascalia immagine= Il Fokker F27 dopo lo schianto, fotografato dai superstiti
|altitudine= 1.748
|Data= [[13 ottobre]] [[1972]]
|stato= CHE
|Causa= Schianto contro una montagna
|localita= [[Blenio]]
|Luogo= [[Cordigliera delle Ande]] {{coord|34|45|54|S|70|17|11|W|display=inline,title|type=landmark}}
|latitudine_d= 46.531634
|Partenza= Aeroporto "Carrasco" di [[Montevideo]], [[Uruguay]]
|longitudine_d= 8.879648
|Sosta= Aeroporto "El Plumerillo" di [[Mendoza]], [[Argentina]]
|catena= [[Alpi Lepontine]]
|Destinazione= Aeroporto "Arturo Merino Benitez" di [[Santiago]], [[Cile]]
|data= 1937
|Passeggeri= 40
|proprietà= SAT Lucomagno
|Equipaggio= 5
|gestione= Gestito da inizio giugno a metà ottobre
|Vittime= 29
|periodo= Sempre aperto
|Sopravvissuti= 16
|capienza= 54
|Tipo velivolo= [[Fokker F27]]
|invernale= 16
|Operatore= Fuerza Aerea Uruguaya
}}
|Numero registrazione= 571
La '''capanna Dötra''' è un [[rifugio alpino]] situato nel territorio dell'ex comune di [[Olivone]], nel [[Canton Ticino]], nella valle del Lucomagno, nelle [[Alpi Lepontine]], a 1.748 [[livello del mare|m s.l.m.]]
|Nome velivolo=
|}}
[[Immagine:FokkerAnde1972.jpg|right|290px|thumb|L'aereo distrutto nell'incidente fotografato alcuni mesi prima dello schianto]]
Con '''disastro aereo delle Ande''' ci si riferisce all'[[incidente aereo]] avvenuto sulla [[Cordigliera delle Ande]] il [[13 ottobre]] [[1972]] nel quale persero la vita 29 persone.
 
==Storia==
Fu inaugurata nel 1937, migliorata nel 1955, e completamente ristrutturata nel 1987.
 
==Caratteristiche e informazioni==
==L'incidente==
La capanna è disposta su un piano superiore e due piani sotterranei, con [[refettorio]] unico per un totale di 45 posti. In assenza del guardiano sono a disposizione piani di cottura sia a legna che a [[gas naturale|gas]], completi di utensili di cucina. I servizi igienici e l'acqua corrente sono all'interno dell'edificio. Il riscaldamento è a legna. L'illuminazione è prodotta da [[modulo fotovoltaico|pannelli solari]]. I posti letto sono suddivisi in 3 stanze.
Il [[12 ottobre]] [[1972]] il volo 571 della Fuerza Aerea Uruguaya, un [[Fokker F27|Fokker Fairchild FH-227D]], decollò dall'aeroporto "Carrasco" di [[Montevideo]], in [[Uruguay]], diretto all'aeroporto "Arturo Merino Benitez" di [[Santiago]], in [[Cile]]. Il volo trasportava l'intera squadra di [[rugby]] del Collegio Universitario "Stella Maris" della capitale uruguayana con i rispettivi allenatori, parenti e amici a disputare un incontro al di là della [[Cordigliera delle Ande]]. La [[nebbia]] fitta, però, costrinse l'aereo ad atterrare in serata all'aeroporto "El Plumerillo" di [[Mendoza]], in [[Argentina]], obbligando i passeggeri a concludere il viaggio il giorno successivo. Il [[13 ottobre]], dopo il decollo da [[Mendoza]] e la traversata delle Ande, il comandante avvisò la [[torre di controllo]] di Santiago comunicando che era in avvicinamento all'[[aeroporto]] e che si apprestava a scendere. Tuffandosi nelle nuvole mentre stava ancora sorvolando le montagne (zona successivamente identificata tra il Cerro Sosneado ed il Vulcano Tinguiririca), il Fokker colpì la cima di una di esse a circa 4200 metri di quota, perdendo la coda e l'ala destra. L'aereo, allora, perse rapidamente quota e colpì un altro spuntone roccioso, perdendo anche l'ala sinistra. La fusoliera toccò il pendio di una montagna e scivolò giù fino a fermarsi nella [[neve]].
 
==I primi giorniAccessi==
* In auto sino alla capanna
Dei 45 passeggeri a bordo, 12 morirono nell'impatto, 5 entro la giornata e uno morì il giorno successivo. Molti dei sopravvissuti avevano gambe e braccia rotte, e nessuno aveva vestiti adatti per resistere a quell'altitudine. I primissimi soccorsi vennero prestati da due passeggeri, studenti [[università|universitari]] in [[medicina]], che però non disponevano di alcun materiale medico e poterono solo consigliare ai feriti di mettere gli arti fratturati nella neve, in modo da cercare di alleviare il dolore.
* ''Camperio'' 1.300 m - Camperio è raggiungibile anche con i mezzi pubblici. - Tempo di percorrenza: 1,15 ore - Dislivello: 450 metri - Difficoltà: [[Escursionismo#Svizzera|T1]]
* [[Campra (stazione sciistica)|Campra]] 1.412 m - Campra è raggiungibile anche con i mezzi pubblici. - Tempo di percorrenza: 1 ora - Dislivello: 350 metri - Difficoltà: [[Escursionismo#Svizzera|T2]]
* [[Campo (Blenio)|Campo Blenio]] 1.216 m - Campo Blenio è raggiungibile anche con i mezzi pubblici. - Tempo di percorrenza: 3,15 ore - Dislivello: 600 metri - Difficoltà: [[Escursionismo#Svizzera|T2]].
 
==Le ricercheAscensioni==
* [[Pizzo Rossetto]] (2.099 m) - Tempo di percorrenza: 1,45 ore - Dislivello: 400 metri - Difficoltà: [[Escursionismo#Svizzera|T3]].
Le ricerche iniziarono appena l'aereo venne dato per disperso. Dato che la fusoliera era bianca e si confondeva con la neve e la nebbia, agli elicotteri dei soccorritori non fu possibile localizzare il luogo dell'incidente dal cielo. Convinti che nessuno fosse sopravvissuto a causa delle bassissime temperature notturne andine, le autorità interruppero le ricerche dei sopravvissuti otto giorni dopo lo schianto.
 
==Cibo e acquaTraversate==
* [[Capanna Bovarina]] 2,30 ore
Durante i primi giorni i sopravvissuti consumarono gli snack che erano presenti a bordo dell'aereo: [[cioccolato]], [[caramella|caramelle]] e [[biscotto|biscotti]]. L'acqua veniva ricavata dalla neve, lasciata appositamente sciogliere sopra della carta stagnola messa al sole. In seguito venne organizzato un rigido razionamento del cibo, in modo da farlo durare il più a lungo possibile. Terminate le ultime razioni, i sopravvissuti furono costretti dalle circostanze a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti.
* [[Capanna Cadagno]] 3 ore
 
* [[Capanna Gorda]] 3 ore
==La valanga e i giorni successivi==
* [[Capanna Piandios]] 4 ore
Altri otto dei sopravvissuti allo schianto morirono la notte del [[29 ottobre]], quando una valanga travolse la carcassa dell'aereo nella quale dormiva il gruppo. Dopo questo episodio si fece largo l'opinione che l'unico modo di sopravvivere sarebbe stato attraversare le Ande e andare in cerca di aiuto, ma la prima spedizione che venne organizzata dovette ritornare subito alla carcassa dell'aereo: scalare a piedi le montagne sembrava un'operazione impossibile. Dopo diversi tentativi, un gruppo formato da Nando Parrado, Roberto Canessa e Antonio Vizintin riuscì a percorrere alcuni chilometri tra le Ande e a trovare la coda dell'aereo
* [[Capanna Cadlimo]] 5 ore
 
==La radio==
Subito dopo lo schianto, alcuni dei sopravvissuti tentarono di far funzionare la [[Radio (apparecchio)|radio]] presente nella [[cockpit|cabina di pilotaggio]] per chiamare i soccorsi, ma l'intero sistema elettrico dell'aereo era saltato. Il meccanico di bordo, sopravvissuto all'impatto, disse che per far funzionare la radio erano necessarie le batterie, collocate nella coda del velivolo. Trovata la coda, le batterie vennero collegate alla radio. Dopo alcuni giorni di lavoro per farla funzionare, però, ci si rese conto che la radio era stata irrimediabilmente danneggiata durante lo schianto ed era perciò inutilizzabile.
 
==Il tentativo di raggiungere il Cile a piedi==
Il [[12 dicembre]] [[1972]], circa due mesi dopo il disastro, Parrado, Canessa e Vizintin tentarono nuovamente di raggiungere il [[Cile]] a piedi, ma Vizintin venne fatto presto tornare alla carcassa dell'aereo in quanto si erano resi conto che la distanza sarebbe stata superiore a quanto immaginato, pertanto i viveri che si erano portati appresso sarebbero bastati solo per due persone. Vizintin accolse con piacere la richiesta di tornare al Fairchild. Per l'occasione era stato appositamente cucito uno speciale "sacco" ricavato dal rivestimento dei sedili dell'aereo, in modo da cercare di ripararli dal freddo notturno. I due camminarono per dieci giorni nella neve, fino a quando a Parrado non sembrò di vedere in lontananza un uomo a cavallo. Scesi di corsa a valle, la quale era divisa da un fiume, ingrossato dallo scioglimento delle nevi, i due videro effettivamente che un uomo li guardava sorpreso dall'altra parte del fiume. Tentarono di urlare chi erano e da dove arrivavano ma a causa del rumore dell'acqua del torrente l'uomo non riuscì a carpire una parola. Lanciò allora un pezzo di carta arrotolato ad un sasso e una penna ai due. Prontamente scrissero che essi erano due dei sedici superstiti dell'incidente aereo di più di due mesi prima sulle Ande e gli rilanciarono indietro il sasso. Raccolto, l'uomo sobbalzò e fece il gesto che il giorno dopo sarebbe tornato. Così fu. I due vennero tratti in salvo e le autorità vennero avvertite che c'erano ancora dei superstiti al disastro del [[13 ottobre]]. Il [[23 dicembre]] [[1972]], Parrado salì sull'elicottero dei soccorritori per dirigerli fino al punto in cui si trovava la carcassa dell'aereo, aiutando a portare in salvo i suoi compagni. I sedici sopravvissuti vennero condotti in [[ospedale]] con sintomi di insufficienza respiratoria da alta montagna, disidratazione, traumi e malnutrizione ma sicuramente stavano meglio di quanto si sarebbe potuto prevedere, nonostante alcuni avessero perso fino a 40 kg.
 
==Lista passeggeri==
===Sopravvissuti===
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*José Pedro Algorta, 21 anni
*Roberto Canessa, 19 anni
*Alfredo "Pancho" Delgado, 24 anni
*Daniel Fernandez, 26 anni
*Roberto "Bobby" François, 20 anni
*Roy Harley, 20 anni
|width="33"| 
|valign="top"|
*José Luis "Coche" Inciarte, 24 anni
*Alvaro Mangino, 19 anni
*Javier Methol, 38 anni
*Carlos "Carlitos" Páez, 18 anni
*Nando Parrado, 22 anni
*Ramon "Moncho" Sabella, 21 anni
|width="33"| 
|valign="top"|
*Adolfo "Fito" Strauch, 24 anni
*Eduardo Strauch, 25 anni
*Antonio "Tintin" Vizintin, 19 anni
*Gustavo Zerbino, 19 anni<br/>
|}
 
===Morti===
{| width="100%"
|valign="top"|
*Francisco "Panchito" Abal, 21 anni
*Gaston Costemalle, 23 anni
*Rafael Echavarren, 22 anni
*Colonnello Julio César Ferradás, 39 anni, comandante dell'aereo
*José Guido Magri, 23 anni
*Alexis "Alejo" Hounié, 20 anni
*Tenente Colonnello Dante Lagurara, 41 anni, copilota
*Filipe Maquirriain, 22 anni
*Graciela Mariani, 43 anni
*Julio Martínez Lamas, 24 anni
|width="33"|&nbsp;
|valign="top"|
*Tenente Ramon Martínez, 30 anni, ingegnere di volo
*Daniel Maspons, 20 anni
*Juan Carlos Menéndez, 22 anni
*Liliana Methol, 34 anni
*Esther Nicola, 40 anni
*Francisco Nicola, 40 anni
*Gustavo "Coco" Nicolich, 20 anni
*Arturo Nogueira, 21 anni
*Eugenia Parrado, 50 anni
*Susanna Parrado, 20 anni
|width="33"|&nbsp;
|valign="top"|
*Marcelo Pérez, 25 anni
*Enrique Platero, 22 anni
*Sergente Ovidio Ramirez, 26 anni, assistente di volo
*Sergente Carlos Roque, 24 anni, meccanico di bordo
*Daniel Shaw, 24 anni
*Diego Storm, 20 anni
*Numa Turcatti, 24 anni
*Carlos Valeta, 18 anni
*Fernando Vasquez, 20 anni
|}
 
==Bibliografia==
* Chiara Brenna, ''Ticino e Mesolcina. Guida escursionistica'', Salvioni Edizioni, Bellinzona 2003.
Molte persone si interessarono al disastro, pubblicando diverso materiale. Tra i libri si ricordano "Alive: The Story of the Andes Survivors" ("Tabù" in Italia), scritto nel [[1974]] da Piers Paul Read sui giorni passati dall'equipaggio e dai passeggeri con l'ausilio di alcune interviste ai sopravvissuti, ed "El Milagro de los Andes", scritto nel [[2000]] da Nando Parrado.
* {{cita libro||autore=Massimo Gabuzzi|titolo=[[Rifugio alpino|Capanne]] del [[Canton Ticino|Ticino]] e della [[Val Mesolcina|Mesolcina]]|editore=Salvioni|città=Bellinzona|anno=2005}}
 
==Film==
Tra le pellicole riguardanti il disastro, degne di nota sono "[[Alive - Sopravvissuti]]", film di Frank Marshall del [[1993]] tratto dal libro "Tabù" di Piers Paul Read, e "Supervivientes de los Andes", documentario di produzione [[messico|messicana]] del [[1976]].
 
==Trasmissioni TV==
Il [[30 marzo]] [[2008]] è stato ospite al programma "[[Il senso della vita]]" di [[Paolo Bonolis]] uno dei 16 sopravvissuti al disastro, Roberto Canessa, raccontando quei drammatici 73 giorni di sofferenza, speranza e angoscia che i sopravvissuti passarono prima che lo stesso Canessa e Nando Parrado attraversassero le Ande per raggiungere la salvezza in territorio cileno.
 
==Voci correlate==
* [[Olivone]]
*[[Disastro di Tenerife]]
*[[Disastro aereo di Linate]]
*[[Strage di Ustica]]
*[[Tragedia di Superga]]
 
==Collegamenti esterni==
* [http://www.capanneti.ch/huts/main.jsp?id_language=1&id_hut=21 Scheda della capanna su capanneti.ch]
*{{it}}[http://uk.youtube.com/watch?v=qKQON1gmevY Una ricostruzione dello schianto]
* [http://alpi-ticinesi.ch/ticino/capanne/capanne_show.php?id=62 Scheda della capanna su alpi-ticinesi.ch]
*{{en}}[http://www.viven.com.uy/571/eng/default.asp Il sito ufficiale in ricordo del disastro]
*{{es}}[http://www.carlitospaez.com/elmilagrodelosandes/ Il sito di uno dei sopravvissuti]
*{{it}}[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/02_Febbraio/20/cannibali.shtml Recente ritrovamento di documenti da parte di un esploratore]
 
{{Portale|alpinismo|montagna|Ticino}}
[[Categoria: Incidenti e disastri aerei]]
 
[[Categoria:Rifugi delle Alpi Lepontine|Dötra]]
[[de:Uruguayan-Air-Force-Flug 571]]
[[Categoria:Rifugi del Canton Ticino|Dötra]]
[[en:Uruguayan Air Force Flight 571]]
[[es:Vuelo Fuerza Aérea Uruguaya 571]]
[[fi:Andien lento-onnettomuus]]
[[fr:Vol 571 Fuerza Aérea Uruguaya]]
[[ja:ウルグアイ空軍機遭難事件]]
[[nl:Andesvliegramp]]
[[pt:Voo Força Aérea Uruguaia 571]]
[[tr:Uruguay Hava Kuvvetleri Uçuş 571]]
[[vi:Chuyến bay số 571 của Không quân Uruguay]]
[[zh:烏拉圭空軍571號班機空難]]