Monteveglio e Cattedrale di Piana degli Albanesi: differenze tra le pagine

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{{Edificio religioso
{{F|centri abitati dell'Emilia-Romagna|Febbraio 2015}}
|DedicatoA = [[Demetrio di Tessalonica]]
{{Divisione amministrativa
|NomeEdificio= Cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica
|Nome=Monteveglio
|Immagine= Klisha e Shën Mitrit Dëshmor.jpg
|Panorama=Monteveglio abbazia.jpg
|Larghezza = 250px
|Didascalia=Abbazia di Monteveglio
|Città= [[File:Piana_degli_Albanesi-Stemma.png|20px]] [[Piana degli Albanesi]]
|Bandiera=Monteveglio-Gonfalone.png
|Regione= {{IT-SIC}}
|Voce bandiera=
|SiglaStato = ITA
|Stemma=Monteveglio-Stemma.png
|Latitudine = 37.99618
|Voce stemma=
|Longitudine = 13.285118
|Stato=ITA
|Religione= [[Cristiano (religione)|Cristiana]] di [[rito bizantino]] ([[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]])
|Grado amministrativo = 4
|Rito = [[Rito bizantino]]
|Tipo = ex [[comune]], [[Circoscrizione di decentramento comunale|municipalità]]
|Diocesi = [[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
|Divisione amm grado 1=Emilia-Romagna
|InizioCostr= [[1498]]<ref>{{cita|Arbëreshë|36-38}}.</ref>
|Divisione amm grado 2=Bologna
|StileArchitett= [[Architettura bizantina|bizantino]], [[Architettura barocca|barocco]], [[Stile neo-bizantino|neobizantino]]
|Divisione amm grado 3 =Valsamoggia
|AnnoConsacr= [[1589]]
|Amministratore locale=Giordano Bartolini
|FineCostr= [[1644]] <small>(restaurata dopo il [[1960]])</small>
|Partito= centrosinistra
|Website= [http://sandemetriopiana.blogspot.com/ Sito ufficiale]
|Data elezione= settembre 2014
|Data istituzione=
|Data soppressione = 31 dicembre [[2013]]
|Altitudine=
|Superficie=32.57
|Note superficie=
|Abitanti=5286
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=Formica, Montebudello, Oliveto, Stiore, [[Ziribega]]
|Divisioni confinanti=[[Bazzano (Valsamoggia)|Bazzano]], [[Castello di Serravalle]], [[Crespellano]], [[Monte San Pietro]], [[Savignano sul Panaro]] (MO)
|Targa=BO
|Zona sismica=3
|Gradi giorno=2319
|Diffusività=
|Nome abitanti=montevegliesi
|Patrono=[[san Rocco]]
|Festivo=16 agosto
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Monteveglio (province of Bologna, region Emilia-Romagna, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Monteveglio nella ex provincia di Bologna
}}
 
La '''cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica''' ('''''kryeklisha e Shën Mitrit i Madhi Dëshmor''''' in ''[[Lingua arbëreshe|arbëresh]]''), anche nota come ''Klisha e Shën Mitrit'', è la principale [[Chiesa (architettura)|chiesa]] elevata alla dignità di [[cattedrale]] di [[Piana degli Albanesi]] e dell'[[eparchia di Piana degli Albanesi]], circoscrizione della [[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa Italo-Albanese]] in [[Sicilia]].
'''Monteveglio''' (''Muntvì''<ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 424}}</ref> o ''Måntvî''<ref>{{cita libro|curatore=Luigi Lepri, Daniele Vitali|titolo=Dizionario Bolognese Italiano / Italiano-Bolognese|anno=2007|editore=Pendragon|città=Bologna|url=http://books.google.com/books?id=jku3XIqERiEC&pg=PA348|pp=348-354|isbn=978-88-8342-594-3}}</ref> in [[Dialetti bolognesi rustici occidentali|dialetto bolognese occidentale]]) è stato un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 5.105 abitanti fino al 1º gennaio 2014, confluito poi nel comune di [[Valsamoggia]] della [[provincia di Bologna]].
 
La [[cattedrale]] è l'edificio di [[culto]] più grande e importante dell'[[eparchia]]<ref>{{cita|Bizantini|119-120}}.</ref>, dove ha luogo il primo [[patrono]] della [[città]] e della [[diocesi]]. Sede delle principali manifestazioni del culto di [[rito bizantino]] e delle solenni funzioni in occasione delle celebrazioni dell'[[eparca]] - come per i riti dell'[[Epifania]] (''Ujët të pagëzuam''), della [[Settimana Santa|Grande e Santa Settimana]] (''Java e Madhe'') e quindi della [[Pasqua]] (''Pashkët''), del [[Natale]] (''Krishtlindjet''), etc. -, è il luogo della consacrazione e proclamazione del vescovo degli albanesi di rito orientale dell'[[Italia insulare]].
== Geografia fisica ==
Il comune di Monteveglio si trova nell'[[Appennino bolognese]], ad Ovest del capoluogo, nella valle del torrente [[Samoggia]] presso lo sbocco dello stesso nella [[Pianura Padana]] e dove confluisce con il torrente [[Ghiaia]]. Il territorio è collinare, caratterizzato da vasta copertura boschiva che si alterna a coltivazioni agricole anche di pregio (coltivazione della [[vitis vinifera|vite]]<ref>[http://www.regioneemiliaromagna.info/aziende/01131/1/colture-viticole-e-aziende-vitivinicole/monteveglio/colture-viticole-e-aziende-vitivinicole-monteveglio.aspx Colture Viticole E Aziende Vitivinicole Monteveglio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>). Sono presenti anche zone [[Calanco|calanchive]]<ref>[http://www.appenninoeverde.it/natura/parchi-naturali/monteveglio.html Visita il Parco Regionale dell'Abbazia di Monteveglio - Appennino e Verde Emilia-Romagna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> caratterizzate da intensa erosione.
Il capoluogo si è sviluppato nel secolo scorso nella zona pianeggiante ai piedi di un colle alto 260 metri, sul quale si trovano il complesso monumentale dell'[[Abbazia di Monteveglio]] ed i resti delle antiche [[fortificazione|fortificazioni]].
 
Collocata nella principale [[strada]] di Piana degli Albanesi, corso [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Kastriota]], la cattedrale fu sede dal [[1784]] del [[vescovo]] ordinante di rito bizantino-greco per gli Albanesi di Sicilia, e fino al 18 luglio [[1924]], in Piana degli Albanesi, era la sola [[parrocchia]] con un Collegio di quattro ''papàs''<ref>{{Cita web|url=http://www.eparchiapiana.it/SelfSiteInfo.asp?idPag=2|titolo= La cattedrale S. Demetrio Megalomartire > Cenni storici|editore=www.eparchiapiana.it|accesso=21 aprile 2006}}</ref>.
Il paese si trova a 25 chilometri da [[Bologna]] ed è agevolmente collegato al capoluogo tramite una fitta rete di viabilità ordinaria imperniata sulla [[Strada statale 569 di Vignola|S.P. Bazzanese]].
 
Il colle dell'Abbazia e la zona circostante per un totale di 15 ettari, ricchi di flora particolare e di fauna (in particolare volatili) esclusiva nella zona<ref>[http://www.parchiaccessibili.it/index.cfm?module=Park&Page=ParkShow&ParkID=192 Parchi Accessibili | Parco Abbazia di Monteveglio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, sono stati costituiti in [[Parco regionale dell'Abbazia di Monteveglio]]<ref>[http://www.parks.it/parco.abbazia.monteveglio/index.php Parco Regionale Abbazia di Monteveglio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Storia ==
La parrocchia fu fondata con l’atto di concessione del 30 agosto [[1488]] da parte dell'[[Arcidiocesi di Monreale|arcivescovo di Mon­reale]], Card. [[Juan Borgia (cardinale 1492)|Giovanni Borgia]], dei feudi di Mercu e Ayndingli agli esuli albanesi provenienti dalla [[penisola balcanica]]. Prima sede della parrocchia fu la chiesa di San Gior­gio Megalomartire, la prima chiesa costruita nel centro abitato.
Le terre lambite dal [[torrente]] [[Samoggia]] sono certamente abitate fin dall'epoca [[Neolitico|neolitica]], come testimoniano i reperti oggi visibili nel [[Museo]] [[Archeologia|archeologico]] di [[Bazzano (Valsamoggia)|Bazzano]] (ubicato all'interno della [[Rocca (fortificazione)|rocca]]), tuttavia le prime notizie certe di insediamenti nella zona dell'attuale comune di Monteveglio risalgono al [[I secolo|I secolo d.C]]. In questo periodo erano presenti [[Villa romana|ville romane]] nella zona dell'odierna [[abbazia]], di cui rimane assai poco, oggi nel [[Parco regionale dell'Abbazia di Monteveglio]]: un edificio all'interno del borgo reca nella facciata due lastre fitomorfe [[Storia romana|romane]] di riutilizzo e presenta dinanzi all'ingresso due rocchi di [[colonna]] ionica romana oggi adoperati come sostegno per vasi di fiori<ref>[http://www.ermesambiente.it/wcm/parchi/parchi/parco_abbazia_monteveglio/parco_abbazia_monteveglio_storia.htm Storia - Parchi in rete<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 24 luglio [[1589]] gli onori e i diritti di ma­tricità vennero trasferiti all’attuale chiesa di San De­metrio Megalomartire, che veniva costruita più grande della precedente per decisione dei rappresentanti della popolazione della cittadina albanese di Piana degli Albanesi e con la autorizzazione dell'arcivescovo di Monreale.
Un'ipotesi sul nome del comune vorrebbe far risalire Monteveglio al [[lingua latina|latino]] ''Mons belli'', ossia «Monte della guerra». L'ipotesi, sebbene plausibile dal punto di vista della [[fonetica]], non è avvalorata da alcuna prova, dal momento che non risulta la presenza di alcun tipo di [[Fortezza|fortificazione]] o [[Esercito romano|presenza militare romana]] in zona. Maggiormente verosimile è l'ipotesi secondo cui Monteveglio sarebbe una corruzione fonetica di «Montebello»<ref>http://www.comune.monteveglio.bo.it/Default.aspx?KeyPub=10052028%7C10052053</ref>.
 
Inizialmente costruita secondo i canoni bizantini, nella ricostruzione del '500 fu modificata seguendo lo stile in voga occidentale.
Durante il [[Medioevo]] Monteveglio insieme ad altri centri faceva parte di un sistema di fortificazioni che, realizzatosi tra i corsi del Samoggia e del Panaro, avrebbe contribuito a trattenere i [[Longobardi]] al di là dei confini dell'[[Esarcato d'Italia]] fino alla definitiva conquista di [[Liutprando]] del 727. Nel 728 Monteveglio entrò a far parte del [[ducato di Persiceto]].
 
Nella prima metà del [[XVII secolo]], dal [[1641]] al [[1644]], la chiesa subì vari rimaneggiamenti e l'intervento pittorico straordinario di [[Pietro Novelli]], il quale vi eseguì i monumentali affreschi nelle tre absidi.
Feudo dei [[Canossa (famiglia)|Canossa]], Monteveglio fu fondamentale per la disperata resistenza che la contessa Matilde oppose all'imperatore [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] disceso in Italia per vendicarsi della celebre umiliazione inflittagli sotto le mura del castello di Canossa dal [[papa Gregorio VII]]. Fu proprio alle porte di Monteveglio che in uno scontro alla Cuccherla, l'imperatore vide morire un figlio in combattimento e probabilmente incrinarsi per la prima volta la speranza di sottomettere il papato alla sua politica. Poco dopo infatti Enrico IV, il cui esercito era stato messo in difficoltà dalle sortite dei montevegliesi asserragliati nel castello, con l'inverno che ormai si avvicinava, tolse l'assedio<ref name="monteveglio.com">[http://monteveglio.com/storia-monteveglio.cfm Monteveglio.Com - Storia E Curiosità<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Dal [[1784]] la chiesa fu sede del vescovo ordinante di [[Rito bizantino|rito greco]] per gli albanesi di [[Sicilia]]. Fino al 18 luglio [[1924]], in Piana degli Albanesi, la chiesa di San Demetrio era la sola parrocchia di rito bizantino con un Collegio di quattro parroci (''papàs''). In quella data essa veniva smembrata ecclesiasti­camente e venivano create altre tre parrocchie ossia quella di San Giorgio Megalomartire, quella di Santissima Annunziata e quella di Sant'Antonio il Grande.
Per alcuni secoli poi Monteveglio seguì le alterne vicende delle lotte tra Bologna, a cui si era consegnata una prima volta nel 1157 (la contessa Matilde era morta senza eredi da quasi mezzo secolo) e Modena e tra guelfi e ghibellini. Il suo castello periodicamente conquistato, riconquistato, distrutto e ricostruito da Bolognesi, Modenesi, signorotti locali, compagnie di ventura (come quella di [[Brandolino Conte Brandolini]], patrizio [[Forlì|forlivese]] che conquistò Monteveglio nel [[1433]]), subì l'ultimo terribile assedio nella primavera del 1527. I [[Lanzichenecchi]] di [[Carlo V d'Asburgo]] che avrebbero poco dopo partecipato al [[Sacco di Roma (1527)|"sacco di Roma"]], non riuscirono però a conquistare Monteveglio per un improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche. La neve caduta in abbondanza nella notte precedente l'assalto, unita alla scarsa agibilità del territorio circostante e forse alle preghiere e ai voti degli abitanti asserragliatisi quasi senza speranza nella rocca ottennero il miracolo di veder partire gli invasori. Ancora oggi, ogni anno, a ricordo di quel terribile momento Monteveglio in festa offre alla Madonna un cero portato in processione all'antica pieve di Santa Maria<ref name="monteveglio.com"/>. Secondo la leggenda, la neve, caduta insolitamente a maggio, avrebbe fatto straripare il torrente Ghiaia, che avrebbe trascinato via le tende dei Lanzichenecchi accampatisi per la notte. Verosimilmente, lo straripamento del torrente non ha provocato danni gravi, ma solo convinto gli invasori a non sobbarcarsi l'impervia salita al colle in condizioni meteorologiche avverse, dato che nei pareggi c'erano tanti altri villaggi da depredare più facili da raggiungere.
 
Il 26 ottobre [[1937]], nella festa di San Demetrio e con l'istituzione dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]], la chiesa veniva elevata alla dignità di cattedrale della cittadina e delle comunità siculo-albanesi di rito orientale in Sicilia.
Dal 2008 Monteveglio è il primo comune italiano ad essere riconosciuto come [[Città di transizione]].
Le iniziative collegate al processo di Transizione sono elencate nel blog [http://montevegliotransizione.wordpress.com/benvenuto/ Monteveglio in Transizione].
 
Le spoglie incorrotte del [[Servo di Dio]] Padre [[Giorgio Guzzetta]], illustre personalità ''[[arbëreshë|arbëresh]]'' vissuta intorno al [[XVIII secolo]], che difese il rito orientale e l'identità degli esuli albanesi e del quale è in corso la [[causa di beatificazione]], dal [[1954]] riposano nella cattedrale di Piana degli Albanesi.
Dal 2009 Monteveglio fa parte dell'[[Unione di comuni Valle del Samoggia]], essendo venuta a cessare la precedente [[Comunità montana Valle del Samoggia]]<ref>[http://www.uncem.emilia-romagna.it/news.php?id=72 Uncem<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
I lavori di ristrutturazione del [[1960]], volti ad adeguare la chiesa al più puro spazio liturgico bizantino, hanno provocato un grave danno al patrimonio artistico e culturale, essendo state asportate iscrizioni funerarie e celebrative, stemmi scolpiti in pietra delle famiglie albanesi del paese e perdute le cappelle laterali e due [[Altare|altari]] in [[stile barocco]] in pregiato marmo rosso locale "Kumeta", situati nelle navate laterali e dedicati uno al SS. Crocifisso e l'altro a [[San Nicola di Bari|san Nicola di Mira]].
Il 25 novembre [[2012]], nel comune di Monteveglio si è tenuto il [[referendum]] sulla fusione con i limitrofi comuni di [[Bazzano (Valsamoggia)|Bazzano]], [[Castello di Serravalle]], [[Crespellano]] e [[Savigno]] per dare vita ad un comune unico: i cittadini dei cinque comuni si sono espressi in favore della fusione con una maggioranza del 51,5%. Nell'occasione si è anche votato sul nome da dare al futuro comune unico, il nome scelto a maggioranza è stato [[Unione di comuni Valle del Samoggia|Valsamoggia]]<ref>[http://www.fusionesamoggia.it/ Fusione dei comuni della Valle del Samoggia]</ref>.
 
Dai primi anni [[1990|’90]] le navate della cattedrale sono state oggetto di un grande intervento decorativo liturgico, ancora in fieri, da parte dell’iconografo greco Eleuterio Katzaras, raffiguranti le feste Despotiche.
== Emergenze storico-artistiche ==
Sul cocuzzolo della collina che domina il paese è situato il borgo di Monteveglio antica, attorno all'antica pieve di Santa Maria, e costituisce la principale attrazione del comune. Si accede al borgo attraverso una porta merlata, unico residuo delle fortificazioni del castello, dagli spalti del quale si gode di uno splendido panorama della zona circostante. Nella torre è ubicato un centro di documentazione sul territorio, contenente molti pannelli esplicativi.
 
Evidenti sono nella chiesa i segni di due stili: uno occidentale, rappresentato dagli affreschi del Novelli - pur rappresentando santi tipicamente in paramenti ortodossi - e dai vari dipinti su tela (tra cui anche il San Spiridione di [[Giuseppe Patania]]); l'altro orientale, attestato dalla monumentale iconostasi, dall'altare, dai vari trittici collocati nelle navate laterali e dagli affreschi neobizantini.
Entrati nel borgo, sulla destra c'è un'antica abitazione in mattoni, detta (non si sa perché), "casa di San Benedetto", risalente al Duecento, che serviva per ospitare i pellegrini<ref>[http://monteveglio.com/curiosita-monteveglio.cfm Monteveglio.Com - Un Certo Ugo Foscolo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Descrizione ==
Fatti pochi passi in avanti (ignorando la metallica garitta della Seconda Guerra Mondiale), si vede l'Oratorio di San Rocco, sulla sinistra. Questo grazioso edificio, oggi sempre chiuso e dall'interno spoglio, è caratterizzato dalla prima campata che reca chiaramente i segni della tamponatura del portico originario d'accesso<ref>[http://www.monteveglio.net/ MONTEVEGLIO.NET - Il Borgo Antico di Monteveglio<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
[[File:Papàdes.jpg|thumb|left|upright=0.7|''Papàs'' (''priftërinjtë''), i sacerdoti italo-albanesi di rito bizantino]]
=== Facciata ===
Costruzione del tardo quattrocento ([[1498]]), vi si accede mediante una scalinata di stile [[Architettura barocca|tardo-barocco]]. La [[facciata a salienti]] è abbellita da due [[Mosaico|mosaici]] di scuola monrealese della metà del XX secolo, raffiguranti [[Cristo]] in trono affiancato dai santi guerrieri [[san Giorgio]] e [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio]] e, in una nicchia sottostante, quello della [[Maria (madre di Gesù)|vergine]] Platitera.
 
=== Pianta ===
Il piccolo borgo si sviluppa longitudinalmente, attorno all'unica strada, caratterizzata da graziose villette in mattoni con giardinetti. Poco prima di giungere alla chiesa, sulla sinistra si può notare che davanti ad un'abitazione vi sono due fioriere ricavate da rocchi di colonne di marmo del I secolo d.C., verosimilmente provenienti da una villa romana della zona. Dallo stesso edificio, con ogni probabilità, derivano due lastre di marmo con decorazione a girali che si notano sulla facciata della stessa abitazione.
È a pianta basilicale romanico-barocca, a tre navate chiuse da tre absidi, con ampio catino absidale centrale. Ricca di mosaici, icone e affreschi, ha la bellezza delle strutture sacre cristiano-orientali.
 
=== Interno ===
Ancora pochi passi e si giunge alla chiesa di Santa Maria.
L'interno, a tre [[Navata|navate]] separate da due maestose file di otto [[Colonna|colonne]] di marmo ed [[Arco (architettura)|archi]] a tutto sesto, contiene un'imponente [[iconostasi]] lignea, la più grande di Sicilia<ref>{{Cita web|url=http://exploro.it/portal/content/?page=place-detail&id=54968&lang=it|titolo=Cattedrale di San Demetrio Megalomartire di Tessalonica > Piana degli Albanesi|editore=exploro.it/portal/content/index.php|accesso=25 settembre 2010}}</ref>, con icone del monaco cretese Manusaki, che ricopre le tre absidi.
 
Arricchiscono le pareti laterali della cattedrale [[Affresco|affreschi]] dell'iconografo greco Eleuterio Hatsaras e [[Trittico|trittici]] di icone che raffigurano la vita della Vergine, le feste principali e i padri della chiesa orientale, quella centrale da affreschi del Katzaras raffiguranti feste Despotiche. Presentava l'[[abside]] rivolto ad [[Oriente cristiano|oriente]] secondo i canoni dell'architettura sacra bizantina; fu ampliata e ristrutturata un secolo dopo la sua edificazione.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Pieve di Santa Maria ===
[[File:Monteveglio abbazia2.jpg|miniatura|destra|Abbazia]]
L'edificio è di fondazione antichissima. Qualche studioso afferma che in questa zona si trovasse un tempio pagano in epoca romana, sebbene ciò non sia suffragato da prove inoppugnabili. Di certo, la chiesa attuale è di epoca preromanica e romanica. La bella facciata caratterizzata da una luminosa bifora, rifatta all'inizio del XIII secolo, da allora non è stata mai modificata.
 
L'abside principale, inizialmente rivolta verso oriente secondo il canone bizantino, nella ricostruzione del '500 fu ricollocata verso occidente. L'asse della chiesa, difatti, fu cambiato e le absidi da est vennero rivolte ad ovest. Il tentativo di "latinizzare" l'arte pittorica bizantina ad uso liturgico, dopo il [[Concilio di Trento]], ebbe qui il suo esito più importante. Dopo la dimissione obbligata dell'antica iconostasi<ref>{{cita|Bizantini|200-201}}.</ref>, [[Pietro Novelli]] dipinse le pareti interne dell'abside poligonale quasi a riproporre in una spazialità più articolata la funzione religiosa-didattica dell'iconostasi ormai mancante. In questa occasione, furono attuati lavori secondari di completamento, e nella prima metà del [[XVII secolo]], dal [[1641]] al [[1644]], la chiesa subì vari rimaneggiamenti e l'intervento pittorico straordinario di [[Pietro Novelli]], che eseguì gli affreschi delle absidi<ref>{{Cita web|url=http://www.siciliainfesta.com/da_visitare/chiese/cattedrale_di_san_demetrio_piana_degli_albanesi.htm
L'interno è su tre livelli. I fedeli normalmente stanno al livello base, quello cui si accede dalla porta d'ingresso. A questo livello si nota, a parte l'elegante sobrietà di colonne e capitelli romanici, un dipinto di [[Lorenzo Costa]] che raffigura la Vergine che ascende al cielo trasportata da sei angeli. Questo dipinto (copia: l'originale è depositato presso la [[Pinacoteca nazionale (Bologna)|Pinacoteca nazionale di Bologna]] è insolito per la produzione dell'artista, spiccatamente rinascimentale, poiché nella visione frontale e statica della Madonna, nella simmetria degli angeli (tre per parte), nelle diverse dimensioni dei personaggi si rivela essere di gusto tardogotico.
|titolo= Cattedrale di San Demetrio|editore=www.siciliainfesta.com|accesso=14 febbraio 2005}}</ref>. In quella centrale è rappresenta l'Esaltazione della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] e in quella destra la Ascensione di Cristo al cielo. Nella volta il Padre benedicente fra sette [[Arcangelo|arcangeli]] e due giri di [[Cherubino|cherubini]]; attorno a lui nell'ordine superiore sono raffigurati i dodici [[Apostolo|apostoli]]; mentre nell'ordine inferiore [[Cristo]] è attorniato dai quattro Padri della [[Chiesa ortodossa|chiesa greca]], [[san Giovanni Crisostomo]], [[Basilio Magno|san Basilio]], [[Gregorio di Nissa|san Gregorio]], [[Atanasio di Alessandria|san Atanasio]].
 
Sulla parete destra, rispetto all'entrata principale, si trova il sepolcro in cui sono custodite le spoglie mortali di Padre [[Giorgio Guzzetta]], illustre [[arbëreshë|arbëresh]] morto in odore di santità<ref>{{cita|Annuario diocesano|}}.</ref>, che difese il rito orientale e l'identità del suo popolo, fondando l'importante Seminario Italo-Albanese in Palermo (1734) per l'istruzione dei giovani delle colonie albanesi di Sicilia. Sempre sulla stessa parete si trova una pala raffigurante [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio]] e [[Nestore di Magydos|san Nestore]].
L'altare si trova in una zona sopraelevata della chiesa. Esso è caratterizzato da un crocifisso di grande precisione anatomica, che alcuni attribuiscono alla scuola leonardesca; inoltre, le volte recano semplici ma efficaci decorazioni floreali duecentesche.
 
Nella navata sinistra si trova un grande dipinto ad olio su tela del [[1845]] di [[Andrea D'Antoni]], raffigurante [[san Nicola]] che dona i suoi beni ai poveri.
La parte più suggestiva della chiesa è la cripta, ubicata al di sotto del livello del terreno. A tre navate con altrettante absidiole, è una selva di colonnine con capitelli di pregevole fattura e forma diversa. All'interno della cripta si trova un'acquasantiera longobarda, uno dei pochi reperti di quel periodo visibili nella provincia di Bologna. Anche uno dei capitelli, che riproduce le forme tipiche dell'oreficeria longobarda, viene attribuito a questo periodo. Si notino le monofore delle absidiole: sono in alabastro e non sono mai state sostituite fin dall'erezione della chiesa, fatto questo assolutamente eccezionale.
 
Sempre dopo il Concilio tridentino nel culto bizantino sono entrate forme estetiche d'arte sacra tipicamente occidentali come la scultura "a tutto tondo". Interessante è il gruppo ligneo policromo ottocentesco raffigurante [[Demetrio di Tessalonica|san Demetrio di Tessalonica]] e [[Nestore di Magydos|san Nestore]], di [[Girolamo Bagnasco]] e bottega; e si ammira anche la Madonna in marmo alabastrino, realizzata da scuola tosco-lombarda tra il [[XV secolo|XV]] e il [[XVI secolo]].
Visitato l'interno della chiesa, è opportuno aggirarla per vedere le splendide absidi dal retro e per dare un'occhiata al campanile, il quale ha una particolarità: non poggia su alcuna fondamenta, è stato semplicemente edificato su una delle absidi, segno questo di grande maestria costruttiva.
 
L'opera più antica e di maggior rilievo artistico è l'[[icona (arte)|icona]] della Madre di Dio con il Cristo di scuola senese del [[1500]]<ref>{{Cita web|url=http://www.altobelicecorleonese.com/abc_tur/comuni/pianadeglialbanesi/davedere.php|titolo= Le Chiese di Piana degli Albanesi|editore=www.altobelicecorleonese.com|accesso=6 maggio 2006}}</ref>, dipinta con tempera all'uovo.
Su richiesta, è possibile visitare anche il chiostro maggiore (con alcune prospettive illusionistiche e dominato da un possente cipresso) del monastero, oggi gestito da una confraternita francescana.
 
In seguito ai restauri operati nel 1960, il [[Coro (architettura)|coro]] venne ampliato e trasformato e la volta a botte della navata centrale sostituita con un tetto a [[Cassettone|cassettoni]] decorati in [[oro]].
Del secondo e più antico chiostro, sul retro, rimane solo un lato, di grande pregio però, visto che reca ancora qualche capitello antropomorfo del XII secolo<ref>[http://www.appenninobolognese.it/comuni.asp?idcomune=16&loadpage=abbaz.htm AppenninoBolognese.it - Benvenuto/a sul portale dedicato all'Appennino bolognese<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Dai primi anni ’90 le navate della cattedrale, sono state oggetto di un grande intervento decorativo liturgico, ancora in fieri, da parte dell’iconografo greco Eleuterio Hatsaras, le cui opere rappresentano la vita di Cristo e quella dei Santi Demetrio, Nestore, Giorgio, Nicola, Spiridione, Biagio e Lucia.
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
==== Oliveto ====
Oggi frazione di Monteveglio, si trova su una collinetta a poca distanza dal capoluogo ed è un borgo che merita una visita perché dà ancora oggi l'idea di come fosse un borgo-castello medievale. Vi si trovano due chiese, il campanile di una delle quali altro non è che una torre angolare del castello riciclata, come si evince dalle sue mura possenti e dall'aspetto di architettura militare. Monumento più significativo del borgo è la Casa Grande dell'Ebreo (XV secolo), eretta dall'ebreo Solomon, che fu la prima banca della valle del Samoggia.
 
In sostituzione del semplice [[pulpito]] è stato recentemente posto uno in stile bizantino, abbellito con [[Icona (arte)|icone]] di scuola italo-albanese locale, dell'artista Zef Giuseppe Barone raffiguranti la vita del Figlio di Dio.
A Oliveto, nel mese di marzo, ogni anno si svolge una pittoresca sagra di paese, chiamata "Funerale della saracca". Questa festa, nata dopo la Prima Guerra Mondiale tra i contadini della zona, consiste in un falso funerale e nell'interramento di una piccola bara che contiene una saracca. Questo piccolo pesciolino (in pratica un'acciuga) è storicamente un simbolo dell'austerità dell'inverno, durante il quale la povera gente normalmente mangiava solo polenta condita con la saracca (facile da conservare). All'arrivo della primavera, la saracca viene simbolicamente sotterrata, lasciando il posto alla ricca alimentazione primaverile.
 
=== Gli affreschi di Pietro Novelli ===
==== Montebudello ====
[[File:Abside Cattedrale San Demetrio.jpg|thumb|upright=1.3|Affreschi dell'abside]]
Altra frazione di rilievo è Montebudello, 250 metri sul livello del mare, registra circa 40 abitanti. Questo nome nasce per un errore di trascrizione: la collina di Sant'Andrea viene definita "monte bidello" (ossia "monte guardiano"), trascritto erroneamente "Budello". Monte Budello fu sede di un'antica pieve, distaccatasi da quella di Monteveglio intorno all'[[VIII secolo]], che ebbe fra l'altro alle sue dipendenze la chiesa di [[Bazzano (Valsamoggia)|Bazzano]].
;L'Eterno Padre partecipe della Resurrezione del Cristo
Monte Budello diventò bolognese nel [[1204]], e nel [[1227]] vi fu eretto il castello, che tante tribolate vicende ebbe nelle guerre contro i modenesi, i [[Visconti]] e i mercenari di Bazzano. La collina è fitta di vigneti ove si produce dell'ottimo vino, in particolare il Pignoletto, e di ristoranti ed agriturismi. Di un qualche pregio è la chiesa di Sant'Andrea, con fregio con putti sul portale ed uno slanciato campanile a matita ottocentesco che si scorge da lontano. Il centro di Montebudello dista 37&nbsp;km dal centro di Bologna e 29&nbsp;km dal centro di Modena.
Il 29 ottobre [[1641]], con atto notarile, [[Pietro Novelli]] s'impegnava a: {{citazione|[...] dipingiri a frisco tutta la tribona della chiesa maggiore della terra della Piana giusta la forma del disegno.}} I lavori furono completati, quasi certamente, il 29 ottobre del [[1643]]. L'anno successivo ritornò per alcuni ritocchi. Nel catino absidale vi raffigurò l'[[Dio Padre|Eterno Padre]], alla cui destra sta l'[[Arcangelo Michele]] che, vestito da guerriero, regge con la sinistra uno [[scudo (difesa)|scudo]] recante il motto "Quis ut deus". Alle sue spalle [[Uriel]], l'angelo illuminatore, brandisce una [[spada]]. Segue Sealtiel in preghiera ed ancora Barachiel, l'[[angelo]] della benedizione, che impugna uno scettro. Dall'altro lato, a sinistra, [[Arcangelo Gabriele|Gabriel]], l'angelo “messaggero”, in tunica bianca con in mano un giglio, simbolo della purezza. Segue [[Raffaele|Raphael]], l'[[angelo]] della guarigione, raffigurato mentre intima a [[Tobia]] di afferrare il pesce, che gli restituirà la vista. Poi Indiel, l'angelo della [[gloria (religione)|gloria]]. Nella tessera inferiore sono raffigurati gli [[apostoli]] testimoni e divulgatori della parola di Cristo. Queste gigantesche figure senili recano, ciascuno, l'emblema del [[Martire|martirio]] subìto o il simbolo dell'apostolato svolto. Essi sono nell'ordine, da sinistra, [[Giovanni Evangelista]], [[Giuda Taddeo]], [[Giuda Iscariota|Giuda l’Escarioto]], Giacomo, Andrea, Simone detto Pietro ed il fratello Paolo, Giacomo il Minore, Bartolomeo, Tommaso, Filippo, Matteo. Nella tessera ancora inferiore è raffigurato il [[Cristo]] [[Risurrezione di Gesù|resuscitato]] che ascende al cielo, benedice con la destra e sventola, nella sinistra, lo stendardo della vittoria. Ai due lati sono raffigurati i quattro Dottori della [[Chiesa greco-ortodossa|Chiesa greca]]: [[Gregorio di Nissa|San Gregorio]], [[Anastasio il Persiano|San Anastasio]], [[Basilio Magno|San Basilio]], [[San Giovanni Crisostomo]]. Nel sottarco dell'[[abside]], il Novelli dipinse a sinistra [[San Giovanni Battista]], il precursore di [[Cristo]]; al centro lo [[Spirito Santo]] (sotto forma di [[colomba dello Spirito Santo|colomba]]), circondato da [[cherubino|cherubini]]; a destra la [[Vergine Maria|Vergine Immacolata]] (con le mani giunte sul petto) coronata di [[stelle]]. Sull'arco trionfale raffigurò, a sinistra, [[San Nicola di Bari|San Nicolò di Bari]] che regge la tiara papale; a destra, [[San Giovanni Damasceno]] il quale regge un volume aperto su cui è inciso l'incipit del cantico indirizzato alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. L'[[affresco]] è stato restaurato nei primi anni [[1970|’70]] del [[XX secolo|secolo scorso]].
 
;La Resurrezione di Cristo
'''Ziribega'''
Gli [[Affresco|affreschi]], eseguiti in poco tempo, dal [[Pietro Novelli|Novelli]], furono commissionati da Paolina, vedova del chierico Lorenzo Petta che per volontà testamentaria aveva chiesto di essere sepolto nella cappella del SS. Sacramento. In collaborazione con Luigi di Geraci, Matteo Ferrea e Battista Serpotta, Novelli finì i lavori, iniziati probabilmente il 23 luglio [[1644]], in pochi giorni.
 
Negli affreschi è raffigurata sotto l'[[arco (architettura)|arco]] della cappella la [[colomba dello Spirito Santo]], [[aureola]]ta da quattordici cherubini, suddivisi in sette per ciascun lato e nel tondo centrale della volta il [[Risurrezione di Gesù|Cristo risorto]] e trionfatore sul peccato mortale. Da sinistra verso destra sono raffigurati l'[[Arcangelo Michele]] che regge lo scudo e impugna una spada e, nelle altre tre lunette, [[Ilario di Poitiers|San Ilario di Poiters]], [[San Girolamo]] e [[Agostino d'Ippona|San Agostino]], i teologi della spiritualità della [[Resurrezione della carne]].
Altra frazione di Monteveglio, posta ai confini con la municipalità di Castello di Serravalle.
[[File:IconostasiCattedrale.png|thumb|Iconostasi della cattedrale]]
=== L'iconostasi ===
Parlare dell'[[iconostasi]] dà la possibilità di far luce su alcune delle opere contemporanee più significative del patrimonio artistico dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]].
 
La cattedrale di Piana degli Albanesi ha avuto diverse iconostasi. Essa è il risultato finale di un fenomeno precedente, che avviene intorno alla metà del [[XVII secolo]], quando il pittore [[Pietro Novelli]] riprodusse scenograficamente nello spazio [[Abside|absidale]] un ciclo di temi e soggetti sacri mediante l'[[affresco]], contemperando i classici sistemi bizantini con le modalità pittoriche dell'arte occidentale.
== Persone legate a Monteveglio ==
* [[Giuseppe Dossetti]], ''presbitero, giurista e politico''
* [[Guido Lelli]] (1921-1986), ''ciclista''
* Angelo Orlandi (1835-1907), fondatore della [[carrozzeria Orlandi (Modena)]].
 
In sequenza storica, dopo l'originaria [[iconostasi]] o [[pergula]] del [[XVI secolo]] - dismessa per via delle rigide decisioni prese nel [[Concilio di Trento]] - e gli [[Affresco|affreschi]] del [[Pietro Novelli|Novelli]] ([[1641]]-[[1644]]), agli inizi del secolo scorso ([[1937]]) si realizzò l'iconostasi con base marmorea della cattedrale di [[Piana degli Albanesi]]. L'iconostasi fu arricchita, tra il [[1947]] e il [[1948]], da icone del pittore Giuseppe Rondini dal [[Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata|monastero di Grottaferrata]]. Si tratta di una trentina di [[Icona (arte)|icone]], la cui iconostasi è oggi scomposta (smembrata nel [[1968]]) e le icone trasferite al museo eparchiale. L'iconostasi marmorea della cattedrale presentava icone su due registri.
== Società ==
 
=== Evoluzione demografica ===
L'imponente artistica [[iconostasi]] lignea attuale, la più grande della [[Sicilia]] e del [[sud Italia]], è stata realizzata dal dopoguerra sino alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] del [[Novecento]] su disegno e cura dell'Arciprete Papàs Gjergji Schirò ([[1907]]-[[1992]]) ed esecuzione dei fratelli [[Artigianato|artigiani]] La Bruna di Monreale. Le [[Icona (arte)|icone]] sono state realizzate dal maestro iconografo cretese P. Giorgio Manusakis e collocate nel 1975. L'iconostasi ha tre registri di icone, scandite da pregevoli intagli in [[oro]] del [[legno]]. Le icone, alcune molto grandi, sono in puro stile bizantino.
{{Demografia/Monteveglio}}
 
=== Gli affreschi neobizantini ===
Un grandioso ciclo di affreschi in [[stile neo-bizantino]] della fine del [[XIX secolo]], dell'iconografo greco Eleuterio Hatsaras, decora le pareti della navata centrale, presentando le grandi feste dell'anno liturgico: sul lato destro del Vima, l'[[Annunciazione]], il [[Natale]], la [[Circoncisione]], la [[Presentazione al Tempio]], la [[Teofania]] al [[Giordano (fiume)|Giordano]], la Metamorfosi sul [[Monte Tabor|Tabor]]; sul lato sinistro la [[Resurrezione di Lazzaro]], la festa delle Palme, la Deposizione del Cristo, l'[[Ascensione]], la [[Pentecoste]], l'[[esaltazione della Croce]]. Più in alto, in secondo ordine figurativo, sono i profeti dell'[[Antico Testamento]].
 
Domina l'arco magno la raffigurazione della [[Ultima cena|mistica Cena]], presentata in una sorta di dittico: da un lato [[Cristo]] distribuisce il S. Pane a sei [[Apostoli]], mentre dall'altro porge a bere il Calice agli altri sei. Su questa scena sovrasta, nel timpano, la Déisis: siede il [[Cristo Pantocratore]] in [[trono]] tra le due mistiche personificazioni della preghiera cristiana, la [[Maria Vergine|Vergine]] e [[Giovanni Battista]] che a mani aperte verso di lui, intercedono per l'umanità, affiancati dagli Arcangeli [[Arcangelo Michele|Michele]] e [[Arcangelo Gabriele|Gabriele]].
 
Il grande intervento decorativo liturgico degli affreschi, ancora in fieri, non è stato ancora totalmente completato ed è mancante dei temi contemplanti la vita di [[San Demetrio]] e la storia dell'esodo [[Albanesi|albanese]] nella zona inferiore delle navate laterali.
 
=== Simbologie ===
[[File:Aquila bicipite bizantino-albanese Piana degli Albanesi.jpg|thumb|upright=0.7||L'aquila bicipite bizantino-albanese del maestoso lampadario]]
[[File:Nobilis Planae Albanensium Civitas.jpg|thumb|upright=0.7|Iscrizione in [[lingua albanese|albanese]] in ricordo di Papàs [[Demetrio Camarda]] con aquila bicipite d'[[Albania]]]]
All'interno della cattedrale è presente una ripetuta araldica che richiama l'identità etnica e religiosa della comunità: l'[[aquila bicipite]], simbolo della fede [[Chiesa ortodossa|cristiana orientale]] e simbolo dell'identità [[Albania|albanese]].
 
Si tratta di varie aquile bicipiti, il cui disegno spesso ricopre diversi angoli dell'edificio cristiano. In passato, precedentemente ai [[Restauro|restauri]] del [[Seconda guerra mondiale|dopoguerra]], poteva probabilmente presentarne diversi altri ancora. Il più antico è quello dell'iscrizione commemorativa in [[lingua albanese]] in ricordo di Papàs [[Demetrio Camarda]], proprio con aquila bicipite d'[[Albania]], posizionato ora in un corridoio che precede la casa canonica, ma inizialmente nella navata laterale destra. Un'altra aquila bicipite è presente nella parte antistante l'iconostasi, posto nella zona centrale, in [[marmo]] Rosso Kumeta. Svetta, dal grandioso [[lampadario]] ligneo dorato, la più grande aquila bicipite bizantino-albanese. Questa araldica la si può ritrovare anche nei [[Trittico|trittici]] in [[legno]] delle [[Navata|navate]] laterali o nel mitra dell'[[eparca]].
 
La cattedrale dell'[[eparchia di Piana degli Albanesi]], da sempre centro cardine degli albanesi di Sicilia, rappresenta per la [[Piana degli Albanesi|città]] il luogo per eccellenza della sua [[Identità (scienze sociali)|identità]] religiosa e linguistico-culturale.
 
== Patrimonio artistico-religioso ==
La cattedrale possiede antichi [[Epitaffio|epitafi]], stemmi scolpiti in pietra delle famiglie locali e iscrizioni [[Lapide|lapidarie]] funerarie e celebrative, numerose in [[lingua albanese]], alcune delle quali inesorabilmente perse, distrutte o ridotte in frammenti a causa dei [[Restauro|restauri]] senza criterio metodologico e conservativo, operati nel [[1960]]. In seguito essi furono spostati dall'interno della chiesa e riuniti nel corridoio che precede la [[sagrestia]].
 
=== I paramenti liturgici bizantini ===
Il nucleo più importante dei [[Paramento liturgico|paramenti liturgici]] bizantini dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]] è custodito presso la cattedrale di San Demetrio Megalomartire.
[[File:Mitra.jpg|thumb|left|upright=0.7|Mitra del XIX secolo]]
Anche le altre principali chiese dell'Eparchia custodiscono il loro patrimonio di antichi paramenti, che vengono indossati dai diversi celebranti della [[Divina Liturgia]] ([[Eparca]], papàs, [[arcidiacono]], [[diacono]], [[suddiacono]], cantore e lettore). La foggia di questi abiti liturgici è naturalmente diversa da quelle dei paramenti in uso nella Chiesa latina ed è di particolare interesse come testimonianza dell'accanita volontà del clero greco-ortodosso nel voler mantenere e ripristinare le originalità del proprio rito anche nei dettagli.
 
Questi paramenti vennero cuciti e ripresi, su modello dei precedenti abiti, alcuni pervenuti sino ad oggi, dalle suore e dalle fanciulle del Collegio di Maria presso la Chiesa dell'Odigitria a [[Piana degli Albanesi]]. La decorazione di questi indumenti liturgici (''sàkkos'', ''[[Sticario|sticharion]]'', ''[[Felonio|felònion]]'', ''epitrachinion'', ''mandhìas''; etc.) è tipica dell'arte sacra bizantina e del gusto tardo-settecentesco dell'epoca nella quale vennero recuperati e realizzati. Non mancano una caratteristica ''[[Mitria|mitra]]'' a quattro lobi molto decorata e altri accessori di vestiario (''[[Omoforio|omofòrion]]'', ''epigonàtion'', ''epimanìkia'', etc.) nonché anche alcuni "arredi" per l'altare come l' ''air'' e l'''[[Epitaffio|epitàfios]]''.
 
== Vescovi ordinanti per gli Albanesi di Sicilia ==
* [[Giorgio Stassi]] † (25 giugno [[1784]] - 26 marzo [[1801]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Giuseppe Guzzetta † (29 marzo [[1801]] - [[1813]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Francesco Chiarchiaro † (23 settembre [[1813]] - [[1834]] deceduto) da [[Palazzo Adriano]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Giuseppe Crispi † (20 dicembre [[1835]] - [[1859]] deceduto) da [[Palazzo Adriano]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Lampsaco|Lampsaco]])
* Agostino Franco † ([[1860]] - [[1877]] deceduto) da [[Mezzojuso]], già ordinante per gli albanesi di Calabria ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Ermopoli Maggiore|Ermopoli Maggiore]])
* Giuseppe Masi † (29 gennaio [[1878]] - 11 aprile [[1903]] deceduto) da [[Mezzojuso]] ([[vescovo titolare]] di [[sede titolare di Tempe|Tempe]])
* [[Paolo Schirò]] † (5 febbraio [[1904]] - 12 settembre [[1941]] deceduto) da [[Piana degli Albanesi]] ([[vescovo titolare]] di [[diocesi di Benda|Benda]])
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Immagine:ShënMitri.jpg|Interno della cattedrale
Immagine:Hodighìtria.jpg|Icona dell'[[Odigitria|Hodighìtria]]<br />(XVI secolo)
Immagine:Eterno Padre.jpg|Affreschi dell'abside e dell'arco trionfale<br />di [[Pietro Novelli]] (1641-1644)
Immagine:Padre della Chiesa greca.jpg|Padre della [[Chiesa Ortodossa]], particolare dell'affresco, P. Novelli
Immagine:Shën Dhoni.jpg|[[Spiridione di Trimitonte|San Spiridione]], di G. Patania (1780-1852)
Immagine:Epitàfios.jpg|Epitàfios (XIX secolo)
Immagine:San Spiridione.jpg|San Spiridione (XIX secolo)
Immagine:SanDemetrioeSanNestore.jpg|San Demetrio, olio su tela, Fascetti. Commissione di papàs Gjergji Schirò (1907-1992)
Immagine:Shën Mitri2.jpg|Affreschi neobizantini<br />della navata centrale (XIX secolo)
Immagine:Byzantinefrescoes.jpg|Affreschi neobizantini, la [[Resurrezione]]
Immagine:Piana-degli-Albanesi-bjs2007-02.jpg|Scalinata tardo-barocca
Immagine:Flamuri e Eparhisë.jpg|Bandiera con il simbolo dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|''Bizantini:| l'eredità culturale in Sicilia''|in Kalós (Itinerari d'arte)|2008|119-120|Rodo Santoro|cid=Bizantini}}
{{NoISBN}}
*{{cita libro|''L'Eparchia di Piana degli Albanesi''| in Annuario diocesano|Ufficio amministrativo della Curia Vescovile di Piana degli Albanesi|1970|Piana degli Albanesi|cid=Annuario diocesano}}
{{NoISBN}}
*{{cita libro|''Arbëreshë:|storia, luoghi e simboli dell'Eparchia di Piana degli Albanesi''|Ufficio amministrativo della Curia Vescovile|A. D. 2003|36-38|Piana degli Albanesi|cid=Arbëreshë}}
{{NoISBN}}
 
== Voci correlate ==
*[[Arbëreshë]]
* [[Parco regionale dell'Abbazia di Monteveglio]]
*[[Chiesa cattolica italo-albanese|Chiesa italo-albanese]]
* [[Unione di comuni Valle del Samoggia]]
*[[Eparchia di Piana degli Albanesi]]
*[[Oriente cristiano]]
*[[Rito bizantino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:MonteveglioPiana degli Albanesi}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.monteveglio.boeparchiapiana.it/|ComuneIl portale liturgico e culturale dell'eparchia di MonteveglioPiana degli Albanesi}}
* {{cita web|http://wwwsandemetriopiana.parcoabbaziablogspot.itcom/|ParcoBlog regionaledella dell'Abbaziacattedrale di MonteveglioSan Demetrio Megalomartire}}
* {{cita web|url=httpshttp://www.facebookeparchiapiana.comit/olivetodimonteveglioSelfSiteinfo.asp?frefidPag=ts/12&idSez=3|titolo=OlivetoVisita virtuale all'interno didella Montevegliocattedrale}}
 
{{Provincia di Bologna}}
 
{{portale|architettura|arte|Bisanzio|cristianesimo|Sicilia}}
{{Controllo di autorità}}
 
[[Categoria:ComuniCattedrali dell'Emilia-Romagnadella soppressiSicilia|Piana degli Albanesi]]
[[Categoria:FrazioniCattedrali dedicate a san Demetrio di ValsamoggiaTessalonica|Piana degli Albanesi]]
[[Categoria:Chiese della città metropolitana di Palermo]]
[[Categoria:Piana degli Albanesi]]
[[Categoria:Chiese bizantine]]