Ariano nel Polesine e Sebastián Pinto: differenze tra le pagine

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{{Sportivo
{{Comune <!-- per la compilazione vedi Aiuto:Comune -->
|Nome = Sebastián Pinto
|nomeComune = Ariano nel Polesine
|NomeCompleto = Sebastián Andrés Pinto Perurena
|linkStemma = Ariano nel Polesine-Stemma.png
|Immagine =Sebastian_Pinto.JPG
|siglaRegione = VEN
|Sesso = M
|siglaProvincia = RO
|CodiceNazione = {{CHL}}
|latitudineGradi = 44
|Altezza = 187
|latitudineMinuti = 57
|Peso = 89
|latitudineSecondi = 0
|Disciplina = Calcio
|longitudineGradi = 12
|Ruolo = [[Attaccante]]
|longitudineMinuti = 7
|Squadra = {{Calcio Eskisehirspor}}
|longitudineSecondi = 0
|TermineCarriera =
|altitudine = 2
|SquadreGiovanili=
|superficie = 80,92
{{Carriera sportivo
|gradiGiorno = 2347
| |{{Calcio Universidad Catolica|G}} |
|zonaSismica = 4
| |{{Calcio Universidad de Chile|G}} |
|abitanti = 4.691
}}
|anno = 01-03-2010
|densitaSquadre = 58
{{Carriera sportivo
|frazioni = Crociara, Gorino Veneto, Grillara, Monti, Piano, Rivà, San Basilio, Santa Maria
|2005-2006 |{{Calcio Universidad de Chile|G}} |7 (0)
|comuniLimitrofi = [[Berra]] (FE), [[Corbola]], [[Goro]] (FE), [[Mesola]] (FE), [[Papozze]], [[Porto Tolle]], [[Taglio di Po]]
|2006 |→ {{Calcio Cobreloa|G}} |17 (5)
|cap = 45012
|2007 |{{Calcio Universidad de Chile|G}} |27 (10)
|prefisso = [[0426]]
|2008 |{{Calcio Santos|G}} |8 (1)
|istat = 029002
|2008 |{{Calcio Nancy|G}} |0 (0)
|fiscale = A400
|2009 |{{Calcio Godoy Cruz|G}} |5 (0)
|nomeAbitanti = arianesi
|2009-2011 |{{Calcio Audax Italiano|G}} |25 (8)
|patrono = [[San Gaetano]]
|2011 |{{Calcio Varese|G}} |3 (0)
|festivo = [[7 agosto]]
|2011-2012 |{{Calcio O'Higgins|G}} |14 (13)
|sito = http://www.comune.arianonelpolesine.ro.it/
|2012-2014 |{{Calcio Bursaspor|G}} |38 (17)
|2014-2015 |{{Calcio Millonarios|G}} |? (?)
|2015 |{{Calcio O'Higgins|G}} |? (?)
|2015- |{{Calcio Eskisehirspor|G}} |0 (0)
}}
'''Ariano nel Polesine''' è un [[comune]] di 4.691 abitanti della [[provincia di Rovigo]].
 
|SquadreNazionali=
== Geografia ==
{{Carriera sportivo
=== Territorio ===
|2011- |{{Naz|CA|CHL}} | 4 (3)<ref>2 (3) se si considera l'amichevole non ufficiale contro la [[Selezione di calcio dell'Aragona]] del 2006.</ref>
}}
|Aggiornato = 20 febbraio 2012
}}
{{Bio
|Nome = Sebastián Andrés
|Cognome = Pinto Perurena
|ForzaOrdinamento = Pinto ,Sebastian
|Sesso = M
|LuogoNascita = Santiago del Cile
|GiornoMeseNascita = 5 febbraio
|AnnoNascita = 1986
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Attività = calciatore
|Nazionalità = cileno
|PostNazionalità = , di ruolo [[attaccante]] dell'[[Eskişehirspor Kulübü Derneği|Eskişehirspor]]
}}
 
==Carriera==
Il Comune dà il nome anche all'[[Isola di Ariano]], un territorio compreso tra i rami del [[Po]] di [[Po di Goro|Goro]], del [[Po di Venezia]] e del Po di Gnocca, facente parte del [[Delta del Po]]. L'Isola di Ariano comprende i Comuni di Ariano nel Polesine, [[Corbola]] e [[Taglio di Po]]. Il confine sud si estende per tutta la lunghezza del Po di Goro, il quale è anche confine tra le Regioni [[Veneto]] ed [[Emilia-Romagna]].
===Club===
In possesso di passaporto spagnolo,<ref>{{cita web|lingua=es|url=http://www.terra.com/deportes/articulo/html/fox500515.htm|titolo=El Real Madrid ficha gratis al chileno Sebastián Pinto 'el Tanque'|editore=terra.com|data=31 dicembre 2007|accesso=23 agosto 2012}}</ref> nel 2008 ha giocato con la squadra [[Brasile|brasiliana]] del [[Santos Futebol Clube|Santos]] una partita di Coppa Libertadores contro il [[Club Deportivo San José|San José]] (sconfitta per 2-1).<ref>{{cita web|url=http://www.transfermarkt.it/it/club-deportivo-san-jose-santos-futebol-clube/index/spielbericht_994236.html|titolo=Cronaca della partita - Tabellini Club Deportivo San José-Santos Futebol Clube, 20.03.2008 - Copa Libertadores|editore=transfermarkt.it|accesso=23 agosto 2012}}</ref>
 
Nel 2008-2009 ha giocato prima nella massima serie Argentina con la maglia del [[Club Deportivo Godoy Cruz Antonio Tomba|Godoy Cruz]] (5 presenze) e poi in quella cilena con l'[[Audax Italiano La Florida|Audax Italiano]] (2 presenze).
Ariano nel Polesine è il più lungo Comune della [[Provincia di Rovigo]]. Dista dal [[capoluogo]] circa 41&nbsp;km.
Il territorio comunale ha una curiosa conformazione geografica: si estende in lunghezza dalla frazione di S.Maria in Punta sino alla località Bacucco, sul mare [[Adriatico]], per una quarantina di km; mentre dalla frazione di Rivà sino al mare, circa 20&nbsp;km, il territorio è largo solo qualche centinaio di metri. In località Ca' Vendramin il territorio comunale si riduce in pratica al solo argine, in quanto è presente una circoscritta [[enclave]] del Comune di Taglio di Po, sede del [[Museo Regionale Veneto della Bonifica|Museo Regionale della Bonifica]], ricavato all'interno di una grande [[idrovora]] dismessa, già appartenente al [[Consorzio di bonifica]] Delta Po. A est di Rivà il territorio è molto giovane: si è formato assieme all'attuale [[cuspide]] deltizia in seguito al [[taglio di Porto Viro]] operato dalla [[Serenissima]] nel 1600 ed ultimato il 16/9/1604.<br>
Questo ha comportato il fatto che ancora oggi la superficie comunale stia ancora aumentando leggermente e, assieme ai Comuni di [[Porto Tolle]] e [[Porto Viro]] costituisca l'unico territorio italiano ancora in espansione.
 
Nel 2009-2010, sempre con l'Audax Italiano, ha disputato 24 partite del campionato di massima serie con 3 partite di spareggi.
È il Comune [[Lista di comuni alle estremità delle province italiane|più a sud]] della Regione Veneto.
 
Nel gennaio del [[2011]] viene acquistato dal [[Associazione Sportiva Varese 1910|Varese]], squadra [[italia]]na militante in [[Serie B 2010-2011|Serie B]], con cui ha firmato un contratto semestrale fino al 30 giugno dello stesso anno, con opzione per le due stagioni successive.<ref>{{cita web|url=http://www.varese1910.it/news.php?id=44|titolo=Chiuso il mercato: ecco le operazioni ufficiali|editore=A.S. VARESE 1910|data=31 gennaio 2011|accesso=23 agosto 2012}}</ref>
Fa parte del [[Parco regionale del Delta del Po (Veneto)|Parco Regionale Veneto del Delta del Po]] e del [[Parco interregionale Delta del Po]], anche se quest'ultimo non è ancora pienamente operativo.
Il Comune fa parte del [[Distretto]] RO 2 di [[Protezione Civile]] e [[Anti Incendio Boschivo]], istituito con Deliberazione G.R.V. 3936 del 12/12/2006, ai sensi del D.G.R. 506 del 18/2/2005.
 
A fine stagione rientra in [[Cile]], ingaggiato dal [[Club Deportivo O'Higgins]], squadra di massima serie cilena.
=== Clima ===
 
Il Comune è compreso nella zona climatica [[Classificazione climatica dei comuni italiani|E]]. GR-G: gradi-giorno 2347.
 
La primavera è fresca e piovosa e l'autunno nebbioso o piovoso. L'inverno è nebbioso con parentesi di clima più asciutto e temperature abbastanza rigide dovute all'[[anticiclone]] siberiano; con rare ed effimere precipitazioni nevose. Durante l'estate il clima è caldo afoso, interrotto occasionalmente da forti [[temporali]] e [[Rovescio (meteorologia)|acquazzoni]]. Tutti i valori sono mitigati dalla relativa vicinanza al mare; infatti nella notte [[Ondata di freddo del gennaio 1985|tra il 12 e il 13 gennaio 1985]] la temperatura più bassa registrata fu di -14 gradi centigradi, quando a meno di 70&nbsp;km, a [[Molinella]], vi fu il record a -29º. Non risultano dati ufficiali precedenti, anche se è probabile che il record sia stato raggiunto durante l'[[Ondata di freddo del gennaio/febbraio 1929|ondata di freddo del gennaio e febbraio 1929]], un periodo insolitamente lungo che portò il fiume Po a gelare, consentendo il passaggio sul ghiaccio a persone e [[Carro (trasporto)|carri]], come testimoniato da foto d'epoca.<ref>Fonte:Quotidiano Nazionale 7/2/2009-Cronaca di Rovigo, pag.1</ref>
 
== Storia ==
Il nome di Ariano deriva probabilmente da Atria, ora [[Adria]], antica città [[Civiltà etrusca|etrusca]] sul mare che ha dato il suo nome anche alle [[lagune]] ed allo stesso [[Mare Adriatico]], (assieme ad [[Atri]]).
Sino al [[X secolo]], Ariano la troviamo con il nome “Adriano” (Hadriani o Radriani), ma anche Atriano e volgarmente poi ridotta a Ariano in [[epoca medioevale]] dopo la [[rotta di Ficarolo]] che formò la parte ovest dell'isola omonima;<ref>La rotta separò ulteriormente Ariano e Corbola da Adria a nord e da Berra a sud (Frizzi-Memorie per la storia di Ferrara-pag 117).</ref> successivamente chiamato anche Ariano austriaco” o “Ariano sinistro” (Ariano alla sinistra del Po di Goro).
 
Il nucleo abitato più importante sino all'epoca romana era localizzato sulla via [[Popilia]], iniziata nel 132 a.C. dal console [[Publio Popilio Lenate]], nei pressi dell'attuale località San Basilio.
La più antica mappa dell'antichità, la [[Tabula Peutingeriana]],<ref>[[Konrad Peutinger]] nel '500 ristampò una carta delle strade romane, ora conservata a Vienna.</ref> indica Hadriani o Radriani stazione di posta tra Corniculani (Mezzogoro) a sud e VII Mària (Septem Mària) a nord, lungo la via Popilia, non menzionando altre località arianesi, confermando l'importanza che rivestiva allora San Basilio.<ref>Fonte: Opere di assetto territoriale ed urbano-Volume 3 di Atlante tematico di topografia antica - Autori:Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli- Paragrafo: M.MACCAGNANI - La via Popilia-Annia, pag. 98 -Editore:L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1995 -ISBN 88-7062-888-4, 9788870628883</ref><br>
Recentissime scoperte [[archeologia|archeologiche]] in [[Polesine]] hanno rinvenuto depositi di [[Ambra (resina)|ambra]] del [[Baltico]], avvalorando l'ipotesi che il centro portuale di San Basilio (assieme a Atria e Spina) fosse un terminale della [[Via dell'Ambra]] che dal Baltico, attraverso i porti dell'alto Adriatico controllati dagli Etruschi, raggiungeva le antiche colonie greche con le quali si scambiavano tra l'altro le [[ceramiche]] [[Ceramica greca|Attiche]].
 
La Popilia, o meglio la [[Via Popilia-Annia|Popilia-Annia]], che congiungeva [[Rimini]] ad Adria, oltre ad essere una delle principali strade dirette a [[Roma]], era anche una delle vie principali dell'[[Impero|Impero romano]].
Tale via rimase importante anche nel [[Medioevo]], in [[Cristianesimo|epoca cristiana]], costituendo una alternativa alla strada [[Romea]], per mezzo della quale i pellegrini cristiani, i [[Romei (pellegrini)|Romei]], raggiungevano [[Roma]].
 
Dal Po di Tramontana - Po delle Fornaci passava sin dal [[Medioevo]] la "via del sale" che da Venezia, attraverso le lagune, la [[Fossa Clodia]] e il Po, raggiungeva [[Ferrara]] e [[Ostiglia|Ostilia]] e da qui, attraverso la Fossa Navigabile si distribuiva in modo capillare nei territori mantovano e milanese.<ref>Risale al 1251 un primo documento con cui Venezia, le cui saline cominciavano a non essere più sufficienti per le richieste del mercato, promette di vendere a Ferrara e Mantova e con contratti successivi anche a Milano, «sale di mare», sale quindi non più di produzione locale, ma proveniente dal Mediterraneo. HOCQUET 1991, p. 27</ref>
 
Dalla caduta dell'Impero Romano sino alla [[Terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] il Comune è stato terra di confine, soggetto a conquiste e dispute territoriali.
 
Il plurisecolare periodo di dominazione degli [[Estensi]] era caratterizzato da una amministrazione gestita assieme ma spesso in contrapposizione col potere esercitato dal Vescovo di Adria in rappresentanza dello Stato Pontificio.<ref>Ferrara e tutti i territori facenti capo ad essa (sino all'Adige) erano Feudo Pontificio.</ref> Due grandi fabbricati, uno dei quali originariamente adibito anche a magazzino dagli Estensi e l'altro ad esso ispirato nell'architettura, attorniano tuttora la piazza al centro del capoluogo.
 
La doppia natura, imperiale e papale, della legittimazione a governare degli Estensi, ha comportato lunghi vuoti di potere causati dai mutevoli giochi di alleanze del [[Medioevo|periodo medioevale]], che spinsero gli Este ad avvicinarsi talvolta ai Re di [[Francia]] piuttosto che all'Imperatore di turno del [[Sacro Romano Impero]], con dirette conseguenze sui rapporti col [[Stato Pontificio|Papato]], in presenza inoltre di una costante rivalità con la [[Serenissima]] Repubblica di Venezia.
 
Attraverso la descrizione di Giovanni Battista Rampoldi possiamo immaginare uno scorcio del paese nei primi anni di amministrazione Austriaca: (pag. 117 Corografia dell'Italia - 1832)
 
''ARIANO, borgo della Venezia, distretto del Polesine egualmente chiamato d'Ariano, presso la sinistra sponda del Po di Goro, detto pure di Ariano. Alquanto insalubre è l'aere che vi si respira; e quindi, comprensivi alcuni casolari dei dintorni, vi si annoverano poco più di duemila abitanti; è distante 6 miglia a maestro della Mesola, altrettante a levante dalle Papozze, 12 ad ostro da Adria e 22 a scirocco da Pontelagoscuro. ...<br>
''Vi si vede un vecchio castello. Ogni mercoledì vi si tiene mercato.''
''
 
Da un punto di vista [[Geopolitica|geopolitico]] la posizione eccentrica ed isolata del territorio (si veda la cartina prima del taglio di Porto Viro), in balia delle piene del Po, scarsamente difendibile, non rendeva il territorio ideale per il sostentamento di grosse comunità con attività economiche diversificate. Tuttavia l'assenza di vie di comunicazione affidabili rendeva fondamentale l'uso del fiume ed il passaggio di persone e merci anche in prossimità di Ariano, favorendo la formazione già in tempi molto lontani di una piccola comunità stanziale. L'Ariano "medioevale" e pre-moderna è stata così pian piano descritta da un paziente lavoro di autori che, consultando archivi principalmente [[ecclesiastici]], hanno contribuito alla formazione di una [[bibliografia]] notevole per una paese così piccolo. Il velo sulla storia antica, principalmente San Basilio, è stato invece tolto in tempi recentissimi con tecnologie, competenze e risorse economiche appositamente dedicate.
 
Oltre ad alcune vestigia storiche, la parlata [[dialetto|dialettale]] tramanda e inconsapevolmente testimonia le dominazioni e le influenze degli Estensi, Veneziani (Serenissima), e francesi (periodo Napoleonico):
* il termine ''Listòn'', usato comunemente per definire degli spazi sopraelevati nella centrale Piazza Garibaldi, deriva dal Veneziano ''El Listòn'' che indica la zona di passeggio nella piazza centrale del paese;<ref>Fonte:Il Gazzettino - 8 dicembre 2009 pag.15</ref>
* il termine ''La Cumùn'' è ancora usato per definire l'[[Comuni italiani|Istituzione locale]] che ha sede nel Palazzo comunale ([[Municipio]]); dal termine ''[[La Comune]]'' nato con la [[Rivoluzione francese]] e successivamente preso a modello nel periodo Napoleonico per le nuove organizzazioni amministrative locali imposte anche ai territori conquistati;
* il dialetto ha una inconfondibile inflessione ferrarese, comune del resto ai territori della [[Transpadana Ferrarese]] governata dagli Estensi.
 
=== Cronologia ===
==== Cronologia antica ====
 
Piccoli nuclei di [[Veneti|Paleoveneti]] erano già insediati nel periodo che va dal XV al V secolo a.C., come nella [[Venezia (regione)|Venetia]], circa Veneto e [[Friuli]] odierni.
 
Prima della dominazione romana, nel VI e V secolo a.C., il nucleo abitato più importante era nei pressi dell'attuale San Basilio, controllato dagli [[Etruschi]], da dove attraverso il ''Gaurus'', (solo in parte coincidente con l'attuale Po di Goro),<ref>La Rotta di Sermide (VIII secolo a.C.) modificò il corso del Po.
Il Po di Spina si suddivise in due rami: l'Olana (ora Po di Volano) e il Padoa (da cui deriva il nome Po), noto anche come [[Eridano]]. L'Olana verso il mare si suddivideva ulteriormente verso nord/est dando origine al Gaurus.</ref> dopo un breve tratto si arrivava al mare.
Durante questo periodo San Basilio (come Adria e Spina) era una località portuale usata per gli scambi commerciali con l'[[Ellade]], l'antico mondo [[Grecia antica|Greco]].
 
Durante il [[IV secolo a.C.|IV]] secolo a.C. San Basilio declinò e fu soppiantata dai centri concorrenti di Adria e [[Spina (città)|Spina]], nel periodo della massima espansione dei [[Celti]] nella penisola italiana.
Tra il [[III secolo a.C.|III]] e il [[II secolo a.C.]] i Veneti [[foederati|si federarono]] ai [[Romani]], coi quali iniziarono presto ad assimilarsi, favoriti in questo dalle leggende che indicavano una comune ascendenza [[troia]]na per le due popolazioni, ma più probabilmente perché avevano allora un nemico comune: i [[Galli]].<ref>''Galli'' era l'appellativo col quale i Romani chiamavano i Celti.</ref>
 
San Basilio in [[epoca romana]] era una ''mansio'' (Hadriani mansio, Radriani), stazione di posta lungo la via Popilia.
Ariano era compresa nella ''[[Regio X Venetia et Histria]]'' ai tempi dell'Imperatore Ottaviano [[Augusto]].
 
==== Cronologia medioevale ====
 
Il periodo che va dall'invasione dei [[Visigoti]] di [[Alarico]] nel [[410]] e degli [[Ostrogoti]] di [[Teodorico]] nel [[493]], la successiva riconquista [[Impero bizantino|Bizantina]] (535-553), non ha lasciato [[vestigia]] nel territorio.
Due secoli di dominio di [[Costantinopoli]] a seguito della sanguinosissima e distruttiva guerra [[Guerra greco-gotica|greco-gota]] <ref>I Bizantini nelle varie campagne impiegarono quasi 1 milione di uomini; per trovare cifre simili occorre andare ai 700.000 della [[Campagna di Russia]] di Napoleone nel 1812. Nel 1266 [[Carlo I d'Angiò]] discese in Italia e occupò Napoli, le regioni del sud e la Sicilia con 30.000 uomini.</ref> coincisero come nella maggior parte d'Italia con un disastroso e lunghissimo declino economico e [[demografia|demografico]] <ref>Fame e malattie uccisero 1/3 della popolazione italiana. Solo dopo centinaia di anni, nel [[Medioevo]], si tornò ad una consistenza numerica equivalente.</ref> in presenza di una dura imposizione fiscale. Il territorio comunale faceva parte di un dominio che all'inizio del [[700]] si stava progressivamente riducendo, sotto la spinta dei [[Longobardi]], ad una sottile striscia che congiungeva [[Chioggia]] a [[Comacchio]], dove avevano inizio le aree allora inespugnabili di [[Venetia maritima|Venezia]] e [[Ravenna]].
 
I bizantini preferivano i trasporti via mare, dove dominavano incontrastati, al passaggio via terra. Mancano quindi dalle nostre parti opere fisse civili e militari ([[ponti]], [[fortificazioni]], [[chiese]]) riconducibili all'epoca. Nessun intervento dell'autorità fu previsto anche per il governo delle acque in queste zone [[palude|paludose]], infestate dalla [[malaria]] <ref>[[Dante Alighieri]] contrasse la malaria nel 1321, al ritorno di una ambasceria a Venezia per conto dei Da Polenta, Signori di Ravenna. Scelse di passare dalla via Popilia, alternativa alla Romea, per evitare di essere riconosciuto.</ref> e dopo aver subìto anche la [[Peste di Giustiniano|peste]] durante la riconquista bizantina. È facile immaginare le piccolissime comunità che allora abitavano queste zone, ridotte a piccoli villaggi di pescatori-agricoltori, alla mercé di qualsiasi evento.
 
La fine dell'[[Esarcato d'Italia|esarcato]] bizantino ad opera di [[Astolfo (re)|Astolfo]] nel [[751]] vide il passaggio del territorio ai [[Regno longobardo|Longobardi]], come quasi tutto il nord d'Italia, tranne la [[Venetia maritima]].<ref>Rimasero fuori dalla conquista longobarda Sicilia, Sardegna e territori corrispondenti circa a Lazio e Calabria.</ref>
Gli stessi cessarono la loro dominazione nel [[774]], definitivamente sconfitti dai [[Franchi]] guidati da [[Carlo Magno]].
 
Il territorio era comunque già passato sotto il [[Stato Pontificio|Patrimonio di San Pietro]]<ref>La nascita dello Stato Pontificio col relativo potere temporale dei Papi fu una iattura per l'Italia, ritardandone per oltre mille anni l'unità territoriale. Vi fu un continuo susseguirsi di guerre, anarchia, repentini rovesciamenti di alleanze; il territorio spesso divenuto campo di battaglia delle potenze straniere.
 
I Longobardi, ormai cristiani e "romanizzati", costituivano già un embrione di stato nazionale.</ref> sin dal [[756]] in seguito alla seconda vittoria di [[Pipino il Breve]] su Astolfo, in ottemperanza alla "[[Promissio Carisiaca]]".<ref>Il [[Papa Zaccaria]] aveva legittimato l'usurpazione di Pipino al trono [[merovingi]]o di [[Childerico III]].</ref> I discendenti di Carlo Magno governarono sino al [[887]] il cosiddetto [[Regnum Italiae]].
 
Il Papa non esercitava un effettivo potere dal momento che sin dalla nascita dell'Esarcato i bizantini avevano favorito l'[[autocefalia]] della [[Arcidiocesi di Ravenna-Cervia|chiesa ravennate]] e quindi l'indipendenza dal [[papato]] di [[Roma]].
L'autorità era esercitata dai [[vescovi]] locali, con l'appoggio dell'aristocrazia dei luoghi, in forza di questi antichi privilegi.
 
Sin dal VII secolo Ariano era parte della [[Diocesi di Adria-Rovigo|diocesi di Adria]].
Negli atti del [[Concilio Lateranense]] del [[649]], indetto da [[papa Martino I]], si trova il primo documento certo in cui si parla della diocesi. Nell'elenco dei vescovi partecipanti è nominato: ''Gallinostius Hadrianensis Episcopus''.
 
Il [[14 marzo]] [[863]] [[papa Niccolò III]], affidando un diploma al vescovo Leone, in pratica aggiunse il potere temporale alla giurisdizione spirituale sulla diocesi, dando inizio al cosiddetto ''Feudo vescovile''. Con privilegio emanato il 13 giugno 944 [[papa Marino II]] concesse in feudo a Giovanni II, vescovo di Adria, i possedimenti della chiesa adriese, fra cui l'isola ''qui vocatur Hadriana''. Inoltre l'imperatore [[Ottone I del Sacro Romano Impero|Ottone I di Germania]] nel [[963]] istituì le figure dei [[Avvocazia|vescovi-conti]].
 
La situazione non cambiò molto da queste parti durante il periodo dell'[[Regno d'Italia (888-1024)|anarchia feudale]] che vide tra l'altro i regni italici di [[Berengario del Friuli|Berengario I]] e [[Berengario II di Ivrea|II]].
La giurisdizione temporale di Ariano del Vescovo di Adria è riscontrata sin dal [[1054]].
In quell'anno la ''curtis Hadriana'' viene confermata dall'imperatore [[Enrico III del Sacro Romano Impero|Enrico III (o Arrigo III)]] al vescovo.<ref name="siusa.archivi.beniculturali.it">Fonte:http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=10879</ref>
 
Enrico III, Sacro Romano Imperatore, la confermò al Vescovo adriese Benedetto descrivendola in questo modo: ''De Curle quae dicitur Adriana cum aquis, terris, paludibus et sylvis, [[ripatico]], [[teloneo]], salinis, a Gauro policino''<ref>Terre paludose del Goro, o "Polesine", terra emersa dalla palude.</ref> ''usque ad Aquam quae vocatur Conchayatula, et praedictam Aquam usque ad Canale cui dicitur Caucomanco, et inde usque in Satissa ex tribus giris Rafare vel Corbula Aurcliaca Sicea et Campo Coronato vel tomba Boniola perveniente per aquam quae vocatur Portus Laureti seu Aquam quae vocatur Anguillaria major et Anguillaria minor seu Aquam de Cornu seu in litore ad usum piscandi''.
 
Nel 1077 [[Enrico IV del Sacro Romano Impero|Enrico IV chiamato anche Arrigo]], re di Germania e d'Italia, conferma il dominio del Polesine agli Estensi di Ferrara, nelle persone di Ugo e Folco ([[Folco I d'Este]]), figli del Marchese Azzo ([[Alberto Azzo II d'Este]]). Nell'atto si legge: "''Concedimus omnes res, quae sunt in comitatu Gavelli, Rhodigum, … et quidquid pertinet ad ipsum comitatum. Abbatiam Bursedam, Abbadiam Vangaditiam''".<ref>L.A. Muratori, ''Delle antichità estensi'', Modena, nella stamperia ducale, MDCCXVII, p. 40.</ref>
Nel 1100 il dominio dei Vescovi-Conti adriesi si restringe ulteriormente, riducendosi ai soli territori di Adria e di Ariano.
Nei 40 anni successivi i marchesi Estensi ottengono, attraverso investiture feudali da parte dello stesso Vescovo di Adria e acquisti di terre, un rafforzamento della loro presenza in Polesine.
<ref>{{cita web|url=http://www.italiamedievale.org/sito_acim/contributi/adria.html|titolo=Adria dai Vescovi-conti alla caduta del dominio estense.|accesso=06-07-2010}}</ref>
 
Nel [[1111]] i possedimenti di [[Matilde di Canossa]], nominata Regina d'Italia e Vicaria Papale da [[Enrico V del Sacro Romano Impero|Enrico V]], lambirono il Po, quasi sovrapponendosi ai confini del preesistente Esarcato. Il territorio formalmente era divenuto 'Ducatus' <ref>Nel significato Longobardo del termine [[Duca (Longobardi)|Duca]]</ref> sin dal 984 per concessione di [[Papa Giovanni XIV]], dietro compenso, a [[Canossa (famiglia)|Tedaldo di Canossa]]. Il potere dei vescovi, stante anche la stretta alleanza col Papa di Matilde, rimasero forti.
 
La [[Rotta di Ficarolo]]<ref>In realtà un susseguirsi di rotte in quegli anni, non governate.</ref> del [[1152]] <ref>Il [[Delta del Po]] è sempre stato soggetto allo spostamento verso nord per un complesso di fenomeni geologici, uno dei quali è stato il maggior apporto di sedimenti dagli affluenti appenninici rispetto a quelli alpini; questi infatti depositano parte del materiale in sospensione nei laghi alpini che attraversano prima di raggiungere il Po.</ref> sconvolse la morfologia del territorio, determinando tra l'altro la separazione di [[Berra]] dal territorio veneto, la separazione di Corbola da Adria, unendola con Ariano nell'isola omonima, creando il ramo del Po di Tramontana. Venne così accentuata la funzione di linea di confine naturale del Po di [[Goro]], che da allora venne chiamato anche 'Po di Ariano', divenendo negli anni successivi la via d'acqua più transitata man mano che si interravano progressivamente il [[Po di Primaro]] e il [[Po di Volano]], sino al '[[taglio di Porto Viro]]' tra il 1600 e il 1604.<ref>Il Po di Goro è stato confine ufficiale tra due territori sovrani solo tra Austria e Stato Pontificio. Tuttavia lo spostarsi progressivo del confine nord/est tra Venezia e gli Estensi prima dalla bassa padovana all'Adige, poi all'Adigetto e al Canalbianco, di fatto spostarono investimenti Estensi, come il progettato porto e la città di Alcina, sulla riva sud del Po di Goro (Mesola e Po dell'Abate), rendendo gradualmente confine di fatto il Po di Goro.</ref>
 
[[Obizzo I d'Este|Obizzo d'Este]] nel [[1163]] aiutò il padre di Enrico VI, [[Federico I del Sacro Romano Impero|Federico Barbarossa]], durante la sua terza discesa in Italia, dividendo anche i possedimenti pontifici approfittando delle rivalità tra [[guelfi]] e [[ghibellini]].
Ariano, assieme a gran parte del territorio che divenne poi il [[Comune]] <ref>Comune nell'accezione medioevale del termine; città fortificata che comandava nei territori circostanti, divenuta poi [[Signoria]].</ref> di Ferrara, fu consegnato nel [[1195]] da [[Enrico VI del Sacro Romano Impero|Enrico VI]] agli [[Estensi]], per avergli garantito (assieme ai Comuni del nord) la neutralità durante la sua discesa verso il meridione d'Italia. In particolare [[Azzo VI d'Este|Azzo VI]] andò ad ossequiare l'imperatore Enrico VI mentre si trovava a [[Piacenza]] ed in quella occasione gli fu offerto un nuovo feudo dal Vescovo di Adria: ''...quell'isola tra le foci del Po che chiamasi Ariano.'''<ref>Fonte: Storia di Este e del suo territorio -di Gaetano Nuvolato, Domenico Coletti, pag. 291 -Este 1851.</ref>
 
A quei tempi ad Ariano si ergeva un [[castello]] medioevale. Era situato in prossimità di San Basilio, quasi alla confluenza della antica via Popilia con la strada per Ariano, lungo un canale navigabile, solo in parte coincidente con l'attuale scolo Brenta. Era nella posizione ideale per il controllo dei traffici e la conseguente esazione di tasse. Di esso non ne è rimasta traccia; da un documento del 1613<ref>''San Basilio ha sotto di se... nel vecchio Castello di Ariano, distrutto dall'inondazione...''Lettera dell'arciprete Gio.Paolo Preveati, incaricato dalla Curia vescovile di Adria, di predisporre l'inventario dei beni della zona.</ref> risulta che già allora non esistesse più anche se nel XIX secolo erano ancora visibili alcuni resti. Il 27 dicembre 1195 nel ''Castro Adriani'' venne stipulato (in pratica ratificato) l'acquisto dei terreni dell'[[Episcopato]] Adriese, ...''salve le decime, i beni delle Chiese, e certo dritto nel bosco''..., da parte di Azzo VI d'Este, a rogito del Notaro Manfredino, in presenza di Guglielmo [[Arcivescovo]] di Ravenna; riconoscendo nello stesso atto i precedenti diritti avuti dall'Imperatore. Si parla infatti nel rogito: ''... secundum quod sui antecessoret tenuerunt et possederunt a dicto Episcopato Adriensi ecc. ''.
 
Nel [[1208]] invece Azzo VI d'Este fu legittimato da [[Papa Innocenzo III]] a governare anche questi territori, come ricompensa per l'adesione alla lega promossa dal [[Papa|Pontefice]] contro [[Ottone IV del Sacro Romano Impero|Ottone IV]] Imperatore.<ref>Papa Innocenzo III, approfittando delle lotte per la successione di Enrico VI aveva nel frattempo ristabilito l'autorità papale sin dal 1197 sugli ex feudi pontifici.</ref>
 
Nell'investitura del [[1220]] che l'Imperatore [[Federico II del Sacro Romano Impero|Federico II di Hohenstaufen]] diede ad [[Azzo VII d'Este]] vengono tra l'altro citate: ''Calaone, Cero, Baone, Rovigo, Adria, Ariano'' ecc.
Tra il [[1222]] e il [[1240]] vi furono le lotte tra il Papa e le città della [[Lega Lombarda]] contro Federico II di [[Svevia]] nel tentativo di aumentare il suo potere in Italia. Alla fine Azzo VII si riappropriò dei domini estensi.
 
Le vicende legate alla successione di [[Azzo VIII|Azzo VIII d'Este]] <ref>Nel 1306 Azzo VIII, in cambio dell'aiuto di Venezia contro Bologna, Mantova e Verona, dovette accettare un [[Visdomino]] veneziano a Ferrara.</ref> che portarono alla [[Guerra di Ferrara (1308-1309)|guerra di Ferrara]] nel [[1308]] videro le truppe della [[Serenissima]] occupare anche Ferrara, successivamente sconfitte da quelle del Papa. Il ritorno della [[signoria]] estense a [[Obizzo III d'Este|Obizzo III]] avvenne solo nel [[1317]].
 
Nel [[1328]] il Principe [[Bertoldo d'Este]] († [[1343]])<ref>{{cita web|url=http://www.prolocoeste.it/Pagine/Italiano/Medioevo3_i.asp|titolo=Este medioevale PERIODO QUARTO 1405 - 1850.|accesso=06-07-2010}}</ref>
, [[Marca anconitana|Marchese di Ancona]] <ref>In realtà gli Estensi avevano da molto tempo perduto quei territori; tuttavia ancora per qualche anno negli atti pubblici venivano registrati aggiungendo anche quell'appellativo.</ref> e Signore del Castello e distretto di Ariano concesse uno [[Statuto]] e venne istituito il [[Consiglio Comunale]]; (in quell'anno Obizzo III d'Este era [[Marchese]] di [[Ferrara]]).
 
Nel [[1471]] vi fu il passaggio del [[Marchese|Marchesato]] al [[Ducato di Ferrara]], compresi i territori facenti parte della [[Transpadana Ferrarese]], col benestare di [[papa Paolo II]].
 
Con la pace di [[Bagnolo]] del [[7 agosto]] [[1484]] [[Ercole I d'Este]] riebbe Ariano assieme a Adria, Corbola, [[Melara]], Castelnuovo, [[Ficarolo]] e [[Castelguglielmo]], perduti con la [[Guerra di Ferrara (1482-1484)|guerra del sale]] contro Venezia; ma perdendo tutti gli altri territori a nord-est del Po (il 'Bassopolesine' <ref>Per Bassopolesine si intendevano le parti di territorio allora esistenti di Loreo, Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po (allora era solo la frazione di Mazzorno destro).</ref> ed il 'Polesine di Rovigo').<ref>Fonte:Le saline dei veneziani e la crisi del Medioevo, di J.C. Hocquet - il Veltro, 1993</ref>
 
==== Cronologia moderna ====
 
Nel [[1509]] durante la [[Guerra della Lega di Cambrai|Guerra della Lega Santa]] le truppe della Serenissima occuparono anche queste parti nel corso delle operazioni militari per combattere il Duca [[Alfonso I d'Este]], alleato dei francesi. Le vicende relative ai successivi ribaltamenti di alleanze fecero si che le truppe pontificie (e alleati) presidiassero queste zone sino al [[1530]], quando ritornarono in possesso a Alfonso I d'Este solo grazie all'Imperatore del [[Sacro Romano Impero Germanico]] [[Carlo V del Sacro Romano Impero|Carlo V]].
 
Il confine fu più volte messo in discussione; il [[Duca]] [[Alfonso II d'Este|Alfonso II]] d'[[Estensi|Este]] combatté contro Venezia anche nel [[1585]] e [[1586]], nonostante che nel [[1559]] la [[pace di Cateau-Cambrésis]] avesse tra l'altro nuovamente confermato i confini esistenti dei territori a sud del Po tra Serenissima e Estensi.
 
Nel [[XVI secolo]] la Serenissima, all'apice della sua potenza, occupò stabilmente solo parte del territorio; i maggiori centri abitati del Comune rimasero sotto il controllo di Ferrara.<br>
Il [[27 ottobre]] [[1597]], alla morte di Alfonso II d'Este, che non aveva lasciato eredi diretti, [[papa Clemente VIII]] annette l'intero [[Ducato di Ferrara]] allo [[Stato Pontificio]] in quanto il territorio stesso era [[feudo]] pontificio; non accettando la successione da Alfonso al cugino [[Cesare d'Este]], anche se la stessa precedentemente era stata riconosciuta dall'Imperatore [[Rodolfo II del Sacro Romano Impero|Rodolfo II]].
 
Nel [[1598]], nonostante Ariano avesse optato per Venezia, rimase soggetta all'Autorità dello Stato Pontificio, governata dal [[Cardinale]] [[Legato Pontificio|Legato]].
 
Nel [[1691]] il [[cardinale]] [[Marcello Durazzo]], a quel tempo [[Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio|Arcivescovo di Ferrara]], riformò lo Statuto comunale.
 
Il [[15 aprile]] [[1749]] venne stipulato un trattato tra [[papa Benedetto XIV]] e il [[Doge]] [[Pietro Grimani]] e nel 1751 fu completata l'opera di demarcazione del confine dell'Isola di Ariano con la posa di grandi pilastri formati da mattonelle in cotto, uno dei quali è ancora visibile, restaurato, in località Rivà, in prossimità della congiunzione tra lo [[Canale artificiale|scolo]] Veneto e lo scolo Brenta. I [[bassorilievi]] in [[marmo]] raffigurano sul lato nord il [[Leone di San Marco]] con la scritta "''Pax tibi, Marce Evangelista meus''", e a sud la [[Tiara]] con le chiavi [[Stemma del Vaticano|pontificia]].
Il territorio assegnato alla Serenissima entra a far parte nel 1749 della [[Podestà|Podestaria]] di [[Loreo]], nel [[Dogado]].
 
È stato confine tra la Serenissima [[Repubblica di Venezia]] e lo Stato Pontificio sino all'invasione di [[Napoleone]] Bonaparte nel [[1796]] e conseguente incorporazione nella [[Repubblica Cispadana]], in forza dell'[[Armistizio di Bologna]] e del successivo [[Trattato di Tolentino]].
 
Il 9 luglio [[1797]] si trovò a far parte della [[Repubblica Cisalpina]] in seguito alla fusione della Repubblica Cispadana con la [[Repubblica Transpadana]] in ottemperanza ad un altro editto napoleonico.
Nel [[1797]] con lo scioglimento della [[prima coalizione]] antifrancese fu stipulato il [[Trattato di Campoformio]], con il passaggio degli ex territori della Serenissima all'[[Impero austriaco]] <ref>Napoleone pretese la rinuncia al titolo di "Sacro Romano Impero".</ref> con la creazione del [[Regno Lombardo-Veneto]].
 
L'esile confine di pilastri fu abbandonato; Ariano rimase nella Repubblica Cisalpina in quanto l'art. 6 del trattato portava il confine est con l'Austria lungo il corso del ''Tartaro-Canalbianco-gran Po'' (Po di Venezia).
 
Dal [[26 gennaio]] [[1802]] Ariano si trovò a far parte della [[Repubblica Italiana (1802-1805)|Repubblica Italiana]] e dal [[18 marzo]] [[1805]] fino all'aprile 1814 nel [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] con Napoleone Bonaparte prima Presidente e poi Re.
Amministrativamente era incorporato nel [[Dipartimento del Basso Po]], distretto II di Comacchio, con capoluogo [[Ferrara]],<ref>Con legge della Consulta legislativa del 23 fiorile anno IX repubblicano (1800), pubblicata dal 2 giugno 1800. Nel decreto napoleonico sull'amministrazione pubblica e sul comparto territoriale del regno dell'8 giugno 1805, n.46 il comune viene inserito nel dipartimento del Basso Po, distretto II di Comacchio, cantone II di Codigoro.</ref> e dal [[22 dicembre]] [[1807]] nel [[Dipartimento dell'Adriatico]] con capoluogo [[Venezia]].
Il Governo Vicereale di Milano emanò la legge 29 aprile 1806 stabilendo l'istituzione dei dipartimenti e la loro divisione in distretti, cantoni e comuni; questi suddivisi a loro volta in tre classi. Ariano divenne un Comune di III classe perché con meno di 3.000 abitanti. Il Consiglio comunale era composto da tutti i possidenti del luogo compresi i capi famiglia, commercianti o industriali con più di 35 anni di età; Sindaco e anziani (divenuti poi [[assessori]]), in numero di tre.
 
Nel 1809 l'imposizione di una tassa sul macinato da parte del governo francese provocò rivolte contadine con assalti ad edifici pubblici ad Ariano, Adria, [[Lendinara]] e Rovigo. Il 2 luglio 1809 furono date alle fiamme dai "briganti" le antiche carte della Comunità di Ariano.
 
Il 13 ottobre 1812 una rotta dell'argine del Po allagò tutta l'isola.<ref>Fonte: Corografia dell'Italia - Giovanni B. Rampoldi-pag 119 vol.I - Antonio Fontana - Milano MDCCCXXXII</ref>
Sconfitto Napoleone a [[Battaglia di Lipsia|Lipsia]] (16-19 ottobre 1813), le truppe austriache entrarono in [[Polesine]] nel novembre dello stesso anno.<ref>{{cita web|url=http://www.polesineonline.com/index.php?option=com_content&view=article&id=273&Itemid=277&showall=1|titolo= Storia del Polesine '800 e '900.|accesso=06-07-2010}}</ref>
Il Governo Austro-Britannico (aprile 1814-settembre 1815) assunse l'amministrazione provvisoria dei territori dell'ex Repubblica Cisalpina.
Dopo la [[Restaurazione]] operata dal [[Congresso di Vienna]], dal 1815 Ariano fece parte del [[Regno Lombardo-Veneto]], col nuovo confine sud/est con lo Stato Pontificio sceso dal Po di Venezia al Po di Goro.<br>
Nonostante che nel Congresso di Vienna come linea di principio generale, ma riportata anche nell'art. 96 -comma 4, si fosse stabilito che i confini degli stati dovevano passare per il "filone" dei grandi fiumi, quindi sul Po Grande, il confine con lo Stato Pontificio venne posto sul Po di Goro con il successivo articolo 103. Questo suscitò la ferma protesta di [[Papa Pio VII]] nel [[Concistoro]] del 4 novembre 1815.<ref>Fonte: Il diritto sovrano della Santa Sede sopra le Valli di Comacchio e sopra la Repubblica di San Marino - difeso dall'Avvocato D. Carlo Fea - Commissario delle Antichità - Roma MDCCCXXXIV - nella stamperia delle Rev. Camera Apostolica -pag.34 vol.unico</ref>
Da allora il paese visse sotto il dominio austriaco, nel Regno Lombardo-Veneto, capoluogo del distretto di Ariano, nella [[provincia di Venezia (Lombardo-Veneto)|provincia di Venezia]].
 
==== Cronologia contemporanea ====
 
La sovrana patente del 7 aprile 1815 sull'istituzione del Regno del Lombardo Veneto include Ariano nella provincia di Venezia, capoluogo del Distretto VI, comprendente anche i Comuni di Corbola, Taglio di Po e San Nicolò (denominato Porto Tolle dal 1867).<ref name="siusa.archivi.beniculturali.it"/><ref>Fonte:"La provincia di Venezia", A.Stangherlin, Venezia 1968</ref>
 
Dal 1816 furono tolti ai Comuni le competenze in materia di stato civile, assegnate durante il periodo napoleonico, e restituite alle [[Parrocchie]].
 
Tra il 1 novembre 1816 ed il 9 febbraio 1817 Ariano Austriaco ed il prospiciente Ariano Pontificio furono colpiti da una epidemia di [[tifo petecchiale]] che provocò 29 morti; come risultante dagli atti del soppresso Comune di [[Mesola|Massenzatica]].<ref>Fonte: Gianfranco Cori. ''Massenzatica, dal Comune al CUM'' -pag. 245.</ref>
 
Dal 1817 Ariano è sede della [[pretore (ordinamenti moderni)|pretura]] forese di IV classe, competente sui territori del [[Distretto]] IV, sino alla soppressione della pretura nel 1852.<ref>Fonte:Centro per la ricerca e lo sviluppo di Metodologie e Applicazioni di Archivi Storici Roma. Guida generale Archivi di Stato Italiani. Documento 53565.</ref>
 
Il nuovo compartimento territoriale delle province venete, pubblicato con dispaccio 40285/3945 del 2 novembre 1845 dell'Amministrazione austriaca, Ariano, con le frazioni di Gorino, Rivà e S. Maria in Punta, rimane incluso nella provincia di Venezia, distretto VI di Ariano.
 
Durante i [[Primavera dei popoli|moti del 1848 - 1849]], volontari Arianesi accorsero a Venezia in soccorso dell'autoproclamata [[Repubblica di San Marco]], combattendo contro le truppe austriache.
 
Nel 1851, assieme agli altri Comuni del Delta, Ariano si stacca dalla Provincia di Venezia ed entra a far parte della [[Provincia del Polesine]], anch'essa istituita nel 1815.
Con la sovrana risoluzione del 28 gennaio 1853, che definisce il compartimento territoriale delle provincie venete attivato col 1 luglio 1853, Ariano viene inserito nella provincia di Rovigo, mantenendo la funzione di capo distretto. Tale situazione non cambia fino alla fine della dominazione austriaca.
 
Il 23 giugno 1866 ebbe inizio la [[Terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] e l'abbandono definitivo del territorio da parte delle truppe austriache incalzate da quelle [[Regio Esercito|sabaude]] del generale [[Enrico Cialdini|Cialdini]], comandante dell'armata schierata a sud del Po, che aveva iniziato le operazioni militari con l'attraversamento del [[Po di Goro]] da Mesola a Rivà. Fu così il primo [[Comune]] del Veneto ad essere liberato ed annesso col successivo [[Plebiscito]] del 21 ottobre al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Lo stesso giorno, alle ore 15, il [[Sindaco]] Vito Violati Tescari sventolò la bandiera [[Bandiera italiana|tricolore]] sulla piazza principale. Le vicende successive alla sconfitta di [[Battaglia di Custoza (1866)|Custoza]] fecero si che le truppe italiane si ritirassero e rioccupassero i territori solo l'11 luglio, lasciando "terra di nessuno" Ariano e comuni contigui durante quel breve periodo.<ref>{{cita web|url=http://www.adsic.it/2006/10/05/custoza-la-battaglia/|titolo= Custoza – La Battaglia.|accesso=09-07-2010}}</ref>
La [[bandiera]] [[tricolore]] del [[municipio]] fu esposta come cimelio del [[Risorgimento]] alla XLIII Esposizione di [[Torino]] del [[1884]], trasferita al [[Museo del Risorgimento di Milano]] l'anno successivo.
 
Con il [[Regio decreto legge|Regio Decreto]] del 13 ottobre 1866 il Comune entra a far parte della Provincia di Rovigo.
 
Nel [[1866]], quando Ariano fu unita alla madre patria, per distinguerla dalle altre Ariano ([[Ariano Irpino]] in [[Campania]], [[Mesola|Ariano]] in [[provincia di Ferrara]]), si pensò di chiedere al competente organo di Governo che accanto al nome venisse aggiunto “Nel [[Polesine]]”.
Tale provvedimento venne assunto il [[13 marzo]] [[1867]]; Con R.D. 7 luglio 1867 n. 3507 la richiesta venne accolta e pubblicata sulla [[Gazzetta Ufficiale]].
 
Nel 1888 i locali annessi alla antica stazione di [[posta]] furono adibiti a [[locanda]], che nel tempo divenne poi albergo/ristorante sito nella via centrale del capoluogo, l'attuale Corso del Popolo.
 
L'11 gennaio 1911 un [[incendio]] danneggiò il palazzo municipale e distrusse gli archivi dell'[[Anagrafe]] che furono successivamente ricostruiti.
 
Nel 1921 le squadre fasciste uccidono Ermenegildo Fonsatti, Sindaco socialista di Ariano.<ref>Fonte:http:(togli_questo) //cronologia.leonardo.it/fascismo/fasc000.htm</ref> A sua memoria è intitolata una delle vie centrali del capoluogo.
 
L'antivigilia di Natale 1995 furono definitivamente traslocati gli uffici nell'attuale sede municipale, sottoposta a importanti lavori di restauro conservativo, nella centrale Piazza Garibaldi. Gli uffici erano provvisoriamente in precedenza ospitati presso le Scuole Elementari del capoluogo sin dall'estate del 1987.
 
[[File:Ariano nel Polesine-Stemma.png|140px|thumb|left|Stemma del comune di Ariano nel Polesine]]
 
=== Simboli ===
 
Lo stemma comunale è stato concesso il 17 dicembre 1931 da [[Vittorio Emanuele III]], [[Re d'Italia]]; invece il [[Gonfalone]] in data 04 giugno 1962 con decreto del [[Presidente della Repubblica]] [[Antonio Segni]].
 
Lo Statuto comunale del Comune di Ariano nel Polesine<ref>{{cita web|url=http://www.comune.arianonelpolesine.ro.it/images/sito/documenti/utility/statuto/Statuto_NUOVO_19.3.2004_.pdf|titolo=Statuto comunale all'art.2,comma 5.|accesso=24-11-2009}}</ref> afferma che lo Stemma è
{{quote|“Partito: di rosso e di azzurro, caricato dalla seguente Arma, concessa al Comune con regie Lettere Patenti datate da Roma a dì 17 dicembre dell'anno millenovecentotrentuno, campo di cielo, alla torre quadrata di rosso, merlata alla ghibellina con tre guardiole coperte dello stesso, aperta e murata di nero, fondata sulla pianura di verde.}}
 
La lettera che preannunciava l'emissione del decreto autorizzativo a fregiarsi del Gonfalone recita:<br>
''Il Presidente della Repubblica, vista la domanda con la quale il Sindaco del Comune di Ariano nel Polesine chiede la concessione di un Gonfalone per uso di quel Comune, decreta:''<br>
''È concesso al Comune di Ariano nel Polesine in provincia di Rovigo il seguente Gonfalone:''
{{quote|“Drappo partito, di rosso e di azzurro, riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma Comunale con la iscrizione centrata in argento: Comune di Ariano nel Polesine. Le parti di metallo e i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dai colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome.<br>
Cravatta e nastri tricolorati dei colori nazionali frangiati d'argento. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è incaricato della esecuzione del presente decreto, che sarà registrato alla Corte dei Conti e debitamente trascritto.}}
 
Registrato alla Corte dei Conti il 7 settembre 1962, trascritto nei registri dell'ufficio araldico il 12 settembre 1962, trascritto nel registro araldico dell'archivio centrale dello Stato il 29 ottobre 1962.
 
=== Eroi di guerra ===
* Joâo Turolla, [[sottotenente]] [[artiglieria]] [[alpino|alpina]], medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 26 luglio 1915, caduto sul fronte greco/albanese, Eleutero, il 9 novembre 1940.<br> Le Scuole Medie del capoluogo sono a lui intitolate. Nell'atrio all'ingresso delle stesse è posizionato un busto in marmo che lo raffigura col cappello d'alpino, inaugurato il 23 ottobre 1960.
* Enzo Gibin, [[partigiano]], medaglia d'oro al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine l'1/1/1926, ucciso a [[Borgomanero]] (NO) il 23 febbraio 1945; l'episodio è però ricordato come l'eccidio di [[Cressa]].<ref>{{cita web|url=http://www.resistenzanovarese.it/cressa.php|titolo= Resistenza Novarese – Bacheca Cressa - Mora e Gibin.|accesso=10-07-2010}}</ref>
Nel muro esterno sotto la loggia del palazzo municipale è posizionata una targa in marmo a sua memoria.
* Enos Fusetti, sottotenente [[fanteria]], medaglia d'argento al v.m. Nato ad Ariano nel Polesine il 27/11/1917, caduto sul fronte greco, quota 1540 Mali Scindeli, il 14 febbraio 1941.<br> Nell'atrio al primo piano del palazzo municipale è posizionata una teca in vetro contenente alcuni cimeli di guerra a lui appartenuti.
 
=== Caduti in guerra ===
* Fabbri Giuseppe e Pavanini Angelo, caduti nel 1866 durante la terza Guerra d'Indipendenza, sono ricordati da una lapide murata nella loggia esterna del palazzo municipale.<br>
* Durante la [[Prima guerra mondiale]] Ariano nel Polesine conta 141 caduti-dispersi.<ref>Fonte: ''Morire per la Patria - I Caduti polesani nella guerra 1915-1918'', Daniela Baldo - edizioni Minelliana - Badia Polesine 2002;</ref>
 
La nota Prot. 6/37 del 6/2/2010 dell'[[Associazione Italiana Combattenti e Reduci|Associazione Nazionale Combattenti e Reduci]] - Federazione Provinciale di Rovigo fornisce i seguenti dati:
* prima guerra mondiale 1915-18: caduti 123
* seconda [[Guerra d'Etiopia]] 1935-36: caduti 20
* [[seconda guerra mondiale]] 1940-45: caduti 42
 
Sulle quattro lastre di marmo che avvolgono il corpo del monumento ai caduti sono incisi i nomi dei caduti/dispersi con i seguenti dati:
* [[Guerra italo-turca|Guerra di Libia]] 1910-12: caduti 5
* prima guerra mondiale 1915-18: caduti 186
* Guerre 1935-45: caduti 57 dispersi 45
 
=== Persone famose ===
Padre Antonio Clemente (Albino Vicentini al [[Secolarismo|secolo]]) è stato un [[frate]] [[Ordine dei Frati Minori Cappuccini|cappuccino]] e [[predicatore]]. Tra tanti incarichi ricoperti ha anche presieduto il [[Capitolo (canonici)|capitolo]] provinciale Veneto. Era nato nella frazione di S.Maria in Punta il 22 gennaio 1904 e morto a Padova il 28 marzo 1986. È sepolto nel cimitero di Santa Maria in Punta. La piazza antistante alla locale [[Chiesa (architettura)|Chiesa]] [[Arte romanica|romanica]] è intitolata a suo nome.<ref>Fonte:Il Gazzettino 24/3/2009-Cronaca di Rovigo, pag.XIII</ref>
 
== Economia, commercio e mercati ==
[[Immagine:Paludes1570bis.jpg|thumb|250px|rigth|Le paludi e le isole formate dalle alluvioni del Po secondo una carta del 1570)]]
 
Nei tempi antichi la natura dei luoghi determinava direttamente l'economia. L'ambiente paludoso era alimentato dal Po che apportava [[sedimenti]] fertilissimi, utili sia per l'[[agricoltura]] che per lo sviluppo dell'[[allevamento]]; d'altro canto la mancanza di opere per l'irreggimentazione delle acque lasciava le comunità in balia dei mutamenti del corso del fiume causati dalle repentine variazioni di portata. Il versante interno del cordone [[dune|dunoso]] litoraneo offriva una maggiore sicurezza per la costruzione di abitazioni, oltre a prestarsi per l'ormeggio dei natanti e consentire oltre la [[pesca]] anche una attività [[commercio|commerciale]]. Per questo i primi insediamenti in [[muratura]] arianesi si trovano a San Basilio, sopraelevati dal piano campagna circostante, con un [[molo]] nelle vicinanze. Anche la via Popilia, in epoca successiva, percorreva il versante a monte delle dune costiere. Gli allagamenti, quasi stagionali, provocavano lutti, [[carestie]], e distruzione degli agglomerati abitativi costruiti in legno e [[Canna (botanica)|canna]] palustre. Le ultime abitazioni in canna furono sostituite da altre più adeguate solo nel XIX secolo, sotto l'amministrazione austriaca.<br>
L'immagine rappresenta bene la consistenza e l'ambiente in cui si trovava l'[[Isola di Ariano]] prima del [[Taglio di Porto Viro]].
 
Le paludi stagnanti erano l'habitat ideale per la zanzara ''[[Anopheles]]'', vettore della [[malaria]], [[Endemia|endemica]] fino al XX secolo,<ref>La malaria è ancora oggi la seconda malattia infettiva al mondo. L'eradicazione della zanzara ''Anopheles'' è stata favorita anche dall'inquinamento che ha provocato la sua sostituzione con la variante innocua delle specie ''[[Culex pipiens]]''.</ref> che contribuiva a falcidiare le piccole comunità residenti. Una conferma viene dalla descrizione che Giovanni B.Rampoldi fa di Ariano nella sua 'Corografia dell'Italia' pubblicata nel 1831: ''Alquanto insalubre è l'aere che vi si respira; e quindi, comprensivi alcuni casolari dei dintorni, vi si annoverano poco più di duemila abitanti.''
 
Una risorsa largamente disponibile era l'[[argilla]], sfruttata sin dall'antichità. La rigogliosa [[Foresta inondata|foresta planiziale]] allora esistente forniva legno per la cottura, per la realizzazione di [[imbarcazioni]] e per le altre necessità. Lo stanziamento presso le dune litoranee forniva maggiore protezione dalle alluvioni ed una minore diffusione della malaria dovuta alle repentine modifiche della salinità. La salinità però causava la deflocculazione delle argille rendendone impossibile l'utilizzo; la stessa era causa inoltre di gravi problemi all'attività agricola, obbligando così ad un'attività di scambio continuativo con le comunità che si trovavano più all'interno. Questa necessità fu assecondata anche dalla costruzione di piccoli canali, chiamati ''fosse'', che, oltre a costituire le prime opere di bonifica, permettevano le comunicazioni stante l'impossibilità di poter contare su affidabili vie di terra.
 
Durante il periodo imperiale romano le attività di [[centuriazione]] e bonifica ebbero maggiore impulso contestualmente alla crescita di insediamenti abitativi. Queste vie d'acqua collegate con le foci del fiume divennero sempre più estese e capillari, utilizzate sino al XIX secolo anche per i viaggiatori. In particolare, in epoca medioevale, dall'attuale Piazza Garibaldi, al centro del capoluogo, partiva un canale denominato ''Silvus Longus'' che si immetteva nel vicino Po di Goro, in quel periodo il ramo principale del Po.
 
Nel lungo periodo [[Medioevale]] è presente un declino economico e demografico, comune a tutti i territori deltizi del Po, aggravato da cambiamento del clima caratterizzato da un aumento della piovosità e da frequenti alluvioni con perdita di aree coltivabili.<ref>{{cita web|url=http://www.adb.basilicata.it/adb/pubblicazioni/vol9/saggi/79.pdf|titolo=Convegno di Maratea
5 - Storia sintetica dell’evoluzione del delta del Po|accesso=10-07-2010}}</ref>
 
L'importanza della lavorazione dell'argilla prosegue sino ai giorni nostri. Dopo il taglio di Porto Viro le mappe medioevali chiamano ''Po delle Fornaci'' il ''Po di Venezia'' che, ricco di sedimenti, sta rapidamente formando il nuovo delta del Po creando nuove terre.<br>
La legge Baccarini del 1882 fu la prima che concesse finanziamenti statali ai Consorzi di bonifica. Consentì il sollevamento delle acque di alcuni [[comprensori]] ed in particolare la costruzione dell’[[Idrovora]] di [[Ca’ Vendramin]] per il prosciugamento del comprensorio dell’[[Isola di Ariano]].
 
Le [[fornaci]] delle [[Golena|golene]] sono state dismesse nella seconda metà del XX secolo e rimangono grandi testimoni di [[archeologia industriale]], assieme a [[bietola|bietolerie]] e [[Zuccherificio|zuccherifici]], dismessi gradualmente e utilizzati sino agli inizi del secolo successivo.
 
Il massimo dell'espansione demografica coincise anche con la grande [[Alluvione del Polesine del novembre 1951|alluvione del Po]] nel [[1951]]. Il territorio dell'Isola di Ariano non ne fu coinvolto direttamente, ma il [[boom economico]] dell'Italia di quegli anni coinvolse i residenti nella grande migrazione interna verso le città del [[Triangolo industriale]] [[Milano]], [[Torino]], [[Genova]].
In quel periodo, grazie all'opera dell'[[Ente Delta Padano]], si realizzarono le nuove bonifiche, con frazionamento di parte del [[latifondo]], e venne introdotta al suo posto la piccola proprietà contadina a riscatto. Battute di arresto si ebbero in occasione delle alluvioni che coinvolsero il territorio dovute alla rottura dell'argine sul Po di Goro: il 20 giugno 1957 in località Ca' Vendramin ed il 2 novembre 1960 in località Rivà. Allora fu costruito ed è rimasto un ulteriore argine in terra, alto circa 2 metri, che si estende dalla località San Basilio sino a Taglio di Po.
 
L'economia, fino agli [[anni 1970|anni settanta]] principalmente basata sull'[[agricoltura]], è ora prevalentemente fondata su piccole [[imprese]] [[Artigiano|artigiane]] e di [[Settore terziario|servizi]], imprese del settore [[Industria alimentare|conserviero]] e della [[Distribuzione commerciale|commercializzazione]] di prodotti della [[Pesca commerciale|pesca]]. La popolazione dedita all'agricoltura è in netto calo, anche se la superficie coltivata è molto estesa. Si assiste ad una progressiva concentrazione delle imprese agricole in mano a grandi aziende con relativa diminuzione dei [[coltivatori diretti]].
 
Nel 1987 fu chiuso definitivamente il [[Cinema]] [[Teatro]] del capoluogo.
 
Il mercato settimanale si svolge ogni lunedì nel capoluogo.
Conseguentemente i negozi non alimentari osservano la mezza giornata di chiusura il martedì pomeriggio.
I negozi alimentari chiudono il mercoledì pomeriggio.
I negozi di ferramenta possono optare tra il martedì pomeriggio ed il sabato pomeriggio.<br />
Il Comune, facendo parte del Parco del Delta del Po, è stato riconosciuto "a prevalente economia turistica" dalla [[Regione Veneto]] con Legge Regionale 25/2/2005 n° 7, art. 7. In base a tale normativa, a seguito di richiesta rinnovata di anno in anno dall'Amministrazione Comunale, i negozi hanno la facoltà di deroga dalla chiusura infrasettimanale e festiva.
 
Il Comune è stato inserito nel progetto del Governo in collaborazione con [[Telecom Italia]] denominato "anti digital divide" tendente a portare il collegamento [[ADSL]] a [[banda larga]] in 5.000 piccoli Comuni d'Italia, utilizzando un sistema basato sull'installazione di ripetitori di onde radio a bassa frequenza. Dal 2007 tale tecnologia (il download non supera i 640 kbit/sec) è stata attivata e resa disponibile.
<ref>{{cita web|url=http://www.antidigitaldivide.org/print.php?sid=558|titolo=Progetto Anti Digital Divide di Telecom|accesso=10-07-2010}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://punto-informatico.it/2367861/Telefonia/News/telecom-italia-non-anti-digital-divide.aspx|titolo=Telecom Italia? Non è Anti Digital Divide|accesso=10-07-2010}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.webnews.it/news/leggi/4592/telecom-solo-pezze-contro-il-digital-divide/|titolo=Telecom, solo pezze contro il digital divide|accesso=10-07-2010}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.i-dome.com/flash-news/pagina.phtml?_id_articolo=12732-Telecom-Italia-e-i-progetti-Anti-Digital-Divide.html|titolo=Telecom Italia e i progetti Anti Digital Divide|accesso=10-07-2010}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.wholesale-telecomitalia.it/cgi-bin/wholesale.dll/wholesale/TI_WS_GuestLogin.jsp|titolo=Telecom Italia - Portale WholeSale|accesso=10-07-2010}}</ref>
Nel corso del 2008 è stata resa disponibile una velocità teorica di punta di 3,6 MegaByte/s
(MBps) non garantita; reale è meno della metà.<ref>Test effettuati on line con Libero (http://assistenza.libero.it/angolo_pc/speedtest.phtml).</ref>
 
=== Aree produttive ===
[[File:PPIP Botteghino.JPG|thumb|Ingresso ovest area artigianale Ramello-Botteghino]]
 
In località Ramello-Botteghino, a 3&nbsp;km dal capoluogo, è urbanizzata ed operativa l'omonima area P.P.I.P. (Pano Particolareggiato Insediamenti Produttivi) di circa 45 ettari, localizzata tra il vecchio ed il nuovo tracciato della ex 'Strada 495 di Codigoro'.
Nel 2009 è stata individuata negli strumenti urbanistici una ulteriore area produttiva di circa 50 ettari, ubicata lungo il tracciato della S.S. 309 "Romea", nella frazione di Rivà.
 
== Evoluzione demografica ==
{{Demografia/Ariano nel Polesine}}
 
I 4.706 abitanti sono così suddivisi: Maschi 2297, Femmine 2409, nuclei familiari 1908.
 
== Gemellaggi ==
In ottemperanza al Regolamento approvato dal Consiglio Comunale con Deliberazioni n° 10 del 28/3/2002 e n° 22 del 11/6/2005, la Giunta Municipale, con provvedimento 29/12/2005 n° 256, ha deliberato il gemellaggio con:
* [[File:Flag of France.svg|20px]] '''[[Pont-Sainte-Marie]]''', un comune [[Francia|francese]] di 4.936 abitanti situato nel dipartimento dell'[[File:Blason département fr Aube.svg|20px]] [[Aube]], nella regione della [[File:Champagne-Ardenne flag.svg|20px]] [[Champagne-Ardenne]].
 
== Monumenti e luoghi di interesse ==
 
Il palazzo municipale è composto dall'unione di due fabbricati indipendenti e contigui, aventi all'epoca di costruzione funzioni diverse. La [[Soprintendenza]] ha preteso in sede di restauro la colorazione in due colori differenti, varietà del bianco e dell'arancio, evidenziando ulteriormente l'accostamento di due edifici aventi stili architettonici molto diversi tra loro.
L'edificio bianco che fa angolo ha un [[loggiato]] al pian terreno delimitato da colonne ad [[Arco (architettura)|arco]] semicircolare a tutto sesto. Il primo piano ha caratteristiche finestre in stile [[Tardo gotico|gotico veneziano]] con l'[[arco a sesto acuto]]. L'altro corpo dell'edificio, colorato in arancio, ha finestre ad arco semicircolare al pian terreno; al primo piano finestre ad arco [[Ellisse|ellittico]].
 
Nella centrale Piazza Garibaldi vi è un grande monumento ai caduti composto da tre statue di soldati in bronzo, raffigurati in divisa della I Guerra mondiale, sormontanti un basamento rivestito di marmo, sui quattro lati del quale sono incisi i nominativi dei caduti delle varie guerre.<br>
Il primo monumento fu un'opera in bronzo dello scultore Luciano Giaretta inaugurato il 9 ottobre 1928. Fu rimosso il 31 maggio 1941 per utilizzarlo per la costruzione di materiale bellico.<br>
Grazie ad un comitato cittadino presieduto dal Cav. Giuseppe Bertaglia, coadiuvato da diversi benefattori, si eresse l'attuale monumento, su opera dello scultore Francesco Rebesco di [[San Zenone degli Ezzelini]]. Fu inaugurato con cerimonia del 23 ottobre 1960, presenti picchetto militare e pattuglia aerea.<ref>Fonte: La Voce di Rovigo - 23/4/2010.</ref>
 
=== [[Quercia]] di San Basilio ===
Quasi in località San Basilio, seguendo il percorso della strada arginale che dal capoluogo conduce verso l'omonima frazione, ci si imbatte un in maestoso albero che si erge solitario in mezzo alla campagna circostante, addossato all'argine sinistro del Po di Goro.<br>
È una [[Farnia]] ([[Quercus robur]]) di oltre 500 anni. <ref>Fonte:http://www.parcodeltapo.org/enteparco/progetti/2004san.basilio.html pagina dedicata alla Quercia di San Basilio sul sito del Parco del Delta</ref> La sua circonferenza a metri 1,30 dal suolo è di 6.15 metri, mentre la sua altezza è di circa 26 metri. È sopravvissuta per la sua posizione periferica e perché era una [[Plantae|pianta]] usata come segna confine (viene citata in documenti di oltre 500 anni fa).<br>
Ha un valore anche scientifico perché costituisce una delle ultime piante testimoni dell'antico bosco che ricopriva la Pianura Padana.
In dialetto locale viene chiamata "''el [[rovere]]''" o "''la rovra''" che impropriamente fa riferimento ad una quercia dello stesso [[Genere (tassonomia)|genere]] ma appartenente ad un'altra [[specie]]: la [[Quercus petraea]], che però non riuscirebbe a sopravvivere con l'apparato radicale parzialmente immerso nell'acqua per lunghi periodi. L'[[habitat]] particolare e questa posizione marginale a ridosso della riva del fiume Po ha salvato la pianta dall'utilizzo umano, causando però sofferenza all'apparato radicale della stessa: si pensi che queste piante possono raggiungere i 50 metri di altezza.<br>
Un [[fulmine]] l'ha gravemente danneggiata nel 1976. Dopo un primo intervento di risanamento nel 1995, rivelatosi nel tempo insufficiente, nel 2002 l'Ente Parco, con la collaborazione del Comune e dell'Università di Padova, ha effettuato un progetto di risanamento consistente in indagini e analisi di campioni, potatura delle parti secche della chioma e ripulitura del tronco per tentare di bloccare l'avanzata della carie, ottenendo un miglioramento della situazione.
 
=== Parrocchie e oratori ===
Il territorio fa parte della [[Diocesi di Adria-Rovigo]], sede della [[Chiesa cattolica]] suffraganea del [[patriarcato di Venezia]] appartenente alla [[regione ecclesiastica Triveneto]].
 
Le parrocchie del Comune sono:
 
==== Parrocchia di Ariano nel Polesine ====
* Parrocchia "[[Madonna della Neve|Santa Maria della Neve]]"" del capoluogo. È la più antica del Comune. Vi si trovano conservati anche i [[Registri parrocchiali]] di battesimo e matrimonio a partire dall'anno 1600. Gli stessi hanno valenza di atti di stato civile fino all'anno 1870, in quanto solo dall'anno successivo sono stati istituiti i registri di stato civile del Comune.
 
Nel capoluogo vi sono le chiese di Santa Maria della Neve e di San Gaetano.
La chiesa di Santa Maria della Neve al suo interno contiene la Crocifissione del pittore ferrarese Giori e una copia della Madonna con Bambino di [[Benvenuto Tisi da Garofalo]] dipinta nel 1518.
 
Da via Matteotti, al centro del capoluogo, si accede ad una proprietà dove sorge una [[cappella]] privata di mt 3,50 x 7, benedetta il 18/7/1760 dal [[Vicario]] della [[Diocesi]] Jacopo Renovati, dopo che Don Nicola Camisotti ottenne il [[Breve apostolico|Breve]] da [[Papa Clemente XIII]].
Sul portale vi sono due stemmi: uno estense e l'altro pontificio e la raffigurazione di un [[Angelo]]. Un anello in ferro sulla parete serviva per legare i cavalli. Giuseppe Camisotti, nipote del [[prete]] e [[speziale]] ad Ariano, ottenne la tenuta della cappella nel 1773, successivamente rimasta inutilizzata a partire dai primi anni del XX secolo.<ref>Fonte: La Piazza (edizione bassopolesine) -aprile 2009.</ref>
 
==== Parrocchia di Rivà ====
* Parrocchia "San Rocco" di Rivà, ora denominata dei "S.S. Gaetano e Rocco", dopo l'incorporazione della Parrocchia di Gorino Veneto;
 
L'attuale frazione di Rivà era un piccolo borgo così descritto da G.B.Rampoldi nei primi anni dell'Amministrazione Austriaca:
 
''RIVA, villaggio degli Stati Veneti, provincia del Polesine, distretto d'Ariano, presso la sinistra riva del Po di Goro, all'angola che verso greco spingesi verso l'inferiore canale chiamato Po della Donzella, 2 miglia a borea dalla Mesola e 5 a levante da Ariano.
''Nei suoi dintorni vi sono pingui pascoli e campi ubertosissimi di cereali.''<ref>Fonte: Corografia dell'Italia - Giovanni B. Rampoldi-pag 609 vol.III</ref>
 
==== Parrocchia di Grillara ====
* Parrocchia "[[Agostino d'Ippona|S.Agostino]]" di Grillara;
 
==== Parrocchia di Piano ====
* Parrocchia "[[Giovanni apostolo ed evangelista|S.Giovanni Evangelista]]" di Piano;
 
==== Parrocchia di Santa Maria in Punta ====
* Parrocchia "[[Natività della Beata Vergine Maria]]" di Santa Maria in Punta; istituita nel 1948.
Vi sono le chiese di Santa Maria del Traghetto e di Sant'Antonio.
Nella Chiesa di S.Maria del Traghetto è installato un prezioso [[Organo (musica)|organo]] costruito da Francesco Dacci di Venezia nel 1784; dopo il restauro eseguito nel 2001 è tuttora utilizzato anche per concerti.<ref>Fonte: Il Gazzettino-Cronaca di Rovigo 14 novembre 2009.</ref>
 
G.B.Rampoldi, nei primi anni dell'Amministrazione Austriaca, nomina il borgo:
''SANTAMARIA DI ARIANO, villaggio degli Stati Veneti, provincia di Rovigo, nel Polesine di Ariano, presso la punta che divide l'alveo di Po-grande da quello chiamato Po di Goro. Dipende dalla comunità di Ariano, dal cui borgo è distante quasi 3 miglia verso maestro.''
<ref>Fonte: Corografia dell'Italia - Giovanni B. Rampoldi - pag 853 vol.III</ref>
 
==== Parrocchia di San Basilio ====
* Parrocchia "San Basilio" di San Basilio, ora incorporata nella Parrocchia di Grillara;
È stata fondata nel IX secolo dai [[benedettini]] di [[Pomposa]].<br />
Ospitò il [[Monachesimo|monaco]] e [[musicologo]] [[Guido Monaco|Guido d'Arezzo]], durante alcuni viaggi negli anni in cui lo stesso era priore dell'[[Abbazia di Pomposa]], intorno al 1040.<br />
[[Dante Alighieri]] vi soggiornò nell'estate del 1321, di ritorno da una ambasceria a Venezia per conto di Guido II Novello [[da Polenta]], [[Signoria cittadina|signore]] di [[Ravenna]]. Questo viaggio gli costò la vita in quanto contrasse la malaria.
 
Dopo i lavori di restauro sono visibili l'antico pavimento e le murature che testimoniano le diverse fasi della costruzione.
 
==== Parrocchia di Gorino ====
* Parrocchia "San Gaetano" di Gorino, ora incorporata nella Parrocchia di Rivà dal 26 giugno 1986;
 
== Sagre frazionali e Fiere ==
 
* Festa del compatrono e [[Sagra (festa)|Sagra]] di Ariano capoluogo, 7 agosto "[[San Gaetano di Thiene]]";
* Santa Maria in Punta: 13 giugno "[[Sant'Antonio da Padova]]";
* San Basilio: 14 giugno "[[Basilio Magno|San Basilio Vescovo]]", (la tradizione è rimasta anche se il [[Concilio Ecumenico Vaticano II]], concluso nel 1965 sotto il Pontificato di [[Paolo VI]], ha spostato la memoria liturgica del santo al 2 gennaio);
* Rivà: 16 agosto "[[San Rocco|San Rocco de la Croix]]";
* Grillara: 28 agosto "[[S. Agostino]]";
* Crociara: 8 settembre "[[Natività della Beata Vergine Maria]]";
* San Bellino: 26 novembre "[[Bellino di Padova|San Bellino di Padova]]"
* Piano: durante le vacanze natalizie ha luogo un concerto nella Chiesa Parrocchiale con cori popolari;
 
(la celebrazione patronale della Parrocchia di Ariano, Santa Maria della Neve, 5 agosto, è compresa nella sagra paesana)
 
* La [[Fiera]] di Ariano, di origine [[Medioevo|medioevale]], fu istituita nel 1690 e fissata nel mese di settembre; ma probabilmente con l'accentuarsi della devozione per San Gaetano fu anticipata al mese di agosto.<ref>Fonte: O. Turolla, ''Le Origini della Fiera di Ariano''- Il resto del Carlino, 1/8/1985.</ref> Di essa, nel XIX secolo, non più esente da [[dazi]] e [[gabelle]], rimase il [[mercato]] settimanale. Il mercato settimanale era fissato al mercoledì<ref>Fonte:Rampoldi-Corografia dell'Italia-vol.1, pag.119</ref>, spostato al lunedì nel XX secolo.
 
Una domenica che cade nella seconda metà del mese di novembre è dedicata alla "Festa del Ringraziamento" (rigraziamento per l'andamento soddisfacente dei raccolti e delle attività agricole). Dopo la celebrazione della [[Messa]] si svolge una [[processione]] di mezzi agricoli per le vie del paese.
 
== Infrastrutture ==
La [[Strada Statale 309 Romea]], attraversa il Comune di Ariano nel Polesine tra le frazioni di Rivà e Piano. Nel territorio comunale la stessa è ben distinta dalla antica Via Popilia (pressappoco l'attuale Via San Basilio), mentre solitamente in altre realtà va a sovrapporsi all'antica via romana. Il capoluogo è attraversato dalla ex [[Elenco strade statali italiane|Strada Statale 495 (di Codigoro)]] (Adria-[[Codigoro]]) in direzione nord/sud.
Quest'ultima, nel tratto veneto, è ora in gestione a [[Veneto Strade]] con la denominazione di Strada Regionale 495 Adria-Ariano nel Polesine.
 
=== Trasporto pubblico ===
Il sistema del [[trasporto pubblico]] del capoluogo e delle frazioni principali è servito da linee extraurbane di autobus gestite dalla [[Sogin - Sita|SITA]] che collega direttamente a nord con il capoluogo [[Rovigo]] con capolinea a [[Padova]]; con le principali località sulla direttiva nord-sud verso la [[provincia di Ferrara]] con capolinea a [[Ferrara]] e verso gli altri Comuni contigui;
 
È poi possibile contattare, dalle 5.30 alle 23.30, il servizio [[taxi|radiotaxi]] di Adria e Rovigo. Un taxi fa servizio anche nel capoluogo.
 
=== Ferrovie ===
Ariano nel Polesine era capolinea della parte operativa, inaugurata il 21 aprile 1933, della tratta ferroviaria [[Ferrovia Adria-Ariano Polesine|Adria-Codigoro]] (la tratta Ariano-Codigoro era ancora a livello di progetto), sino ai bombardamenti del ponte ferroviario sul Po di Venezia del [[14 luglio]] [[1944]].
<ref>{{cita web|url=http://www.biografiadiunabomba.it/bombardamenti_seconda.php|titolo=BOMBARDAMENTI SECONDA GUERRA MONDIALE|accesso=10-07-2010}}</ref>
<ref>{{cita web|url=http://www.italia-liberazione.it/ita/newslocale.php?rete=1|titolo=Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia Ferruccio Parri|accesso=10-07-2010}}</ref>
Da allora la linea è stata dismessa.<br>
Le prime carrozze a carrelli, trainate dalla locomotiva a vapore, erano state appositamente realizzate e denominate "modello Ariano".
 
=== Aeroporti ===
Facilmente raggiungibili da Ariano nel Polesine sono gli aeroporti di [[Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale|Bologna]] (km 102), [[Aeroporto di Venezia-Tessera|Venezia]] (km 87), [[Aeroporto di Verona-Villafranca|Verona]] (km 140) e [[Aeroporto di Padova|Padova]] (Km 75), anche se quest'ultimo non effettua per ora voli regolari di linea.
 
=== Attracchi fluviali ===
Sul Po di Goro sono stati realizzati diversi [[Molo|attracchi]] fluviali, con fondi pubblici, ai quali si accede da rampe collegate ai [[Terrapieno|terrapieni]] arginali. Sono formati da [[Pontile|pontili]] galleggianti ancorati a palificazioni interrate. Sono presenti in località Santa Maria, Ariano nel Polesine, San Basilio, Rivà, Bacucco. Vengono utilizzati per la [[navigazione]] da [[diporto]].
 
== Sport ==
Gli sport più praticati sono il [[Calcio (sport)|calcio]] (a livello maschile) e la [[pallavolo]]. È da anni presente anche una piccola società [[pugilato|pugilistica]].
 
La pallavolo femminile raggiunge la serie B1 nel campionato 2003/2004.
La pallavolo maschile raggiunge la serie B2 nel campionato 2008/2009.
 
L'Arianese Calcio vince il girone B del campionato di prima categoria nel 1969; gioca nel Campionato "Eccellenza" nel 2003/2004.
 
La squadra di [[Futsal|Calcio a 5]] si è classificata al secondo posto nel campionato italiano 2002/2003 Lega Nazionale UISP.
 
Di Ariano è Marta Menegatti, giocatrice di [[beach volley]] femminile, che il 23 agosto 2009 si è aggiudicata il titolo nazionale nella categoria "assoluti". Il [[29 agosto]] è divenuta anche campionessa d'Europa nella categoria "Under 20".
 
Nel locale palazzetto dello sport sono stati disputati i seguenti incontri di [[boxe]]:
* 29/10/2004 - titolo intercontinentale maschile, categoria pesi mediomassimi, versione E.U.
* 18/09/2007 - titolo mondiale femminile, categoria pesi gallo, versione W.B.C.
 
== Amministrazione ==
<!-- per inserire i dati amministrativi del Comune bisogna modificare i parametri di questa tabella -->
<!--questa tabella memorizza solo i parametri - la struttura/layout è nel template ComuniAmministrazione-->
<!--se non si sa cosa scrivere in una riga, mettere lo spazio vuoto ( )-->
<!--NON inserire ritorni a capo e NON modificare il numero delle righe-->
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Giovanni Chillemi <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
|DataElezione= 8/06/2009 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
|mandato=2
|partito=[[centrodestra]]
|EmailComune= segreteria@comune.arianonelpolesine.ro.it <!--E-MAIL del comune-->
}}
 
== Amministrazioni precedenti ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1866]]| 11 dicembre [[1895]]
|Vito Violati Tescari||[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1895]]|[[1904]]
|Gustavo Cristi||[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 ottobre[[1904]]|6 ottobre[[1905]]
|Gaetano Violati Tescari||[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|8 febbraio[[1921]]
|Ermenegildo Fonsatti|[[Partito Socialista]]|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|28 maggio[[1923]]|8 febbraio[[1927]]
|Alessandro Sartori||[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|28 febbraio[[1927]]|21 aprile[[1927]]
|Alessandro Sartori||[[Commissario prefettizio|Comm. prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|aprile[[1927]]|luglio[[1935]]
|Alessandro Sartori||[[Podestà]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1935]]|[[1942]]
|||[[Commissario prefettizio|Comm. prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|1 agosto[[1942]]|13 settembre[[1942]]
|Guglielmo Sartori||[[Podestà]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1942]]|[[1945]]
|||[[Commissario prefettizio|Comm. prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1945]]|[[1946]]
|Alfio Barchetta|[[Partito Comunista Italiano]] - PCI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[19]]
|Angelo Pavanati|Partito Comunista Italiano - PCI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[19]]
|Alfio Cattozzi|[[Partito Socialista Italiano]] - PSI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[19]]
|Ulderico Tasfai Zanella|Partito Comunista Italiano - PCI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[19]]
|Luciano Crepaldi|Partito Socialista Italiano - PSI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[19]]
|Pietro Ronsisvalle||[[Commissario prefettizio|Comm. prefettizio]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[19]]|[[1985]]
|Giuseppe Romagnoli|Partito Comunista Italiano - PCI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1985]]|[[1986]]
|Giulio Beltrame|[[Democrazia Cristiana]] - DC|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1987]]|[[1989]]
|Nicolino Mangolini|Partito Comunista Italiano - PCI|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1989]]|[[1990]]
|Giulio Beltrame|Democrazia Cristiana - DC|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1990]]|[[1993]]
|Savino Tessarin|Democrazia Cristiana - DC|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1993]]|[[1994]]
|Daniele Beltrami|Democrazia Cristiana - DC|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1995]]|[[2004]]
|Fabio Biolcati|[[Centrosinistra]]|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2004]]|''in carica''
|Giovanni Chillemi|[[Centrodestra]]|[[Sindaco]]
|
}}
{{-}}{{-}}
 
Nel gennaio del 2012, viene prelevato dai turchi del [[Bursaspor]].<ref name = "arrivo al Bursaspor">{{cita web |autore = |data = 10 gennaio 2012 |url =http://www.latercera.com/noticia/deportes/2012/01/656-423710-9-sebastian-pinto-firma-en-turquia-y-aumenta-rumores-sobre-milla.shtml |titolo =Sebastián Pinto firma en Turquía y aumenta rumores sobre Milla |editore = [[La Tercera|latercera.com]] |accesso= 20 febbraio 2012}}</ref>
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia =Nazionale===
Conta una presenza con la [[Nazionale di calcio del Cile|Nazionale cilena]] nel [[2006]] in un'amichevole non ufficiale disputata contro la [[Selezione di calcio dell'Aragona]].<ref>{{cita web|lingua=es|url=http://www.cooperativa.cl/prontus_nots/site/artic/20061222/pags/20061222134832.html|titolo=Sebastián Pinto fue el último convocado a la selección|editore=Cooperativa.cl|data=22 dicembre 2006|accesso=23 agosto 2012}}</ref>
* Giuseppe Catalani, Lodovico Antonio Muratori. ''Annali D'Italia Dal Principio Dell'Era Volgare Sino All'Anno MDCCXLIX'' - Pubblicato da Gianbatista Pasquali, Milano [[1756]];
Il 21 dicembre [[2011]] gioca la sua prima partita ufficiale firmando una tripletta in una vittoriosa amichevole contro il [[Nazionale di calcio del Paraguay|Paraguay]].<ref>{{cita web|url=http://www.calciosudamericano.it/amichevole-cile-paraguay-3-2-tripletta-per-sebastian-pinto/|titolo=Amichevole: Cile-Paraguay 3-2, tripletta per Sebastian Pinto|data=22 dicembre 2011|accesso=22 dicembre 2011|autore=''calciosudamericano.it''}}</ref>
* Antonio Frizzi. ''Memorie per la storia di Ferrara'' - Ferrara, M DCC XCI, [[1791]];
* Jacopo Filiasi. ''Memorie storiche de' Veneti primi e secondi'' - 1^ ediz., Venezia [[1796]]-1798;
* Vito Violati Tescari. ''Gli scoli dell'isola di Ariano'' - [[Padova]], [[1867]]; ristampa Libreria Antiquaria Marchigiana-Porto Recanati MC [[2010]].
* Gustavo Cristi. ''Storia del Comune di Ariano Polesine'' - Padova, [[1934]]; ristampa Ariano nel Polesine [[2008]].
* Aldo Tumiatti. ''Lotte contadine nell'Isola di Ariano'' - Rovigo, 1984;
* Ottorino Turolla. ''Statuta Terrae Adriani'' - Taglio di Po, 1986.
* Ottorino Turolla. ''San Basilio tra storia e leggenda'' - Taglio di Po, 1986.
* Ottorino Turolla. ''A t' t'i to tuti ti, a t' t'i to! : vocabolario della parlata arianese con riferimenti ad altri dialetti padani come contributo ad un vocabolario polesano'' - Taglio di Po, 1988 - 1993.
* Valentino Zaghi. ''L'Eroica viltà. Socialismo e fascismo nelle campagne del Polesine. (1919-1926) '' - Franco Angeli editore - Milano, 1989.
* Balsamo William. ''I santamarianti: storia di una comunità'' - Rovigo, 1990.
* G. Romanato. ''Chiesa e società nel Polesine di fine Ottocento. Giacomo Sichirollo (1839-1991)'' - Associazione Culturale Minelliana - Rovigo, 1991.
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* Valentino Zaghi. ''Lettere al Duce - I Polesani scrivono a Mussolini'' (1927 - 1941) - Minelliana - Rovigo, 2009.
 
==Note==
== Voci correlate ==
<references/>
* [[Delta del Po]]
* [[Ente Delta Padano]]
* [[Isola di Ariano]]
* [[Parco regionale del Delta del Po (Veneto)]]
* [[Polesine]]
* [[Taglio di Porto Viro]]
* [[Valle Padusa]]
 
==Collegamenti esterni==
{{Parco regionale del Delta del Po (VE)}}
*{{Transfermarkt}}
{{Provincia di Rovigo}}
*{{cita web|url=http://www.futbolxxi.com/Futbolista.aspx?ID=14046&SEOFutbolista=Pinto+Perurena+Sebastian+Andres|titolo=Statistiche su Futbolxxi.com|lingua=es}}
*{{cita web|url=http://www.bdfa.com.ar/jugador2.asp?codigo=39755|titolo=Statistiche su bdfa.com.ar|lingua=es}}
 
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