[[Della Rovere]] (Accurimbono, 12/5/2009)
{{S|navigatori|francesi}}
{{Bio
|Nome = Louis Antoine, conte di
|Cognome = Bougainville
|Sesso = M
|LuogoNascita = Parigi
|GiornoMeseNascita = 11 novembre
|AnnoNascita = 1729
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 31 agosto
|AnnoMorte = 1811
|Attività = esploratore
|Attività2 = navigatore
|Attività3 = matematico
|Nazionalità = francese
|Immagine = Louis Antoine de Bougainville - Portrait par Jean-Pierre Franquel.jpg
|Didascalia = Louis-Antoine de Bougainville ritratto da [[Jean-Pierre Franquel]]
}}
== Gli esordi ==
*'''[[Alessandro Della Rovere]]''', senatore del Regno e politico italiano
Nato a Parigi l'11 o il 12 novembre 1729, era figlio di un [[notaio]] e fratello dello [[storico]] Jean-Pierre de Bougainville. Inizialmente si dedicò agli studi di [[diritto]] e di [[matematica]] divenendo [[avvocato]], ma abbandonò presto questa professione per entrare nell'[[esercito]] ([[1753]]), nel corpo dei [[moschettieri]]. Nel [[1754]] scrisse un saggio sul [[calcolo integrale]] come supplemento al trattato di [[Guillaume de l'Hôpital]] sul [[calcolo differenziale]]; questo testo gli aprì le porte, l'[[8 gennaio]] [[1756]], della [[Royal Society]] a [[Londra]], dove era stato inviato l'anno precedente come segretario dell'[[ambasciata]] francese.
*'''[[Domenico della Rovere (vescovo di Asti)|Domenico della Rovere]]''', vescovo di Asti
*'''[[Domenico della Rovere (cardinale)|Domenico della Rovere]]''' , cardinale e vescovo di Torino
*'''[[Francesco Maria Della Rovere]]''', doge di [[Genova]]
*'''[[Francesco Maria I della Rovere]]''', condottiero rinascimentale e duca di Urbino.
*'''[[Francesco Maria II della Rovere]]''', condottiero, duca di [[Urbino]] e di [[Sora]], signore di [[Pesaro]], [[Senigallia]], [[Fossombrone]] e [[Gubbio]]
*'''[[Giovanni della Rovere]]''', condottiero rinascimentale
*'''[[Giulio della Rovere (cardinale)|Giulio della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Giulio della Rovere (frate)|Giulio della Rovere]]''', frate agostiniano convertito al protestantesimo
*'''[[Guidobaldo II della Rovere]]''', duca di Urbino, figlio di Francesco Maria I della Rovere e di Eleonora Gonzaga.
*'''[[Livia della Rovere]]''', ultima duchessa di Urbino
*'''[[Patrizia Della Rovere]]''', attrice e conduttrice televisiva italiana
*'''[[Vittoria della Rovere]]''', granduchessa di Toscana, moglie di [[Ferdinando II de' Medici]]
*'''[[Galeotto Franciotti della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Leonardo Grosso della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Clemente Grosso della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Lucrezia Lante della Rovere]]''', attrice italiana
*'''[[Marcello Lante della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Alessandro Lante Montefeltro Della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Federico Marcello Lante Montefeltro Della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
*'''[[Marco Vigerio della Rovere]]''', cardinale della Chiesa cattolica
# Leonardo (Beltramo) di [[Savona]]
== La guerra dei sette anni ==
## Francesco della Rovere ([[1414]]-[[1484]]), [[Papa Sisto IV]]
## Raffaelo della Rovere
### [[Leonardo della Rovere]], [[Duca di Sora]]
### Giuliano della Rovere, ([[1443]]-[[1513]]), [[Papa Giulio II]]
#### [[Felice della Rovere]] (illegittima Savona c. 1483 – Bracciano 27 settembre 1536) ∞ [[Gian Giordano Orsini]], duca di Bracciano
### [[Giovanni della Rovere]] ([[1457]]-[[1501]]), Duca di [[Urbino]] e [[Duca di Sora|di Sora]].
#### [[Francesco Maria I della Rovere]] ([[1490]]-[[1538]]), Duca di Urbino
##### [[Guidobaldo II della Rovere]] ([[1514]]-[[1574]]), Duca di Urbino
###### [[Francesco Maria II della Rovere]] ([[1549]]-[[1631]]), Duca dal [[1574]] al [[1621]], e ancora brevemente nel [[1623]], cede Urbino al papato nel 1626.
####### [[Federico Ubaldo della Rovere]] ([[Pesaro]], [[16 maggio]] [[1605]]-[[29 giugno]] [[1625]]), Duca di Urbino ∞ [[1621]] [[Claudia de' Medici]] ([[1604]]-[[1648]])
######## [[Vittoria della Rovere]] (Pesaro, [[7 febbraio]] [[1622]]-[[6 marzo]] [[1694]]), Granduchessa di Toscana, ultima esponente del ramo primigenio, sposa di [[Ferdinando II de' Medici]]
##### [[Giulio della Rovere]] († [[1578]]), [[Cardinale]]
###### [[Ippolito della Rovere]] (illegittimo, [[Castelleone di Suasa]], [[1554]], † Roma, [[27 luglio]] [[1620]]), marchese di [[San Lorenzo in Campo]].
####### [[Livia della Rovere]], ([[16 dicembre]] [[1585]] - † [[Castelleone di Suasa]], [[6 luglio]] [[1641]]) sposa il [[26 aprile]] [[1599]] a [[Casteldurante]] Francesco Maria II della Rovere
####### Giulio della Rovere († [[1636]])
##### Giulia della Rovere († [[1563]])
[[Alwinton]]
Nel 1756 si recò nel [[Canada]] francese ([[Nuova Francia]]) come [[capitano]] dei [[dragone|dragoni]] e [[aiutante di campo]] del [[generale]] [[Louis-Joseph de Montcalm]] e combatté attivamente contro gli inglesi nella cosiddetta [[guerra franco-indiana]], capitolo nordamericano della [[guerra dei sette anni]] ([[1756]]-[[1763]]). Distintosi nella conquista di Fort Oswego (1756) e in quella di Fort William Henry (1757)<ref>É su questo episodio storico e il successivo massacro che si basa il romanzo di [[James Fenimore Cooper]] ''[[L'ultimo dei Mohicani]]'' (1826).</ref>, venne ferito nella vittoriosa difesa di Fort Carillon (1758)<ref>Divenuto poi celebre con il nome inglese di Fort Ticonderoga.</ref> e rientrò quindi in patria per ottenere ulteriori aiuti alla spedizione francese. Ritornò in Canada nel [[1759]] con la [[Ordine di San Luigi|croce di San Luigi]] e con il titolo di [[colonnello]], ma senza i rinforzi richiesti<ref>Le autorità francesi, infatti, con l'armata impegnata sul fronte europeo, giudicarono che: «Quando va a fuoco la casa, non ci si preoccupa delle stalle.»</ref>. Partecipò quindi alla difesa della città fortificata di [[Québec]] pattugliando per tutta l'estate con i suoi [[granatieri]] e i volontari a cavallo la sponda nord del [[San Lorenzo (fiume)|San Lorenzo]] per bloccare i numerosi tentativi inglesi di passare il fiume e tagliare così le comunicazioni con [[Montréal]]. Il [[13 settembre]] [[1759]] non riuscì invece a intervenire nella [[battaglia della piana di Abraham]], durata solo un'ora, che vide la sconfitta francese e, con la morte del generale Montcalm e la caduta di Québec ([[18 settembre]]), segnò irreparabilmente le sorti della guerra. Inviato dal nuovo comandante [[François-Gaston de Lévis]] a presidiare il fronte sudorientale, cercò di bloccare l'avanzata inglese trincerandosi all'Île-aux-Noix sul fiume Richelieu. In seguito, raggiunse de Lévis sull'isola di Sant'Elena<ref>A est di Montréal, sul fiume San Lorenzo.</ref> per l'ultima resistenza francese prima della capitolazione generale ([[1761]]).
[[Carlo Bertolazzi]]
Rientrato in [[Francia]] dopo la resa, Bougainville combatté sul fronte del [[Reno]] e partecipò ai negoziati che condussero alla firma del [[trattato di Parigi (1763)]] che pose fine alla guerra dei sette anni.
[[Benjamin West]]
== La colonizzazione delle Falkland ==
Immediatamente dopo la pace, Bougainville si assunse il compito di colonizzare, a proprie spese ma per conto della Francia, le isole [[Falkland]] nell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] meridionale, allora disabitate, e nel [[1763]] vi fondò un primo insediamento: Port Saint-Louis (poi chiamato semplicemente Port Louis in suo onore). Le isole invece assunsero il nome di ''Îles Malouines'' poiché quasi tutti i colonizzatori erano dei ''malouins'', provenivano cioè dalla città portuale di [[Saint-Malo]]. È da questa denominazione francese che deriva il nome argentino di ''Islas Malvinas''. Anche se la piccola colonia non contò mai più di 150 persone, per l'ostilità di inglesi e spagnoli il governo francese gli ordinò di vendere le isole alla [[Spagna]]: il [[31 gennaio]] [[1767]] Bougainville s'incontrò nel [[Río de la Plata]] con don Felipe Ruiz, comandante della fregata ''La Esmeralda'' e del vascello ''La Liebre'' nonché futuro governatore delle isole, per cedergliene il possesso ed evacuare i coloni francesi.
[[Domjean]]
== La [[circumnavigazione]] del globo ==
In precedenza ([[1766]]), Bougainville era rientrato in Francia per le trattative connesse alla cessione delle Falkland e aveva ottenuto da [[Luigi XV]] l'autorizzazione a circumnavigare il globo: sarebbe stato il primo francese a compiere quell'impresa<ref>E il 14° nella storia della navigazione.</ref> che, si sperava, avrebbe ridato fulgore al prestigio del paese, appannatosi dopo la sconfitta nella guerra dei sette anni. Il [[15 dicembre]] [[1766]] Bougainville salpò da [[Brest]] con la fregata ''La Boudeuse'' per la sua spedizione e, dopo la tappa al Río de la Plata e la successiva cerimonia ufficiale di cessione alle Falkland, venne raggiunto a [[Rio de Janeiro]] ([[13 giugno]] [[1767]]) dalla nave da carico ''L'Étoile'', che portava a bordo anche un disegnatore, un astronomo e il naturalista [[Philibert Commerçon]]<ref>Insieme al suo valletto che, un anno dopo, il medico di bordo scoprì essere una donna, Jeanne Baré (o Baret), moglie dello stesso Commerçon, e quindi prima donna in assoluto ad aver effettuato la circumnavigazione del globo.</ref> che proprio in [[Brasile]] scoprì un nuovo genere di pianta, da lui in seguito descritta con il nome di [[Bougainvillea]] in onore del capo della spedizione.
'''Domjean''' è un comune [[Francia|francese]] di 958 abitanti situato nel dipartimento della [[Manica (dipartimento)|Manica]] nella regione della [[Bassa Normandia]]. Fa parte del cantone di [[Tessy-sur-Vire]] nella circoscrizione (''arrondissement'') di [[Saint-Lô]].
Attraversato lo [[stretto di Magellano]], dove Commerçon osservò un tipo particolare di delfino cui diede il proprio nome ([[Cephalorhynchus commersonii]]), le due navi esplorarono l'immenso e pericoloso arcipelago delle [[Tuamotu]] ([[22 marzo]] [[1768]]) e il gruppo delle [[Isole del Vento]], toccando [[Mehetia]] ([[2 aprile]] [[1768]]) e approdando poi a [[Tahiti]], che Bougainville chiamò ''Nuova Citera'' rivendicandone la scoperta poiché ancora non sapeva che l'inglese [[Samuel Wallis]] vi era sbarcato dieci mesi prima. Da Tahiti la spedizione proseguì la sua rotta verso occidente raggiungendo le [[Samoa]] e le [[Nuove Ebridi]]. Dall'isola di [[Espiritu Santo]] si mosse alla ricerca del favoleggiato "continente meridionale" (l'aristotelica ''[[Terra Australis]] incognita'') arrivando quasi a scoprire la [[Grande barriera corallina]] ([[4 giugno]] [[1768]]), ma allontanandosene a causa della violenza delle onde in cui si imbatté. Bougainville risalì quindi verso nord-est navigando fra le [[isole Salomone]], che tuttavia non esplorò per l'ostilità degli indigeni e limitandosi a dare il proprio nome alla più vasta [[Bougainville (isola)|isola]] di quell'arcipelago. Raggiunta la [[Nuova Irlanda]], la spedizione fu attaccata dalle popolazioni locali e perciò fece rotta verso le [[Molucche]]. Solo a [[Batavia]] (Giacarta), Bougainville apprese delle esplorazioni di Samuel Wallis e Philip Carteret che pure vi avevano fatto scalo sulla via del ritorno.
Il [[16 marzo]] [[1769]] la spedizione completò il suo viaggio intorno al mondo rientrando a Saint-Malo e facendosi apprezzare, fra le altre cose, anche per le scarsissime perdite subite: soltanto 7 marinai su un equipaggio di oltre 200 uomini. Due anni dopo Bougainville pubblicò il suo ''Voyage autour du monde'' in cui, descrivendo Tahiti, la presentò come una sorta di paradiso terrestre dove uomini e donne vivevano in una felice innocenza, lontani dalla civiltà corrotta, dando così un potente avallo alle teorie sul "[[buon selvaggio]]"<ref>Bougainville portò a Parigi, presentandolo a corte, anche un esemplare reale di "buon selvaggio": il giovane tahitiano Aotourou, offertosi volontariamente di seguirlo in Francia.</ref> diffuse dalla filosofia romantica, in particolare di [[Jean-Jacques Rousseau]], prima della [[Rivoluzione Francese]]. [[Denis Diderot]] scrisse addirittura un ''Supplément au voyage de Bougainville''<ref>Redatto nel 1772, apparve sul periodico manoscritto ''Correspondance littéraire, philosophique et critique'' nel 1773. La sua prima pubblicazione, postuma, è del 1796 negli ''Opuscules philosophiques et littéraires, la plupart posthumes ou inédites''.</ref> in cui, esaltando i costumi tahitiani, criticava severamente lo stile di vita europeo.
== Gli ultimi anni ==
In seguito Bougainville s'imbarcò sulla ''Terpsichore'' ([[1775]]) e sul ''Solitaire'' ([[1776]]), ottenne il comando del ''Bien-Aimé'' ([[1777]]) e del ''Guerrier'' (1778-9). L'[[8 dicembre]] [[1779]] fu promosso capo di squadra navale (un grado assimilabile al [[contrammiraglio]]) e partecipò con alcuni vascelli alla [[guerra d'indipendenza americana]] combattendo contro l'ammiraglio Samuel Hood alla [[Martinica]](maggio [[1781]]) e partecipando alla battaglia della [[baia di Chesapeake]] ([[5 settembre]] [[1781]]) e a quella di [[battaglia di Saintes|Saintes]] ([[9-12 aprile]] [[1782]]), in cui l'ammiraglio inglese, sir George Rodney, sbaragliò quello francese, il conte [[François Joseph Paul de Grasse]]. Nell'occasione Bougainville, al comando dell'''Auguste'', riuscì Rientrò poi nell'eseercito con il grado di maresciallo di campo.
After an interval of several years, Bougainville again accepted a naval command and saw much active service between 1779 and 1782, including participating in the Battle of the Chesapeake. In the memorable engagement of the Battle of the Saintes, in which Admiral George Rodney defeated the Comte de Grasse, Bougainville, who commanded the Auguste, succeeded in rallying eight ships of his own division, and bringing them safely into Saint Eustace. He was promoted to chef d'escadre and, on reentering the army, was given the rank of maréchal de camp.
After the peace of 1783 he returned to Paris, and obtained the place of associate of the Academy. He projected a voyage of discovery towards the North Pole but this did not meet with support from the French government.
Bougainville è stato inumato al [[Pantheon (Parigi)|Panthéon]] escluso il suo cuore che è invece sepolto nel ''Cimetière du Calvaire'' a [[Montmartre]].
== Opere ==
''Traité du calcul intégral, pour servir de suite à l'"Analyse des infiniment-petits" de M. le Marquis de l'Hôpital'', Parigi, Desaint & Saillant, 1754 (2 volumi).<br>
''Voyage autour du monde par la frégate du roi La Boudeuse et la flûte l'Etoile en 1766, 1767, 1768 et 1769'', Parigi, Saillant & Nyon, 1771 (2 volumi).
==Note==
<references/>
[[bg:Луи Антоан дьо Бугенвил]]
[[ca:Louis Antoine de Bougainville]]
[[cs:Louis Antoine de Bougainville]]
[[de:Louis Antoine de Bougainville]]
[[el:Λουί Αντουάν ντε Μπουγκαινβίλ]]
[[en:Louis Antoine de Bougainville]]
[[es:Louis Antoine de Bougainville]]
[[fi:Louis Antoine de Bougainville]]
[[fr:Louis Antoine de Bougainville]]
[[gl:Louis Antoine de Bougainville]]
[[hu:Louis Antoine de Bougainville]]
[[ja:ルイ・アントワーヌ・ド・ブーガンヴィル]]
[[lt:Louis Antoine de Bougainville]]
[[nl:Louis Antoine de Bougainville]]
[[pl:Louis Antoine de Bougainville]]
[[pt:Louis Antoine de Bougainville]]
[[ro:Louis Antoine de Bougainville]]
[[ru:Бугенвиль, Луи Антуан де]]
[[sv:Louis Antoine de Bougainville]]
[[tr:Louis Antoine de Bougainville]]
[[uk:Бугенвіль Луї Антуан де]]
{{Bio
|Nome = Acragante
|Cognome =
|PostCognomeVirgola =
|PreData = dal [[lingua greca|greco]] ''Ακράγας'' e dal [[latino]] ''Acragas''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = ?
|Attività = scultore
|Epoca = V secolo a.C.
|Attività2 =
|AttivitàAltre =
|Nazionalità = greco antico
|FineIncipit = è stato un [[cesello|cesellatore]] [[Grecia antica|greco]] dell’[[argenteria|argento]] forse del [[V secolo a.C.]]
|Immagine =
|Didascalia =
}}
==La segnalazione di Plinio==
Tutto quel che sappiamo di questo antico [[incisore]] greco si trova in un passo della ''[[Naturalis historia]]''<ref>«Proximi ab eo [Mentore] in admiratione Acragas et Boëthus et Mys fuere. Exstant omnium opera hodie in insula Rhodiorum, Boëthi apud Lindiam Minervam, Acragantis in templo Liberi patris in ipsa Rhodo Centauros Bacchasque caelati scyphi, Myos in eadem aede Silenos et Cupidines. Acragantis et venatio in scyphis magnam famem habuit.»<br>(Plinio il Vecchio, ''Naturalis Historia'', XXXIII, 155, o 12, 55}</ref> di [[Plinio il Vecchio]]. Nel XXXIII libro del suo trattato naturalistico, infatti, parlando di [[mineralogia]] e soprattutto di [[metallurgia]], Plinio elenca una serie di cesellatori in argento particolarmente famosi, citando per primo Mentore come il più rinomato, seguito nella graduatoria della celebrità da Acragante, Boeto e Mys. Egli ricorda che ai suoi tempi ([[I secolo d.C.]]) opere di questi tre artisti erano ancora conservate in alcuni templi dell’isola di [[Rodi]]. Quelle di Boeto si trovavano nel tempio di [[Atena]] Lindia (sull’acropoli della cittadina costiera di [[Lindos]]), quelle di Acragante erano degli [[scifo|scifi]] cesellati con [[centauri]] e [[baccanti]] ed erano custoditi nel tempio di [[Dioniso]] (poco distante dal precedente), quelle di Mys infine raffiguravano [[sileni]] e [[Cupido|cupidi]] ed erano anch’esse nel tempio di Dioniso. Il passo di Plinio si conclude segnalando che Acragante si era conquistato grande fama anche cesellando coppe con scene di caccia.
Di lui non ci è noto altro: non dove, non come, non quando nacque, visse o morì. Poco di più sappiamo di Boeto, citato dallo stesso Plinio anche fra gli scultori<ref>''Naturalis Historia'', XXXIV, 84, o 8, 19</ref> e che dovrebbe essere vissuto o forse nato a [[Calcedonia]] se non a Cartagine, stando almeno a una citazione di [[Pausania]] nella ''Periegesi della Grecia''. Qualche notizia supplementare abbiamo per Mys
Il passo di Plinio, citando insieme i tre artisti, induce a ritenere che fossero tutti più o meno della stessa epoca e, poiché Mys dovrebbe essere contemporaneo di [[Fidia]], li si può collocare sul finire del V secolo a.C.
==La ripresa del Vasari==
poi ripreso anche da [[Giorgio Vasari]] in ''[[Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori]]''<ref>«Dopo costui [Mentore] nella medesima arte ebbero gran nome uno Acragante, uno Boeto et un altro chiamato Mys, dei quali nella isola di Rodi si vedevano per i templi in vasi sacri molto belle opere, e di quel Boeto spezialmente Centauri e Bacche fatti con lo scarpello in idrie et in altri vasi molto begli, e di quello ultimo un Cupido et uno Sileno di maravigliosa bellezza.»<br>(Giorgio Vasari, ''Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori'', edizione del 1568, II, XXXIX. Per la verità il testo non è del Vasari ma è contenuto in una «Lettera di messer Giovambattista di messer Marcello Adriani a messer Giorgio Vasari nella quale brevemente si racconta i nomi e l’opere de’ più eccellenti artefici antichi in pittura, in bronzo et in marmo, qui aggiunta acciò non ci si desideri cosa alcuna di quelle che appartenghino alla intera notizia e gloria di queste nobilissime arti», inserita dal Vasari nella prima parte del suo libro. Come si può notare, la traduzione del passo di Plinio è piuttosto libera, tanto da attribuire le opere di Acragante a Boeto.)</ref>.
==Note==
<references/>
==Fonti==
* Charles Peter Mason, "Acragas (2)", in William Smith, ''A Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology'', Boston (MA), Little, Brown and co., 1867; I, 14.
http://www.perseus.tufts.edu/cgi-bin/ptext?doc=Perseus%3Atext%3A1999.02.0137&query=head%3D%232370
vasi di Pompei
http://books.google.it/books?id=KK4OAAAAQAAJ&pg=PA1&lpg=PA1&dq=tempio+bacco+rodi&source=web&ots=yyOx9po0yE&sig=Gf9BIz93td4Aedzf9xnTg9-2NSw&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=4&ct=result#PPP3,M1
stefano ticozzi (dizionario)
http://books.google.it/books?id=0ownAAAAMAAJ
e
http://books.google.it/books?id=0ownAAAAMAAJ&pg=PA27&lpg=PA27&dq=tempio+bacco+rodi&source=web&ots=1h8rdV0tq3&sig=hhIQGvrDrzFzYBpwkGvsuZAxLCM&hl=it&sa=X&oi=book_result&resnum=1&ct=result
I suoi abitanti si chiamano domjeanais.
Annidato nel tipico [[bocage]] della Francia nordoccidentale, Domjean è un villaggio caratteristico per le sue case di pietra e i numerosi sentieri che si snodano per una cinquantina di km nell'ambiente naturale circostante. Al centro dell'abitato vi è un piacevole parco paesaggistico ricco di viali alberati e aiole con ogni varietà di fiori.
== Luogi e monumenti ==
* La chiesa di San Giovanni Battista (già possesso di Riccardo I e dell'abbazia di Mont Saint-Michel), ornata di grandi statue (''San Giacomo'', ''Ecce Homo'', ''Vergine col Bambino in trono'', ''I dodici apostoli'' bassorilievo d'altare del XV secolo), una monumentale ''Via Crucis'' e affreschi moderni.
* Il teatro del parco, ove si tengono spettacoli e concerti all'aperto in estate.
* Una seconda ''Via Crucis'' presso la Chapelle sur Vire.
* Le gole della Vire.
Église : retable aux Apôtres (15e), carillon de 11 cloches...
Vallon de la Vire à son confluent avec le Jacre
Château de l'Angotière (16e/19e) : pigeonnier (15e), parc, point de vue
Château de Boutemont (19e)
Théâtre de verdure
Chemin de croix monumental (19e)
La saison musicale: concerts classiques et de musique sacrée à l’église, jazz, rock et folklore au théâtre de verdure. (The music season: classical concerts and sacred music in the church, jazz, rock and folk in the open air theatre.)
Le salon de peinture: début juillet à la mi-août. (The paintings salon: from the beginning of July to mid-August.)
A Noël: crèche et illuminations (chemin de la Nativité). (At Christmas: crib and illuminations (path of the Nativity).)
La chocolaterie "les chemins d’Argoule". ("Les Chemins d'Argoule" chocolates.)
{{Bio
}}
Laureatosi brillantemente in [[giurisprudenza]] all’[[Università di Napoli]] nel [[1896]], entrò in [[magistratura]] nel [[1900]] e fu assegnato quale [[pretore]] a [[Trani]]. Successivamente venne chiamato alla Direzione generale per gli affari di culto presso il [[Ministero della Giustizia]] dove si occupò della spinosa questione del [[Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei|santuario di Pompei]] dopo la morte del suo fondatore [[Bartolo Longo]] ([[1926]]). Benché cattolico liberale e non allineato al [[fascismo]], fu stretto collaboratore del ministro [[Alfredo Rocco]], che lo volle come successore di Domenico Barone nelle trattative con Francesco Pacelli<ref>Avvocato e giurista della Santa Sede, era il fratello dell'allora nunzio apostolico in Germania Eugenio Pacelli, poi [[papa Pio XII]]. Morì un mese prima della firma dei Patti.</ref>, il cardinal [[Pietro Gasparri]] e monsignor [[Francesco Borgongini Duca]] per l’elaborazione tecnica e la stesura dei [[Patti Lateranensi]] del [[1929]]. Redasse inoltre la legge del [[1930]] <ref>Regio decreto n. 1731 del 30 ottobre 1930 sulle Comunità israelitiche e sull'Unione delle medesime (e il Regio decreto n. 1561 del 19 novembre 1931 con le relative norme attuative), abrogati nel 1989 in seguito all'approvazione parlamentare della nuova intesa (febbraio 1987) fra la Repubblica Italiana e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Legge n. 101 dell'8 marzo 1989).</ref> che dava disciplina e riconoscimento giuridico alle comunità israelitiche, anche questa frutto di incontri e trattative bilaterali<ref>In ambito ebraico, il Regio decreto del 1930 è talora denominato anche "Legge Falco" per sottolineare il ruolo determinante che vi ebbe il giurista ebreo Mario Falco.</ref> e accolta favorevolmente dalla maggior parte delle [[Comunità Ebraiche italiane]]<ref>Giulio Disegni, ''Ebraismo e libertà religiosa in Italia: dal diritto all'uguaglianza al diritto alla diversità'', Torino, Einaudi, 1983, p. 120.</ref>. Passato alla Direzione generale degli affari penali, qui terminò la sua [[carriera]] nel [[1941]] per raggiunti limiti di età con il titolo di [[procuratore]] generale onorario della [[Corte di Cassazionecassazione]].
Oltre all’adorata moglie, la nobildonna Matilde Carcano figlia del duca Domenico Carcano di Trani, amò appassionatamente la sua città natale, Bisceglie, dove era solito ritornare appena poteva staccarsi dagli impegni del lavoro e dove per tutti era “sua eccellenza”. La sua casa in via [[Giulio Frisari]] 27, dimora avita fin dal Settecento (cui risale la struttura con loggiato interno su due piani) contenente dipinti di scuola napoletana e di [[Salvator Rosa]], è tuttora nota come Palazzo Consiglio. Qui poté festeggiare il secolo di vita, omaggiato fra gli altri dall’arcivescovo di Bisceglie, monsignor [[Giuseppe Carata]]. I suoi concittadini ne hanno perpetuato la memoria intitolandogli una via.
==Note==
<references />
'''FONTIIIIII e rendere + sobrio.'''
Unione delle comunità ebraiche italiane
'''Giorgio Melchiori'''<br>
==Bibliografia==
*{{citawebcita web|url=http://www.adnkronos.com/IGN/Cultura/?id=3.0.2999685002|titolo=Addio a Giorgio Melchiori, principe degli anglisti - Adnkronos 10 febbraio 2009}}
*{{citawebcita web|url=http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=3285:addio-a-giorgio-melchiori&catid=71:letteratura&Itemid=167|titolo=Addio a Giorgio Melchiori - Paolo Brama 11 febbraio 2009}}
*{{citawebcita web|url=http://lospecchiodicarta.unipa.it/repertorio/lazio/melchior.htm|titolo=Giorgio Melchiori - Michele Marrapodi dicembre 2007}}
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