Conquista della Gallia e Alex Oxlade-Chamberlain: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
{{vetrina inserimento}}
|Nome = Alex Oxlade-Chamberlain
|NomeCompleto = Alexander Mark David Oxlade-Chamberlain
|Immagine = Oxlade-Chamberlain.JPG
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{ENG}}
|Altezza = 178
|Peso = 65
|Disciplina = Calcio
|Ruolo = [[Ala (calcio)|Ala]]
|Squadra = {{Calcio Arsenal}}
|TermineCarriera =
|GiovaniliAnni = 2000-2010
|GiovaniliSquadre = {{Calcio Southampton|G}}
|Squadre =
{{Carriera sportivo
|2010-2011|{{Calcio Southampton|G}}|36 (9)
|2011-|{{Calcio Arsenal|G}}|88 (6)
}}
|AnniNazionale = 2010<br>2011<br>2011-2012<br>2012-
|Nazionale = {{NazU|CA|ENG||18}}<br>{{NazU|CA|ENG||19}}<br>{{NazU|CA|ENG||21}}<br>{{Naz|CA|ENG|}}
|PresenzeNazionale(goal) = 1 (0)<br>3 (0)<br>8 (4)<br>24 (5)
|Aggiornato = 9 agosto 2015
}}
 
{{Bio
[[Immagine:Map Gallia Tribes Towns.png|thumb|250px|right|La Gallia nel 58 a.C.]]
|Nome = Alexander Mark David
{{quote|Tutta la Gallia è divisa in tre parti: una è abitata dai [[belgi]], un'altra dagli [[aquitani]], la terza da quelli che nella loro lingua si chiamano [[celti]] e nella nostra [[galli]]|Giulio Cesare, [[De bello gallico]], incipit}}
|Cognome = Oxlade-Chamberlain
|PostCognomeVirgola = conosciuto semplicemente come '''Alex Oxlade-Chamberlain'''
Con l'espressione di '''conquista della [[Gallia]]''' si indica la campagna di sottomissione delle [[lista delle tribù galliche|popolazioni]] di quelle [[regione|regioni]] che oggi formano il [[Belgio]] e la [[Francia]] (tranne l'area sud-orientale, che era già [[provincia romana]]<ref>Era la provincia della [[Gallia Narbonensis|Narbonense]]</ref>), portata a termine da [[Gaio Giulio Cesare]] dal [[58 a.C.|58]] al [[51 a.C.|51]]/[[50 a.C.]] Cesare narrò questa [[guerra]] nel ''[[De bello gallico]]'', che resta la principale fonte per questi eventi. Sebbene Cesare tenda a presentare la sua invasione come un'azione di difesa preventiva di [[Roma repubblicana|Roma]] e dei suoi alleati gallici, tuttavia molti studiosi ritengono che la sua sia stata una [[guerra]] [[imperialismo|imperialista]] a tutti gli effetti (da lui premeditata e cercata), per mezzo della quale si proponeva di accrescere il suo potere e il suo prestigio personali.
|ForzaOrdinamento = Oxlade Chamberlain ,Alex
|Sesso = M
|LuogoNascita = Portsmouth
|GiornoMeseNascita = 15 agosto
|AnnoNascita = 1993
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = inglese
|PostNazionalità = , [[Ala (calcio)|ala]] dell'[[Arsenal Football Club|Arsenal]]
|Categorie = no
}}
 
Nel 2012 è stato inserito nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991 stilata da [[Don Balón]].<ref>{{cita web |url=http://www.tuttomercatoweb.com/inter/?action=read&idnet=dHV0dG9jaGFtcGlvbnMuaXQtMTQ1OTE|titolo=101 prospetti per il futuro. Ecco la lista di Don Balon|editore=tuttomercatoweb.com|data=13 novembre 2012|accesso=13 novembre 2012}}</ref>
==Anno 58: Elvezi e Germani==
[[Immagine:Caesar campaigns gaul.gif|thumb|right|450px|Le campagne di Cesare in Gallia e Britannia.]]
Cesare, da poco nominato [[proconsole]] delle [[provincia romana|province]] dell'[[Illirico]], della [[Gallia Narbonensis|Gallia Narbonense]]<ref>Era stata costituita nel [[121 a.C.]] e comprendeva tutta la fascia costiera e la valle del [[Rodano]], nelle attuali [[Provenza]] e [[Linguadoca]]</ref> e della [[Gallia Cisalpina|Gallia Cisalpina]]<ref>Corrispondente ai territori della [[pianura padana]], compresi tra il [[fiume]] [[Oglio]] e le [[Alpi]] piemontesi</ref>, si trovava ancora a Roma quando venne a sapere che il [[popolo]] degli [[elvezi]], stanziato tra il [[lago di Costanza]], il [[Rodano]] e il [[Giura]], si stava preparando a migrare verso le [[regione|regioni]] occidentali della Gallia. Per fare questo gli elvezi intendevano attraversare proprio il territorio della Narbonense. Il passaggio di un intero [[popolo]] attraverso la provincia avrebbe senza dubbio procurato enormi danni e avrebbe potuto spingere gli [[allobrogi]], che vivevano in quest'area, a ribellarsi contro il [[Repubblica romana|dominio romano]]. Inoltre, i territori abbandonati dagli elvezi avrebbero potuto essere occupati da popoli [[germani|germanici]], che sarebbero così divenuti dei pericolosi e bellicosi vicini dei possedimenti romani.
 
== Carriera ==
Gli elvezi indissero un'assemblea sulle rive del [[Rodano]] per la fine di marzo e, il [[2 aprile]], furono lì raggiunti da Cesare. Il [[proconsole]] scoprì che gli elvezi avevano già bruciato i loro villaggi e che tutto era ormai pronto per la partenza. Il generale romano, per bloccarli, fece quindi distruggere il [[ponte]] sul Rodano, arruolando poi [[truppe ausiliarie]] e nuove reclute.
[[File:Alex Oxlade-Chamberlain 4.jpg|thumb|left|upright=0.7|Oxlade-Chamberlain con la maglia dell'Arsenal]]
=== Club ===
Figlio di [[Mark Chamberlain]], anch'egli calciatore, dopo essere stato capitano della squadra Under-21 debutta con l'[[Arsenal Football Club|Arsenal]] il 28 agosto [[2011]], nella sconfitta per 8-2 all'[[Old Trafford]] contro il [[Manchester United Football Club|Manchester United]]<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.premierleague.com/content/premierleague/en-gb/matchday/matches/2011-2012/epl.match-report.html/man-utd-vs-arsenal|titolo=Manchester United 8-2 Arsenal|editore=premierleague.com|data=28 agosto 2011|accesso=10 agosto 2014}}</ref>.
 
Al suo debutto in [[UEFA Champions League 2011-2012|Champions League]], il 28 settembre [[2011]], va in rete contro l'[[Olympiakos Syndesmos Filathlon Peiraios|Olympiakos]], diventando così il più giovane giocatore ad aver segnato in Champions League, all'età di 18 anni.
In quel momento, Cesare disponeva infatti della sola [[Legio X]]: una forza troppo esigua per respingere l'orda di oltre 368.000 elvezi (tra cui 92.000 uomini in armi) che stava per abbattersi sulla provincia.<ref>Queste cifre sono fornite dallo stesso Cesare, cifre che egli avrebbe desunto da tabelle trovate nel campo elvetico dopo aver ottenuto la vittoria (Cesare, ''De bello gallico'', I,29,1-3). Secondo alcuni studiosi però, il numero delle forze nemiche sarebbe stato esagerato apposta dal generale romano e andrebbe dimezzato (ad esempio Eberhard Horst, ''Giulio Cesare'', p. 138). Questa esagerazione andrebbe spiegata con ragioni propagandistiche. Secondo altri invece, tra cui [[Camille Jullian]] (''Histoire de la Gaule'', III p. 194), la cifra sarebbe stata riportata correttamente</ref> Gli ambasciatori degli elvezi si presentarono a Cesare e gli chiesero il permesso di attraversare pacificamente la provincia. Il romano lasciò loro intendere che avrebbe probabilmente concesso questo permesso, chiedendo però otto giorni prima di dare loro la risposta definitiva. In realtà il generale utilizzò questo lasso di tempo per far costruire una poderosa fortificazione sulla [[riva]] sinistra del Rodano. Il [[13 aprile]], rifiutò di autorizzare il passaggio agli elvezi, minacciando il ricorso alle armi se non avessero desistito dal proposito di attraversare la provincia.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,8,1-3</ref> Cesare era comunque certo che gli elvezi non avrebbero accettato il suo rifiuto e il suo diktat.
 
Assente per infortunio, per tutto l'intero girone di andata della [[Premier League 2013-2014|stagione 2013-2014]], nel quale aveva giocato solo nella partita d'esordio, il 2 febbraio [[2014]], ritorna in campo da titolare e realizza le prime 2 reti stagionali, nella vittoria casalinga per 2-0 contro il [[Crystal Palace Football Club|Crystal Palace]].
Dopo aver cercato invano di penetrare nella provincia<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,9-10,2</ref>, gli elvezi trattarono coi [[sequani]] e con gli [[edui]] per ottenere il permesso di passare attraverso le loro terre.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,8,1-3</ref> A questo punto, visto che questi popoli vivevano all'esterno del territorio provinciale Cesare avrebbe dovuto disinteressarsi della questione, ma si comportò diversamente, probabilmente perché aveva ormai maturato la decisione di portare la [[guerra]] in Gallia e di sottometterla. Nel ''De bello gallico'', Cesare adduce varie motivazioni per giustificare la sua azione. La prima è che gli elvezi volevano stanziarsi nel territorio dei [[santoni]], {{quote|che non è molto lontano da Tolosa, che si trova nella provincia. Se ciò fosse accaduto, Cesare capiva che sarebbe stato un grande pericolo per la provincia avere come confinanti un popolo bellicoso, nemico di Roma, in luoghi aperti e ricchi di frumento|[[De bello gallico]], I, 10,2}} La seconda che nel [[107]] gli elvezi (nello specifico il cantone dei [[tigurini]]) avevano sconfitto un [[esercito romano]], uccidendo Lucio Pisone, avo del suocero di Cesare. Ciò gli dava il diritto di volersi vendicare sia dell'offesa personale sia di quella subita da Roma.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I, 12,4-7</ref> Ma la giustificazione migliore fu alla fine offerta dalle devastazioni che gli elvezi fecero nel territorio degli edui, che avevano ricevuto il titolo di ''fratelli e consanguinei del popolo romano''. Questi infatti chiesero aiuto a Cesare, che si era già messo in marcia con 40.000 uomini, per dare [[battaglia]] agli elvezi.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,10-11</ref>
[[Immagine:Roman_cavalry_lg.jpg|thumb|300|left|Cavaliere romano]]
Dopo due scontri, uno vinto dai Romani sul fiume [[Saona]]<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,12; [[Plutarco]], ''Vita di Cesare'', 18</ref> e l'altro invece favorevole agli elvezi<ref>Cesare, ''De bello gallico'' I,13-15</ref>, intervallati da trattative inconcludenti, la [[battaglia]] decisiva fu combattuta nei pressi di Bibracte ([[Mont Beuvray]])<ref>Il luogo della battaglia si troverebbe tra Bibracte ([[Mont Beuvray]]) e [[Toulon-sur-Arroux]].</ref>, dove Cesare sconfisse e massacrò i nemici<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,21-26.</ref>. Secondo il racconto del generale romano, sopravvissero solo 11.000 nemici, ai quali egli ordinò di tornare nelle loro terre. In questo modo, il [[proconsole]] voleva evitare che queste fossero occupate dai [[germani]].<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,28-29; [[Plutarco]], ''Vita di Cesare'', 18; [[Strabone]], ''Geografia'', VII, 290; [[Tacito]], ''Germania'', 38 sgg.</ref>.
 
=== Nazionale ===
A questo punto, invece di disinteressarsi delle vicende della [[Gallia]], Cesare acquartierò le legioni nei territori degli [[edui]] e dei [[sequani]]. Le adeguate giustificazioni alla sua prossima mossa gli furono di nuovo fornite dalle tribù galliche. Gli edui convocarono infatti un'[[assemblea]] pangallica chiedendo per questo l'assenso preventivo di Cesare, <ref>La richiesta fatta a Cesare dai galli comporta un implicito riconoscimento della sovranità di Roma e di Cesare ([[Jérôme Carcopino]], ''Giulio Cesare'', pag. 275, Rusconi Libri).</ref> che lo concesse astenendosi però dal parteciparvi. A relazionarlo ci pensò l'eduo filo-romano [[Diviziaco]]. I galli chiesero aiuto a Cesare per porre fine alla minaccia che gravava su tutti loro, rappresentata da [[Ariovisto]] e dai suoi mercenari [[suebi]] ( un [[popolo]] [[germani|germanico]]). Così facendo, i galli fornirono a Cesare il pretesto per intervenire legalmente in Gallia.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I, 30-33.</ref>. Approfittando delle discordie esistenti tra le varie [[tribù]] della Gallia e inserendosi tra queste come mercenario al servizio di [[arverni]] e [[sequani]], tra il [[65 a.C.|65]] e il [[61 a.C.]] Ariovisto, alla testa di migliaia di mercenari, aveva conquistato tutta l'alta [[Alsazia]].<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I, 31-32; 44; VI, 12.</ref> Roma era già intervenuta su sollecitazione degli [[edui]] e ciò aveva convinto Ariovisto a sospendere, almeno momentaneamente, le sue conquiste in Gallia. Perciò, nel [[59 a.C.]], su proposta dello stesso Cesare, Roma aveva concesso ad Ariovisto il titolo di re e quello di ''amico'' del popolo romano<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I, 35,2; 43,4; 44,5; [[Cassio Dione]], ''Storia di Roma'', XXXVIII, 34,3; [[Plutarco]], ''Vita di Cesare'', XIX,1; [[Appiano]], ''Celtica'', 16.</ref>. Nel 58, il capo germanico aveva però ripreso la sua politica espansionista, forse con l'intento di raggiungere la [[costa]] dell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]].
Già membro della [[Nazionale di calcio dell'Inghilterra Under-21|Nazionale inglese Under-21]], debutta nella fase di [[Qualificazioni al campionato europeo di calcio Under-21 2013|Qualificazioni Europei 2013]] contro l'[[Nazionale di calcio dell'Azerbaigian Under-21|Azerbaigian]] il 1º settembre [[2009]].<ref>{{Cita web|lingua=|url=http://it.uefa.com/under21/season=2013/matches/round=2000192/match=2006933/index.html|titolo=Inghilterra 6-0 Azerbaigian|data=1º settembre 2011|editore=uefa.com|accesso=10 agosto 2014}}</ref> Il 6 ottobre realizza una tripletta che permette alla sua squadra di vincere 3-0 in casa dell'Islanda.<ref>{{cita web|url=http://it.uefa.com/under21/season=2013/matches/round=2000192/match=2006941/|titolo=Islanda-Inghilterra 0-3|editore=it.uefa.com|data=6 ottobre 2011|accesso=10 agosto 2014}}</ref>
 
Il 16 maggio 2012 viene inserito da [[Roy Hodgson]] nella lista dei 23 giocatori che partiranno per l'[[campionato europeo di calcio 2012|Europeo 2012]].<ref>{{cita web|url=http://it.uefa.com/uefaeuro/news/newsid=1797677.html|titolo=Hodgson chiama Chamberlain|editore=it.uefa.com|data=16 maggio 2012|accesso=10 agosto 2014}}</ref> L'11 giugno ha debuttato da titolare contro la Francia, contribuendo con un assist.
In un primo momento Cesare si limitò a chiedere ad Ariovisto di desistere da nuove provocazioni, forse presagendo quale sarebbe stato l'esito. Ariovisto rifiutò, dicendo al generale romano che era suo diritto stare in Gallia, mentre era Roma a doversi astenere da intromissioni. Il germano minacciò il ricorso alle armi se Roma si fosse intromessa nelle questioni galliche<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I, 35-36.</ref>. Intanto, nuove tribù germaniche, alleate del capo suebo, cominciavano ad attraversare il [[Reno]], riversandosi in Gallia<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,37,1-4.</ref>. A questo punto, Cesare decise di muovere contro il nemico.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', I,37,5.</ref>. Dopo il fallimento di alcune trattative<ref>Una volta quando i germani ruppero la tregua durante il colloquo tra Cesare e Ariovisto, attaccando la scorta romana a cavallo, ragion per cui Cesare ruppe le trattative (Cesare, ''De bello gallico'', I, 42-46,3). Un'altra volta quando Ariovisto violò la ''sacrosantitas'' degli ambasciatori, facendo imprigionare i due rappresentanti mandati da Cesare a parlamentare col germano, che aveva chiesto un nuovo incontro ai romani (Cesare, ''De bello gallico'', I, 47)</ref>, lo scontro decisivo avvenne ai piedi dei [[Vosgi]] (nei pressi dell'odierna [[Cernay]]): i germani furono sconfitti e massacrati (80.000 morti secondo Cesare). Lo stesso Ariovisto scampò a stento alla morte, riuscendo a guadare il [[Reno]] insieme a pochi fedeli superstiti<ref>Da questo momento Ariovisto scomparve dalla scena storica. Cesare, ''De bello gallico'', I, 48-54.</ref>. [[Jérôme Carcopino]] ha scritto : ''{{quote|Respingendo gli svevi al di là del Reno, la barriera naturale che per tre secoli avrebbe arrestato il flusso della barbarie, tale vittoria salvava la Gallia, dall'invasione dell'impero germanico, ma contemporaneamente e in modo evidente attribuiva a Roma, che aveva ingaggiato e vinto la battaglia con i soli legionari, il diritto di governare sovranamente i popoli che, grazie all'intervento degli edui, si erano affidati alla sua protezione. Cesare si astenne dal proclamare pubblicamente un tale diritto, ma non lasciò neppure che restasse ignorato|''Giulio Cesare'', pagg. 277-278}} A questo punto, Cesare acquartierò le legioni per l'[[inverno]] nei territori di edui e sequani. Si trattava di un'annessione di fatto. Tornò quindi ad occuparsi dei suoi affari di proconsole nella Cisalpina.
{{-}}
[[Immagine:Roman_legionaire_in_lorica_segmentata.jpg|left|300|thumb|Legionario]]
 
== Statistiche ==
==Anno 57: Sottomissione della Belgica e delle tribù della costa atlantica==
=== Presenze e reti nei club ===
Cessata la minaccia di Ariovisto, le antiche inimicizie tra le [[tribù]] iniziarono a tornare a galla. Allo stesso tempo cresceva l'insofferenza verso l'occupazione romana. In questa situazione, molti popoli cominciarono a rivolgersi ai [[germani]] per trovare aiuto contro le [[legione romana|legioni]] cesariane.
''Statistiche aggiornate al 9 agosto 2015.''
 
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:99%;text-align:center;"
Nel [[57 a.C.]], le [[tribù]] della [[Gallia Belgica]], ad eccezione dei [[remi]], scesero in [[guerra]] contro Cesare, sotto la guida di re Galba dei [[suessioni]]<ref>Cesare, ''De bello gallico'', II,1-3</ref>. Arruolate nuove legioni nella Cisalpina, Cesare marciò a tappe forzate fino al [[fiume]] [[Aisne]], lo superò e affrontò i nemici sconfiggendoli e mettendoli in fuga. Li inseguì quindi fino alla capitale dei suessioni (''Noviodunum'', odierna [[Pommiers]]),dove si erano rifugiati, espugnandola. A questo punto, una dopo l'altra le tribù della coalizione belgica si arresero alle armate di Cesare, che poi rivolse la sua attenzione ai bellicosi popoli del nord, che caddero tutti sotto i colpi delle sue armate: [[nervi]], [[atrebati]], [[viromandui]], [[atuatuci]], [[eburoni]]. Anche la Belgica era stata sottomessa. Nel frattempo, una parte delle sue truppe, guidate da [[Publio Crasso]], aveva sottomesso anche le [[tribù]] delle [[regione|regioni]] [[costa|costiere]] dell'[[Oceano Atlantico|Atlantico]], dalla [[Normandia]] alla [[Garonna]].<ref>Tutti questi eventi sono narrati da Cesare nel II libro del ''[[De bello gallico]]''</ref>
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!rowspan="2"|Stagione
!rowspan="2"|Squadra
!colspan="3"|Campionato
!colspan="3"|Coppe nazionali
!colspan="3"|Coppe continentali
!colspan="3"|Altre coppe
!colspan="2"|Totale
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!Comp
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!Reti
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!Reti
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|| [[Southampton Football Club 2009-2010|2009-2010]] || rowspan=2|{{Bandiera|ENG}} [[Southampton Football Club|Southampton]] || [[Football League One 2009-2010|FL1]] || 2 || 0 || [[FA Cup 2009-2010|FACup]]+[[Football League Cup 2009-2010|CdL]] || 0+0 || 0+0 || - || - || - || - || - || - || 2 || 0
|-
|| [[Southampton Football Club 2010-2011|2010-2011]] || [[Football League One 2010-2011|FL1]] || 34 || 9 || [[FA Cup 2010-2011|FACup]]+[[Football League Cup 2010-2011|CdL]] || 4+2 || 0+1 || - || - || - || [[Football League Trophy|FLT]] || 1 || 0 || 41 || 10
|-
!colspan="3"|Totale Southampton || 36 || 9 || || 6 || 1 || || || || || 1 || 0 || 43 || 10
|-
|| [[Arsenal Football Club 2011-2012|2011-2012]] || rowspan=5|{{Bandiera|ENG}} [[Arsenal Football Club|Arsenal]] || [[FA Premier League 2011-2012|PL]] || 16 || 2 || [[FA Cup 2011-2012|FACup]]+[[Football League Cup 2011-2012|CdL]] || 3+3 || 0+1 || [[UEFA Champions League 2011-2012|UCL]] || 4 || 1 || - || - || - || 26 || 4
|-
|| [[Arsenal Football Club 2012-2013|2012-2013]] || [[FA Premier League 2012-2013|PL]] || 25 || 1 || [[FA Cup 2012-2013|FACup]]+[[Football League Cup 2012-2013|CdL]] || 2+2 || 0+1 || [[UEFA Champions League 2012-2013|UCL]] || 4 || 0 || - || - || - || 33 || 2
|-
|| [[Arsenal Football Club 2013-2014|2013-2014]] || [[Premier League 2013-2014|PL]] || 14 || 2 || [[FA Cup 2013-2014|FACup]]+[[Football League Cup 2013-2014|CdL]] || 4+0 || 1+0 || [[UEFA Champions League 2013-2014|UCL]] || 2 || 0 || - || - || - || 20 || 3
|-
| [[Arsenal Football Club 2014-2015|2014-2015]] || [[Premier League 2014-2015|PL]] || 23 || 1 || [[FA Cup 2014-2015|FACup]]+[[Football League Cup 2014-2015|CdL]] || 3+1 || 0+0 || [[UEFA Champions League 2014-2015|UCL]] || 2+7 || 0+2 || [[FA Community Shield 2014|CS]] || 1 || 0 || 37 || 3
|-
| [[Arsenal Football Club 2015-2016|2015-2016]] || [[Premier League 2015-2016|PL]] ||10|| 0 || [[FA Cup 2015-2016|FACup]]+[[Football League Cup 2015-2016|CdL]] || 0 || 0 || [[UEFA Champions League 2015-2016|UCL]] || 0 || 0 || [[FA Community Shield 2015|CS]] || 1 || 1 ||11|| 1
|-
!colspan="3"|Totale Arsenal ||88|| 6 || || 18 || 3 || || 19 || 3 || || 2 || 1 ||127|| 13
|-
!colspan="3"|Totale carriera ||124|| 15 || || 24 || 4 || || 19 || 3 || || 3 || 1 ||170|| 23
|}
 
=== Cronologia presenze e reti in Nazionale ===
==Anno 56: i popoli del mare si ribellano==
{{Cronoini|ENG}}
Guidati dai [[veneti]] dell'odierna [[Bretagna]], nel [[56 a.C.|56]] i popoli gallici della costa atlantica si ribellarono al dominio romano, facendo prigionieri gli ufficiali mandati a requisire le provviste per la legione guidata da Crasso e acquartierata in queste regioni. In pratica, tutti le tribù rivierasche si unirono alla rivolta e, stando a Cesare, i ribelli attirarono rinforzi provenienti anche dalla [[Britannia]]<ref>Cesare, ''De bello gallico'', III, 1-10</ref>
{{Cronopar|26-05-2012|Oslo|NOR|0|1|ENG|-|Amichevole|13={{Sostin|73}}}}
{{Cronopar|02-06-2012|Londra|ENG|1|0|BEL|-|Amichevole|13={{Sostout|66}}}}
{{Cronopar|11-06-2012|Donec'k|FRA|1|1|ENG|-|Euro|2012|1º Turno|13={{Cartellinogiallo|34}} {{sostout|77}}}}
{{Cronopar|15-06-2012|Kiev|SWE|2|3|ENG|-|Euro|2012|1º Turno|13={{Sostin|90}}}}
{{Cronopar|19-06-2012|Donec'k|ENG|1|0|UKR|-|Euro|2012|1º Turno|13={{Sostin|86}}}}
{{Cronopar|07-09-2012|Chișinău|MDA|0|5|ENG|-|QMondiali|2014|13={{Sostout|58}}}}
{{Cronopar|11-09-2012|Londra|ENG|1|1|UKR|-|QMondiali|2014|13={{Sostout|69}}}}
{{Cronopar|12-10-2012|Londra|ENG|5|0|SMR|1|QMondiali|2014}}
{{Cronopar|17-10-2012|Varsavia|POL|1|1|ENG|-|QMondiali|2014|13={{Sostin|73}}}}
{{Cronopar|22-03-2013|Serravalle|SMR|0|8|ENG|1|QMondiali|2014|14=Serravalle (San Marino)}}
{{Cronopar|29-05-2013|Londra|ENG|1|1|IRL|-|Amichevole|13={{Sostout|87}}}}
{{Cronopar|02-06-2013|Rio de Janeiro|BRA|2|2|ENG|1|Amichevole|13={{Sostin|62}}}}
{{Cronopar|14-08-2013|Londra|ENG|3|2|SCO|-|Amichevole|13={{Sostin|62}}}}
{{Cronopar|05-03-2014|Londra|ENG|1|0|DNK|-|Amichevole|13={{Sostin|77}}}}
{{Cronopar|04-06-2014|Miami Gardens|ECU|2|2|ENG|-|Amichevole|13={{sostout|63}}}}
{{Cronopar|03-09-2014|Londra|ENG|1|0|NOR|-|Amichevole|13={{sostout|69}}}}
{{Cronopar|09-10-2014|Londra|ENG|5|0|SMR|-|QEuro|2016|13={{Sostin|46}}}}
{{Cronopar|12-10-2014|Tallinn|EST|0|1|ENG|-|QEuro|2016|13={{Sostin|61}}}}
{{Cronopar|15-11-2014|Londra|ENG|3|1|SVN|-|QEuro|2016|13={{Sostin|85}}}}
{{Cronopar|18-11-2014|Glasgow|SCO|1|3|ENG|1|Amichevole|13={{Sostout|80}}}}
{{Cronofin|20|4}}
 
== Palmarès ==
Cesare ordinò di costruire sulla [[Loira]] di una flotta di [[nave|navi]] da [[guerra]] adatte anche per affrontare il mare e fece arruolare rematori e timonieri nella provincia. Spedì poi Labieno nella Belgica per bloccare l'arrivo di rinforzi dalla [[Germania]], mentre incaricò Crasso di sottomettere i popoli dell'[[Aquitania]] (tra [[Garonna]] e [[Pirenei]]). Al comando della flotta pose [[Decimo Bruto]], ordinandogli di partire il prima possibile per la [[Bretagna]]. Lui marciò invece verso la [[regione]] con le truppe di terra<ref>Cesare, ''De bello gallico'', III,11</ref>
=== Club ===
*{{Calciopalm|Coppa d'Inghilterra|2}}
:Arsenal: [[FA Cup 2013-2014|2013-2014]], [[FA Cup 2014-2015|2014-2015]]
* {{Calciopalm|Community Shield|2}}
:Arsenal: [[FA Community Shield 2014|2014]], [[FA Community Shield 2015|2015]]
 
== Note ==
[[Immagine:Hw-caesar.jpg|thumb|rightt|200px|Gaio Giulio Cesare]]
<references/>
 
== Altri progetti ==
Dopo aver superato alcune difficoltà iniziali, sul finire dell'estate i romani sconfissero i ribelli. I veneti si arresero e furono puniti duramente con esecuzioni di massa e la riduzione in [[schiavitù]] dei superstiti. Intanto Crasso sottometteva la Gallia fino ai [[Pirenei]], mentre anche la rivolta in [[Normandia]] veniva domata. Solo la spedizione contro i [[morini]] della costa delle [[Fiandre]] fallì, perché questa popolazione, approfittando del territorio [[palude|paludoso]] e [[bosco|boscoso]], mise in atto una tattica di guerriglia, contro la quale i romani non poterono fare nulla. Dopo aver devastato le loro terre, il proconsole si ritirò negli accampamenti invernali.<ref>Cesare, ''De bello gallico'' III, 12-29; Cassio Dione, ''Storia romana'', XXXIX, 39-46,4</ref>
{{interprogetto|commons=Category:Alex Oxlade-Chamberlain}}
 
== Collegamenti esterni ==
==Prima parte dell'anno 55: Cesare sconfigge usipeti e tencteri e varca il Reno==
* {{UEFA|250021048}}
Spinte alle spalle dalla pressione dei [[suebi]], nel [[55 a.C.|55]] le [[tribù]] germaniche degli [[usipeti]] e dei [[tencteri]] attraversarono il basso [[Reno]] con l'intento di stabilirsi in [[Gallia]]. Raggiunte da Cesare a ovest di [[Coblenza]], alla confluenza tra Reno e [[Mosella]], chiesero al generale romano il permesso di stabilirsi in quel territorio. Cesare però rifiutò il permesso e consigliò loro di recarsi presso i [[morini]]. Fu stabilita quindi una tregua da utilizzare per giungere a un compromesso con questo [[popolo]]. Ma, durante la tregua, i germani si scontrarono con uno squadrone di [[cavalleria]] gallo-romana, che fu messa in fuga. Cesare li accusò di non aver rispettato l'accordo e così, quando gli ambasciatori di usipeti e tencteri si recarono da lui per giustificarsi, li fece imprigionare. Dopodiché, con una mossa fulminea, piombò sull'accampamento germanico, massacrando i nemici.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', IV, 1-15; Cassio Dione, ''Storia romana'', XXXIX, 47-48,2; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 22, 1-5; Appiano, ''Celtica'', 18, 1-4</ref>
* {{Transfermarkt|143424|}}
 
{{Calcio Arsenal rosa}}
A questo punto, Cesare decise di passare il Reno e di invadere la [[Germania]]. Tra le diverse ragioni che lo spinsero a questa decisione, ci fu l'intenzione di fare un'azione dimostrativa e intimidatoria per scoraggiare i popoli di quella terra, che troppo spesso avevano fornito truppe ai galli o si erano intromessi nelle vicende galliche, dall'interferire in futuro su quanto accadeva in Gallia. Gettato un lungo [[ponte]] di legno sul Reno (tra Coblenza e [[Bonn]], secondo la maggior parte degli studiosi), il proconsole devastò e saccheggiò il territorio nemico, quindi ritornò in Gallia distruggendo il ponte alle proprie spalle e fissando il confine sul Reno.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', IV, 16-19; Cassio Dione, ''Storia romana'', XXXIX, 48,3-49,2; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 22,6-23,1; Svetonio, ''Vita di Cesare'', 25; Appiano, ''Celtica'', 18; Cicerone, ''Orazione contro Pisone'', 81</ref>
{{Nazionale inglese europei 2012}}
{{Nazionale inglese mondiali 2014}}
{{Portale|biografie|calcio}}
 
[[Categoria:Calciatori inglesi]]
==Seconda parte dell'anno 55 e prima parte del 54: prima e seconda spedizione in Britannia==
[[Categoria:Calciatori della Nazionale inglese]]
{{Vedi anche|Spedizioni cesariane in Britannia}}
Nella tarda [[estate]] del 55, Cesare decise di invadere la [[Britannia]], perché {{quote|comprendeva che in quasi tutte le guerre galliche, rinforzi erano giunti dall'isola ai nostri nemici; se non fosse bastata la buona stagione per condurre la guerra, tuttavia pensava che avrebbe tratto grande utilità anche da una semplice visita nell'isola, da un'esplorazione dei suoi abitanti e da una ricognizione dei luoghi, dei [[porto|porti]] e degli accessi; tutte cose che erano quasi del tutto ignote ai galli. A eccezione dei mercanti, nessuno infatti si arrischiava a recarsi là e anche la conoscenza che loro avevano dell'isola non andava oltre la costa e le regioni che si trovano di fronte alla Gallia|[[De bello gallico]]|V,20,1-3}}
 
Per questa ragione, egli non riuscì ad ottenere dai mercanti alcuna informazione utile riguardo ai luoghi e ai popoli dell'isola e neppure sulle tattiche belliche di questi ultimi. Inviò allora in avanscoperta [[Gaio Voluseno]] con una [[nave]] da [[guerra]] e nel frattempo si spostò nel territorio dei morini, dove ordinò di radunare nuovamente la flotta che aveva combattuto contro i [[veneti]] nel 56. Intanto, informati da alcuni mercanti circa le intenzioni del proconsole, molti popoli della [[Britannia]] inviarono ambasciatori a Cesare, promettendogli di consegnare ostaggi e di obbedire all'autorità di [[Roma repubblicana|Roma]]. Cesare accolse le loro promesse e permise loro di ritornare in patria, mandando con loro [[Commio]], da lui messo sul trono degli [[atrebati]], con l'ordine di visitare la Britannia, di esortare le sue popolazioni a essere fedeli a Roma e di annunciare loro che presto si sarebbe recato in [[Britannia]] lui stesso. Intanto, Voluseno tornava con molte informazioni e i [[morini]] decidevano di sottomettersi a Cesare.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', IV,21-22,2</ref>
[[Immagine:Two Druids.PNG|thumb|200|Druidi da una pubblicazione del XIX secolo.]]
Cesare salpò alla volta della Britannia da ''Portus Itius'' (per alcuni [[Boulogne]]), lasciando indietro la [[cavalleria]], che sarebbe dovuta partire da un altro [[porto]] (forse [[Ambleteuse]]). Approdò davanti all'alta [[scogliera]] nei pressi di [[Dover]], trovandosi di fronte i nemici che lo stavano aspettando. Riprese allora il mare, giungendo a una costa aperta e piana, che si trovava a circa sette miglia da Dover, ma ancora una volta si trovò di fronte il nemico, che aveva schierato anche la [[cavalleria]] e i carri da guerra e che impediva l'approdo delle navi e il conseguente sbarco dei romani. Alla fine, dopo molte difficoltà, i romani riuscirono a scendere a terra e i due [[esercito|eserciti]] si scontrarono. Dopo un duro combattimento, i [[britanni]] furono messi in fuga, ma i vincitori non furono in grado di inseguirli. Le [[tribù]] mandarono allora degli ambasciatori, che portarono con loro Commio, che era stato fatto prigioniero. Quando però seppero che la [[cavalleria]] romana era stata ricacciata sulle coste [[Europa|europee]] dal cattivo tempo e che le [[marea|maree]] [[Oceano|oceaniche]] avevano danneggiato le navi di Cesare, i [[britanni]] decisero di riprendere le armi. Dopo aver rinnovato a parole l'alleanza con Cesare, lasciarono il suo campo. Ma il proconsole aveva intuito il pericolo e così cercò di predisporre tutto il necessario per un eventuale attacco.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', IV,22,3-31</ref>
[[Immagine:Celtic dagger, scabbard and buckle.JPG|thumb|400|left|Spada celtica trovata in Britannia.]]
 
Alla fine, i britanni attaccarono i soldati di Cesare, ma furono sconfitti. Ottenuta la promessa di ricevere degli ostaggi, Cesare ripartì per la Gallia, dove, una volta sbarcate, le sue legioni furono però aggredite anche dai morini, che speravano in un ricco bottino. I nemici furono respinti anche questa volta e il proconsole inviò Labieno a punire questo [[popolo]], mentre [[Quinto Titurio Sabino]] e [[Lucio Aurunculeio Cotta]] devastavano le terre dei [[menapi]]. Cesare dislocò le legioni negli accampamenti invernali. Intanto, però, dalla Britannia solo due popoli inviarono ostaggi, gli altri vennero invece meno agli accordi. A [[Roma antica|Roma]], invece, furono decretati 20 giorni di festa in onore di Cesare.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', IV,32-38; Cassio Dione, ''Storia romana'', XXXIX, 51-53,1; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 23; [[Tito Livio|Livio]], ''Perioche'', 105; [[Velleio Patercolo]], II, 46,1; Svetonio, ''Vita di Cesare'', 25; 47; [[Catullo]], ''Carmina'', XI, 10-12</ref>
 
Dopo aver respinto in [[Illiria]] alcuni attacchi dei [[pirusti]] e aver sedato senza colpo ferire una rivolta dei [[treviri]] (popolo presso il quale tolse il potere a Induziomare, dandolo al suocero di questo, [[Cingetorige]], che era filo-romano), nel [[54 a.C.|54]] Cesare salpò di nuovo per la [[Britannia]], sempre da Portus Itius, con 28 navi da guerra e oltre seicento da trasporto, accompagnato da cinque legioni e 2.000 cavalieri. Al loro seguito si aggiunsero 200 navi private, forse piene di mercanti attratti dai racconti sulle favolose ricchezze dell'[[isola]]. Cesare sbarcò nello stesso luogo dell'anno precedente e inflisse una prima sconfitta ai [[britanni]] che si erano radunati per fronteggiarlo. Le [[tribù]] si unirono allora sotto la guida di [[Cassivellauno]], che regnava sui territori a nord del [[Tamigi]]. Dopo una serie di scontri, Cesare puntò dritto al cuore dei domini del re ribelle e varcò il Tamigi. Alla fine Cassivellauno fu sconfitto, ma non perse i suoi possedimenti. Stabilito il tributo che i popoli dei britanni dovevano pagare e presi degli ostaggi, Cesare tornò in Gallia.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', V, 1-23; Cassio Dione, ''Storia romana'', XL, 1-3; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 23,4; [[Appiano]], ''Celtica'', I, 5,19; [[Cicerone]], ''Lettere al fratello Quinto'', II, 15,4; III, 1,10; III,3,4; ''Lettere ad Attico'', IV 15,10; 16,7; 18,5; ''Lettere ai familiari'', VII, 6,2; 7,1; 17,3.</ref> Cesare non fece in pratica nessuna conquista territoriale in Britannia, ma si limitò a creare una serie di clientele che portarono quest'isola nella sfera d'influenza di [[Roma repubblicana|Roma]]. Da queste premesse si svilupparono rapporti commerciali e diplomatici, che apriranno poi la strada alla successiva conquista della [[Britannia romana|Britannia]] nel [[43 d.C.]]
[[Immagine:Inauguration statue vercingétorix 3.JPG|thumb|250px|Statua di [[Vercingetorige]] a [[Clermont-Ferrand]].]]
 
==Seconda parte dell'anno 54-53: rivolte in Gallia==
In Gallia si respirava aria di rivolta e tutto il paese era in fermento. I primi segnali si ebbero nell'autunno del [[54 a.C.|54]], quando i [[carnuti]] (zona di [[Chartres]], [[Orleans]]) uccisero il re filo-romano che Cesare aveva posto sul trono. Intanto Cesare dovette dislocare a molta distanza le une dalle altre le sue legioni, perché lo scarso raccolto di quell'anno non permetteva di sostentare adeguatamente un grande [[esercito]] stanziato in un unico luogo.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', V, 24-25</ref>
 
I galli scesero sul piede di [[guerra]] e, poche settimane dopo il loro arrivo nel territorio degli [[eburoni]] ([[regione]] delle [[Ardenne]]), le truppe romane furono attaccate. Dopo questo episodio, [[Ambiorige]], re degli eburoni, convinse con l'inganno i romani a uscire dal loro [[castrum|accampamento invernale]] per recarsi in luoghi più sicuri, assicurando loro che la marcia si sarebbe potuta svolgere senza interferenze. Ma quando le truppe si trovarono allo scoperto, il suo [[esercito]] attaccò e massacrò una legione e mezza. Dopo questa vittoria, Ambiorige ottenne l'appoggio degli atuatuci e dei nervi. L'alleanza sferrò un attacco all'[[castrum|accampamento]] di [[Quinto Cicerone]], che si trovava nella zona di [[Namur]]. Il fratello del celebre oratore riuscì però a far giungere a Cesare notizie su quanto stava accadendo e il proconsole marciò allora in aiuto di Cicerone, spezzando l'[[assedio]].<ref>Cesare, ''De bello gallico'', V, 26-52; Cassio Dione, XL, 5-10; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 24; [[Svetonio]], ''Vita di Cesare'', 25,2; 67,2</ref> A trovarsi in difficoltà era ora [[Tito Labieno]], che era stato attaccato dai [[treviri]] di [[Induziomaro]], che alla fine fu però ucciso. Intanto, si ribellavano anche i [[senoni]] e, a questo punto, si rivoltarono anche tutte le altre [[tribù]] tranne gli edui e i [[remi]] che rimasero a fedeli a Cesare.<ref>Cesare, ''De bello gallico'', V,47; </ref> Il proconsole passò al contrattacco: aumentò il numero delle proprie legioni portandolo a dieci, schiacciò la ribellione dei nervi e ottenne la resa dei carnuti e dei senoni. Labieno sconfisse i treviri, mentre Cesare marciò con cinque legioni contro gli eburoni di Ambiorige. Dapprima sottomise i [[menapi]] e poi costruì un secondo ponte sul Reno, occupandone la sponda germanica sia per scongiurare l'invio di altri rinforzi ad Ambiorige sia per sbarrare a quest'ultimo ogni possibile via di fuga. Nella tarda estate del 53, il generale romano sferrò l'attacco finale, annientando gli eburoni, anche se Ambiorige riuscì a fuggire. Tutte le rivolte furono sedate: come monito per il futuro, davanti ai galli riuniti in una dieta convocata a [[Reims]] Cesare fece flagellare e decapitare un altro capo ribelle, Accone.<ref>Cesare, ''De bello gallico'',V,53-58; VI; Cassio Dione, XL, 31,2-6; 32,1-5;</ref>
 
==Anno 52 a.C.: la rivolta di Vercingetorige==
{{vedi anche|Alesia}}
[[Immagine:Statue_Vercingetorix_Alesia.JPG|thumb|right|200px|Memoriale di Vercingetorige ad Alesia.]]
 
L'ultimo atto delle guerre galliche fu rappresentato dalla rivolta scoppiata nel [[52 a.C.|52]] e guidata dal re degli [[arverni]] [[Vercingetorige]], attorno al quale si strinsero i popoli della Gallia centrale, a eccezione dei [[lingoni]], dei remi e degli edui. Cesare si trovò ad affrontare un nemico temibile sia per la consistenza numerica del suo [[esercito]], sia per la disciplina che Vercingetorige seppe impartirgli e sia perché il capo ribelle conosceva bene i romani e Cesare, dato che aveva servito per un periodo nella [[cavalleria]] ausiliaria romana.
 
Furono i carnuti a dare il via alla rivolta, uccidendo tutti i romani presenti nella loro capitale, l'odierna [[Orléans]]. Intanto, nel nord, si ribellava anche il fedelissimo [[Commio]], principe degli [[atrebati]], dopo che Labieno aveva cercato di ucciderlo. Con rapidità fulminea, nonostante fosse [[inverno]] e i passi montani fossero [[neve|innevati]], il generale romano piombò coi suoi uomini nel territorio degli arverni, mettendolo a ferro e fuoco. Dopo aver distrutto Orléans per rappresaglia, Cesare penetrò nel cuore del territorio controllato dal nemico, a sud della [[Loira]].
 
Vercingetorige si sottrasse allo scontro in campo aperto, mettendo invece in atto una tattica di guerriglia e bloccando ogni possibilità di rifornimento ai romani, che erano impegnati nell'[[assedio]] della capitale dei [[biturigi]] Avaricum (l'odierna [[Bourges]]). Alla fine l'''[[oppidum]]'' capitolò di fronte alla superiorità tecnica dei nemici e i soldati massacrarono quasi tutta la popolazione. Questa dura repressione ebbe però il solo effetto di rendere più determinati i ribelli. Cesare inviò Labieno a nord per sopprimere la rivolta di senoni e [[parisi]], mentre lui stesso puntò verso sud, direttamente sulla capitale arverna di [[Gergovia]] (nei pressi di [[Clermont-Ferrand]]), che si dimostrò però imprendibile. Intanto, Vercingetorige guadagnava alla sua causa anche gli edui. Cesare dovette allora ritirarsi da Gergovia per sedare la sedizione edua, dopodiché si presentò di nuovo sotto le mura di Gergovia, [[battaglia di Gergovia|ma subì perdite pesanti]] e dovette desistere dall'[[assedio]]. A questo punto gli edui ruppero definitivamente l'alleanza con Cesare, sposando la causa della libertà.
 
[[Immagine:Archeodrome Beaune 2.JPG|thumbnail|left|200px|Ricostruzione dell'assedio di Alesia]]
 
Vercingetorige ricevette ufficialmente il comando supremo nella città di Bibracte nel corso di una dieta pangallica, a cui non parteciparono però [[treviri]], remi e lingoni, che avevano deciso di non aderire alla rivolta. Cesare intanto marciò verso nord, dove si riunì con Labieno e le sue legioni ad Agedinco, odierna [[Sens]]. Da lì, le truppe ripararono presso i lingoni. Cesare rafforzò le sue truppe con [[cavalleria]] germanica mercenaria (era il secondo squadrone che il romano arruolava) e poi riprese la strada del sud, ma a nord-est di [[Digione]] le legioni furono attaccate dai ribelli. Vercingetorige aveva infatti deciso che era ormai giunta l'ora di chiudere la partita con gli invasori. L'attacco della cavalleria gallica fu però respinto da quella germanica. La fiducia dei ribelli vacillò e Vercingetorige riparò col suo esercito ad [[Alesia]]: non si era accorto di essersi intrappolato da solo.
 
Cesare piombò su Alesia e la strinse con un poderoso assedio: fece costruire un anello di mura lungo 17 km tutto intorno alla roccaforte nemica e, all'esterno di questo, un altro di 21, perché si aspettava un attacco anche alle spalle. Tutto intorno, il proconsole fece realizzare trabocchetti, fossati pieni d'acqua, trappole, palizzate, [[vallo|valli]] e [[torre|torri]] di difesa. Tra i due anelli, i legionari costruirono i loro accampamenti.
 
[[Immagine:siege-alesia-vercingetorix-jules-cesar.jpg|thumb|250px|La resa di Vercingetorige secondo Lionel-Noël Roynnner (1899).]]
 
Dopo circa un mese, alle spalle dei romani piombò un potente esercito gallico, giunto in aiuto degli assediati. Per quattro giorni le legioni cesariane resistettero agli attacchi sferrati sia da Alesia sia dai rinforzi dei ribelli. Il quarto giorno, questi ultimi aprirono una breccia nell'anello esterno, ma furono ricacciati indietro da Labieno, mentre Cesare in persona guidò in battaglia cavalleria e truppe di riserva, accerchiando i nemici, piombando loro da dietro e sconfiggendoli rovinosamente. La sorte della ribellione era ormai segnata: il giorno dopo Vercingetorige si arrese, consegnandosi a Cesare. Dopo la vittoria, il [[Senato romano|Senato]] decretò 20 giorni di festa in onore del proconsole.
 
 
==Anni 51-50 a.C.: La definitiva sottomissione della Gallia==
La [[Gallia]] era in ginocchio e nei mesi successivi Cesare domò con facilità alcune rivolte di singole [[tribù]], cercando poi di riconciliarsi con i popoli sottomessi, lasciando per il momento in piedi l'organizzazione tribale e accontentandosi di tributo poco più che nominale. I galli accettarono il dominio romano e ne nacque così una pace stabile e duratura. Nell'[[inverno]] del [[51 a.C.|51]]/[[50 a.C.]], nell'odierna [[Arras]], Cesare proclamò [[provincia]] i territori conquistati e nel [[49 a.C.]] ritirò la maggior parte delle sue legioni dalla Gallia.<ref>Tutti questi eventi sono narrati da: Cesare, ''De bello gallico'', VII; VIII, 1-48; Plutarco, ''Vita di Cesare'', 25-27; Cassio Dione, ''Storia romana'', XL, 33-43; Floro, I,45, 20-26; Velleio Patercolo, II, 47,1; Livio, ''Perioche'', 107-108; [[Paolo Orosio|Orosio]], VI, 11,20-30; VII, 11,1-11.</ref>
 
==Conseguenze della conquista==
Con queste campagne e con la conquista della Gallia, Cesare spostò a nord il baricentro del dominio romano. Roma divenne così capitale dell'[[Occidente]], che adottò il [[lingua latina|latino]] come lingua ufficiale. Da questo momento, i destini della Gallia e di [[Roma antica|Roma]] furono comuni: La Gallia andò infatti romanizzandosi, attraverso la costruzione di cittadine, [[strada romana|strade]] e acquedotti e la fusione delle due culture. Ne nacque un [[sincretismo]] che diede vita a quella [[cultura gallo-romana]] che in seguito assimilerà gli invasori [[franchi]] e su cui germoglierà il [[Sacro romano Impero]] di [[Carlomagno]]. Inoltre, come si è già visto, con le sue campagne militari Cesare fissò definitivamente il confine dei domini romani sul [[Reno]], una barriera naturale che per secoli fungerà da barriera divisoria naturale e difenderà Roma dalle invasioni dei popoli di stirpe germanica. Sul piano personale, con questa conquista Cesare risolse i suoi problemi finanziari, ma soprattutto assunse un peso militare e politico di primo piano, riuscendo a mettere definitivamente in ombra la gloria, già sbiadita, di [[Pompeo Magno|Pompeo]]: aveva infatti costruito intorno a sé un'aura di potenza e di invincibilità e un esercito a lui fedele, forte, addestrato e pronto a seguirlo ovunque, anche nella [[guerra civile tra Cesare e Pompeo|guerra civile contro Pompeo]] e la [[Repubblica romana|Roma repubblicana]].
 
==Note==
{{references|2}}
 
==Bibliografia==
=== Fonti primarie ===
* [[Gaio Giulio Cesare]], ''[[De bello gallico]]''
* [[Cassio Dione Cocceiano|Cassio Dione]], ''Storia di Roma''
* [[Plutarco]], ''Vita di Cesare''
=== Fonti secondarie ===
* M. Cary - H. H. Scullard, ''Storia di Roma'', vol. II, il Mulino, 1981
* J. Carcopino, ''Giulio Cesare'', trad. di Anna Rosso Cattabiani, Rusconi Libri, 1993.
* M. Jehne, ''Giulio Cesare'', trad. di Alessandro Cristofori, il Mulino, 1999
* E. Horst, ''Cesare'', edizione italiana a cura di Augusto Guida, Rcs Libri, 2000
* Luciano Canfora, ''Giulio Cesare. Il ditattore democratico'', ed. Laterza, 1999
 
==Altri progetti==
{{interprogetto|testo=la:s:Commentarii de bello Gallico|testo_preposizione=del|testo_etichetta=Commentarii de bello Gallico}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Carabiniere/2006/03-Marzo/Storia/103-00.htm Analisi dell'assedio di Alesia su Carabinieri.it]
 
==Voci correlate==
*[[Gallia Transalpina]]
*[[Gallia]]
*[[Galli]]
*[[Gaio Giulio Cesare]]
*[[De bello gallico]]
*[[Lista di tribù celtiche]]
*[[Spedizioni cesariane in Britannia]]
*[[Commentarius (Giulio Cesare)]]
*[[Legione romana]]
*[[Esercito romano]]
 
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[[nl:Gallische oorlog]]
[[no:Gallerkrigen]]
[[pt:Guerras da Gália]]
[[ru:Галльская война]]
[[sv:Galliska kriget]]
[[vi:Chiến tranh xâm lược xứ Gaule]]