Rūdolfs Blaumanis e Cattedrale di Piana degli Albanesi: differenze tra le pagine

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{{Edificio religioso
{{Bio
|DedicatoA = [[Demetrio di Tessalonica]]
|Nome = Rūdolfs Kārlis Leonīds
|NomeEdificio= Cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica
|Cognome = Blaumanis
|Immagine= Klisha e Shën Mitrit Dëshmor.jpg
|Sesso = M
|Larghezza = 250px
|LuogoNascita = Ērgļi
|Città= [[File:Piana_degli_Albanesi-Stemma.png|20px]] [[Piana degli Albanesi]]
|GiornoMeseNascita = 1º gennaio
|Regione= {{IT-SIC}}
|AnnoNascita = 1863
|SiglaStato = ITA
|LuogoMorte = Punkaharju
|Latitudine = 37.99618
|GiornoMeseMorte = 4 settembre
|Longitudine = 13.285118
|AnnoMorte = 1908
|Religione= [[Cristiano (religione)|Cristiana]] di [[rito bizantino]] ([[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]])
|Attività = scrittore
|Rito = [[Rito bizantino]]
|Attività2 = giornalista
|Diocesi = [[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
|Attività3 = drammaturgo
|InizioCostr= [[1498]]<ref>{{cita|Arbëreshë|36-38}}.</ref>
|Nazionalità = lettone
|StileArchitett= [[Architettura bizantina|bizantino]], [[Architettura barocca|barocco]], [[Stile neo-bizantino|neobizantino]]
|Immagine = R Blaumanis.jpg
|AnnoConsacr= [[1589]]
|FineCostr= [[1644]] <small>(restaurata dopo il [[1960]])</small>
|Website= [http://sandemetriopiana.blogspot.com/ Sito ufficiale]
}}
 
La '''cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica''' ('''''kryeklisha e Shën Mitrit i Madhi Dëshmor''''' in ''[[Lingua arbëreshe|arbëresh]]''), anche nota come ''Klisha e Shën Mitrit'', è la principale [[Chiesa (architettura)|chiesa]] elevata alla dignità di [[cattedrale]] di [[Piana degli Albanesi]] e dell'[[eparchia di Piana degli Albanesi]], circoscrizione della [[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]] in [[Sicilia]].
Viene considerato tra i migliori scrittori della storia della [[Lettonia]], paese nel quale ebbe il merito di introdurre il genere della [[novella]]. In un sondaggio indetto nel 2004 dal quotidiano ''Latvijas Avīze'' è risultato al terzo posto nella classifica delle 100 personalità lettoni più importanti di tutti i tempi.<ref>{{cita web|url=http://apollo.tvnet.lv/zinas/noskaidrotas-100-nbsp-ieverojamakas-latvijas-personibas/297846|titolo= Noskaidrotas 100 ievērojamākās Latvijas personības|accesso= 6 maggio 2016|lingua= lv|editore= apollo.tvnet.lv}}</ref> Le sue opere più apprezzate sono la novella "Nāves ēnā", (L'ombra della morte) le commedie "Skroderdienas Silmačos" e "Indrāni" e la poesia "Tālavas taurētājs".
 
La [[cattedrale]] è l'edificio di [[culto]] più grande e importante dell'[[eparchia]]<ref>{{cita|Bizantini|119-120}}.</ref>, dove ha luogo il primo [[patrono]] della [[città]] e della [[diocesi]]. Sede delle principali manifestazioni del culto di [[rito bizantino]] e delle solenni funzioni in occasione delle celebrazioni dell'[[eparca]] - come per i riti dell'[[Epifania]] (''Ujët të pagëzuam''), della [[Settimana Santa|Grande e Santa Settimana]] (''Java e Madhe'') e quindi della [[Pasqua]] (''Pashkët''), del [[Natale]] (''Krishtlindjet''), etc. -, è il luogo della consacrazione e proclamazione del vescovo degli albanesi di rito orientale dell'[[Italia insulare]].
== Biografia ==
Rūdolfs Blaumanis nasce il 1º gennaio 1863 (data corrispondente al 20 dicembre 1862 secondo il [[calendario giuliano]]) a [[Ērgļi]] in [[Livonia]], nell'area corrispondente all'attuale Lettonia. Suo padre Matīss è un cuoco, sua madre Karlīne una casalinga. Blaumanis avvia la sua educazione in una scuola privata ad [[Ogre (Lettonia)|Ogre]], dove studia fino al 1875. Si trasferisce quindi a [[Riga]], dove prosegue gli studi in una scuola commerciale di lingua tedesca fino al 1881. Dopo il diploma lavora come contabile: è in questo periodo che inizia a produrre i primi lavori letterari. Il suo racconto natalizio ''Wiedergefunden'' viene pubblicato per la prima volta nel 1882 sul giornale in lingua tedesca ''Zeitung für Stadt und Land''.
 
Collocata nella principale [[strada]] di Piana degli Albanesi, corso [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Kastriota]], la cattedrale fu sede dal [[1784]] del [[vescovo]] ordinante di rito bizantino-greco per gli Albanesi di Sicilia, e fino al 18 luglio [[1924]], in Piana degli Albanesi, era la sola [[parrocchia]] con un Collegio di quattro ''papàs''<ref>{{Cita web|url=http://www.eparchiapiana.it/SelfSiteInfo.asp?idPag=2|titolo= La cattedrale S. Demetrio Megalomartire > Cenni storici|editore=www.eparchiapiana.it|accesso=21 aprile 2006}}</ref>.
Nel 1904 torna a vivere nella fattoria natale a Ērgļi per motivi economici, ma nel 1906 si trasferisce nuovamente a Riga, dove condivide fino al 1908 un appartamento con il pittore lettone [[Jānis Rozentāls]] e la moglie di quest'ultimo, la cantante [[Finlandia|finlandese]] Elli Forssell.<ref>{{cita web|url=https://www.liveriga.com/en/1696-janis-rozentals-and-rudolfs-blaumanis-museum |titolo= Jānis Rozentāls and Rūdolfs Blaumanis Museum|accesso= 6 maggio 2016|lingua= en|editore= liveriga.com}}</ref> Nel 1908 le sue condizioni di salute iniziano a peggiorare a causa della [[tisi]], ma le ristrettezze economiche non gli consentono di sottoporsi alle cure mediche: grazie ad una colletta organizzata da amici e colleghi scrittori, tuttavia, nella tarda estate di quell'anno entra nel sanatorio di [[Punkaharju]], in Finlandia. La sua permanenza dura soltanto pochi mesi, poiché a causa dell'aggravarsi della malattia muore il 4 settembre 1908 (il 22 agosto secondo il calendario giuliano) a 45 anni.<ref name=sellerio>{{Cita libro|titolo = La zattera di ghiaccio|autore = Rūdolfs Blaumanis|curatore = Renzo Oliva|editore = Sellerio Editore|città = Palermo|anno = 1995|posizione = nota del curatore|ISBN = 88-389-1138-X}}</ref>
 
== Storia ==
== Opere tradotte in Italiano ==
La parrocchia fu fondata con l’atto di concessione del 30 agosto [[1488]] da parte dell'[[Arcidiocesi di Monreale|arcivescovo di Mon­reale]], Card. [[Juan Borgia (cardinale 1492)|Giovanni Borgia]], dei feudi di Mercu e Ayndingli agli esuli albanesi provenienti dalla [[penisola balcanica]]. Prima sede della parrocchia fu la chiesa di San Gior­gio Megalomartire, la prima chiesa costruita nel centro abitato.
* ''[[La zattera di ghiaccio]]'' (''Nāves ēnā''). {{Cita libro |wkautore= |curatore= |altri= Traduzione di Renzo Oliva |url= |editore= Sellerio Editore|città= Palermo|anno= 1995|lingua= |annooriginale= 1899|volume= |opera= |edizione= |capitolo= |url_capitolo= |p= |pp= |posizione= |ISBN=88-389-1138-X |LCCN= |DOI= |OCLC= |id= |cid= |citazione= |accesso= |urlarchivio= |dataarchivio= |urlmorto= }}
 
Il 24 luglio [[1589]] gli onori e i diritti di ma­tricità vennero trasferiti all’attuale chiesa di San De­metrio Megalomartire, che veniva costruita più grande della precedente per decisione dei rappresentanti della popolazione della cittadina albanese di Piana degli Albanesi e con la autorizzazione dell'arcivescovo di Monreale.
== Bibliografia completa ==
 
;
Inizialmente costruita secondo i canoni bizantini, nella ricostruzione del '500 fu modificata seguendo lo stile in voga occidentale.
'''Romanzi, racconti e novelle'''
 
* "Nezāle" (1887)
Nella prima metà del [[XVII secolo]], dal [[1641]] al [[1644]], la chiesa subì vari rimaneggiamenti e l'intervento pittorico straordinario di [[Pietro Novelli]], il quale vi eseguì i monumentali affreschi nelle tre absidi.
* "Pērkoņa negaiss" (1887)
 
* "Paradīzē" (1887)
Dal [[1784]] la chiesa fu sede del vescovo ordinante di [[Rito bizantino|rito greco]] per gli albanesi di [[Sicilia]]. Fino al 18 luglio [[1924]], in Piana degli Albanesi, la chiesa di San Demetrio era la sola parrocchia di rito bizantino con un Collegio di quattro parroci (''papàs''). In quella data essa veniva smembrata ecclesiasti­camente e venivano create altre tre parrocchie ossia quella di San Giorgio Megalomartire, quella di Santissima Annunziata e quella di Sant'Antonio il Grande.
* "Aizvien lillā" (1888)
 
* "Spijēnos" (1888)
Il 26 ottobre [[1937]], nella festa di San Demetrio e con l'istituzione dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]], la chiesa veniva elevata alla dignità di cattedrale della cittadina e delle comunità siculo-albanesi di rito orientale in Sicilia.
* "Kā vecais Zemītis pašu nelabo redzējis" (1889)
 
* "Raudupiete" (1889)
Le spoglie incorrotte del [[Servo di Dio]] Padre [[Giorgio Guzzetta]], illustre personalità ''[[arbëreshë|arbëresh]]'' vissuta intorno al [[XVIII secolo]], che difese il rito orientale e l'identità degli esuli albanesi e del quale è in corso la [[causa di beatificazione]], dal [[1954]] riposano nella cattedrale di Piana degli Albanesi.
* "Īstā līgaviņa" (1890)
 
* "Stāsts par cūku, kura runājuse" (1895)
I lavori di ristrutturazione del [[1960]], volti ad adeguare la chiesa al più puro spazio liturgico bizantino, hanno provocato un grave danno al patrimonio artistico e culturale, essendo state asportate iscrizioni funerarie e celebrative, stemmi scolpiti in pietra delle famiglie albanesi del paese e perdute le cappelle laterali e due [[Altare|altari]] in [[stile barocco]] in pregiato marmo rosso locale "Kumeta", situati nelle navate laterali e dedicati uno al SS. Crocifisso e l'altro a [[San Nicola di Bari|san Nicola di Mira]].
* "Laimes klēpī" (1898)
 
* "Purva bridējs" (1898)
Dai primi anni [[1990|’90]] le navate della cattedrale sono state oggetto di un grande intervento decorativo liturgico, ancora in fieri, da parte dell’iconografo greco Eleuterio Katzaras, raffiguranti le feste Despotiche.
* "Salna pavasarī" (1898)
 
* "Andriksons" (1899)
Evidenti sono nella chiesa i segni di due stili: uno occidentale, rappresentato dagli affreschi del Novelli - pur rappresentando santi tipicamente in paramenti ortodossi - e dai vari dipinti su tela (tra cui anche il San Spiridione di [[Giuseppe Patania]]); l'altro orientale, attestato dalla monumentale iconostasi, dall'altare, dai vari trittici collocati nelle navate laterali e dagli affreschi neobizantini.
* "Nāves ēnā" (1899)
 
* "Mopsis jeb Nelaime Tērbatas ielā" (1900)
== Descrizione ==
* "Dziru Miķelis" (1901)
[[File:Papàdes.jpg|thumb|left|upright=0.7|''Papàs'' (''priftërinjtë''), i sacerdoti italo-albanesi di rito bizantino]]
* "Stulbenis" (1904)
=== Facciata ===
* "Vecais cenzors" (1907)
Costruzione del tardo quattrocento ([[1498]]), vi si accede mediante una scalinata di stile [[Architettura barocca|tardo-barocco]]. La [[facciata a salienti]] è abbellita da due [[Mosaico|mosaici]] di scuola monrealese della metà del XX secolo, raffiguranti [[Cristo]] in trono affiancato dai santi guerrieri [[san Giorgio]] e [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio]] e, in una nicchia sottostante, quello della [[Maria (madre di Gesù)|vergine]] Platitera.
* "Mēmais precinieks" (1907)
 
* "Kā Jānis mācījies par kalēju" (1907)
=== Pianta ===
* "Koka krusts" (1907)
È a pianta basilicale romanico-barocca, a tre navate chiuse da tre absidi, con ampio catino absidale centrale. Ricca di mosaici, icone e affreschi, ha la bellezza delle strutture sacre cristiano-orientali.
* "Velniņi"
 
;
=== Interno ===
'''Commedie e racconti brillanti'''
L'interno, a tre [[Navata|navate]] separate da due maestose file di otto [[Colonna|colonne]] di marmo ed [[Arco (architettura)|archi]] a tutto sesto, contiene un'imponente [[iconostasi]] lignea, la più grande di Sicilia<ref>{{Cita web|url=http://exploro.it/portal/content/?page=place-detail&id=54968&lang=it|titolo=Cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica > Piana degli Albanesi|editore=exploro.it/portal/content/index.php|accesso=25 settembre 2010}}</ref>, con icone del monaco cretese Manusaki, che ricopre le tre absidi.
* "Zagļi" (1891)
 
* "Ļaunais gars" (1892)
Arricchiscono le pareti laterali della cattedrale [[Affresco|affreschi]] dell'iconografo greco Eleuterio Hatsaras e [[Trittico|trittici]] di icone che raffigurano la vita della Vergine, le feste principali e i padri della chiesa orientale, quella centrale da affreschi del Katzaras raffiguranti feste Despotiche. Presentava l'[[abside]] rivolto ad [[Oriente cristiano|oriente]] secondo i canoni dell'architettura sacra bizantina; fu ampliata e ristrutturata un secolo dopo la sua edificazione.
* "Pazudušais dēls" (1893)
 
* "Maija" (1893)
L'abside principale, inizialmente rivolta verso oriente secondo il canone bizantino, nella ricostruzione del '500 fu ricollocata verso occidente. L'asse della chiesa, difatti, fu cambiato e le absidi da est vennero rivolte ad ovest. Il tentativo di "latinizzare" l'arte pittorica bizantina ad uso liturgico, dopo il [[Concilio di Trento]], ebbe qui il suo esito più importante. Dopo la dimissione obbligata dell'antica iconostasi<ref>{{cita|Bizantini|200-201}}.</ref>, [[Pietro Novelli]] dipinse le pareti interne dell'abside poligonale quasi a riproporre in una spazialità più articolata la funzione religiosa-didattica dell'iconostasi ormai mancante. In questa occasione, furono attuati lavori secondari di completamento, e nella prima metà del [[XVII secolo]], dal [[1641]] al [[1644]], la chiesa subì vari rimaneggiamenti e l'intervento pittorico straordinario di [[Pietro Novelli]], che eseguì gli affreschi delle absidi<ref>{{Cita web|url=http://www.siciliainfesta.com/da_visitare/chiese/cattedrale_di_san_demetrio_piana_degli_albanesi.htm
* "Zelta kupris" (1895)
|titolo= Cattedrale di San Demetrio|editore=www.siciliainfesta.com|accesso=14 febbraio 2005}}</ref>. In quella centrale è rappresenta l'Esaltazione della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] e in quella destra la Ascensione di Cristo al cielo. Nella volta il Padre benedicente fra sette [[Arcangelo|arcangeli]] e due giri di [[Cherubino|cherubini]]; attorno a lui nell'ordine superiore sono raffigurati i dodici [[Apostolo|apostoli]]; mentre nell'ordine inferiore [[Cristo]] è attorniato dai quattro Padri della [[Chiesa ortodossa|chiesa greca]], [[san Giovanni Crisostomo]], [[Basilio Magno|san Basilio]], [[Gregorio di Nissa|san Gregorio]], [[Atanasio di Alessandria|san Atanasio]].
* "Trīnes grēki" (1897)
 
* "Potivāra nams" (1897)
Sulla parete destra, rispetto all'entrata principale, si trova il sepolcro in cui sono custodite le spoglie mortali di Padre [[Giorgio Guzzetta]], illustre [[arbëreshë|arbëresh]] morto in odore di santità<ref>{{cita|Annuario diocesano|}}.</ref>, che difese il rito orientale e l'identità del suo popolo, fondando l'importante Seminario Italo-Albanese in Palermo (1734) per l'istruzione dei giovani delle colonie albanesi di Sicilia. Sempre sulla stessa parete si trova una pala raffigurante [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio]] e [[Nestore di Magydos|san Nestore]].
* "No saldenās pudeles" (1901)
 
* "Skroderdienas Silmačos" (1902)
Nella navata sinistra si trova un grande dipinto ad olio su tela del [[1845]] di [[Andrea D'Antoni]], raffigurante [[san Nicola]] che dona i suoi beni ai poveri.
* "Indrāni" (1904)<sup>[9]</sup>
 
* "Ugunī" (1905)
Sempre dopo il Concilio tridentino nel culto bizantino sono entrate forme estetiche d'arte sacra tipicamente occidentali come la scultura "a tutto tondo". Interessante è il gruppo ligneo policromo ottocentesco raffigurante [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio di Tessalonica]] e [[Nestore di Magydos|san Nestore]], di [[Girolamo Bagnasco]] e bottega; e si ammira anche la Madonna in marmo alabastrino, realizzata da scuola tosco-lombarda tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]].
* "Sestdienas vakars" (1908)
 
;
L'opera più antica e di maggior rilievo artistico è l'[[icona (arte)|icona]] della Madre di Dio con il Cristo di scuola senese del [[1500]]<ref>{{Cita web|url=http://www.altobelicecorleonese.com/abc_tur/comuni/pianadeglialbanesi/davedere.php|titolo= Le Chiese di Piana degli Albanesi|editore=www.altobelicecorleonese.com|accesso=6 maggio 2006}}</ref>, dipinta con tempera all'uovo.
'''Poesia'''
 
* "Tālavas taurētājs" (1902)
In seguito ai restauri operati nel 1960, il [[Coro (architettura)|coro]] venne ampliato e trasformato e la volta a botte della navata centrale sostituita con un tetto a [[Cassettone|cassettoni]] decorati in [[oro]].
* "Kā zagšus"
 
* "Mana lūgšana"
Dai primi anni ’90 le navate della cattedrale, sono state oggetto di un grande intervento decorativo liturgico, ancora in fieri, da parte dell’iconografo greco Eleuterio Hatsaras, le cui opere rappresentano la vita di Cristo e quella dei Santi Demetrio, Nestore, Giorgio, Nicola, Spiridione, Biagio e Lucia.
* "Memento!"
 
* "Pērkons"
In sostituzione del semplice [[pulpito]] è stato recentemente posto uno in stile bizantino, abbellito con [[Icona (arte)|icone]] di scuola italo-albanese locale, dell'artista Zef Giuseppe Barone raffiguranti la vita del Figlio di Dio.
* "Renatus"
 
* "Šūpuļa dziesma"
=== Gli affreschi di Pietro Novelli ===
* "Tautasdziesma"
[[File:Abside Cattedrale San Demetrio.jpg|thumb|upright=1.3|Affreschi dell'abside]]
* "Vēl tu nezini"
;L'Eterno Padre partecipe della Resurrezione del Cristo
* "Zelta jaunība"
Il 29 ottobre [[1641]], con atto notarile, [[Pietro Novelli]] s'impegnava a: {{citazione|[...] dipingiri a frisco tutta la tribona della chiesa maggiore della terra della Piana giusta la forma del disegno.}} I lavori furono completati, quasi certamente, il 29 ottobre del [[1643]]. L'anno successivo ritornò per alcuni ritocchi. Nel catino absidale vi raffigurò l'[[Dio Padre|Eterno Padre]], alla cui destra sta l'[[Arcangelo Michele]] che, vestito da guerriero, regge con la sinistra uno [[scudo (difesa)|scudo]] recante il motto "Quis ut deus". Alle sue spalle [[Uriel]], l'angelo illuminatore, brandisce una [[spada]]. Segue Sealtiel in preghiera ed ancora Barachiel, l'[[angelo]] della benedizione, che impugna uno scettro. Dall'altro lato, a sinistra, [[Arcangelo Gabriele|Gabriel]], l'angelo “messaggero”, in tunica bianca con in mano un giglio, simbolo della purezza. Segue [[Raffaele|Raphael]], l'[[angelo]] della guarigione, raffigurato mentre intima a [[Tobia]] di afferrare il pesce, che gli restituirà la vista. Poi Indiel, l'angelo della [[gloria (religione)|gloria]]. Nella tessera inferiore sono raffigurati gli [[apostoli]] testimoni e divulgatori della parola di Cristo. Queste gigantesche figure senili recano, ciascuno, l'emblema del [[Martire|martirio]] subìto o il simbolo dell'apostolato svolto. Essi sono nell'ordine, da sinistra, [[Giovanni Evangelista]], [[Giuda Taddeo]], [[Giuda Iscariota|Giuda l’Escarioto]], Giacomo, Andrea, Simone detto Pietro ed il fratello Paolo, Giacomo il Minore, Bartolomeo, Tommaso, Filippo, Matteo. Nella tessera ancora inferiore è raffigurato il [[Cristo]] [[Risurrezione di Gesù|resuscitato]] che ascende al cielo, benedice con la destra e sventola, nella sinistra, lo stendardo della vittoria. Ai due lati sono raffigurati i quattro Dottori della [[Chiesa greco-ortodossa|Chiesa greca]]: [[Gregorio di Nissa|San Gregorio]], [[Anastasio il Persiano|San Anastasio]], [[Basilio Magno|San Basilio]], [[San Giovanni Crisostomo]]. Nel sottarco dell'[[abside]], il Novelli dipinse a sinistra [[San Giovanni Battista]], il precursore di [[Cristo]]; al centro lo [[Spirito Santo]] (sotto forma di [[colomba dello Spirito Santo|colomba]]), circondato da [[cherubino|cherubini]]; a destra la [[Vergine Maria|Vergine Immacolata]] (con le mani giunte sul petto) coronata di [[stelle]]. Sull'arco trionfale raffigurò, a sinistra, [[San Nicola di Bari|San Nicolò di Bari]] che regge la tiara papale; a destra, [[San Giovanni Damasceno]] il quale regge un volume aperto su cui è inciso l'incipit del cantico indirizzato alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. L'[[affresco]] è stato restaurato nei primi anni [[1970|’70]] del [[XX secolo|secolo scorso]].
* "Ziedonis klāt"
 
* "Ziema"
;La Resurrezione di Cristo
;
Gli [[Affresco|affreschi]], eseguiti in poco tempo, dal [[Pietro Novelli|Novelli]], furono commissionati da Paolina, vedova del chierico Lorenzo Petta che per volontà testamentaria aveva chiesto di essere sepolto nella cappella del SS. Sacramento. In collaborazione con Luigi di Geraci, Matteo Ferrea e Battista Serpotta, Novelli finì i lavori, iniziati probabilmente il 23 luglio [[1644]], in pochi giorni.
'''Prosa satirica'''
 
* "Labāko famīliju dzejnieks" (1894)
Negli affreschi è raffigurata sotto l'[[arco (architettura)|arco]] della cappella la [[colomba dello Spirito Santo]], [[aureola]]ta da quattordici cherubini, suddivisi in sette per ciascun lato e nel tondo centrale della volta il [[Risurrezione di Gesù|Cristo risorto]] e trionfatore sul peccato mortale. Da sinistra verso destra sono raffigurati l'[[Arcangelo Michele]] che regge lo scudo e impugna una spada e, nelle altre tre lunette, [[Ilario di Poitiers|San Ilario di Poiters]], [[San Girolamo]] e [[Agostino d'Ippona|San Agostino]], i teologi della spiritualità della [[Resurrezione della carne]].
* "Īsa pamācība mīlēšanā" (1907)
[[File:IconostasiCattedrale.png|thumb|Iconostasi della cattedrale]]
* "Jocīgi kapu uzraksti" (1907)
=== L'iconostasi ===
Parlare dell'[[iconostasi]] dà la possibilità di far luce su alcune delle opere contemporanee più significative del patrimonio artistico dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]].
 
La cattedrale di Piana degli Albanesi ha avuto diverse iconostasi. Essa è il risultato finale di un fenomeno precedente, che avviene intorno alla metà del [[XVII secolo]], quando il pittore [[Pietro Novelli]] riprodusse scenograficamente nello spazio [[Abside|absidale]] un ciclo di temi e soggetti sacri mediante l'[[affresco]], contemperando i classici sistemi bizantini con le modalità pittoriche dell'arte occidentale.
 
In sequenza storica, dopo l'originaria [[iconostasi]] o [[pergula]] del [[XVI secolo]] - dismessa per via delle rigide decisioni prese nel [[Concilio di Trento]] - e gli [[Affresco|affreschi]] del [[Pietro Novelli|Novelli]] ([[1641]]-[[1644]]), agli inizi del secolo scorso ([[1937]]) si realizzò l'iconostasi con base marmorea della cattedrale di [[Piana degli Albanesi]]. L'iconostasi fu arricchita, tra il [[1947]] e il [[1948]], da icone del pittore Giuseppe Rondini dal [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|monastero di Grottaferrata]]. Si tratta di una trentina di [[Icona (arte)|icone]], la cui iconostasi è oggi scomposta (smembrata nel [[1968]]) e le icone trasferite al museo eparchiale. L'iconostasi marmorea della cattedrale presentava icone su due registri.
 
L'imponente artistica [[iconostasi]] lignea attuale, la più grande della [[Sicilia]] e del [[sud Italia]], è stata realizzata dal dopoguerra sino alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] del [[Novecento]] su disegno e cura dell'Arciprete Papàs Gjergji Schirò ([[1907]]-[[1992]]) ed esecuzione dei fratelli [[Artigianato|artigiani]] La Bruna di Monreale. Le [[Icona (arte)|icone]] sono state realizzate dal maestro iconografo cretese P. Giorgio Manusakis e collocate nel 1975. L'iconostasi ha tre registri di icone, scandite da pregevoli intagli in [[oro]] del [[legno]]. Le icone, alcune molto grandi, sono in puro stile bizantino.
 
=== Gli affreschi neobizantini ===
Un grandioso ciclo di affreschi in [[stile neo-bizantino]] della fine del [[XIX secolo]], dell'iconografo greco Eleuterio Hatsaras, decora le pareti della navata centrale, presentando le grandi feste dell'anno liturgico: sul lato destro del Vima, l'[[Annunciazione]], il [[Natale]], la [[Circoncisione]], la [[Presentazione al Tempio]], la [[Teofania]] al [[Giordano (fiume)|Giordano]], la Metamorfosi sul [[Monte Tabor|Tabor]]; sul lato sinistro la [[Resurrezione di Lazzaro]], la festa delle Palme, la Deposizione del Cristo, l'[[Ascensione]], la [[Pentecoste]], l'[[esaltazione della Croce]]. Più in alto, in secondo ordine figurativo, sono i profeti dell'[[Antico Testamento]].
 
Domina l'arco magno la raffigurazione della [[Ultima cena|mistica Cena]], presentata in una sorta di dittico: da un lato [[Cristo]] distribuisce il S. Pane a sei [[Apostoli]], mentre dall'altro porge a bere il Calice agli altri sei. Su questa scena sovrasta, nel timpano, la Déisis: siede il [[Cristo Pantocratore]] in [[trono]] tra le due mistiche personificazioni della preghiera cristiana, la [[Maria Vergine|Vergine]] e [[Giovanni Battista]] che a mani aperte verso di lui, intercedono per l'umanità, affiancati dagli Arcangeli [[Arcangelo Michele|Michele]] e [[Arcangelo Gabriele|Gabriele]].
 
Il grande intervento decorativo liturgico degli affreschi, ancora in fieri, non è stato ancora totalmente completato ed è mancante dei temi contemplanti la vita di [[San Demetrio]] e la storia dell'esodo [[Albanesi|albanese]] nella zona inferiore delle navate laterali.
 
=== Simbologie ===
[[File:Aquila bicipite bizantino-albanese Piana degli Albanesi.jpg|thumb|upright=0.7||L'aquila bicipite bizantino-albanese del maestoso lampadario]]
[[File:Nobilis Planae Albanensium Civitas.jpg|thumb|upright=0.7|Iscrizione in [[lingua albanese|albanese]] in ricordo di Papàs [[Demetrio Camarda]] con aquila bicipite d'[[Albania]]]]
All'interno della cattedrale è presente una ripetuta araldica che richiama l'identità etnica e religiosa della comunità: l'[[aquila bicipite]], simbolo della fede [[Chiesa ortodossa|cristiana orientale]] e simbolo dell'identità [[Albania|albanese]].
 
Si tratta di varie aquile bicipiti, il cui disegno spesso ricopre diversi angoli dell'edificio cristiano. In passato, precedentemente ai [[Restauro|restauri]] del [[Seconda guerra mondiale|dopoguerra]], poteva probabilmente presentarne diversi altri ancora. Il più antico è quello dell'iscrizione commemorativa in [[lingua albanese]] in ricordo di Papàs [[Demetrio Camarda]], proprio con aquila bicipite d'[[Albania]], posizionato ora in un corridoio che precede la casa canonica, ma inizialmente nella navata laterale destra. Un'altra aquila bicipite è presente nella parte antistante l'iconostasi, posto nella zona centrale, in [[marmo]] Rosso Kumeta. Svetta, dal grandioso [[lampadario]] ligneo dorato, la più grande aquila bicipite bizantino-albanese. Questa araldica la si può ritrovare anche nei [[Trittico|trittici]] in [[legno]] delle [[Navata|navate]] laterali o nel mitra dell'[[eparca]].
 
La cattedrale dell'[[eparchia di Piana degli Albanesi]], da sempre centro cardine degli albanesi di Sicilia, rappresenta per la [[Piana degli Albanesi|città]] il luogo per eccellenza della sua [[Identità (scienze sociali)|identità]] religiosa e linguistico-culturale.
 
== Patrimonio artistico-religioso ==
La cattedrale possiede antichi [[Epitaffio|epitafi]], stemmi scolpiti in pietra delle famiglie locali e iscrizioni [[Lapide|lapidarie]] funerarie e celebrative, numerose in [[lingua albanese]], alcune delle quali inesorabilmente perse, distrutte o ridotte in frammenti a causa dei [[Restauro|restauri]] senza criterio metodologico e conservativo, operati nel [[1960]]. In seguito essi furono spostati dall'interno della chiesa e riuniti nel corridoio che precede la [[sagrestia]].
 
=== I paramenti liturgici bizantini ===
Il nucleo più importante dei [[Paramento liturgico|paramenti liturgici]] bizantini dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]] è custodito presso la cattedrale di San Demetrio Megalomartire.
[[File:Mitra.jpg|thumb|left|upright=0.7|Mitra del XIX secolo]]
Anche le altre principali chiese dell'Eparchia custodiscono il loro patrimonio di antichi paramenti, che vengono indossati dai diversi celebranti della [[Divina Liturgia]] ([[Eparca]], papàs, [[arcidiacono]], [[diacono]], [[suddiacono]], cantore e lettore). La foggia di questi abiti liturgici è naturalmente diversa da quelle dei paramenti in uso nella Chiesa latina ed è di particolare interesse come testimonianza dell'accanita volontà del clero greco-ortodosso nel voler mantenere e ripristinare le originalità del proprio rito anche nei dettagli.
 
Questi paramenti vennero cuciti e ripresi, su modello dei precedenti abiti, alcuni pervenuti sino ad oggi, dalle suore e dalle fanciulle del Collegio di Maria presso la Chiesa dell'Odigitria a [[Piana degli Albanesi]]. La decorazione di questi indumenti liturgici (''sàkkos'', ''[[Sticario|sticharion]]'', ''[[Felonio|felònion]]'', ''epitrachinion'', ''mandhìas''; etc.) è tipica dell'arte sacra bizantina e del gusto tardo-settecentesco dell'epoca nella quale vennero recuperati e realizzati. Non mancano una caratteristica ''[[Mitria|mitra]]'' a quattro lobi molto decorata e altri accessori di vestiario (''[[Omoforio|omofòrion]]'', ''epigonàtion'', ''epimanìkia'', etc.) nonché anche alcuni "arredi" per l'altare come l' ''air'' e l'''[[Epitaffio|epitàfios]]''.
 
== Vescovi ordinanti per gli Albanesi di Sicilia ==
* [[Giorgio Stassi]] † (25 giugno [[1784]] - 26 marzo [[1801]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Giuseppe Guzzetta † (29 marzo [[1801]] - [[1813]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Francesco Chiarchiaro † (23 settembre [[1813]] - [[1834]] deceduto) da [[Palazzo Adriano]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Giuseppe Crispi † (20 dicembre [[1835]] - [[1859]] deceduto) da [[Palazzo Adriano]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Agostino Franco † ([[1860]] - [[1877]] deceduto) da [[Mezzojuso]], già ordinante per gli albanesi di Calabria ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Ermopoli Maggiore|Ermopoli Maggiore]])
* Giuseppe Masi † (29 gennaio [[1878]] - 11 aprile [[1903]] deceduto) da [[Mezzojuso]] ([[vescovo titolare]] di [[sede titolare di Tempe|Tempe]])
* [[Paolo Schirò]] † (5 febbraio [[1904]] - 12 settembre [[1941]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Benda|Benda]])
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Immagine:ShënMitri.jpg|Interno della cattedrale
Immagine:Hodighìtria.jpg|Icona dell'[[Odigitria|Hodighìtria]]<br />(XVI secolo)
Immagine:Eterno Padre.jpg|Affreschi dell'abside e dell'arco trionfale<br />di [[Pietro Novelli]] (1641-1644)
Immagine:Padre della Chiesa greca.jpg|Padre della [[Chiesa Ortodossa]], particolare dell'affresco, P. Novelli
Immagine:Shën Dhoni.jpg|[[Spiridione di Trimitonte|San Spiridione]], di G. Patania (1780-1852)
Immagine:Epitàfios.jpg|Epitàfios (XIX secolo)
Immagine:San Spiridione.jpg|San Spiridione (XIX secolo)
Immagine:SanDemetrioeSanNestore.jpg|San Demetrio, olio su tela, Fascetti. Commissione di papàs Gjergji Schirò (1907-1992)
Immagine:Shën Mitri2.jpg|Affreschi neobizantini<br />della navata centrale (XIX secolo)
Immagine:Byzantinefrescoes.jpg|Affreschi neobizantini, la [[Resurrezione]]
Immagine:Piana-degli-Albanesi-bjs2007-02.jpg|Scalinata tardo-barocca
Immagine:Flamuri e Eparhisë.jpg|Bandiera con il simbolo dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|''Bizantini:| l'eredità culturale in Sicilia''|in Kalós (Itinerari d'arte)|2008|119-120|Rodo Santoro|cid=Bizantini}}
{{NoISBN}}
*{{cita libro|''L'Eparchia di Piana degli Albanesi''| in Annuario diocesano|Ufficio amministrativo della Curia Vescovile di Piana degli Albanesi|1970|Piana degli Albanesi|cid=Annuario diocesano}}
{{NoISBN}}
*{{cita libro|''Arbëreshë:|storia, luoghi e simboli dell'Eparchia di Piana degli Albanesi''|Ufficio amministrativo della Curia Vescovile|A. D. 2003|36-38|Piana degli Albanesi|cid=Arbëreshë}}
{{NoISBN}}
 
== Voci correlate ==
* [[LettoniaArbëreshë]]
*[[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa italo-albanese]]
*[[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
*[[Oriente cristiano]]
*[[Rito bizantino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Piana degli Albanesi}}
{{ip}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|http://www.eparchiapiana.it/|Il portale liturgico e culturale dell'eparchia di Piana degli Albanesi}}
* {{Treccani|rudolfs-blaumanis_%28Enciclopedia-Italiana%29/|accesso = 5 maggio 2016}}
*{{cita web|http://sandemetriopiana.blogspot.com/|Blog della cattedrale di San Demetrio Megalomartire}}
*{{cita web|url=http://www.eparchiapiana.it/SelfSiteinfo.asp?idPag=12&idSez=3|titolo=Visita virtuale all'interno della cattedrale}}
 
{{portale|architettura|arte|Bisanzio|cristianesimo|Sicilia}}
 
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{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Piana degli Albanesi]]
[[Categoria:Chiese bizantine]]