Pëtr Il'ič Čajkovskij e DNCE: differenze tra le pagine

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{{Artista musicale
{{avvisounicode}}
|nome = DNCE
{{Nota disambigua||Čajkovskij (disambigua)|Ciajkovskij}}
|tipo artista = gruppo
 
|immagine = Dnce.jpg
{{Citazione|...Sono sicuro che nelle mie opere appaio come Dio mi ha fatto e così come sono diventato attraverso l'azione del tempo, della mia nazionalità ed educazione. Non sono mai stato falso con me stesso. Quello che sono, buono o cattivo, lo debbono giudicare gli altri...|Čajkovskij in una lettera a [[Sergej Ivanovič Taneev]] del 14 (26) gennaio 1891, cit. in: Modeste (Ilich) Tchaikovsky, ''The life & letters of Peter Ilich Tchaikovsky''; edited from the Russian with an introduction by Rosa Newmarch, London, 1905, pp.621-622}}
|didascalia = Il gruppo nel 2015
 
|nazione = USA
{{Bio
|Nomegenere = PëtrPop Il'ičrock
|genere2 = Dance rock
|Cognome = Čajkovskij
|nota genere = <ref name = AM>{{en}}{{Allmusic|artist|mn0003437587}}</ref>
|PostCognomeVirgola = spesso traslitterato '''Ciajkovskij'''<ref>{{Treccani|petr-il-ic-ciajkovskij_(Enciclopedia_Dantesca)|Ciajkovskij, Petr Il´ic}}</ref> o '''Ciaikovski'''<ref>{{DOP|lemma=Ciaikovski|id=70971}}</ref><ref>Numerose sono le traslitterazioni del nome Čajkovskij: tra le più diffuse l'[[Traslitterazione anglosassone|anglosassone]] (Tchaikovsky), la francese (Tchaïkovsky), la tedesca (Tschaikowski).</ref>
|nota genere2 = <ref name = AM />
|ForzaOrdinamento = Cajkovskij, Petr Ilic
|anno inizio attività = 2015
|PreData = {{IPA|/ˈpʲɵtr ɪlʲˈjitɕ tɕɪˈkofskʲɪj/}}{{Link audio|Ru-Pyotr_Ilyich_Tchaikovsky.ogg|<small>ascolta</small>}}, {{russo|Пётр Ильич Чайковский}}
|anno fine attività = in attività
|Sesso = M
|note periodo attività =
|LuogoNascita = Kamsko-Votkinsk
|etichetta = [[Republic Records]]
|LuogoNascitaLink = Votkinsk
|url = [http://dnce.com/ dnce.com]
|GiornoMeseNascita = 7 maggio
|AnnoNascitastrumento = 1840
|numero totale album pubblicati = 1
|NoteNascita = <ref name=nascita>Le date di nascita e morte sono il 25 aprile [[1840]] e il 25 ottobre [[1893]] secondo il [[calendario giuliano]], in vigore in Russia nel [[XIX secolo]].</ref>
|numero album studio = 1 (Swaay EP)
|LuogoMorte = San Pietroburgo
|numero album live =
|GiornoMeseMorte = 6 novembre
|numero raccolte =
|AnnoMorte = 1893
|Attività = compositore
|Nazionalità = russo
|PostNazionalità = del [[musica tardo-romantica|tardoromanticismo]], le cui composizioni sono tra le più note del [[repertorio]] [[musica classica|classico]]. Ha unito nel suo stile caratteristiche della [[musica tradizionale]] russa alla prassi musicale classica, in contrasto con la visione estetica del [[Gruppo dei Cinque]], improntata a un maggiore nazionalismo musicale
|Immagine = Tchaikovsky.jpg
|Didascalia = Pëtr Il'ič Čajkovskij, Londra, 9 giugno 1893
|Didascalia2 = [[File:Tchaikovsky Signature.svg]]
}}
I '''DNCE''' sono un gruppo [[pop rock]] statunitense formatosi il 13 Agosto 2015.
 
Il nome del gruppo deriva da una delle loro prime canzoni, intitolata appunto ''DNCE'', che parla dell'essere troppo ubriachi per riuscire a scandire "dance".
Benché di talento musicale precoce, Čajkovskij studiò inizialmente giurisprudenza. Nella Russia dell'epoca, l'istruzione musicale non era regolamentata e le opportunità di studiare musica accademicamente erano limitate. Al sorgere per lui di tali opportunità, abbandonò la carriera di avvocato ed entrò nel neonato [[Conservatorio di San Pietroburgo]]. Compiuti gli studi, forgiò un proprio stile musicale russo, consolidando l'uso di convenzioni compositive della musica classica accanto alla musica tradizionale russa, raggiungendo così notorietà internazionale, benché non sempre ben ricevuto dalla critica russa.
 
Nonostante il successo popolare, la sua vita fu costellata di eventi che lo condussero alla [[depressione (psichiatria)|depressione]] e a una visione [[fato|fatalista]] dell'esistenza: in gioventù la morte della madre, il naufragio delle relazioni interpersonali poi e l'inaccettabilità per la società dell'epoca della sua [[omosessualità]] contribuirono a questa condizione. La [[Morte di Pëtr Il'ič Čajkovskij|morte]] è ufficialmente attribuita al [[colera]], ma le sue circostanze sono dibattute; è stato anche ipotizzato il [[suicidio]], per contagio volontario con la malattia o mediante altra forma di avvelenamento.[[File:Tchaikovksy's signature.jpg|thumb|Firma in caratteri latini]]
 
== Biografia ==
{{Multimedia|allineamento =sinistra|larghezza =300
|titolo =Tema dei cigni, da ''Il lago dei cigni''
|file = Tchaikovsky_Swan_Lake_Op.20_No.10._Scène.ogg
|descrizione =Op. 20 No. 10. [[London Philharmonic Orchestra]] diretta da [[John Barbirolli]] (22 luglio 1933).}}
=== La nascita e la giovinezza ===
[[File:Tchaikovskys family in 1848 From left to right sitting Alexandra Andreevna Tchaikovska Alexandra Ippolit Ilya Petrovitch Tchai Family 2.jpg|thumb|La famiglia del musicista. Il futuro compositore è all'estrema sinistra accanto alla madre, alla quale stanno vicino, in piedi, la sorellastra Zinaida e Nikolaj. La sorella Aleksandra è al centro, mentre Ippolit in braccio al padre. Mancano i due gemelli Modest e Anatolij, nati nel 1850: la foto-infatti-è dell'autunno 1848, San Pietroburgo.]]
Considerato oggi come uno dei più grandi musicisti russi<ref>«Čajkovskij, negli ultimi anni di vita, sarebbe stato celebrato ovunque come il più grande compositore vivente russo-anzi, dopo [[Lev Tolstoj|Tolstoj]], come il più grande tra i russi viventi.» ({{Cita|Brown, 2012|p. 33|Brown}})</ref> e fra i più significativi nella storia musicale (oltre che eseguiti), Čajkovskij nacque a [[Votkinsk|Kamsko-Votkinsk]], [[Russia]],<ref>{{YouTube|b6u4u2bMP8c|Visita alla casa natale del musicista}}</ref> da un ingegnere minerario [[Ucraini|ucraino]] e dalla sua seconda moglie, Aleksandra Andreevna d'Assier, una donna di nobili origini francesi, ma nata a [[San Pietroburgo]] nel [[1812]]. Le ascendenze complessive del futuro musicista mescolavano anche sangue polacco, cosacco e tedesco.<ref name=":0">{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Tchaikovsky:_A_Life#1840.E2.80.931865|titolo = Tchaikovsky: A Life, cap.I: 1840-1865|accesso = 20 novembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|autore = Poznansky|editore = Tchaikovsky Research}}: 1840-1865.</ref>
Terzo di sette figli della coppia: Ekaterina, primogenita, nata nel [[1836]] ma morta nei primi anni di vita; Nikolaj, [[1838]] e – dopo il musicista – l'amatissima sorella Aleksandra, [[1842]], quindi Ippolit, [[1843]] ed infine i due gemelli, [[Modest Il'č Čajkovskij|Modest]] (suo futuro primo biografo) e Anatolij, [[1850]].
La sorellastra Zinaida, nata nel [[1829]], era nata da un primo matrimonio del padre del musicista, che si sposò tre volte nel corso della propria vita<ref>{{Cita web|url =http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Ilya_Tchaikovsky|titolo = Ilya Tchaikovsky|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref>. Questa sorellastra ebbe un ruolo "negativo" nella fanciullezza di Čajkovskij, secondo diverse [[biografia|biografie]] tra cui quelle di [[Nina Nikolaevna Berberova]] e Hofmann (vedi oltre). Il legame coi fratelli fu sempre molto intenso specie con Aleksandra e Modest.
 
Iniziò a prendere lezioni di [[pianoforte]] all'età di cinque anni (dopo un primo intervento materno), da una serva liberata, Marja Markovna Palčikova.<ref name=":0" />
 
Fu in questo periodo che la forte inclinazione e sensibilità musicale si manifestò, tanto da preoccupare l'istitutrice Fanny Dürbach come lei stessa raccontò poi al fratello Modest.<ref>Dopo una giornata musicale il piccolo, la sera tarda, nel proprio letto piangeva nervosamente battendosi la testa: «Oh… la musica, la musica… Falla smettere! È qui, è qui. Non mi dà pace». ({{Cita|Casini & Delogu|p. 18|CasiniDelogu}})</ref>
Gli studi musicali proseguono nel [[1848]] con il pianista Filippov.
 
[[File:Tchaikovsky family portrait (1890).gif|thumb|left| I fratelli Čajkovskij nel gennaio 1890 a San Pietroburgo. Da sinistra: Anatolij, Nikolaj, Ippolit, il compositore e Modest. In questa foto manca la sorella Aleksandra.]]
 
Nel [[1850]] assistette con la madre per la prima volta ad un'[[opera lirica]]: ''[[Una vita per lo Zar]]'' di [[Michail Ivanovič Glinka]]. Quest'opera e il ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' di [[Wolfgang Amadeus Mozart]] costituiranno sempre una pietra di paragone per il compositore.
[[File:Tchaikovsky in 1859 at Imperial School of Jurisprudence.gif|thumb| Il futuro musicista con la divisa della Imperiale Scuola di Giurisprudenza, San Pietroburgo 10 giugno 1859 (data calendario gregoriano).]]
 
Lo stesso anno, superò l'esame per l'ammissione alla Scuola di Giurisprudenza di San Pietroburgo<ref name=":2">{{Cita web|http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Chronology|titolo = Chronology|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref> che frequenta per i successivi nove anni, un destino, quello di burocrate, notevolmente diffuso nel ceto al quale Čajkovskij apparteneva (anche i suoi due fratelli gemelli compirono eguali studi).<br />Nella Scuola di Giurisprudenza strinse amicizie che si prolungarono per tutta l'esistenza, scoprendo anche debolezze umane quali quella per il fumo ed il bere (fu sempre un accanito fumatore ed amante dell'alcool, inclinazione, quest'ultima, anche del di lui padre)<ref>{{Cita|Mioli}}</ref>.
 
In questo ambiente si realizzarono per Čajkovskij anche le prime esperienze omosessuali; la non marginale questione dell'omosessualità del musicista è stata ed è ampiamente trattata.<ref name=":0" /><ref>{{citazione|Per molti le esperienze omosessuali costituivano solo una fase della vita, una sorta di apprendistato che si concludeva senza precludere una futura vita eterosessuale. Per altri [...] era la scoperta di una inclinazione definitiva|({{Cita|Casini & Delogu|p. 23|CasiniDelogu}}).}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://wiki.tchaikovsky-research.net/wiki/Tchaikovsky:_A_Life|titolo =Tchaikovsky:_A_Life, introduzione e capitoli III e IV: 1877, 1877-1886|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}.</ref><ref>Utili pure le discussioni ed approfondimenti (con interventi di uno dei massimi biografi sul musicista, Alexander Poznansky) nel [http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0028.html Forum del "Tchaikovsky Research"].</ref>
 
Una conoscenza speciale avvenne con il futuro poeta [[Aleksej Nikolaevič Apuchtin]] che ebbe su di lui un forte influsso personale come è raccontato, per esempio, dalla Berberova nel suo libro.<ref>{{Cita|Berberova|p. 41 e segg.}}</ref>
Molte di queste amicizie, indipendentemente dalla componente amorosa, furono importanti per Čajkovskij e in esse trovò sostegno e riferimento.
[[File:Twentieth graduating class of the Imperial School of Jurisprudence (Saint Petersburg, 1859).gif|thumb|left| La XX classe di laurea della Scuola Imperiale di Giurisprudenza, San Pietroburgo, 10 giugno 1859 (calendario gregoriano). Čajkovskij è seduto in prima fila davanti al signore con il papillon. Alla sua destra è il compagno di classe e poi intimo, Vladimir Gerard.]]
Durante gli anni alla Scuola di Giurisprudenza Pëtr Il'ič, ebbe ampio modo di frequentare tanto il teatro d'opera e di prosa quanto il balletto, con le sue celebrate stelle, cosa che gli sarebbe diventata in futuro utile. Nella Scuola stessa prese lezioni di canto corale (possedeva una bella voce di [[soprano]] ossia [[voce bianca]]) e ricominciò lo studio del pianoforte con il famoso costruttore di strumenti Becker.
 
[[File:Portrait of Zhedrinsky, Apukhtin, Tchaikovsky, Kartsov by Sergey Levitsky (1884).gif|thumb|right| Il compositore (terzo da sinistra), con alle spalle appoggiato alla poltrona, il poeta Aleksej Nikolaevič Apuchtin. San Pietroburgo, marzo 1884.]]
 
A sedici anni ascolta per la prima volta il ''Don Giovanni'' di Mozart: è un colpo di fulmine, un'assoluta rivelazione del proprio destino per la musica: «A Mozart sono debitore della mia vita dedicata alla musica».Scrive anche in uno stesso articolo critico-musicale: {{Citazione|La musica di ''Don Giovanni'' è stata la prima musica ad avere su di me un effetto realmente sconvolgente. Mi ha condotto in un mondo di bellezza artistica dove dimorano solo i geni più grandi| Čajkovskij, cit. in {{Cita|Orlova|p. 7}}}}
E sul ''[[Messa di Requiem (Mozart)|Requiem]]'' del salisburghese non aveva dubbi: {{Citazione|Uno dei lavori d'arte più divini al punto che non si può non avere pietà di coloro che non sono in grado di comprenderlo ed apprezzarlo| Čajkovskij, cit. in {{Cita|Tammaro|p. 272|}}}}
 
Altri studi pianistici seguiranno alla conclusione della frequenza della Scuola di Giurisprudenza, [[1859]] e al conseguente impiego al Ministero della Giustizia (due cose alle quali Čajkovskij dava scarsa rilevanza, sebbene fosse uscito dalla Scuola come uno dei migliori del proprio anno): essi saranno appresi per tre anni (siamo nel [[1855]]) attraverso un celebre maestro dell'epoca, [[Rudolf Vasilevič Küdinger]] (1832-1913).<br />Quel tempo (ultimo anno della Scuola di Giurisprudenza) fu per Čajkovskij ricco ed appagante sotto l'aspetto di vita di società, ove riscuoteva non marginali successi<ref>{{Cita|Berberova|p. 45|}}</ref><ref>{{cita|Hofmann|p. 26|hofmann}}.</ref>, anche nel campo femminile, riuscendo simpatico a tutti («un giovanotto proprio per bene», scrive la Berberova).
 
Tuttavia, nel giugno del [[1854]], la sua adorata madre morì a seguito di un'[[epidemia]] di [[colera]] e anche il padre, il giorno dopo il funerale, ebbe un malore, riuscendo a scampare alla morte. Lo stesso musicista scriverà nel [[1878]]: «Ogni momento di quel giorno spaventoso è vivido in me come fosse ieri» e È stata la mia prima esperienza di profondo dolore. La sua morte ha avuto un'influenza enorme su ciò che poi è stato di me e della mia intera famiglia».<ref>{{Cita|Orlova|p. 6}}.</ref><ref>{{cita|Hofmann|p. 21|hofmann}}.</ref><ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 24|CasiniDelogu}}.</ref>
Accettando la versione ufficiale della morte (vedi oltre nella pagine e alla voce [[Morte di Pëtr Il'ič Čajkovskij]]), risulta singolare che il compositore russo concluda la propria esistenza a causa dello stesso male, per quanto a quel tempo il colera fosse comune in Russia.
 
Lo stesso anno, [[1854]], vede la prima composizione che il musicista considerasse degna di essere conservata: ''[[Anastasie-Valse (Čajkovskij)|Anastasie-Valse]]'', dedicata alla governante Anastasija Petrovna (pubblicata nel [[1913]]).
Una canzoncina infantile era stata "composta" a orecchio ''La nostra mamma a Pietroburgo'' già nel [[1844]]<ref>{{cita|Nicastro|p. 5|nicastro}}.</ref> e sempre in anni vicini al 1854 fantastica più che altro su un'opera teatrale.<ref>{{cita|Nicastro|p. 12|nicastro}}.</ref>
[[File:Tchaikovsky in 1860 as Ministry of Justice employee.gif|thumb|left| Pëtr Il'ič Čajkovskij in divisa da impiegato al Ministero della Giustizia, giugno 1860.]]
 
=== Le prime composizioni ===
Čajkovskij fu per tutta la vita un viaggiatore instancabile (visitò circa 150 luoghi)<ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Places|titolo = Places (i luoghi del musicista)|accesso = 16 novembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref>. Nel [[1861]] compie il primo viaggio estivo all'estero, visitando [[Germania]], [[Belgio]], [[Parigi]] e [[Londra]], frequentando opere e concerti.<br />Gli studi musicali post-diploma proseguiranno mentre era in forza al Ministero della Giustizia (dove lavorò con una certa trascuratezza per tre anni, cosa che gli permetteva del resto di far vita mondana, come ricorda il fratello Modest), ma successivamente al ritorno dal suddetto viaggio, pur riprendendo il lavoro al Ministero si dedicherà maggiormente alla musica, tralasciando i diversivi.
[[File:Youngtchaik.jpg|thumb|Il giovane musicista a venti anni, autunno 1860, San Pietroburgo.]]
Anteriormente al [[1859]] in Russia non solo non esistevano scuole ufficiali per l'insegnamento musicale, ma anche lo "status" di musicista era negato.
Un giovane dell'aristocrazia ''doveva'' frequentare l'opera, conoscere la musica e magari saper suonare e addirittura comporre ''qualche cosa'', ma un gentiluomo che abbracciasse la musica come professione era una cosa da non prendersi nemmeno in considerazione.
La maggior parte degli artisti e della musica eseguita era straniera.
Gli italiani vi imperavano pur esistendo del resto una tradizione musicale, seppur più propriamente popolare e religiosa.<ref>Robert C. Ridenour, ''La Russia di Musorgskij'', in "Convegno Internazionale Musorgskij", Teatro alla Scala, Milano, 1981, pp. 1-8 e Valeria Esposito, ''Compositori italiani in Russia nel XVIII secolo'', in "Rassegna sovietica", Roma 2-1985, pp. 180-188.</ref>
 
Fu merito del musicista [[Anton Grigorevič Rubinštejn]] (1829-1894) e del mecenatismo della granduchessa [[Carlotta di Württemberg|Elena Pavlovna]] (zia dello zar [[Alessandro II di Russia|Alessandro II Romanov]]) fondare ([[1859]]) la cosiddetta Società Musicale Russa, poi trasformata, nel [[1862]], in Conservatorio diretto dallo stesso Rubinštejn, con autorevoli docenti.<ref>La storia della situazione musicale russa a quel tempo e della nascita della propria istituzione, è vivacemente raccontata da Anton Rubinštejn e riportata da {{cita|Hofmann|pp. 27-28|hofmann}}.</ref>
Sulla scia di tale avvenimento nel [[1866]] fu aperto un Conservatorio anche a Mosca, fondato e diretto dal fratello di Anton Rubinštejn, [[Nikolaj Grigorevič Rubinštejn|Nikolaj]].<br />Va segnalato che sempre nel [[1862]] a Pietroburgo si iniziarono i corsi della Scuola Musicale Gratuita, rappresentante la corrente radicale e progressista della musica russa, che si opponeva all'accademismo di derivazione tedesca dominante nei Conservatori dei Rubinštejn, sotto la guida di [[Milij Alekseevič Balakirev]] (1837-1910) e in essa si formò il famoso [[Gruppo dei Cinque]].
 
[[File:Rubinstein N & A Postcard-1910.jpg|thumb|left | I fratelli Rubinštejn, Nikolaj e Anton Grigorevič, il primo (a sinistra) amico e mentore di Čajkovskij , il secondo suo maestro a San Pietroburgo. Foto del 1862.]]
 
Docente di teoria musicale nel [[Conservatorio di San Pietroburgo]] era un musicista minore, [[Nikolaj Ivanovič Zaremba]] (1821-1879): Čajkovskij divenne suo allievo e studiò composizione con Anton G. Rubinštejn, abbandonando l'impiego statale nel [[1863]].
In quegli anni compose svariati pezzi minori, romanze per canto e pianoforte, pezzi per pianoforte solo e un coro '' [[Prima del sonno (Čajkovskij)|Prima del sonno]]'' (in origine [[a cappella]] poi rielaborato con l'aggiunta dell'orchestra), un pezzo per archi in Sol maggiore ''[[Allegro ma non tanto (Čajkovskij)|Allegro ma non tanto]]''.<br />Nel [[1864]] scrive'' [[L'uragano (Čajkovskij)|L'uragano]]'': un'[[ouverture]] in Mi minore, op. 76 postuma, dal dramma omonimo di [[Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij]].
Dirige pure l'orchestra del Conservatorio nel [[1865]] nella sua nuova [[ouverture in Fa maggiore (Čajkovskij)|ouverture in Fa maggiore]] per piccola orchestra (prima versione).
La direzione orchestrale sarà per Čajkovskij sempre un grande problema dato il carattere timido, ma nel tempo e con la maturità egli divenne un applaudito interprete non solo della propria musica e anche all'estero<ref>{{Cita web|url = http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0366.html|titolo = Tchaikovsky orchestra conductor|accesso = 16 novembre 2015|sito = www.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Forum}}</ref>.
 
Prima ancora del diploma gli venne offerto da Nikolaj G. Rubinštejn su suggerimento del proprio fratello, di trasferirsi a Mosca, per insegnare [[teoria musicale|teoria]] nel nuovo Conservatorio di colà.
Nel [[1866]] terminò gli studi al Conservatorio di San Pietroburgo iniziati nel [[1861]], diplomandosi con una composizione ''[[Alla gioia (Čajkovskij)|Alla gioia]]'', per soli, coro ed orchestra, tratta da un testo di [[Friedrich Schiller|Schiller]], tema obbligato in quella circostanza (lo stesso usato da [[Ludwig van Beethoven]] nel finale della [[Sinfonia n. 9 (Beethoven)|Sinfonia n.9]]).
In quell'anno fu nominato professore di teoria e [[armonia]] mantenendo quella posizione fino al settembre del [[1878]].
 
Nel [[1866]] compone, non senza incertezze, la [[Sinfonia n. 1 (Čajkovskij)|Sinfonia n.1 in Sol minore]], op. 13, sottotitolata ''Sogni d'inverno'', che verrà rielaborata più volte (una pratica abbastanza usuale nel musicista). Si tratta di una composizione giovanile, ma con tratti distintivi già presenti.
L'anno seguente è la volta della prima opera lirica portata a reale compimento: ''[[Voevoda (opera)|Voevoda]]'' ''(Il voivoda)'' dal dramma di Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij.<br />L'opera ebbe quattro repliche e successo ma non fu più ripresa e l'autore distrusse la partitura, sebbene alcune parti siano finite nella successiva opera lirica ''[[Opričnik]]'' ''(L'ufficiale della guardia)'' e nel balletto ''[[Il lago dei cigni]]'' (essa venne comunque ricostruita sui materiali d'orchestra e ripresentata nel 1949).<br />La forte spinta autocritica di Čajkovskij va qui evidenziata, tanto nella suddetta prassi di rielaborare proprie composizioni, quanto nelle azioni più drastiche, come la distruzione, sebbene spesso venissero salvate parti che venivano trasferite opportunamente in altri lavori.<br />È di quegli anni l'avvicinamento, prudente, al Gruppo dei Cinque anche se le simpatie verso i musicisti che componevano il gruppo furono diverse, con aperta ostilità in particolare verso [[Modest Petrovič Musorgskij]].
 
=== Le composizioni della prima maturità ===
[[File:Der junge Tschaikowski.jpg|left|thumb|Il musicista nell'autunno 1865, San Pietroburgo.]]
L'anno [[1868]] segna nella vita del musicista l'episodio sentimentale con la cantante belga [[Désirée Artôt]]: si parlerà per giunta di matrimonio. La cantante finì invece sposa di un celebre baritono spagnolo, ma restò amica di Čajkovskij, con cui mantenne una corrispondenza ed ebbe successivi incontri (il musicista scriverà musica sotto l'influsso di questo amore platonico e - più tardi - dedicò alla signora le '' [[Six Mélodies (Čajkovskij)|Six Mélodies]]'', op. 65, del [[1888]]).<br />Gradatamente si intensifica il lavoro compositivo, per il quale alla fine opterà, come si è visto, abbandonando l'insegnamento e dedicandosi alla critica musicale<ref>I suoi 57 articoli scritti tra il [[1868]] e [[1876]], come altro materiale affine, sono a disposizione dell'appassionato in traduzione inglese su [http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Articles Tchaikovsky Research].</ref>.
 
L'ouverture-fantasia ''[[Romeo e Giulietta (Čajkovskij)|Romeo e Giulietta]]'' del [[1869]], ma rivista nel [[1870]] e [[1880]], è uno dei prodotti migliori tanto per la forma che per contenuti (il musicista non ha ancora trent'anni del resto) ed in essa, come sempre ma qui particolarmente, Čajkovskij farà confluire il "programma" di ispirazione letteraria, [[William Shakespeare]], con le proprie intime spinte emotive, a detta di molti biografi, su un amore omosessuale di quel momento verso un allievo del Conservatorio, Eduard Zak.
La vicenda ebbe successivamente alla composizione, esattamente nel [[1873]], un finale tragico, in quanto il giovane si tolse la vita a diciannove anni.<ref>{{Cita|Casini & Delogu|pp. 80-81|CasiniDelogu}}</ref>
[[File:Ciaikovskij nel 1866.JPG|right|thumb| Čajkovskij a Mosca nel 1866 a 26 anni.]]
 
[[File:Tchaikovsky - Romeo and Juliet Ouverture - Antal Dorati (1959).ogg|left|thumb| ''Romeo e Giulietta'', [[Antal Doráti]] dirige la [[London Symphony Orchestra]] in una registrazione del 20 giugno 1959.]]
Una nuova opera lirica (dopo due tentativi abbandonati) vede la luce tra il 1870 e il [[1872]], ''[[Opričnik]]'' ''(L'ufficiale della guardia)'' ed un'altra ancora poco più tardi, nel [[1874]]: ''[[Kuznec Vakula]]'' ''([[Il fabbro Vakula]])'', rielaborata, quest'ultima, sotto il titolo ''[[Čerevički]]'' ''([[Gli stivaletti]])'' nel [[1885]]. Come si vede l'attrazione verso la musica lirica teatrale fu sempre notevole nel musicista, anche se nel genere i titoli chiave saranno ''[[Evgenij Onegin (opera)|Evgenij Onegin]]'' (''Eugenio Onieghin'') e ''Pikovaja dama'' ([[La dama di picche (opera)|''La dama di picche'').]] Una gran parte della critica musicale ritiene del resto che il migliore Čajkovskij stia proprio nel settore teatro musicale e nelle ultime tre sinfonie nonché nel balletto.<ref>Anche un direttore come [[Arturo Toscanini]] che non aveva mai particolarmente gradito il musicista russo, scrisse dopo un'esecuzione della "Patetica" nel 1938, «che l'ultimo movimento [fosse] non solo bello ma profondamente ispirato».
Toscanini aveva diretto la prima italiana di ''Evgenij Onegin'' nel 1900 alla Scala di Milano, ma l'aveva preceduto all'estero il rivale [[Gustav Mahler]]. Del resto Toscanini non diresse mai nessuna sinfonia del musicista russo, ad eccezione appunto della Sesta che incise anche. Diresse ed incise tuttavia altre sue composizioni. Il ciclo del "Fato" fu realizzato, ed è rimasta la registrazione, dall'"allievo" [[Guido Cantelli]], con la stessa orchestra di Toscanini, la NBC Symphony Orchestra, in un'interpretazione che ha movenze toscaniniane. Le notizie qui riportate sono essenzialmente nel volume a cura di {{cita|Harvey Sachs|2003|sachsharvey}}.</ref>[[File:Porträt des Komponisten Pjotr Tschaikowski (1840-1893).jpg|left|thumb|Una foto-ritratto del musicista, autunno del 1870, Mosca.]]
 
Due nuove sinfonie si aggiungono: la cosiddetta ''Piccola Russia'' [[Sinfonia n. 2 (Čajkovskij)|in Do minore]], op. 17, del 1872 (poi rivista) e la ''Polacca'' [[Sinfonia n. 3 (Čajkovskij)|in Re maggiore]], op. 29, del 1875.
Inoltre il musicista si dedica alla [[musica da camera|cameristica]] con tre quartetti per archi, l'op. 11 [[Quartetto n. 1 (Čajkovskij)|in Re maggiore]] (1871) e che riscuote il consenso di un illustre ascoltatore, [[Lev Tolstoj]], l'op. 22 [[Quartetto n. 2 (Čajkovskij)|in Fa maggiore]] (1874) e l'op. 30 [[Quartetto n.3 (Čajkovskij)|in Mi bemolle minore]] (1876).
Tra il [[1874]] e il [[1875]] si realizza quello che diventerà uno dei pezzi più celebri dell'autore, il [[Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 (Čajkovskij)|Concerto n. 1 in Si bemolle minore]] op. 23, rivisto due volte, anche se l'edizione pubblicata nell'agosto del [[1879]] (con modifiche del [[1888]]) è quella correntemente eseguita.<ref>{{cita web|url=http://www.tchaikovsky-research.net/en/news/news0005.html
|editore=Tchaikovsky Research|titolo=Tchaikovsky's Piano Concerto No. 1
|lingua=en|autore=Brett Langston|data=giugno 2013|accesso=26 novembre 2015}}</ref>
 
A trentacinque anni Čajkovskij compie l'apertura ad un genere musicale generalmente sottostimato all'epoca, la musica di balletto e ad essa dovrà buona parte della sua fama.
Nel [[1877]] va in scena al [[Teatro Bol'šoj]] di [[Mosca (Russia)|Mosca]] ''[[Lebedinoe ozero]]'' ''([[Il lago dei cigni]])'', op. 20, scritto nei due anni precedenti e nato durante una delle tanti estati trascorse con la famiglia della sorella ed i nipoti, un angolo di serenità spirituale al quale il musicista fece ricorso sovente.<br />Il balletto ha un valore musicale davvero speciale, anche per le componenti "drammaturgico-musicali" (Čajkovskij fa un uso intensivo del cosiddetto [[leitmotiv]] e delle [[Tonalità (musica)|tonalità]], con una cura particolare per la strumentazione).<ref>{{cita|Warrack 1994|passim|warrackb}}.</ref>
 
Tra l'estate e l'autunno del [[1876]] compone il poema sinfonico op. 32 ''[[Francesca da Rimini (Čajkovskij)|Francesca da Rimini]]'', un altro dei suoi lavori per grande orchestra oggi più eseguiti.<br />Sempre nel [[1876]] assiste tanto alla ''[[Carmen (opera)|Carmen]]'' di [[Georges Bizet]], quanto alla prima assoluta della ''[[Tetralogia]] ([[L'anello del Nibelungo]])'' di [[Richard Wagner]], traendone - per diverse ragioni - motivi di entusiasmo (nel primo caso) o di critica (nel secondo, anche se le composizioni scritte in quel periodo risentono di effetti strumentali debitori al musicista tedesco)<ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/The_Bayreuth_Music_Festival|titolo = The Bayreuth Music Festival|accesso = 22 novembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref>.
''Carmen'' inoltre farà capolino anni dopo nel momento di creazione della propria opera lirica ''La dama di picche''.<ref>Per la ''Carmen'' di Bizet scrive: «Ritengo che sia uno ''chef-d'oeuvre'' nel pieno significato del termine, cioè una di quelle poche cose destinate a riflettere in sé, al più alto grado, le aspirazioni musicali di un'intera epoca» ({{Cita|Orlova|p. 203}}). Per Wagner: «Sono venuto via [dalle recite del ''Ring'', ndr] con il dubbio sulla validità della concezione di Wagner sull'opera...ma allo stesso tempo con il desiderio di continuare i miei studi su questa musica, la più complessa che sia mai stata scritta...In ogni caso ''L'anello dei Nibelunghi'' è uno degli eventi più significativi della storia dell'arte» ({{Cita|Orlova|p. 57}}). Čajkovskij ascoltò pressoché tutte il repertorio wagneriano, ma le sue riserve furono sempre molto ampie.</ref>
 
=== L'incontro con Nadežda von Meck ===
Gli eventi biografici che daranno una marcatura indelebile alla vita del musicista si verificheranno proprio tra la fine del [[1876]] e il [[1877]] e costituiscono due capitoli a sé, degni di essere indagati assieme al mistero sulla sua morte prematura (come infatti i biografi, ancora oggi, continuano a fare, per fini non solo di curiosità ma perché Čajkovskij fu un tipico artista dell'Ottocento, ove le sue proprie vicende personali si saldarono sempre con la creazione artistica).
L'indagine critico-biografica caratteristica del secolo seguente e ancora poi, con ricorsi anche alla [[psicoanalisi]], cercherà di mettere in luce, gli aspetti della sua complessa personalità più di quanto non fosse già blandamente avvenuto nelle prime, pur non marginali opere biografiche (vedi sezione "Letteratura e cinema").
 
[[File:Nadezhda von Meck.jpeg|thumb|''Madame'' von Meck, la mecenate del compositore.]]
[[Nadežda Filaretovna von Meck]], nata nel [[1831]] e dunque più vecchia di soli nove anni rispetto a Čajkovskij, era una russa di classe media che aveva ottenuto il titolo nobiliare sposando [[Karl von Meck]], un ingegnere ferroviario, originario della regione baltica dell'antico Impero. Le condizioni economiche della famiglia (con molti figli) furono disagiate per lungo tempo<ref name=":3">{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Nadezhda_von_Meck|titolo = Nadezhda von Meck|accesso = 15 dicembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|lingua = en|editore = Tchaikovsky Research}}</ref> (lo ricorderà la donna stessa in una lettera a Čajkovskij)<ref>{{cita|von Wolfurt|p. 18|Wolfurt}}.</ref>, ma cambiarono tuttavia verso il [[1860]], in virtù della concessione governativa, ottenuta con intrighi e corruzioni, per la costruzione di tre importanti linee ferroviarie.<ref>{{Cita|Seroff|p. 29 e segg.}}</ref>
 
Rimasta vedova<ref>La morte del marito, secondo molti biografi (vedi {{cita|Warrack 1973|pp. 103-104|warrack1}}) per attacco cardiaco, avvenne dopo che la secondogenita Aleksandra, per gelosia, ebbe rivelato al padre che l'ultimogenita, era nata dalla relazione della moglie con il segretario del marito.
La stessa Aleksandra rivelerà un giorno alla madre dell'omosessualità del musicista, sebbene la tradizione familiare abbia voluto che questa fosse una "rassicurazione" che nessun'altra donna contasse nella vita di Čajkovskij all'infuori di lei, Nadežda. Warrack riflette che peraltro tale rivelazione sulle inclinazioni del musicista, se mai fu davvero fatta, potrebbe essere stata una piccola o nulla sorpresa, per una donna tanto attenta a scoprire e capire lati intimi del suo artista.</ref> nel 1876, la donna si ritrovò un'immensa fortuna e - intelligente, pur se dispotica - amante delle arti e della musica in particolare, prese a diventare uno di quei mecenati che la storia russa del tempo vide non di rado.<ref>Aiutò anche [[Nikolaj Grigoreevič Rubinštejn|Nikolaj Rubinštejn]] e [[Claude Debussy]] che diciottenne entrò al suo servizio come pianista ed insegnante dei figli.</ref><ref>{{cita libro|cognome = Seroff|nome = Victor I.|titolo = Debussy|editore = Nuova Accademia Editrice|città = Milano|anno = 1960|cid = Seroff|altri = trad.it. di Mara Andreoni}}</ref>
La von Meck, buona dilettante, cercava all'epoca un giovane violinista che potesse accompagnarla nel repertorio per solista e pianoforte. Tramite Nikolaj G. Rubinštejn la scelta cadde su Iosif Iosifovič Kotek, che aveva allora ventun anni, allievo di Čajkovskij ed anche – a suo tempo&nbsp;– uno dei tanti amanti del musicista.<ref>Si legga una chiarificatrice lettera a Modest su questo rapporto (ma anche più in generale a proposito dell'omosessualità del compositore) nella biografia on-line di Poznansky, capitolo anni 1877-1886, [http://wiki.tchaikovsky-research.net/wiki/Tchaikovsky:_A_Life Tchaikovsky: A life].</ref><ref>[[Maria Delogu]], nel libro scritto assieme al marito, è davvero prodiga di nomi, date, luoghi ed avvenimenti circa la folta schiera di amori maschili di Čajkovskij; da tali notizie si evince la predilezione verso giovani in cui il musicista vedeva un proprio riflesso ma indice anche di una naturale rincorsa alla giovinezza ({{Cita|Casini & Delogu|p. 179|CasiniDelogu}}).</ref>
[[ File:Von Meck.jpg|thumb|left| La baronessa von Meck in un ritratto a matita che riprende una fotografia oggi conservata al museo Čajkovskij di [[Klin]].]]
Fu così che il nome del compositore venne fatto e una commissione inoltrata (Kotek sapeva benissimo dei bisogni economici di Čajkovskij): lautamente ricompensata, s'intende. La prima lettera della donna al musicista è del 30 dicembre 1876: «La prego di credere che con la sua musica la mia vita è davvero diventata più facile e piacevole».<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 179|CasiniDelogu}}.</ref>
La risposta non si fece attendere ed arrivò il giorno dopo.<br />È l'inizio di un rapporto particolarissimo, fatto di detto e [[non detto]] tra i due, di una dipendenza spirituale reciproca, analizzata ormai sin troppo dai biografi e purtuttavia carica di fascino (ne ha data una personale lettura il regista [[Ken Russell]] nel suo film (vedi sottosezione "Film e documentari televisivi").
La von Meck fu una delle tre donne importanti nella vita di Čajkovskij, assieme alla madre e alla sorella Aleksandra. A loro il musicista fece ricorso in varia misura e in diverse circostanze: più esattamente è possibile concordare con [[Maria Delogu]] quando dice: «Forse Čajkovskij sperava di trovare quella madre che tanto gli era mancata e di cui tutto sommato aveva molto più bisogno che di un'amante».<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 182.|CasiniDelogu}}</ref>
 
 
La von Meck divenne la principale finanziatrice del compositore, cui elargiva frequentemente grosse somme di denaro ed un regolare mensile. La cosa avveniva all'insegna di un autentico mecenatismo, pur apparendo scontata la "facilità" dell'atto, vista la ricchezza di lei. Il musicista, dal canto suo, non si fece invero molti scrupoli nell'accettare e ricorrere sovente alla generosità di ''madame''.
Questo sostegno economico, al quale la von Meck si riteneva come obbligata tanto dalla propria posizione sociale quanto dal trasporto affettivo verso il musicista, consentì a Čajkovskij di abbandonare la cattedra al Conservatorio, per dedicarsi a tempo pieno alla composizione.
 
La donna fu anche una confidente privilegiata del musicista e la persona con cui intrattenne una fittissima corrispondenza: si scrivevano praticamente ogni giorno e anche più volte al giorno (questo almeno per la prima parte della loro relazione epistolare) dal [[1877]] al [[1890]]. Secondo lo specialista Brett Langston, curatore del sito in lingua inglese "Tchaikovsky Research", il numero complessivo sarebbe di milleduecentotré lettere (numero del 2009), di cui 768 scritte dal musicista<ref>{{Cita web|url =http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Correspondence_with_Nadezhda_von_Meck|titolo = Correspondence with Nadezhda von Meck|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref><ref>{{ru}}[http://www.tchaikov.ru/letter.html selezione di 497 lettere], divise per anno, tra i due, Č. alla v.M. e viceversa</ref> e 435 dalla von Meck.<ref>{{Cita|Poznansky e Langston|vol. 2|handbook}}</ref><ref>I dati sul numero complessivo di lettere scambiate sono stati variamente riportati dai biografi. In {{cita|Seroff|1960, p.29 sgg.}}, nelle pagine esplicite sulla von Meck e il musicista parla di "oltre duemila [lettere], di cui ne furono pubblicate milleduecento". Il numero abnorme di dodicimila, citato in {{Cita|Casini & Delogu|p. 179|CasiniDelogu}}, riconfermato tuttavia indirettamente ivi ("migliaia e migliaia di lettere") è ambiguo, ma questo varrebbe anche per il numero totale dell'intero carteggio del compositore a tutti i suoi corrispondenti. Il punto è controverso in quanto in alcuni autori (Hofmann, Seroff) si accenna a distruzione o perdita dell'enorme epistolario generale: per Langston, che nega peraltro ammanchi o scomparsa dello stesso, il totale sarebbe di oltre cinquemila lettere.</ref>{{#tag:ref|Per il carteggio superstite o comunque sia tra compositore e la von Meck è stata iniziata una nuova edizione russa<ref>{{cita web|url=http://www.tchaikovsky-research.net/en/news/news0002.html
|titolo= New Russian Edition of Tchaikovsky's Correspondence with Nadezhda von Meck| lingua=en
|data=8 giugno 2013| accesso= 26 novembre 2015}}</ref>. Tchaikovsky Research si prefigge la graduale pubblicazione on-line entro il 2016 di tutte le lettere superstiti, ed entro il 2020 la loro traduzione in lingua inglese.}}
 
Čajkovskij fu un grafomane assoluto, capace di arrivare a scriver ben 18 lettere<ref>Come egli stesso ha lasciato scritto in uno dei suoi Diari; riportata da {{cita|Tammaro| 2008, p. 42 e nota collegata|Tammaro}}).</ref> al giorno; uno spazio, serale di solito, era puntualmente riservato a questo. Le lettere repertoriate nel ''The Tchaikovsky Handbook...'' ammontano a 5.248 ("aggiornato" a 5.259). La sua corrispondenza e i Diari<ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Diaries|titolo = Diaries|accesso = 21 novembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research|lingua = en}}</ref> sono sovente rivelatori come non mai.<ref>Sebbene dati di un'epoca in cui lo scrivere era una necessità, il musicista ha suscitato lo stupore di molti su come riuscisse a trovare il tempo per una vita fatta di accurata composizione musicale, viaggi, incontri, rapporti personali e tanto tempo speso nella corrispondenza: si pensi che l'amico e critico musicale [[Herman Augustovič Laroš]] ricevette circa 4.000 (quattromila) lettere da lui ({{cita|Hofmann|p. 90|hofmann}}).
 
L'artista passava diverse ore impegnato nello scrivere lettere e nell'Opera Omnia esse occupano numerosi volumi. Ogni dieci anni circa, afferma Langston, saltan fuori, tuttavia, in aste pubbliche, una dozzina di "nuove" lettere, con conseguente variazione del numero totale. [http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forumO175.html Vedi l'intervento di Brett Langston] del 22 luglio 2009 sul "Forum" del "Tchaikovsky Research". Per quanto detto sopra il numero generale globale delle sue missive appare incerto. Del resto appare altresì ovvio e comunque possibile che tante sue lettere ai numerosi propri corrispondenti siano andate, nel tempo, perdute alla destinazione.
</ref><ref>L'epistolario čajkovskijano è davvero di enorme e sorprendente interesse, per comprendere a fondo i risvolti artistici ed umani del musicista, ma ci si deve rifare soprattutto alle fonti in russo o alle pur esistenti, sebbene parziali, traduzioni occidentali, avendo cura di evitare i limiti dei troppo "riciclati" estratti di molta bibliografia.</ref>
 
Al settembre 2011, le lettere scritte dal musicista sarebbero 5.347 a 389 corrispondenti diversi, tenendo tuttavia presenti le "scoperte" più recenti di materiale sinora sconosciuto (quasi un centinaio).<ref>{{Cita web|url = http://www.tchaikovsky-research.net/en/news/index.html|titolo = News and Features|accesso = 16 novembre 2015|sito = www.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Letters|titolo = Letters: sezione aggiornata sul complessivo numero di lettere "ad oggi"|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref>
[[File:La famiglia Von Meck.JPG|thumb| Una interessante foto della famiglia von Meck attorno al 1875. La baronessa Nadežda Filaretovna è a sinistra mentre al centro è il marito (con cappello scuro). (''Clicca per altri dettagli'').]]
 
I due per reciproca, concorde volontà, non si incontrarono mai, anche se non mancarono delle eccezioni volute dal caso o dall'astuzia della von Meck, contro ben altri sentimenti del musicista, che temeva l'approccio fisico con lei, fermo nella sua costante idealizzazione dell'altro sesso.
Le circostanze sono riportate da più biografi. In una prima occasione, il musicista venne invitato (1878) a Firenze (una città prediletta, ove frequentemente tornava e compose) da ''madame'' che vi soggiornava. Il "gioco" era anche quello di visitare le reciproche dimore in assenza l'un dell'altro oppure, come scrive lo stesso Čajkovskij:
{{Citazione|Alle undici e mezzo precise del mattino passa davanti a casa mia, cercando di vedermi e non riuscendovi a causa della sua miopia. Ma io la vedo perfettamente. A parte questo, ci siamo intravisti una volta a teatro...|Čajkovskij, riportato da {{Cita|Orlova|p. 152}}}} Un'ulteriore circostanza si verificò l'estate dell'anno seguente, ospite il musicista in una tenuta della von Meck presso Simaki. Nonostante i rispettivi orari fossero coordinati in modo da evitare possibili incontri, come racconta sempre il musicista:
{{Citazione|Accadde un incidente spiacevole...Andai nel bosco, persuaso di non incontrare certo Nadežda Filaretovna...Avvenne dunque ch'io uscissi un po' più presto e che ella fosse in ritardo. Così ci incontrammo inaspettatamente. Sebbene ci guardassimo soltanto un attimo, io rimasi estremamente confuso, riuscii però a salutare cortesemente, togliendomi il cappello. Lei invece sembrò perder completamente il controllo e non sapere come comportarsi |Čajkovskij, riportato da {{cita|von Wolfurt|p. 185|Wolfurt}}}} La von Meck però gli scrisse: {{Citazione|Sono veramente felice del nostro incontro e non posso descriverle il calore che sentii affluirmi al cuore quando ebbi compreso che era lei...Non desidero rapporti personali fra noi, provo però un piacere enorme a sapermi silenziosa e passiva vicino a lei, a esser con lei sotto un medesimo tetto, come quella volta a teatro a Firenze, o incontrarla come poc'anzi...|von Meck, riportata da {{cita|von Wolfurt|p. 185|Wolfurt}}}} Del resto il musicista temeva questo "pedinamento" (che avrebbe potuto nascondere chissà quali "pretese") e rifiutò di vedere persino l'ultimogenita della von Meck che, sembra autonomamente, aveva manifestato il desiderio di vedere l'uomo misterioso e chiedeva innocenti ragguagli fanciulleschi sul misterioso signore. E a "madame" scriveva sempre e comunque lettere piene delle sue tipiche circonlocuzioni, esternando un contegno che spesso non corrispondeva ai suoi sentimenti reali, viceversa rivelati ad amici e parenti.
 
{{Nota
|titolo=Čajkovskij in Italia
|allineamento=center
|contenuto=Il compositore visitò l'Italia nove volte tra il 1872 ed il 1890. "Nessun paese-scrive {{cita|Orlova|p. XXIII}}-a parte la sua patria, fu tanto vicino al cuore di Čajkovskij come l'Italia" e numerose sono le attestazioni d'affetto verso questa terra, sia nelle frequentazioni di viaggiatore, nei ricordi e menzioni che egli fa nella propria corrispondenza ed anche esplicite citazioni musicali o riferimenti all'arte italiana come stimolo alla sua immaginazione di creatore. Avendo sempre con sé il proprio lavoro accadde che diverse importanti composizioni (come la Quarta Sinfonia, ''Evgenij Onegin'', il Trio op.50 o ''La dama di picche'') fossero realizzate e messe a punto proprio nel paese che gli faceva dire: {{citazione|La natura italiana, il clima, le ricchezze artistiche, le memorie storiche che si incontrano ad ogni passo, tutto ciò ha un fascino irresistibile... Oh, Italia cento volte cara; per me sei come un paradiso. |{{cita|Orlova|p. XXVI}}}}
Incantato da Venezia (soggiorna anche in Riva degli Schiavoni), innamorato perdutamente di Roma, frastornato da Napoli ebbe in somma predilezione Firenze ove soggiornò otto volte; nel dicembre 1877 (quarta volta) a Villa Bonciani sul Viale dei Colli, in una residenza allestita per lui dalla sua mecenate von Meck che-ad appena mezzo chilometro di distanza, con la famiglia, a Villa Hoppenheim-lo vezzeggia e corteggia come la biografia del Nostro racconta.
E di Firenze-abbandonandola-confessava che la città gli lasciava :{{citazione|...l'impressione di un sogno dolce e meraviglioso. Qui ho provato una tale quantità di esperienze stupende-la città, i dintorni, i quadri, il clima sorprendentemente primaverile, le canzoni popolari, i fiori-che sono esausto.|{{cita|Orlova|p. XXV}}}}
 
''(Cliccare sulle immagini per ingrandire e dettagli)''
<gallery perrow="5">
File:Venezia, lapide per Ciakovskij.jpg
File:Riva degli Schiavoni, Venice, Italy-LCCN2001701013.jpg
File:Brogi, panorama di via de' colli 2.jpg
File:Ciaikovskij a Firenze nei primi mesi del 1890, seduto su una panchina in riva all'Arno e davanti all'allora Hotel Washington.JPG
</gallery>
 
}}
 
La von Meck era una donna appassionata nelle proprie manifestazioni: durante gli anni di questa inusuale relazione con il musicista lo manifestò chiaramente e tutt'altro che con desideri "platonici" (sebbene sempre velati), quando si rivolse significativamente a lui chiamandolo "mio tesoro", "mio diletto" e "mio signore e Maestro".<ref>{{cita|Seroff|p. 30}}.</ref>
Il musicista per parte sua si guardò sempre bene dall'assecondare queste "voglie" di una vicinanza tangibile, che ovviamente capiva esservi da parte della mecenate<ref name=":3" />.<br />È interessante tuttavia sapere che un accostamento fisico tra i due personaggi avvenne davvero, attraverso le nozze che i due favorirono (o si potrebbe dire "stabilirono", ovviamente per corrispondenza) tra un figlio della von Meck, Nikolaj e Anna, una delle figlie della sorella di Čajkovskij, Alexandra Davydov, avvenimento sin troppo chiaro del desiderio di un'unione carnale (certo da parte di ''madame'', più che altro).<ref>Anche in {{cita|Seroff|p. 39}}.
Dal matrimonio nacque la figlia Galina N. von Meck, nata nel 1891 e vissuta sino al 1985, la quale conservò (e scrisse) memorie non poche degli avvenimenti delle famiglie, ormai di fatto fuse tra loro.</ref>
 
Nel 2013 uno dei canali culturali della televisione russa, ha mandato in onda un Concerto-drammaturgia dedicato al rapporto tra la von Meck e il musicista (vedi sezione "Letteratura e Cinema").
 
=== Matrimonio e separazione ===
 
Seriamente convinto che ogni vicenda umana, specie quelle che lo riguardavano, fosse sotto l'influsso del destino - con la maiuscola (aveva scritto del resto nel [[1868]] un lavoro sinfonico titolato ''[[Fatum (Čajkovskij)|Fatum]]'') - Čajkovskij lesse questa relazione con la von Meck in tal senso, ma non solo, come si vedrà.
Del resto egli espresse tali convincimenti non unicamente a parole o con modalità tipicamente russe del tempo, ma nella propria "filosofia" di vita, nell'intera sua estetica e dunque nella concreta realizzazione artistica.<ref>{{Cita|Hofmann|pp. 8-9.|hofmann}}</ref><br />Il "ciclo" delle ultime tre sinfonie lo testimonia bene, quando, a proposito del celebre tema introduttivo della ''[[Sinfonia n. 4 (Čajkovskij)|Sinfonia n. 4 in Fa minore]]'', dedicata (non a caso) al "mio miglior amico" (ovverosia la von Meck), il musicista stesso<ref>In una lettera alla stessa von Meck, del 1º marzo 1878. Tale documento, citatissimo, è tuttavia variamente riportato dalla bibliografia. Qui è stata trascritta la versione - attendibilissima - di {{Cita|Orlova|pp. 109-111}}, 1990. Si può anche vedere [http://wiki.tchaikovsky-research.net/wiki/Symphony_No._4 il testo completo con esempi musicali originali riproposti], nel sito in lingua inglese "Tchaikovsky Research", vedi "Collegamenti esterni" - "Cataloghi" nell'approfondimento alle "Composizioni" della presente voce.</ref>
spiega:
 
[[File:Tchaikovsky with wife Antonina Miliukova.jpg|left|thumb|Čajkovskij e la moglie Antonina Ivanovna Miljukova, 18 giorni dopo le nozze, foto del 7 agosto 1877, Mosca]]
 
{{Citazione|«Questo è il ''Fato'', forza nefasta che impedisce al nostro slancio verso la felicità di raggiungere il suo scopo, che veglia gelosamente affinché il benessere e la tranquillità non siano totali e privi di impedimenti [...] Invincibile, non lo domini mai. Non resta che rassegnarsi e soffrire inutilmente. Il sentimento di disperazione e sconforto si fa più forte e cocente. Non sarebbe meglio voltare le spalle alla realtà e immergersi nei sogni? [...] Così tutta la vita è un'alternanza ininterrotta di pesante realtà, sogni fugaci e fantasie di felicità... Non c'è approdo. Vaga per questo mare, finché esso non ti avvolge e ti inghiotte nelle sue profondità.»|Čajkovskij, riportato da {{Cita|Orlova|pp.109-111}}}}
[[File: Beecham cajkovskij quarta sinfonia intro primo movimento".ogg|left|thumb| L'introduzione con il tema del "Fato" nelle battute 1-26 del primo movimento della Quarta Sinfonia.]]
Un vero e proprio "ciclo" con tema il "Fato" quello delle ultime tre sinfonie, con un unico discorso tripartito: così esso è ormai considerato dalla moderna critica e segnatamente dai direttori d'orchestra.<ref>{{Cita|Hofmann|pp. 93 e 143-144.|hofmann}}</ref>
 
In queste condizioni costituzionali e di carattere (che non meritano esser sbrigativamente intese solo come un momentaneo "atteggiamento", considerati gli eventi familiari vicini e lontani), ha luogo il secondo avvenimento capitale nella vita di Čajkovskij, pure esso esplicitamente reso nel film di Ken Russell che vi dedica ampia parte nell’''esatta'' progressione dei fatti reali.<br />Dell'avvenimento restano resoconti diretti dello stesso musicista e nel racconto dell'amico Kaškin. Essi sono lungamente rintracciabili nel volume di Alexandra Orlova.<ref>{{Cita|Orlova|p. 65 e ss}}.</ref>
 
[[File:Онегин опера.jpg|thumb|Lo spartito dell'opera ''Evgenij Onegin'', 1877.]]
 
Le circostanze (che il musicista lesse come fatali) vollero che in quel momento stesse iniziando la composizione di quello che sarà uno dei suoi massimi lavori per le scene liriche, ''[[Evgenij Onegin (opera)|Evgenij Onegin]]'' e lo cominciasse esattamente dalla celebre scena "della lettera", in cui la protagonista, Tat'jana, esprime le sue pene d'amore.
In quel mentre, una sua ex-allieva (che egli poco o niente ricordava), Antonina Ivanovna Miljukova, nata nel [[1849]], gli scrisse una lettera-dichiarazione d'amore.<br />Il collegamento tra realtà ed arte, tra vita e ideale fu rapido per il musicista, tanto che - seppur poco convinto nell'intimo e contro il parere di amici e parenti - si decise per un matrimonio fulmineo. Ammise: «Ho deciso di non sfuggire al mio destino e che il mio incontro con questa ragazza è stato in qualche modo voluto dal destino» (lettera alla von Meck).<ref>{{Cita|Orlova|p. 68}}.</ref> E a Kaškin: «Amavo Tat'jana ed ero terribilmente arrabbiato con Onegin che vedevo come un bellimbusto freddo e privo di cuore [...] e mi è parso di comportarmi molto peggio di Onegin».<ref>{{Cita|Orlova|p. 67}}.</ref>
[[File:Tchaikovsky - Tatiana's Letter Scene from Eugene Onegin - Joan Hammond - BBCSO directed by Sir Malcolm Sargent (1958).ogg|thumb|La Scena della lettera da ''Evgenij Onegin''; canta il soprano Joan Hammond con la [[BBC Symphony Orchestra]] diretta da Sir [[Malcolm Sargent]] in una registrazione del 1958 (in lingua inglese).]]
È interessante riportare la puntualizzazione in merito allo sviluppo del fatto secondo lo specialista Alexander Poznansky<ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Tchaikovsky:_A_Life#1877|titolo = Tchaikovsky: A Life, anno 1877, nota 41 ivi.|accesso = 20 novembre 2015|sito = en.tchaikovsky-research.net|autore = Poznansky|editore = Tchaikovsky Research}}</ref> e ripresa da Ferruccio Tammaro<ref>{{Cita|Tammaro|p. 181.}}</ref>, per cui, dice Tammaro «...il rapporto fra vicende compositive e vicende biografiche potrebbe essere visto anche in senso inverso: sarebbe stata la relazione con la Antonina ad avvicinare Čajkovskij all’''Onegin'' [...] e non il contrario».<ref>E tale parallelo risulterebbe testimoniato a posteriori nelle memorie tarde della stessa moglie ({{Cita|Tammaro|p. 181, nota 17}}).</ref>
 
[[File:Pëtr Il'ič e Modest Čajkovskij a Sanremo (1878).gif|thumb|left| In questa foto scattata a [[San Remo]] il 28 gennaio 1878, si vedono seduti i due fratelli Čajkovskij, Modest a sinistra e Pëtr a destra. Il bambino accanto al primo è Nikolay Konradi, l'allievo sordomuto di cui Modest era istitutore. Dietro loro Aleksej Sofronov, il domestico personale del musicista e suo intimo.]]
 
Le nozze furono celebrate il 18 luglio [[1877]] (Calendario gregoriano).
L'esito di tale atto fu disastroso. Le conseguenze sulla sua psiche furono devastanti. Scriverà fra l'altro:«Dal punto di vista fisico, mi è diventata ''assolutamente ripugnante'' [corsivo della fonte]»<ref>{{Cita|Orlova|p. 70}}.</ref>; ed ancora: «Avrei potuto strozzarla».<ref>{{cita|von Wolfurt|p. 71|Wolfurt}}.</ref><br />Costantemente in preda ad una fortissima repulsione verso la moglie scivolò nella [[Moscova]] tentando un suicidio "indiretto" (l'amico Kaškin lo seppe esattamente da lui e lo riportò nelle proprie "Memorie"), ma che si risolse in semplice raffreddore<ref>{{Cita|Orlova|pp.73-74}}; ma qualche biografo, lo ridimensionerebbe, vedi le discussioni sul [http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0079.html Forum del Tchaikovsky Research].</ref>.
Ripresosi fisicamente, passò presto ad un grave esaurimento nervoso; venne aiutato da familiari, amici e dalla stessa von Meck (che aveva sapientemente celato, all'inizio, la gelosia ed ora poteva esser certo felice del naufragio matrimoniale).<ref>{{cita|von Wolfurt|pp. 56-63 e 69|Wolfurt}}.</ref>
 
L'opportunità di un matrimonio, medicina incerta vista la propria omosessualità, fu determinata in Čajkovskij paradossalmente proprio da tale condizione.
Al fratello Modest, anch'egli apertamente omosessuale,<ref>Modest ha lasciato delle "Memorie" proprie inedite, ricche di particolari sconosciuti, che la musicologa Alexandra Orlova ha avuto modo di visionare a Klin ({{Cita|Bellingardi|p. 18|bellingardi}}).</ref> aveva scritto nell'autunno del [[1876]],<ref>{{cita|von Wolfurt|pp. 60-61|Wolfurt}}.</ref> che pensava al matrimonio più che altro per i suoi familiari che per se stesso, in quanto era amareggiato dai pettegolezzi che la collettività poteva fare.
Segreto di Pulcinella la sua condizione e vivo il senso di frustrazione (come è ovvio se si pensa all'epoca) tanto da farlo trasalire ovunque, in treno, al ristorante, quando leggeva negli innocenti sguardi di sconosciuti disprezzo e condanna.<ref>{{Cita|Hofmann|pp. 6-7.|hofmann}}</ref><br />Matrimonio di convenienza dunque, per "copertura sociale", alla fine, romanticismi e fatalismi a parte, anche se essi vanno considerati. Queste soluzioni erano del resto all'ordine del giorno come nel caso dell'amico intimo Vladimir Stepanovič Šilovskij<ref>{{Cita|Tammaro|p.182.}}</ref>.<br />Ma non sono pochi i critici che hanno notato come fu anche questo suo "isolamento", questa sua "diversità" una delle spinte a scrivere una musica piena di vero ''páthos'' (con valore etimologico, di "sofferenza").<ref name=":1">{{Cita|Hofmann|3 = hofmann}}</ref><ref>{{Citazione|La sua musica più patetica e straziante nacque appunto dalla coscienza di essere dannato. Nel nostro secolo sorridente e più indulgente, verso tutte le inversioni, dello spirito e del corpo, Čajkovskij non avrebbe trovato la molla che fece scaturire la sua più bella musica: il senso di colpa e della sua solitudine irrimediabile|{{cita|Goléa|p. 76|}}}}</ref>
 
Per completezza si noterà che-nonostante quanto appena detto e più oltre meglio evidenziato, (oltre che nelle stesse copiosissime testimonianze epistolari del musicista o del Diario, per tacere della musica stessa)-esiste un filone della critica il quale vede Čajkovskij meno tribolato di quanto in realtà non fosse, talvolta un ''poseur'', non di rado melodrammatico al massimo grado. Il musicologo Hofmann ne è un esempio e con amorevole equilibrio:«Era stato scelto davvero dal destino ''per soffrire in questo mondo'' [corsivo originale] oppure tale destino se l'era imposto?».<ref name=":1" /><ref name=bentivoglio>{{Cita news|autore = Leonetta Bentivoglio|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/24/ciajkovskij-avvelenata.html|titolo = Ciajkovskij, l'avvelenata|pubblicazione = [[la Repubblica]]|giorno = 24|mese = aprile|anno = 1993|pagina = 33 (sezione: Cultura)|accesso = 27 settembre 2008|cid = bentivoglio|citazione = ...negli scritti può rivelarsi anche meschino, vittimista, avido, dissipatore, colpevolizzante, afflitto da manie di persecuzione, ingeneroso...}} Anche lo storico Hofmann del resto non ha esitato ad osservare tratti così negativi.</ref><ref>Nella bibliografia specialistica del resto è stato altresì puntualmente posto il quesito sullo stato mentale del musicista e l'analisi accurata degli eventi biografici, delle lettere, del diario e testimonianze coeve è sempre fonte di discussione. Alexander Poznansky ha dedicato un'intera vita a confermare o confutare con pignoleria-spesso rimproveratagli a livello internazionale-questo ed altri aspetti.</ref>
 
Due dei suoi tre celeberrimi balletti ("Schiaccianoci" e "La bella Addormentata") videro la luce per esempio, con questa contraddittoria personalità: «Čajkovskij si rifugia-per sfuggire al suo démone-nell'infanzia... Compose... la musica più luminosa, più allegra che esista; perfino nei momenti più angosciosi della vicenda, si sente penetrare una luce: come i bambini che, anche se hanno paura, sanno che per loro il male non può durare»<ref>{{Cita|Goléa|p. 76.}}</ref>.
 
Antonina rappresentò una spina nel fianco per tutta la vita, rifacendosi viva, dopo la separazione di fatto (impossibile o meglio inopportuno il divorzio, per i pettegolezzi che avrebbe suscitato), con richieste di denaro e minacce (nonostante ricevesse una pensione dal musicista), mentre aveva avuto diversi figli da successivi rapporti).
Già debole di mente (ma questo giudizio deriva anzitutto da Modest<ref>{{Cita|Holden|p. 126.}}</ref>), morì in manicomio nel [[1917]].
 
Non mancano, è bene precisarlo, nella bibliografia attorno a questo sfortunato personaggio, prese di posizione (documentate, oltre che oggetto di discussione) ''a favore'' di Antonina, vista sì come una donna debole, ma che ebbe la sfortuna di incrociare il proprio cammino con quello di un uomo tanto problematico quale Čajkovskij<ref>{{Cita|Nicastro|p. 137 e segg.|nicastro}}</ref>.Antonina lasciò una versione propria dei fatti, pubblicata nel 1894 e ristampata una sola volta nel 1913.<ref>{{Cita|Tammaro| p. 181, nota 17.}}</ref><ref>[http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Tchaikovsky:_A_Life#1877.E2.80.931886 Commento di Poznansky] nel capitolo "1877-1886"</ref>.
Nel film di Ken Russell ''[[L'altra faccia dell'amore]]'' il regista "riabilita" non poco l'immagine della Miljukova talvolta sbrigativamente passata come pura ninfomane delirante.
 
Riprendendosi, Čajkovskij scriverà grato a Nadežda von Meck (il cui nome proprio-curiosamente-significa in russo "speranza"): «D'ora innanzi ogni nota che uscirà dalla mia penna sarà dedicata a Voi!».<ref>{{Cita|Orlova|p. 76}}.</ref>
 
=== Le opere della piena maturità, fino al 1885 ===
[[File:Tchaikovsky museum Klin.JPG|thumb|La terza ed ultima casa del musicista, a [[Klin]], dal 1892, oggi "Museo Čajkovskij".]]
La conclusione della vicenda con la moglie ed il periodo di riposo che ne seguì, auspici in particolare la von Meck e la sorella Aleksandra, segnano una graduale ma costante rinascita spirituale ed artistica del compositore.
Le musiche scritte da allora, non solo aumentano quantitativamente, ma cresce la qualità e il successo in Russia come all'estero.<br />È un crescendo che non si interromperà di fatto sino all'ambigua morte, tanto che molti musicologi sono certi che se Čajkovskij fosse sopravvissuto avrebbe scritto ancora molta musica, con soluzioni pure e senz'altro innovative e al passo coi tempi: la particolare scrittura de ''[[La bella addormentata (balletto)|La bella addormentata]]'', ''[[Lo Schiaccianoci (balletto)|Lo Schiaccianoci]]'', ''[[Iolanta]]'' e della ''[[Sinfonia n. 6 (Čajkovskij)|Sesta sinfonia (Pathétique)]]'', sembrano testimoniarlo.<ref>{{Cita|Bellingardi|"Gli orientamenti della critica", pp. 194-202|bellingardi}}.</ref> A tale proposito, [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]] si lascia andare a commenti circa una precisa influenza che Čajkovskij avrebbe avuto secondo lui, sul giovane [[Gustav Mahler|Mahler]] della prima e seconda sinfonia (e citava i passaggi).<ref>{{Cita|Tammaro| p. 108.}}</ref><ref>{{Citazione|E se c'è un compositore che come lui abbia saputo esprimere la dolorosa contraddittorietà dei rapporti col passato e col presente della vita e dell'arte da parte di un'anima inquieta, instabile, psicologicamente fragile e complessa questo è proprio Mahler, che pur nella chiara discendenza da Wagner (idealmente anche da Beethoven) e nella manifesta modernità del linguaggio timbrico e armonico si è spesso ispirato al sorgivo canto popolare boemo, quindi slavo e prossimo al russo, e come il collega più anziano di vent'anni e scomparso a 53 anni (lui a 51) è stato anche tacciato di ostentazione, di sfrenatezza emotiva, di troppo manchevole senso del pudore personale|{{cita|Mioli}} in Dizionario di musica classica}}</ref>
 
Le composizioni che vedono la luce da allora sono tutte o quasi destinate alla celebrità. Fra esse la ''[[Sinfonia n. 4 (Čajkovskij)|Quarta Sinfonia, in Fa minore]]'' op. 36 e l'opera lirica ''Evgenij Onegin'', già citati, la ''[[Suite n.1 (Čajkovskij)|Suite n.1, in Re minore]]'' op. 43, mentre a [[Firenze]]<ref>{{Citazione|Tra tutte le città straniere, Firenze è divenuta certo quella che io preferisco... Più ci vivi e più ti accorgi di amarla... Vi è qualcosa di accogliente da farmi sentire a casa mia!|{{cita|Previero| p. 87.|}}}}</ref> su invito della von Meck, nell'Italia che tanto gradiva<ref>{{Cita|Orlova, per l'edizione italiana del suo libro|pp. XXIII-XXIX|Orlova}}, ha scritto un capitolo aggiuntivo proprio sul rapporto affettivo del musicista verso l'Italia. Čajkovskij imparò abbastanza bene l'italiano scritto, parlandolo meno bene. Oltre Firenze, visitò [[Roma]], [[Napoli]], [[Venezia]], [[Milano]] e non solo. Vedi in http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Places<br />
Da ricordare che questo interesse per l'Italia come "luogo di delizie" era certo non sconosciuto all'epoca agli stranieri ({{Cita|Casini & Delogu|pp. 210-211|CasiniDelogu}}). Nel caso del musicista è abbastanza noto l'episodio connesso ad un cantore, e alla romanza che vi è legata ''[[Pimpinella (Čajkovskij)|Pimpinella]]'' (op. 38, n. 6). Ma il suo miglior ricordo e testimonianza dell'amore italiano fu nella scrittura del Sestetto per archi in Re minore sottotitolato ''[[Souvenir de Florence]]'', op. 70, 1890 che realizzava un progetto di qualche anno prima.</ref>, cura la composizione di una nuova opera lirica: ''Orleanskaja deva'' (''[[La Pulzella d'Orléans (opera)|La pulzella d'Orléans]]'').<br />[[File:Tchaikovsky - Op.45 Capriccio italien.ogg|thumb|left| L'omaggio di Pëtr Il'ič alla sua amatissima Italia: ''Capriccio italiano'', op. 45. [[Concertgebouw]] Orchestra (Amsterdam) diretta da [[Paul van Kempen]], registrazione del gennaio 1951]]
 
Ecco il ''[[Capriccio italiano (Čajkovskij)|Capriccio italiano]]'' iniziato a [[Roma]] nel gennaio [[1880]] e poi la [[Serenata per archi (Čajkovskij)|Serenata per archi in Do maggiore]] e l'''[[Ouverture 1812|Ouverture Solennelle «1812»]]''; la sua fama cresce ulteriormente, testimoniata anche dall'offerta di direzione del Conservatorio di [[Mosca (Russia)|Mosca]] dopo la morte di [[Nikolaj Grigorevič Rubinštejn]] nel [[1881]], che egli rifiuta.
Alla fine dell'anno viene eseguito il [[Concerto per violino e orchestra (Čajkovskij)|Concerto in Re maggiore]], per violino e orchestra, op. 35 stroncato da [[Eduard Hanslick]] ma pure esso tra le opere più popolari del musicista.
Alla memoria di Nikolaj Rubinštejn dedica il [[Trio per pianoforte, violino e violoncello(Čajkovskij)|Trio in La minore]], per pianoforte, violino e violoncello, op. 50, intitolato «Alla memoria di un grande artista».
Viene eseguito nel [[1882]] il [[Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 (Čajkovskij)|Concerto n. 2 in Sol maggiore]] per pianoforte ed orchestra, op. 44.
 
[[File:Mravinsky Valse in Serenade.ogg|thumb|right| La "Serenata per archi", op. 48 (1880), II-Valse, interpretata da [[Evgenij Aleksandrovič Mravinskij]], uno dei massimi direttori ċajkovskijani. Registrazione del 1949]]
Viaggi e spostamenti gli consentono di vedere ed ascoltare molto repertorio musicale del tempo e di ogni composizione si ritrovano nella sua sterminata corrispondenza annotazioni critiche (ad esempio di [[Richard Wagner|Wagner]] trova tremendamente lungo il ''[[Tristano e Isotta (Wagner)|Tristano e Isotta]]''; dell'autore tedesco continuerà a prediligere ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]])''.<ref>{{Cita web|url = http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Wagner_and_His_Music|titolo = Wagner and his music|accesso = 20 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = The New York Mornig Journal|data = 3 maggio 1891|cognome = Čajkovskij}}</ref>
[[File:Tchaikovsky - Suite No. 3 in G maj Op 55 - Sir Adrian Boult (1955).ogg|thumb|right|Una sintesi della Terza suite in Sol maggiore op.55, diretta da Sir Adrian Boult con l' [[Orchestre de la Société des Concerts du Conservatoire]] di Parigi. Questa fu una delle proprie composizioni più dirette dallo stesso Autore, almeno 16 volte, in Russia, Europa ed America.]]
Il [[1885]] incomincia positivamente. [[Hans von Bulow]] dirige la [[Suite n. 3 (Čajkovskj)|Suite n. 3]], in Sol maggiore op.55 ottenendo grande successo, lo zar e la corte assistono ad una recita di ''Evgenij Onegin''.
Pochi mesi prima il musicista aveva avuto un'udienza personale a corte, ricevuto un'onorificenza e appreso dalla voce di [[Alessandro III di Russia|Alessandro III]] d'essere ''il'' musicista della famiglia regnante.
Quest'ultimo avvenimento e la protezione ufficiale che ne seguì mitigarono alcune ferite dell'animo inquieto dell'artista, sempre del resto alla ricerca di conferme ufficiali e riconoscimenti che sanassero la sua perenne insoddisfazione esistenziale.<br />Čajkovskij decise allora, come evidenza tangibile del "traguardo" raggiunto, di affittare una casa in campagna tra Mosca e San Pietroburgo: la scelta cadde su Maidanovo, nei dintorni di Klin.
Il musicista potrà dire con fierezza: «Che gioia essere a casa mia... Capisco ora che il mio sogno di passare il resto della mia vita nella campagna russa non è un capriccio passeggero, ma un'esigenza naturale e profonda».<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 220|CasiniDelogu}}.</ref>
 
[[File:Caruso - Tchaikovsky Pimpinella (1913).ogg|thumb|left| [[Enrico Caruso]] interpreta ''Pimpinella'', op.38 n.6, una canzone italiana che Čajkovskij raccolse nel suo viaggio fiorentino del 1878. L'incisione è del 1913.]]
Sebbene ben lontano dalla propria morte, il musicista si abbandona a frequenti osservazioni sul mistero della vita che emergono puntualmente dai suoi diari e lettere: «Nella mia mente c'è il buio e non potrebbe essere altrimenti di fronte alle domande insolubili per la debole ragione, come la ''morte'', ''lo scopo e il significato della vita'', ''la sua eternità o caducità'' [corsivo della fonte]».<ref>{{Cita|Orlova|p. 221}}.</ref>
 
=== Gli ultimi anni ===
[[File:Brandukov and Tchaikovsky.jpg|left|thumb|Čajkovskij nel 1888 (18 marzo, Parigi) con il violoncellista russo Anatol' Brandukov]]
Nel [[1885]] Čajkovskij viene eletto direttore della sezione moscovita della Società Musicale Russa, un'istituzione cardine a quei tempi ed i suoi rapporti con parenti, amici e la von Meck proseguono in linea di massima con regolarità di contatti come nel passato.<br />Ora dorme di più, fuma e beve di meno e conduce una vita all'insegna del controllo psicofisico con regolarità d'abitudini quotidiane, lui che, nevrotico giustificato anche dagli eventi, aveva condotto spesso una vita disordinata.
L'umore è buono, spesso ottimo, ma non mancano regolari quasi fisiologiche crisi depressive.
 
A lui bastava poco (vedi l'Hofmann nella sua biografia citata): la partenza di un amico, un tramonto, il paesaggio russo, un ricordo lontano, come quello nell'anniversario della morte della madre che non gli permette di chiudere occhio una notte dopo che ha ritrovato reperti epistolari dell'epoca: scrive a tal proposito infatti: «La nostalgia di mia madre...che amavo di un amore morboso ed appassionato...».<ref>{{Cita|Orlova|p. 183}}.</ref>
 
Dal [[1885]] sembra<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 332|CasiniDelogu}}.</ref> che siano cominciate da parte dei figli della von Meck lamentele per le sovvenzioni che ''madame'' proseguiva ad elargire nonostante le mutate condizioni economiche dell'artista.
 
A Parigi, nel [[1886]] tra caffè, ristoranti e ritrovi vari, "mignons" ufficiali e incontri occasionali, Čajkovskij ebbe una delle più grandi emozioni della sua vita<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 337|CasiniDelogu}}.</ref>: in casa della cantante [[Pauline Viardot]] gli fu permesso di vedere l'autografo manoscritto del ''Don Giovanni'' di Mozart e ne fu sconvolto. Fu per lui come parlare con il grande artista:
 
{{Citazione|Ho sfogliato per due ore la partitura originale di Mozart. Non posso descrivere l'emozione provata nell'esaminare il ''sacro oggetto'' [corsivo della fonte]. Mi è sembrato di stringere la mano a Mozart in persona e chiacchierare con lui| Čajkovskij, anche in {{Cita|Casini & Delogu|p. 337|CasiniDelogu}}}}
 
Altri viaggi all'estero specie per la direzione di proprie composizioni nel [[1887]] e nel [[1888]], un anno questo che vedrà la nascita della ''[[Sinfonia n. 5 (Čajkovskij)|Sinfonia n. 5]] in Mi minore'' op. 64 (un anno, il [[1888]], peraltro ricco di molte celebri composizioni di altrettanto celebri musicisti, come [[Gustav Mahler]], [[Richard Strauss]], [[César Franck]] e [[Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov]].<ref>Mahler scrive la sua Prima sinfonia, Strauss il poema sinfonico ''Don Giovanni'', Franck la ''Sinfonia in Re minore'' e Rimskij-Korsakov ''Sheherazade''</ref>.
[[File:Tchaikovsky in Ortachala gardens, Tbilisi (1889).gif|left|thumb| Un conviviale Čajkovskij assieme ad amici nei giardini di Ortachala a [[Tbilisi]] il 12 maggio 1889, cinque giorni dopo il suo quarantanovesimo compleanno]]
Al ritorno in Russia una nuova sistemazione sempre vicina a Klin, esattamente a Frolovskoe, in campagna e l'assegnazione di un vitalizio annuo di tremila rubli accordatogli [[motu proprio]] dallo Zar<ref>{{Cita|Bellingardi|p. 37|bellingardi}}.</ref> (segno della sua alta considerazione) e che con i proventi dal lavoro e la pensione della von Meck, potevano certo metterlo al sicuro (nonostante Čajkovskij fosse anche uno "spendaccione" per sé e gli altri, generoso atteggiamento sempre manifestato, nell'ambito di quel proprio carattere insicuro e non senza ombre).
 
[[File:Čajkovskij nel giardino a Frolovskoe (1890).gif|right|thumb| Čajkovskij seduto nel giardino della propria casa di Frolovskoe, luglio 1890.]]
 
Sono gli anni della composizione anche di altre opere liriche, sebbene considerate di valore inferiore rispetto a ''[[Evgenij Onegin (opera)|Evgenij Onegin]]'' e ''[[La dama di picche (opera)|La dama di picche]]''. Questi i titoli: ''[[Mazepa (opera)|Mazepa]]'' [[1881]]-[[1883]], ''[[Čerevički]]'' (''[[Gli stivaletti]]''), [[1885]] (che è una rielaborazione di ''[[Il fabbro Vakula]]'') e ''[[Čarodejka]]'' (''[[La maliarda]]''), [[1885]]-[[1887]].
Nel settore sinfonico la ''[[Sinfonia Manfred]]'' del [[1885]] e la ''[[Suite n. 4 (Čajkovskij)|Suite n. 4]]'', in sol maggiore, op. 61, [[1887]].<br />Nel [[1888]] compiendo la già citata sua prima ''tournée'' all'estero e toccando [[Lipsia]] conoscerà [[Johannes Brahms]] (che non gli risulterà particolarmente simpatico ripagato parimenti dall'altro artista) e [[Edvard Grieg|Grieg]] (il contrario); a [[Praga]] sarà invece la volta di [[Antonín Dvořák]] con il quale nasce una spontanea comprensione e che già lo apprezza intensamente.
 
Importante fu la commissione del suo secondo balletto ''[[Spjaščaja krasavika]]'', ''([[La bella addormentata (balletto)|La bella addormentata]])'' già iniziata nel [[1888]] e composta seguendo strettamente le indicazioni librettistiche di [[Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij]], direttore dei Teatri Imperiali e soprattutto quelle meticolose di [[Marius Petipa]], il coreografo.
Alla prova generale era presente l'imperatore che se ne uscì con un laconico «Molto grazioso!».
Il musicista ne fu offeso: «Sua Maestà mi ha trattato molto sbrigativamente. Dio sia con lui.».<ref>{{cita|Warrack, 1994|p. 50.|warrackb}}</ref>
Protagonista fu la celebre [[Carlotta Brianza]] assieme a [[Pavel Gerdt]] e al celebre [[Enrico Cecchetti]].
Musicalmente e drammaturgicamente il balletto è prossimo a ''[[Il lago dei cigni]]'' ma con dettagli più elaborati.<ref>{{Citazione|Più che ai riferimenti tonali o alla concezione di un piano tonale su larga scala, l'attenzione è rivolta all'equilibrio ed al contrasto|{{cita|Warrack, 1994||warrackb}}}}</ref>
[[File:Tchaikovsky and the Figners 1890.jpg|left|thumb|Il compositore con i primi due interpreti de "La dama di picche", 19 luglio 1890, il tenore Nikolaj Nikolaevič Figner e il soprano Medea Ivanovna Figner, nata Mej.|alt= Il musicista con i primi due interpreti de "La dama di picche"]]
[[File:Tchaikovsky - Спящая красавица - Sleeping Beauty ouverture.ogg|right|thumb|L'introduzione del balletto ''La bella addormentata'', [[London Symphony Orchestra]] diretta da [[Pierre Monteux]], (DECCA, 1958)]]
 
Nel [[1889]] "scopre" tra l'ammirato e l'entusiasta il fonografo di [[Thomas Alva Edison|Edison]], che giudica la più interessante invenzione del XIX secolo.
Nel [[1890]] parte per Firenze dove appronta ''La dama di picche'' su libretto del fratello Modest, e i suoi scritti autografi testimoniano del fervore creativo che accompagna la creazione di quest'opera vivamente sentita, il cui fatalismo si ispira anche alla ''Carmen'' di Bizet.
E se mai avesse avuto dubbi nel credere alle beffe del ''Fato'', ecco che un drammatico avvenimento accade al suo rientro nell'ottobre di quel [[1890]].
 
==== L'addio di ''madame'' von Meck ====
Con una prima lettera (4 ottobre, data del [[Calendario gregoriano]]) ''madame'' von Meck lo avvisava di diverse disgrazie economiche cui era andata incontro.
Questa missiva si chiudeva tuttavia con le tradizionali formule affettuose e in un ''post-scriptum'' lo invitava a scrivergli a Mosca anche se lei ora si trovava all'estero.<ref>André Lischke, riporta queste parole di chiusa della von Meck: «Addio, mio caro, incomparabile amico. Non dimenticate quanto il mio amore per voi sia infinito» ({{Cita|Tammaro| p. 256}}).</ref><br />Pochi giorni dopo però il musicista ricevette una seconda lettera della donna comunicantegli che a causa di ulteriori e definitivi dissesti finanziari, ella non avrebbe potuto più sovvenzionarlo.
[[File:Csajkovszkij 01.jpg|thumb|Il compositore nel suo studio a Frolovskoe, nei pressi di Klin; la foto è datata 26 luglio 1890]]
 
Tale lettera (non conservatasi) si chiudeva con parole (lo si deduce dalla risposta del musicista, rimasta) in cui la von Meck chiedeva di non essere dimenticata del tutto.
Čajkovskij comprensibilmente allarmato, si precipitò a rispondere, manifestando il suo affetto e la sua fedeltà, la sua eterna riconoscenza.<br />Le reazioni del musicista furono però di profondo malessere, come testimoniano sue corrispondenze al proprio editore ed amico [[Pëtr Ivanovič Jurgenson]].<ref>{{Citazione|Sono molto, molto offeso… Vorrei che fosse rovinata al punto di avere bisogno del mio aiuto… Dopo tutto so perfettamente che dal nostro punto di vista lei è ancora immensamente ricca. In poche parole, tutto è diventato soltanto un affare squallido e sordido: me ne vergogno e sto male.| {{cita|Casini & Delogu| p. 363. |CasiniDelogu}}}}</ref><br />Non dandosi pace, tentò di riallacciare i rapporti con intermediari, ma alcuni di questi – per vari interessi e motivazioni personali&nbsp;– si rifiutarono od ostacolarono tutto.
 
È stato anche ipotizzato che le ultime somme elargite lo fossero state contro la volontà dei familiari.
La von Meck del resto stava attraversando anche un periodo di malattia psicofisica e la vecchiaia la rendeva sempre più dipendente dai figli che, mai sazi di denaro, vedevano con costante preoccupazione il protrarsi del mecenatismo materno, ancorché preoccupata della sua numerosa figliolanza.<ref>Uno dei suoi figli prediletti, Vladimir, era ammalato e morì nel 1892: per inciso aveva contribuito non poco al dissesto economico della madre ({{cita|von Wolfurt|p. 237|Wolfurt}}).</ref> Significative sono le parole immaginate da uno scrittore russo contemporaneo, [[Jurij Markovič Nagibin]], in un suo racconto ove ''madame'' alle lamentele dei figli esplode così:
 
{{Citazione|Come osate dare in escandescenze davanti all'incarnazione dell'arte? Se la gente si ricorderà di noi, sarà soltanto perché abbiamo condiviso il destino del signor Čajkovskij|Nadežda Filaretovna von Meck, nel racconto di Jurij M.Nagibin ({{cita|Nicastro| p. 219|nicastro}})}}
 
[[File:Tchaikovsky sitted portrait by Franciszek de Mezer (1890).gif|left|thumb| Il compositore nel dicembre 1890 a [[Kiev]]]]
La realtà che la von Meck non fosse finanziariamente naufragata ed il suo assoluto silenzio (ma come si è detto probabilmente essa fu tenuta all'oscuro dei tentativi e desideri del musicista di ripresa dei contatti o lo seppe tardivamente ed inutilmente), furono una dura prova per Čajkovskij, il cui lato economico della faccenda effettivamente poco poteva importargli, avendo raggiunto una sua propria agiatezza.
 
Sul letto di morte, nel delirio, il musicista pronunziò ripetutamente la parola "maledetta" e il fratello Modest pensò che essa fosse rivolta alla von Meck, ma il biografo Warrack ha sostenuto che essa poteva invece riferirsi alla malattia che lo stava uccidendo (in russo "colera" è di genere femminile) e che del resto era stata la causa della morte a suo tempo dell'amatissima madre.<ref>{{cita|Warrack, 1973|p. 269.|warrack1}}</ref><ref>Altre versioni affermano che il musicista pronunziasse proprio il nome della von Meck, ora maledicendola, ora invocandola ({{cita| Berberova||}}). Tuttavia, nella ridda di notizie, una sorta di "chiarimento" tra la von Meck e Čajkovskij sarebbe forse avvenuto (da lontano) poco prima della morte del musicista, non direttamente ma attraverso la nipote Anna, la figlia di Aleksandra I. Čajkovskij, quella che aveva sposato uno dei figli della von Meck ({{cita|Brown|''The Final Years,1885-1893'', pp. 292-3|Brown4vol}}; ripresa anche da {{Cita|Bellingardi|p. 38|bellingardi}}). Se ciò fosse davvero avvenuto, la versione di Warrack avrebbe una sua logica. Ma tutto è ormai entrato nella leggenda.</ref>
[[File:Tchaikovsky and Vladimir Davydov.gif|right|thumb| Il musicista col nipote Bob Davidov in una foto del giugno 1892 scattata a [[Parigi]]]]
 
Nel [[1891]] il [[Teatro Mariinskij]] lo incarica dell'opera lirica in un atto ''[[Iolanta]]'' e di un balletto ''[[Ščelcunčik]]'' ''([[Lo Schiaccianoci (balletto)|Lo Schiaccianoci]])'' da darsi congiuntamente.
L'opera, l'ultima composizione lirica del musicista, è diversa da tutte le altre scritte ed ha sorprendenti anticipazioni che la critica, specie posteriore, noterà.<ref>Non è un caso se fu amata da Mahler ({{Cita|Bellingardi|p. 82|bellingardi}}). Su di essa e le sue variegate implicazioni, nella produzione del musicista ({{Cita|Nicastro|p. 230 e segg.|nicastro}}) ({{Cita|Hofmann| pp. 150-1}}) ({{Cita| Tammaro|passim}})</ref>
Quanto al balletto, anch'esso costruito con meticolosa precisione come avvenuto per ''La bella addormentata'', è lo stesso musicista a fornire una chiave di comprensione generale e di alcuni suoi elementi costitutivi, in questa lettera di tempo addietro: «I fiori, la musica e i bambini, sono i gioielli della vita. Non è strano che amando tanto i bambini il destino non mi abbia dato di averne?».<ref>{{Cita|Orlova|p. 178}}.</ref>
 
[[File: Tchaikovsky - Dance of the Sugar Plum Fairy - The Nutcracker.ogg|thumb| La seconda variazione del Passo a due del II atto del balletto ''Lo Schiaccianoci'', nota come "Danza della Fata Confetto", caratterizzata dall'uso della [[celesta]].]]
 
Alla morte dell'amata sorella Aleksandra, nel [[1891]], appresa all'estero su un giornale (e che egli tentò come di rimuovere), riversò sul di lei figlio, Vladimir detto Bob<ref>{{Cita web|url = http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0368.html|titolo = Tchaikovsky Forum : Bob|accesso = 17 novembre 2015|sito = www.tchaikovsky-research.net}}</ref>, l'affetto pieno e totale che era già stato ampiamente manifestato negli anni precedenti. Il giovane (morirà suicida nel [[1906]], per i dolori di una grave malattia<ref>In Tammaro, p. 320, nota 40, op. cit., vedi "Bibliografia"</ref>) fu l'ultimo serio oggetto di passione amorosa del musicista, ma avendo una valenza particolare come è facile intuire. A lui fu dedicata la [[Sinfonia n. 6 (Čajkovskij)|Sinfonia n.6 in Si minore, op. 74]] ''Pathétique'', [[1893]].
I rapporti tra zio e nipote hanno dato modo ai biografi di scrivere molto e non a torto, in quanto "Bob" approfittò della generosità e debolezza dello zio in ogni senso.<ref>{{Cita|Casini & Delogu|pp. 215, 364 e passim|CasiniDelogu}}.</ref><ref>{{Cita libro|titolo = The great Queens of History|anno = 2002-2005|città = |cognome = Norton|nome = Rictor}}</ref>
 
=== Un'oscura fine: colera o suicidio? ===
{{Nota
|titolo=La voce di Čajkovskij
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La voce del musicista (la notizia in un articolo a firma A.T., sul quotidiano milanese ''[[Il Giorno]]'' del 16.11.1997), è stata fortunosamente ritrovata in un rullo conservato sino al 1996 nella casa museo di [[Klin]] a Mosca assieme ad alcuni altri e restaurato da tecnici della TV giapponese.
 
I cilindri erano in pessime condizioni, il migliore era proprio quello con la voce del musicista e [[Anton Grigorevič Rubinštejn]] - il maestro di Čajkovskij e direttore del Conservatorio di San Pietroburgo - registrati dall'ingegnere tedesco Iuli Block, mentre facevano una partita a carte. La registrazione è breve perché la batteria del fonografo si deve essere scaricata presto.
 
La pulizia ha richiesto dei processi molto sofisticati. L'anno di registrazione è il 1890 ed il compositore aveva conosciuto il congegno l'anno avanti (il fonografo era stato inventato da Edison già una dozzina di anni prima).
 
Nella conversazione Čajkovskij parla del fonografo e della possibilità di incidere suoni e musica: Rubinštejn sostiene l'inefficacia del mezzo che avrebbe fatto perdere "anima" alla musica.
 
Čajkovskij invita addirittura il maestro a registrare una sonata al piano, ma lui, superstizioso, si rifiuta poiché ritiene che il marchingegno che imprigiona i suoni porti sfortuna. Il ripristino tecnico ha avuto il contributo della Sony che ha costruito un apposito meccanismo per leggere il cilindro d'acciaio originale.
 
Il musicista scriverà (in francese) nell'album dell'ingegner Block: {{citazione|Il Fonografo è certamente l'invenzione più sorprendente, bella ed interessante, tra tutte quelle che onorano il XIX secolo! Gloria al grande inventore Edison!|14 ottobre 1889<ref>{{cita web|url=http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Endorsement_of_Thomas_Edison%27s_%22Phonograph%22|titolo=Endorsement of Thomas Edison's "Phonograph"
|editore=Tchaikovsky-Research|lingua=en|accesso=15 dicembre 2015}}</ref>}}
 
La voce del musicista: {{YouTube|-Ocfv5NLydk|''Voices of the Past''}}
}}
 
In questi anni la fama di Čajkovskij è al culmine. Inizia un giro concertistico negli Stati Uniti, chiamato ad inaugurare i concerti della [[Carnegie Hall]]; trova l'America e gli americani strani e curiosi, ma simpatici: vede un mondo veramente nuovo e ne scrive copiosamente, sempre festeggiato ed onorato come il "Re", assalito dai giornalisti si accorge di essere popolare in America dieci volte di più che in Europa<ref>Lettera al nipote Bob, in {{Cita|Bellingardi|p. 38|bellingardi}}</ref><ref>{{Cita|Orlova|pp. 386-390.}}</ref>.
 
Nel [[1892]] [[Gustav Mahler]], che lo impressiona come direttore non comune, dirige ad [[Amburgo]] alla sua presenza ''Evgenij Onegin''. Ascolta in quel momento anche la ''[[Cavalleria rusticana (opera)|Cavalleria rusticana]]'' di [[Pietro Mascagni]] che gli piace molto<ref>{{Cita|Orlova|pp. 396-397.}}</ref><ref>Si sa per certo (dalla biografia del fratello Modest ma anche dai discendenti di Mascagni), di un mancato incontro tra i due musicisti. Si veda: [http://wiki.tchaikovsky-research.net/wiki/Pietro_Mascagni] ed anche: [http://forum.tchaikovsky-research.net/viewtopic.php?f=4&t=52]</ref>.<br />In primavera cambia casa per la terza ed ultima volta proprio a [[Klin]] e ne fu pienamente soddisfatto: assomigliava a quella in cui era nato ed aveva un giardino di betulle e fiori, che il compositore amava; questa dimora diventerà un giorno l'attuale "Museo Čajkovskij", pieno di suoi ricordi, materiali e documenti per volontà primaria del fedele domestico Aleksej Sofronov, del fratello Modest e del nipote Bob Davidov, ed in seguito divenuta monumento nazionale per pubblico omaggio da parte di [[Lenin]]<ref>{{Cita|Nicastro|pp. 239 e 242 nota 3|nicastro}}.</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.tchaikov.ru/index.html|titolo = Композитор Пётр Ильич Чайковский (Tchaikovsky: La vita e l'opera)|accesso = 17 novembre 2015|sito = www.tchaikov.ru|lingua = ru|editore = Belcanto Tchaikovsky}}</ref>
 
[[File:Tchaikovsky House-Museum Salon.JPG|left|thumb|upright=1.6|La sala principale della casa a Klin, con il pianoforte e la scrivania. Si notino i ritratti appesi nella parete in fondo: al centro Beethoven, più in alto di tutti Anton G. Rubinštejn.]]
 
Comincia a pensare ad una nuova sinfonia<ref>L'intenzione di produrre una nuova sinfonia daterebbe già tra la fine del 1889 e la metà del 1890; una grande sinfonia in tre parti, dedicate rispettivamente alla vita, all'amore e alla morte ({{Cita|Casini & Delogu|p. 457|CasiniDelogu}}). Il "seguito" alla Quinta sinfonia fu piuttosto tormentato, come si vedrà, fatto di ripensamenti ed indecisioni, segno più che del proprio tradizionale carattere, delle tensioni che l'artista provava nel voler comporre un lavoro del tutto particolare, come poi, alla fine, sarebbe stata la ''Patetica''.</ref><ref>{{Cita|Orlova|p. 406}}.</ref> che dovrebbe raccogliere la sua "vita" (e questo primitivo titolo circola nei suoi appunti). Ne abbozza qualcosa (la tonalità è in Mi bemolle maggiore) ma viene messa da parte; il primo movimento confluirà poi nel [[Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 (Čajkovskij)|Terzo Concerto per pianoforte ed orchestra]], op. 75 postuma.<br />È però interessante sapere<ref>{{Cita|Tammaro| p. 257 e segg.}}</ref> che all'inizio del 1891 tali schizzi portavano delle annotazioni le quali saranno di fatto "trasportate" e seguite (se non tali e quali ma come traccia di massima), nel programma "segreto" della Sesta Sinfonia, segno che il compositore stesse arrovellandosi su questi temi. Scrive: «Prima parte - tutto impeto e sicurezza, voglia di attività. Deve essere breve (alla fine "morte", risultato del collasso). Seconda parte: amore. Terza: disinganno. La quarta finisce morendo (anche questa breve)». Indicò anche alcuni titoli: «I Gioventù II Ostacoli! Assurdità… Coda - Avanti, avanti!» (è un'ipotesi che in quel tempo stesse rimuginando sulla propria storia con la von Meck).
 
Un fatto evidente emerge chiaro dalla fase terminale e "calante" della vita e del fare artistico: la necessità quasi "biologica" di scrivere l'opera capolinea, riassuntiva e conclusiva del proprio percorso poetico. Da un certo momento dunque, come dimostra la cronologia biografica e artistica, il musicista è verosimilmente ossessionato da questa Sesta Sinfonia, oscura, con un'ansiosa ostinatezza di programma preciso quanto gelosamente celato<ref>Particolarmente rilevanti alcune dichiarazioni dello stesso autore in merito alla sua sinfonia ultima: «ho in essa riposto tutta la mia anima», «ed essa è penetrata da un carattere che resterà per chiunque altro un enigma» ({{Cita|Tammaro|p. 262 e capitolo XII}}). Tipica contraddizione čajkovskijana dalla critica ampiamente osservata: «...un'intenzione, invero un po' civettuola» ({{Cita|Tammaro|p. 266}}) riproponendo il commento di Mario Bortolotto per cui «È evidente che un programma taciuto non è più tale».
Aveva forse ragione il fratello Modest per cui il musicista nel momento compositivo, andava a compiere un esorcismo per cacciare tutti gli oscuri dèmoni, che lo possedevano da molto tempo ({{Cita|Hofmann|p. 266|hofmann}}). Del resto se il programma non fu di fatto pubblicato esso apparve sufficientemente leggibile a parenti ed amici, quantomeno ad opera eseguita ma non soltanto. Da tempo ormai l'artista manifestava un disagio esistenziale, un presagio della propria fine ({{Cita|Hofmann|p. 160|hofmann}}). Peraltro in un autografo conservato a Klin, esiste un appunto sulla sua articolazione: "Il motivo sotterraneo è la Vita, con la sua antitesi in essa connaturata: il primo movimento è soltanto passione, fiducia, slancio vitale, il secondo movimento raffigura l'amore; il terzo la fine delle illusioni per l'incalzare minaccioso delle forze del male, il quarto è la Morte, cioè l'annientamento della Vita" ({{Cita|Bellingardi|p. 131|bellingardi}}).
Ma poi probabilmente «il programma doveva rimanere segreto anche perché non del tutto chiaro allo stesso Čajkovskij, per il quale la composizione era in fondo un lavoro di autoanalisi, di introspezione...» ({{Cita|Tammaro|p. 266}}). E non oltre che una curiosità poi l'interpretazione del premuroso Modest, sul discusso programma, in una lettera del 1907 ad un musicologo ceco, con candida ammissione di reale ignoranza ({{Cita|Tammaro|p. 267}}). Quindi corrette le proposte appena citate di una ricerca intima o - più crepuscolarmente - il rituale per liberarsi dai fantasmi di un'intera vita. Non peregrina in conclusione la proposta di una «confessione musicale di un nichilista che vorrebbe sbarazzarsi di tutto ciò che di malvagio vi è in lui, dal momento che la sua musica implica il rifiuto di ogni consolazione, si tratti di felicità umana o religiosa - ed ugualmente la derisione di tutti i valori» ({{Cita|Hofmann|p. 160|hofmann}}).</ref>, l'atto finale, il riassunto di un'intera esistenza, vita, morte ed ufficio funebre<ref>{{Cita|Hofmann|ultimo capitolo|hofmann}}</ref>. L'abbozza, inizia a scriverla, la riprende, la modifica, non sa decidersi, un continuo cruccio alla fine compiutamente risolto<ref>{{citazione|Se la ''Patetica'' avrebbe dovuto essere, secondo il suo autore, un mistero da decifrare, deve dirsi, invece, che nulla vi è di più impietosamente solare nelle linee gravide di contrasto e lutto di questo ''opus'' del commiato: il "senso della tragedia", sottolineato da Šostakovič...|{{Cita|Nicastro|p. 249|nicastro}} }}</ref><ref>{{YouTube|id =mk3zalCKNuU|titolo = La "Pathétique" de Tchaikovski, (La "Patetica" di Čajkovskij)|lingua = ru|cid = "YouTube Patetica"|produttore = Live Novosibirsk Philharmonic}}</ref>.
[[File:Tchaikovsky's reception room in Klin.jpg|left|thumb| Un angolo della sala principale della casa a [[Klin]]. Alla parete nel grande ritratto in alto il padre del musicista e subito sotto quello del nipote Bob Davidov]]
 
La morte sembra davvero battere alla porta. Continuano a spegnersi gli amici e gli amori di una vita, anche il poeta Apuchtin nell'agosto del 1893: gli si chiederà di musicare il di lui ''Requiem'', ma, declinando, precisa che nella propria ultima sinfonia, soprattutto nel finale, l'atmosfera è «quella stessa»<ref>{{Cita|Orlova|pp. 410-411.}}</ref><ref>{{Cita|Tammaro|p. 269.}}</ref>.<br />Il caso gli ha concesso di rivedere all'estero la sua ormai vecchia governante Fanny Dürbach e l'onda dei ricordi lo sommerge e commuove.
 
Ancora un giro concertistico all'inizio dell'ultimo anno di vita, poi inizia la stesura della sua ultima sinfonia ''[[Sinfonia n. 6 (Čajkovskij)|Pathétique]]'', ma, prima di chiuderla, utilizza il materiale dell'abbandonata sinfonia in Mi bemolle maggiore per il già citato [[Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 (Čajkovskij)|Terzo Concerto per pianoforte ed orchestra]] in un solo tempo e per due movimenti '' [[Andante e Finale (Čajkovskij)|Andante e Finale]]'', sempre per piano ed orchestra, poi rivisti dall'allievo [[Sergej Ivanovič Taneev]] (vedi "Composizioni").<br />L'[[Università di Cambridge]] lo insignisce del dottorato in musica, assieme a [[Camille Saint-Saëns|Saint-Saëns]], [[Edvard Grieg|Grieg]], [[Arrigo Boito|Boito]] e [[Max Bruch|Bruch]]<ref>L'allocuzione finale della cerimonia avvenne in latino e può essere ritrovata in {{Cita libro|titolo = Ciaikovsky|anno = 1943|editore = Garzanti|città = Milano|p = 407|cognome = Tibaldi-Chiesa|nome = Mary}}</ref>.<br />Il 16 ottobre (data russa, per cui il 28 ottobre del Calendario gregoriano) 1893 avviene la prima della ''[[Sinfonia n. 6 (Čajkovskij)|Pathétique]]'' a San Pietroburgo sotto la sua personale direzione che lascia l'uditorio in uno stato di ammirata sorpresa, ma con ampie zone di incomprensione. Il «Requiem per me stesso», la sinfonia con un programma "misterioso"<ref>Misterioso, ma non per il sessuologo britannico Henry Havelock Ellis che definì la sinfonia «una tragedia omosessuale», come riporta il critico americano{{Cita libro|autore = Harold Schonberg|titolo = I grandi musicisti,|anno = 1971|editore = Mondadori|città = Milano|p = 298}}</ref> è il proprio testamento spirituale ed artistico.
[[File:Tchaikovsky in Cambridge (1893).gif|right|thumb| Il compositore il 13 giugno 1893 a [[Cambridge]] con l'abito dottorale.]]
[[File:Tchaikovsky - Pathétique - Wilhelm Furtwängler - IV. Finale - Adagio lamentoso.ogg|left|thumb|L'ultimo movimento della Sinfonia "Patetica" nella interpretazione dei [[Berliner Philharmoniker]] diretti da [[Wilhelm Furtwängler]] (Registrazione: Ottobre-Novembre 1938).]]
 
==== Le ipotesi sulla scomparsa ====
Soltanto nove giorni dopo il musicista muore. È opinione comune (sebbene non da tutti condivisa) che abbia commesso suicidio, anche se il modo e le circostanze sono ancora incerte: si è parlato di [[colera]], contratto bevendo acqua infetta, anche se è più probabile l'avvelenamento da [[arsenico]] che produce una sintomatologia pressoché identica a quella del colera. Ma i dubbi circolarono diffusamente ovunque all'indomani della morte. La versione alternativa, che si oppose a quella ufficiale (sancita dal biografo e fratello Modest) per colera tramite acqua infetta, è quella di un imposto suicidio tramite veleno autonomamente assunto dal musicista. Il racconto di Modest invece-nella sua grande biografia del 1900-02 sul fratello-è assai lineare e senza incertezze: il musicista beve un bicchiere di acqua non bollita, per ''sbadataggine'', in casa, la mattina del 2 novembre 1893 (calendario gregoriano). Non trovandolo come suo solito al tavolo di lavoro, Modest appunto
 
{{Citazione| [...] andò nella sua stanza e lo trovò un po' indisposto. Si lamentava della sua digestione sconvolta e di una brutta notte. Verso le undici del mattino si vestì e uscì a vedere Napravnik [il direttore d'orchestra]. Mezz'ora dopo rientrò, e ancora si sentiva male. Ha assolutamente rifiutato di chiamare un medico. Le sue condizioni non davano ansia al fratello, che lo aveva spesso visto soffrire di disordini simili. [Čajkovskij] si è unito al fratello e al nipote [Bob Davidov] per il pranzo, senza però mangiar nulla. Ma questo è stato probabilmente il momento fatale della sua indisposizione dal momento che, mentre i tre parlavano fra loro, egli si versò un bicchiere d'acqua e ne bevve un lungo sorso. L'acqua non era stata bollita, e i familiari presenti furono costernati della sua imprudenza. Ma il musicista non era per nulla allarmato, e cercò di calmare le loro paure. Temeva il colera meno di qualsiasi altra malattia| Modest Il'ič Čajkovskij <ref>{{cita libro|Modeste (Ilich) |Tchaikovsky| The life & letters of Peter Ilich Tchaikovsky|1905 | | Londra| altri= introduzione di Rosa Newmarch| p=723| lingua=en}}</ref>}}
 
[[File:Čajkovskij ritratto seduto - Odessa (1893).gif|thumb|left| Čajkovskij ritrato a [[Odessa]] il 1º febbraio 1893 dieci mesi prima della morte.]]
 
Quando Čajkovskij cominciò a star male, la confusione su cosa stesse in realtà succedendo fu generale e i dubbi nacquero immediati. Tra i primi, famosi personaggi stupefatti in proposito, fu Rimskij-Korsakov che scrisse nelle sue ''Cronache'': «Non solo per me, è stata oggetto di meraviglia la constatazione che non venne adottata alcuna precauzione d'ordine sanitario in quei giorni a casa sua, nonostante si dicesse in giro che il colera era stato la causa del decesso. Ricordo bene di aver visto… un insegnante… del Conservatorio, baciare il morto in fronte e sulle guance»<ref>{{Cita|Bellingardi|pp. 15-16|bellingardi}}.</ref>.<br />Numerose persone avevano avuto accesso all'appartamento prima e dopo la morte; per due giorni la salma restò esposta all'omaggio della gente, in casa di Modest: l'appartamento disinfettato e il corpo avvolto in un lenzuolo imbevuto anch'esso di antisettico, mentre un'infermiera disinfettava con una garza il volto trasfigurato del musicista, sul quale la folla depose il rituale bacio d'addio<ref>{{Cita|Casini & Delogu|p. 490|CasiniDelogu}}.</ref>. È del resto anche vero che alcune scoperte scientifiche relative al morbo avevano reso le persone molto meno terrorizzate da una in sé remotissima possibilità di contagio.
 
La spiegazione della versione del [[suicidio]] per imposizione esterna è invece la seguente<ref name="Cita|Orlova|p. 412">{{Cita|Orlova|p. 412.}}</ref>.
Il compositore era entrato in relazione amorosa con il figlio di un certo conte Stenbok-Fermor, il quale oltremodo seccato dalla cosa era intenzionato a denunciarla direttamente allo zar. Lo scandalo che ne sarebbe derivato<ref name="Cita|Orlova|p. 412"/> avrebbe avuto probabilmente drammatiche ripercussioni su Čajkovskij, un personaggio tanto universalmente noto e simbolico per la Russia (la legge prevedeva la perdita di ogni diritto e l'esilio in [[Siberia]], anche se di fatto questo "delitto" rimaneva sottaciuto e tollerato anche, specie - o perlomeno - in ambienti aristocratici)<ref>{{Cita|Berberova|prefazione alla riedizione 1987, pp. 18-20}}.</ref><ref>Egualmente Poznansky rifiuta la possibilità di questa "punizione" proprio per un uomo tanto in gloria come il musicista ([http://tchaikovsky-research.net/en/features/index.html Tchaikovsky: A Life] in "Tchaikovsky Research").</ref>. Non minor danno (secondo i sostenitori di tale versione) sarebbe ricaduto sulla Scuola di Giurisprudenza e sui suoi ormai famosi ex-allievi, tutti viventi ed altolocati (alcuni amici e persino ex-amanti del musicista).<br />La soluzione più pratica apparve quella di un "giurì d'onore" al quale avrebbero partecipato, presente il compositore, sette alti personaggi. La lettera in cui il conte denunciava Čajkovskij non sarebbe stata trasmessa allo zar, ma il musicista si impegnava ad assumere il veleno, che gli venne recapitato successivamente, onorando tale assurdo impegno, anche proseguendo agli occhi di tutti, in particolare di amici e familiari, la vita d'ogni giorno.
[[File:Tchaikovsky on his deathbed, 1893.gif|thumb|right|Čajkovskij sul letto di morte]]
 
Il giornalista inglese Anthony Holden sostiene che Čajkovskij e Modest avrebbero potuto darsi una gran pena di mascherare la verità. Aver messo in scena la bevuta di acqua infetta di comune accordo per amor di famiglia, amici, ammiratori e fama futura. Dato che il musicista era stato in vita una sorta di venerato monumento nazionale, Holden suppone che i medici coinvolti nel caso potessero aver assecondato la versione edulcorata dei fatti (il bicchiere d'acqua non bollita appunto), a scapito di una verità imbarazzante.<ref>Holden, p.391</ref>
 
Le vere cause sono comunque ancora dibattute, come lo furono del resto all'epoca dei fatti, con opposti sostenitori della versione ufficiale di morte per colera e altri del suicidio tramite veleno. Non mancano peraltro "varianti" a queste due ipotesi fondamentali, sulle quali si è sbizzarrita la bibliografia. Se pure fu colera, la discussione si è accesa su attraverso quali "vie" il compositore venne contagiato (acqua, rapporti sessuali, eccetera)<ref>{{Cita | Poznansky 1991}}</ref><ref>{{Cita | Poznansky 1996}}</ref>.
Čajkovskij si trovava in un periodo depressivo (il suo "testamento" rappresentato dalla "Patetica") come era ed è il parere di molti oggi, oppure lontano da tutto questo ed anzi in procinto e desideroso di continuare la sua attività artistica? Modest non ha in apparenza alcuna incertezza: il fratello era normale <ref>{{Citazione|In questi ultimi giorni non era né molto allegro, e neppure depresso. Nella cerchia dei suoi amici intimi era contento e gioviale; tra estranei era, come al solito, nervoso ed eccitato e, col passare del tempo, stanco e noioso. Ma nulla ha dato il più piccolo accenno della sua prossima fine. [...] Il primo novembre è andato a vedere la commedia di Ostrovskij, ''Un cuore caldo'', al Teatro Alexander. Durante l'intervallo è andato a trovare l'attore Varlamov nel suo camerino. La conversazione si spostò sullo spiritismo [e la morte] [...] "C'è un sacco di tempo", diceva Čajkovskij "Ma prima o poi dobbiamo fare i conti con questo orrore camuso, verrà a strapparci via appena lo vorrà. Quanto a me sento che vivrò a lungo!"|Modest Il'ič Čajkovskij, cit., p.722}}</ref>.
 
Maria Delogu riguardo alla possibilità di suicidio "volontario" (ossia bevendo acqua non bollita con deliberata leggerezza se non addirittura come atto inconsulto) scrive tuttavia in risposta a chi nega tale possibilità: "Chi ha la tendenza al suicidio, non ha sempre ragioni oggettive per farlo: molto più spesso si tratta di ragioni soggettive e inspiegabili". E parla di "istinto autodistruttivo" <ref>{{Cita|Casini & Delogu|pp. 10-11|CasiniDelogu}}</ref>.
 
Cosa accadde è un mistero verosimilmente destinato a restare tale per sempre<ref>Maria Rosaria Boccuni, in una nota dell'edizione italiana del libro della Orlova, posta a p. XXXI del volume citato, scrive che al Museo di Klin si conservasse in un cofanetto una lettera contenente la verità sulla vicenda e che avrebbe dovuto essere aperta soltanto cent'anni dopo la morte del musicista (quindi nel 1993). Durante la [[Seconda guerra mondiale|guerra]], il materiale fu prudenzialmente posto al riparo (i tedeschi entrarono comunque a Klin nelle stanze mettendole a soqquadro). Il cofanetto tuttavia non fece ritorno al museo. La Boccuni precisa che la fonte della notizia risaliva ad uno dei nipoti di Čajkovskij. La cosa interessante è che la Boccuni aggiunge di aver nel 1991 personalmente chiesto notizie del cofanetto e della lettera all'allora responsabile del Museo di Klin. E scrive testualmente: «Il diniego è stato immediato e fermo. Nessun cofanetto, nessuna lettera».
A solo titolo di curiosità si può far notare, sulla scorta di quanto riporta la bibliografia anglosassone in proposito e sulle presunte, innumerevoli cause del decesso, che l'arsenico lascia tracce nel corpo umano per un centinaio d'anni circa. È stato, ovviamente, avanzato il "suggerimento" di un'esumazione ({{Cita| Holden}}), cosa peraltro che appare tuttavia "difficile" per molteplici e comprensibili motivazioni. Quindi, mancando prove inconfutabili, appare evidente che nessuna conclusione definitiva può esser stilata e che mai potrà conoscersi la vera fine del compositore, restando viceversa ampio spazio alle supposizioni e giochi "polizieschi" .</ref>. Il 6 novembre 1993 nel centenario della morte, in un documentario radiofonico<ref>{{Cita TV|trasmissione = |titolo = Pride of Prejudice|lingua = en|data = 1993|canale = BBC Radio 3}}</ref>, la [[British Broadcasting Corporation|BBC]] interpellò vari esperti che avevano preso parte al confronto sulla questione (tra cui Alexandra Orlova e Alexander Poznansky, oltre a storici russi e medici specialistici): la conclusione pendeva in gran parte per il "giurì d'onore" e l'avvelenamento.<br />Un altro documentario, stavolta televisivo, venne prodotto nello stesso anno per la serie BBC 1 "Omnibus" prendendo in esame gli stessi argomenti e con interviste simili<ref>{{Cita TV|trasmissione = Omnibus|titolo = Who Killed Tchaikovsky?|lingua = en|canale = BBC 1|autore = Anthony Holden|data = 1993}}</ref>.
La sua conclusione-dopo le più ampie e diverse esposizioni da parte di fonti diverse e autorevoli, sempre contrastanti fra loro-era tuttavia interlocutoria, pur inclinando sul "colera" e "suicidio".<ref>L'ultima parola veniva data a David Brown che non esitava in quella sede: "Per me, non c'è dubbio che si sia suicidato ... ". Poco prima dell'estremo intervento dello storico inglese, il responsabile del Museo di Klin precisa di dubitare fortemente che negli archivi vi sia ancora qualcosa che getti più luce su come il musicista sia morto. E per parte propria un altro studioso è ''sicuro''-in base alle proprie ricerche-che Čajkovskij "morì di colera", pur ammettendo candidamente: "Naturalmente, non possiamo mai dire il cento per cento se non abbiamo la prova al cento per cento". Ma sui titoli di coda la voce del direttore d'orchestra Vladimir Aškenazi avverte anche: "Forse uno degli ingredienti di grandezza di Čajkovskij è che la sua tragedia personale è trascesa. Per le mie orecchie, non è più una tragedia personale. É qualcosa che nessuno e tutti capiranno e in cui potrebbero identificarsi".</ref>.
<br />La giornalista Leonetta Bentivoglio ha scritto su ''[[la Repubblica]]'', sempre nel 1993, un articolo sulla questione con un sintetico e puntuale ritratto complessivo dell'uomo ed artista Čajkovskij<ref name=bentivoglio />. Sullo stesso giornale si era parimenti già espresso anche il musicologo Claudio Casini.<ref>{{Cita news|autore =Claudio Casini|url = http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/03/10/patetico-ciaikovskij.html|titolo =Patetico Ciaikovskij|pubblicazione = [[la Repubblica]]|giorno = 10|mese=marzo|anno = 1990
|pagina = 8 (sezione: Mercurio-Musica)|accesso = 27 settembre 2008|cid=casinirepubblica }}</ref>.
Tanto la Bentivoglio che Casini riferiscono delle diverse ipotesi senza pronunciare-in quelle sedi giornalistiche-un solo e proprio univoco verdetto.
[[ File:Marchera mortuaria di Čajkovskij.gif|thumb|left| La maschera mortuaria del compositore realizzata da Slawomir Celinski il 6 novembre 1893.]]
Per lo specialista Alexander Poznansky non vi sono dubbi<ref name=":2" />: il musicista muore attorno alle tre antimeridiane del 6 novembre 1893 per ''complicazioni'' derivanti dal [[colera]] ([[uremia]] ed [[edema polmonare]])<ref>La versione di Poznansky, assieme a quella del fratello del musicista, è da lui stesso sintetizzata nella [http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Tchaikovsky:_A_Life#1893 sua biografia on-line]. Poznansky ha sempre risposto personalmente sul "Forum" del sito "Tchaikovsky Research", tra il 2006 e il 2014.</ref><ref>{{Cita|Orlova|XXVI capitolo.}}</ref>.
Di fatto egli elenca con pignoleria gli eventi, si conforma ai fatti "ufficiali" e alla versione di Modest, ''contesta'' ogni altra teoria, ma non può dire con precisione ''come'' il musicista abbia contratto colera seppur escludendo l'atto volontario (da qui le ipotesi di alcuni sul contagio oro-fecale, anche e ''soprattutto'' a questo punto per trasmissione sessuale e con anche una "variante" come proposto da Aldo Nicastro).
 
{{Citazione| [...] Secondo ricerche recenti dell'immunologia era attivo, nell'Europa della fine del secolo, un [[Cryptosporidium|"coccidio" detto ''Cryptosporidium'']], rilevato precipuamente in veterinaria ma perfettamente assimilabile da parte di esseri umani, che, rientrando nella famiglia del [[Toxoplasma gondii|toxoplasma]], va registrato nell'ambito della patologia delle infezioni da attività omosessuale e comporta manifestazioni sintomatiche identiche a quelle del colera. Si tratta di un morbo tuttora non aggredibile per via terapeutica e, comunque, non rivelabile alla luce delle analisi del tempo...({{cita|Nicastro| pp. 260-1|nicastro}})}}
 
Ma il biografo più accreditato, [[David Brown (musicologo)|David Brown]], avverte: «Lasciatemi dichiarare categoricamente [...] che non esiste una sola prova che la morte di Čajkovskij sia stata dovuta al colera preso bevendo dell'acqua non bollita e non ad altre cause naturali, anche si vi sono altre ipotesi, spesso confermate da più di un testimone diretto, che sembrano indicare chiaramente che ''qualcosa'' d'altro fosse successo, ma poiché nessuna di esse può essere confermata restano appunto ipotesi»<ref>{{cita|Brown, 2012|p. 406.|Brown}}</ref>. Ed infine, sempre Brown, conclude e sentenzia: «Ci sono state lunghe discussioni<ref>Proprio tra Poznansky e Brown, in sede giornalistica ({{Cita|Bellingardi|pp. 21-22}})</ref>, spesso piene di acrimonia, su questi fatti e sui vari annessi, e la sola conclusione possibile è che non ci sarà mai dato modo di sapere che cosa sia veramente accaduto né-cosa ancora più importante-perché»<ref>{{cita|Brown, 2012|p, 408.|Brown}}</ref>.
 
Queste due opposte versioni sulle ''vere'' cause della morte, sono parallele alle due interpretazioni o "letture" esistenti nella [[Pëtr Il'ič Čajkovskij nella letteratura e nel cinema|letteratura biografica sul musicista]], rappresentate ai giorni nostri dai due maggiori specialisti sul compositore.
Da un lato l'inglese David Brown, ufficializzando la tesi del suicidio imposto con avvelenamento della musicologa russa Alexandra Orlova, già archivista al Museo Čajkovskij di Klin poi emigrata negli Stati Uniti.
Dall'altro il russo Alexander Poznansky, immigrato dall'URSS nel 1977 sempre negli Stati Uniti, bibliotecario specialista in slavistica all'Università di Yale, che ha scritto numerose opere sul musicista, che perora la tesi della malattia.
 
Per chi segue perciò la prima interpretazione, quella di uomo e artista tribolato, il suicidio "onorevole" appare un'uscita di scena in linea con il personaggio, in pieno stile romantico. Di contro, la tradizione con capofila Poznansky, ridimensiona la questione e la rinnova, leggendo i documenti biografici ed artistici quasi l'uno all'opposto dell'altro: Čajkovsky è emotivamente integro, equilibato e addirittura "fiero" del proprio stato di omosessuale e di conseguenza pura idiozia l'ipotesi di suicidio o omicidio, ma condannato dalla fatalità della vita.
Non senza ironia dopotutto [[Madame de Staël]] aveva scritto: "In Russia tutto è segreto, ma nulla è ignoto" <ref>Adrienne Sharp, ''La ballerina dello zar'', 2010</ref>. Luigi Bellingardi aggiunge: «Nonostante la sua fragilità neuropsichica, sarebbe vissuto chissà quanto»<ref>{{cita|Bellingardi|p. 39|bellingardi}}.</ref>, «Invece un laccio della vita, del destino, gli fu fatale. Senza scampo»<ref>La longevità naturale della famiglia è testimoniata dal fatto che il padre del musicista visse sino ad 85 anni e lo zio paterno poco meno; il fratello Ippolit, nato solo tre anni dopo rispetto al compositore, si spense a 84 anni. Comunque, l'argomento sulle cause ultime, non cessa di appassionare i fan del musicista. Si veda sul [http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0282.html forum] del sito "Tchaikovsky Research" il dibattito, non del tutto peregrino, di una possibile esumazione del corpo.</ref>.
 
Alle esequie di Stato, un onore fino ad allora concesso solo alla storico [[Nikolaj Michajlovič Karamzin|Karamzin]] e a [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puškin]], era attesa la partecipazione dello zar [[Alessandro III di Russia|Alessandro III]] che, tuttavia, rimase ad osservare la folla da una finestra. Il suo commento fu: «Avevamo un solo Čajkovskij».
[[File:Tchaikovsky Grave.jpg|thumb|right|La tomba del compositore nel [[Cimitero Tichvin]] di San Pietroburgo]]
Nella [[Cattedrale di Kazan' (San Pietroburgo)|Cattedrale di Kazan']] sulla bara venne posta una corona di rose bianche, dono personale dello zar, ed un cuscino di velluto nero con le decorazioni di San Vladimiro<ref>{{Cita|Casini & Delogu|pp. 12 e 491|CasiniDelogu}}.</ref>. La Cattedrale ove si officiò il rito poteva contenere 6.000 persone, ma le richieste per assistere ai funerali furono dieci volte tanto e nel luogo sacro si riuscirono a stipare 8.000 astanti<ref>{{Cita libro|titolo = St. Petersburg: A Cultural History|anno = 1995|editore = The Free Press|città = New York|p = 128|cognome = Volkov|nome = Solomon|lingua = en}}</ref>.
<br />Madame von Meck morì due mesi dopo il musicista, lontano dalla Russia, per [[tubercolosi]]. Anna Davydova-von Meck, nipote di Čajkovskij, quando le fu domandato come ella avesse accolto la scomparsa del suo amico, rispose: «Non poté accettarla»<ref>{{Cita|Holden}}</ref>; al funerale del musicista fu la grande assente, rappresentata da una corona di fiori<ref>Ma anche una corona della moglie del musicista seguì il feretro ({{cita|Brown, 2012||Brown}}).</ref>.
 
Tra i numerosi commenti alla scomparsa, significativo quello di Lev Tolstoj: «Mi dispiace tanto per Čajkovskij… Più che per il musicista mi dispiace per l'uomo intorno a cui c'era qualcosa di non completamente chiaro. Quanto improvviso e semplice, naturale ed innaturale, e quanto vicino al mio cuore»<ref>{{Cita|Orlova|p. 420}}.</ref>.<br />La tomba del compositore si trova al [[Cimitero Tichvin]], situato nel [[Monastero di Aleksandr Nevskij]] di San Pietroburgo, là ove sono sepolti molti altri artisti russi tra cui, emblematicamente, l'intero [[Gruppo dei Cinque]].
 
{{vedi anche|Morte di Pëtr Il'ič Čajkovskij}}
 
== Stile ==
 
=== Internazionalismo e varietà stilistica ===
Čajkovskij mostrò un'ampia varietà stilistica, variando dalla [[musica da ballo]] al genere della [[sinfonia]], senza dimenticare ed anzi coltivando assiduamente l'[[opera|opera lirica]] <ref>"E doveroso é ricordare che Pietro [Čajkovskij] é anche uno dei
più grandi autori di teatro musicale: almeno due capolavori,
l’''Eugenio Onegin'' e ''La donna di picche'', sono quasi all'altezza di Verdi e Wagner"; Paolo Isotta, ''Altri canti di Marte'', 2015</ref>
 
Diversamente dai compositori russi a lui contemporanei d'ispirazione [[nazionalismo|nazionalista]], passati alla storia come il [[Gruppo dei Cinque]], Čajkovskij rivelò nella sua musica uno spirito cosmopolita. Alcune sue creazioni, come le [[variazioni rococò]] impiegano uno stile dichiaratamente d'ispirazione [[classicismo (musica)|classicista]], rifacendosi particolarmente a [[Mozart]]. Diversamente dai colleghi russi, Čajkovskij studiò per tutta la vita e si formò su musica dell'Europa occidentale. [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] fu il suo compositore prediletto, mentre è noto che non amasse particolarmente [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]<ref>{{Cita web|url = http://wiki.tchaikovsky-research.net/wiki/Ludwig_van_Beethoven|titolo = Ludwig van Beethoven|accesso = 21 novembre 2015|sito = wiki.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Research}}</ref>, e in particolare il Beethoven della maturità. Si ispirò anche agli [[opera italiana|operisti italiani]], alla nuova scuola francese di [[Georges Bizet|Bizet]] e [[Jules Massenet|Massenet]], ai romantici tedeschi, fra cui [[Robert Schumann|Schumann]] il più amato, e preferito a [[Johannes Brahms]]<ref>{{Cita TV|trasmissione = |titolo = Brahms e Cajkovskij|url = http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-987232af-c07c-4046-a2e4-cb98d589b056.html|autore = Michele dall'Ongaro|accesso = 20 novembre 2015|data = 27 agosto 2011|canale = Radio3 Suite|wkautore = Michele Dall'Ongaro}}</ref><ref>{{Cita TV|trasmissione = Lezioni di musica|titolo = Il tardo Ottocento tra orchestra e teatro|autore = Giovanni Bietti|canale = Rai Radio3|url = http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-267ea526-b9fd-4655-bd61-8e963b9f8449.html|data = 28 novembre 2011}}</ref>; riuscì così a dare alla sua arte un respiro decisamente internazionale.
Nondimeno, le sue partiture presentano tratti talora distintamente russi, sia nella predilezione per il [[modo musicale|modo minore]], sia soprattutto nel profilo delle melodie, talvolta ricavate dalla tradizione popolare o dalla liturgia ortodossa.
 
In questo senso, la sua figura di artista aperto, capace di assorbire e rielaborare qualsiasi linguaggio e qualsiasi forma musicale, è fondamentale sia in ambito romantico, sia per la comprensione del futuro percorso artistico di [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]], che non si stancò mai di spendere parole di elogio ed ammirazione, definendolo "il più russo di tutti i musicisti russi".<ref>{{Cita web|url = http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0291.html|titolo = Source of 'most Russian of us all' quote?|accesso = 21 novembre 2015|sito = www.tchaikovsky-research.net|editore = Tchaikovsky Forum|data = 23 novembre 2011}}</ref><ref>È interessante sapere che Stravinskij bambino "conobbe" il "vecchio" Čajkovskij attraverso i suoi genitori e la venerazione come pure il debito per il grande compositore furono sempre riconosciuti. Si veda al proposito anche la discussione:{{Cita web|autore = |url = http://www.tchaikovsky-research.net/en/forum/forum0152.html|titolo = Tchaikovsky & Stravinsky|accesso = 21 novembre 2015|editore = Tchaikovsky Forum|data = 7 marzo 2009}}</ref> Egli disse infatti:
 
{{Citazione|Čajkovskij è molto facile e per questo motivo è stato considerato comune. In realtà, egli è il compositore più russo di tutti i musicisti del mio paese.|[[Igor' Fëdorovič Stravinskij]] in un'intervista al quotidiano spagnolo ''[[ABC (quotidiano)|ABC]]'', 25 marzo 1925}}
 
=== Influenze popolari ucraine ===
Molte composizioni di Čajkovskij si ispirano a temi o melodie della musica popolare ucraina o li incorporano. Fra questi, le opere ''[[Mazepa (opera)|Mazepa]]'', ''[[Gli stivaletti]]'', e ''[[Il fabbro Vakula]]''; le sinfonie ''[[sinfonia n. 2 (Čajkovskij)|n. 2]], Piccola Russia'' e ''[[sinfonia n. 4 (Čajkovskij)|n. 4]]''; il [[Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 (Čajkovskij)|Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore]]; l'''[[ouverture 1812]]'', il cui tema iniziale si basa sul primo [[Modo (musica)|modo]] del [[canto liturgico]] di [[Kiev]].<ref>{{Cita libro|titolo=Encyclopedia Of Ukraine Vol. 5|data=1993|url=http://www.encyclopediaofukraine.com/display.asp?linkpath=pages\T\C\TchaikovskyPeter.htm}}</ref>
 
=== Orchestrazione ===
Come altri compositori romantici, Čajkovskij si basò fortemente sull'orchestrazione per ottenere significativi effetti musicali. Iniziando con la [[sinfonia n. 3 (Čajkovskij)|terza sinfonia]], egli sperimentò con una sempre maggiore varietà timbrica,<ref>{{Cita|Maes|p. 78}}</ref> fra i molti aspetti della sua figura poliedrica di compositore, spicca la sua sensibilità timbrica. Čajkovskij seppe indagare le possibilità espressive degli strumenti tradizionali, fra cui i [[Aerofoni|fiati]], ricavandone suoni e impasti originali, raffinatissimi e divenuti inconfondibili esempi accademici di orchestrazione, in particolare nelle sinfonie.
 
L'importanza che egli attribuì ai colori dell'orchestra fu tale da relegare la produzione pianistica in secondo piano, nonostante la straordinaria fama guadagnata dal suo primo concerto per pianoforte e orchestra.<ref>Si veda sull'intero argomento l'esemplare scritto: {{Cita|Casini & Delogu, ''Lo stile di Čajkovskij''|p. 497 e segg.|CasiniDelogu}} ed il profilo critico di {{Cita|Mioli}}.</ref>
 
== Eredità Biografia==
La band è composta da Joseph Jonas conosciuto meglio come [[Joe Jonas]] (ex leader dei [[Jonas Brothers]]), Jack Lawless (ex batterista degli Ocean Grove), JinJoo Lee (già collaboratrice di [[Cee Lo Green]] e [[Charli XCX]]) e Cole Whittle (ex componente dei [[Semi Precious Weapons]]).<ref>{{Cita web|url=http://www.blogdimusica.it/joe-jonas-ci-riprova-un-gruppo-dnce-foto-video-2575.html|titolo=Joe Jonas ci riprova con un nuovo gruppo, i “DNCE” (FOTO E VIDEO)|editore=blogdimusica.it|data=26 ottobre 2015}}</ref>
 
Il singolo di debutto ''[[Cake by the Ocean]]'' è uscito il 14 settembre 2015 ottenendo numerosi dischi di platino e dischi d'oro e scalando le classifiche internazionali del [[2016]].<ref>{{cita web|url=http://www.italiancharts.com/showitem.asp?interpret=DNCE&titel=Cake+By+The+Ocean&cat=s|titolo=Cake by the Ocean su italianchart.com|accesso=12 luglio 2016}}</ref> L'[[Extended Play|EP]] ''Swaay'' è stato diffuso il 23 ottobre 2015, ottenendo successo in [[Danimarca]] e nel resto del mondo.<ref>{{cita web|url=http://www.italiancharts.com/showitem.asp?interpret=DNCE&titel=Swaay+%5BEP%5D&cat=a|titolo=Swaay su italianchart.com|accesso=12 luglio 2016}}</ref>
È essenziale la collocazione storica del musicista e degli altri compositori russi suoi coevi, antecedenti e posteriori, giacché Čajkovskij fu risolutivo nel determinare l'influenza russa nella storia della musica europea di oltre due secoli.<ref>{{Cita web|autore = Barrie Martyn|url = http://www.reocities.com/Vienna/3606/rkgene.html|titolo = Pedagogic genealogy of Russian composers|accesso = 23 novembre 2015|data = }}</ref>
 
Il video di "Cake By The Ocean" è stato co-diretto dalla ex fidanzata [[Gigi Hadid]] di [[Joe Jonas]].
Grazie al mecenatismo di [[Nadežda Filaretovna von Meck|Nadežda von Meck]], Čajkovskij poté dedicarsi a tempo pieno alla musica, forgiando il proprio stile personale, sviluppato nella sua ampia produzione, non contando neppure su una tradizione consolidata prima di sé. Egli, forte della sua preparazione accademica, volle creare una musica che riflettesse il carattere nazionale russo, mentre al tempo stesso fosse all'altezza della complessità della musica classica europea.<ref>{{cita|Maes|p. 73}}</ref> Così la sua anima cosmopolita permise alla sua musica di varcare i confini culturali della Russia e appartenere all'intera musica classica, determinando un posto per la Russia nella storia della musica europea.
 
Il secondo singolo, presente nell'[[Extended play|EP]] ''Swaay,'' intitolato ''[[Toothbrush]]'', è stato pubblicato il 17 maggio 2016. Nel video è presente [[Ashley Graham]] che interpreta il ruolo di fidanzata del leader Joe Jonas.
== Composizioni ==
{{vedi anche|Composizioni di Pëtr Il'ič Čajkovskij}}
Il vasto catalogo delle composizioni di Pëtr Il'ič Čajkovskij spazia attraverso tutti i generi, includendo [[sinfonie]], [[opera|opere]], [[balletti]], [[musica sinfonica]], [[musica da camera]] e [[musica sacra]].
 
Hanno collaborato con l'attrice [[Hailee Steinfeld]] nel suo progetto musicale ''Haiz'', EP uscito nel 2016, con la hit ''[[Rock Bottom (Hailee Steinfeld)|Rock Bottom]]''. {{cn|Nello stesso anno ottengono una candidatura ai [[Kids' Choice Awards 2016|Kids' Choice Awards]] come "Favorite New Artist", tre nomination ai [[Radio Disney Music Awards]] e sei nomination ai [[Teen Choice Award]], vincendo nella categoria "Choice Party Song" con la hit "Cake By The Ocean". La band ha, inoltre, ottenuto un'altra nomination alla versione messicana dei [[Kids' Choice Awards 2016]] con la hit multiplatino [[Cake by the Ocean]] come "Favourite Song". Hanno ottenuto anche una nomination per il video di ''Cake by the Ocean'' come "Video dell'Estate" agli [[MTV Spain|MTV]] [[MTV Spain|Spain]]. La band è, inoltre, in gara per il titolo di MTV Hottest con più di un milione di fans; la gara si conclude il 24 Agosto 2016. I DNCE sono nominati come "Best New Artist" ai Video Music Awards 2016, in onda su MTV il 28 agosto.}}
== Letteratura e cinema ==
 
In un'intervista, ad agosto 2016, mentre la band si trovava a Londra per partecipare al V Festival, Joe comunica che il nuovo album dei DNCE uscirà il 18 novembre 2016, poiché la casa discografica ha posticipato la data per via del successo di "Cake By the Ocean" e "Toothbrush". L'album presenta una collaborazione con un [[rapper]].
{{vedi anche|Pëtr Il'ič Čajkovskij nella letteratura e nel cinema}}
Pëtr Il'ič Čajkovskij nella [[letteratura]] e nel [[cinema]], come per altri artisti, è rappresentato in modalità di natura differente: dalla biografia più o meno in senso tradizionale (ma "diversa" a seconda dell'epoca in cui è stata stilata), alla biografia-romanzata o romanzo-biografico talora (come nel caso di quello di Klaus Mann, ''Sinfonia Patetica'', 1935), al saggio-biografico, allo studio "scientifico" ed analitico.
Le diversità in tal senso sono comprensibili e costituiscono un arricchimento alla conoscenza della materia.
 
== Note Formazione==
*[[Joe Jonas]] - voce
{{references|2}}
*Jack Lawless - batteria, percussioni
*JinJoo Lee - chitarra
*Cole Whittle - basso, tastiera
 
== Bibliografia Discografia==
<!-- ''Completa; in corso di adeguamento per "template", riferimenti ipertestuali con note, "cita libro" etc., vedi Versioni precedenti'' -->
* {{cita libro|cognome=Bellingardi|nome=Luigi|titolo=Invito all'ascolto di Čajkovskij|anno=1990|editore=[[Ugo Mursia Editore]]|città=Milano|isbn=88-425-0544-7|cid=bellingardi}}
* {{cita libro|Nina Nicolaevna|Berberova|Il ragazzo di vetro|1993|Parma|Guanda|isbn=88-7746-482-8|cid=Berberova}} (tit. orig.: ''Čajkovskij: istorija odinokoj žizni'' letteralmente: ''Čajkovskij: storia di una vita solitaria'', pubblicato per la prima volta da Petropolis, Berlin, 1936, trad.it. di Riccardo Mainardi della vers. francese edita da Actes Sud, Arles, 1987)
* {{cita libro|John|Briggs|The Collector's Tchaikovsky and the Five|1959|Philadelphia J. B. Lippincott|New York|lingua=en}}
* {{cita libro|David|Brown|Čajkovskij. Guida alla vita e all'ascolto|2012|isbn=978-88-428-1497-9|cid=Brown|altri= tit. orig. ''Tchaikovsky: The Man and his Music'', 2007, Pegasus Books, New York, (trad. italiana di Alessandra Burani e Luca Fontana), il Saggiatore, Milano, 2012|ISBN= 0-571-23194-2|lingua=en}}
* {{cita libro|David|Brown|Tchaikovsky, a Biographical and Critical Study|1978-1991|W.W. Norton & Company|New York|cid=Brown4vol|lingua=en}} In quattro volumi: '''I''': ''The Early Years, 1840-1874'' (ed. 1978) - ISBN 0-575-02454-2; '''II''': ''The Cris Years,1874-1878'' (ed.1983) - ISBN 0-393-01707-9; '''III''': ''The Years of Wandering,1878-1885'', (ed.1986) - ISBN 0-393-02311-7; '''IV''': ''The Final Years,1885-1893'', (ed 1991) - ISBN 0-393-03099-7
* {{cita libro|David|Brown|curatore=Stanley Sadie|[[The New Grove Dictionary of Music and Musicians]]|1980 e sgg.|MacMillian|Londra|capitolo=Pëtr Il'ič Čajkovskij|ISBN =0-333-23111-2|altri= in 20 voll. (aumentati nelle edizioni successive)|lingua=en}}
* {{cita libro|Modest Il'ič|Čajkovskij|Žizn' Petra Il'ica Ĉaikovskogo|1900-02||Moskva|lingua=ru}}, 3 voll. In italiano letteralmente sta per ''La vita di Pëtr Il'ič Čajkovskij''; prima versione occidentale in lingua tedesca edita da Paul Juon, 2 voll., Moskva e Leipzig, 1901-03, poi [http://www.archive.org/details/lifelettersofpet00chaiuoft in lingua inglese a cura di Rosa Newmarch, 1 vol., London 1905]; ed. americana attuale: Modest Tchaikovsky, ''The Life And Letters of Peter Ilich Tchaikovsky'', University Press of The Pacific, 2004 ISBN 1-4102-1612-8; ed. tedesca attuale: ''Modest Tschaikowsky, Das Leben Peter Iljitsch Tschaikowskys'', riedizione a cura di Alexander Erhard e Thomas Kohlhase, Mainz, 2011 ISBN 978-3-7957-0778-1.
* {{cita libro|cognome= Casini |nome= Claudio |coautori=Maria Delogu |titolo=Čajkovskij |ed=1 |data= |anno= 1993 |editore= Rusconi |città=Milano |isbn=978-88-18-21017-0 |cid=CasiniDelogu}}; ripubblicato in seguito presso Bompiani, Milano, 2005 ISBN 978-88-452-5548-9 (''le citazioni nella Voce, da questo libro, fanno riferimento all'edizione 1993'')
* {{cita libro|autore=Chaterine Drinker Bowen e Barbara von Meck|titolo=Beloved Friend; The Story of Tchaikovsky and Nadezhda von Meck|anno=1937|editore=Random House|città=New York|lingua=en}}
* {{cita libro|Dominique|Fernandez|Tribunal d'honneur|1997|Editions Grasset & Fasquelle|Paris|ISBN =978-2-246-52501-1|lingua =fr}}
* {{cita libro|Antoine|Golèa|Storia del Balletto|1967|Edizioni Rencontre|Torino|altri = trad. it. di Vittoria Ottolenghi|cid = Golèa}}
* {{cita libro|Michel-Rotislav|Hofmann|Tchaikovski|1959|Edition du Seuil|Paris|lingua=fr|cid=hofmann}}
* {{cita libro|Anthony|Holden|Tchaikovsky: A Biography|1995|Random House|New York|lingua=en|isbn=0-679-42006-1|cid = Holden}}
* {{cita libro|Michel|Honaker|Croisière en meurtre majeur|1993|Rageot|Paris|lingua=fr|isbn=2-7002-0029-2}}
* {{cita libro|Michel|Honaker|La Valse des maudits|1999|Rageot|Paris|ISBN = 978-2-7002-2590-7|lingua=fr}}
* {{cita libro| Ghislaine |Juramie |Piotr Iljic Caikovski| 1978|SugarCo Edizioni Srl| Milano| altri= ed. originale ''Tchaikovski'', Librairie Hachette, Paris, 1970; (trad. it. di Luciana Fusi e Carla Maria Casanova)}}
* {{cita libro| Nikolaij Dmitrievič | Kaškin | Vospominanija o P.I.Čajkovskom (''Ricordi di Čajkovskij'')| 1896 | |Moska| altri=ripubblicato ancora a Pietrogrado, 1924, a cura di Igor Glebov nella serie "Musicisti Russi del Passato", I| lingua = ru}}
* {{Cita libro| curatore= Vladimir Lakond| titolo=The Diaries of Tchaikovsky| lingua= en| edizione=Seconda edizione| editore= Greenwood Press, Westport| anno=1976 |altri=ristampa dell'ediz. americana 1945, W. W. Norton & Company, Inc., New York)- ISBN 0-8371-5680-7 (edizione originale russa a cura di Ippolit Il'ič Čajkovskij, ''Dnevniki P. I. Čajkovskogo'' sta per: ''Diari di P. I. Čajkovskij'', Moskva, 1923; gli anni a cui i diari fanno riferimento sono 1873, 1884, 1886, 1887, 1888, 1889, 1890 e 1891, 10 diari)}}
* {{Cita libro|titolo = Piotr Ilyitch Tchaikovski|anno = 1993|editore = Fayard|città = Parigi|ISBN = 978-2-213-03191-0|nome = André|cognome = Lischke|lingua=fr}}
* {{cita libro| nome=Francis | cognome=Maes | titolo=A History of Russian Music: From Kamarinskaya to Babi Yar | anno=2002 | editore=University of California Press | città=Los Angeles | ISBN=0-520-21815-9| lingua= en|cid=Maes}}
* {{cita libro | autore = Mann, Klaus | titolo = Sinfonia Patetica | editore = Garzanti | città = Milano | anno =1990 | cid = Mann}}, (tit.orig. ''Symphonie Pathétique. Ein Tschaikowsky-Roman'', 1935, trad. it. di Maria Teresa Mandalari dell'edizione tedesca edita da edition spangenberg, Munchen, 1989) - ISBN 88-11-66262-1; ripubblicato in seguito presso Gallucci, Roma, 2012 - ISBN 978-8861453401
* {{Cita libro|titolo = Dizionario di musica classica|anno = 2012|editore = BUR|città = Milano|pp = 316-324|ISBN = 978-88-17-00649-1|nome = Piero|cognome = Mioli|capitolo = Ciaikovskij|cid = Mioli}}
* {{cita libro|cognome=Newmarch|nome= Rosa Hariett Jeaffreson| url=http://www.archive.org/details/tchaikovskyhisli00newm| titolo=Tchaikovsky. His Life and Works. With extracts from his Writings and the Diary of his Tour abroad in 1888| curatore= Grant Richards e John Lane |città= Londra; New York| anno=1900|altri= (ultima ristampa 1970)}}
* {{cita libro| nome=Aldo | cognome=Nicastro | titolo=Pëtr Il'ič Čajkovskij | anno=1990 | editore=Edizioni Studio Tesi | città=Pordenone | ISBN=88-7692-247-4|cid=nicastro}}
* {{cita libro|Alexandra Anatol'evna|Orlova|Čajkovskij. Un autoritratto|1990||con una prefazione di David Brown|isbn=88-7063-172-9|cid=Orlova}} - tit.orig. ''Tchaikovsky. A self-portrait'', Oxford University Press, New York, 1990, (trad. ed ediz.it. a cura di Maria Rosaria Boccuni) EDT, Torino 1993
* {{Cita pubblicazione|titolo = Tchaikovsky's Suicide: Myth and Reality|rivista = 19th century Music|volume = 11|nome = Alexander|cognome = Poznansky|anno = 1988|pp = 199-220|lingua = en}}
* {{Cita libro|titolo = Tchaikovsky, The Quest of the Inner Man|anno = 1991|editore = Schirmer|città = New York|ISBN = 0-02-871885-2|nome = Alexander|cognome = Poznansky|lingua = en| cid= Poznansky 1991}}
* {{cita libro| Alexander|Poznansky |Tchaikovsky's Last Days. A documentary study| 1996| Oxford University Press| New York e Oxford | lingua=en|ISBN =0-19-816596-X| cid= Poznansky 1996}}
* {{cita libro| Alexander|Poznansky |Tchaikovsky through others' eyes|1999| Indiana University Press| Bloomington| lingua=en| ISBN = 0-253-33545-0}}
* {{cita libro|cognome=Poznansky|nome=Alexander|cognome2=Langston|nome2=Brett|lingua=en|titolo=The Tchaikovsky Handbook. A guide to the man and his music|editore=Indiana University Press|anno=2002|cid=handbook}} Vol. 1: Catalogo tematico delle opere, Catalogo delle fotografie, Autobiografia ISBN 0-253-33921-9; vol. 2: Catalogo delle lettere, Genealogia, Bibliografia, ISBN 0-253-33947-2
* {{Cita libro|autore = Leonardo Previero|titolo = Ciajkovskij a Firenze. Storia di un'anima|anno = 2006|editore = Scramasax Edizioni|città = Firenze|cid = Previero|curatore = Luca Giannelli}}
* {{cita libro|curatore= Harvey Sachs|titolo=Nel mio cuore troppo d'assoluto. Le lettere di Arturo Toscanini| editore=Garzanti|città=Milano|anno=2003|ISBN=88-11-63761-9|cid=sachsharvey}}
* {{cita libro|Ferruccio|Tammaro|Čajkovskij. Il musicista, le sinfonie|2008|Mursia|Milano|isbn=978-88-425-3898-1|cid=Tammaro}}
* {{cita libro|Volkov| Solomon | St. Pietroburgo: A Cultural History| 1995| The Free Press|New York| ISBN = 978-0-684-83296-8| lingua = en}}
* {{cita libro|cognome=Warrack|nome=John|titolo=Tchaikovsky|editore=Hamish Hamilton|città=Londra|anno=1973|ISBN=978-0-241-02403-4|lingua = en | cid=warrack1}}
* {{cita libro|cognome=Warrack|nome=John|titolo=note all'edizione discografica Melodija/EMI della "Settima Sinfonia" | editore=Bogatïrev| anno= 1977 | curatore = USSR Symphony Orchestra, Leo Ginzburg, HMV/MELODIYA CLASSICS, HQS 1411}}
* {{cita libro|cognome=Warrack|nome=John|titolo=Čajkovskij. I Balletti|editore=Rugginenti Editore|città=Milano|anno=1994|cid=warrackb}} tit.orig.:{{cita libro| John | Warrack|'Tchaikovsky Ballet Music| 1979|BBC| Londra| ISBN = 88-7665-081-4|lingua = en}}
* {{Cita libro|titolo = Tchaikovsky|anno = 1943|editore = Alfred A. Knopf|città = New York|cognome = Weinstock|nome = Herbert|lingua = en}}
* {{cita libro |cognome= von Wolfurt|nome=Kurt|titolo=Ciaikovski |edizione=2<sup>a</sup> ed., edizione tedesca 1978 presso Atlantis Music Book |editore=Nuova Accademia Editrice |città=Milano |anno=1961 |annooriginale=1952 |altri=Angela Zamorani (trad.) |cid=Wolfurt| ISBN = 978-3-254-00077-4}}
 
=== Voci correlateTours ===
* [[The Greatest Tour Ever Tour]] (2015 - SOLD OUT)
* [[Concorso internazionale Čajkovskij]]
* [[The Greatest Euro Tour Ever Tour]] (2016 - SOLD OUT)
* [[Pëtr Il'ič Čajkovskij nella letteratura e nel cinema]]
* [[Revival Tour]] (2016)
* [[Composizioni di Pëtr Il'ič Čajkovskij]]
 
=== Altri progettiSongs ===
* [[Cake by the Ocean]]
{{Interprogetto|commons=Category:Pyotr Ilyich Tchaikovsky|q}}
* [[Pay My Rent]]
{{VoceLibro|Čajkovskij}}
* [[Toothbrush]]
* [[Jinx]]
* [[DNCE]]
* [[Body Moves]]
* [[Doctor You]]
* [[Naked]]
* [[Good Day]]
* [[Be Mean]]
* [[Almost]]
* [[Blown]]
* [[Rock Bottom (Hailee Steinfeld)]]
 
===EP===
== Collegamenti esterni ==
*[[2015]] - ''[[Swaay]]''
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===Singoli===
* {{cita web|url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/DCalend.htm|titolo=Cronologia comparata|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.reocities.com/Vienna/5648/DCalend.htm|urlarchivio2=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/DCalend.htm|lingua=en}}
*[[2015]] - ''[[Cake by the Ocean]]''
* {{cita web|url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/Tree.htm|titolo=Albero genealogico del musicista|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.reocities.com/Vienna/5648/Tree.htm|urlarchivio2=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/Tree.htm|lingua=en}}
*[[2016]] - ''[[Toothbrush]]''
* {{cita web|url=https://archive.org/search.php?query=Tchaikovsky%20rosa%20newmarch|titolo=Il saggio di Rosa Newmarch e la biografia di Modest I. Čajkovskij|lingua=en}}
* [http://www.recmusic.org/lieder/t/tchaikovsky/ The Lied and Art Song Texts Page created and mantained from Emily Ezust] - Testi originali dei Lieder del musicista con traduzioni in varie lingue.
* {{de}} [http://www.tschaikowsky-gesellschaft.de/ Tschaikowsky-Gesellschaft]: Sito accademico in lingua tedesca
* {{ru}} [http://www.tchaikov.ru/index.html Belcanto Tchaikovsky]: "Tchaikovsky: La vita e l'opera del compositore russo"
* {{ru}} [http://www.tchaikov.ru/letter.html Corrispondenza tra il musicista e la von Meck] sul sito "Belcanto Tchaikovsky": selezione di 497 lettere (testo) tra i due personaggi.
* {{cita web |url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/Tchaikovsky.htm|titolo=Tchaikovsky|deadurl=yes|urlarchivio=http://www.reocities.com/Vienna/5648/Tchaikovsky.htm|urlarchivio2=http://www.webcitation.org/query.php?url=http://www.geocities.com/Vienna/5648/Tchaikovsky.htm|lingua=en}}
* {{ru}} [http://tchaikovsky-house-museum.ru Casa-museo del musicista a Klin].
* {{en}} [http://www.museum.ru/mscreg/e5_hist.htm Casa-museo di Klin]. Con numerose immagini della casa e ambienti dove visse il musicista; [http://www.museum.ru/mscreg/e5_gal1.htm vedi anche qui].
* {{en}}[http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Tchaikovsky,_Open_World I manoscritti del compositore on-line] - Tchaikovsky, Open World (Чайковский, открытый мир) è un database online contenente le riproduzioni digitali di materiali che sono stati totalmente o parzialmente scritti a mano dallo stesso compositore.
 
==Note==
;'''Tchaikovsky Research '''
<references/>
* {{en}} [http://en.tchaikovsky-research.net/pages/Main_Page Tchaikovsky Research] È il sito (accademico) di riferimento, "omnicomprensivo", sul musicista. Nato nel febbraio 2006. È stato ottimizzato e adeguato il 6.11.2013.
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==Altri progetti==
{{Tchaikovsky}}
{{ip|commons=Category:DNCE}}
{{Ottocento musicale}}
 
==Collegamenti esterni==
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Pëtr Il'ič Čajkovskij| ]]