Italia dei Valori e Katarzyna Dydek: differenze tra le pagine

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{{S|allenatori di pallacanestro polacchi|cestisti polacchi}}
{{P|Sono contenute frasi che fanno propaganda ad Antonio Di Pietro.|politica|maggio 2013}}
{{Sportivo
{{Partito politico
|Nome = Katarzyna Dydek
|colore = #66FFCC
|NomeCompleto = Katarzyna Elżbieta Dydek
|nome = Italia dei Valori
|nome2Sesso = F
|CodiceNazione = {{POL}}
|nome3 =
|nome4Altezza = 197
|nome5Peso = 86
|Disciplina = Pallacanestro
|logo = [[File:ItaliadeiValori.jpg|300px]]
|Ruolo = [[Allenatrice]] (ex [[Centro (pallacanestro)|centro]])
|leader =
|Squadra =
|segretario = [[Ignazio Messina]]
|TermineCarriera =
|presidente = [[Antonio Di Pietro]]
|Squadre =
|vicesegretario =
{{Carriera sportivo
|vicepresidente =
||{{Basket Lotos Gdynia|G}}|
|coordinatore = [[Luciano Pisanello]]
|1996-1997|{{Basket Colorado Xplosion|G}}|24
|portavoce = [[Ivan Rota]]
|stato = ITA
|fondazione = 21 marzo 1998
|dissoluzione =
|sede = Via Santa Maria in Via, 12<br />[[Roma]]
|partito =
|ideologia = Anti-[[corruzione]]<ref name="ELE1">{{cita web|lingua=en|url=http://www.parties-and-elections.eu/italy.html|sito=Parties and Elections in Europe|titolo=Italy|autore=Wolfram Nordsieck|data=2013|accesso=14 settembre 2013}}</ref><ref name="resisting">{{Cita libro|autore=Daniele Albertazzi|titolo=Resisting the Tide: Cultures of Opposition Under Berlusconi (2001-06)|editore=Bloomsbury Academic|lingua=en|anno=2009|p=16|ISBN=978-0-8264-9291-3}}</ref><br>[[Principio di legalità|Legalitarismo]]
|internazionale =
|collocazione = [[Centro (politica)|Centro]] <small>(1998-2001)</small><ref name="ELE1"/><ref name="italian">{{Cita libro|autore=James Newell|titolo=The Italian General Election of 2001: Berlusconi's Victory|editore=Manchester University Press|lingua=en|anno=2002|p=81|ISBN=978-0-7190-6100-4|url=http://books.google.com/books?id=zZhiuXDq8K4C&dq=centrist+IV&pg=PA81}}</ref><ref>[http://library.fes.de/pdf-files/id/ipa/06867.pdf European Social Democracy – In Need of Renewal]</ref><br/>[[Centro-sinistra]]
|coalizione = [[I Democratici]] <small>(1999-2000)</small><br />[[L'Unione]] <small>(2005-2008)</small><br />[[Partito Democratico]] <small>(2008)</small><br />[[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]] <small>(2013)</small>
|partito europeo = [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (Partito)|Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa]]
|gruppo parlamentare europeo = [[Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa]]
|seggi1 = {{Partito politico/seggi|0|630|#66FFCC}}
|seggi2 = {{Partito politico/seggi|0|315|#66FFCC}}
|seggi3 = {{Partito politico/seggi|4|73|#66FFCC}}
|seggi4 = {{Partito politico/seggi|26|1042|#66FFCC}}
|testata = ''[[Orizzonti Nuovi]]''
|giovanile =
|iscritti =
|anno iscritti =
|colori =
|sito = [http://www.italiadeivalori.it italiadeivalori.it]
}}
|SquadreNazionali=
L''''Italia dei Valori''' ([[abbreviazione|abbr.]] '''IdV'''), precedentemente conosciuto come '''Italia dei Valori - Lista Di Pietro''', è un [[partito politico]] [[italia]]no fondato a [[Sansepolcro]] il 21 marzo [[1998]] da [[Antonio Di Pietro]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/marzo/22/Pietro_nasce_Italia_dei_Valori_co_0_98032213938.shtml Di Pietro, nasce l'"Italia dei Valori"]</ref><ref>[http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/documenti/la_storia_di_idv.pdf Storia in .pdf dell'Italia dei Valori su italiadeivalori.antoniodipietro.com]</ref><ref name="cepu">{{cita web |url=http://www.campus.it/blog/2010/02/08/il-prof-di-pietro-al-cepu/ |titolo=Il prof. Di Pietro al Cepu |data=8 febbraio 2010 |accesso=10 febbraio 2012}}</ref>, ex magistrato fra i protagonisti dell'indagine dei primi [[anni 1990|anni novanta]] denominata ''[[Mani pulite]]'' che portò alla luce un sistema di potere politico nazionale fondato sulla corruzione.
{{Carriera sportivo
 
|1991-2001 |{{Naz|PC|POL|F}} |
Dopo una breve adesione a [[I Democratici]], il partito si ricostituì come partito autonomo il 27 aprile [[2000]].
}}
 
|Allenatore =
A seguito della partecipazione solitaria alle [[Elezioni politiche del 2001]], aderì alleanza di [[centro-sinistra]], partecipando alle elezioni all'interno della coalizione dell'[[L'Unione|Unione]] di [[Romano Prodi]] nel [[2005]] e nel [[2006]] ed alle [[Elezioni politiche italiane del 2008|elezioni del 2008]] in coalizione col [[Partito Democratico]].
{{Carriera sportivo
 
||{{Basket Lotos Gdynia}}|<small>(vice)</small>
Al livello europeo aderisce al [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (Partito)|Partito dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa]]<ref>[http://www.aldeparty.eu/en/members/political-parties ALDE Party - Members]</ref>, che nell'ultimo decennio si è aperto a partiti di centro di diversa estrazione, e i suoi europarlamentari siedono quindi nel [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa|Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa]].
||AZS Poznan|
 
}}
== Storia ==
|Vittorie =
=== La nascita ===
{{MedaglieCompetizione|Europei}}
[[Antonio Di Pietro]] era già entrato in politica nel [[1996]] in una breve apparizione come [[Ministero dei Lavori Pubblici italiano|Ministro dei Lavori Pubblici]] nel [[Governo Prodi I|Governo]] dell'[[l'Ulivo|Ulivo]] guidato da [[Romano Prodi]] e come senatore, dal [[1997]], eletto in un'elezione suppletiva.
{{MedaglieOro|[[FIBA EuroBasket Women 1999|Polonia 1999]]}}
 
|Aggiornato =
Insieme ad altre formazioni politiche, Di Pietro agli inizi del [[1998]] promosse un [[referendum]] per l'abolizione del 25% della quota proporzionale per l'elezione della [[Camera dei deputati]], al fine di conseguire un'ulteriore affermazione del sistema maggioritario a cui si è arrivati nel [[1993]] dopo un altro referendum. L'esito non fu favorevole per il mancato raggiungimento del quorum per poche decine di migliaia di voti e dopo tale consultazione, Di Pietro decise di dare vita ad un suo movimento, denominato ''Italia dei Valori'', che trovò subito l'adesione di alcuni parlamentari, permettendo così la costituzione di una componente autonoma all'interno del gruppo misto. I colori ufficiali di IdV sono quelli dell'arcobaleno.
}}
 
{{Bio
La formazione è stata fondata a [[Sansepolcro]] all'interno di un hotel di proprietà del gruppo [[CEPU]], azienda per la quale Di Pietro lavorava sia come testimonial che come docente di Tecniche processuali<ref name="cepu"/>.
|Nome = Katarzyna Elżbieta
 
|Cognome = Dydek
=== L'adesione ai Democratici ===
|Sesso = F
{{vedi anche|I Democratici}}
|LuogoNascita = Varsavia
Dopo un primo esordio elettorale alle amministrative del [[1998]], Italia dei Valori decide di raccogliere l'appello di [[Romano Prodi]] per la formazione de [[I Democratici]], un movimento che ha per obiettivo la realizzazione di un unico Partito Democratico che raccolga in sé tutti i partiti che si riconoscano nell'area dell'[[L'Ulivo|Ulivo]]. La nuova formazione politica partecipa alle [[elezioni europee del 1999]], ottenendo il 7,7% e sette seggi all'europarlamento, compresa l'elezione dello stesso Di Pietro, che viene inoltre nominato responsabile per l'organizzazione del costituente partito di Prodi<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/giugno/26/Democratici_Pietro_compito_costruire_partito_co_0_9906261472.shtml Democratici, a Di Pietro il compito di costruire il partito - Corriere della Sera, 26 giugno 1999]</ref>.
|GiornoMeseNascita = 21 marzo
 
|AnnoNascita = 1970
Con l'avvicinarsi dell'Assemblea nazionale dei Democratici del gennaio [[2000]], Di Pietro presenta un proprio documento congressuale che, tuttavia, si rivela minoritario.
|LuogoMorte =
 
|GiornoMeseMorte =
In questa fase ci sono roventi scontri all'interno del partito, in parte suscitati dallo stesso Di Pietro che avanza accuse di ''tatticismo''<ref>[http://qn.quotidiano.net/2000/02/07/511580-Parisi-batte-Di-Pietro-e-si-prende-l-Asinello.shtml Parisi batte Di Pietro e si prende l'Asinello - Quotidiano Nazionale, 7 febbraio 2000]</ref>.
|AnnoMorte =
 
|Attività = ex cestista
La rottura definitiva si consuma in seguito alle [[Elezioni regionali italiane del 2000|elezioni regionali del 2000]] ed alle dimissioni del [[Governo D'Alema II|secondo Governo D'Alema]], quando Di Pietro, in contrasto con la linea del partito, annuncia che non avrebbe sostenuto la candidatura di [[Giuliano Amato]] a [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]], perché, sosteneva Di Pietro, Amato in passato avrebbe partecipato ad una riunione con lo scopo di delegittimare l'operato del pool [[Mani pulite]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/28/Democratici_Pietro_sbatte_porta_co_0_0004281876.shtml Democratici, Di Pietro sbatte la porta - Corriere della Sera, 28 aprile 2000, pag. 5.]</ref>.
|Attività2 = allenatrice di pallacanestro
 
|Nazionalità = polacca
Il 27 aprile [[2000]] Di Pietro lascia i Democratici, pronunciando questa frase: ''Non perdano tempo né a minacciare né a procedere ad espulsioni perché me ne vado via da solo e invito a seguirmi tutti i democratici veri, quelli cioè che finora hanno fatto i veri asinelli, portatori di voti, consensi, lavoro e idee.''<ref>[http://www.repubblica.it/online/politica/amatopremier3/dipietro/dipietro.html Di Pietro all'attacco abbandona i Democratici - la Repubblica, 28 aprile 2000]</ref><ref>[http://www.repubblica.it/online/politica/amatopremier3/tonino/tonino.html Tonino: "Cacciano me e poi votano Intini" - la Repubblica, 28 aprile 2000.]</ref>
}}
 
È la sorella di [[Margo Dydek]].
=== La ricostituzione del partito ===
Il 3 giugno [[2000]] viene presentata la ''Lista Di Pietro - Italia dei Valori'', che nasce con l'obiettivo di una sua presentazione alle future [[elezioni politiche italiane del 2001|elezioni politiche del 2001]]. Di Pietro presenta la sua ''Carta dei Valori'' e proclama il suo essere alternativo a [[Silvio Berlusconi]], ma puntando a raccogliere il consenso in ogni strato dell'elettorato.
[[File:Simbolo IdV.png|miniatura|Simbolo storico dell'IdV]]
 
Privo ancora di un'organizzazione stabile sul territorio nazionale, il movimento riesce a presentare candidati in quasi tutti i collegi uninominali per l'elezione di Camera e Senato, presentando la propria lista al di fuori di entrambi gli schieramenti della politica italiana.
 
Il risultato elettorale è sconfortante, in quanto per pochissimi voti IdV non riesce a superare la quota di sbarramento del 4% per accedere al riparto dei seggi in sede proporzionale: i voti raccolti sono 1,5 milioni per una percentuale del 3,9.
 
Viene eletto un solo senatore in un collegio della [[Lombardia]], [[Valerio Carrara]], che, immediatamente lascia tuttavia l'IdV per aderire al Gruppo Misto e poi a [[Forza Italia]]<ref>[http://www.repubblica.it/online/politica/camere/camere/carrara/carrara.html?ref=search Da Di Pietro al Polo Carrara, il primo ribaltonista - la Repubblica, 30 maggio 2001]</ref>.
 
=== Il radicamento e la svolta del Palavobis ===
Il dopo-elezioni costituisce la fase di radicamento sul territorio: IdV, priva di rappresentanze istituzionali e parlamentari, ma con un discreto consenso elettorale, comincia ad organizzare i suoi coordinamenti politici nelle principali città e nelle province italiane.
 
Tra l'altro, IdV (insieme a [[Rifondazione Comunista]], che hanno deciso di competere solitariamente), viene accusata di essere tra le ragioni della sconfitta dell'[[l'Ulivo|Ulivo]].
 
I movimenti e i partiti anti-berlusconiani si ricompattano: il gelo tra IdV e la coalizione di [[centrosinistra italiano|centrosinistra]] comincia a venir meno a partire dal [[2002]] e, intanto, il 23 febbraio, insieme ad altri movimenti e alla rivista "Micromega", nel decimo anniversario di "Mani Pulite", IdV organizza al Palavobis di [[Milano]] un incontro per criticare le prime leggi del governo di [[centrodestra italiano|centrodestra]]. Antonio Di Pietro urla con un megafono: "Abbiamo formato una nuova casa dei diritti e della solidarietà. Chi ci sta alle nostre proposte può venire con noi". E lancia l'invito a "resistere, resistere, resistere", citando le parole di [[Francesco Saverio Borrelli]].
 
Il 21 e 22 giugno [[2002]] si svolgono gli stati generali del partito e viene fondato il giornale ufficiale, dal titolo ''Orizzonti Nuovi''. La manifestazione si svolge a [[Bellaria-Igea Marina|Bellaria]] ([[provincia di Rimini|RN]]). Intanto il partito si impegna nella raccolta delle firme per il referendum sull'abolizione del cosiddetto "[[Lodo Schifani]]" (definita anche legge "blocca-processi"), additato quale artificio per impedire lo svolgimento dei processi in corso a carico di [[Silvio Berlusconi]] da parte dei giudici della [[Procura della Repubblica (ordinamento italiano)|Procura]] di [[Milano]].
 
Il referendum, comunque, non avrà luogo a seguito dell'intervento della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale]] che il 13 gennaio [[2004]] caducherà la norma per vizio di costituzionalità.
 
=== I girotondi e la "nuova" lista unitaria ===
Il 10 e 11 gennaio [[2003]] si svolge l'assemblea generale dei "girotondi", la pratica lanciata dal regista [[Nanni Moretti]] per sollecitare la [[sinistra (politica)|sinistra]] a tornare ad essere competitiva. IdV vi partecipa convintamente, facendosi spazio nella coalizione e cominciando a partecipare in via ufficiale agli incontri di schieramento.
 
Di Pietro è favorevole alla proposta di Prodi (simile a quanto accaduto nel [[1999|'99]]) di presentare una lista unitaria nel segno dell'[[l'Ulivo|Ulivo]] per le [[elezioni europee del 2004]]. IdV è pronta per l'adesione alla lista [[Uniti nell'Ulivo]], ma al suo ingresso si oppongono i socialisti dello [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]] con il loro Segretario [[Enrico Boselli]], che non giudica IdV un soggetto [[riformismo|riformista]], tale da poter entrare nella federazione. Secondo Di Pietro, in realtà, alla base c'è ancora un risentimento per l'azione sgominatrice che ebbe, all'epoca, [[Mani pulite]] nei confronti dei socialisti.
 
Chiuso il capitolo unitario, IdV tiene aperto il dialogo con la società civile e raggiunge un'intesa con [[Achille Occhetto]], dando vita alla ''Lista Di Pietro - Occhetto - Società Civile''<ref>[http://web.archive.org/web/20040404191027/www.antoniodipietro.it/new/occhetto.php CARTA DI INTENTI DELLA LISTA DI PIETRO-OCCHETTO-SOCIETÀ CIVILE]</ref> (che inizialmente conteneva anche l'iscrizione «per il nuovo Ulivo»<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/25/gabbiano_ramoscello_Ulivo_nel_simbolo_co_9_040225016.shtml Un gabbiano e il ramoscello d'Ulivo nel simbolo di Occhetto e Di Pietro]</ref>, bloccata due mesi dopo circa dai partiti di [[Uniti nell'Ulivo]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/04/16/il-listone-diffida-di-pietro-ci-ha.html Il listone diffida Di Pietro Ci ha copiato il simbolo]</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/04/17/ulivo-stop-alla-lite-sul-simbolo.144ulivo.html Ulivo, stop alla lite sul simbolo]</ref>). Occhetto, infatti, aveva abbandonato i [[Democratici di Sinistra]] non condividendo l'impostazione della lista unitaria e il progetto del grande partito riformista.
 
La lista raccoglie il 2,1% dei voti con l'elezione di due deputati europei, Di Pietro e Occhetto. Quest'ultimo, però, decide di lasciare il seggio in favore di [[Giulietto Chiesa]], abbandonando definitivamente il progetto e sciogliendo, così, l'intesa. Occhetto torna però a sedere nell'europarlamento all'indomani delle elezioni politiche del 2006 in seguito alle quali Di Pietro entra nel Parlamento italiano e si dimette da Strasburgo. I due europarlamentari eletti (Chiesa e Occhetto) non appartengono a IdV e sono iscritti al gruppo socialista europeo.
 
=== Le primarie del centrosinistra ===
IdV torna quella di sempre, con il suo unico leader storico, che, tuttavia, elimina dal simbolo la denominazione predominante di ''Lista Di Pietro'' e mette in risalto il titolo ''Italia dei Valori'', lasciando al nome del suo fondatore un riferimento meno marcato.
 
Alle [[elezioni regionali del 2005]] IdV è parte integrante della nuova coalizione dell'[[l'Unione|Unione]] e si aggira sulla media nazionale dell'1,4%, superando il 2% soltanto in [[Abruzzo]] e [[Basilicata]]. Fra tutte le 14 regioni chiamate al voto (in 12 delle quali l'[[L'Unione|Unione]] è risultata vittoriosa), le viene concesso soltanto un assessorato regionale, in [[Calabria]], occupato da [[Beniamino Donnici]], che presto fonderà una corrente interna in aperta polemica con Di Pietro e, più tardi, verrà espulso dal partito, dando vita ad un nuovo movimento denominato ''Partecipazione''.
 
[[Romano Prodi]], leader della coalizione, rilancia, nel frattempo, l'organizzazione di [[elezioni primarie]] per scegliere il candidato premier del[[l'Unione]]. Di Pietro raccoglie la proposta e si presenta all'appuntamento del 16 ottobre [[2005]], nel quale deve confrontarsi con altri sei candidati: il risultato raggiunto è del 3,3%, alle spalle di [[Romano Prodi]], [[Fausto Bertinotti]] e [[Clemente Mastella]].
 
=== Politiche 2006 nell'Unione: Di Pietro Ministro ===
Negli ultimi tre anni vi è un intensificarsi dell'attività dei dipartimenti tematici di IdV, guidati da [[Giorgio Calò]]. In questa ottica emerge anche una ''nuova'' vocazione di IdV nel campo dell'[[energia]] e dell'[[ambiente naturale|ambiente]], settore guidato da [[Giuseppe Vatinno]].
 
In vista delle [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche del 2006]] ed in seguito all'approvazione della nuova legge elettorale proporzionale, IdV modifica il suo simbolo, ora composto dall'epigrafe ''Di Pietro'' in rilievo. Il partito si impegna a correre con il proprio simbolo, sia alla Camera che al Senato, nell'alleanza di [[centrosinistra]] dell'[[l'Unione|Unione]] guidata da [[Romano Prodi]]. Con lo sbarramento al 2% alla Camera ed al 3% al Senato, Di Pietro cerca di stringere alleanze con piccoli movimenti, partiti e personalità presenti a livello locale, ma capaci di raccogliere consensi utili:
* il 31 gennaio [[2006]] viene formalizzato un accordo in base al quale la [[Liberaldemocratici (disambigua)|Federazione dei Liberaldemocratici]] di [[Marco Marsili]] appoggerà IdV e schiererà alcuni suoi candidati in tali liste, in nome della comune appartenenza al gruppo europeo dell'[[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa]]<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/03/27/Politica/SCUOLA-MARSILI-IDV-SU-MUSICA-MORATTI-SBAGLIA-E-PRODI-HA-RAGIONE_143800.php adnkronos - Marco Marsili, segretario nazionale della Federazione dei liberaldemocratici, candidato alla Camera in tutta la Lombardia e in Veneto nella lista dell’Italia dei valori]</ref>.
* Il 22 febbraio viene formalizzato l'accordo con i [[Repubblicani per l'Unione]], coordinamento composto dai [[Repubblicani Democratici]] di [[Giuseppe Ossorio]] e da [[Democrazia Repubblicana]], per la candidatura di propri esponenti nelle liste dell'Italia dei Valori<ref>http://www.lombardia.antoniodipietro.it/AGENZIE/Agenzie_02_06.htm</ref>.
* Aderisce a IdV il movimento [[Cristiano Democratici Europei]] con il suo leader [[Stefano Pedica]].
* Si schiera con Di Pietro anche il presidente dell'associazione [[Italiani nel Mondo]] [[Sergio De Gregorio]] (ex socialista, per dieci anni esponente campano di [[Forza Italia]] e poi della [[Democrazia Cristiana per le Autonomie]]) ed il simbolo ''Italiani nel mondo'' sarà inserito nel simbolo di IdV per le elezioni nelle circoscrizioni estere.
* In seguito a una rottura con [[La Margherita]], aderisce all'IdV anche [[Leoluca Orlando]], ex sindaco di [[Palermo]] e già leader del movimento [[La Rete]], ed altri esponenti siciliani a lui vicini.
* Poco prima delle elezioni confluiscono nel movimento anche alcuni dissidenti dell'[[Unione Democratici per l'Europa|Udeur]], come [[Tancredi Cimmino]], [[Pino Pisicchio]], [[Egidio Enrico Pedrini]], [[Cristina Matranga]] e l'ex assessore regionale calabrese di centrodestra [[Aurelio Misiti]].
* Aderisce al movimento anche la presidente della [[Federcasalinghe]] [[Federica Rossi Gasparrini]].
* Viene candidata al Senato l'attrice [[Franca Rame]], moglie di [[Dario Fo]].
* Viene offerta la candidatura anche a [[Beppe Grillo]], legato a Di Pietro da amicizia e da un comune sentire, che però declina l'offerta. Durante la campagna elettorale però Di Pietro partecipa ad alcune iniziative, come [[Parlamento pulito]]<ref>[http://www.beppegrillo.it/condannati_parlamento.php Blog di Beppe Grillo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e [[Le Primarie dei Cittadini]]<ref>[http://www.beppegrillo.it/primarie_dei_cittadini/index.html Blog di Beppe Grillo - Archivio: Primarie dei Cittadini<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, dove testimonia simpatia per lo strumento del Blog e della democrazia diretta. In seguito decide di aprire un suo blog dove esprimere le proprie idee e i valori che il partito intende trasmettere con la partecipazione del pubblico.
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 2006|elezioni]] il centrosinistra vince per poche decine di migliaia di voti alla [[Camera dei deputati]], dove ottiene il 49,81% dei consensi contro il 49,74% della CdL; al [[Senato della Repubblica|Senato]] si rivela determinante il voto della circoscrizione Estero, che consente all'Unione, pur avendo conseguito meno voti della CdL, di ottenere due seggi in più. La lista di Italia dei Valori raccoglie 877&nbsp;000 voti, il 2,3%, alla Camera ed un risultato ancora maggiore, 986&nbsp;000 voti ed il 2,9%, al Senato, eleggendo così 17 deputati, a cui se ne aggiunsero tre che erano stati eletti per un accordo elettorale nelle liste dell'[[L'Ulivo|Ulivo]], e cinque senatori. Quest'ultimi aderiscono al Gruppo Misto, alla cui presidenza viene eletto [[Aniello Formisano]]; alla Camera invece l'IdV forma un gruppo autonomo con [[Massimo Donadi]] come presidente.
 
[[Antonio Di Pietro]] viene nominato [[Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti|Ministro delle Infrastrutture]] nel [[Governo Prodi II]]; [[Luigi Li Gotti]] e [[Giorgio Calò]] entrano nella squadra di governo, in qualità di sottosegretari alla giustizia ed alle comunicazioni. [[Leoluca Orlando]] diviene il nuovo portavoce del partito.
 
=== Il dopo elezioni: defezioni e malumori nella maggioranza ===
Pochi giorni dopo l'insediamento del Senato, dove la maggioranza può contare su due seggi di vantaggio sul centrodestra, in occasione dell'elezione dei presidenti di commissione l'Unione va sotto nella Commissione Difesa: al posto della candidata ufficiale [[Lidia Menapace]] di [[Partito della Rifondazione Comunista|Rifondazione]] viene eletto con il sostegno del centrodestra l'esponente del partito di Di Pietro [[Sergio De Gregorio]], già esponente campano di [[Forza Italia]]. De Gregorio, contro le indicazioni del suo stesso partito, accetta l'incarico ma, in seguito a questo fatto, viene sospeso dall'incarico di direttore del giornale dell'IdV.
 
Nel luglio del [[2006]] scoppia una polemica all'interno della coalizione di governo che vede protagonista l'Italia dei Valori ed il suo leader Di Pietro, contrari all'approvazione di un provvedimento di [[indulto]], sostenuto, invece, in maniera trasversale da esponenti e partiti di entrambi gli schieramenti. Tale indulto avrebbe effetti su circa 12&nbsp;000 carcerati. Di Pietro manifesta davanti a [[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]] prima dell'approvazione del provvedimento al Senato, insieme alla [[Lega Nord]], anch'essa contraria.
In seguito Di Pietro sostenne:
{{Citazione|È sconcertante, davvero sconcertante, vedere l'Unione rinnegare nei fatti, con questo indulto, il programma che ha presentato ai cittadini e per cui è stata eletta. Il cittadino conta meno di zero, non può scegliere i suoi rappresentanti ''(con riferimento alla legge elettorale senza preferenze, ndr)'' e neppure vedere rispettato il programma di governo. A cosa serve l'istituzione parlamentare oggi? Quanto è lontana dagli elettori? È una domanda che noi politici dobbiamo farci e alla quale è necessario dare presto delle risposte.}}
 
La richiesta avanzata da Di Pietro, ma non accolta, era quella di escludere dall'indulto i reati finanziari, societari e di corruzione. Ha votato a favore dell'indulto, però, anche la deputata di IdV [[Federica Rossi Gasparrini]], esponente di Federcasalinghe, ed al Senato si è distinto ancora il senatore [[Sergio De Gregorio]], che si è astenuto anziché votare contro.
 
Il 7 settembre [[2006]] il senatore [[Sergio De Gregorio|De Gregiorio]] annuncia ufficialmente di abbandonare l'IdV e di voler costituire una componente autonoma nel gruppo misto del Senato, senza passare al centrodestra, ma favorevole a una grande coalizione tra i due poli. Pochi giorni dopo, il 14 settembre, anche la deputata [[Federica Rossi Gasparrini]] dichiara di non riconoscersi più nel movimento. De Gregorio e Rossi Gasparrini costituiscono nel settembre 2006 il movimento politico [[Italiani nel Mondo]], anche se successivamente Rossi Gasparrini aderisce all'[[UDEUR]].
 
Nel settembre [[2007]] il movimento [[Repubblicani Democratici]] di [[Giuseppe Ossorio]] rescinde l'accordo federale per aderire al nascente [[Partito Democratico]] ed il deputato [[Salvatore Raiti]], proveniente da [[La Rete]], lascia il gruppo e aderisce al gruppo del [[Partito Democratico]].
 
Nell'ottobre [[2007]] la senatrice [[Franca Rame]] si dimette dalla componente IdV del gruppo misto al Senato, in quanto non condivide alcune scelte del suo gruppo, in particolare quella di non votare a favore dello scioglimento della società per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina.
 
Sempre nell'ottobre [[2007]], l'IdV prende un'altra decisione in contrasto con la maggioranza che sostiene il [[Governo Prodi II|governo Prodi]]: insieme all'opposizione e all'[[Popolari UDEUR|UDEUR]] di [[Clemente Mastella|Mastella]], vota contro l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare che indaghi sui [[Fatti del G8 di Genova|crimini commessi dalla polizia durante il G8 di Genova]]<ref name="commissione_g8">{{Cita news|url = http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_30/commissione_inchiesta_g8.shtml|titolo = No alla commissione d'inchiesta sul G8|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]|giorno = 31|mese = 10|anno = 2007|accesso=13 novembre 2008}}</ref>: A giudizio di Di Pietro sarebbe stato altrettanto importante indagare sui manifestanti, ed era quindi a suo avviso un errore istituire una commissione che avesse indagato soltanto sulle atrocità commesse dalle forze dell'ordine<ref name="commissione_g8" />. L'opposizione, per bocca di [[Maurizio Ronconi]] dell'[[Unione dei Democratici Cristiani e di Centro|UDC]], sosterrà che con questo voto ''viene certificata la crisi della maggioranza, contraddicendo un punto importante del programma dell'Ulivo''<ref name="commissione_g8" />.
 
In seguito, dopo le critiche a tale decisione, tra cui quella di [[Marco Travaglio]]<ref>[http://www.antoniodipietro.com/lettera%20Travaglio.pdf Quo vadis, Tonino?] Lettera di Marco Travaglio ad Antonio Di Pietro, pubblicata dall'[[L'Unità|Unità]].</ref>, Di Pietro ammetterà di avere ''sbagliato nel comunicare male e tardi'' quelle che ritiene essere ''buone ragioni di merito''<ref>{{Cita news|url = http://www.corriere.it/politica/07_novembre_02/dipietro_unita.shtml|titolo = Lettera all'Unità dopo no alla commissione sui fatti di genova|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]|giorno = 2|mese = 11|anno = 2007|accesso=13 novembre 2008}}</ref>.
 
=== Politiche 2008 col PD: all'opposizione di Berlusconi ===
[[File:Antonio Di Pietro.jpg|thumb|Da sinistra: [[Massimo Donadi|Donadi]], [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] e [[Felice Belisario|Belisario]] al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]] al termine delle consultazioni (7 maggio [[2008]])]]
 
Subito dopo la caduta dell'ultimo governo Prodi, e la decisione da parte del Presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]] di indire le elezioni anticipate dopo il fallimento dell'incarico esplorativo offerto al Presidente del Senato uscente, [[Franco Marini]], Di Pietro decide di accettare l'alleanza col [[Partito Democratico]] di [[Walter Veltroni|Veltroni]]; con esso infatti, l'IdV in campagna elettorale dichiarò la propria intenzione di costituire un gruppo unico in [[Parlamento]]<ref>{{Cita news
|url = http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_13/pd_radicali_idv_7c66e1ca-da17-11dc-be67-0003ba99c667.shtml
|titolo = Di Pietro: «Fatto l'accordo con il Pd»
|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]
|giorno = 13
|mese = 2
|anno = 2008
|accesso=13 novembre 2008
}}</ref>, impegno che dopo il voto viene però ritrattato<ref>{{Cita news
|url = http://www.corriere.it/politica/08_aprile_17/dipietro_santoro_64fae6e8-0c90-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml
|titolo = Gruppo unico col Pd, Di Pietro frena
|pubblicazione = [[Corriere della Sera]]
|giorno = 18
|mese = 4
|anno = 2008
|accesso=13 novembre 2008
}}</ref>. In tali [[Elezioni politiche italiane del 2008|elezioni]], celebrate il 13-14 aprile, il partito di Di Pietro ha ottenuto il 4,37%<ref>{{cita web|url=http://politiche.interno.it/politiche/camera080413/C000000000.htm|titolo=Ministero dell'Interno - Elezione della Camera dei Deputati del 13 - 14 aprile 2008|accesso=15 aprile 2008}}</ref> alla [[Camera dei Deputati|Camera]] e il 4,31%<ref>{{cita web|url=http://politiche.interno.it/politiche/senato080413/S000000000.htm|titolo=Ministero dell'Interno - Elezione del Senato della Repubblica del 13 - 14 aprile 2008|accesso=15 aprile 2008}}</ref> al [[Senato della Repubblica|Senato]], con l'elezione di 28 deputati (più 1 deputato eletto all'estero) e 14 senatori candidati nelle liste del partito, miglior risultato di sempre. Fra i nuovi eletti spicca la presenza di [[Jean-Léonard Touadì]], ex giornalista RAI (nato in Congo-Brazzaville), che a seguito della contestata manifestazione di Piazza Navona dell'8 luglio 2008, abbandonerà l'IdV, per ritornare al Partito Democratico.
 
Il risultato è stato particolarmente positivo in [[Molise]] (la regione natale di Di Pietro, che qui sceglie di essere eletto come deputato): infatti il partito ha raggiunto, sia alla camera che al senato circa il 27% delle preferenze.
 
I deputati e i senatori dell'Italia dei Valori risultano attualmente i più presenti e impegnati nell'attività parlamentare se si considerano i parametri delle iniziative legislative e ispettive, delle relazioni ai progetti di legge, degli interventi in aula o in commissione e delle presenze alle votazioni<ref name=autogenerato1>[http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/presenze-parlamentari/presenze-parlamentari/presenze-parlamentari.html Parlamento, la classifica dei fannulloni, i più inefficienti sono sui banchi della destra. ''La Repubblica, 16 giugno 2009'']</ref>; il dato risulta invece invertito se si considera il solo parametro delle presenze alle votazioni<ref>[http://www.corriere.it/politica/08_novembre_18/presenze_aula_camera_eaea2a48-b578-11dd-b2ce-00144f02aabc.shtml Fonte: ''Corriere della Sera'']</ref>, e la ragione di ciò è da ricercarsi nel fatto che nel corso dell'attuale legislatura il Parlamento risulta chiamato quasi esclusivamente a ratificare iniziative o decreti di provenienza governativa<ref name=autogenerato1 />.
 
=== Le regionali dell'inverno 2008-2009 ===
A seguito delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto il [[Presidenti dell'Abruzzo|presidente della regione Abruzzo]], il [[Partito Democratico|democratico]] [[Ottaviano Del Turco]], il 14 ed il 15 dicembre [[2008]] si sono svolte le [[Elezioni regionali in Abruzzo del 2008|elezioni regionali abruzzesi anticipate]]. Per sfidare il dimissionario sindaco di [[Teramo]] [[Giovanni Chiodi]] del [[Il Popolo della Libertà|PdL]], l'Italia dei Valori, durante la Festa nazionale del partito, propone il nome di [[Carlo Costantini]], proprio deputato dell'attuale legislatura, che viene appoggiato anche dal PD e da tutti i partiti della vecchia [[L'Unione|Unione]]. L'Italia dei Valori raggiunge il suo massimo storico nella Regione con il 15,0% delle preferenze, sei volte in più delle precedenti elezioni regionali, tuttavia [[Carlo Costantini|Costantini]] viene battuto da [[Giovanni Chiodi|Chiodi]].
 
In occasione delle [[Elezioni regionali in Trentino-Alto Adige del 2008|elezioni regionali in Trentino-Alto Adige del 26 ottobre 2008]], il partito si schiera col [[centro-sinistra]] ed elegge un consigliere nella [[Provincia autonoma di Trento|Provincia di Trento]].
 
Alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2009|regionali in Sardegna del 15 e 16 febbraio 2009]] il candidato del [[centro-sinistra]] [[Renato Soru]] non viene rieletto, ma l'Italia dei Valori ha quadruplicato il proprio consenso di voti e quintuplicato quello percentuale, passando dalle 8.558 preferenze del 2004 col 1,0%<ref>http://www.comunisti-italiani.it/modules/Downloads/data/elezioni/consultazione_dati/regionali/sardegna2004/sardegna.pdf</ref> alle 34.277 del 2009 col 5,2%<ref>[http://www.repubblica.it/speciale/2009/elezioni-regionali/sardegna.html Speciale elezioni 2008 - Elezioni Regionali - Sardegna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
=== Le europee 2009 ===
In seguito a questi risultati e nell'avvicinarsi del voto delle [[Elezioni europee del 2009 (Italia)|Europee del 2009]], Di Pietro ha dichiarato che in caso di una buona affermazione dell'IdV avrebbe cancellato il suo cognome dal simbolo del partito, per «costruire una cosa più larga, più utile, che prescinda dall'identità di una sola persona, e che serve a rappresentare qualcosa di più importante», aggiungendo che «serve un grande partito progressista che sostenga una proposta di governo credibile», «il grande partito che al Pd non è riuscito»<ref>[http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=347028 Di Pietro: "Farò io il grande partito che sostituirà i Democratici" - Interni - ilGiornale.it del 28-04-2009<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Durante le elezioni europee il partito conferma il progresso elettorale iniziato con le politiche dell'anno precedente: si registra infatti un sostanziale raddoppio di voti su base nazionale rispetto al 4,37% ottenuto alla Camera alle [[Elezioni politiche italiane del 2008]], ottenendo il 7,98%, che diventa 8% pieno considerando anche i voti dei cittadini italiani residenti all'estero. Tale risultato, che è di quattro volte superiore rispetto ai voti delle europee del 2004, permette l'elezione di sette europarlamentari: due nella circoscrizione Nord-Ovest, uno nella circoscrizione Nord-Est, uno nella circoscrizione Centrale, due nella circoscrizione Sud ed uno nella circoscrizione Isole.
 
[[Luigi De Magistris]], che insieme ad [[Antonio Di Pietro]] ed a [[Sonia Alfano]] era candidato in tutte le circoscrizioni, risulta eletto in quattro delle cinque circoscrizioni, seguito dallo stesso Di Pietro eletto in tre.
 
Di Pietro decide di mantenere l'incarico di deputato ed alla fine i deputati eletti sono: De Magistris che opta per il seggio dell'Italia Orientale, [[Sonia Alfano]] che opta per il seggio dell'Italia Nord-Occidentale, il filosofo [[Gianni Vattimo]] nel Nord-Ovest, [[Niccolò Rinaldi]] nell'Italia Centrale, [[Vincenzo Iovine]] e [[Giuseppe Arlacchi]] nell'Italia Meridionale e [[Giommaria Uggias]] nella circoscrizione dell'Italia Insulare<ref>[http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=E&dtel=07/06/2009&tpa=Y&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S ::: Ministero dell'Interno ::: Archivio Storico delle Elezioni - Europee del 7 giugno 2009<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
All'indomani dei risultati del voto delle Europee, il leader dell'Italia dei Valori ha annunciato che nell'esecutivo nazionale convocato per il successivo 22 giugno «spersonalizzeremo totalmente il partito togliendo il nome del suo fondatore dal simbolo». Tale intento dichiarato non si è tuttavia concretizzato nei tempi annunciati.
 
Il 2009 per il partito è però anche l'anno di numerose defezioni, soprattutto alla Camera dei deputati, dopo l'abbandono del deputato [[Jean-Léonard Touadì]] avvenuto l'anno precedente. Infatti, il 7 gennaio 2009 il deputato [[Americo Porfidia]], dopo aver appreso di essere coinvolto in un'inchiesta sulla criminalità organizzata ed essersi autosospeso dal partito il 30 dicembre 2008, lascia ufficialmente il gruppo alla Camera, passando al [[Gruppo Misto]] e successivamente a [[Noi Sud]]<ref>{{cita news|url=http://www.casertanews.it/public/articoli/200812/art_20081230084841.htm|titolo=Americo Porfidia si autosospende dal partito di Di Pietro|pubblicazione=[[Caserta News]]|giorno=30|mese=12|anno=2008|accesso=13 gennaio 2012}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-10-12/porfidia-record-licenze-voti-085428.shtml?uuid=AYAARBZC|titolo=Porfidia, l'ex Idv con il record di licenze e voti|pubblicazione=[[Il Sole 24 Ore]]|giorno=30|mese=12|anno=2008|accesso=13 gennaio 2012}}</ref>. Il 29 luglio dello stesso anno è poi la volta di [[Giuseppe Giulietti]]<ref>[http://www.articolo21.info/1124/news/ultimora-giulietti-lascia-gruppo-idv-alla.html Articolo21.info: Articolo 21 - News ULTIM'ORA: Giulietti lascia gruppo Idv alla Camera. "Nessuna polemica, decisione presa da tempo in completo accordo con Di Pietro"]</ref> e il 9 novembre di [[Pino Pisicchio]] e [[Aurelio Salvatore Misiti]]; il primo abbandona perché a suo giudizio il partito aveva inaugurato una politica troppo spostata verso l'antagonismo radicale.
 
Anche al Senato il partito perde due parlamentari: sempre il 9 novembre abbandona il gruppo [[Giuseppe Astore]], non condividendo il fatto che Di Pietro, a suo dire, abbia accolto nel movimento vari avversari politici alle ultime consultazioni che ''hanno avversato il partito e sono stati anche sonoramente bocciati dall'elettorato''<ref>[http://www.periodicoilgrillo.com/e_view.asp?E=1000 Molise, esodo da Italia dei Valori - Molise - Periodico Il Grillo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, mentre il 23 novembre lascia [[Giacinto Russo]].
 
=== Il congresso del 2010 ===
Dal 5 al 7 febbraio [[2010]] viene celebrato il primo congresso nazionale del partito.
 
[[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] propone una nuova struttura del partito, dato che l'allora Statuto era stato votato e pensato per una piccola formazione politica e inadeguato per le dimensioni elettorali raggiunte.
 
Vengono presentate due candidature alla presidenza del partito: lo stesso [[Antonio Di Pietro]] e il parlamentare campano [[Francesco Barbato]]<ref>[http://www.repubblica.it/politica/2010/02/05/news/congresso-idv-2197279/ Di Pietro: "L'Idv è diventata maggiorenne e adesso sogno la fusione col Pd" - la Repubblica, 5 febbraio 2010]</ref>. Quest'ultimo però dopo aver raccolto le firme dei nominativi a supporto della sua candidatura "alternativa", rinuncia inaspettatamente alla corsa e [[Antonio Di Pietro]] viene confermato presidente.
 
=== Elezioni regionali 2010 ===
In occasione delle [[Elezioni regionali italiane del 2010|elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010]], il partito decide di appoggiare i candidati di [[centro-sinistra]] in tutte le regioni italiane chiamate al voto, ad eccezione della [[Calabria]], dove, insieme alla [[Lista Bonino Pannella]], decide di appoggiare l'imprenditore [[Pippo Callipo]]<ref>[http://massimilianofalduto.nousws.it/elezioni-regionali-2010-in-calabria/ Calabria : chi vince le Elezioni regionali 2010<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Alle elezioni il partito quasi quadruplica i suoi consensi rispetto al [[Elezioni regionali italiane del 2005|2005]], crescendo in tutte le regioni, particolarmente in [[Toscana]] e nel [[Lazio]]<ref>{{cita pubblicazione | titolo = Elezioni regionali 2010 Chi ha vinto, chi ha perso, di quanto e dove? | editore = Istituto Carlo Cattaneo | anno =2010| accesso = 8 luglio 2013}}</ref>, ed ottenendo ben il 9,93 ed eleggendo tre consiglieri regionali in [[Elezioni regionali in Basilicata del 2010|Basilicata]].
 
=== Nuovi abbandoni ===
Sempre nel 2010, dopo che il [[Governo Berlusconi IV]] si era ridotto con i numeri, soprattutto alla Camera dei deputati dopo aver consumato la scissione con il cofondatore del [[Popolo della Libertà]] e Presidente della Camera [[Gianfranco Fini]], rischiando di conseguenza di andare sotto in occasione della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni il 14 dicembre, il partito subisce altri due abbandoni, questa volta dei deputati [[Antonio Razzi]] e [[Domenico Scilipoti]]<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/la-fiducia/notizie/trocino_rissa_transfughi_04f23c1c-0443-11e0-b06d-00144f02aabc.shtml|titolo=Rissa sui ''transfughi''.Razzi lascia l'Idv|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=10|mese=12|anno=2010|accesso=13 gennaio 2012}}</ref>; Razzi aderisce a [[Noi Sud]], mentre Scilipoti, insieme ai due ex del Partito Democratico e di [[Alleanza per l'Italia]] [[Massimo Calearo Ciman]] e [[Bruno Cesario]], dà vita ad un proprio movimento denominato [[Movimento di Responsabilità Nazionale]]. Entrambi votano a favore della fiducia al Governo Berlusconi, risultando anche determinanti. Tali abbandoni, anche alla luce dell'influenza sul risultato della mozione del 14 dicembre, sono stati molto criticati da Antonio Di Pietro, il quale ha denunciato una presunta compravendita e corruzione di parlamentari da parte di [[Silvio Berlusconi]] e del suo governo, chiedendo l'intervento della magistratura<ref>{{Cita news|url=http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/12/11/news/di_pietro_fa_il_bunga_bunga_al_premier_anche_noi_vittime_di_razzi_e_scilipoti-10062957/|titolo= Di Pietro fa il bunga bunga al premier "Anche noi vittime di Razzi e Scilipoti |pubblicazione=[[La Repubblica]] |data=11 dicembre 2010|accesso=13 gennaio 2012}}</ref>.
Sull'onda dello scalpore suscitato dal fatto, all'interno del partito si sviluppa un dibattito sui metodi seguiti da Di Pietro per la scelta dei candidati alle elezioni: importanti personalità dell'Idv come [[Sonia Alfano]] e [[Luigi De Magistris]] scrivono una lettera pubblica per affrontare la questione morale all'interno del partito guidato da Di Pietro<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/22/idv-de-magistris-con-alfano-e-cavalli-scrivono-a-di-pietro-affrontare-la-questione-morale-interna/83319/ Idv, De Magistris con Alfano e Cavalli scrivono a Di Pietro: “Affrontare la questione morale” – Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Alcuni mesi dopo, la stessa Alfano denuncia l'avvenuta espulsione dal partito decretata a suo danno<ref>[http://www.soniaalfano.it/2012/05/24/vi-racconto-la-storia-del-mio-allontanamento-da-italia-dei-valori/ Vi racconto la storia del mio “allontanamento” da Italia dei Valori | Sonia Alfano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Il 10 luglio del 2012 Giuseppe Vatinno è eletto alla Camera in sostituzione di Leoluca Orlando, ma si iscrive direttamente alla componente politica dell'ApI del Gruppo Misto dopo aver lasciato il partito di Di Pietro già nel 2010.
 
=== Le amministrative e i referendum del 2011 ===
In occasione delle [[elezioni amministrative italiane del 2011]], nelle quali il [[centro-sinistra]] si aggiudica tutti i comuni capoluogo più importanti, insieme a sette province su dodici, il partito consegue un'altra importantissima affermazione elettorale al comune di [[Napoli]]. Qui il [[centro-sinistra]] infatti si era presentato diviso: il [[Partito Democratico]] insieme a [[Sinistra Ecologia Libertà]], dopo l'annullamento delle primarie, aveva deciso di candidare il prefetto [[Mario Morcone]], mentre l'IdV aveva presentato l'europarlamentare ed ex magistrato [[Luigi De Magistris]], appoggiato anche dalla [[Federazione della Sinistra]]. Proprio De Magistris diventa sindaco di Napoli, superando il candidato del PD al primo turno e sconfiggendo al ballottaggio del 29 e 30 maggio 2011 il candidato del [[Popolo della Libertà]] [[Gianni Lettieri]], con il 65,4% dei consensi. Dopo la vittoria De Magistris decide di optare per la carica di primo cittadino del comune partenopeo, dimettendosi così da eurodeputato.
 
Il partito nel [[2010]] si era fatto promotore di quattro referendum abrogativi: uno sulle forme di gestione e procedure di affidamento in materia di risorse idriche, uno sulla limitazione della gestione pubblica del servizio idrico, uno sulle [[energia nucleare|centrali per la produzione di energia nucleare]] ed uno sul [[legittimo impedimento|legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale]]. Nel gennaio [[2011]] la [[Corte Costituzionale]] ritiene ammissibili sono gli ultimi due ma l'IdV, in vista dei [[Referendum abrogativi del 2011 in Italia|quattro referendum abrogativi del 12 e 13 giugno 2011]], due dei quali da lei organizzati, si schiera per il sì a tutti e quattro i quesiti<ref>{{cita web|url=http://www.italiadeivalori.it/territorio/piemonte/4925-referendum-non-ce-piu-tempo-ora-e-ora|titolo=Referendum: 'Non c’è più tempo. Ora, è ora!'|data=19 maggio 2011|accesso=8 giugno 2013}}</ref>.
 
=== Caduta di Berlusconi, iniziale appoggio a Monti e poi all'opposizione ===
L'8 novembre [[2011]], dopo che la Camera aveva approvato con 308 voti a favore il [[Rendiconto generale dello Stato]], [[Silvio Berlusconi]] annuncia di rimettere il mandato al Capo dello Stato dopo l'approvazione della legge di stabilità<ref>{{Cita web|url = http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=12524|titolo = Il Presidente Napolitano ha ricevuto il Presidente del Consiglio dei Ministri, Berlusconi|editore = [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidenza della Repubblica Italiana]]|data = 8 novembre 2011|accesso = 18 novembre 2011}}</ref>. Le dimissioni vengono formalizzate il 12 novembre e il 13 novembre Di Pietro, dopo che per mesi il partito aveva invocato le elezioni anticipate come unica strada successiva al Governo Berlusconi IV, anche a causa della crisi economica, si dimostra disponibile ad un nuovo governo, purché esso sia nei fatti un governo tecnico, si faccia in tempi rapidi una nuova legge elettorale e si torni al più presto a votare, non appena superata l'emergenza<ref>{{Cita web|url =http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011/11/13/AOr6jpMB-adempiere_napolitano_responsabilita.shtml|titolo = Fine dell'era Berlusconi-Mario Monti:''Pronto ad adempiere al mio incarico con responsabilità|pubblicazione = [[Il Secolo XIX]]|data = 13 novembre 2011|accesso = 14 gennaio 2012}}</ref>. Nella serata del 13 novembre Giorgio Napolitano conferisce l'incarico di formare il nuovo governo a [[Mario Monti]], il quale quattro giorni prima, il 9 novembre, era stato nominato senatore a vita dallo stesso Napolitano<ref>{{Cita web|url =http://www.repubblica.it/politica/2011/11/09/news/mario_monti_nominato_senatore_a_vita_la_mossa_del_colle_nei_giorni_della_crisi-24745975/|titolo = Mario Monti nominato senatore a vita. La mossa del Colle, il via libera del premier|pubblicazione = [[La Repubblica]]|data = 9 novembre 2011|accesso = 14 gennaio 2012}}</ref>. Il 17 e il 18 novembre 2011 l'Italia dei Valori, insieme a tutti gli altri partiti presenti in Parlamento, ad eccezione della Lega Nord, schierata fin dall'inizio all'opposizione del nuovo governo, vota la fiducia al nuovo governo, prima al Senato e poi alla Camera.
 
Successivamente, in occasione dell'approvazione della nuova manovra varata dal governo, l'Italia dei Valori, insieme alle minoranze linguistiche, a [[Noi Sud]] e ad alcuni dissidenti del Popolo della Libertà, affianca la Lega Nord all'opposizione, in quanto secondo il partito ''la manovra è profondamente iniqua e fa pagare i pensionati e non le lobby finanziarie''<ref>[http://notizie.it.msn.com/topnews/idvmanovra-iniqua-costretti-a-no Idv,manovra iniqua, costretti a no - Notizie - MSN Italia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tale decisione provoca l'abbandono del deputato [[Renato Cambursano]], il quale, in dissenso dal suo gruppo, vota invece sì alla manovra, in quanto al momento non vedeva altre alternative per salvare l'Italia<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/22/anomalia-cambursano-parlamento-dissenso-idv-sulla-manovra/179351/|titolo=Anomalia Cambursano: via dal Parlamento per il dissenso con la 'sua' Idv sulla manovra|editore=[[Il Fatto Quotidiano]]|data=22 dicembre 2011|autore=Alessandro Madron|accesso=8 aprile 2013}}</ref>. La scelta di votare no è confermata anche al Senato il 22 dicembre 2011.
 
=== Le amministrative e regionali siciliane del 2012 ===
Nelle [[elezioni amministrative italiane del 2012]] l'IdV, nonostante le forti critiche nei confronti del [[Governo Monti]] e la maggioranza a suo sostegno composta da PdL, PD e UdC, decide di appoggiare i candidati del [[Partito Democratico]] costruendo, insieme a [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]] di [[Nichi Vendola]] ed a [[Rifondazione Comunista]], coalizioni di [[centro-sinistra]] che risultano vincenti nelle grandi città al voto. In alcuni centri, oltre alle forze della sinistra, la coalizione si allarga inglobando anche partiti moderati e centristi come l'[[Unione di Centro (2008)|Unione di Centro]] e [[Futuro e Libertà per l'Italia|FLI]].
 
Successo solitario dell'IdV invece a [[Palermo]]. Nel capoluogo siciliano il [[centro-sinistra]], trovata una convergenza sul nome di [[Rita Borsellino]], europarlamentare PD e sorella del [[Paolo Borsellino|giudice ucciso dalla mafia]], decide di sostenerla alle primarie per designare il candidato alla carica di Sindaco di Palermo. Tuttavia, nonostante la Borsellino fosse data favorita, le primarie sono vinte per pochi voti da [[Fabrizio Ferrandelli]], ex IdV. Di fronte a questo risultato l'IdV decide di non appoggiare Ferrandelli e di candidare il coordinatore nazionale dell'IdV [[Leoluca Orlando]], già sindaco di Palermo per tre mandati nei primi [[anni 1990|anni novanta]], che aveva rinunciato a candidarsi in sostegno della [[Rita Borsellino|Borsellino]]. Il 7 maggio [[Leoluca Orlando|Orlando]], sostenuto solo da IdV e dalla lista ''La Sinistra e gli ecologisti per Palermo'' che ingloba la [[Federazione della Sinistra]] e i Verdi, al primo turno ottiene il 47,4% conquistando il ballottaggio contro Ferrandelli, sostenuto da PD e SEL fermo al 17,3%, sconfiggendo il centrodestra che, pur avendo vinto nel [[2007]] già al primo turno con [[Diego Cammarata]] al 53,5% proprio contro Orlando al 45,2%, arriva terzo con il 12,6%<ref>{{Cita news|autore=Emanuele Lauria|url=http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/03/23/news/orlando_candidato_sindaco_palermo-32032826/|titolo=Orlando si candida a sindaco ma Sel sceglie Ferrandelli|pubblicazione=[[la Repubblica]] |data=23 marzo 2012|accesso=8 novembre 2012}}</ref>. Al ballottaggio [[Leoluca Orlando|Orlando]] viene rieletto per la quarta volta Sindaco di Palermo con il 72,43% dei consensi, strappando dopo dieci anni la città al centrodestra, e l'IdV riesce ad ottenere 30 consiglieri comunali su 50.
 
Il successo palermitano non si conferma tuttavua alle [[Elezioni regionali in Sicilia del 2012|elezioni regionali siciliane del 2012]], dove l'IdV si presenta assieme a [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]], [[Federazione dei Verdi|Verdi]] e [[Federazione della Sinistra]] ma senza allearsi col [[Partito Democratico|PD]], che preferisce l'alleanza con l'[[Unione di Centro (2008)|UdC]]. I dipietristi sostengono così la [[sindacalista]] [[CGIL]] [[Giovanna Marano]] in una coalizione di sinistra, ma l'alleanza non trae alcun beneficio: anche a causa anche dall'alto [[astensionismo]] nell'[[Sicilia|isola]], dove ha votato solo il 47,44% degli elettori, la candidata ottiene appena il 6% dei consensi e l'IdV resta fuori dall'[[Assemblea Regionale Siciliana]]. A differenza delle [[elezioni amministrative italiane del 2012|elezioni della primavera precedente]], il partito ottiene un risultato molto inferiore, il 3%, che il [[sindaco]] di [[Palermo]] [[Leoluca Orlando]] definirà come il segnale della ''morte dell'Italia dei Valori''<ref>{{cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/politica/articoli/1067005/orlando-idv-morta-come-gli-altri-partiti.shtml|titolo=Orlando: "L'Idv morta come gli altri partiti"|editore=[[TGcom24]]|data=1º novembre 2012|accesso=2 novembre 2012}}</ref>.
 
=== Gli scontri interni e la scissione di ''Diritti e Libertà'' ===
Ad ottobre [[2012]] all'interno dell'IdV si inaspriscono forti polemiche sulla nuova linea politica del partito e sul ruolo del leader e presidente dell'IdV [[Antonio Di Pietro]]. A capo della dissidenza interna si posiziona [[Massimo Donadi]], capogruppo del partito alla Camera, il quale critica duramente Di Pietro per aver dato una linea politica al partito spostata verso il [[Movimento 5 Stelle]] di [[Beppe Grillo]]: egli paventa l'ipotesi di scioglimento del partito al fine di creare una nuova lista alleata dei ''grillini'' con la conseguente e definitiva rimozione di IdV dall'alveo del [[centro-sinistra]] ed il rischio di ridurre il partito all'irrilevanza nel quadro politico nazionale. Inoltre Donadi critica una gestione troppo personalistica e padronale da parte del leader nella linea politica volta ad attacchi continui contro il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Giorgio Napolitano]], il Presidente del Consiglio [[Mario Monti]] e gli alleati del [[Partito Democratico]], nonché nella gestione economica e finanziaria dei beni del partito<ref>[http://www.corriere.it/politica/12_novembre_02/donadi-dipietro-rottura_10c385d6-24db-11e2-974b-22431e7be0ba.shtml Venti di scissione, bufera nell'Idv E sul blog Di Pietro «spiega» le case dei figli - Corriere della Sera, 2 novembre 2012]</ref>.
 
Il 5 novembre Donadi rassegna le sue dimissioni da Capogruppo dell'IdV alla Camera dopo che la notizia che la maggioranza del gruppo alla Camera vicino al leader Di Pietro era pronto a sfiduciarlo a causa delle sue critiche<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/politica/2012/11/05/news/idv_donadi_sfiduciato_da_capogruppo_borghesi_in_pole_per_la_successione-45969391/|titolo=Idv, Donadi si dimette da capogruppo. Borghesi in pole per la successione|data=5 novembre 2012|accesso=8 novembre 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/05/idv-donadi-si-dimette-da-capogruppo-alla-camera-sono-sereno/404357/|titolo=Idv, Donadi si dimette da capogruppo alla Camera:"Sono sereno"|data=5 novembre 2012|accesso=8 novembre 2012}}</ref>. L'8 novembre, dopo una riunione dei gruppi congiunti IdV di Camera e Senato, che ha ribadito pieno sostegno alla linea politica del leader del partito [[Antonio Di Pietro]] messa duramente in discussione dallo stesso ex capogruppo Donadi, il Deputato e Coordinatore regionale dell'IdV in Campania [[Aniello Formisano]] rassegna le sue dimissioni da tutti gli incarichi del partito e del gruppo parlamentare per formare un nuovo soggetto politico che avrà come interlocutore un ''centrosinistra moderato''<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/politica/12_novembre_08/idv-donadi-formisano_91d4f8d6-298f-11e2-b082-5e60eba3a55f.shtml|titolo=Donadi e Formisano lasciano l'Idv"Di Pietro ha tradito il progetto"|data=8 novembre 2012|accesso=8 novembre 2012}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/interni/idv-donadi-e-formisano-lasciano-e-pietro-rischia-perdere-853935.html|titolo=Idv, Donadi e Formisano lasciano. E Di Pietro rischia di perdere il gruppo alla Camera|data=8 novembre 2012|accesso=8 novembre 2012}}</ref>. Il 21 novembre lasciano il partito anche i deputati [[Gaetano Porcino]] e [[Giovanni Paladini]], che è anche coordinatore regionale ligure, ed il senatore [[Stefano Pedica]]<ref>[http://affaritaliani.libero.it/politica/porcino-pedica-e-paladini211112.html Continua la fuga dall'Idv, via altri tre. E Donadi lancia un nuovo gruppo - Affari Italiani, 21 novembre 2012]</ref>. Il 22 novembre i cinque parlamentari fuoriusciti presentano un nuovo soggetto politico: [[Centro Democratico|Diritti e Libertà]]<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/11/22/Ex-Idv-fondano-Diritti-liberta-_7838429.html Ex Idv fondano 'Diritti e liberta'' - Ansa, 22 novembre 2012]</ref>.
 
=== Politiche 2013 con Rivoluzione Civile: fuori dal Parlamento ===
Il 29 dicembre [[2012]] [[Antonio Ingroia]], [[pubblico ministero]] anti-[[mafia]] di [[Palermo]] dal [[1992]] al [[2012]] e direttore in [[Guatemala]] di un'unità di investigazione per la lotta al [[narcotraffico]] su incarico dell'[[ONU]], annuncia la sua candidatura a Premier per le [[Elezioni politiche italiane del 2013|elezioni politiche del 2013]] a capo di una coalizione di sinistra denominata [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]] e comprendente: l'Italia dei Valori, [[Rifondazione Comunista]], i [[Comunisti Italiani]], la [[Federazione dei Verdi]] ed il [[Luigi de Magistris|Movimento Arancione]].
 
Il 30 dicembre [[2012]] tuttavia il deputato [[David Favia]], non condividendo l'idea della creazione della lista unica di sinistra, lascia il partito ed insieme a vari esponenti dell'IdV marchigiano aderisce al [[Centro Democratico|nuovo partito di Donadi]]<ref>[http://www.ilmessaggero.it/marche/marche_si_sfalda_idv_favia_ingroia_non_ci_interessa/notizie/241240.shtml Marche, si sfalda l'Idv Favia: «Ingroia non ci interessa» - Il Messaggero, 30 dicembre 2012]</ref>.
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 2013|elezioni nazionali del 24 e 25 febbraio]] [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione civile]] raccoglie il 2,2% di voti alla Camera e l'1,8% al Senato: non riesce ad eleggere nessun deputato e nessun senatore e lo stesso [[Antonio Di Pietro]] resta quindi fuori dal Parlamento. Negli stessi giorni delle politiche si svolgono anche le elezioni regionali in tre regioni: alle [[Elezioni regionali nel Lazio del 2013|regionali laziali]] l'IdV appoggia il candidato di [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]] [[Sandro Ruotolo]], ma non viene eletto nessun consigliere regionale; alle [[Elezioni regionali in Lombardia del 2013|regionali lombarde]] aderisce alla coalizione di [[centro-sinistra]] a sostegno di [[Umberto Ambrosoli]], ma anche in queste elezioni viene eletto nessun consigliere; alle [[Elezioni regionali in Molise del 2013|regionali in Molise]] invece viene eletto un consigliere regionale.
 
=== Le dimissioni di Di Pietro e la scissione di ''Movimento 139'' ===
Il 26 febbraio [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], visti i risultati deludenti della [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|lista di sinistra]] a sostegno della candidatura di [[Antonio Ingroia|Ingroia]], rassegna dimissioni irrevocabili dalla presidenza del partito<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-26/pietro-dimette-ufficio-presidenza-192313.shtml?uuid=AbJhuiYH Di Pietro si dimette dall'ufficio di presidenza dell'Idv - Il Sole 24 Ore, 26 febbraio 2013]</ref>.
 
Il 26 marzo l'Ufficio di presidenza del partito propone lo scioglimento dello stesso, dichiarando l'intenzione di dar vita a un nuovo soggetto politico ispirato alla [[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (partito)|liberaldemocrazia]], i cui dirigenti verranno scelti tramite [[elezioni primarie]].<ref name=sciolto>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/03/28/Idv-sciolto-ora-primarie-costituente_8472561.html L'annuncio dello scioglimento sul sito dell'Ansa]</ref> Il documento che prevede lo scioglimento del partito è approvato col sostegno della componente del sindaco di [[Palermo]] [[Leoluca Orlando]] insieme all'ex capogruppo al Senato [[Felice Belisario]] ed il consigliere regionale abruzzese [[Carlo Costantini]], e con l'astensione di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] insieme a [[Ignazio Messina]] e [[Ivan Rota]].<ref name=sciolto/><ref name=Esecutivo/><ref name=Esecutivo2/>
 
Il 6 aprile però l'Esecutivo nazionale del partito ribalta la decisione dell'Ufficio di presidenza e, passando la linea di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], vota contro lo scioglimento del partito, conferma il congresso straordinario del 28-30 giugno e dichiara illegittimo il documento del 26 marzo. Con una mozione approvata all'unanimità, viene confermata la linea deliberata a [[Vasto]] nel [[2011]] per un'alleanza di [[centro-sinistra]] col [[Partito Democratico]].<ref name="Vasto">{{Cita news|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/09/16/visualizza_new.html_702893361.html
|titolo = Idv-Pd-Sel, a Vasto no battesimi ma prove nuovo Ulivo|pubblicazione = ANSA|data = 17 settembre [[2011]]|accesso = 7 giugno 2013}}</ref><ref>{{Cita news|url =http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Idv-Di-Pietro-ripartire-da-foto-di-Vasto-per-centrosinistra-riformista_32196246405.html|titolo=Idv: Di Pietro, ripartire da foto di Vasto per centrosinistra riformista|pubblicazione = Adnkronos|data = 16 maggio 2013|accesso = 8 giugno 2013}}</ref> Di Pietro annuncia che al prossimo congresso straordinario si presenterà da dimissionario, auspicando un cambiamento generazionale.<ref name=Esecutivo>[http://www.italiadeivalori.it/interna/20885-esecutivo-nazionale-lidv-non-si-scioglie-congresso-a-giugno Esecutivo nazionale: l'IdV non si scioglie. Congresso a giugno - Redazione Italia dei Valori, 6 aprile 2013]</ref><ref name=Esecutivo2>[http://www.lettera43.it/politica/idv-di-pietro-tornato-a-tirare-la-carretta_4367590455.htm Di Pietro si tiene l'Idv stop alla linea Orlando - Lettera 43, 6 aprile 2013]</ref>
 
Il 12 maggio [[Leoluca Orlando]], [[Felice Belisario]] e [[Carlo Costantini]] lasciano il partito e lanciano l'appello ''Coerenza e Democrazia'', che sarà il primo passo per la creazione del nuovo partito [[Movimento 139]].<ref>{{Cita news|url = http://www.palermotoday.it/politica/nasce-movimento-139-leoluca-orlando.html|titolo = Nasce "Movimento 139", il nuovo partito di Orlando|pubblicazione = Palertmo Today|data = 29 maggio [[2013]]|accesso = 7 giugno 2013}}</ref>
 
=== Il congresso straordinario: Messina segretario e il nuovo simbolo===
Dal 28 al 30 giugno [[2013]] a [[Roma]] si celebra il congresso straordinario nel partito.
Candidati alla segreteria sono l'ex capogruppo alla Camera [[Antonio Borghesi]], [[Matteo Castellarin]], il responsabile nazionale degli enti locali [[Ignazio Messina]], l'europarlamentare e vicepresidente dell'[[Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (partito)|ALDE]] [[Niccolò Rinaldi]] e [[Nicola Scalera]]<ref>[http://www.repubblica.it/politica/2013/06/29/news/idv_-62062062/] repubblica.it, 29 giugno 2013</ref>.
 
Il 28 giugno [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]] ufficializza le sue dimissioni dalla presidenza del partito, dichiarando di rimanere però militante e di voler togliere il suo nome dal logo<ref>{{Cita news| url=http://www.lastampa.it/2013/06/29/italia/politica/italia-dei-valori-inizia-la-nuova-era-di-pietro-a-servizio-ma-da-cittadino-lb57leDOdc3yhf7Hy3rgtJ/pagina.html|titolo= Italia dei Valori, inizia la nuova era Di Pietro: “A servizio, ma da cittadino”|pubblicazione= [[La Stampa]]|data= 29 giugno 2013|accesso= 30 giugno 2013}}</ref>. Il 28 i candidati [[Antonio Borghesi|Borghesi]] e [[Matteo Castellarin|Castellarin]]<ref>{{Cita news| url =http://www.asca.it/news-Idv__ritiri_Borghesi_e_Castellarin_per_mozione_unica_Rinaldi_segretario-1292243-POL.html |titolo= Idv: ritiri Borghesi e Castellarin per mozione unica Rinaldi segretario | pubblicazione = [[ASCA]] |data= 28 giugno 2013|accesso= 30 giugno 2013}}</ref> ed il 29 [[Nicola Scalera|Scalera]]<ref>{{Cita news |url= http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/06/29/Idv-Scalera-converge-mozione-Rinaldi_8949817.html|titolo=Idv: Scalera converge su mozione Rinaldi "Non è un passo indietro, ma uno in avanti verso unità partito"|pubblicazione= [[ANSA]]|data= 29 giugno 2013|accesso= 30 giugno 2013}}</ref> convergono su [[Niccolò Rinaldi|Rinaldi]], sostenuto anche dall'europarlamentare [[Gianni Vattimo]]<ref>{{Cita news |url = http://www.lastampa.it/2013/06/29/italia/politica/nuova-era-italia-dei-valori-rinaldi-verso-la-segreteria-UKmsjuA171MWeSJAjpkalO/pagina.html |titolo =Nuova era Italia dei Valori Rinaldi verso la segreteria |pubblicazione = [[La Stampa]] |data =29 giugno 2013|accesso = 30 giugno 2013}}</ref>.
 
Il 30 giugno tra [[Niccolò Rinaldi]] e [[Ignazio Messina]] viene eletto segretario il secondo, con il 69,11% dei voti congressuali, battendo il primo che si è fermato al 30,89% delle preferenze<ref>{{Cita news |url=http://www.lastampa.it/2013/06/30/italia/politica/idv-comincia-il-dopo-di-pietro-messina-segretario-a-sorpresa-LAaBREwypp7JRfBLBQDBbN/pagina.html |titolo= Idv, comincia il dopo Di Pietro Messina segretario (a sorpresa)|pubblicazione = [[La Stampa]]|data = 30 giugno 2013|accesso = 30 giugno 2013}}</ref>. Il 5 luglio il neo segretario nomina i nuovi vertici nazionali: [[Antonino Pipitone]] come responsabile degli enti locali, [[Luciano Pisanello]] come responsabile organizzazione e [[Ivan Rota]] come tesoriere e legale rappresentante<ref>{{cita web |autore=[[Ignazio Messina]] |url=http://www.italiadeivalori.it/interna/21088-la-segreteria-nomina-responsabile-enti-locali-responsabile-organizzazione-e-tesoriere |titolo= La segreteria nomina Responsabile Enti Locali, Responsabile Organizzazione e Tesoriere|data= 5 luglio 2013|accesso= 8 luglio 2013}}</ref>.
 
Il 14 settembre [[2013]], nell'incontro di [[Sansepolcro]], viene presentato il nuovo simbolo dell'IdV: dal simbolo viene tolto il nome di Di Pietro, che dichiara la volontà dell'IdV di ''tornare alle origini'', di volere ''un centrosinistra basato sui programmi, sulla qualità delle persone e su un’etica della politica'' e che la coalizione [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]] ''è stata un errore''<ref>{{cita news| url = http://www.lastampa.it/2013/09/14/italia/politica/italia-dei-valori-indietro-tutta-di-pietro-tornare-alle-origini-il-suo-nome-sparisce-dal-simbolo-n5wF8VXF39kCGXogqGw0mJ/pagina.html|titolo = Italia dei Valori, indietro tutta Di Pietro: “Tornare alle origini” Il suo nome sparisce dal simbolo|pubblicazione = La Stampa|data = 14 settembre 2013|accesso = 16 settembre 2013}}</ref>.
 
Il 17 e 18 novembre 2013 alle [[Elezioni regionali in Basilicata del 2013|elezioni regionali in Basilicata]], Italia dei Valori partecipa con la coalizione di centrosinistra ottenendo il 3,45% dei consensi senza però eleggere alcun consigliere regionale.
 
Il 16 febbraio 2014, invece, alle [[Elezioni regionali in Sardegna del 2014|elezioni regionali in Sardegna]] l'IDV (coi Verdi), sempre in coalizione col centrosinistra, ottiene il 1,10% dei voti e riesce così ad eleggere un consigliere.
 
==Ideologia==
I riferimenti dell'Italia dei Valori sono facilmente ravvisabili innanzitutto nel [[Liberalismo]], in particolare nella sua componente [[Liberalismo sociale|sociale]].
 
Anche i principi di legalità e di [[corruzione|anti-corruzione]] hanno costantemente caratterizzato il suo percorso.<ref name="ELE1"/><ref name="resisting"/>
 
Dopo una lunga militanza nel [[centrosinistra]], ha spostato il proprio raggio d'azione a sinistra, fino alla formazione, congiuntamente ad altri soggetti della [[sinistra radicale]], della lista [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]].
 
=== Diritti delle persone omosessuali ===
L'Idv era favorevole al riconoscimento del [[matrimonio fra persone dello stesso sesso]]. A tal proposito, il 3 luglio [[2012]], ha depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge per l'introduzione del matrimonio egualitario sul presupposto che l’estensione del matrimonio alle famiglie formate da due donne o due uomini rafforza l’istituto matrimoniale, rendendolo sempre più strumento di uguaglianza e di valorizzazione della persona<ref name = "Proposta">Proposta di legge n. 5338 in tema di ''"[http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0063270.pdf Modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell'accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso]"'', presentata il 3 luglio 2012</ref> per il loro riconoscimento<ref>[http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=208514&sez=ITALIA Il Mattino - Grillo al Pd: negare nozze gay fa schifo. Di Pietro: appello ai laici democratici]</ref>.
 
In tema di [[omogenitorialità]], il partito si era espresso a favore del diritto delle coppie omosessuali sposate di ricorrere alle tecniche di [[procreazione assistita|riproduzione medicalmente assistita]], nonché del diritto al riconoscimento reciproco del rapporto di filiazione, facendo proprio il principio secondo cui il coniuge dello stesso sesso è considerato [[genitore]] del figlio dell’altro coniuge fin dal momento del [[concepimento]] in costanza di matrimonio<ref name = "Proposta" />. Lo stesso dicasi per l'[[adozione da parte di coppie dello stesso sesso]]<ref name = "Proposta" />.
 
===Spese della politica===
L'Idv ha sempre ritenuto eccessivi gli stipendi e i benefici di cui godono i parlamentari; per questo motivo ha spesso proposto la riduzione degli stipendi dei politici, l'abolizione del [[legittimo impedimento]] (a tal proposito è stata molto attiva nella promozione del referendum del 12-13 giugno 2011) e del vitalizio dopo 5 anni di legislatura, la trasparenza dei conti dei partiti e l'abolizione del [[finanziamento pubblico ai partiti]].
 
===Altre idee e votazioni===
L'Idv si era dichiarata contraria alla modifica dell'[[articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori]], poiché tale modifica, facilitando il licenziamento dei dipendenti, favorirebbe la precarietà del lavoro e negherebbe il diritto di lavoro ai cittadini; al fine di annullare la modifica ha più volte proposto dei referendum<ref>[http://www.youtube.com/watch?v=HSbG6PQjGYk Di Pietro: Faremo referendum anche sull&#39;articolo 18 - YouTube<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Sì è invece dichiarata favorevole alla stesura di una legge anti-corruzione, tema caro al partito (e in particolar modo ad [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], visto il suo passato da magistrato) e all'abolizione della legge elettorale cosiddetta ''[[porcellum]]''.
 
== Correnti ==
All'interno del partito non sono particolarmente visibili correnti formalmente costituite.
 
Un'importante manifestazione di dissenso interno, nei confronti della linea di Di Pietro, è stata manifestata in [[Calabria]] nel [[2005]], all'indomani delle elezioni regionali, quando un assessore regionale di IdV, [[Beniamino Donnici]], si schierò contro la decisione di Di Pietro di candidarsi alle primarie, dicendo che il movimento avrebbe dovuto sostenere la candidatura di [[Romano Prodi]], in previsione di un futuro ingresso nel Partito Democratico dell'Ulivo. Questa manifestazione, però, portò alla scissione da IdV e alla fondazione di un nuovo movimento regionale, ''PartecipAzione - Verso il Partito Democratico'', che poi entrerà a far parte del [[Partito Democratico Meridionale]] fondato dal presidente della Regione [[Agazio Loiero]].
 
Per le elezioni del [[2006]] nell'IdV sono confluiti i [[Cristiano Democratici Europei]] di [[Stefano Pedica]], poi creatore del gruppo interno dei cosiddetti ''Teoleg'', che sotto il motto ''Un'Italia dei valori... cristiani'' riunisce molti cattolici presenti nel partito<ref>[http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/10/14/Politica/PD-PEDICA-IDV-A-TEODEM-PREFERISCO-TEOLEG_144403.php PD: PEDICA (IDV), A TEODEM PREFERISCO TEOLEG] - adnkronos, 14 ottobre 2006</ref>.
 
Dal 7 settembre [[2006]] ha ripreso la propria autonomia distaccandosi dal partito il movimento [[Italiani nel Mondo]] di [[Sergio De Gregorio]]. Dal 14 settembre anche Federcasalinghe ha rescisso l'accordo federale. Nel settembre [[2007]] anche il movimento [[Repubblicani Democratici]] ha rescisso il suo patto federale con l'Italia dei Valori per aderire al [[Partito Democratico]]<ref>http://ulivo.it/cgi-bin/adon.cgi?act=doc&doc=101607&sid=14</ref>.
 
Il 1º novembre [[2009]], a [[Bologna]], si è tenuta la prima ''riunione degli autoconvocati'' per chiedere più trasparenza e democrazia ed il successivo 15 novembre, a [[Roma]], si è costituito il coordinamento nazionale de ''La base IdV'', formata da [[Domenico Morace]], [[Alessandra Piva]] e [[Giuseppe Vatinno]] per creare un'area riformista all'interno del partito stesso, annunciando anche una propria mozione congressuale<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/11/02/di-pietro-la-base-in-rivolta.html Di Pietro, la base in rivolta - la Repubblica, 2 novembre 2009]</ref>.
 
==Struttura==
=== Presidente ===
* [[Antonio Di Pietro]], 21 marzo [[1998]] - 26 febbraio [[2013]]
 
===Segretario===
* [[Ignazio Messina]], dal 30 giugno 2013
 
===Presidente onorario===
* [[Antonio Di Pietro]], dal 30 giugno 2013
 
== Congressi ==
Per statuto l'IdV svolgeva periodicamente (ordinariamente ogni 2 anni, art. 8) delle ''Assemblee Nazionali dei Delegati'' che equivalgono ai congressi degli altri partiti.
* I Assemblea Nazionale - [[Roma]], 20 febbraio [[1999]].
* II Assemblea Nazionale - Roma, 2-3 ottobre [[2004]].
* I Congresso Nazionale - Roma, 5-6-7 febbraio [[2010]] - ''L'alternativa per una nuova Italia''.
* II Congresso Nazionale - Roma, 28-29-30 giugno [[2013]].
 
==Risultati elettorali==
{| class="wikitable"
|- bgcolor="EFEFEF"
|colspan=2; width=50%|[[File:Simbolo IdV.png|center|45px|Logo IdV]]
!width=20%|Voti
!width=15%|%
!width=15%|Seggi
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 2001|Politiche 2001]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|1.443.725
|align=center|3,9
|align=center|0
|-
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|1.140.489
|align=center|3,4
|align=center|1
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[elezioni europee del 2004 (Italia)|Europee 2004]]
|align=center|694.963
|align=center|2,1
|align=center|2
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 2006|Politiche 2006]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|877.159
|align=center|2,3
|align=center|20
|-
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|986.046
|align=center|2,9
|align=center|5
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 2008|Politiche 2008]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|1.593.675
|align=center|4,4
|align=center|29
|-
!align=left|<small>Senato</small>
|align=center|1.414.118
|align=center|4,3
|align=center|14
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[elezioni europee del 2009 (Italia)|Europee 2009]]
|align=center|2.452.569
|align=center|8,0
|align=center|7
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italiane del 2013|Politiche 2013]]
!align=left|<small>Camera</small> <small> (Lista [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]]) </small>
|align=center|765.188
|align=center|2,3
|align=center|0
|-
!align=left|<small>Senato</small> <small> (Lista [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]]) </small>
|align=center|549.995
|align=center|1,8
|align=center|0
|}
 
== Statuto ==
Lo statuto nella sua versione del [[2004]] definiva l'Associazione Politica e Culturale "Italia dei Valori" come un movimento politico nazionale organizzato in forma federale. Lo statuto prevedeva (e tuttora prevede) vari livelli territoriali e alcuni organi nazionali: l'Assemblea Nazionale - o Congresso, l'Esecutivo Nazionale, il Presidente e l'Ufficio di Presidenza, l'Assemblea Nazionale degli Eletti, il Coordinamento dei Dipartimenti Tematici, il Tesoriere Nazionale e il Collegio dei Revisori Contabili, Il Collegio Nazionale di Garanzia.
 
=== Le modifiche statutarie del 2009 e la nascita del Partito ===
Il 9 gennaio [[2009]], per decisione dello stesso Di Pietro, sono state ufficializzate una serie di modifiche statutarie volte a garantire un'opportuna collegialità agli assetti decisionali e alla gestione delle risorse finanziarie, superando la precedente struttura di ''associazione politica e culturale'' dell'Italia dei Valori in favore di quella di partito propriamente inteso. In particolare<ref>[http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/documenti/statuto_idv_2009.pdf Italia Dei Valori<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/organizzazione/regioni.php Italiadeivalori.it - Testi dello statuto del partito nella versione 2004 e 2009]</ref>:
 
* ampliamento dei poteri dell'Esecutivo Nazionale (art.8) mediante conferimento a tale organo del potere di elezione del Presidente del Partito; in precedenza la carica di Presidente spettava al Presidente dell'Associazione e la nomina competeva all'Esecutivo Nazionale solo in caso di rinuncia.
 
* durata triennale della carica di Presidente del Partito (art.9) e restrizione dei suoi poteri in favore dell'Esecutivo Nazionale e dell'Ufficio di Presidenza (v.''amplius'', ''infra'').
 
* definizione dell'''Ufficio di Presidenza'' (art.10) - prima semplice comitato di coadiuvazione del Presidente - quale organo collegiale composto da sette membri:
::- Presidente del Partito
::- Capogruppo al [[Senato della Repubblica]]
::- Capogruppo alla [[Camera dei deputati]]
::- Portavoce nazionale del Partito
::- Tesoriere del Partito
::- Rappresentante degli eletti nei Consigli Regionali e degli amministratori dei Governi Regionali (eletto annualmente dagli stessi)
::- un esperto contabile nominato dai componenti dell'Ufficio di Presidenza
:Con l'abrogazione delle ''Disposizioni Transitorie'' dello Statuto, precedentemente contenute nell'articolo 16, numerosi poteri finora accentrati nelle mani del Presidente del Partito [[Antonio Di Pietro]] risultano ora prerogativa dell'Ufficio di Presidenza. Tra questi:
::- modifiche allo statuto
::- nomina del Tesoriere Nazionale
::- nomina del Collegio dei Revisori dei Conti
::- approvazione annuale del rendiconto economico finanziario e relativi allegati sulla contabilità del partito e dei rimborsi elettorali
::- destinazione del patrimonio residuo in caso di scioglimento del partito (art.12). {{Citazione necessaria|Successivamente, nel dicembre del 2009, Di Pietro, recatosi con i membri dell'ufficio di presidenza da un notaio romano, modificava di nuovo lo statuto riattribuendo al presidente del partito, dunque a se stesso, la nomina del tesoriere.}}
 
== Nelle istituzioni ==
{{vedi anche|Deputati della XVI Legislatura della Repubblica italiana#Italia dei Valori|Senatori della XVI Legislatura della Repubblica italiana#Italia dei Valori}}
Nella [[XVI Legislatura della Repubblica Italiana|XVI Legislatura]] il partito ha costituito propri gruppi sia alla [[Camera dei deputati]] che al [[Senato della Repubblica]].
 
== Controversie ==
Da molti anni il partito di [[Antonio Di Pietro]] viene criticato per la presunta gestione personalistica e familistica del movimento da parte del proprio [[leader di partito|leader]].
Tra i più critici si registrano il sito "www.iltribuno.com"<ref>{{cita web|url=http://www.iltribuno.com|titolo=Il Tribuno di Alberico Giostra|data=1º gennaio 2009|accesso=8 aprile 2013}}</ref>, fondato da Alberico Giostra, autore del libro su Antonio Di Pietro "Il Tribuno", la rivista campana ''Voce delle Voci'', il quotidiano [[Il Giornale]], la rivista [[Panorama (rivista)|Panorama]] (entrambi di proprietà di gruppi editoriali legati a [[Silvio Berlusconi]]), [[RadioRadicale.it]], il [[sito web]] dell'emittente radiofonica [[Radio Radicale]], gestita dai [[Radicali Italiani]]<ref>[[Radio Radicale]] il 9 febbraio [[2008]] pubblica un'inchiesta chiamata ''[http://www.radioradicale.it/inchiesta-sullitalia-dei-valori L'Italia Dei Valori Immobiliari]'', contenente interviste a [[Francesco Romano]] (ex [[Segretario generale|segretario]] Idv di [[Catanzaro]]), a [[Elio Veltri]] (ex socio di [[Antonio Di Pietro]]) e a [[Laura Maragnani]] (giornalista di ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'').</ref>.
 
Nonostante la linea legalitaria del partito sostenga l'importanza di inserire nelle istituzioni solo cittadini incensurati, l'IdV ha candidato [[Pancho Pardi]], già sostenitore di [[Potere Operaio]] e condannato a un mese di carcere per «manifestazione non autorizzata»<ref name="Pardi1">{{cita news|titolo="Pardi: tirai molotov, ma il passato insegna che non conviene" |url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/25/Pardi_tirai_molotov_passato_insegna_co_0_0202255443.shtml |autore=Enrico Caiano |pagina=2 |giorno=25 |mese=2 |anno=2002 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, e [[Leoluca Orlando]] condannato nel 2005 per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di [[Sciacca]]<ref>[http://www.giur.uniroma3.it/Themes/GiurBlue/materiale/scuola_forense/cassp833005.doc Cass. pen. sez. V 26/01/2005 n.8330]</ref>.
 
== Giornale e altri mezzi di comunicazione ==
Il giornale dell'Italia dei Valori è [[Orizzonti Nuovi]]. Ha cadenza [[quindicinale]] ed è l'organo ufficiale del partito. Viene spedito tramite abbonamento in formato cartaceo, via posta, o in formato elettronico ([[PDF]]). Nel giornale, oltre alle rubriche tipiche, è presente la rubrica ''Vita di partito'' dove iscritti e simpatizzanti possono dare il proprio contributo giornalistico.
 
Nel 2007 il sito internet è stato completamente ristrutturato, trasformandosi in un portale che mira a diventare il centro dell'informazione di partito pubblicando i comunicati di tutte le sedi di Italia dei Valori. Vengono anche pubblicate informazioni riguardo alle spedizioni dei nuovi numeri, mentre gli arretrati sono disponibili gratuitamente per il download.
 
Il presidente [[Antonio Di Pietro]] utilizza un [[blog]] come mezzo di comunicazione ai cittadini senza intermediari, mediante l'inserimento quasi quotidiano di propri contributi, link a contributi video o articoli informativi di cui condivide l'impostazione. È il più visitato tra quelli dei politici italiani<ref>{{Cita web|sito=Wikio|titolo=Classifica dei blog politici|url=http://www.wikio.it/blogs/top/politica|accesso=29 gennaio 2009}}</ref>.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* [[Pino Pisicchio]], ''Italia dei valori. Il post-partito'', [[Soveria Mannelli]], [[Rubbettino]], [[2008]].
*[[Alberico Giostra]], ''Il Tribuno. Storia politica di Antonio Di Pietro''. Castelvecchi, [[2009]].
 
== Voci correlate ==
* [[Giovani dell'Italia dei Valori]]
* [[Provenienza dei politici appartenenti a Italia dei Valori]]
* [[Antonio Di Pietro]]
 
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.italiadeivalori.it/ Sito ufficiale dell'Italia dei Valori]
* [http://organizzazione.italiadeivalori.it/documenti/statuto_idv_2013.pdf Statuto dell'Italia dei Valori]
* [http://web.archive.org/web/20051215190813/www.italiadeivalori.it/presentazione/carta.php Carta dei Valori]
=== Loghi ===
* [http://lucacaporale.files.wordpress.com/2008/04/italideivalori.jpg Logo 1998-2004]
* [http://www.aiap.it/imgcontenuti/0224occhetto.jpg Logo europee 2004, poi ritirato]
* [http://web.archive.org/web/20040503042045/www.antoniodipietro.it/images/DiPietroOcchettoDef_Rev.jpg Logo europee 2004, presentato]
* [http://digilander.libero.it/absinthlacasinista/immagini/politica/simboli/Italia_dei_Valori.png Logo regionali 2005]
* [http://www.centumcellae.it/elezioni2006/albums/userpics/10001/normal_Italiadeivalori.jpg Logo 2005-2013]
 
==Collegamenti esterni==
{{Partiti politici italiani}}
*{{SchedaSR}}
{{Portale|Italia|politica}}
*{{cita web|http://archive.fiba.com/pages/eng/fa/player/p/pid/4964/sid/2268/tid/347/tid2//_/2001_European_Championship_for_Women/index.html|Scheda agli europei 2001 su fiba.com|lingua=en}}
 
{{Polonia femminile di pallacanestro agli europei 1991}}
[[Categoria:Italia dei Valori| ]]
{{Polonia femminile di pallacanestro agli europei 1999}}
{{Polonia femminile di pallacanestro alle olimpiadi 2000}}
{{Polonia femminile di pallacanestro agli europei 2001}}
{{Portale|biografie|pallacanestro}}