Sindone di Torino e Gruppo di intervento speciale: differenze tra le pagine

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Storia: Comsubin e col Moschin non sono unità antiterrorismo
 
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{{Infobox unità militare
{{coord|45|04|23|N|07|41|09|E|display=title|type:landmark_region:IT}}
|Nome= GIS<br />Gruppo di intervento speciale
{{nota disambigua|altri significati|[[Sindone (disambigua)]]}}
|Immagine=
[[File:Shroudofturin.jpg|thumb|La Sindone fotografata da Giuseppe Enrie (1931). In alto l'immagine dorsale (capovolta), in basso quella frontale. Ai lati delle immagini si vedono le bruciature dell'incendio del 1532 e i relativi rattoppi (rimossi nel 2002).]]
|Categoria = gendarmeria
|Attiva= [[1977]] - in attività
|Alleanza=[[NATO]] [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]
|Servizio=[[Arma dei Carabinieri]]
|Tipo= [[Forze speciali italiane|Forze speciali]] (FS - TIER1)
|Ruolo= Operazioni speciali in teatro ostile, Antiterrorismo, Liberazione ostaggi, Scorta VIP, Operazioni speciali di polizia e Ordine pubblico
|Descrizione_ruolo=
|Struttura_di_comando=
|Reparti_dipendenti=
|Descrizione_reparti_dipendenti=
|Guarnigione= [[Livorno]]
|Descrizione_guarnigione=
|Equipaggiamento=
|Descrizione_equipaggiamento=
|Soprannome=
|Patrono=
|Motto="Silenziosi come la notte... veloci come la folgore"
|Colori=
|Descrizione_colori=
|Marcia=
|Mascotte=
|Operazioni= [[KFOR|Kosovo Force]], [[ISAF]], [[Antica Babilonia|Operazione Antica Babilonia]], [[Missione Atalanta]],
|Anniversari= 6 febbraio 1978
|Decorazioni=
|Descrizione_comandante_corrente=
|Capo_cerimoniale=
|Descrizione_capo_cerimoniale=
|Descrizione_Colonel_in_Chief=
|Comandanti_degni_di_nota=
<!-- Simboli -->
|Descrizione_simbolo=
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<!-- Varie ed eventuali -->
|Titolo_vario=
|Descrizione_vario=
|Testo_vario1=
}}
Il '''Gruppo Intervento Speciale '''('''GIS''') è il reparto d'élite dell'[[Arma dei Carabinieri]], qualificato inoltre [[Forze speciali italiane|Forza Speciale]] TIER1 assieme al ''[[9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"|Nono]]'' dell'[[Esercito Italiano|Esercito]], al [[Comando subacquei e incursori|Comsubin]] della [[Marina Militare|Marina]] e al [[17º Stormo incursori|17'''º''' Stormo]] dell'[[Aeronautica Militare|Aeronautica]]. La decisione di un suo impiego è da considerarsi ''[[extrema ratio]].''
 
Il GIS ha una duplice natura: è sia unità d'élite delle forze dell'ordine (''[[teste di cuoio]]'') che [[Forze speciali|Forza Speciale]], predisposto per ogni tipo di azione ad alto rischio, a livello nazionale e internazionale.
La '''Sindone di Torino''', nota anche come '''Sacra''' o '''Santa Sindone''', è un [[lenzuolo]] di [[lino (fibra)|lino]] conservato nel [[Duomo di Torino]], sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni interpretati come dovuti a maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella [[passione di Gesù]]. La tradizione cristiana identifica l'uomo con [[Gesù]] e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel [[sepolcro]].
 
Dal momento della sua nascita, il reparto si è distinto in tutta Italia per efficienza e eccellente preparazione, ma nel corso degli anni il reparto ha anche operato e opera, molto spesso non ufficialmente, in diversi teatri di guerra ([[Penisola balcanica|Balcani]], [[Afghanistan]], [[Iraq]], [[Corno d'Africa]], ecc.) nonché in tutti i paesi dove le [[ambasciata|sedi diplomatiche]] italiane si trovano più a rischio.
Il termine "sindone" deriva dal [[lingua greca|greco]] σινδών (''sindon''), che indicava un ampio tessuto, come un lenzuolo, e ove specificato poteva essere di lino di buona qualità o tessuto d'India. Anticamente "sindone" non aveva assolutamente un'accezione legata al culto dei morti o alla sepoltura, ma oggi il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.
 
Creato nel [[1978]], è inquadrato nella [[seconda Brigata mobile carabinieri]].
Nel 1988, l'[[Esame del carbonio 14 sulla Sindone|esame del carbonio 14]], eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il [[1260]] e il [[1390]]<ref name="Treccani"/>, periodo corrispondente all'inizio della storia della Sindone certamente documentata. Ciononostante, la sua autenticità continua a essere oggetto di fortissime controversie.
 
== Storia ==
Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate [[ostensione|ostensioni]] (dal [[lingua latina|latino]] ''ostendere'', "mostrare"). Le ultime sono state nel [[1978]], [[1998]], [[2000]], [[2010]] e [[2013]]. La prossima ostensione è prevista nel [[2015]], dal 19 aprile al 24 giugno<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00047098_Ostensione_2015__ecco_le_date.html|titolo = date ostensione Sindone 2015|accesso = |editore = |data = }}</ref>.
Durante gli [[anni 1970|anni settanta]] del secolo scorso (i cosiddetti [[anni di piombo]]) le istituzioni politiche e civili italiane subirono un violento assalto da parte di [[terrorismo|gruppi terroristici]] endemici. Sebbene il Governo non avesse preso delle iniziative ufficiali, nei [[unità d'élite|reparti d'élite]] delle [[Forze armate]] e di [[Polizia]] furono create unità per lo sviluppo e la sperimentazione di tecniche di intervento in situazioni di crisi in presenza di ostaggi.
 
Il 18 ottobre [[1977]] la volontà politica mutò a seguito del successo dell'''[[Operazione Feuerzauber]]'' (''Fuoco Magico'') condotta dai [[Germania|tedeschi]] del ''[[GSG-9]]'' che in [[Somalia]] riuscirono a liberare 86 passeggeri e 3 membri dell'equipaggio del volo [[Lufthansa]] 181 dirottato ed ancora in mano ai terroristi.
== Storia della sindone di Torino ==
Gli storici sono d'accordo nel ritenere documentata con sufficiente certezza la storia della Sindone a partire dalla metà del [[XIV secolo]]: risale infatti al 1353 la prima testimonianza storica<ref name="Treccani">{{Cita testo|url=http://www.treccani.it/Portale/sito/altre_aree/Scienze_sociali_e_Storia/percorsi/sindone.html|titolo=
Il sacro lino: una storia controversa|editore=Treccani|accesso=19 marzo 2015}}</ref>.
 
A seguito di questa azione, l'allora [[Ministero dell'Interno|ministro degli interni]] [[Francesco Cossiga]] ordinò la creazione di quattro ''UN.I.S.'' (''[[Forze speciali|UNità interventi speciali]]'') che si sarebbero dovuti specializzare in anti-terrorismo da parte:
===Lirey===
# dei [[carabinieri]] che attinsero dal 1º Battaglione carabinieri paracadutisti "[[1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"|Tuscania]]" (anch'esso diventato reggimento);
La prima notizia riferita con certezza alla Sindone che oggi si trova a Torino risale al [[1353]]: il 20 giugno il cavaliere [[Goffredo di Charny|Goffredo (Geoffroy) di Charny]], che ha fatto costruire una chiesa nella cittadina di [[Lirey]] dove risiede, dona alla collegiata della stessa chiesa un lenzuolo che dichiara essere la Sindone che avvolse il corpo di Gesù<ref name=nadia /><ref>{{Cita testo|autore=Giulio Ricci|titolo=L'uomo della Sindone è Gesù|anno=1989|p=22}}</ref>. Egli non spiega però come ne sia venuto in possesso.
# della [[Polizia di Stato]] che specializzò ulteriormente alcuni reparti creati per appoggiare le azioni antiterrorismo di [[UCIGOS]] (ora riordinato) e dalla [[DIGOS]].
 
Il GIS fu istituito ufficialmente il 6 febbraio [[1978]]<ref name=autogenerato1>[http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Oggi/Reparti/Organizzazione+Mobile+e+Speciale/Unita+Mobili/07_GIS.htm?wbc_purpose=Basic&WBCMODE=PresentationUnpublished Arma dei Carabinieri - Home - L'Arma - Oggi - I Reparti - Organizzazione Mobile e Speciale - Divisione Unità Mobili<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
{{cn|Il possesso della Sindone da parte di Goffredo è comprovato anche da un medaglione votivo ripescato nel [[XX secolo]] nella [[Senna]], conservato al Museo Cluny di [[Parigi]]: su di esso sono raffigurati la Sindone (nella tradizionale posizione orizzontale con l'immagine frontale a sinistra), le armi degli Charny e quelle dei Vergy, il casato di sua moglie Giovanna.}}
 
Le unità delle [[Forze armate italiane|Forze armate]] sono specificatamente rivolte ad interventi in ambiti militari, quelle della [[Polizia di Stato]] all'ambito civile e di ordine pubblico mentre quelle dei [[Carabinieri]] possono operare in entrambi i casi. Mentre [[Marina Militare]] ed [[Esercito Italiano|Esercito]] mantennero il personale ''UN.I.S'' all'interno dei loro reparti di origine, il Comando generale dell'Arma dei carabinieri (così come la [[Polizia di Stato]] con i [[NOCS]]) preferì istituire un nuovo gruppo autonomo denominato GIS, ''Gruppo Intervento Speciale''. Era il 6 febbraio [[1978]].
Alcune notizie su questo periodo ci vengono dal cosiddetto "memoriale d'Arcis", una lettera indirizzata nel [[1389]] da Pietro d'Arcis, vescovo di [[Troyes]], all'[[antipapa Clemente VII]] (che era riconosciuto in quel momento in Francia come papa legittimo) per protestare contro l'ostensione organizzata in quell'anno da Goffredo II, figlio di Goffredo. D'Arcis scrive che la Sindone era stata esposta una prima volta circa trentaquattro anni prima, quindi nel [[1355]] (alcuni storici propendono invece per la data del [[1357]], dopo la morte di Goffredo, ucciso in battaglia a [[Battaglia di Poitiers (1356)|Poitiers]] il 19 settembre [[1356]])<ref name=nadia>''La Sacra Sindone'', Nadia Finocchi, GOODmood, 2013,ISBN 8862776039</ref>, attirando in loco molti fedeli e donazioni, fatto che aveva portato il suo predecessore, Enrico di Poitiers, ad indagare sui fatti. I teologi consultati da Enrico di Poitiers, aggiunge, avevano assicurato che non poteva esistere una Sindone con l'immagine di Gesù, perché i [[Vangeli]] ne avrebbero sicuramente parlato, e inoltre durante le indagini un pittore aveva confessato di averla dipinta; ma d'Arcis non ne indica il nome. Secondo quanto riportato da d'Arcis il suo predecessore aveva quindi aperto un procedimento contro il decano di Lirey per via di sospetti sull'autenticità del telo, ma come conseguenza questo era stato nascosto, perché non potesse essere sequestrato ed esaminato<ref name=Garlaschelli13>{{Cita| Garlaschelli|pp. 13 e seguenti}}.</ref> Sempre secondo il memoriale sarebbe stato il decano della collegiata di Lirey, al tempo Robert de Caillac, che aveva effettuato la prima ostensione, ad essersi procurato il telo<ref name=Garlaschelli13 />.
 
L'''esordio pubblico'' dei GIS avvenne a [[Trani]] ([[Barletta-Andria-Trani|BT]]) il 29 dicembre [[1980]]. Nel [[Prigione|carcere]] scoppiò una rivolta capeggiata da terroristi. Sull'edificio cominciarono a volteggiare [[elicottero|elicotteri]] dai quali si calarono velocemente uomini mascherati. Ripresero il controllo della prigione in pochi minuti nonostante i tanti cancelli saldati dai rivoltosi per ostacolare un intervento dall'esterno.<ref name=autogenerato1 />.
Sul memoriale d'Arcis sono però stati sollevati dubbi, soprattutto da fonte autenticista<ref name=Garlaschelli13 />. Non si conoscono altre conferme che Enrico di Poitiers abbia effettivamente aperto un'inchiesta; in una sua lettera a Goffredo di Charny del [[1356]] non fa alcun cenno alla Sindone. Alcuni storici suggeriscono che Pietro d'Arcis volesse far dichiarare falsa la Sindone, nuovamente esposta all'adorazione dopo alcuni decenni, perché essa attirava i pellegrini a Lirey, facendo così calare le entrate della cattedrale di Troyes; proprio nel 1389 il tetto di quest'ultima era crollato e la sua ricostruzione richiese certamente molto denaro<ref name=sorensen>{{Cita testo|autore=Richard B. Sorensen|titolo=Answering the Savoy/Leonardo da Vinci Hypothesis|anno=2005|url=http://www.shroud.com/pdfs/sorensen.pdf|formato=pdf}}</ref>.
 
Viene inquadrato nella [[Seconda Brigata mobile carabinieri]], di cui fanno parte anche il [[7º Reggimento carabinieri "Trentino-Alto Adige"]] con sede a [[Laives (Italia)|Laives]] ([[Provincia autonoma di Bolzano|BZ]]), il [[13º Reggimento carabinieri "Friuli Venezia Giulia"]] con sede a [[Gorizia]] ed il [[1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"]].
Goffredo II invia a sua volta un memoriale di segno contrario, e nel [[1390]] Clemente VII decreta una soluzione di compromesso, emanando 4 bolle: da una parte è autorizzata l'esposizione della Sindone a patto che si dichiari che si trattava di una ''pictura seu tabula'', cioè un dipinto («si dica ad alta voce, per far cessare ogni frode, che la suddetta raffigurazione o rappresentazione non è il vero Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola fatta a imitazione del Sudario»<ref>{{Cita|Garlaschelli|p. 16|titolo=Processo alla Sindone}}</ref>); dall'altra, a Pietro d'Arcis è chiesto di cessare le critiche contro il telo<ref name=sorensen />.
 
== Organizzazione ==
Alcuni anni dopo scoppia una disputa per il possesso della Sindone: il conte Umberto de la Roche, marito di Margherita di Charny, figlia di Goffredo II, verso il [[1415]] prende in consegna il lenzuolo per metterlo al sicuro in occasione della guerra tra la Borgogna e la Francia. Margherita si rifiuta poi di restituirlo alla collegiata di Lirey reclamandone la proprietà. I canonici la denunciano, ma la causa si protrae per molti anni e Margherita comincia a organizzare una serie di ostensioni nei viaggi in giro per l'Europa (intanto Umberto muore nel [[1448]]). Nel [[1449]] a [[Chimay]], in [[Belgio]], dopo una di queste ostensioni il vescovo locale ordina un'inchiesta, a seguito della quale Margherita deve mostrare le bolle papali in cui il telo viene definito una raffigurazione e come conseguenza l'ostensione venne interrotta e lei venne espulsa dalla città. Negli anni successivi continua a rifiutare di restituire la Sindone finché, nel [[1453]], la vende ai [[Casa Savoia|duchi di Savoia]]. Successivamente, nel [[1457]], a causa di questi suoi comportamenti viene [[scomunica]]ta. <ref name=Garlaschelli13 />
La sede dei GIS è a [[Livorno]].
 
Il numero esatto del personale operativo è un'informazione riservata, si sa però che il Gruppo è organizzato a livello di compagnia.
===Chambéry===
I Savoia conservano la Sindone nella loro capitale, [[Chambéry]], dove nel [[1502]] fanno costruire una cappella apposita; nel [[1506]] ottengono da [[papa Giulio II|Giulio II]] l'autorizzazione al culto pubblico della Sindone con messa e ufficio proprio.
 
Il GIS è diviso in:
La notte tra il 3 e il 4 dicembre [[1532]], la cappella in cui la Sindone è custodita va a fuoco, e il lenzuolo rischia di essere distrutto: un consigliere del duca, due frati del vicino convento e alcuni fabbri forzano i cancelli e si precipitano all'interno, riuscendo a portare in salvo il reliquiario d'argento che era già avvolto dalle fiamme. Alcune gocce d'argento fuso sono cadute sul lenzuolo bruciandolo in più punti.
 
* una sezione comando
La Sindone è affidata alle suore clarisse di Chambéry, che la riparano applicando dei rappezzi alle bruciature più grandi e cucendo il lenzuolo su una tela di rinforzo. Nel frattempo, poiché si è diffusa la voce che la Sindone sia andata distrutta o rubata, si tiene un'inchiesta ufficiale che, ascoltate le testimonianze di coloro che hanno visto il lenzuolo prima e dopo l'incendio, certifica che si tratta dell'originale. La Sindone viene di nuovo esposta pubblicamente nel [[1534]].
* una sezione amministrativa
* una sezione addestramento e esercitazione
la componente operativa si presume disponga di circa 100/120 effettivi ed è divisa in:
* una sezione di esplorazione, ricognizione e acquisizione obiettivi
* una sezione di combattimento
* una sezione di tiratori scelti
La sezione di combattimento, la più numerosa, è a sua volta suddivisa in tre distaccamenti costituiti da squadre di quattro uomini: un comandante, uno specialista in esplosivi, uno specialista in arrampicata e uno specialista di equipaggiamenti.
 
In ogni momento c'è un distaccamento pronto a lasciare la base in 30 minuti. A questo scopo hanno sempre a disposizione alcuni [[Agusta-Bell AB 412]] in dotazione ai carabinieri ed un aereo da trasporto della [[46ª Brigata Aerea]] dell'[[Aeronautica Militare]] di stanza nella vicina [[Pisa]] che, quando necessario, può fornire i velivoli [[Lockheed C-130 Hercules|C-130 Hercules]]. I rimanenti possono essere impiegati entro tre e ventiquattro ore dall'allarme. Nei casi più urgenti un nucleo avanzato precede la sezione operativa al fine di pianificare la strategia di intervento in base ad informazioni di prima mano.
Nel [[1535]] il Ducato di Savoia entra in guerra: il duca [[Carlo III di Savoia|Carlo III]] deve lasciare Chambéry e porta con sé la Sindone. Negli anni successivi il lenzuolo soggiorna a [[Torino]], [[Vercelli]] e [[Nizza]]; soltanto nel [[1560]] [[Emanuele Filiberto I di Savoia|Emanuele Filiberto]], successore di Carlo III, può riportare la Sindone a Chambéry, dove rimane per i successivi diciotto anni.
 
La sezione di esplorazione, ricognizione e quella di tiratori scelti è a sua volta costituita da squadre di tre uomini: due tiratori armati con [[Mauser]] [[Mouser 86 SR|86 SR]] ed un esploratore equipaggiato con un [[Heckler & Koch|HK]] [[Heckler & Koch PSG-1|PSG-1]] semiautomatico. Durante le azioni più lunghe gli uomini possono avvicendarsi nel ruolo di esploratore.
===Torino===
Dopo aver trasferito la capitale del ducato da Chambéry a Torino nel [[1562]], nel [[1578]] il duca Emanuele Filiberto decide di portarvi anche la Sindone. L'occasione si presenta quando l'[[arcivescovo di Milano]], [[San Carlo Borromeo]], fa sapere che intende sciogliere il [[voto (religione)|voto]], da lui fatto durante l'epidemia di [[peste]] degli anni precedenti, di recarsi in pellegrinaggio a piedi a visitare la Sindone. Emanuele Filiberto ordina di trasferire la reliquia a Torino per abbreviargli il cammino, che San Carlo percorre in cinque giorni.
 
== Selezione e addestramento ==
La Sindone, però, non viene più riportata a Chambéry: da allora resterà sempre a Torino, salvo brevi spostamenti. Nel [[1694]] viene collocata nella nuova [[Cappella della Sacra Sindone]], cappella appositamente costruita, edificata tra il Duomo e il Palazzo reale dall'architetto [[Guarino Guarini]]: questa è tuttora la sua sede.
Trattandosi di un'[[unità d'élite]], il percorso che i candidati devono compiere per accedervi è particolarmente duro e selettivo fin dalla prima fase che prevede colloqui e visite psicofisiche.
 
Il bando di concorso (interpellanza in gergo) è stato aperto, dal 2011, agli appartenenti all’Arma che non abbiano compiuto il 33º anno di età. Non sono previsti per il momento corsi per operatori del rango di ufficiali.
Nel [[1706]] Torino è assediata dai francesi e la Sindone viene portata per breve tempo a [[Genova]]; dopo questo episodio non si muoverà più per oltre duecento anni, rimanendo a Torino anche durante il periodo dell'invasione [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]]. Solo nel [[1939]], nell'imminenza della [[Seconda guerra mondiale]], viene nascosta nel [[santuario di Montevergine]] in [[Campania]], dove rimane fino al [[1946]]; questo è a tutt'oggi il suo ultimo viaggio.
Non è quindi più condizione indispensabile l’essere effettivi al 1° Rgt Tuscania.
 
Il corso è denominato “'''Operatore G.I.S.- con brevetto militare d’incursore'''”, poiché alla fine dell'iter formativo il militare riceve il brevetto militare di incursore, così come avviene nelle altre tre Forze Speciali Italiane già citate.
[[File:Shroud of Turin 1898 poster.jpg|thumb|Manifesto commemorativo dell'ostensione del 1898]]
 
I carabinieri, che fanno domanda vengono inviati presso il 1º Reggimento Tuscania dove iniziano il durissimo percorso selettivo. La prima fase di selezione per il GIS prevede un colloquio con un alto ufficiale dei GIS che ne verifica le motivazioni, un elemento chiave per entrare a far parte del reparto. Poi sono esaminati da psicologi e medici. Questa prima selezione è superata dal 40% dei candidati.
In occasione dell'ostensione pubblica del [[1898]], l'avvocato torinese [[Secondo Pia]], appassionato di fotografia, ottiene dal re [[Umberto I di Savoia|Umberto I]] il permesso di fotografare la Sindone. Superate alcune difficoltà tecniche, il Pia esegue due fotografie e al momento dello sviluppo gli si manifesta un fatto sorprendente: l'immagine della Sindone sul negativo fotografico appare "al positivo", vale a dire che l'immagine stessa è in realtà un negativo. La notizia fa discutere e accende l'interesse degli scienziati sulla Sindone, dando inizio a un'epoca di studi che fino a oggi non si è conclusa; ma non manca anche chi accusa il Pia di avere manipolato le lastre.
 
=== Corso paracadutisti (9 mesi) ===
Nel [[1931]] viene eseguita una nuova serie di fotografie, affidata a Giuseppe Enrie<ref name=nadia />. Per evitare polemiche, tutte le operazioni vengono svolte in presenza di testimoni e certificate da un notaio. Le fotografie di Enrie confermano la scoperta del Pia e dimostrano che non vi era stata alcuna manipolazione.
I superstiti iniziano quindi un durissimo iter formativo presso il ''Tuscania'' di circa 9 mesi (tale addestramento è pressoché identico a quello che effettuano i '''carabinieri paracadutisti del Reggimento Tuscania''', pertanto coloro che provengono da quest'ultimo vengono direttamente immessi alla seconda fase, ossia quella specialistica per il GIS).
 
Il corso comprendente:
Nel 1939 la sindone viene nascosta in [[Campania]], nell'[[Santuario di Montevergine|abbazia di Montevergine]] dove rimane fino al 1946 per poi tornare a Torino<ref name=nadia />. Nel [[1959]] viene fondato il [[Centro Internazionale di Sindonologia]] con lo scopo di promuovere studi e ricerche sulla Sindone di Torino.
* corso di paracadutismo militare; (lancio con fune di vincolo)
* addestramento all'impiego operativo di corde
* corso di primo soccorso operativo (CLS)
* tecniche di orientamento e di navigazione terrestre
* corso difesa personale ([[Krav Maga]])
* corso NBCR sulle operazioni in ambienti contaminati
* tecniche di mascheramento, mimetizzazione, movimento tattico, superamento ostacoli, capacità di operare in sicurezza in ambienti montani e sopravvivenza in climi rigidi
* corso per operatore eliportato
* addestramento di pattuglia e di plotone: (procedure operative standard delle minori unità,operazioni anfibie, ricognizioni,acquisizione obiettivi, piantonamenti, tecniche di guerriglia, anti-guerriglia e operazioni speciali);
* tecniche Sopravvivenza, Evasione, Resistenza agli interrogatori e Fuga
* addestramento all'impiego di armi e materiali speciali: (tiro con armi corte, medie, lunghe, utilizzo accessori vari, materiali esplodenti o speciali, piena conoscenza degli apparati per le comunicazioni, anche satellitari, in dotazione al reparto).
* tecniche di combattimento e pattugliamento in ambiente urbano (MOUT/FIBUA/FIWAF)
* tecniche di Polizia Militare, Counter-IED, HUMINT e all'impiego in unità e comandi multinazionali
 
I carabinieri che terminano il periodo addestrativo citato, circa il 30% rispetto ai candidati iniziali, sono ammessi alla frequenza di un corso di 45 settimane diviso in un ''Corso Base'' di 18 settimane (superato al più dal 50% dei candidati) ed in un ''Corso Specialistico'' di 27 settimane. Solo a questo punto si diventa membri operativi ed effettivi del reparto.
Nel [[1973]] vengono effettuati i primi [[Studi scientifici sulla Sindone|studi scientifici]] diretti, a opera di una commissione nominata dal cardinale Pellegrino. Una campagna di studi più approfondita si svolge nel [[1978]], quando la Sindone viene messa per cinque giorni a disposizione di due gruppi di studiosi, uno statunitense (lo [[Shroud of Turin Research Project|STURP]]) e uno italiano.
 
=== Corso base G.I.S. (18 settimane) ===
Nel [[1983]] muore [[Umberto II di Savoia]], ultimo re d'Italia: nel suo testamento egli lascia la Sindone in eredità al Papa. [[Giovanni Paolo II]] stabilisce che essa rimanga a Torino e nomina l'arcivescovo della città suo custode.
 
* ''Esercizi fisici ed arti marziali'': oltre ad un intenso esercizio fisico, i candidati apprendono le [[arti marziali]] (soprattutto ''[[Judo]]'', ''[[Brazilian Jiu Jitsu]]'' e ''[[boxe thailandese]]'') per disarmare, immobilizzare e, in generale, poter fronteggiare combattimenti corpo a corpo senza l'impiego di armi da fuoco.
Nel [[1988]] tre laboratori internazionali eseguono l'[[Esame del Carbonio 14 sulla Sindone|esame del carbonio 14]]: la Sindone viene datata agli anni [[1260]]-[[1390]], ma il risultato viene contestato da numerosi sindonologi.
* ''Esplosivi'': costruzione, impiego e disinnesco di ordigni esplosivi.
* ''Armi da fuoco'': uso di armi da fuoco lunghe e corte (pistole, pistole mitragliatrici, mitragliette, mitragliatrici, fucili, fucili d'assalto e fucili di precisione), scelta del tipo di arma e di munizionamento in funzione dello scenario operativo.
* ''Equipaggiamenti speciali'': uso di apparati elettronici di sorveglianza quali ad esempio visori notturni, telecamere a fibra ottica, microfoni, oltre a strumenti meccanici di intrusione quali quelli utilizzati per lo sfondamento di porte.
* ''Tecniche di irruzione'': modalità di irruzione in edifici, veicoli, aeromobili, ecc.
* ''Tecniche di arrampicata e discesa'': arrampicata in diverse situazioni utilizzando corde, scale ed altri strumenti; utilizzo della tecnica [[fast rope]] per la discesa rapida da edifici o elicotteri.
* ''Tecniche fotografiche'': tecniche di base di fotografia e uso di macchine fotografiche, videocamere, apparecchiature per la registrazione termica ed agli infrarossi, elaborazione di immagini. Chi sarà assegnato alla sezione degli esploratori/ricognitori approfondirà ulteriormente queste nozioni.
* ''Valutazione degli obiettivi'': raccolta di informazioni utili per la pianificazione di un'azione quali la robustezza ed il tipo di materiali di porte, finestre e strutture.
* ''Tiro'': esercitazione al tiro soprattutto contro obiettivi statici utilizzando sia un sistema noto come ''FATS'' (''[[FireArm Training System]]''), un sistema laser interattivo che proietta su uno schermo immagini e registra tutte le reazioni dell'allievo, sia prove di fuoco con munizionamento reale.
* ''Attività di polizia'': tecniche di arresto.
* ''Inglese''
* ''Scorta ad alto rischio''
* ''Tecniche di primo soccorso''
 
=== Corso specialistico G.I.S. (27 settimane) ===
Nel [[1997]] un incendio scoppiato nella cappella del Guarini mette di nuovo in pericolo la Sindone. La Sindone, tuttavia, non fu direttamente interessata dall’incendio poiché il 24 febbraio [[1993]], per consentire i lavori di restauro della Cappella, era stata provvisoriamente trasferita (unitamente alla teca che la custodiva) al centro del coro della Cattedrale, dietro all’altare maggiore, protetta da una struttura di cristallo antiproiettile e antisfondamento appositamente costruita.
* ''Tiro avanzato'': tiro contro obiettivi in movimento ed in presenza di ostaggi per apprendere a discriminare tra individui ostili o innocenti in frazioni di secondo; tiro da posizioni difficili e con entrambe le mani, sia da soli che in squadra utilizzando munizionamento reale.
* ''Tecniche avanzate con esplosivi'': uso di esplosivi in presenza di ostaggi, caratteristiche e scelta degli esplosivi e della quantità e modalità di impiego per minimizzare i danni collaterali. Uso di gas e loro impiego con granate da 40&nbsp;mm.
* ''Sci ed arrampicata'': frequentato presso il [[Centro Alpino dei Carabinieri]] a [[Selva di Val Gardena]] e nella scuola degli [[Alpini]] ad [[Aosta]].
* ''Guida veloce'': tecniche di guida difensiva ed offensiva.
* ''Nuoto e assalto anfibio'': frequentato presso il [[Centro Sub dei Carabinieri]] di [[Genova-Voltri]], quindi presso i [[COMSUBIN]] della [[Marina Militare Italiana|Marina Militare]] per apprendere tecniche di ricognizione, avvicinamento, assalto e combattimento anfibio, oltre che l'uso di equipaggiamenti per ''subacquei ARO/ARA'', motoscafi e gommoni.
* ''Infrastrutture'': vengono studiati edifici, treni, aerei, autobus, che caratterizzano i possibili teatri di impiego. A questo scopo i GIS hanno un archivio molto dettagliato di obiettivi sensibili quali [[ambasciata|ambasciate]], edifici pubblici, [[azienda|industrie]], oltre che specifici modelli simulacri di veicoli ed aeromobili con cui addestrarsi.
* ''Tattiche di guerriglia e contro-guerriglia'': per apprendere le tecniche comunemente utilizzate dai terroristi quali imboscate, contro-imboscate, neutralizzazione di oppositori, combattimento in aree urbane.
* ''Assalto ad aeromobili'': I GIS sono la principale unità di assalto ad aeromobili in Italia. Mensilmente (ma forse anche ogni due settimane) conducono esercitazioni specifiche con simulacri a grandezza naturale per apprendere e perfezionare l'uso di esplosivo ed altre tecniche per lo sfondamento dei portelloni, scale telescopiche, sensori termici ed altri strumenti e tecniche applicabili in quelle situazioni.
 
Entrati a far parte della forza effettiva dei GIS, l'addestramento è quotidiano e le loro capacità sono perfezionate grazie ad ulteriori corsi:
Nel [[2002]] la Sindone viene sottoposta a un intervento di restauro conservativo: vengono rimossi i lembi di tessuto bruciato nell'incendio del 1532 e i rattoppi applicati dalle suore di Chambéry; anche il telo di sostegno (la "tela d'Olanda") applicata nel 1534 viene sostituito. Il lenzuolo inoltre viene stirato meccanicamente per eliminare le pieghe e ripulito dalla polvere.
 
=== Corsi di perfezionamento ===
Nel [[2009]] la proprietà della Sindone è stata messa in discussione: secondo il costituzionalista Francesco Margiotta Broglio, con l'entrata in vigore della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione repubblicana]] (1º gennaio [[1948]]) la Sindone è diventata proprietà dello Stato italiano in base alla [[s:Italia, Repubblica - Costituzione, testo originale#XIII.|XIII disposizione]], comma 3, e il legato testamentario di Umberto II è di conseguenza nullo<ref>{{cita pubblicazione|autore=Giacomo Galeazzi|titolo="La Sindone appartiene allo Stato italiano"|rivista=[[La Stampa]]|data=26 maggio 2009|url=http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/7661/|città=Torino}}</ref>. Tuttavia si può assumere che la Santa Sede abbia ormai acquisito la proprietà della Sindone per [[usucapione]], essendo trascorso il termine di legge senza che lo Stato italiano ne abbia reclamato la proprietà. Sulla questione è stata presentata una [[interrogazione parlamentare]] ma non risulta ancora una risposta del governo<ref>Atto di sindacato ispettivo. 09 giugno 2009, '''n.''' [http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=16&id=424189 4-01563]. [[Senato della Repubblica Italiana]].</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Giacomo Galeazzi|titolo=Sindone, la proprietà finisce in Parlamento|rivista=[[La Stampa]]|data=28 maggio 2009|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=394&ID_sezione=&sezione=|città=Torino}}</ref>.
* Corso di Paracadutismo con la Tecnica della Caduta Libera (TCL). Esso si svolge presso il Centro Addestramento Paracadutismo (CAPAR) di Pisa per un periodo compreso tra le cinque e le sei settimane, durante le quali si effettuano lanci ad apertura comandata da una altezza massima di 3-4000 metri (10.000 piedi).
* Corso Avanzato di Paracadutismo, della durata di 3-4 settimane, per l'apprendimento delle tecniche per lanci ad alta quota (di 7.000-11.000 metri) con ossigeno ad apertura a quote basse – HALO (High Altitude Low Opening) o con apertura ad alta quota e navigazione sotto vela – HAHO (High Altitude High Opening).
 
=== Corsi per specialità ===
Per l'ostensione]] del [[2010]] iniziata il 10 aprile e terminata il 23 maggio, oltre 1 milione e 700&nbsp;000 pellegrini hanno prenotato la visita alla Sindone presso il Duomo di Torino.<ref>{{cita web|url=http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00025335_Sindone__salgono_le_prenotazioni.html|titolo=Sindone: salgono le prenotazioni|sito=Sito ufficiale Santa Sindone|editore=Diocesi di Torino|accesso=3 maggio 2010}}</ref>
(''un Distaccamento Operativo ha al suo interno: un Incursore con specializzazione Combat Medic, un Breacher: disattivatore EOD-IEDD, un SFJTAC – Special Forces Joint Terminal Attack Controller, ed uno o due Sniper'')
 
* Corsi per ''Tiratori scelti'': frequentati solo dai candidati della sezione ''esplorazione, ricognizione e tiratori scelti'' per apprendere il tiro di precisione e contro cecchini, le tecniche di occultamento e camuffaggio, il fuoco coordinato e l'uso di diversi tipi di armamento e mirini. Per il fuoco coordinato tra più tiratori si addestrano all'uso del sistema [[Sincrofire]] che consente al responsabile dell'azione di vedere quanto viene inquadrato dai singoli tiratori e di comandare il fuoco simultaneo.
La prossima Ostensione è prevista nel [[2015]] è prevista dal 19 aprile al 24 giugno<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.sindone.org/santa_sindone/news_e_info/00047098_Ostensione_2015__ecco_le_date.html|titolo = date ostensione Sindone 2015|accesso = |editore = |data = }}</ref>. Il periodo previsto è più lungo (67 giorni) rispetto a quello di altre esposizioni del Telo; ma si è voluto, in questo modo, mettere a disposizione l'arco temporale il più ampio possibile sia per la visita del [[Papa Francesco|Papa]] (annunciata per il [[21 giugno]]) sia per il pellegrinaggio alla Sindone dei giovani che parteciperanno alle varie celebrazioni del Giubileo salesiano.
* Corso EOD (Operatore Bonifica Ordigni Esplosivi) e Corso IEDD (Operatore Bonifica Ordigni Esplosivi Improvvisati).
* Corso Combat Medic. A livello nazionale gli Incursori destinati a questo settore conseguono la qualifica di “Soccorritore Militare” presso la Scuola di Sanità di Roma, dopo un corso di tre settimane che garantisce, tra l’altro, una sorta di veste legale per operare nell’ambito del primo soccorso, anche se con significative limitazioni. Special Operations Combat Medics (SOCM) Course”, svolto presso l’ISTC di Pfullendorf e che insegna le procedure fondamentali di pronto soccorso, come fermare le emorragie e garantire una corretta terapia infusionale ed anti shock, e soprattutto il prestigioso corso “18D – Special Operations Combat Medic” dei Berretti Verdi americani. Della durata complessiva di circa un anno, quest’ultimo è tenuto presso il JFKSWTSC di Fort Bragg ed è dedicato esclusivamente alle Forze Speciali (per l’Italia lo frequentano anche operatori del GOI, del GIS e del 17º Stormo).
* Corso FAC (Forward Air Controller), per abilitazione alle missioni relative alla direzione da terra degli attacchi aerei e la designazione ai piloti degli obiettivi, tenuto presso la Scuola di Aerocooperazione dell'Aeronautica Militare, della durata di cinque settimane (tre teoriche e due pratiche). Tale qualifica è limitata agli elementi in possesso del necessario livello di conoscenza della lingua inglese (che può essere conseguita con la frequenza del corso avanzato alla SLEE di Perugia). Di norma, il corso è seguito da quello di Controllore del Fuoco per Operazioni Speciali (CF/OS), di ulteriori tre settimane. Tutto ciò prelude all'abilitazione alla funzione di Laser Target Marking (FAC/LTM) per l'impiego dei designatori laser in dotazione al Reggimento. L'addestramento all'impiego dei relativi designatori laser avviene con corsi di un paio di settimane, che si tengono nei principali poligoni alleati (in Sardegna come all'estero), o addirittura in occasione delle missioni esterne, durante la permanenza dei distaccamenti in teatro.
 
=== Corsi all'estero ===
===Ipotetica storia della Sindone antecedente il 1353===
Infine sono continui rapporti di collaborazione con reparti militari anche stranieri infatti altri corsi vengono svolti all’estero l’International Special Traning Center&nbsp;– ISTC di Pfullendorf, Germania, la scuola delle Forze Speciali della NATO, e varie esercitazioni congiunte con i colleghi delle FS e Antiterrorismo ([[SWAT]]'' ''- USA, [[GSG9]] - Germania, [[GIGN]] - Francia) degli altri paesi.
{{vedi anche|Ipotetica storia della Sindone}}
Coloro che ritengono autentica la sindone provano anche a tracciarne la storia nei secoli precedenti il 1353.
 
== Compiti ==
Ritengono quindi che la Sindone sia l'autentico [[Sindone evangelica|lenzuolo funebre di Gesù]] e che risalga alla Terra di [[Israele]] del [[I secolo]]; essi sostengono inoltre la «suggestiva ipotesi»<ref name="Treccani"/> secondo cui la Sindone di Torino sia da identificare con il ''[[mandylion]]'' o "Immagine di Edessa", un'immagine di Gesù molto venerata dai cristiani d'Oriente, scomparsa nel [[1204]] (questo spiegherebbe l'assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo). In questo caso, occorre ipotizzare che il telo di Edessa, che è descritto come un fazzoletto, fosse esposto solo ripiegato più volte e in modo tale da mostrare unicamente l'immagine del volto<ref name="Treccani" />.
=== Antiterrorismo ===
Il ''[[Ministero della Difesa]]'' impiega i GIS per la liberazione di ostaggi da [[aeroplano|aerei]], [[nave|navi]], [[treno|treni]], [[autobus]] ed edifici. Li chiama anche per proteggere obiettivi sensibili da attacchi terroristici o criminali e per garantire la sorveglianza e la sicurezza in occasione di eventi ad alto rischio.
 
I GIS sono impiegati dal Comando generale dell'Arma dei Carabinieri per garantire la sicurezza di personalità minacciate o per coadiuvare le unità territoriali in situazioni di crisi come rapimenti e cattura di criminali, latitanti o evasi pericolosi. Essendo [[Carabinieri]], inoltre, sono dispiegabili fuori dall'[[Italia]] in occasione di interventi internazionali di ''peace-keeping''/''peace-enforcing'' per condurre operazioni di antiterrorismo o per la protezione di cittadini o interessi italiani.
== Caratteristiche generali ==
=== Il lenzuolo ===
La Sindone è un lenzuolo di [[lino (fibra)|lino]] di colore giallo ocra, avente forma rettangolare di dimensioni di circa 441&nbsp;cm x 111&nbsp;cm<ref name=tomatis>{{Cita web|url=http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100420|titolo=Sindone di Torino|editore=CICAP|accesso=19 marzo 2015|autore=Mariano Tomatis}}</ref>, {{Citazione necessaria|spessore di circa 0,34 mm e peso di circa 2,450 kg}}. In corrispondenza di uno dei lati lunghi, il telo risulta tagliato e ricucito per tutta la lunghezza a otto centimetri dal margine.<ref>{{Cita web|url=http://www.sindone.org/santa_sindone/scienza/00024000_Il_tessuto.html|titolo=Il tessuto|sito=sindone.org|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20100510015220/http://www.sindone.org/santa_sindone/scienza/00024000_Il_tessuto.html|dataarchivio=10 maggio 2010|accesso=19 marzo 2015}}</ref>
 
Occasionalmente sono incaricati anche dell'addestramento di personale di polizie estere. In [[Italia]] non c'è un'unica unità dedicata specificatamente a compiti di antiterrorismo nell'ambito dell'ordine pubblico. Oltre ai GIS anche i [[NOCS]] (''Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza'') della [[Polizia di Stato]] e gli [[ATPI]] della Guardia di Finanza operano in azioni antiterrorismo.
Il lenzuolo è tessuto a mano con trama a [[Saia#Spina di pesce|spina di pesce]] e con rapporto ordito-trama di 3:1.
 
A partire dal [[2004]], il Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, ha promosso il Gruppo d'intervento speciale, da unità controterrorismo a vera e propria [[forza speciale]], enfatizzando maggiormente la preparazione per i dispiegamenti nelle basi militari all'estero. In forza di ciò, l'attivazione dell'unità per operazioni fuori area potrà essere richiesta direttamente dal "COFS" ([[Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali]]), con sede presso l'aeroporto "Francesco Baracca" di Centocelle (Roma).
Il lenzuolo è cucito su un telo di supporto, pure di lino, delle stesse dimensioni: il supporto originale, applicato nel [[1534]], è stato sostituito nel [[2002]] con un telo simile più recente.
 
== Armamento ==
Le bruciature più vistose sono state causate dall'incendio scoppiato il 4 dicembre [[1532]] nella ''Sainte Chapelle'' di [[Chambéry]], in cui la Sindone rischiò di essere distrutta. Un oggetto rovente (delle gocce d'argento fuso, oppure una parte del reliquiario) aprì nel lenzuolo numerosi fori di forma approssimativamente triangolare, disposti simmetricamente ai lati dell'immagine in quanto il lenzuolo era conservato ripiegato più volte su sé stesso. Nel [[1534]] le suore clarisse di Chambéry ripararono i danni cucendo sui fori delle pezze di tessuto e impunturando la Sindone su un telo di supporto della stessa grandezza<ref>[http://www.sindone.org/santa_sindone/la_sindone/00024250_Cenni_storici.html Dal sito ufficiale]</ref>. Nel [[2002]], in un intervento di restauro conservativo, tutti i rappezzi sono stati rimossi e il telo di supporto originale è stato sostituito con un altro più recente.
I GIS hanno in dotazione armi ed altri dispositivi molto sofisticati.
 
Le armi più comuni sono le [[Beretta]] [[Beretta M92|92FS]] e [[Heckler & Koch|HK]] [[HK MP5|MP5]] (nelle versioni [[HK MP5A5|A5]], [[HK MP5KA4|KA4]] e [[HK MP5SD3|SD3]]), [[HK MP7|MP7]] ma usano anche [[Beretta M12]], [[Steyr TMP]], [[Smith & Wesson]] [[.357 Magnum]].
Altre bruciature, più piccole, formano quattro gruppi di fori approssimativamente circolari o lineari<ref name=delfino />. Il colorito delle bruciature varia in ragione delle temperature alle quali furono esposti le parti di tessuti<ref name=delfino />. In questo caso la Sindone doveva essere piegata in quattro (una volta nel senso della lunghezza e una nel senso della larghezza). Un'ipotesi per la loro formazione è che la Sindone venisse esposta vicino a delle torce accese<ref name=indagine />. Non si conosce l'evento che li produsse ma fu certamente anteriore al [[1516]], poiché compaiono in una copia della Sindone dipinta in tale data e conservata a [[Lierre]]<ref>[http://www.sindone.it/descr_ba.asp?sm=sindone&check=null&pic=ba bruciature, aloni d'acqua e lacune]</ref>.
 
Ultimamente i GIS hanno sostituito la pistola Beretta con la più moderna [[Glock 17]], considerata più pratica per la presenza della slitta nella parte anteriore/inferiore del fusto, atta all'inserimento delle [[torcia tattica|torce tattiche]] e/o puntatori laser, nonché per la praticità e rapidità di utilizzo grazie al cospicuo volume di fuoco.
=== L'immagine ===
[[File:Sindone uomo.jpg|thumb|L'immagine frontale presente sulla Sindone nel negativo fotografico.]]
Il lenzuolo riporta due immagini molto tenui che ritraggono un [[corpo umano]] nudo, a grandezza naturale, una di fronte (immagine frontale) e l'altra di schiena (immagine dorsale); sono allineate testa contro testa, separate da uno spazio che non reca tracce corporee. Sono di colore più scuro di quello del telo.
 
L'arma bianca nella dotazione individuale è il pugnale "Suppressor GIS" della ditta italiana Extrema Ratio.
L'immagine appare essere la proiezione verticale della figura dell'Uomo della Sindone<ref>W.R. Ercoline, R.C. Downs jr., J.P. Jackson, ''Examination of the Turin Shroud for image distortions'', IEEE 1982 Proceedings of the International Conference on Cybernetics and Society, pp. 576-579 (1982).</ref><ref>[http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?content=sindone&section=convegni Le origini della Sindone - Convegno 2000], articolo sul convegno dal sito del CICAP</ref>: le proporzioni del corpo sono infatti quelle che si osservano guardando una persona direttamente o in fotografia, mentre l'immagine ottenuta stendendo un lenzuolo a contatto col corpo dovrebbe apparire distorta, ad esempio il viso dovrebbe apparire molto più largo.
 
Come [[fucile a pompa|fucili a pompa]] utilizzano [[Franchi S.p.A.|Franchi]] [[Franchi SPAS-12|SPAS-12]], [[Franchi SPAS-15|SPAS-15]], [[Franchi PA3|PA3]] e [[Benelli Armi|Benelli]] [[Benelli M4 Super 90|M-4 Super 90]]. Come [[fucile d'assalto|fucili d'assalto]] vengono utilizzati lo [[Steyr AUG]], il [[Colt's Manufacturing Company|Colt]] (o Bushmaster) [[M4 (fucile d'assalto)|M4A1 SOPMOD]] e l'[[Heckler & Koch|Heckler und Kock]] [[Heckler & Koch G36|G-36]], nella versione K (Kurz) e C (Commando). Attualmente sono stati affiancati dal fucile d'assalto [[Heckler & Koch HK416|HK416]] e dall'[[Heckler & Koch HK417|HK417]]. I [[Barrett M82]] sono invece utilizzati per colpire obiettivi a lunga distanza o molto protetti.<br />
Il corpo raffigurato appare quello di un maschio adulto, con la [[barba]] e i [[capelli]] lunghi.
I tiratori hanno in dotazione anche [[Mauser 86 SR]] e [[Heckler & Koch PSG-1]] equipaggiati con un sistema [[Syncrofire]] che fa sparare tutti i fucili controllati simultaneamente. Su tutte queste armi possono essere installati vari visori laser o ad [[radiazione infrarossa|infrarossi]], [[visione notturna|visori notturni]], [[Silenziatore (armi)|silenziatori]] e [[mirino telescopico|mirini telescopici]].
 
Per quanto riguarda la divisa, quella normalmente utilizzata è [[blu scuro]] (ma ne hanno anche di mimetiche) costruite in materiali ignifughi ed isolanti e completata con vari rinforzi ([[ginocchiera|ginocchiere]], gomitiere, ecc.), diversi tipi di [[casco|caschi]] e [[giubbotto antiproiettile|giubbotti antiproiettili]]. Per comunicare tra loro utilizzano [[laringofono|laringofoni]] e [[Auricolari|cuffie]]. In totale l'equipaggiamento indossato dai GIS in azione si aggira sui 30&nbsp;kg.
L'immagine è poco visibile a occhio nudo e può essere percepita solo a una certa distanza<ref>La sacra Sindone, Giunti Editore Firenze Italy, 1998, ISBN 88-440-0730-4, 9788844007300</ref> (uno-due metri, mentre avvicinandosi sembra scomparire). Come scoprì Secondo Pia nel [[1898]], l'immagine è "al negativo", cioè i chiaroscuri sono invertiti rispetto a quelli naturali: infatti essa appare come "positiva" sul negativo fotografico acquisito in luce visibile. Si noti però che l'immagine appare come "positiva" su un positivo fotografico acquisito nell'infrarosso (8-14 micrometri)<ref>J.S. Accetta and J.S. Baumgart, ''Infrared reflectance spectroscopy and thermographic investigations of the Shroud of Turin'', Applied Optics 19, 1921-1929 (1980).</ref>.
 
===Il restauroAzioni delnote 2002===
Gran parte delle informazioni sulle attività del gruppo sono riservate (specialmente riguardo operazioni fuori dai confini italiani), tuttavia sono sotto riportate le principali azioni in cui sono stati coinvolti i GIS.
Nel [[2002]] la Sindone è stata sottoposta a un intervento di restauro conservativo: sono stati rimossi i lembi di tessuto bruciato nell'incendio del 1532 e i rattoppi applicati dalle suore di Chambéry; anche il telo di sostegno (la "tela d'Olanda") applicato nel 1534 è stato sostituito. Il lenzuolo inoltre è stato stirato meccanicamente per eliminare le pieghe e ripulito dalla polvere; a seguito della stiratura le dimensioni della Sindone sono aumentate di circa 5&nbsp;cm in lunghezza e 2&nbsp;cm in larghezza.
 
* 28 dicembre [[1980]], carcere di [[Trani]] ([[Barletta-Andria-Trani|BT]]): intervento all'interno del carcere dove si erano asserragliati alcuni esponenti delle Brigate Rosse. Al termine di violenti conflitti a fuoco e lanci di bombe dalle due parti, vengono liberati i 18 agenti di custodia presi in ostaggio. Molti coinvolti nel blitz vengono feriti, ma nessuno viene ucciso nello scontro.<ref>{{cita web |url= http://baruda.net/2011/06/19/il-diario-della-battaglia-del-carcere-di-trani-dicembre-1980/ |titolo=Il diario della battaglia del carcere di Trani, dicembre 1980 « Polvere da sparo |editore=baruda.net |accesso=26 novembre 2012}}</ref>
Le modalità del restauro sono state criticate da diversi studiosi<ref>[http://www.shroud.com/restored.htm Comments On The Restoration].</ref>. Essi hanno criticato il fatto che non si sia colta l'occasione per eseguire nuovi esami: in particolare si sarebbe potuto ripetere il test del Carbonio 14 sui lembi di tessuto carbonizzato in modo da chiarire una volta per tutte i dubbi posti dagli autenticisti sull'esame del 1988.
* 25 agosto [[1987]], [[Isola d'Elba]], carcere di [[Porto Azzurro]] ([[Livorno]]): 6 detenuti condannati all'ergastolo, tra cui il terrorista nero [[Mario Tuti]], prendono in ostaggio altri undici detenuti, diciassette guardie carcerarie e cinque civili. Secondo le cronache dell'epoca, gli ostaggi vennero liberati dopo trattative con i magistrati,<ref>{{cita web |url= http://www.altrodiritto.unifi.it/ricerche/asylum/masini/cap1.htm |titolo=Ricostruzione dei fatti |editore=altrodiritto.unifi.it |citazione=gis |accesso=26 novembre 2012}}</ref> ma il capo dell'epoca dei [[Nucleo operativo centrale di sicurezza|NOCS]], [[Umberto Improta]], rivelò in seguito essersi trattato di un blitz congiunto di GIS e NOCS tenuto riservato per non influenzare l'iter della [[legge Gozzini]] relativa ai benefici carcerari.<ref>{{cita web |url= http://iltirreno.gelocal.it/piombino/cronaca/2010/04/07/news/quando-mario-tuti-capeggio-la-rivolta-1.1797219 |titolo=Quando Mario Tuti capeggio la rivolta - Cronaca - il Tirreno |editore=iltirreno.gelocal.it |accesso=26 novembre 2012}}</ref>
 
* 24 giugno [[1989]], [[Oria]] ([[Brindisi]]): Roberto Di Giovanni, giovane di 26 anni già sottoposto a cure presso centri di igiene mentale e le cui condizioni si aggravano dopo la morte della madre, si barrica in casa con una pistola e alcuni fucili da caccia e spara oltre duecento colpi, dapprima sui passanti, poi alle forze dell'ordine intervenute, nel complesso uccidendo una persona e ferendone altre dieci, tra cui quattro carabinieri e un poliziotto. Tutti i tentativi di negoziato sono inutili, in quanto il ragazzo spara su tutto ciò che si muove all'esterno della casa. Arrivata la notte, il nucleo d'assalto dei GIS impiega il gas e irrompe nell'abitazione, arrestando dopo una breve colluttazione il giovane.<ref>{{cita web |url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/06/25/dieci-ore-di-terrore.html |titolo=Dieci ore di terrore |editore=repubblica.it |accesso=31 dicembre 2012}}</ref>
Inoltre gli interventi eseguiti, in particolare la pulizia del lenzuolo eseguita con un aspiratore, hanno probabilmente alterato o rimosso dalla Sindone materiale che avrebbe potuto essere esaminato per fornire utili indicazioni.
* dicembre [[1989]], [[San Luca (Italia)|San Luca]] ([[Provincia di Reggio Calabria|Reggio Calabria]]): cattura dell'esponente della 'ndrangheta Strangio, nell’ambito delle attività di indagine sul sequestro di Cesare Casella.
 
* 17 aprile [[1990]], [[Santa Margherita Ligure]] ([[Genova]]): liberazione di [[Patrizia Tacchella]].
== La posizione della Chiesa ==
* 16 gennaio [[1995]], [[Segrate]] ([[Milano]]): liberazione di [[Raffaele Alessi]].
L'autenticità della Sindone — vale a dire se essa sia o no il vero lenzuolo funebre di Gesù — è stata a lungo dibattuta: vi sono state dispute al riguardo già nel [[XIV secolo]].
* 9 maggio [[1997]], [[Venezia]]: liberazione del [[Campanile di San Marco]] da sedicenti militanti della [[Repubblica di Venezia]], definiti dai mass media [[Serenissimi]], che avevano raggiunto [[Piazza San Marco]] con un finto blindato e un camper.
 
* 18 dicembre [[1999]], Isola di [[Alicudi]] ([[Messina]]): operazione antidroga in mare.
Le discussioni sono riprese alla fine del [[XIX secolo]], quando la prima fotografia della Sindone ha rivelato le particolari caratteristiche dell'immagine e ha suscitato l'interesse degli studiosi su di essa.
* 7 giugno [[2000]], [[Torino]]: liberazione di [[Rosa Laura Spadafora]].
 
* 10 giugno [[2000]], [[Torre Annunziata]] ([[Napoli]]): cattura del latitante camorrista [[Ferdinando Cesarano]]
La [[Chiesa cattolica]] in passato si è espressa ufficialmente sulla questione dell'autenticità, prima in senso negativo (nel 1389 il vescovo di Troyes inviò un memoriale al papa, dichiarando che il telo era stato "artificiosamente dipinto in modo ingegnoso", e che "fu provato anche dall'artefice che lo aveva dipinto che esso era fatto per opera umana, non miracolosamente prodotto". Nel 1390 Clemente VII emanò di conseguenza quattro bolle, con le quali permetteva l'ostensione ma ordinava di "dire ad alta voce, per far cessare ogni frode, che la suddetta raffigurazione o rappresentazione non è il vero Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola fatta a raffigurazione o imitazione del Sudario"<ref>{{cita web|url=http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/ostensione/articolo/lstp/183962/|titolo=Gli scienziati credono nel dubbio|accesso=13 aprile 2010|data=10 aprile 2010|editore=[[La Stampa]]|autore=Eugenia Tognotti}}</ref>) e poi, ribaltando il giudizio, in senso positivo (nel [[1506]] [[Papa Giulio II|Giulio II]] autorizzò il culto pubblico della Sindone con messa e ufficio proprio<ref name="GiuseppeBerta">Giuseppe Berta, "Della Sacra Sindone di nostro signore Gesù Cristo", presso i fratelli Reycend, 1842</ref><ref name="PierluigiBaimaBollone">Pierluigi Baima Bollone, "Sindone la prova", Oscar Mondadori, 1998</ref>). Attualmente, la Chiesa cattolica non si esprime ufficialmente sulla questione dell'autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come [[Icona (arte)|icona]] della [[Passione di Gesù]]. Diversi pontefici moderni, da [[papa Pio XI]] a [[papa Giovanni Paolo II]], hanno inoltre espresso il loro personale convincimento a favore dell'autenticità.<ref>Il 5 settembre [[1936]] [[papa Pio XI]] distribuì a ad un gruppo di giovani dell'[[Azione Cattolica]] delle immagini del volto della Sindone dichiarando: «Non sono proprio immagini di Maria SS., ma [...] del Divin Figlio suo [...]. Esse vengono proprio da quell'ancor misterioso oggetto, ma certamente non di fattura umana, questo si può dir già dimostrato, che è la santa Sindone di Torino...» ([[L'Osservatore Romano]], 7 settembre 1936).
* 25 marzo [[2002]], [[Kabul]], [[Afghanistan]]: Scorta all'ex re afgano [[Mohammed Zahir Shah]] che rientra in patria.
[[Papa Pio XII]], radiomessaggio inviato al termine del [[Congresso Eucaristico]] Nazionale del [[1953]]: «Torino [...] custodisce come prezioso tesoro la Santa Sindone che mostra [...] l'immagine del corpo esanime e del Divino Volto affranto di Gesù».
* 30 novembre [[2002]], [[Ostia (Roma)|Ostia]] ([[Roma]]): cattura del pericoloso latitante tunisino [[Faid Isa Kamalfa]], asserragliato in una villetta.
[[Papa Giovanni XXIII]], al termine di un colloquio con i gruppi "Cultores Sanctas Sindonis" che gli avevano presentato delle foto della reliquia, ripeté più volte, scandendo le parole: «Digitus Dei est hic!» (16 febbraio [[1959]]).
* 14 marzo 2005, Corato, Bari: Un arsenale, utilizzato probabilmente da una banda specializzata negli assalti ai furgoni portavalori, è stato sequestrato dai Carabinieri. Il Gruppo di Intervento Speciale han fatto irruzione in un casolare di campagna dove si trovavano sei persone di cui un latitante, tutte originarie della Calabria e con precedenti per rapina, armi, droga ed estorsioni. Uno era latitante. I militari hanno trovato dieci kalashnikov, munizioni, giubbotti antiproiettile, tute mimetiche, lampeggianti utilizzati a bordo dei furgoni portavalori. Nelle vicinanze erano parcheggiate alcune auto di grossa cilindrata rubate. Durante l'operazione uno dei sei malviventi ha accennato un tentativo di reazione prontamente bloccato.<ref>{{Cita web|url = http://www.altamurgia.it/index.php/articoli/archivio2/8946-criminalitaarsquo-scoperto-arsenale-a-corato-arrestate-sei-persone.html|titolo = Criminalita&rsquo;: scoperto arsenale a Corato, arrestate sei persone|accesso = 2015-07-13}}</ref>
[[Papa Giovanni Paolo II]], dopo l'[[ostensione]] privata avvenuta il 13 aprile [[1980]] in occasione della sua visita a Torino: «La Sacra Sindone, singolarissima testimone - se accettiamo gli argomenti di tanti scienziati - della Pasqua, della passione, della morte e della risurrezione. Testimone muto ma nello stesso tempo sorprendentemente eloquente» (L'Osservatore Romano, 14-15 aprile 1980).
* 28 giugno [[2005]], [[Bogogno]], [[Novara]]: blitz notturno per catturare Angelo Sacco, che nella giornata precedente aveva ucciso a colpi di fucile 3 persone e ferite altre 8.
Stralcio di un discorso tenuto a [[Roma]] da Wojtyła il 20 aprile successivo: «la cattedrale di Torino, il luogo dove si trova da secoli la Sacra Sindone, la reliquia più splendida della passione e della risurrezione» (L'Osservatore Romano, 21-22 aprile 1980).<br />Citazioni tratte da Gino Moretto, ''Sindone - La guida'', Editrice Elle Di Ci 1998.</ref>
* febbraio [[2006]], sicurezza durante le olimpiadi invernali di Torino
 
* 22 agosto [[2008]], operazione antidroga a [[Poggiomarino]] ([[Napoli]]) contro i narcotrafficanti della camorra. Sequestrati 100 chili di cocaina purissima.
Le [[protestantesimo|chiese protestanti]] considerano invece la venerazione della Sindone, e delle [[reliquia|reliquie]] in genere, una manifestazione di religiosità popolare di origine [[paganesimo|pagana]] estranea al messaggio evangelico.
* 18 luglio [[2009]], frazione Bosco di [[Nanto]], [[Vicenza]]: blitz per catturare Battista Zanellato, 84 anni, che, asserragliato nella propria abitazione, aveva poche ore prima ucciso un ufficiale dei Carabinieri con un colpo di fucile.<ref>{{cita web |url= http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/carabiniere-morto/preso-anziano/preso-anziano.html |titolo=Carabiniere ucciso, blitz dei Gis arrestato l'anziano omicida - cronaca - Repubblica.it |editore=repubblica.it |accesso=26 novembre 2012}}</ref>
 
* 1º ottobre [[2009]], [[Napoli]]: blitz per catturare il boss latitante Ciro Nappo, di 34 anni, ritenuto reggente del clan camorristico Gionta di [[Torre Annunziata]]. La fulminea irruzione delle forze speciali nella casa del latitante di fronte a Palazzo Fienga, roccaforte del clan, ha permesso di mettere in sicurezza l'area prima di procedere alla cattura in una situazione potenzialmente pericolosa. I pensili della cucina di Nappo nascondevano una parete in apparenza piastrellata ma che si apriva, portando in un locale segreto ove l'uomo si ritirava durante le ricerche delle forze dell'ordine.
== Studi scientifici ==
* 6 novembre [[2009]], [[Città di Castello]]: blitz per catturare un cittadino [[sudafrica]]no, che poche ore prima aveva assassinato a colpi di pistola un uomo di origine polacca. Durante l'irruzione uno dei carabinieri del GIS è rimasto lievemente ferito al viso da una scheggia.
===Esame del Carbonio 14===
* 10 dicembre [[2009]], [[Mestre]]: blitz per liberare un cittadino cinese che risultava essere scomparso nel mantovano da due giorni. L'immigrato era stato rapito da una banda di connazionali: infatti in sei sono stati trovati in un appartamento a Mestre, in via Piave.
{{vedi anche|Esame del Carbonio 14 sulla Sindone}}
* 29 maggio [[2010]], [[Comacchio]]: blitz per catturare Mario Cavalieri, asserragliato in casa. Nella giornata precedente aveva preso a pugni una vigilessa, e poco dopo si è chiuso respingendo le trattative delle forze dell'ordine. Dopo quasi trenta ore di assedio alla casa di via Spina a Comacchio, Mario Cavalieri, che era barricato nella camera da letto, si è arreso alle 16:45 ai carabinieri del Gis, che hanno sfondato la porta della camera e lo hanno bloccato.
Il più celebre e importante esame compiuto sulla reliquia, per la grande risonanza che ha avuto sui mezzi d'informazione, è la datazione eseguita nel [[1988]] con la tecnica radiometrica del [[Carbonio 14]]<ref>P.E. Damon ''et al.'', ''Radiocarbon dating of the Shroud of Turin'', Nature 337, 611-615 (16 feb. 1989) [http://www.shroud.com/nature.htm].</ref>. Secondo il risultato dell'esame, eseguito separatamente da tre laboratori (Tucson, Oxford e Zurigo) su un campione di tessuto prelevato appositamente, il lenzuolo va datato nell'intervallo di tempo compreso tra il [[1260]] e il [[1390]]. Questa datazione corrisponde al periodo in cui si ha la prima documentazione storica che si riferisca con certezza alla Sindone di Torino ([[1353]]).
* 23 ottobre [[2010]], [[Agrigento]]: blitz per catturare il boss della mafia Gerlandino Messina, ricercato dal 1999 per associazione di tipo mafioso e vari omicidi. Al momento del blitz il boss era in possesso di due pistole, cariche e pronte all'uso.
 
* 30 giugno [[2011]], [[Collegno]] ([[provincia di Torino|TO]]): irruzione nell'appartamento di Santo Guglielmino, dopo che questi si era barricato in casa per 15 ore, tenendo in ostaggio la convivente Rosa Colusso, un'anziana di 86 anni affetta da [[malattia di Alzheimer|demenza senile]]. Prima dell'intervento l'uomo ha ucciso la compagna e dopo aver sparato due colpi fuori dall'appartamento, si è suicidato.<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/06/30/visualizza_new.html_811041162.html Notizia ANSA]</ref>
===Esami sulle presunte tracce ematiche===
* 7 dicembre [[2011]], [[Vandoies|Vandoies di Sopra]] ([[Provincia autonoma di Bolzano|BZ]]): irruzione nel maso-villetta di Erwin Heinrich Purer, per arrestare il "re delle evasioni" [[Max Leitner]].<ref>{{cita web |url= http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2011/12/09/news/l-errore-di-max-in-cella-teneva-la-foto-del-cugino-1.4317283 |titolo=L-errore di Max in cella teneva la foto del cugino|editore=altoadige.gelocal.it |accesso=26 novembre 2012}}</ref>
I primi esami sulle presunte macchie di sangue furono condotti nel [[1973]] da G. Frache, E. Mari Rizzati ed E. Mari, membri della commissione scientifica nominata dal [[Michele Pellegrino|cardinale Pellegrino]], su due fili di tessuto sindonico. I risultati furono negativi<ref>G. Frache, E. Mari Rizzati, E. Mari, ''Relazione conclusiva sulle indagini d'ordine ematologico praticate su materiale prelevato dalla Sindone'', suppl. Rivista diocesana Torinese, 1976. Cfr. anche [http://www.cicap.org/articoli/at100849.htm Sindone:la voce agli scettici], articolo del [[CICAP]].</ref> anche se Frache, Mari Rizzati e Mari precisarono che "la risposta negativa fornita dalle analisi condotte non ci permette di dare un giudizio assoluto dell'esclusione della natura ematica del materiale esaminato"<ref>G. Frache, E. Mari Rizzati, E. Mari, ''Relazione conclusiva sulle indagini d'ordine ematologico praticate su materiale prelevato dalla Sindone'', suppl. Rivista diocesana Torinese, 1976, citato in Giulio Fanti, ''La Sindone. Una sfida alla scienza moderna'', Aracne 2008, p.172</ref>.
* 3 maggio [[2012]], [[Romano di Lombardia]], nella [[Bergamasca]]: Un uomo armato si barrica nella sede dell'[[Agenzia delle Entrate]] prendendo in ostaggio alcune persone presenti nell'ufficio. Dopo 30 minuti l'uomo rilascia tutti gli ostaggi tranne uno. Alle 17:30 i GIS arrivano sul luogo e nelle ore successive il blitz sembra quasi imminente, ma intorno alle 20:30 l'ultimo ostaggio viene liberato grazie alla mediazione di un carabiniere all'interno e dei negoziatori del GIS.<ref>{{cita web |url= http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1044977/bergamo-barricato-in-agenzia-entrate-libera-lultimo-ostaggio-e-si-arrende.shtml |titolo=Bergamo, barricato in Agenzia Entrate libera l'ultimo ostaggio e si arrende |editore=tgcom24.mediaset.it |accesso=26 novembre 2012}}</ref>
 
* 2 novembre [[2013]], [[Costa di Rovigo]]: con un blitz notturno durato poco più di 3 minuti, i carabinieri del Gruppo d'intervento speciale hanno fatto irruzione nella casa di Costa di Rovigo e immobilizzato le tre persone, due uomini e una donna, che per 33 ore si erano asserragliate minacciando di dar fuoco allo stabile. A nulla erano valse le trattative, iniziate il pomeriggio prima, di un negoziatore per far riportare alla ragione i tre, due fratelli e una loro dipendente. La dinamica ha visto impegnate 2 squadre del GIS (15 uomini circa), all'una di notte è scattato il blitz, le squadre si sono calate dal tetto e hanno infranto le finestre del casolare. Durante l'irruzione sono state usate delle granate flashbang. {{cn}}
Ulteriori esami microscopici effettuati da Guido Filogano e Alberto Zina non rilevarono la presenza di [[Globulo rosso|globuli rossi]] o di altri corpuscoli del sangue<ref>{{Cita|Garlaschelli|p. 77|titolo=Processo alla Sindone}}</ref>.
* 9 febbraio [[2014]], [[Inveruno]], nel [[Provincia di Milano|Milanese]]: con un blitz in piena notte i [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] del GIS assieme ai colleghi del [[Nucleo investigativo dell'Arma dei carabinieri|Nucleo Investigativo]] di [[provincia di Varese|Varese]] e del [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] catturano Domenico Cutrì, boss della [['Ndrangheta]] condannato in [[Corte d'appello (Italia)|Appello]] all'ergastolo per omicidio ed evaso 5 giorni prima a [[Gallarate]], mentre lo stavano scortando all'interno del [[tribunale]]. Il 3 febbraio, appunto, un'auto si era avvicinata ad un blindato della Polizia Penitenziaria, dal quale stava scendendo Cutrì e, ad armi puntate, il commando è riuscito a farselo consegnare dagli agenti, ne è scaturito un conflitto a fuoco con questi ultimi dove ha perso la vita un membro del commando. Le indagini coordinate in tutto il Varesotto e nell'Alto Milanese hanno portato all'identificazione e alla cattura di tutti i membri accertati del gruppo. Il covo di Cutrì è stato individuato l'8 febbraio in un immobile in ristrutturazione a [[Inveruno]], città natale. Così, nella notte tra l'8 e il 9 febbraio, alle 2:35, il GIS ha fatto irruzione nel covo, catturando Cutrì e un altro complice che lo ospitava. Dall'entrata nello stabile alla messa in arresto sono trascorsi 8 secondi.
 
Sia Frache sia Filogamo trovarono dei granuli di materiale colorante<ref name=garla>{{Cita pubblicazione|rivista=Micromega|numero=4|anno=2010|titolo=Perché la Sindone è un falso|pp= 27 e seguenti}}</ref>.
 
Nel [[1978]] il cardinale di Torino Ballestrero consentì allo STURP ([[Shroud of Turin Research Project]]) di analizzare la sindone. Furono premute strisce adesive sulla sindone per asportare delle particelle e furono prelevati alcuni fili<ref>{{Cita web|url=http://www.shroud.com/78exam.htm|titolo=The 1978 Scientific Examination|accesso=19 marzo 2014|sito=shroud.com|lingua=en}}</ref>. Nel [[1980]] [[Walter McCrone]], microscopista consulente dello STURP, presentò due lavori allo STURP: sulla base di osservazioni microscopiche e analisi chimiche, egli annunciò di avere trovate tracce di ocra rossa, cinabro (solfuro di mercurio, un colorante rosso molto diffuso nel Medioevo) e [[Rosso d'alizarina|alizarina]] (un pigmento rosato di origine vegetale, al giorno d'oggi prodotto sinteticamente)<ref name=indagine /><ref name=maccrone>{{Cita pubblicazione|autore=Walter C. |titolo=McCrone|Microscopical study of the Turin Shroud|pubblicazione=Wiener Berichte über Naturwissenschaft in der Kunst|anno=1987}}</ref><ref name=Skeptical>{{Cita news|titolo=Scandals and Follies of the 'Holy Shroud'|autore=Joe Nickell|rivista=Skeptical Inquirer|data=settembre 2001|lingua=en}} raccolto con altri articoli in Joe Nickell su {{Cita libro |url=http://books.google.com/books?id=sComGoDFJZ4C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo= The Mystery Chronicles: More Real-Life X-Files|editore=University Press of Kentucky|anno=2004|ISBN= 978-0-8131-2318-9|pp=187-199}}</ref>. Secondo McCrone, le risultanze del suo studio proverebbero che la sindone è un dipinto<ref name=maccrone /><ref>Nel 2000 per il suo lavoro sulla sindone McCrone [{{ttp://www.skepdic.com/comments/turincom.html verrà premiato dall'American Chemical Society](si veda anche [http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102011 Sul sito del Cicap] nota 15] e [http://portal.acs.org/portal/acs/corg/content?_nfpb=true&_pageLabel=PP_ARTICLEMAIN&node_id=1319&content_id=CTP_004492&use_sec=true&sec_url_var=region1&__uuid=30d6cf3d-e066-4e9e-baa9-2ccdc5a94304 Sito ufficiale del premio])</ref>. I due lavori furono tuttavia respinti dallo STURP che espulse McCrone<ref name=craddock /><ref>''Relics of the Christ'', Joe Nickell, University Press of Kentucky, 2007, ISBN 0813124255, 9780813124254</ref> e incaricò due propri membri (John Heller e Alan Adler) di compiere nuove analisi.
 
Heller e Adler, contrariamente a McCrone, avrebbero rilevato con vari test chimici e fisici la presenza di [[emoglobina]] (analoghi risultati avrebbe raggiunto anche Pellicori<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Samuel F. Pellicori|titolo=Spectral properties of the Shroud of Turin|rivista=Applied Optics|numero=12|volume=19|pp=1913-1920 |anno=1980|doi=10.1364/AO.19.001913|lingua=en}}</ref>), [[albumina]] e [[bilirubina]] e osservarono che le macchie di sangue si sciolgono completamente in una miscela di enzimi proteolitici, il che indicherebbe che siano composte interamente da sostanze proteiche, e non da pigmenti minerali o vegetali. Inoltre trovarono che gli aloni intorno alle macchie di sangue sarebbero composti da siero. Heller e Adler, pur ritrovando analoghe sostanze di quelle rinvenute da Mccrone (ossido di ferro, proteine, pigmenti) arrivarono a conclusioni opposte rispetto a Mccrone attribuendo la presenza di pigmenti a contaminazioni successive.<ref name=heller1>{{Cita pubblicazione|autore=John H. Heller|autore2=Alan D. Adler|titolo=Blood on the Shroud of Turin|rivista=Applied Optics|volume=19|numero=16|pp=2742-2744|anno=1980|lingua=en|doi=10.1364/AO.19.002742}}</ref><ref name=heller2>{{Cita pubblicazione|autore=John H. Heller|autore2=Alan D. Adler|titolo=A chemical investigation of the Shroud of Turin|pubblicazione=Canadian Society of Forensic Science Journal|volume=14|numero=3|pp=81-103|anno=1981|doi=10.1080/00085030.1981.10756882}}</ref>. La conclusione dello STURP fu che le "macchie di sangue" sono costituite interamente da sangue<ref name=jumper>{{Cita pubblicazione|autore=Eric J. Jumper|autore2= Alan D. Adler|autore3=John P. Jackson|autore4=Samuel F. Pellicori|autore5=John H. Heller|autore6=J.R. Druzik|titolo=A comprehensive examination of the various stains and images on the Shroud of Turin|editore=ACS Advances in Chemistry|pubblicazione=Archaeological Chemistry III|pp=447-479|anno=1984}}</ref><ref name=schwalbe>L.A. Schwalbe, R.N. Rogers, ''Physics and Chemistry of the Shroud of Turin -- A Summary of the 1978 Investigation'', Analytica Chimica Acta 135, 3 (1982)</ref>. Le particelle di ossido di ferro, che McCrone identificò come ocra rossa, possono anche essere residui del ferro presente nel sangue. Secondo Heller e Adler la spiegazione corretta sarebbe quest'ultima, in quanto l'ocra rossa non sarebbe costituita da ossido di ferro puro, ma conterrebbe normalmente rilevanti quantità di impurità come [[manganese]], [[nichel|nickel]] e [[cobalto]] oltre che [[mercurio (elemento)|mercurio]]. I campioni sindonici quindi, secondo Heller, non contengono quantità misurabili di nessuno di tali elementi, mentre contengono numerosi elementi (sodio, magnesio, alluminio, silicio, fosforo, zolfo, potassio, calcio, ferro) presenti nel sangue<ref name=heller2 />.
 
Gli studi di Heller e Adler sono stati criticati sotto diversi aspetti:
* Luigi Garlaschelli obietta che Heller e Adler per le loro ricerche fecero uso del test delle [[porfirine]], che tuttavia non è un test specifico del sangue e darebbe risultati positivi anche su un vegetale<ref name="garla" />, e così anche nessuno degli ulteriori test utilizzati è specifico per il sangue<ref name=luigi>{{Cita web|url=http://www.luigigarlaschelli.it/Altrepubblicazioni/SindonChInd.htm|autore=Luigi Garlaschelli|titolo=Il Mistero del Telo Sindonico|pubblicazione=La Chimica e l'Industria|numero=80|p=629|anno=1998}}</ref><ref name=Shermer>{{Cita libro|titolo=The Skeptic encyclopedia of pseudoscience|volume=2|autore=Michael Shermer|ISBN=|pp=214 e ss}}</ref>
 
* John Fischer, un esperto di analisi forense, nel [[1983]], durante la conferenza della [[International Association for Identification]], presentò la sua ricerca tesa a mostrare che risultati simili a quelli di Heller e Adler si potrebbero ottenere come falsi positivi da tracce di [[pittura a tempera]]<ref name=Skeptical/>. Analoghe asserzioni fa Steven Schafersman<ref name=schafe>{{Cita pubblicazione|url=http://www.skeptic.ws/shroud/as/schafersman.html|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20080319140843/http://www.skeptic.ws/shroud/as/schafersman.html|dataarchivio=19 marzo 2008|lingua=en|titolo= Unraveling the Shroud of Turin|autore=Steven D. Schafersman|pubblicazione=Approfondimento Sindone|anno=2|volume=2|anno=1998}}</ref>.
 
Nel [[1982]] la presenza di sangue fu rilevata anche da Baima Bollone, Jorio e Massaro<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pierluigi Baima Bollone|autore2= Maria Jorio|autore3=Anna Lucia Massaro|titolo=La dimostrazione della presenza di tracce di sangue umano sulla Sindone|pubblicazione=Sindon|numero=30|volume=5|anno=1981}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pierluigi Baima Bollone|autore2= Maria Jorio|autore3=Anna Lucia Massaro|titolo=Identificazione del gruppo delle tracce di sangue umano sulla Sindone|pubblicazione=Sindon|numero=31|volume= 5|anno=1982}}</ref>, i quali usando test [[Immunologia|immunologici]] identificarono il sangue come umano di [[Gruppo sanguigno|gruppo AB]]. Il loro test fu ripetuto (esclusa l'identificazione del gruppo sanguigno) dallo STURP che ne confermò il risultato<ref name=jumper />. Luigi Garlaschelli nota in merito<ref name=luigi /> che i test immunologici sarebbero tanto sensibili da rendere difficile discriminare tra campione e inquinamenti. Più specificamente Vittorio Pesce Delfino nota che gli esami istochimici di Baima Bollone evidenziarono solo tracce di ferro, che Bollone attribuì a emoglobina. Nota Delfino che il ferro non indica univocamente l'emoglobina, e che l'ossido di ferro, ad esempio, è stato trovato nell'ocra rossa che è stata riscontrata sulla tela<ref name=delfino>{{Cita testo|autore=Vittorio Pesce Delfino|titolo=E l'uomo creò la Sindone|ISBN= 978-88-220-6233-8|p=258}}</ref>.
 
Nel [[2008]], analisi eseguite per [[spettrometria]] Raman su polvere raccolta nel [[1978]] tra la Sindone e la tela d'Olanda posta sul retro hanno rilevato la possibile presenza di pigmenti, in accordo con le osservazioni di McCrone, e di [[emoglobina]]. Le analisi furono svolte da Giulia Moscardi<ref name=moscardi>Giulia Moscardi ''Analysis by Raman Microscopy of Powder Samples Drawn from the Turin Shroud'', poster presentato alla Ohio Shroud Conference, Columbus, Ohio (2008).</ref>, che tuttavia ritiene che i pigmenti siano da attribuire a contaminazioni successive e ritiene che l'ossido di ferro presente sia il risultato della degradazione dell'emoglobina.
 
Secondo lo STURP e Baima Bollone, le ipotetiche macchie di sangue si sarebbero formate per contatto diretto con l'uomo avvolto nel lenzuolo.
 
Garlaschelli fa notare tuttavia che il sangue, se ancora fluido, avrebbe dovuto lasciare delle macchie informi; secondo Garlaschelli risulta inoltre fisicamente impossibile che il sangue di un corpo in quella posizione scorra sulla superficie esterna della capigliatura<ref name="garla" />.
 
===Esame del tessuto===
La forma della Sindone è approssimativamente rettangolare. Prima del restauro del 2002 le dimensioni<ref>{{Cita testo|autore=G. Ghiberti G.|titolo=Sindone. Le immagini 2002|anno=2002}} citato in {{Cita|Bollone|p. 212|titolo=Il mistero della Sindone}}.</ref> erano 437,7&nbsp;cm il lato in basso (considerando la posizione ostensiva con la figura frontale a sinistra e dorsale a destra), 434&nbsp;cm il lato alto, 112,5&nbsp;cm a sinistra e 113 a destra. In seguito al restauro del 2002, durante il quale è stato rimosso il telo di supporto sul quale era cucita, la distensione del telo ha prodotto un leggero aumento delle dimensioni: lato basso 441,5&nbsp;cm, alto 442, sinistra 113, destra 113,7.
Lo spessore del tessuto è di circa 0,34 millimetri. Il peso, valutato approssimativamente, è di 2,450 kg.
 
Il tessuto della Sindone è stato esaminato da Virgilio Timossi, Silvio Curto (direttore del [[Museo egizio di Torino]]) e altri. Esso è di lino filato a mano: le fibre presentano infatti irregolarità tipiche della lavorazione manuale. I fili del tessuto hanno uno spessore di circa 250 millesimi di millimetro e sono composti da una settantina di fibrille del diametro di 10-20 millesimi di millimetro.<ref>{{Cita testo|autore=P. Vercelli|titolo= Cloth of the Holy Shround; a technical product analysis of the cloth and its reproduction with similar characteristics|pubblicazione=Sindon N.S.|numero=Quad. n. 13|data=giugno 2000|pp=169-175}} citato in {{Cita|Bollone|p. 198|titolo=Il mistero della Sindone}}.</ref> La filatura delle fibrille della Sindone è in senso orario, o "a Z".
 
Da un punto di vista archeologico le sindoni giudaiche del I secolo conosciute sono diverse da quella di Torino<ref name=garla /> per tessuto, tessitura, torcitura del filo e disposizione intorno al corpo.
 
Una sindone ritrovata ad Akeldamà (analizzata al carbonio 14, e datata 50 a.C./70 d.C.) mostra molte differenze rispetto a quella di Torino: le braccia distese ai lati; collo, polsi e caviglie fermati con appositi bendaggi. Il tessuto era di [[lana]], la struttura 1:1 (la sindone di Torino è a spina di pesce 3:1), la trama è a S (quella di Torino è a Z)<ref name=garla /><ref name="lobattitessuto" />.
 
Altre sindoni risalenti allo stesso periodo confermano la presenza di trame più semplici di quella di Torino, la pluralità di bendaggi e la filatura a S, ponendo seri dubbi sull'appartenenza della Sindone di Torino alla produzione sindonica dell'epoca di area ebraica<ref name=garla /><ref>""There have now been only two cases of textiles discovered in Jewish burials from this period," said archaeologist Amos Kloner of Bar Ilan University. And both appear to contradict the idea that the Shroud of Turin is from Jesus-era Jerusalem." [http://news.nationalgeographic.com/news/2009/12/091216-shroud-of-turin-jesus-jerusalem-leprosy.html National Geographic]</ref><ref>Sono stati comunque ritrovati campioni di filati con torsione "a Z" Cfr. {{Cita|Bollone|p. 198|titolo=Il mistero della Sindone}}. Nota Orit Shamir che prove di diversa natura indicano che i tessuti con filatura ad S, sono prodotti localmente. [...] Ed è degno di nota il fatto che tutti i manufatti tessili di lino sono ugualmente filati ad S. I capi con tessitura a Z, caratteristici, costituiscono solo una piccola parte dei tessuti del periodo romano rinvenuti in Israele e nei territori circostanti. I tessuti sono sopravvissuti molto più raramente nelle regioni mediterranee settentrionali, in Grecia e nella stessa Italia, ma, a giudicare dai reperti ritrovati, in tali aree la norma era la filatura a Z. Cfr O.Shamir, ''Textiles from the first Century CE in Jerusalem'', Londra, 2007</ref>.
 
L'immagine della sindone manca di deformazioni tipiche dell'immagine che si può formare nel contatto tra un corpo e una tela. La deformazione che si dovrebbe avere è quella di un'immagine molto dilatata. Questo dovrebbe accadere in particolare per il volto: si tratta del noto effetto “[[Maschera di Agamennone]]”. Il volto dell'uomo sindonico invece non presenta questa dilatazione, il che è scientificamente spiegabile solo con l'ipotesi che a lasciare l'impronta sia stato un bassorilievo poco aggettante. Si nota inoltre che l'immagine dorsale, essendo quella su cui premeva il peso del corpo dovrebbe avere maggiore intensità rispetto a quella frontale ma così non è<ref name=garla />.
 
Finora tra i reperti pervenutici non è stato rinvenuto<ref>Tutti gli esperti di sindonologia del fronte "autenticista" citano come prova più importante soltanto i frammenti di tessuto del I secolo d.C. ritrovati a [[Masada]], i quali avrebbero cuciture analoghe a quelle della Sindone in alcune parti. Si veda, ad esempio, la professoressa Emanuela Marinelli in [http://www.italoeuropeo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=150&Itemid=9 questa intervista]. Alcuni autori come Antonio Lombatti [http://www.cicap.org/new/stampa.php?id=273770 fanno però notare] come a Masada, tra i vari tessuti ritrovati, non ve ne sia nessuno ad uso funebre. Lombatti identifica l'errore come presente in un articolo di [[Mechtild Flury Lemberg]] ("''Die Leinwand des Turiner Grabtuches zum technischen Befund''", del 2000), poi ripreso dai sindologi, che cita "''il ritrovamento sepolcrale di Masada''" usando come fonte due pagine del testo ''Masada IV. Final Reports'' (a cura di Aviram J., Foester G., Netzer E.), che però descrivono tessuti completamente differenti dalla Sindone (illustrazione 111 di p. 210 ''Wool, red, balanced 2:2 broken diamond twill. Some edges seem deliberately torn. Dyed with madder'', illustrazione 113 di pag 211 ''wool, 1:1 diamond twill'').</ref> un esemplare di tessuto del I secolo d.C. completamente compatibile con la Sindone, vale a dire un lenzuolo di lino intessuto a "spina di pesce" con un rapporto ordito-trama di 3:1. Invece se ne conosce uno di epoca medievale intessuto con intreccio identico a quello sindonico: è custodito al [[Victoria and Albert Museum]]<ref>Donald King, and Santina Leve,''The Victoria & Albert Museum's Textile Collection: Embroidery in Britain from 1200 to 1750'' (1993). Nel capitolo VIII del libro viene trattato il parallelo tra un tessuto del 1300 e la Sindone di Torino.</ref><ref>[http://www.antoniolombatti.it/b/blog/3756f9c2-2b97-4de0-a0e3-0f4b650df3a3.html Articolo e foto] dell'unico tessuto di lino conosciuto con intreccio uguale a quello della Sindone risalente al Trecento</ref> di [[Londra]] e risale al [[XIV secolo]], epoca che coincide con la datazione della Sindone effettuata tramite l'esame del Carbonio 14. Sono anche stati ritrovati nell'area mediorientale alcuni sudari, o parti deteriorate di questi, risalenti all'incirca al periodo in cui dovrebbe essere vissuto Gesù, sia di lino sia di lana, con rapporti di ordito-trama di 1:1 o 2:2, tutti però caratterizzati da una filatura a "S" e dalla presenza di differenti teli e di corde (un metodo di fasciatura descritto anche nel [[Sindone evangelica#Sinossi evangelica|vangelo di Giovanni]]).<ref name="lobattitessuto" />
 
Shimon Gibson, archeologo israeliano scopritore della [[sindone di Akeldamà]], ha rinvenuto nel sepolcro una sindone per ricoprire il corpo e un panno separato, una sorta di "fazzoletto", per ricoprire solo il volto (usanza che permetteva a una persona data erroneamente per morta di non soffocare e di poter avvertire chi era nelle vicinanze urlando). Per la difformità rispetto a questo rinvenimento, in aggiunta alla fiducia sul risultato della datazione al C14, Gibson ritiene che la Sindone di Torino non sia autentica: «una sindone composta da un solo telo non pare rientrasse nella pratica comune all'epoca di Gesù».<ref>Shimon Gibson, nell'intervista [http://firstfollowers.vision.org/first-followers/bid/36346/Buried-in-Time "Buried in Time"] (17 marzo 2007).</ref>
 
===Esame medico-legale===
Secondo l'anatomopatologo Baima Bollone, la figura impressa corrisponde a quella di un corpo crocifisso irrigidito dal rigor mortis: «La struttura somatica è fissata in una posizione del tutto innaturale... gli arti superiori sono flessi a circa 100° il destro e 90° il sinistro in corrispondenza delle spalle <nowiki>[...]</nowiki> il lenzuolo fu teso a ponte sul cadavere irrigidito nell'atteggiamento di lieve flessione del capo, <nowiki>[...]</nowiki>, e anche delle ginocchia, intuitivamente assunto sulla croce <nowiki>[...]</nowiki> la marcata rigidità dei muscoli mimici e del collo, questa seconda comprovata dalla posizione del capo permanentemente flesso verso il torace, nonché dalle grandi masse muscolari del petto e delle cosce mostra che l'uomo della sindone era in stato di rigidità cadaverica».<ref name=mistero>{{Cita|Bollone|pp. 219-220 e 243|titolo=Il mistero della Sindone}}</ref>
 
Secondo il chimico Garlaschelli, la posizione del corpo non appare in linea con ciò che avviene in un cadavere<ref name=garla /> e le mani sono sovrapposte sul pube, ma in un morto ciò non è possibile, poiché la posizione richiede che i muscoli siano in tensione oppure che le mani siano legate (ma sulla sindone non c'è traccia di legacci), mentre «le braccia rilassate di un cadavere ricadrebbero più giù e le mani si congiungerebbero solo sullo stomaco»<ref name=garla />. Il [[rigor mortis]] (tesi ad esempio sostenuta da Bollone) non giustifica la posizione poiché se i muscoli di un cadavere vengono forzati, questi si rilassano<ref name=garla /><ref name=fore>''Forensic pathology'', Di Vincent J. M. Di Maio,Dominick J. Di Maio, CRC Press, 2001, ISBN 0-8493-0072-X, 9780849300721, pag. 26 e ss.</ref>.
 
====Presunti segni dei chiodi====
Pierre Barbet<ref>Pierre Barbet, ''La Passione di Cristo secondo il chirurgo'', LICE, Torino (1959)</ref> afferma di avere verificato, con esperimenti su cadaveri e su arti amputati, che in effetti la crocifissione nel palmo della mano non è possibile, perché sotto il peso del corpo i tessuti molli della mano si lacerano: il crocifisso finirebbe presto per cadere dalla croce. Afferma quindi che il chiodo fu infisso nel polso, cosicché il corpo è trattenuto in posizione dallo [[scheletro (anatomia umana)|scheletro]] e dai [[legamento|legamenti]], che possono reggere agevolmente il peso.
 
Secondo Barbet, i chiodi furono infissi nello ''[[spazio di Destot]]'', una piccola apertura tra quattro ossicini del polso ([[semilunare]], [[Osso piramidale|piramidale]], [[capitato]] e [[uncinato]]). Egli ha osservato inoltre che un chiodo infisso in questa posizione lede il [[nervo mediano]]: questa lesione provoca al crocifisso un dolore acuto (si tratta dello stesso nervo interessato dalla [[sindrome del tunnel carpale]]) e causa la flessione del [[Pollice (dito)|pollice]]. Infatti i pollici dell'Uomo della Sindone non sono visibili.
 
Quasi tutti gli studiosi seguono l'opinione di Barbet, con un'eccezione degna di nota: Frederick Zugibe<ref>Frederick T. Zugibe, ''The Cross and the Shroud'', McDonagh & Co., New Jersey (1981)</ref> ritiene invece che i chiodi siano stati infissi alla base del palmo. Anche qui vi è un passaggio tra le ossa del [[carpo]] e del [[metacarpo]] che permetterebbe al chiodo di trapassare l'arto senza produrre fratture e di uscire nella posizione che si osserva sulla Sindone.
 
Questi studiosi ritengono che la posizione dei chiodi nei polsi sia un indizio a supporto dell'autenticità della Sindone.
 
Riguardo alle tecniche di [[crocefissione]] del periodo tuttavia si conosce poco: l'unico corpo ritrovato con segni di crocefissione è quello di ''Giv'at at HaMivtar'', un quartiere di [[Gerusalemme Est]], che mostra sensibili differenze sia con il ritratto della sindone<ref name=garla />, sia con l'iconografia tipica del Cristo crocifisso. In base alle ricostruzioni effettuate partendo dai resti ritrovati, risalenti al [[I secolo]]<ref name=joezias>{{en}}Joe Zias, ''[http://www.joezias.com/CrucifixionAntiquity.html Crucifixion in antiquity]'', articolo sul sito personale dell'antropologo israeliano</ref>, le mani erano presumibilmente legate e i piedi inchiodati, con i due calcagni trapassati da chiodi di ferro del diametro di 1&nbsp;cm della lunghezza di circa 11,5&nbsp;cm (caratteristiche del chiodo ritrovato nel calcagno destro<ref>{{en}}Lewis, Stephen J, ''[http://chesterrep.openrepository.com/cdr/handle/10034/40813 Some notes on crucifixion]''</ref>, erroneamente stimato in un primo tempo in 17–18&nbsp;cm di lunghezza<ref name=joezias/>) e la posizione dei piedi era ai lati della croce<ref name="lobattitessuto" />.
 
====Presunti segni di flagello====
Sulla Sindone si vedono circa 120 segni distribuiti lungo il corpo che, secondo gli autenticisti, sarebbero stati causati dal ''flagrum'', il flagello romano. Si nota tuttavia che da nessuno di questi segni si vedono tracce o rivoli di sangue come ci si aspetterebbe<ref name=garla />.
Inoltre, gli ipotetici segni del flagello risulterebbero essere disposti in maniera particolarmente simmetrica e regolare su tutta l'immagine, evento improbabile in una flagellazione reale, e compatibile invece con una rappresentazione pittorica<ref name=craddock />.
 
====La presunta corona di spine====
In corrispondenza del cuoio capelluto si notano numerose impronte puntiformi e tondeggianti dall'aspetto di ferite da punta, da cui si dipartono diverse colature di sangue. Gli autenticisti le identificano con le ferite prodotte dalla [[corona di spine]] che, secondo i Vangeli, fu posta sul capo di Gesù. Non si hanno notizie storiche di altri casi di coronazione di spine (gli esegeti in genere presumono che si sia trattato di una trovata estemporanea dei soldati per deridere Gesù "re dei Giudei"), per cui non si conosce come questa corona avrebbe potuto essere composta.
 
Secondo alcuni studiosi e critici le colature del sangue sarebbero irrealistiche, dato che il sangue colando avrebbe impastato i capelli, dando vita a macchie più indistinte<ref>{{Cita|Garlaschelli|p. 46|titolo=Processo alla Sindone}}</ref>. Una possibile risposta a questa obiezione è stata data da Frederick Zugibe, secondo il quale l'Uomo della Sindone fu lavato prima di essere avvolto nel lenzuolo: in questo modo il sangue colato durante la permanenza sulla croce sarebbe stato rimosso e sulla Sindone si sarebbe impressa soltanto l'impronta delle ferite inumidite dal lavaggio<ref>Frederick T. Zugibe, ''The Man Of The Shroud Was Washed'', Sindon Nuova Serie, Quaderno n.1 (giugno 1989) [http://www.shroud.com/zugibe2.htm]</ref>.
[[File:Shroudofturin-hands.jpg|thumb|Dettaglio delle mani. Non c'è accordo tra gli studiosi sulla posizione precisa della ferita; secondo alcuni sarebbe nello spazio tra [[ulna]] e [[radio (anatomia)|radio]] appena retrostante il polso, come in una crocifissione romana.]]
===Presunti oggetti===
====Monete sugli occhi====
Alcuni sostenitori dell'autenticità della sindone sostengono di aver osservato in corrispondenza degli occhi due piccoli oggetti, da essi identificati come monete, poste sul cadavere per tenere chiuse le palpebre; hanno anche proposto dei tentativi di identificazione delle monete con coniazioni risalenti ai primi [[anni 30]] del I secolo.
 
Esaminando le foto del telo scattate nel [[1931]], il gesuita Francis Filas e Alan e Mary Whanger affermano di avere notato sugli occhi dell'Uomo della Sindone le impronte di due piccoli oggetti tondeggianti, che essi hanno identificato come monete coniate da [[Ponzio Pilato]] negli anni [[29]]-[[32]]; tali monete sarebbero state poste sugli occhi del cadavere, presumibilmente per tenere chiuse le palpebre. Sull'occhio destro questi studiosi riconoscono un bastone ricurvo chiamato ''lituus'', tipico delle monete di Pilato, e le quattro lettere <small>UCAI</small>; l'iscrizione sulle monete autentiche recita <small>ΤΙΒΕΡΙΟΥ ΚΑΙΣΑΡΟΣ</small> ([[Tiberio Claudio Nerone|"Tiberio Cesare"]] in [[lingua greca|greco]]), ma Filas ha affermato di aver trovato degli esemplari con la variante <small>ΤΙΟU CΑΙ[ΣΑΡΟΣ]</small>, le cui lettere centrali corrispondono a quelle leggibili sulla Sindone; tale identificazione è stata però contestata, in quanto la moneta portata ad esempio da Filas<ref>F. Filas: ''Sindon'', dicembre 1983, pp. 65-73</ref> ha il bordo consunto e i resti delle lettere sul bordo sono interpretabili con la legenda consueta.<ref name=rinaldi>{{Cita web|autore=Gian Marco Rinaldi|url=http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273767|editore=CICAP|titolo=La farsa delle monetine sugli occhi|accesso=22 marzo 2015}}</ref> Alan Whanger (professore di [[psichiatria]] alla Duke University di Durham, [[North Carolina]]) ha confrontato l'immagine della Sindone con quella di una moneta procurata da Filas e avrebbe trovato che corrispondono in modo talmente preciso che egli ipotizza che le due monete siano state coniate sullo stesso stampo<ref name="whanger">Mary e Alan Whanger, ''The Shroud of Turin, An Adventure of Discovery'', Providence House Publishers, Franklin, Tennessee (1998), ISBN 1-57736-079-6.</ref>. Sull'occhio sinistro invece vi sarebbero le lettere ARO e delle spighe. In questo caso si tratterebbe di una moneta coniata in onore di Giulia, madre di Tiberio. Recentemente, [[Pier Luigi Baima Bollone]] e Nello Balossino hanno dichiarato di ritenere di aver identificato un'altra moneta (anche questa in onore di Giulia) sul sopracciglio sinistro<ref name="lombatti"/>.
 
Tuttavia si fa notare come queste scoperte di monete fanno leva sulle foto del 1931, e non su quelle - a più alta definizione - scattate in anni più recenti<ref name=rinaldi />.
Inoltre la definizione minima dell'immagine della Sindone è di mezzo centimetro, per cui non sarebbe possibile identificare particolari così piccoli; le "monete" sarebbero quindi solo frutto di [[Illusione ottica|illusioni ottiche]] da parte degli osservatori che vedrebbero quello che si aspettano di vedere ([[pareidolia]]).<ref name=rinaldi /><ref>Luigi Gonella, fisico del Politecnico di Torino e consulente scientifico del cardinale Ballestrero, citato in Mariano Tomatis, [http://www.cicap.org/enciclop/at100420.htm "Sindone di Torino"], [[CICAP]].</ref>
 
Altri hanno poi suggerito che si tratti di immagini spurie generate da irregolarità delle lastre fotografiche, o delle successive copie di queste, mentre sulla Sindone esse non sarebbero in realtà presenti, affermando che nelle fotografie più recenti e di migliore qualità e definizione, ad esempio quelle scattate nel 1978, esse non sono visibili.
 
I Whanger rispondono che a loro dire le immagini delle monete sarebbero presenti sulle foto di Pia del 1898, sia su quelle di Enrie del 1931, e sia anche sulle foto del 1978, anche se in queste ultime le lettere appaiono leggermente distorte; affermano anche che, a loro dire, durante l'ostensione televisiva del 1973, a causa del modo in cui la Sindone è stata dispiegata, il tessuto sarebbe stato sottoposto a una tensione nella regione dell'occhio destro, che secondo loro avrebbe leggermente tirato o ruotato alcuni fili<ref name="whanger"/>. Pierluigi Baima Bollone ha invece ammesso che la moneta da lui identificata sul sopracciglio nella foto del 1931 non compare nelle fotografie recenti, neanche in quelle da lui scattate.<ref>P. Baima Bollone: ''Sindon'', giugno 2000, p. 133, citato in Gian Marco Rinaldi, [http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273767 "La farsa delle monetine sugli occhi"].</ref>
 
È stato anche contestato che tra gli ebrei del tempo vi fosse l'usanza di porre delle monete sugli occhi o oggetti pagani all'interno di tombe: secondo Levy Rahmani (direttore dell'Autorità Israeliana per le Antichità)<ref>L.Y. Rahmani, "The Turin Shroud", ''Biblical Archaeologist'', 43 (1980), p. 197. Citato in Antonio Lombatti, [http://www.antoniolombatti.it/B/Blog/46C4EC81-968C-46ED-9CF4-0FD0A9CE2424.html "Sindone: le falsità delle monetine sugli occhi"].</ref> le poche volte (alcune decine di volte su tremila tombe indagate) in cui si è trovata una monetina nella bocca del defunto (e non sugli occhi) si trattava della ripresa di un uso ellenistico, quello dell'[[obolo]] pagato a [[Caronte (mitologia)|Caronte]].<ref name="lobattitessuto">Antonio Lombatti, ''La Sindone e il giudaismo al tempo di Gesù'', Scienza e Paranormale numero 81, settembre/ottobre 2008, [http://www.cicap.org/new/stampa.php?id=273770 presente online] anche sul sito del [[CICAP]]</ref><ref>R. Hachlili, "Was the Coin-on-the-Eye Custom of Jewish Burial Practices in teh Second Temple Period?", ''Biblical Archaeologist'', 46 (1983), p. 153; "The Coin-in-Skull Affair", ''Biblical Archaeologist'', 49 (1986), p. 60. Citato in Antonio Lombatti, [http://www.antoniolombatti.it/B/Blog/46C4EC81-968C-46ED-9CF4-0FD0A9CE2424.html "Sindone: le falsità delle monetine sugli occhi"].</ref>
 
Alan Whanger sostiene però che alcune monete sono state rinvenute anche all'interno del cranio del defunto, e che per un cadavere sdraiato in posizione supina, una moneta può cadere all'interno del cranio soltanto se era posta su un occhio: in questo caso infatti, a seguito della decomposizione dei tessuti molli dell'occhio e del cervello, per effetto della gravità la moneta naturalmente cadrebbe attraverso la fessura in fondo alla cavità orbitale. Una moneta posta in bocca, invece, si trova a lato del cranio e non al di sopra di esso, per cui, secondo Whanger, è impossibile che vi cada dentro<ref name="lombatti">{{Cita pubblicazione|autore=Antonio Lombatti|titolo=Doubts Concerning the Coins Over the Eyes|pubblicazione=BSTS Newsletter|numero=45|anno=1997|postscript=nessuno}} con risposta di Alan Whanger e susseguente dibattito {{Cita web|url=http://www.shroud.com/lombatti.htm|titolo=Doubts Concerning the Coins Over the Eyes|sito=shroud.com|accesso=22 marzo 2015}}</ref>. Whanger inoltre fa notare che, secondo le usanze del tempo, i cadaveri venivano lasciati nei sepolcri soltanto per un anno, dopodiché le ossa venivano raccolte e trasferite in un ossario, e il sepolcro veniva riutilizzato per seppellirvi altri defunti<ref>[[Vangelo secondo Giovanni|Giovanni]] {{passo biblico|Gv|19,41-42}}, dove si precisa che il sepolcro dove Gesù fu deposto era nuovo e nessuno vi era ancora stato sepolto.</ref>; secondo Whanger le monete, usate per chiudere le palpebre, a quel punto non servivano più, e a suo dire sarebbero state recuperate, oppure perse durante il trasferimento.
 
Luigi Gonella (fisico del Politecnico di Torino e consulente scientifico del cardinale Ballestrero) afferma che "Quella della Sindone è un'immagine il cui dettaglio più piccolo, macchie di sangue escluse, è di mezzo centimetro. Come le labbra. Appare quindi molto, molto incongruente che esistano dei dettagli dell'ordine di decimi di millimetro come le lettere sulle monete. Ma si sa: a forza di ingrandire, si finisce a vedere anche quello che non c'è"<ref>Citato in {{Cita web|autore=Mariano Tomatis|titolo=Sindone di Torino|url=http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100420|editore=Cicap|data=11 dicembre 2000|accesso=22 marzo 2015}}</ref>.
 
====Altri oggetti====
Alan e Mary Whanger sostengono di aver identificato anche immagini di fiori e di numerosi oggetti ai lati dell'immagine corporea<ref name="whanger" />. Si tratta di immagini molto deboli, visibili generalmente solo in fotografie specificatamente trattate per aumentare il contrasto; tuttavia Avinoam Danin dichiara di aver osservato direttamente alcuni dei fiori sulla Sindone durante l'ostensione del 1998.
 
Danin, botanico israeliano, ha dichiarato che avrebbe identificato 28 specie diverse: secondo i suoi studi, l'unico luogo in cui esse sono presenti tutte insieme sarebbe una ristretta area tra [[Gerusalemme]] e [[Gerico]]. Molte di queste specie corrispondono inoltre a quelle dei pollini identificati da Max Frei
<ref name="danin">Avinoam Danin, Alan D. Whanger, Uri Baruch and Mary Whanger, ''Flora of the Shroud of Turin'', Missouri Botanical Garden Press, St. Louis, Missouri (1999); Avinoam Danin, ''Pressed Flowers: Where Did the Shroud of Turin Originate? A Botanical Quest'' (1997) [http://www.shroud.com/danin.htm]; ''The Origin of the Shroud of Turin from the Near East as Evidenced by Plant Images and by Pollen Grains'' (1998) [http://www.shroud.com/danin2.htm]</ref>. Tuttavia la stessa indagine palinografica di Frei è molto controversa e altri scienziati del ramo ne negano radicalmente l'attendibilità e i risultati finali, e questi studi di Danin non sono stati pubblicati su riviste scientifiche.
 
Per quanto riguarda gli altri oggetti, gli Whanger affermano di riconoscere tutti i tradizionali "[[Strumenti della Passione]]": i chiodi, una lancia, una spugna, e inoltre una corda, un paio di pinze, e altro ancora. Essi ritengono che tutti questi oggetti siano stati posti nel sepolcro con Gesù perché macchiati del suo sangue: le usanze ebraiche, tuttora valide, prevedono infatti che il sangue del defunto, per quanto possibile, venga sepolto insieme con lui. I fiori invece sarebbero stati usati per coprire con i loro profumi l'odore della decomposizione.
 
I Whanger hanno riscontrato che gli Strumenti della Passione sono dipinti su numerose raffigurazioni della [[Crocefissione]] soprattutto nel periodo successivo al [[1350]], quando la Sindone fu esposta a Lirey, e hanno spesso la stessa configurazione delle immagini sulla Sindone. Essi ipotizzano che, a causa del progressivo lento ingiallimento del lino (probabilmente accelerato dall'incendio del 1532), a quel tempo l'immagine sindonica fosse più chiaramente visibile di oggi, e questi oggetti siano stati osservati su di essa e ricopiati dai pittori.
 
I loro ritrovamenti sono però visti con scetticismo, anche da diversi sindonologi favorevoli all'autenticità. Valga ad esempio l'ironico commento di Ray Rogers: "''Molti osservatori guardano l'immagine per così tanto tempo che cominciano a vedere delle cose che altri non vedono.''"<ref>[http://www.shroud.com/pdfs/rogers2.pdf Scientific Method Applied to the Shroud of Turin - A Review<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
È da notare poi che alcuni dei particolari al limite della definizione dell'immagine della Sindone (circa 5&nbsp;mm) sono interpretati in maniera differente da studiosi differenti, per cui anche chi afferma di individuare sull'immagine possibili scritte o piccoli oggetti (come le succitate monete) non ne dà sempre un'interpretazione univoca.
 
====L'immagine posteriore====
Nel restauro del [[2002]], durante la sostituzione della tela di rinforzo su cui la Sindone è cucita, si è colta l'occasione per fotografare l'altra faccia del lenzuolo, normalmente nascosta da tale tela. Le fotografie hanno rivelato che anche sul retro della Sindone è presente un'immagine, ma molto più debole e confusa di quella sul dritto.
In particolare sul retro della Sindone è visibile l'immagine del volto e probabilmente delle mani, ma non è visibile un'immagine in corrispondenza dell'impronta dorsale dell'Uomo<ref>G. Fanti, R. Maggiolo, ''The double superficiality of the frontal image of the Turin Shroud'', Journal of Optics A: Pure and Applied Optics, volume 6, issue 6, pp.491-503 (2004) [http://www.sindone.info/FANTI.PDF].</ref>.
Dato che almeno in corrispondenza del volto esiste un'immagine superficiale sul lato visibile della Sindone e contemporaneamente esiste un'immagine superficiale sul retro, si deve parlare di "doppia superficialità" dell'immagine corporea.
 
===Altri esami===
====La statura====
Fin dai secoli passati si è tentato di misurare, attraverso la Sindone, la [[statura]] di Gesù. I Savoia usavano donare agli ospiti dei nastri la cui lunghezza corrispondeva all'altezza dell'Uomo della Sindone, misurata in 183&nbsp;cm. Esattamente la stessa altezza è indicata dallo storico bizantino [[Niceforo Callisto]] nel [[XIV secolo]]: questo viene considerato da fonti autenticiste un indizio a sostegno dell'ipotesi che la Sindone di Torino sia la stessa che si conservava a [[Costantinopoli]] fino al [[1204]].
 
Le misurazioni moderne hanno dato risultati lievemente differenti: l'altezza dell'immagine sindonica, dal tallone alla sommità del capo, è di 184&nbsp;cm secondo G. Judica Cordiglia, di 188&nbsp;cm secondo Luigi Gedda. A questi valori gli studiosi sottraggono 3&nbsp;cm, poiché il corpo umano, disteso orizzontalmente, si allunga leggermente a causa della distensione della [[colonna vertebrale]]. Inoltre l'altezza va ulteriormente diminuita per compensare possibili avvolgimenti o pieghe del lenzuolo sul corpo, ma vi sono diversi pareri sull'entità di questa seconda correzione: per esempio Giulio Ricci, intorno al [[1940]], spinto forse dall'intenzione di far rientrare l'Uomo della Sindone nei presunti canoni della "razza ebraica", la stimava addirittura in 24&nbsp;cm, ottenendo una statura di 163&nbsp;cm. La maggior parte degli studiosi che si sono occupati di questo problema ritiene esagerata questa correzione: essi calcolano la statura dell'Uomo della Sindone tra i 178 e i 185&nbsp;cm.
 
====Esame palinologico====
Nel [[1973]] il criminologo [[Svizzera|svizzero]] Max Frei Sulzer, ex direttore della polizia scientifica di [[Zurigo]]<ref>Aveva dovuto lasciare il suo posto di responsabile del laboratorio scientifico della polizia di Zurigo, dopo che una sua incauta perizia in un processo per omicidio aveva fatto condannare all'ergastolo un imputato risultato poi innocente. Oltre a ciò, in seguito, Frei fu coinvolto nell'autenticazione dei falsi diari di [[Hitler]] perdendo credibilità professionale. Cfr.[http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273766 Sindonologia: la buffa scienza] sul sito del [[CICAP]] e Micromega 4/2010, articolo di Gaetano Ciccone, pag. 80 e ss.</ref>, con dei nastri adesivi ha prelevato dalla superficie della Sindone dei campioni di polvere e [[polline|pollini]], che poi ha studiato al [[microscopio elettronico]]. Nel [[1976]] ha pubblicato i risultati delle sue analisi. Frei non disse mai il numero totale di pollini trovati, ma si limitò a elencarne 60 diversi tipi (tra queste 21 specie tipiche della [[Palestina]], 6 dell'[[Anatolia]], 1 specie tipica di [[Costantinopoli]]<ref name=ciccone>Micromega 4/2010, articolo di Gaetano Ciccone, pag. 80 e ss.</ref><ref name=jones>[http://www.shroud.com/pdfs/n66part6.pdf A proposal to radiocarbon-date the pollen of the Shroud of Turin] di Stephen E. Jones†</ref>). Frei ne ha dedotto che la Sindone ha soggiornato sia in [[Palestina]] sia in [[Turchia]], oltre che in [[Francia]] e [[Italia]], il che quindi concorderebbe con la ipotetica ricostruzione proposta per la [[storia della Sindone]] anteriore al [[XIV secolo]]<ref name="marinelli">Emanuela Marinelli, ''Sindone, un'immagine "impossibile"'', cit.</ref>.
 
Il lavoro di Frei è stato criticato pesantemente da diversi studiosi perché non tiene conto delle contaminazioni possibili (ad esempio quelle dovute al contatto con i pellegrini)<ref name=ruffin>{{Cita testo|titolo=The Shroud of Turin: the most up-to-date analysis of all the facts regarding the Church's controversial relic|autore=Bernard Ruffin|editore=Our Sunday Visitor Publishing|anno=1999|ISBN=0879736178|p=123|lingua=en}}</ref>. Nel corso dei secoli infatti il telo è stato toccato da migliaia di mani<ref name=ruffin />, inoltre non c'è possibilità di determinare la specie di una pianta dal polline, salvo rari casi. Di regola il polline permette solo di determinare i gruppi di specie o il genere o la famiglia<ref name=craddock>{{Cita testo|titolo=Scientific investigation of copies, fakes and forgeries|autore=Paul Craddock|editore=Butterworth-Heinemann|anno=2009|ISBN=0-7506-4205-X|pp=104 e ss}}</ref><ref name=erdt>{{Cita testo|autore=G. Erdtmann|titolo=Handbook of palynonology|editore=Scandinavian University Books|città=Munksgaard|anno=1969}} Citato da {{Cita pubblicazione|rivista=Micromega|numero=4|anno=2010|autore= Gaetano Ciccone|pp=80 e ss|titolo= Sindone, pollini e bugie}}</ref>.
 
Una revisione del lavoro di Frei fu svolta da Baruch, che identificò tre sole specie<ref name=jones /> (tra queste l'[[Gundelia tournefortii]]), mentre per gli altri pollini fu possibile identificare solo il genere<ref name=jones />. Anche le conclusioni di Baruch furono contestate. V.M. Bryant nel [[2000]] osservò infatti che tali conclusioni non erano accettabili poiché: Baruch usò un microscopio ottico e non uno elettronico; i pollini intrisi di colla sono difficilmente analizzabili; l'identificazione dell'unico polline era comunque errata per diametro e ornamentazione osservati.<ref name=bryant>V.M. Bryant, 2000. Citato da {{Cita pubblicazione|rivista=Micromega|numero=4|anno=2010|autore= Gaetano Ciccone|pp=80 e ss|titolo= Sindone, pollini e bugie}}</ref>
 
Nonostante la messa in dubbio degli studi di Frei, questi sono stati ripresi nel 1997-1998 da alcuni sostenitori dell'autenticità della sindone (come Danin e altri)<ref name="marinelli" />, che all'epoca hanno ipotizzato di localizzare il presunto sito di provenienza della Sindone in una zona molto ristretta nei pressi di Gerusalemme.<ref name="danin" />. Tutto questo sebbene ci siano ulteriori ragioni che facciano ritenere inattendibili le conclusioni di Frei:
*l'identificazione dei vari tipi di pollini non è di per sé indicativa se non fa anche riferimento al cosiddetto spettro pollinico cioè i valori percentuali di ogni tipo di polline presente nel materiale in esame<ref name=erdt />. Gaetano Ciccone afferma che Frei non avrebbe misurato lo spettro pollinico, ma che avrebbe stilato un semplice elenco di pollini chiamandolo impropriamente spettro pollinico<ref name=ciccone />.
*i pollini non possono resistere centinaia di anni in un ambiente aerobico. Se il polline viene esposto all'aria in poco tempo viene distrutto poiché l'ossigeno corrode la [[sporopollenina]] lasciando il polline in balia dell'azione distruttiva di funghi e batteri<ref>{{Cita pubblicazione|autore=I.D Campbell|titolo=Quaternary pollen taphonomy: examples of differential redeposition and differential preservation|rivista=Palaeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology|anno=1999|pp=246, 250}} {{Cita pubblicazione|autore=S. Goldestein |titolo=Degradation of pollen by phycomycetes|pubblicazione=Ecology|volume=41|numero=3|anno=1960}} {{Cita pubblicazione|autore=J.M. Van Mourik|titolo=Pollen and spores|pubblicazione=Paleobiology II|anno=2001|curatore= Briggs|curatore2= Crowter|p=315}}. Citato da {{Cita pubblicazione|rivista=Micromega|numero=4|anno=2010|autore= Gaetano Ciccone|pp=80 e ss|titolo= Sindone, pollini e bugie}}</ref>. Marta Mariotti Lippi, provò sperimentalmente a misurare la conservazione dei pollini: dopo due mesi la perdita di polline sui tessuti testati era stata del 77%<ref>M.M. Lippi, ''Analisi palinologiche su tessuti nel quadro delle ricerche sindoniche'' in "Studi in ricordo di Daria Bertolani Marchetti" 18/05/1996. Citato da Micromega 4/2010, articolo di Gaetano Ciccone, pag. 80 e ss.. [http://www.palinopaleobot.unimo.it/studi/79-193.htm#113 Abstract]</ref>
 
Lo stesso Danin, ricostruendo però più recentemente ([[2010]]) l'intera questione delle analisi microscopiche più avanzate sui pollini di Frei, esclude la possibilità che gli stessi possano venire usati da soli per definire un'area geografica di provenienza<ref>"''From what I learned from our investigations, I am sorry to state that at present we cannot use the pollen for any geographical indication''", in Danin, A. (2010). ''Botany of the Shroud. The Story of Floral Images on the Shroud of Turin''. Danin Publishing, Jerusalem.</ref>, sottolineando inoltre come in tal senso sia inutile la mera osservazione della frequenza di piante spinose
<ref>"''A general statement about a high frequency of thorny plants (of the Carduus-type) is not helpful.''", in Danin, A. (2010). ''Botany of the Shroud. The Story of Floral Images on the Shroud of Turin''. Danin Publishing, Jerusalem.</ref>.
 
In particolare, le più recenti analisi di Litt, effettuate con microscopia ottica avanzata e microscopia confocale basata su laser, hanno dimostrato l'impossibilità di definire i pollini perfino a livello di genere, e quindi tanto più a livello di specie; Litt va persino oltre le conclusioni di Baruch, ed esclude anche, con elevata probabilità, che i pollini siano ascrivibili a ''Gundelia''<ref>"''However, with a high probability, I can exclude that the pollen I have seen on the sticky tapes belong to Gundelia''", cit. in Danin, A. (2010). ''Botany of the Shroud. The Story of Floral Images on the Shroud of Turin''. Danin Publishing, Jerusalem. Pag. 68</ref>.
 
====Datazione chimica====
Raymond Rogers ha proposto un metodo chimico di datazione della Sindone basato sulla misura della [[vanillina]] presente nel tessuto. Secondo Rogers la vanillina, presente nella [[lignina]] della [[cellulosa]] del lino e che si consuma spontaneamente a un ritmo molto lento col passare del tempo, avrebbe dovuto essere presente nel tessuto della Sindone se questo fosse medievale (così come era presente nella tela d'Olanda), mentre la sua assenza indicherebbe un'età maggiore.
 
In base a una stima preliminare pubblicata da Rogers nel [[2005]]<ref name=rogers>Raymond N. Rogers, ''Studies on the radiocarbon sample from the shroud of turin'', Thermochimica Acta 425 (1-2), 189-194 (2005) [http://www.shroud.it/ROGERS-3.PDF].</ref>, la datazione della Sindone sarebbe compresa all'incirca tra il [[1000 a.C.]] e il [[700|700 d.C.]] Rogers usa l'[[Equazione di Arrhenius]] per stimare il tempo necessario perché si perda il 95% della vanillina, ottenendo 1319 anni considerando una temperatura costante di 25 °C, 1845 anni a una temperatura di 23 °C e 3095 anni a una temperatura di 20 °C, considerando queste temperature delle stime ragionevoli della temperature con cui la Sindone è stata conservata.
 
Diversi studiosi hanno fatto notare che la vanillina si consuma molto più velocemente con l'aumentare della temperatura e suggerito alcuni scenari per cui i 25 °C / 23 °C / 20 °C costanti ipotizzati da Rogers nella sua stima sarebbero un'approssimazione troppo imprecisa:
* Un incremento di soli 5 °C rispetto ai 25 °C ipotizzati da Rogers, portando la temperatura a 30 °C, porterebbe il tempo necessario a consumare il 95% della vanillina a soli 579 anni. Tuttavia è inverosimile che la Sindone sia stata conservata per sei secoli a una temperatura costante di 30 °C o dei 25 °C ipotizzati da Rogers, giorno e notte, estate e inverno e la temperatura media annua a Torino è inferiore ai 15 °C.
* L'esposizione del telo al calore prodotto dalle torce durante le [[ostensione|ostensioni]] avrebbe potuto produrre un decadimento accelerato della vanillina<ref>Studi di John Jackson, fisico appartenente allo STURP, citato in "Scienza e Paranormale", luglio/agosto 2005.</ref>. Tuttavia sommando la durata di tutte le ostensioni documentate si arriva soltanto a pochi mesi: anche considerando un intero anno, perché questo effetto da solo abbia consumato il 95% della vanillina la Sindone avrebbe dovuto essere riscaldata a oltre 75 °C, una temperatura eccessiva<ref name=indagine>[http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102011 Indagine critica sulla sindone] sul sito del CICAP</ref>.
* Le alte temperature a cui è stata esposta la Sindone (circa 200º<ref name=indagine />) durante l'incendio del 1532 avrebbe consumato molto rapidamente la vanillina: ad esempio con una temperatura di 200 °C si sarebbe consumata in meno di 7 minuti<ref name=indagine />. Rogers nel suo articolo ritiene tuttavia che l'incendio del 1532 potrebbe non avere avuto grossi effetti sul contenuto di vanillina poiché il lino ha una [[conducibilità termica]] molto bassa e le parti del lenzuolo lontane dalle bruciature potrebbero non aver raggiunto temperature così alte.<ref name=rogers />.
 
Rimarrebbe poi da spiegare come mai nei campioni usati per l'[[Esame del Carbonio 14 sulla Sindone|esame del Carbonio 14]] la vanillina, secondo Rogers, non si sarebbe consumata.
 
Lo studio di Rogers viene definito "molto povero"<ref name=poor /><ref>[http://web.archive.org/web/20071230035244/http://www.freeinquiry.com/skeptic/shroud/articles/rogers-ta-response.htm A Skeptical Response] di Steven D. Schafersman</ref> e carente dal punto di vista metodologico sotto tre aspetti<ref name=poor>Malcom Campbell, ordinario di Botanica all'Università di Toronto, e del prof. Clint Chapple, docente di Biochimica alla Purdue University di West Lafaiette, Indiana, negli Stati Uniti. Cfr. [http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=102011 Indagine critica sulla sindone] sul sito del CICAP</ref>
*Appropriatezza del metodo usato per verificare i residui di vanillina nei fili di lino: sono stati usati test qualitativi per determinare risultati quantitativi
*Appropriatezza di controlli: nella ricerca Rogers non ha usato campioni di controllo
*Riproducibilità degli esperimenti: le analisi di Rogers sono state eseguite una sola volta e mancano, quindi, i controlli dovuti per calcolare un "margine d'errore" nella datazione.
 
====Stima soggettiva delle probabilità====
Assumendo come ipotesi che la Sindone sia un reperto effettivamente correlato a un uomo vissuto in Palestina nel I secolo d.C., alcuni studiosi hanno effettuato stime sulla probabilità che quell'uomo non corrispondesse a Gesù Cristo in base alle caratteristiche della reliquia stessa. Ovviamente il discorso non è valido senza l'ipotesi di base, perché un presunto falsario avrebbe potuto creare ad arte quelle caratteristiche, partendo dalle descrizioni presenti nella letteratura e nell'iconografia<ref>Vittorio Pesce Delfino, ''E l'uomo creò la Sindone'', Edizioni Dedalo, 2000, ISBN 9788822062338, [http://books.google.com/books?id=s3YaZ6fvUiwC&lpg=PA10&dq=trattato%20sulle%20reliquie&hl=it&pg=PA249#v=onepage&q&f=false pag 249]</ref>.
 
Nel [[1902]] Yves Delage, professore di anatomia comparata alla [[Sorbona]]<ref name=apologia>Mario Moroni e Francesco Barbesino, ''Apologia di un falsario - Un'indagine sulla Santa Sindone di Torino'', Ed. Minchella, Milano 1997 [http://xoomer.alice.it/sacrasindone/apologia.htm].</ref>, presentò all'Académie des Sciences una relazione in cui, esaminando i fatti allora noti sul lenzuolo e sulle caratteristiche fisiche e anatomiche dell'immagine, valutava soggettivamente che la probabilità che la Sindone non fosse il lenzuolo funebre di Gesù era, a suo parere, inferiore a uno su 10 miliardi.
 
Negli [[anni 1970|anni settanta]] [[Bruno Barberis]], docente dell'[[Università di Torino]] e attuale direttore del [[Centro Internazionale di Sindonologia]], espresse una simile stima soggettiva, basandosi su nuovi fattori. La probabilità da lui soggettivamente ipotizzata è di 1 su 200 miliardi; valutazioni soggettive simili sono state ipotizzate anche dal matematico e sindonologo [[Tino Zeuli]], Professore emerito dell'Università di Torino.<ref>Tino Zeuli, ''Le scienze esatte e la Sindone'', in Ministero Pastorale, LICE Pd. 1977;</ref><ref>Tino Zeuli, ''Gesù Cristo e l'Uomo della Sindone'', SINDON n° 32, To. [[1983]].</ref>
 
È opportuno chiarire che queste stime ipotetiche sono solo pareri soggettivi basati su ragionamenti analogici, e non calcoli scientifici, statistici o matematici nel senso tecnico del termine.
 
===Riproduzioni sperimentali===
{{vedi anche|Ipotesi sulla formazione dell'immagine della Sindone}}
Diversi studiosi hanno lavorato sulla riproduzione di manufatti con alcune caratteristiche proprie della Sindone, utilizzando vari metodi per poter spiegare quale sia stato il processo di formazione dell'immagine. Sebbene siano state prodotte immagini che mostrano similitudini, non è ancora stato possibile riprodurre tutte le caratteristiche della Sindone.
* Joe Nickell ha "dipinto" un'immagine senza usare pennelli, stendendo un lenzuolo sul corpo di un uomo sdraiato e strofinandolo con un pigmento liquido a base di [[ocra rossa]]<ref name="garlaschelli-cicap">{{Cita web|titolo=Ecco come ho riprodotto la Sindone in laboratorio|editore=CICAP|data=10 ottobre 2009|url=http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273978|autore=Luigi Garlaschelli |accesso=20 marzo 2015}}</ref>.
* Rodante, Moroni e Delfino-Pesce hanno utilizzato il metodo del bassorilievo riscaldato<ref>Aldo Guerreschi, ''The Turin Shroud and photo-relief technique'' (2000) [http://www.shroud.com/pdfs/aldo2.pdf], p.3.</ref>.
* Nicholas Allen ha usato la tecnica fotografica<ref>Nicholas P.L. Allen, ''Verification of the Nature and Causes of the Photo-negative Images on the Shroud of Lirey-Chambéry-Turin'' [http://www.unisa.ac.za/Default.asp?Cmd=ViewContent&ContentID=7268]; ''The methods and techniques employed in the manufacture of the Shroud of Turin'', Unpublished D.Phil. thesis, University of Durban-Westville (1993); ''Is the Shroud of Turin the first recorded photograph?'', The South African Journal of Art History, November 11, 23-32 (1993); ''The Turin Shroud and the Crystal Lens'', Empowerment Technologies Pty. Ltd., Port Elizabeth, South Africa (1998)</ref>.
* Di Lazzaro, Baldacchini, Murra, Santoni, Nichelatti e Fanti, utilizzando un [[laser a eccimeri]], hanno ipotizzato che "un brevissimo e intenso lampo di radiazione VUV direzionale può colorare un tessuto di lino in modo da riprodurre molte delle caratteristiche dell'immagine corporea della Sindone di Torino", e quindi, secondo la loro opinione, l'immagine della Sindone sarebbe stata generata da una radiazione emessa dal corpo umano avvolto in essa<ref>Giuseppe Baldacchini, Paolo Di Lazzaro, Daniele Murra, Giulio Fanti, "Coloring linens with excimer lasers to simulate the body image of the Turin Shroud", ''Applied Optics'' 47(9), 1278 (2008) e P. Di Lazzaro, D. Murra, A. Santoni, E. Nichelatti, G. Baldacchini, rapporto tecnico ENEA ''[http://opac.bologna.enea.it:8991/RT/2011/2011_14_ENEA.pdf Colorazione simil–sindonica di tessuti di lino tramite radiazione nel lontano ultravioletto]''</ref>.
* Luigi Garlaschelli ha usato un metodo derivato da quello di Nickell, aggiungendo a un pigmento una soluzione di [[acido solforico]] che ha reagito chimicamente con le fibre del tessuto creando l'immagine, mentre il pigmento è stato poi eliminato sottoponendo il telo a invecchiamento artificiale e successivo lavaggio<ref name="garlaschelli-cicap"/><ref>Philip Pullella, ''Italian scientist reproduces Shroud of Turin'', Reuters, 5 ottobre 2009 [http://www.canada.com/technology/science/Italian+scientist+reproduces+Shroud+Turin/2067770/story.html]; Laura Laurenzi, ''Sindone. È un falso medievale. Ecco la prova'', La Repubblica, 5 ottobre 2009 [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/05/sindone-un-falso-medievale-ecco-la-prova.html]</ref>.
 
== Oggetti analoghi alla Sindone ==
[[File:Apse of the Saint-Suaire - Cathédrale Saint-Jean de Besançon.JPG|200px|miniatura|right|L'abside ovest della [[Cattedrale di San Giovanni (Besançon)|cattedrale di Besançon]], ove era custodito il Santo Sudario]]
; Il [[Sudario di Oviedo]]: La Sindone è stata comparata con il presunto [[sudario di Oviedo|sudario di Gesù]] conservato nella cattedrale di [[Oviedo]], nelle [[Asturie]] in [[Spagna]]. Questo è un telo molto più piccolo della Sindone (circa 84x53 cm), che non presenta alcuna immagine, ma solo macchie di sangue. È stato ipotizzato da chi sostiene l'autenticità sia di questa reliquia sia del telo di Torino, che questo sudario sia stato posto sul capo di Gesù durante la deposizione dalla croce, e poi rimosso prima di avvolgere il corpo nella Sindone, avendo quindi il tempo di macchiarsi di sangue, ma non quello per subire lo stesso processo di formazione dell'immagine della Sindone, qualunque questo sia stato. Il sudario sarebbe stato conservato a [[Gerusalemme]] fino al [[614]], poi trasportato in Spagna attraverso il Nordafrica; custodito prima a [[Toledo]], venne trasportato a Oviedo tra l'[[812]] e l'[[842]]. La datazione con il [[Metodo del carbonio-14]] ha datato il Sudario come risalente al [[680]] circa, data compatibile con le prime testimonianze storiche documentate dell'esistenza del Sudario in Europa.<ref>{{Cita|Garlaschelli|p. 118|titolo=Processo alla Sindone}}.</ref>
 
; Il [[Mandylion]]: Il Mandylion o "Immagine di Edessa" era un telo conservato dapprima a [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] (oggi [[Urfa]], in [[Turchia]]) almeno dal [[544]], poi dal [[944]] a [[Costantinopoli]]. Le fonti lo descrivono come un [[fazzoletto]] che recava impressa in modo miracoloso l'immagine del viso di Gesù. Nel 944, dopo che Edessa era stata occupata dai musulmani, i [[Impero bizantino|bizantini]] trasferirono il ''mandylion'' a Costantinopoli. <ref>Cfr. Guscin, Mark, ''The Image of Edessa'', Brill, Leiden & Boston, 2009.</ref> Qui rimase fino al [[1204]], quando la città venne saccheggiata dai [[crociate|crociati]], molte reliquie vennero trafugate e del sacro fazzoletto si persero le tracce. Alcuni ritengono che il Mandylion fosse la Sindone piegata in otto e chiusa in un reliquiario, in modo da lasciare visibile solo l'immagine del viso.<ref name="Treccani"/><ref>Ian Wilson, ''The Shroud of Turin'', Image Books, New York, 1979.</ref>
 
; Il [[velo della Veronica]]: Una leggenda sostiene che una donna, di nome Veronica, asciugò il volto di Gesù con un panno durante la sua salita al [[Calvario]]; sul panno si impresse miracolosamente l'immagine del volto. Questo racconto è talmente noto che l'incontro di Gesù con la Veronica è una delle tradizionali stazioni della [[Via Crucis]]. Fino al [[1600]] circa si conservava a Roma il presunto velo della Veronica; ne fanno menzione anche [[Dante]] nella [[Divina Commedia]] ([[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]] [[Paradiso - Canto trentunesimo|XXXI]], [[:s:Divina Commedia/Paradiso/Canto XXXI|103-108]]) e [[Petrarca]] nei [[Rerum vulgarium fragmenta]] (Componimento XVI, vv. 9-11) <ref>[[s:Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Movesi il vecchierel canuto et biancho ]]</ref>.
 
;La Sindone di Besançon: A [[Besançon]], in [[Francia]], a circa 200&nbsp;km da [[Lirey]], si trovava un'altra Sindone; sembra che vi fosse giunta nel [[1208]]. Era più piccola della Sindone di Torino (1,3 x 2,6&nbsp;m) e mostrava solo l'immagine anteriore. Era oggetto di un'intensa venerazione, meta di pellegrinaggio ed era ritenuta miracolosa. La Sindone di Besançon scomparve in un incendio nel [[1349]], ma nel [[1377]] i canonici della cattedrale annunciarono di averla ritrovata intatta in un armadio. Nel [[1794]] andò definitivamente distrutta durante la [[Rivoluzione francese]].<ref name=Garlaschelli23>{{Cita|Garlaschelli|pp. 23 e seguenti|titolo=Processo alla Sindone}}.</ref> Alcuni storici ipotizzano che questa, e non quella di Torino, fosse la Sindone che veniva esposta a Costantinopoli fino al [[1204]]<ref name=Garlaschelli23 />. Altri<ref>Daniel Scavone, ''Objections to the Shroud's authenticity: the radiocarbon date'' (1993) [http://www.shroud.com/scavone3.pdf]</ref> ipotizzano invece che la Sindone scomparsa nell'incendio del 1349 fosse quella di Torino (l'incendio in cui venne data inizialmente per distrutta precede di pochissimi anni la comparsa di quest'ultima a Lirey) e che quella "ritrovata" nel 1377 fosse una copia; altri ancora ipotizzano che proprio la Sindone di Torino fosse una copia effettuata per sfruttare la fama di quella della vicina Besançon e attirare quindi a Lirey i pellegrini, dubbi che, dopo la prima ostensione del 1357, portarono [[Diocesi di Troyes|il vescovo]] di [[Troyes]], Enrico di Poitiers, a chiedere, senza successo, di esaminare il telo di Lirey, che venne tenuto nascosto fino al 1389.<ref name=Garlaschelli13 />
 
== Copie della Sindone ==
Sono note circa 50 copie della Sindone, eseguite da vari pittori in diverse epoche<ref>{{Cita web|url=http://www.shroud.it/FOSSAT10.PDF|formato=pdf|titolo=Le copie della sacra Sindone a grandezza naturale|autore=Luigi Fossati|data=settembre 2001}} </ref>. Una tra le più note, realizzata nel [[1516]] e conservata a Lier in [[Belgio]], è attribuita ad [[Albrecht Dürer]], ma questa attribuzione è controversa.<ref>Remi van Haelst, ''The Red Stains on the Lier and Other Shroud Copies'' [http://www.shroud.com/vanhels2.htm]</ref>
 
Una copia recente è nel [[Real Santuario del Santísimo Cristo de La Laguna]] a [[Tenerife]] ([[Spagna]]).<ref>[http://www2.rtvc.es/noticias/la-iglesia-del-cristo-de-la-laguna-albergar%C3%A1-una-copia-de-la-s%C3%A1bana-santa-116992.aspx#.U06OVVfwp9Y La Iglesia del Cristo de La Laguna albergará una copia de la Sábana Santa]</ref> Questa replica è stato realizzato con le tecniche più avanzate del [[XXI secolo]], per cui è attualmente considerato il più preciso all'originale.<ref>[http://www.laopinion.es/tenerife/2014/04/17/turin-cristo-lagunero/537349.html De Turín al Cristo lagunero]</ref>
 
[[Image:Replica Sábana Santa.jpg|700px|thumb|center|Copia della Sindone, conservata nel Real Santuario del Santísimo Cristo de La Laguna a Tenerife.]]
 
== La Sindone nella cultura di massa ==
{{s sezione|storia}}
Al pari di altre reliquie della religione cristiana particolarmente note, la Sindone negli ultimi anni è stata citata o utilizzata nelle opere di diversi scrittori e sceneggiatori.
 
Nel romanzo ''Il codice dell'apocalisse'' di [[Andrea Carlo Cappi]] e [[Alfredo Castelli]], che ha come protagonista il personaggio dei fumetti italiani [[Martin Mystère]], la Sindone esposta a Torino è in realtà una copia effettuata da [[Leonardo da Vinci]] (grazie alla conoscenza della [[Camera oscura leonardiana|camera oscura]]) alla fine del [[XV secolo]], realizzata per permettere alla chiesa di custodire con più sicurezza quella precedentemente esposta. Nel romanzo Leonardo non si limita a farne una mera copia, ma, con un antico libro di magia risalente al tempo di [[Atlantide]], rende questa un oggetto magico in grado di "catalizzare" le preghiere dei fedeli che l'adorano, di valenza benefica, e impiegarle per allontanare le forze malvagie da Torino. Nel libro, un demone - [[Belial]] - proclamatosi "Signore del Male", che sta cercando da secoli di scatenare l'[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse]], cercherà di disattivarne i poteri, in modo da poter aprire un portale con gli [[Inferno|Inferi]] e far giungere sulla Terra altre creature demoniache.
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
{{vedi anche|Bibliografia sulla Sindone di Torino|Articoli scientifici sulla Sindone di Torino}}
* {{Cita libro|autore=Luigi Garlaschelli|titolo=Processo alla Sindone|editore=Avverbi Edizioni|anno=1998|cid=Garlaschelli}}
* {{Cita libro|autore=Pierluigi Baima Bollone|titolo=Il mistero della Sindone|anno=2006|cid=Bollone}}
 
== Voci correlate ==
* [[IpoteticaArma storiadei della SindoneCarabinieri]]
* [[Gruppo Operativo Mobile]]
* [[Esame del carbonio 14 sulla Sindone]]
* [[Nucleo operativo centrale di sicurezza]]
* [[Ipotesi sulla formazione dell'immagine della Sindone]]
* [[Antiterrorismo pronto impiego]]
* [[Ostensione]]
* [[SWAT]]
* [[Cappella della Sacra Sindone]]
* [[MuseoReggimento della SindoneTuscania]]
* [[Forze speciali italiane]]
* [[Articoli scientifici sulla Sindone di Torino]]
* [[Beretta]]
* [[Franchi SPAS-12]]
* [[Heckler und Koch MP5]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikisourcecommons=Catholic_Encyclopedia_(1913)/The_Holy_Shroud_(of_Turin)Category:Gruppi Intervento Speciale}}
{{interprogetto/notizia|Papa Benedetto XVI autorizza l'ostensione della Sindone per il 2010|data=2 giugno 2008}}
{{wikilibro|Gesù}}
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.sindonegiscarabinieri.altervista.org/ ''Sindone.org''sito - Sitonon ufficiale interamente dedicato al Gruppo intervento speciale dei carabinieri]
* [http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/11_Novembre/11/gis.shtml Articolo de "Il Corriere della Sera"]
* [http://www.sindone.it/ ''Sindone.it'' - Centro Internazionale di Sindonologia] - Studi scientifici e Museo della Sindone
* [http://vk.com/album-30272167_157936024 Alcune foto del GIS]
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/ikon/982/default.aspx La Storia siamo noi - Indagine sulla Sacra Sindone]
* [http://sindone.weebly.com/index.html ''La Sindone di Torino'' - Sito che esprime una posizione scettica]
*''[http://www.treccani.it/Portale/sito/altre_aree/Scienze_sociali_e_Storia/percorsi/sindone.html Il sacro lino: una storia controversa]'' dal sito dell'[[Enciclopedia Italiana Treccani]]
* Fotografie della Sindone in formato digitale ad alta risoluzione:
** [http://www.sindonology.org/lengthMeasurements/piaImg.html Foto di Secondo Pia (1898)]
** [http://www.sindonology.org/lengthMeasurements/enrieImg.html Foto di Giuseppe Enrie (1931)]
** [http://www.sindonology.org/lengthMeasurements/sindoneImg.html Foto dopo il restauro del 2002]
* {{en}}[http://www.shroud.com Shroud.com] Sito autenticista con studi e foto sulla Sindone
* {{en}}[http://www.shroudstory.com/scavone/scavone.doc Testo di sedici documenti fra il 944 e il 1247 che menzionano la sindone o il mandilion di Edessa]
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Sindone}}
{{Cristologia}}
{{Portale|arte|cristianesimo|Gesù|Torino}}
 
{{Arma dei Carabinieri}}
[[Categoria:Sindone di Torino| ]]
{{Forze speciali italiane}}
[[Categoria:Cristologia]]
{{portale|guerra|italia|Storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Forze speciali italiane]]
{{Link AdQ|he}}
[[Categoria:Livorno]]
{{Link AdQ|mk}}
[[Categoria:Unità militari dell'Arma dei Carabinieri]]
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