Chiesa (architettura) e Corpo di artiglieria israeliano: differenze tra le pagine

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[[Immagine:Leonardo chiesa gemmata.jpg|right|thumb|200px|Schizzo di chiesa a pianta centrale (con cappelle per gemmazione), di [[Leonardo da Vinci]]]]
{{Infobox unità militare
|Nome=חיל התותחנים
Heil HaTothanim
 
Israeli Artillery Corps
[[Immagine:Hallgrímskirkja.jpeg|thumb|200px|Chiesa in Islanda]]
|Immagine=Idf artillery corps.svg
|Didascalia= Bandiera dell'unità di artiglieria israeliana
|Attiva=[[1948]] - oggi
|Nazione=[[Israele]]
|Servizio=[[Forze di difesa israeliane]]
|Tipo=
|Ruolo=
|Descrizione_ruolo=
|Dimensione=
|Struttura_di_comando=
|Reparti_dipendenti=
|Descrizione_reparti_dipendenti=
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|Descrizione_guarnigione=
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|Soprannome=
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|Motto=
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|Descrizione_colori=
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|Battaglie=[[Guerra arabo-israeliana del 1948]]<br />[[crisi di Suez]]<br />[[guerra dei sei giorni]]<br />[[guerra del Kippur]]<br />[[Guerra del Libano (1982)|guerra del Libano del 1982]]<br />[[Guerra del Libano (2006)|guerra del Libano del 2006]]
|Anniversari=
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<!-- Comandanti -->
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|Capo_cerimoniale=
|Descrizione_capo_cerimoniale=
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|Descrizione_Colonel_in_Chief=
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<!-- Simboli -->
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|Descrizione_simbolo2=
<!-- Varie ed eventuali -->
|Titolo_vario=
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|Testo_vario1=
}}
 
Il '''Corpo di artiglieria israeliano''' (in [[lingua ebraica|ebraico]]: '''חיל התותחנים''', '''Heil HaTothanim''') anche noto come '''Israeli Artillery Corps''' è l'unità delle [[forze di difesa israeliane]] responsabile per i compiti di artiglieria. Il corpo è anche noto come "Pillar of Fire". Attualmente il [[generale di brigata]] è David Savisa il quale è anche il responsabile di questo corpo.
[[Immagine:Auf_Karpathos.jpg|thumb|200px|Chiesa in Grecia]]
 
Nei compiti dell'unità di artiglieria rientrano il bombardamento delle postazioni nemiche e l'appoggio delle unità di prima linea con la propria elevata potenza di fuoco. Il corpo fu concepito in base a due requisiti principali, quello di assistere le unità di prima linea e quello di distruggere con la propria potenza di fuoco unità nemiche anche nelle retrovie.
[[Immagine:StDenis_Langhauswand2.JPG|thumb|200px|Interno della cattedrale di [[Abbazia di Saint Denis|Saint Denis]] in Francia]]
Il corpo di artiglieria è sotto il comando congiunto del GOC Army Headquarter. Il [[basco (abbigliamento)|basco]] dei membri di questo corpo è di colore [[Celeste (colore)|celeste]].
 
==Storia==
[[Immagine:20030702 2 July 2003 Tokyo Cathedorale 2 Tange Kenzou Sekiguchi Tokyo Japan.jpg|thumb|200px|Cattedrale di [[Tokyo]] di [[Kenzo Tange]].]]
Il Corpo di artiglieria israeliano fu fondato il 12 marzo [[1948]]. Il suo primo comandante fu il [[colonnello]] Yehuda Ginzburg, che fu a capo dei "Hagana". Nel maggio del 1948 fu poi sostituito dal colonnello Shmuel Admon. Nonostante il breve periodo durante il quale fu al comando di questo corpo, spetta al colonnello Ginzburg il merito di avere creato e organizzato questo corpo, il quale si impegnò per la fondazione di questo corpo già a partire dal [[1947]]. La sua idea fu quella di creare delle unità di artiglieria che fossero inquadrate sotto i diversi comandi territoriali, argomentando che il passaggio ad uno stato indipendente israeliano avrebbe richiesto la creazione di una forza armata in particolare dotata di un corpo di artiglieria capace di affrontare le diverse minacce che si sarebbero presentate. Sempre secondo Ginzburg il corpo di artiglieria si sarebbe dovuto dividere almeno in tre unità distinte in modo da potere disporre tali unità a seconda delle necessità e a seconda delle aree di competenza. Tale suddivisione avrebbe consentito alle singole unità di supportare al meglio le unità al fronte.
 
==Attività==
Il termine '''chiesa''' in [[architettura]] identifica un [[edificio]] specificamente dedicato per il [[culto]] [[religione|religioso]] [[Cristianesimo|cristiano]].
[[File:M109-Doher-latrun-exhibition-1.jpg|thumb|Un semovente [[M109 (semovente)|M 109]] israeliano del Corpo di artiglieria esposto ad una manifestazione]]
I primi membri di questo corpo furono dei volontari che avevano prestato servizio durante la [[seconda guerra mondiale]] nei diversi corpi di artiglieria, molti dei quali originari dal [[Regno Unito]]. Il Corpo fu impiegato fin dall'inizio in alcune delle battaglie più dure della [[Guerra arabo-israeliana del 1948|guerra arabo israeliana del 1948]], dove dimostrò la sua validità nonostante il proprio equipaggiamento obsoleto.
 
La prima campagna militare alla quale prese parte il Corpo di artiglieria israeliano al di fuori dei confini dello stato di Israele fu la [[crisi di Suez]] nel corso della quale la [[Francia]] fornì allo stato di [[Israele]] i primi pezzi di artiglieria da 155&nbsp;mm. Molti dei pezzi di artiglieria forniti però dovevano essere trainati da mezzi pesanti, ma nonostante lo scetticismo manifestato da parte di molti riguardo l'impiego di tali armi in uno scenario come quello del [[Penisola del Sinai|Sinai]], dove il terreno impervio avrebbe dovuto rendere quasi impossibile l'impiego di obici di tali dimensioni, tali timori si rilevarono infondati. Il corpo riuscì a trasportare tutti gli obici in posizione senza rallentare l'avanzata.
==[[Etimologia]]==
 
Durante la guerra dei sei giorni il corpo di artiglieria fu nuovamente impiegato in bombardamenti contro le postazioni nemiche, ma il periodo di impiego più intenso lo vide il corpo negli anni che precedettero la [[Guerra del Kippur|guerra del Yom Kippur]]. Durante questo periodo il corpo fu schierato lungo il confine con [[Egitto]] e [[Siria]] spesso a pochi chilometri di distanza dalle postazioni di artiglieria nemiche ed in alcuni casi persino a distanza visiva, come accadde lungo il [[canale di Suez]].
Il termine deriva dal latino ''ecclesia'' e dal greco εκκλησια (''ekklesìa''), cioè [[comunità]] come effetto di una convocazione. (Vedi la voce principale [[Chiesa]])
 
Durante la guerra del Yom Kippur il corpo fu impiegato per rallentare l'avanzata delle forze amate egiziane e siriane e si trovò a operare in condizioni di inferiorità numerica. Così ad esempio le batterie israeliane schierate sulle [[alture del Golan]] nelle prime ore del conflitto erano solamente undici mentre quelle siriane erano oltre 156. Grazie all'impegno dei membri di questo corpo, le forze armate israeliane furono in grado di fermare l'avanzata nemica.
== Significato ==
 
Da allora il corpo fu impiegato in tutti i conflitti armati ai quali prese parte lo stato di Israele. In particolare nel corso delle operazioni in [[Libano]] nel [[1982]] e nel [[2006]] il corpo d'artiglieria ebbe un ruplo cruciale con il compito di bombardare le postazioni dei terroristi [[Hezbollah]].
Nel [[Cattolicesimo]], a differenza delle [[sinagoga|sinagoghe]] dell'[[Ebraismo]], l'edificio di culto è anche sede della divinità, così come avveniva nella religione greco-romana (con l'eccezione, nell'ebraismo, del [[Tempio di Gerusalemme]]). Questo perché per il cattolicesimo, anche se spiritualmente [[Dio]] è ritenuto onnipresente, la Chiesa contiene al suo interno la reale presenza del corpo e del sangue di Cristo, cioè sotto le specie eucaristiche. Il termine chiesa originariamente indicava la comunità di persone convocata da Dio. Con il tempo il termine ha portato a significare anche il luogo dove avviene l'incontro della comunità; infine ha acquisito questo significato praticamente in senso fisico.
 
== Denominazioni ==
Gli edifici ecclesiastici cristiani possono avere varie denominazioni, a seconda della loro [[tipologia]], funzione o importanza:
 
* ''[[basilica]] cristiana'' - chiesa di grandi dimensioni a cui sono stati conferiti speciali diritti cerimoniali dal [[Papa]]
* ''basilica patriarcale'' - basilica principale di un [[Patriarcato (cristianesimo)|patriarcato]]
* ''[[battistero]]'' - edificio specificamente destinato al rito del [[battesimo]], spesso a pianta centrale
* ''[[cappella]]'' - ampia nicchia ricavata all'interno di una chiesa, o piccolo edificio funzionalmente legato ad altri edifici. Il temine, originariamente usato solo dai [[Franchi]], deriva da cappa, ed era riferito all'ambiente dove si officiavano le funzioni religiose per i re Franchi, che conteneva la reliquia della cappa di [[San Martino]], santo patrono e protettore del regno.
* ''[[cattedrale]]'' - la chiesa da dove il [[vescovo]] presiede le celebrazioni diocesane e dove, in passato, i canonici celebravano gli uffici corali.
* ''chiesa abbaziale'' - chiesa di una [[abbazia]], in cui i monaci celebrano l'ufficio monastico
* ''chiesa arcipretale'' o ''arcidiaconale'' - la chiesa di riferimento di una [[forania]] cioè un insieme di parrocchie, nel quale il lavoro dei parroci è coordinato dall'arciprete o dall'arcidiacono.
* ''chiesa parrocchiale'' - la chiesa di riferimento di una [[parrocchia]] (cioè di una frazione del territorio di una [[diocesi]]), retta da un [[parroco]]
* ''chiesa rettoriale'' - la chiesa storicamente importante la quale però non ha una parrocchia correlata, ma è inclusa nella giurisdizione di una chiesa parrocchiale, il sacerdote presente si chiama ''rettore''.
* ''[[collegiata]]'' - chiesa storicamente sede di un collegio di canonici, con funzioni religiose simili alla cattedrale.
* ''[[duomo]]'' - termine generico che indica la chiesa più importante di una città
* ''[[pieve]]'' - chiesa rurale in cui poteva essere conferito il battesimo e con speciali diritti sulle chiese figliali. Il parroco spesso era un [[arciprete]].
* ''[[sacro monte]]'' - complesso [[devozione|devozionale]] posto sul versante di una montagna con una serie di [[cappelle]] o [[edicola|edicole]] contenenti scene figurative
* ''[[santuario]]'' - chiesa specificamente dedicata al culto particolare di un [[Santo]] e spesso meta di pellegrinaggi
* ''[[tempio]]'' - termine generico, spesso riferito ad un edificio religioso monumentale, adibito a culti anche diversi da quello cristiano
 
== Storia ==
 
=== Età precostantiniana ===
[[File:Santa Maria del Fiore.jpg|thumb|300px|[[Cattedrale di Santa Maria del Fiore]] a [[Firenze]]]]
L'edificio ecclesiastico come è attualmente inteso non si è potuto sviluppare prima dell'[[Editto di Costantino]] del [[313]], anno in cui è stata concessa la [[libertà di culto]] ai cristiani. Fino ad allora i cristiani usavano riunirsi in edifici privati, chiamati ''domus ecclesiae'' (case della comunità).
 
=== Basiliche e battisteri ===
Con la libertà di culto si pose anche il problema di come costruire gli edifici necessari per la [[liturgia]] cristiana, che poteva essere celebrata pubblicamente. Venne adottato il modello basilicale. La [[basilica]] esisteva già come tipologia architettonica romana, ed aveva la funzione di edificio pubblico, non legato alla religione. Il tempio classico non poteva infatti servire come modello per la chiesa cristiana, poiché legato ad una religione aborrita e perché anche funzionalmente poco adatto, in quanto non prevedeva la fruizione interna dello spazio da parte del fedele, ma piuttosto quella esterna.
 
L'edifico basilicale, nella rielaborazione cristiana, subisce delle traformazioni non solo funzionali ma anche estetiche. La percorrenza diviene prevalentemente longitudinale, con lo spostamento della porta principale su di un lato corto e la localizzazione dell'[[altare]] sul lato opposto, spesso dotato di [[abside (architettura)|abside]]. Tra la [[navata]] e l'altare (il cui spazio circostante viene denominato [[presbiterio]]) spesso viene posta una navata minore trasversale, chiamata [[transetto]], che rende la pianta dell'edificio simile ad una [[croce]].
 
Anche nell'alzato si hanno delle modifiche sostanziali. Viene limitata la profusione di [[marmo|marmi]] e decori tipici dell'[[architettura romana]] imperiale, e al posto della copertura a [[volta a crociera|crociera]] della navata centrale si preferisce la copertura con [[capriata|capriate]] lignee, che dà all'edificio un aspetto meno sontuoso. Spesso le pareti vengono ricoperte da cicli di [[mosaico|mosaici]] o [[affresco|affreschi]], che smaterializzano lo spazio, coerentemente con la visione [[ascetismo|ascetica]] del primo cristianesimo.
 
[[Costantino]] stesso patrocinò l'edificazione di numerose chiese. Fra queste le quattro basiliche patriarcali di [[Roma]], le basiliche di [[Gerusalemme]] e [[Costantinopoli]].
 
Un altro edificio cristiano che ebbe origine in quest'epoca fu il [[battistero]]. Anche in questo caso il riferimento fu un edificio romano "profano", l'edificio a pianta centrale (circolare o poligonale) delle [[terme romane]], contenente le vasche per l'acqua. È evidente la connessione di tipo funzionale. Il rito del [[battesimo]] avveniva infatti per immersione, e l'architettura termale, opportunamente rielaborata, si prestava ad essere reinterpretata per questo scopo.
 
=== Bisanzio ===
L'architettura sacra bizantina è la rielaborazione delle due tipologie della basilica e del battistero. Si sviluppa infatti anche la chiesa a pianta centrale, spesso edificata in onore di un [[martire]]. Un altro elemento che avrà una grande importanza anche negli sviluppi futuri è la [[cupola]]. Fra queste, quella che colpirà maggiormente la fantasia dei contemporanei sarà quella di [[Basilica di Santa Sofia (Istanbul)|Santa Sofia]] di Costantinopoli, che diverrà anche il modello ideale delle [[moschea|moschee]] ottomane.
 
=== Medioevo ===
Il [[medioevo]] è il periodo del grande sviluppo dell'architettura ecclesiastica. Nell'[[alto medioevo]] le chiese non sono di grandi dimensioni. I modelli planimetrici sono quelli già codificati nel tardo antico, ma appaiono significative varianti locali. Il medioevo è anche il periodo della costituzione della capillare organizzazione ecclesiastica. Il territorio rurale viene suddiviso in [[plebanato|plebanati]], con a capo una [[pieve]], cioè una chiesa dove veniva amministrato il battesimo, e con chiese figliali dipendenti. Nelle città, soprattutto dopo l'anno mille, in età [[romanico|romanica]], assumono importanza le [[cattedrale|cattedrali]], cioè le chiese in cui risiede il vescovo. Anche le [[abbazia|abbazie]] [[ordine benedettino|benedettine]] conoscono un grande sviluppo. Fra queste il monastero più importante nell'Europa medievale è certamente il monastero di [[Cluny]], in [[Borgogna]], l'edificio ecclesiastico di maggiori dimensioni dell'epoca.
Nel XII secolo l'architettura ecclesiastica subisce un'importante trasformazione ed accelerazione, con la costruzione del primo edifico [[gotico]], l'[[abbazia di San Denis]] vicino Parigi. Progressivamente, l'[[architettura gotica]] diventa il linguaggio comune a quasi tutta l'Europa occidentale. Fra le innovazioni di questo nuovo modo di concepire l'edificio sacro vi è il grande sviluppo della parte orientale della chiesa, con il [[deambulatorio]] attorno al [[coro]], e l'uso della [[volta a crociera]] e dell'arco acuto negli alzati, che da' slancio e coerenza formale a tutto l'edificio.
 
Nel periodo gotico si sviluppano, inoltre, una serie di edifici specialistici. Fra questi le chiese degli [[ordini mendicanti]], dotate, diversamente dalle cattedrali e dalle [[collegiata|chiese collegiate]], di ampie navate, coro ridotto e decorazione semplificata, funzionali all'attivita di predicazione svolto da questi [[Istituti di Vita consacrata|ordini religiosi]].
 
=== Età moderna ===
Nel [[rinascimento]] l'architettura ecclesiastica tradizionale viene confrontata con i modelli derivati dall'antichità classica. Si cerca di coniugare i due modelli in realtà eterogenei, in parte ritornando agli schemi basilicali paleocristiani, in parte formulando dei modelli nuovi, di sintesi, come la chiesa a pianta centrale teorizzata dagli architetti umanisti del '400 toscano e poi romano. Tale sintesi avrà il suo momento di maggior vigore all'inizio del '500, quando verrà addirittura demolita la [[basilica di San Pietro|basilica costantiniana di San Pietro]] per fare posto ad un edificio a pianta centrale con una cupola maggiore di quella del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]].
 
L'architettura ecclesiastica del rinascimento andrà incontro ad una crisi in seguito agli sconvolgimenti che subirà la chiesa con la [[riforma protestante]]. Il [[concilio di Trento]] non delibererà direttamente sull'architettura chiesastica, ma faranno scuola le chiese fatte erigere dal [[Cardinale]] [[Carlo Borromeo]] di [[Milano]], che diverranno i modelli dell'architettura della [[controriforma]]. Questi edifici mantengono la tradizionale pianta basilicale, un linguaggio classico negli alzati e la cupola all'incrocio del transetto. Questo modello si diffonde in tutta Europa e diventa quasi il linguaggio ufficiale del cattolicesimo, infuenzando anche l'architettura dei paesi riformati, che però adottano inizialmente un linguaggio meno monumentale e talvolta con persistenze della tradizione gotica.
 
Se i primi modelli borrominiani sono piuttosto severi ed austeri, ben presto nel corso del XVII secolo con il [[barocco]] l'architettura sacra diventa l'occasione di spregiudicate sperimentazioni architettoniche, ed il linguaggio classicista del rinascimento viene reintrepretato con fantasia e vigore, applicando all'architettura forme geometriche, come ellissi e concavità - covessità, diverse da quelle ad angolo retto o basate su circonferenze perfette del rinascimento.
 
Dal punto di vista funzionale le chiese barocche mantengono la distinzione fra navata riservata ai fedeli e presbiterio con l'altare maggiore. Il coro spesso si sposta dietro l'altare (fino all'età gotica era davanti all'altare). Vengono eliminati tramezzi ed altri elementi che ostruiscono la vista, forzando la concentrazione dei fedeli verso il centro dell'altare. La navata centrale diviene predominante, mentre quelle laterali spesso vengono utilizzate per altari laterali. Il [[pulpito]] spesso è in mezzo alla navata (disposizione già introdotta dagli ordini mendicanti nel medioevo per facilitare l'ascolto) e spesso è presente una [[cantoria]] a balcone, disposta o ai lati dell'altare contrapposta all'organo o sotto l'organo stesso. Talvolta la cantoria è disposta sopra la porta d'ingresso.
 
Nelle chiese protestanti la distribuzione dello spazio è meno assiale. Spesso le chiese sono dotate di tribune sopraelevate e il pulpito generalmente ha un grande rilevo. Nelle [[chiesa anglicana|chiese anglicane]] la diposizione dell'[[altare]] darà occasione a grandi dispute, simili a quelle avvenute nelle chiese cattoliche dopo il [[concilio Vaticano II]].
 
=== XIX e XX secolo ===
 
Con il [[romanticismo]] l'architettura sacra conosce un grande sviluppo, riprendendo il linguaggio degli stili storici, dapprima con il [[neogotico]] e in seguito recuperando anche le altre epoche.
Negli anni successivi l'edilizia delle chiese subirà l'influenza di quella più generale dell'architettura, senza che vengano poste in discussione le funzioni tradizionali dell'edificio sacro. In campo cattolico, dopo il [[concilio Vaticano II]] l'architettura sacra conosce un periodo di riorganizzazione per trovare una diversa identità. Le chiese postconciliari generalmente mantengono una forte centralità e unidirezionalità (come nel barocco), a cui si aggiunge una semplificazione degli elementi d'arredo. L'altare viene rivolto verso il pubblico, seguendo la tradizione paleocristiana, e vengono del tutto eliminate le balaustre di separazione. Il pulpito viene sostituito da un ambone o eliminato del tutto. Spesso non è presente l'organo a canne né la cantoria come spazio separato, in quanto la musica sacra perde la sua impronta esclusivamente classica.
 
==I luoghi di riunione prima della pace della chiesa==
 
La vita e le condizioni di culto della comunità cristiana prima dell'[[Editto di Milano]] del [[311]], con il quale il [[cristianesimo]] viene legalmente riconosciuto, sono state questioni lungamente dibattute, ma in effetti pochi sono i dati reali ed obiettivi. Le fonti, infatti, sono scarse e comunque imprecise, soprattutto riguardo agli ambienti destinati al culto ed alle modalità dello stesso. Le dure persecuzioni e la clandestinità a cui erano obbligati i cristiani determina una condizione di precarietà anche nella scelta del luogo in cui officiare la liturgia.
 
===''Ecclesiae domesticae''===
 
Secondo il [[Friedrich Wilhelm Deichmann|Deichmann]], i monumenti cristiani più antichi sono parte della cultura dell'[[Impero romano|epoca romana imperiale]], poiché la cultura dei primi fedeli non doveva essere diversa o separata da quella dell'ambiente in cui vivevano. I luoghi di culto precedenti la [[Basilica cristiana (architettura)|basilica]] erano, infatti, delle case private adibite allo scopo, che risalgono a prima del [[III secolo]] DC, chiamate ''ecclesiae domesticae'' ("chiese domestiche"), nelle quali soltanto uno o più ambienti erano destinati al culto. Tali ambienti presentavano spesso elementi divisori ed erano forniti d'arredamento mobile che, all'occorrenza, si poteva nascondere velocemente.
 
Secondo la normativa sulle riunioni all'interno di case private, gli incontri si svolgevano sotto la responsabilità del proprietario, il cui nome era indicato nel ''titulus'' (tabella esposta all'esterno dell'edificio). Egli aveva l'obbligo di far sì che non avvenissero disordini e che non fosse arrecato disturbo alcuno alla quiete pubblica. Le ''ecclesiae domesticae'' erano quindi prive di qualunque carattere distintivo e non presentavano uniformità tipologica: per questo motivo le tracce materiali del primo cristianesimo sono molto scarse nel primo secolo e mezzo.
 
Per svariate generazioni l'edificio di culto rimase profano, non consacrato, e l'[[eucaristia]] era celebrata su un comune tavolo privo di qualsiasi carattere sacro. Ma, oltre che dallo stato di clandestinità della nuova religione, questa situazione era originata anche dalla particolare spiritualità del [[cristianesimo primitivo]], un culto non più legato ad un edificio materiale o ad un luogo specifico, ma vissuto nello spirito del singolo individuo e della comunità. Il termine ''ecclesia'' (dal termine [[Lingua greca|greco]] per "assemblea"), infatti, secondo [[San Paolo di Tarso|San Paolo]], indica la comunità dei [[Battesimo|battezzati]], non un "edificio costruito dalle mani dell'uomo".
 
Per i primi due secoli, le fonti storiche forniscono diversi accenni sull'uso di case private prestate di volta in volta come luoghi di culto. La notizia secondo la quale, dopo la morte di [[Gesù]], [[Maria, madre di Gesù|Maria]] ed i discepoli si riunirono a pregare in una "camera alta" situata in un piano soprelevato, ci fa ragionevolmente ipotizzare l'esistenza di camere analoghe utilizzate per le funzioni liturgiche -domenicali, alle quali si accenna anche negli [[Atti degli Apostoli|Atti]] (XX, 7-9) e nelle [[Lettere di San Paolo|epistole paoline]] (1 Cor. XVI,19; Ad Rom. XVI, 3-5; Ad Colos. IV, 15; Ad Philem. 1, 2-3). Intorno alla metà del [[II secolo]] [[Giustino]] riferisce che le riunioni si svolgevano dove fosse possibile (Apol. I, 65-67), mentre già alla fine dello stesso secolo [[Minucio Felice]] (Octavius IX,1) c’informa che col termine ''sacraria'' si denominavano i luoghi di culto, dando quindi testimonianza di ambienti destinati soltanto a tale funzione. Qualche decennio più tardi, nel testo [[Siria|siriaco]] delle "''Recongnitiones Clementinae''" (X, 71) si cita un certo Teofilo che dona la sua casa alla chiesa perché venga adibita a luogo di culto.
 
===''Domus ecclesiae''===
 
Una prima svolta verso la nascita d'una struttura edilizia più complessa si ha a partire dal [[III secolo]], quando la comunità cristiana si è notevolmente ingrandita e strutturata grazie ad un preciso [[Gerarchia ecclesiastica|ordinamento gerarchico]] riconosciuto dalle autorità e alla costruzione di un patrimonio comunitario. E ha guadagnato l'appoggio e la protezione di una parte della classe dominante. Cominciano allora a manifestarsi le condizioni perché i luoghi ci culto diventino e stabili e di proprietà della comunità. La ''ecclesia domestica'' si trasforma così nella ''domus ecclesiae''. Tutti gli ambienti vengono adibiti ad uso liturgico, con varie funzioni: vi sono una grande sala per le riunioni aperte sul cortile centrale, un [[Battistero (architettura)|battistero]], una stanza per l'[[Agape]] (istituzione caritatevole che consisteva in una cena offerta ai poveri ed alle vedove) e, talvolta al piano superiore, anche l'abitazione dei sacerdoti ed alcune stanze per coloro che si preparavano a ricevere il [[battesimo]].
 
La stabilizzazione del luogo di culto provoca anche un mutamento di significato nel termine greco ''ecclesia'' che ora non designa più solo la comunità dei fedeli, ma anche il luogo di riunione, la casa di Dio, quindi un [[santuario]], anche se ufficialmente l'edificio di culto viene considerato ancora profano. Questa graduale trasformazione pone alcuni dei presupposti per la nascita della basilica cristiana. ''Domus ecclesiae'' si ritrovano un po’ovunque in tutto l'impero ma, tra le più antiche, si ricordano quella scoperta in [[Siria]] a [[Doura Europos]] sull'[[Eufrate]] e quella scoperta a [[Roma]] sotto la chiesa di [[San Martino ai Monti]].
 
È ovvio che, pur avendo le stesse funzioni, questi edifici non avevano sempre una struttura comune, ma piuttosto questa dipendeva dalla regione geografica, dalla tipologia dell'abitazione originaria e dalla possibilità di adattare un edificio preesistente alle esigenze di una comunità. Nulla, del resto, ci suggerisce che prima della pace della chiesa i cristiani abbiano sviluppato un'architettura monumentale. Essi usano, infatti, edifici di civile abitazione perfettamente inseriti nella tradizione dell'architettura domestica del luogo e del periodo. Solo in presenza di graffiti o di pitture con temi cristiani è possibile distinguere una ''domus ecclesia'' da una normale casa d'abitazione.
E questo tipo di edificio resisterà ancora nel [[IV secolo]], quando vengono realizzate le prime [[Basilica cristiana (architettura)|basiliche]] – come dimostrano gli esempi più evoluti di ''domus ecclesiae'' di IV secolo, scoperti in [[Siria]] (a [[Qirq-Bize]]) e in [[Inghilterra]] (a [[Lullinston]], nella diocesi di Southwark) – e finché saranno definitivamente sostituite dalle chiese vere e proprie.
 
====''Domus ecclesiae'' di [[Doura Europos]]====
 
Quella di Doura Europos fu costruita nel [[232]] DC, come attesta un graffito. Il suo eccellente stato di conservazione è dovuto al fatto che, essendo stata inglobata nella cinta muraria costruita nel [[III secolo]] per proteggere la città dagli attacchi, rimase sepolta dal crollo del terrapieno delle mura stesse durante l'assedio dei [[Parti]] nel [[258]] DC.
Il pianterreno ci offre una nitida visione di quello che doveva essere l'aspetto delle prime chiese comunitarie. L'edificio è provvisto di un [[Atrio (architettura)|atrio]] circondato da ambienti di varie dimensioni e da un portico. La chiesa vera e propria è la stanza più grande del piano terra. Essa si apre a sud dell'atrio, ed è costituita dall'unione di due ambienti più piccoli mediante l'abbattimento del muro divisorio. Sulla parete est dell'aula è visibile la cattedra per il [[presbitero]] (sedile per l'anziano a capo della comunità). Adiacente a questa sala (e comunicante con essa) è il [[catecumeneo]] (locale destinato alla [[catechesi]] per la preparazione al battesimo), ubicato sul lato ovest dell'atrio e comunicante con quest’ultimo attraverso una larga apertura. Infine, da un piccolo passaggio sulla parete nord del catecumeneo si accede al [[battistero]]. Quest’ultimo è un vano di modeste dimensioni, con una [[vasca battesimale]] sulla parete ovest ed affreschi raffiguranti scene del [[Vecchio Testamento|Vecchio]] e del [[Nuovo Testamento]] (particolarmente notevoli sono le figure di un'[[orante (arte paleocristiana)|orante]] e di un [[Buon Pastore (arte paleocristiana)|Buon Pastore]]), la cui funzione, più che decorativa, era prettamente didattica. Al piano superiore erano le camere destinate ad abitazione.
 
===''Tituli'' a [[Roma]]===
 
Per quanto riguarda la città di Roma, gli scavi condotti presso alcune basiliche d'origine paleocristiana hanno riportato alla luce i resti di case private risalenti al [[III secolo]] DC. La maggior parte delle chiese romane che vantano una tradizione paleocristiana sono, infatti, fondate su precedenti ''domus ecclesiae'' o ''tituli''.
 
Il ''titulus'' indicava originariamente la tabella (di [[marmo]], [[legno]], [[metallo]] o [[pergamena]]) che, posta accanto alla porta di un edificio, riportava il nome del proprietario. Successivamente ai ''tituli'' privati (che, oltre alla sala cultuale e ai locali annessi per usi liturgici, comprendevano l'abitazione privata), nascono quelli di proprietà della comunità, che conservavano il nome del fondatore o del donatore della casa.
 
I tituli, come le odierne [[Parrocchia|parrocchie]], erano soggetti alla [[giurisdizione]] della chiesa. Capo della [[ecclesia|comunità ecclesiale]] era il [[presbitero]] coadiuvato da ministri a lui sottoposti. I vari ''tituli'', anche se identici dal punto di vista funzionale e della finalità, a causa della loro diversa origine e datazione, non si possono considerare come un gruppo omogeneo. Di tutti questi luoghi di riunione possediamo due diversi elenchi, desunti dalle sottoscrizioni dei vari presbiteri nel corso dei due [[Sinodo|sinodi]] svoltisi a [[Roma]] nel [[499]] e nel [[595]]. Confrontando questi due elenchi, in certi casi si nota come il ''titulus'', che nel primo sinodo portava il nome del fondatore o del donatore, nel secondo porta la dedica all'omonimo santo. Probabilmente ciò è dovuto al crescente interesse per il [[culto dei martiri]]. Quelli più antichi si trovano generalmente in zone periferiche o popolari della città, mentre quelli nuovi creati dopo la [[Editto di Milano|Pace della Chiesa]] ebbero tutti posizioni più centrale.
 
====''Titulus Aequitii'' (San Martino ai Monti)====
 
A Roma, sotto l'attuale chiesa di [[San Martino ai Monti]] e al suo convento, si trova l'edificio romano che è tradizionalmente identificato col ''Titulus Aequitii'', il cui livello pavimentale è dieci metri più basso di quello della chiesa. Il titolo si trova anche nei pressi di un [[mitreo]]. Questa particolare vicinanza con un luogo destinato ad un culto misterico ha spinto il Ghetti ad ipotizzare che questa scelta, lungi dall'essere casuale, sia avvenuta nel contesto delle lotte contro i [[Mitraismo|cultori di Mitra]].
 
Fra il sinodo del [[499]] e quello del [[595]], anche il ''titulus Aequitii'' cambiò denominazione, e il nome di [[San Silvestro]] (in onore dell'omonimo [[Papa Silvestro I|papa]]) prevalse su quello del primo proprietario, Equizio, il cui ''palatium'' doveva essere sontuoso, a giudicare dai rinvenimenti di [[Mosaico|pavimenti musivi]], di tracce di decorazione [[Affresco|affrescata]] sulle [[Volta|volte]], di marmi ed oggetti artistici venuti alla luce all'epoca dei primi scavi.
Oggi si scende nel titolo da una scalinata aperta nel [[XVII secolo|‘600]] sul lato occidentale della chiesa. L'ambiente è di forma pressoché rettangolare; una doppia fila di pilastri lo divide in undici vani minori di dimensioni ineguali. Di questi, gli otto vani centrali formano una grande sala a due navate che doveva servire per le celebrazioni liturgiche, mentre i vani laterali costituivano degli ambienti di servizio.
 
Il titolo, per volere di [[papa Simmaco]], fu ampliato nel [[VI secolo]]. Nel [[IX secolo]], [[papa Sergio II]] ne ordinò i restauri, erigendovi sopra ed accanto un monastero e l'attuale basilica di San Martino ai Monti.
 
====''Titulus Byzantis'' (Santi Giovanni e Paolo)====
 
Maggiore complessità presentano le strutture originariamente pertinenti al ''titulus Byzantis'', sotto la chiesa dei [[Basilica_dei_Santi_Giovanni_e_Paolo|Santi Giovanni e Paolo]]. Qui, intorno alla metà del [[III secolo]], al primo piano di un<nowiki>'</nowiki>''[[insula]]'' più antica fu ricavata un'ampia sala, utilizzata probabilmente come luogo di riunione della comunità cristiana. Agli inizi del [[IV secolo]], i vani al pianterreno ricevettero una decorazione ad [[affresco]] con soggetti cristiani, comprendenti anche un'[[Orante (arte paleocristiana)|orante]] e un [[apostolo]] in vesti di filosofo.
 
====''Titulus Clementis'' (San Clemente)====
 
Un altro complesso cultuale di notevole importanza è quello di [[Basilica di San Clemente|San Clemente]], nella vallata tra il colle [[Oppio (colle)]] e il [[Celio]]. Trattasi di un contesto archeologico molto complesso, con una stratificazione di quattro fasi. La fase che ci interessa è quella che vede, intorno alla metà del [[III secolo]] DC, il riadattamento al culto cristiano di parte di una ''domus'' più antica, nei pressi di un [[Mitreo (architettura)|mitreo]]. La ''domus ecclesiae'' sarebbe riconoscibile nell'ambiente in seguito trasformato nella basilica sotterranea di San Clemente, caratterizzato da una grande sala, probabilmente divisa in due o tre navate da file di pilastri e colonne, comunicante attraverso aperture con l'esterno dopo aver attraversato cortili e portici. Lo sviluppo architettonico di quest’ambiente portato alla luce dagli scavi fa supporre che l'edificio sia identificabile col ''titulus Clementis'', di cui parlano gli Atti dei [[sinodi]] del 499 e del 595.
 
Nel [[IV secolo]], all'aula di culto fu aggiunta un'[[abside (architettura)|abside]] e si realizzò un collegamento col vicino mitreo. La basilica fu poi internamente divisa in tre [[Navata (architettura)|navate]] mediante due file di colonne sormontate da arcate. Dietro l'abside erano forse presenti gli ambienti di servizio dei [[pastofori]], come lascerebbero intuire delle aperture sul muro di fondo. Le navate erano, inoltre, precedute da un [[nartece]]. Tuttavia l'impianto è generalmente caratterizzato da una forte irregolarità, a causa dei continui riadattamenti.
 
==Basiliche cristiane==
 
===Premessa: la basilica nel mondo romano===
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il termine ''basilica'' originariamente non designava l'edificio cristiano, ma un edificio pubblico [[Architettura romana|romano]] ([[Basilica civile (architettura)|basilica forense o civile]]), descritto da [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]] come un ambiente coperto, a pianta rettangolare, suddiviso in più navate da colonnati o pilastri, il cui ingresso era generalmente su uno dei lati lunghi.
 
Le basiliche più antiche sorsero nel [[Foro Romano]] a [[Roma]] a partire dal [[II secolo a.C.]] (tra [[Basiliche civili antiche di Roma|queste]] la ''basilica Porcia'', [[184 a.C.]]; ''basilica Fulvia Emilia'' (meglio conosciuta come [[Basilica Emilia]], nei suoi rifacimenti successivi), [[179 a.C.]]; ''basilica Sempronia'', [[169 a.C.]]) ed avevano la funzione di centro d'affari e di sedi giudiziarie. La basilica diviene ben presto uno degli edifici che ogni città romana deve avere nel suo [[Foro (urbanistica romana)|foro]].
 
La massima realizzazione di questo tipo architettonico si ebbe nel [[Foro di Traiano]] con la basilica Ulpia ([[112]] d.C.), opera di [[Apollodoro di Damasco]], dotata di due ampie absidi e cinque navate. L'ultima basilica pagana è invece [[Basilica di Massenzio|quella di Massenzio]] presso il [[Foro Romano]], completata da [[Costantino I|Costantino]] (inizi del[[IV secolo]] d.C.) che, per le sue caratteristiche rientra pienamente nei modi espressivi [[Architettura tardoantica|tardoantichi]].
 
===Le teorie sull'origine della basilica cristiana e orientazione dell'edificio di culto===
 
Riguardo all'origine della basilica cristiana, gli studiosi hanno a lungo dibattuto. Si trattava in sostanza, di stabilire se sia stata ripresa dall'[[architettura romana]] anteriore, oppure se sia stata ideata ex novo dall'[[architettura paleocristiana]].
 
Fino al [[XIX secolo]] l'opinione dominante rimase quella di [[Leon Battista Alberti]], il quale aveva visto nella [[Basilica civile (architettura)|basilica]] forense e giudiziaria romana il prototipo di quella paleocristiana. Tuttavia nell'Ottocento la teoria dell'Alberti è stata più volte rivista e si elaborarono tre diverse ipotesi.
 
La prima teoria, quella "di derivazione materiale", considera la basilica cristiana come una derivazione da precedenti tipici architettonici classici. Riguardo a quali siano questi tipi, le risposte sono le più svariate: la sala ipostila egiziana di cui parla Vitruvio, gli ipogei e le basilichette cimiteriali romane, una fusione tra la cella tricora e l'aula privata, le varie parti della casa romana, l'aula basilicale delle residenze imperiali tardoantiche.
 
La "teoria liturgica" sostiene invece che la primitiva architettura cristiana avrebbe avuto un carattere originale, e che la forma dell'edificio basilicale sarebbe stata suggerita e determinata dalla [[liturgia]] del nuovo culto.
 
La teoria "di derivazione composita", quella più moderna e più largamente accettata, tende a riconoscere una molteplicità di apporti delle diverse culture e civiltà, ma al contempo scorge una sapiente rielaborazione dei modelli preesistenti, tanto da riconoscere all'[[architettura paleocristiana]] una sua inconfutabile originalità.
 
Insieme alle denominazioni, anche l'orientazione delle basiliche non fu oggetto a canoni immutabili (per orientazione s’intende il punto cardinale verso cui è rivolta l'[[abside (architettura)|abside]]).
Nel documento più antico, le [[Costituzioni Apostoliche]] (scritte da un orientale), si prescrive l'orientazione ad est, in omaggio alla regola di pregare col viso rivolto ad oriente, la cui origine risale a [[Ebraismo|tradizioni giudaiche]], come molti altri aspetti della prassi e dell'organizzazione cristiana. Molte chiese paleocristiane tuttavia sembrano non rispondere ad alcuna regola precisa, ma piuttosto ad esigenze di topografia locale. A volte l'orientazione è poi determinata da fattori particolari, come ad esempio la presenza della tomba di un martire. Comunque, dall'[[VIII secolo]] l'orientazione ad est si afferma in modo decisivo e, dopo il Mille, diventa norma costante per le chiese di tutto il mondo cristiano fino agli [[Anni 1960|anni Sessanta del Novecento]].
 
===Le parti costitutive della basilica paleocristiana===
 
La basilica paleocristiana era costituita da un insieme d'ambienti, ciascuno dei quali svolgeva una funzione liturgica o assistenziale. La classificazione della comunità in vari gradi e la necessità di assicurare ad ogni categoria il proprio posto durante la celebrazione del servizio liturgico fecero sorgere davanti alla chiesa una serie di ambienti più o meno vasti. Qui si disponevano i [[catecumeni]], cioè coloro che si preparavano al battesimo. A loro era infatti consentito poter seguire dall'esterno la celebrazione, ma non potevano entrare in chiesa.
 
====Atrio o quadriportico====
 
Uno di questi era l'[[atrio]] (''atrium''), in forma di "quadriportico", ossia con porticati sui quattro lati, che precedeva l'aula di culto ed era riservato ai gradi più bassi dei catecumeni: gli intercolumni erano chiusi in basso, almeno per alcuni tratti, da cancelli lignei, e riparati in alto da cortine o ''velaria''. La parte centrale scoperta dell'atrio era talvolta occupata da un giardino (''paradisus'') con al centro un recipiente per le abluzioni (''kantharos'') o con fontane su uno dei lati. In qualche caso, sul lato rivolto verso la strada, l'atrio era preceduto da un ingresso monumentale (spesso con la denominazione di [[protiro]]).
 
====Nartece====
 
Uno dei lati del quadriportico metteva in comunicazione l'atrio con la chiesa. Questo lato, solitamente quello orientale, sovente confinava non direttamente con la facciata, ma con un ambiente trasversale, detto [[nartece]], che precedeva l'ingresso della basilica. Inizialmente destinato ad alcuni gradi dei [[catecumeni]] ed ai penitenti, esso cambiava in base alla sua posizione.
 
Era detto [[esonartece]] o nartece esterno se si trovava all'esterno della facciata, [[endonartece]] o nartece interno se aderiva al prospetto interno e quindi se, incluso nel perimetro della chiesa, veniva a trovarsi nella parte iniziale della navata. Il nartece poteva essere inoltre "semplice", se era costituito da un solo vano trasversale; "doppio", se era formato da due vani trasversali (per esempio [[Santa Sofia (Costantinopoli)|Santa Sofia]] a [[Costantinopoli]]); "a forcipe", quando i lati brevi erano curvilinei (per esempio [[San Vitale (Ravenna)|San Vitale]] a [[Ravenna]] e [[chiesa di Santa Costanza|Santa Costanza]] a [[Roma]]).
 
====Navate====
 
L'interno della chiesa era costituito da una grande sala rettangolare, suddivisa per mezzo di colonne o pilastri. Queste suddivisioni presero il nome di [[Navata|navate]], dalla metafora che assimilava la chiesa alla nave di Cristo, dove a ciascun membro viene assegnato un posto ben preciso in base al ruolo da lui svolto. Il numero delle navate era sempre dispari ma non era fisso: una, tre, cinque, sette, nove. La maggior parte delle basiliche era a tre navate; erano poche quelle a cinque navate ([[Basilica di San Pietro|San Pietro in Vaticano]]); ancora meno quelle a sette ([[Basilica di Santa Monica (Cartagine)|Santa Monica]] a [[Cartagine]]) ed a nove ([[Basilica di Damus el_Karita|Damus-el-Karita]] sempre a Cartagine).
 
Le colonne o i pilastri sorreggevano arcate a tutto sesto oppure una trabeazione continua e lineare, spesso riutilizzando elementi di [[Reimpiego (architettura)|reimpiego]]. Un esempio di trabeazione rettilinea splendidamente realizzata in [[laterizio]] rivestito di mosaici è nella chiesa di [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] a Roma. In Oriente e a [[Ravenna]], sin dal [[V secolo]] al di sopra delle colonne, comincia ad apparire un elemento architettonico nuovo di forma tronco-piramidale: il [[pulvino]]. Collocato sopra il [[capitello]], conferisce uno slancio ancor maggiore alle arcate e diverrà caratteristico dell'[[architettura bizantina]]. Soprattutto in [[Africa]] settentrionale e in [[Grecia]], erano frequenti gli esempi di colonne binate, cioè raddoppiate.
 
Già dagli inizi del [[IV secolo]], la larghezza delle navate si basava su un rapporto proporzionale 2:1, cioè la navata maggiore era normalmente larga il doppio delle navate laterali. Tale rapporto andò progressivamente alterandosi nel corso del [[V secolo]], quando le navate laterali andarono sempre più restringendosi fino a raggiungere una larghezza inferiore alla metà di quella centrale. Inoltre, nelle chiese [[Grecia|greche]] si trova frequentemente una divisione più marcata tra le navate laterali (o navatelle) e la navata centrale: le colonne poggiano su un muretto continuo che, ad eccezione di alcuni passaggi, chiude ogni comunicazione fra gli intercolumni.
 
====Matronei====
 
Al di sopra delle navate laterali, alcune basiliche paleocristiane presentavano un piano soprelevato, illuminato da finestre proprie, lunghe quanto le navate sottostanti e talora estese anche alla facciata interna ("tribune ad U", come in [[San Demetrio (Salonicco)|San Demetrio]] a [[Salonicco]]). Queste gallerie furono chiamate anche "tribune" o [[matronei]] perché, secondo un'opinione diffusa, erano destinate ad accogliere le donne: appartenenti a comunità religiose e di clausura o alle famiglie nobiliari. I matronei si affacciavano sulla navata maggiore al di sopra di arcate sostenute da colonne o pilastri, ed erano chiuse fino ad una certa altezza con parapetti marmorei. L'accesso alle gallerie era assicurato per mezzo di scale poste nel nartece, in una delle torri della facciata oppure in uno degli ambienti situati ai lati delle absidi.
 
====Presbiterio====
 
Era invece riservato al clero lo spazio del [[presbiterio]], situato nella parte terminale della navata maggiore. Detto anche ''sacrarium'' e ''[[naòs]]'', termine proprio della [[Cella (architettura)|cella]] del tempio pagano, il presbiterio, per evidenti ragioni di visibilità, era spesso sopraelevato rispetto al livello pavimentale della chiesa per mezzo di alcuni gradini.
Il presbiterio era sempre isolato da cancelli, che ne sottolineavano la sacralità. Gli organismi che lo componevano, fondamentali per le funzioni liturgiche, erano: l'altare, l'abside, la cattedra, i banchi per il clero, l'ambone e i cancelli.
 
====Altare====
 
L'[[altare]] era ed è tuttora il luogo sacro per eccellenza, dove si compie il sacrificio. Ne conosciamo diversi tipi: "altare a mensa", costituito da una lastra marmorea sostenuta da quattro supporti o da uno centrale che richiamano la tavola dell'Ultima Cena; "a blocco", realizzato con un blocco di muratura su cui all'occorrenza si poneva sopra una tavola; "a sarcofago", simile nella forma ad un'arca funeraria; "a [[cofano]]", simile ad una cassetta destinata a contenere delle reliquie.
 
L'altare poteva essere di marmo, pietra, legno e muratura; poteva essere rivestito di metallo prezioso (oro, argento, bronzo); poteva essere fisso o mobile. Con la diffusione del culto dei martiri e la conseguente proliferazione di chiese erette sopra le tombe venerate, si fece sì che l'altare si trovasse esattamente in corrispondenza della sepoltura sottostante. Dal [[V secolo]] l'altare si trasformò esso stesso in sepolcro, per la presenza di reliquie di martiri, vere o per contatto (bende o altri oggetti che erano stati a contatto coi resti del santo), che erano spesso inserite dentro l'altare oppure sotto di esso, in una cavità rettangolare o cruciforme ricavata nel pavimento.
 
====Ciborio====
 
Sopra l'altare s’innalzava spesso il [[ciborio]], un baldacchino sostenuto da quatto colonne con una copertura a piramide o a cupola, alla quale si fissavano quattro veli, che venivano chiusi per nascondere l'altare al momento della consacrazione. I cristiani ereditarono l'idea di sacralità legata al ciborio dal simbolismo della copertura delle sepolture privilegiate o dei troni presente presso molto popoli antichi, e naturalmente dal [[tabernacolo]] ebraico. La maestosità di questo elemento fu portata alle sue estreme conseguenze nel [[XVII secolo|Seicento]] da [[Gian Lorenzo Bernini]], con la realizzazione del famoso ciborio, sorretto da quattro gigantesche colonne tortili in bronzo sulla tomba di San Pietro in Vaticano.
 
====Cattedra e ''subsellia''====
La [[cattedra]], sedile con schienale alto e braccioli, forma un insieme inscindibile con l'abside, attraverso la simbologia della ''cathedra Christi''-''cathedra Episcopi'', nella basilica divenuta la sala del trono divino. Generalmente soprelevata con qualche gradino, era prerogativa delle chiese episcopali, titolari e monastiche, ed era destinata al vescovo, al presbitero o al capo della comunità monastica. Originariamente in legno e perciò mobile, dopo la [[Editto di Milano|Pace della Chiesa]], fu realizzata in marmo o in muratura, con le facce decorate con croci, monogrammi e scene del [[Vecchio Testamento|Vecchio]] e del [[Nuovo Testamento]].
 
Ai lati della cattedra erano i banchi per i presbiteri, o ''subsellia''. Si distinguevano in banchi di tipo circolare, se erano disposti lungo il perimetro dell'abside, e di tipo rettangolare, se erano collocati a nord e a sud dell'altare.
 
====Ambone====
 
L'[[ambone]] era una specie di tribuna soprelevata sostenuta da colonne o da un basamento, con balaustra perimetrale, destinata alla lettura dei testi sacri e alle omelie. Esso generalmente aveva l'aspetto di una piattaforma a ferro di cavallo con l'ingresso fiancheggiato da cancelli; il tipo più monumentale era costruito in muratura, ed era munito di due rampe rivolte ad est ed una ad ovest. Solitamente l'ambone era collocato sulla destra della navata maggiore, presso il presbiterio, ma non mancavano casi in cui si trovava in mezzo alla navata centrale. È probabile tuttavia che non tutte le chiese avessero l'ambone, come lascerebbe ipotizzare l'assenza di tracce archeologiche al riguardo in molte basiliche del [[Nord Africa]] e della [[Palestina]].
 
====Abside====
 
L'[[abside (architettura)|abside]] era lo spazio della chiesa alle spalle del presbiterio. Nell'[[architettura romana]] absidi semicircolari coperte erano largamente impiegate in diversi tipi di costruzioni ([[Basilica civile (architettura)|basiliche forensi]], [[Ninfeo (architettura)|ninfei]], [[Mausoleo (architettura)|mausolei]], [[Terme (architettura)|ambienti termali]] ecc.). Si trattava di uno spazio a pianta semicircolare, coperto da una [[Volta|calotta]] emisferica in muratura o in blocchi, che ospitava la "cattedra" fiancheggiata dai ''subsellia''. La maggior parte delle basiliche presenta una sola abside in corrispondenza della navata maggiore, ma, in diversi casi, due absidi più piccole si aprono al termine delle navate laterali. L'abside poteva trovarsi alla stessa quota del presbiterio, oppure poteva essere soprelevata mediante gradini ("abside gradata"). Essa poteva essere inoltre sporgente rispetto al muro perimetrale esterno (in questo caso appariva di forma "semicircolare" oppure, come a [[Ravenna]], "poligonale"), o poteva essere chiusa all'interno di un muro rettilineo così da non apparire esternamente.
 
Particolarmente difficile risulta la soluzione del problema connesso alla presenza della controabside, ossia d'un'abside sul alto opposto della chiesa presente in numerose basiliche dell'[[Nord Africa|Africa settentrionale]], della [[Tripolitania]], della [[Spagna]], della [[penisola balcanica]], ecc. Sono state formulate diverse ipotesi per spiegarne la funzione: in linea di massima sembra che avesse una funzione funeraria e legata al [[culto dei martiri]] (''martyrium''), ospitando reliquie di santi e martiri e utilizzata come secondo centro di culto.
 
Col termine [[pastoforia]] s’indicano i due ambienti – talvolta provvisti di abside – che si aprivano al termine delle navate laterali, ai lati dell'abside principale. Nell'ambiente di sinistra, detto ''[[prothesis]]'', si conservano le offerte dei fedeli, mentre nell'ambiente di destra, detto ''[[diaconicon]]'', si custodivano i vasi e i paramenti sacri, come nelle odierne [[Sacrestia|sacrestie]].
 
====Transetto====
 
Talvolta, tra le navate e l'abside s’inseriva una navata trasversale, che veniva chiamata [[transetto]] per il fatto di trovarsi oltre i cancelli che delimitavano il presbiterio. Il transetto poteva avere la stessa larghezza dell'edificio oppure sporgere oltre il muro perimetrale. Il Lemerle distingue due tipi di transetto: ''indipendente'', quando le navate si arrestano al transetto; "a navate avvolgenti", quando le navate e i colonnati proseguono a destra e a sinistra del transetto fino a circondare il presbiterio (un esempio è costituito dalla [[chiesa di S. Mena]] in [[Egitto]]). Il transetto indipendente poteva inoltre essere "continuo", cioè senza suddivisioni interne, oppure "tripartito", quando archi e colonne lo dividevano in tre ambienti distinti ma comunicanti. Sulla funzione del transetto sono state formulate varie ipotesi. Secondo il Lemerle, non essendo sempre presente in tutte le chiese, rispondeva ad esigenze specifiche. Il Sotiriou ritiene invece che fosse in relazione con l'[[offerta dei doni]] in vigore fino al [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo]]. Il Krautheimer, infine, attribuisce una funzione diversa ad ogni tipo di transetto. Egli sostiene, per esempio, che nel transetto tripartito la parte centrale servisse da ''martyrion'' e fosse riservata al clero, mentre le parti terminali fossero accessibili al clero e ai fedeli che recavano offerte.
 
==Il battistero e la liturgia battesimale==
 
Nelle fonti scritte il battistero viene denominato anche ''nynphaeum'', per la sua affinità con gli edifici circolari adibiti a ninfei e a bagni, oppure ''tinctorium'' (dal nome ''tinctio'' dato al rito battesimale), o ancora ''lavacrum''.
 
===La cerimonia===
 
La lunga cerimonia dell'[[Battesimo|iniziazione cristiana]], fino a quando non decadde in seguito alla consuetudine di battezzare i bambini appena nati, fu il rito più solenne e commovente della liturgia primitiva. A somiglianza della [[eucarestia|funzione eucaristica]], esso variava da regione a regione, ma in sostanza comprendeva tre fasi distinte: l'esorcismo e la rinunzia a Satana, il battesimo vero e proprio, l'unzione o cresima.
 
I catecumeni, dopo essersi fisicamente mondati se il battistero era munito di bagni, si sottoponevano dapprima alla pratica dell'[[esorcismo]] per essere liberati da ogni maleficio diabolico, quindi pronunciavano la rinuncia a Satana rivolti ad Occidente, sede del peccato e della morte, e la professione di fede rivolti ad Oriente. Compiuti questi preliminari, si spogliavano in un ambiente apposito e, unti con olio consacrato, entravano nella vasca per la triplice immersione od [[effusione]]; poi, dopo il battesimo, ivi stesso o in altro ambiente, venivano unti sulla fronte e sugli organi dei sensi con olio (''[[crisma]]'') e con ciò stesso [[Cresima|cresimati]]. Ammessi allora nella comunità dei fedeli, i neofiti indossavano il rituale camice bianco, simbolo dell'avvenuta rigenerazione, ricevevano la benedizione del vescovo e potevano finalmente passare nella chiesa per accostarsi all'Eucarestia.
 
Il battezzante poteva essere il vescovo, il prete o il diacono; in origine la cerimonia si svolgeva una volta all'anno, la notte di [[Pasqua]], con grande affluenza di fedeli; più tardi invece, e specialmente in Oriente, si battezzò alla vigilia di [[Natale]], della [[Pentecoste]] e via via in occasione delle feste maggiori.
 
===Simbolismo===
 
Ovviamente sia l'ordine liturgico che gli elementi stessi dell'organismo architettonico rispondevano ad una serie di significati simbolici, intesi a celebrare la redenzione dell'uomo dal peccato originale. [[Quinto Settimio Fiorente Tertulliano|Tertulliano]] spiega, ad esempio, con una serie di concetti la ragione della cerimonia nella notte di [[Pasqua]]. Essa avviene tra il giorno della morte e quella della Resurrezione di Gesù. La triplice immersione ricorda i tre giorni trascorsi dalla morte sul Golgota alla Resurrezione. Come i pesci, le nostre anime vengono prese nella rete della grazia del Signore.
 
Questo linguaggio simbolico non veniva espresso solo nei gesti della funzione, ma spesso era esplicitamente ricordato anche nelle iscrizioni che ornavano le pareti all'interno del battistero e soprattutto nella decorazione parietale e pavimentale, che forse più delle iscrizioni parlava direttamente al cuore dei catecumeni.
 
===L'edificio===
 
Riguardo all'effettivo aspetto dei locali destinati alla [[Battesimo|liturgia battesimale]], si ritiene che ci fossero almeno due ambienti: la sala con la piscina ed una camera attigua, posta ad occidente, nella quale il vescovo avrebbe amministrato il ''[[crisma]]'', il ''[[Consignatorio|consignatorium]]''. È quanto s’osserva, per esempio, nella [[Chiesa di San Paolo (Coos)|basilica di San Paolo]] a [[Coo]], dove una prova decisiva verrebbe fornita dalla presenza dell'abside, che lascia supporre l'esistenza della cattedra e quindi del vescovo per il rito della [[Confermazione|Cresima]].
 
Un altro indizio significativo sarebbe il banco addossato alla parete di uno dei locali dipendenti, destinato probabilmente ad accogliere i catecumeni per l'istruzione prebattesimale, il cosiddetto "catecumeneo". Le sole indicazioni utili dalle fonti letterarie si trovano nelle [[Catechesi (San Cirillo)|Catechesi]] di [[San Cirillo]], ove si distingue chiaramente il vestibolo del battistero vero e proprio, il quale è chiamato ''sancta sanctorum'' o ''sacrarium'' per [[Sant'Ambrogio]].
 
Il battistero più antico finora noto è quello rinvenuto all'interno della ''domus ecclesia'' di [[Doura Europos]], rimasta in uso dal [[232]] al [[258]] d.C. Qui, il battistero è costituito da una sala al pianterreno, con una vasca poco profonda addossata alle pareti, affrescate con scene del [[Vecchio Testamento|Vecchio]] e del [[Nuovo Testamento]]. La presenza esclusiva della decorazione pittorica solo in quest’ambiente, nonché la sua ubicazione appartata rispetto al resto, indicano che proprio il battistero era il centro del complesso cultuale, la parte più nobile della casa, cui potevano accedere solo gli iniziati, dopo un'accurata preparazione.
 
A partire dal [[IV secolo]], la posizione del battistero rispetto alla chiesa varia da regione a regione; per esempio, in Occidente è indipendente dalla chiesa, secondo il modello del [[battistero di San Giovanni in Laterano]]. Sempre dopo la [[Editto di Milano|Pace della Chiesa]], troviamo solitamente l'edificio battesimale a pianta centrale.
 
In tutte le regioni del Mediterraneo orientale ed occidentale gli scavi archeologici hanno riportato alla luce una ricchissima esemplificazione di battisteri databili fra il [[IV secolo|IV]] e il [[VI secolo]] a pianta circolare, quadrata, ottagonale, poligonale (talvolta con l'aggiunta di nicchie sul muro perimetrale), a schema stellare o cruciforme.
I battisteri conservano generalmente l'orientamento ad est, e non presentavano all'interno un arredo particolarmente ricco. La [[vasca battesimale]] è disposta di preferenza al centro dell'ambiente nel mondo occidentale, mentre in Oriente si trovava all'interno dell'abside. La vasca poteva essere scoperta o sormontata da un baldacchino.
 
==Le grandi basiliche costantiniane==
 
Dopo la [[Battaglia di Ponte Milvio|battaglia]] del [[312]] nella quale sconfisse [[Massenzio]], [[Costantino I|Costantino]] decise di costruire una cattedrale per la comunità cristiana di Roma, presumibilmente come ringraziamento a Cristo che gli aveva concesso la vittoria, secondo quanto lascerebbe intendere [[Eusebio di Cesarea]].
 
===San Giovanni in Laterano===
{{vedi anche|Basilica di San Giovanni in Laterano}}
Come sito per il nuovo edificio, l'imperatore scelse una ricca zona residenziale nella parte del [[Celio]] appena all'interno delle [[mura aureliane]], all'angolo sud-orientale della città ed immersa nel verde. La maggior parte delle sontuose dimore signorili che vi sorgevano erano ormai da tempo di proprietà imperiale, essendo state confiscate da Nerone alla famiglia dei [[Laterani]] (da qui il nome della zona). Fra queste dimore, un vasto quadrato era occupato da una caserma degli ''[[Equites singulares]]'', le guardie a cavallo imperiali. Costoro nella guerra appena conclusa si erano schierati dalla parte di Massenzio: così il corpo militare venne sciolto, la caserma fu confiscata e rasa al suolo, il sito fu sgomberato ed interrato, e presto vi sorse la [[basilica di San Giovanni in Laterano]], la cui costruzione dovette durare all'incirca dal [[313]] al [[318]] d.C.
 
I rifacimenti successivi non distrussero affatto la fabbrica costantiniana, larghe porzioni della quale sopravvivono sotto l'attuale livello del pavimento o sono state incorporate nell'attuale edificio, parti che sono state riportate alla luce in successive campagne di scavi negli ultimi cinquant’anni.
La chiesa comprendeva un vestibolo ([[nartece|endonartece]]) ed era articolata in cinque [[Navata|navate]], con [[transetto]] e [[abside (architettura)|abside]] sul muro di fondo. L'esistenza del transetto per la fase più antica è stata contestata da alcuni studiosi, ma gli scavi più recenti hanno dimostrato che esso esisteva sin dalle origini, anche se in una forma leggermente diversa da quello attualmente visibile.
 
I rinvenimenti relativi sia alle strutture originarie che a frammenti della decorazione interna ([[Marmo|marmi]] e [[mosaici]]), nonché un affresco nella chiesa di [[San Martino ai Monti]] che riproduce l'interno della basilica lateranense, documentano lo splendore ed il fasto dell'edificio destinato ad essere – allora come oggi – la [[Chiesa cattedrale|cattedrale]] di Roma, ossia la sede del suo vescovo quindi del Pontefice, e il luogo deputato all'amministrazione dei sacramenti dell'iniziazione cristiana (il [[battesimo]] e la [[cresima]], che nella liturgia cristiana venivano conferiti insieme).
Dietro la chiesa venne eretto un [[Battistero di San Giovanni in Laterano|battistero]] ottagonale, e nelle vicinanze si trovava la residenza del vescovo e della sua corte.
 
La basilica lateranense veniva così a spezzare la tradizione edilizia che sino a quel momento era servita (e che ancora continuò a servire) per il culto cristiano in tutto l'impero, quella delle ''domus ecclesiae''.
La cattedrale del Laterano era di specie diversa: progettata unicamente per il culto, era assai vasta, potendo contare tremila o più fedeli, mentre lo splendore e la stessa tipologia edilizia proclamavano la sua condizione pubblica più che privata. Tuttavia Costantino, se da un lato rompeva con la passata tradizione edilizia cristiana, dall'altro restava profondamente ancorato alla [[Architettura romana|tradizione architettonica e costruttiva romana]], che aveva creato il tipo della [[Basilica civile (architettura)|basilica]].
 
La tipologia attuata in San Giovanni in Laterano fu ripetuta nelle altre quattro grandi basiliche direttamente legate al nome di Costantino: la chiesa di San Pietro in Vaticano a Roma, quella del [[Basilica del Santo Sepolcro (Gerusalemme)|Santo Sepolcro]] a [[Gerusalemme]], e quella [[Basilica della Natività (Betlemme)|della Natività]] a [[Betlemme]].
 
===Basilica di San Pietro in Vaticano===
{{vedi anche|Basilica di San Pietro}}
Non si sa tuttora con certezza quando Costantino abbia deciso di costruire intorno alla [[Tomba di San Pietro|tomba]] di [[San Pietro]] una gigantesca [[Basilica di San Pietro in Vaticano|basilica]], capace di contenere migliaia di fedeli ma, con tutta probabilità, la decisione fu presa prima del [[324]], come lascerebbero supporre diversi indizi nelle fonti storiche. Per la costruzione dell'edificio venne interrata la necropoli d'età imperiale, lasciando intatta solo la sommità del monumento dell'apostolo, e s’innalzò la grande basilica, orientata ad ovest per ragioni legate alla morfologia del sito.
Ultimata nel [[329]], le spese e le fatiche affrontate per superare gli ostacoli offerti dal terreno provano che essa fu progettata sin dall'inizio per accogliere la tomba di Pietro, già da lungo tempo oggetto di venerazione, rendendola accessibile alle folle ed assicurando uno spazio adeguato per le funzioni. Si tratta, dunque, di un edificio cultuale con funzione martiriale (''martyrion''), il cui scopo era cioè quello di conservare il ricordo del passaggio terreno – in questo caso la sepoltura – di un santo.
 
L'edificio serviva al tempo stesso da cimitero coperto e da sala per i banchetti funebri. I pavimenti, messi in luce dagli scavi risultarono coperti di tombe, alcune delle quali contenevano sarcofagi del [[IV secolo]].
Questa doppia funzione, di ''martyrion'' e di sala funeraria, spiega le dimensioni dell'edificio, che poteva contenere un numero di fedeli maggiore d'un quarto rispetto alla basilica lateranense, che doveva ospitare solo la comunità di Roma.
 
Eccezionale è anche la pianta. In san Pietro, a differenza che in qualunque altra chiesa dell'epoca costantiniana, le [[Navata|navate]] non si concludevano nella [[Presbiterio|zona presbiteriale]], ma erano tagliate da un [[transetto]] continuo, con divisioni interne solo alle estremità laterali di quest’ultimo. In asse con la navata centrale, sul transetto s’apriva un'immensa [[abside (architettura)|abside]] che rappresentava una zona autonoma della basilica, con funzioni proprie.
 
Il transetto custodiva la tomba dell'apostolo, che costituiva il centro dell'intero edificio. Elevandosi sopra la corda dell'abside, il monumento era isolato da una cancellata di bronzo e sovrastato da un baldacchino sostenuto da quattro colonne tortili percorse da tralci di vite.
Il vasto spazio del transetto permetteva così di accogliere le folle che accorrevano a venerare il santuario. Solo durante la celebrazione, sembra, il transetto veniva lasciato al clero come se si trattasse di una zona presbiteriale. L'altare doveva trovarsi all'interno della cancellata, in asse con la tomba, ma il Krautheimer è propenso a credere che fosse mobile o che sorgesse all'incrocio fra il transetto e la navata centrale.
 
Come per San Giovanni in Laterano, anche per la basilica in Vaticano le descrizioni delle fonti e le arti figurative rinascimentali (disegni ed incisioni) ci hanno lasciato il ricordo dello splendore dell'interno, dove i materiali preziosi e i marmi colorati guidavano il visitatore in un crescendo di monumentalità, dall'atrio fino alla meta del suo pellegrinaggio.
 
===Basilica della Natività a Betlemme===
{{Vedi anche|Basilica della Natività}}
L'imperatrice [[Sant'Elena Imperatrice|Elena]], madre di Costantino, aveva visitato la [[Terra Santa]] fra il [[325]] ed il [[326]], e presumibilmente dietro sua richiesta l'imperatore assegnò fondi per la costruzione di chiese in [[Palestina]] negli ultimi dodici anni del suo regno. A differenza della basilica vaticana si trattava non di ''martyria'' legati al culto dei martiri, ma a luoghi in cui la divinità si era rivelata, ossia di santuari "teofanici".
 
Sulla grotta della Natività a Betlemme "una basilica costruita per ordine di Costantino" fu vista da un pellegrino nell'anno [[333]]. Un vasto cortile immetteva in un [[atrio]] terminante di fronte alla chiesa con colonne di un gradino più alte, una sorta di propilei.
La basilica era a cinque [[Navata|navate]], e sul suo lato orientale sorgeva una costruzione ottagonale, soprelevata di tre gradini. Al centro dell'ottagono, altri tre gradini portavano ad una balaustra che circondava un'ampia apertura circolare: qui, attraverso un foro aperto nella volta in pietra della grotta, i visitatori potevano guardare dentro la caverna dove, secondo la tradizione, era avvenuta la nascita di Cristo.
 
La pianta dell'edificio permette d'individuare la diversa funzione delle sue parti principali.
L'immenso cortile antistante doveva servire come luogo di sosta per i pellegrini, e piccolo mercato per le loro necessità. Anche l'atrio era abbastanza ampio ma, di contro, le navate erano piuttosto piccole (appena un quarto rispetto a quelle della basilica lateranense).
Bisogna considerare che per tutto il [[IV secolo]] la comunità cristiana della Palestina fu molto piccola, ed anche i [[Pellegrinaggio|pellegrini]] non erano molto numerosi. Nello spazio relativamente piccolo delle navate di Betlemme, quindi, sia la comunità cristiana che i pellegrini potevano trovare agevolmente posto, mentre l'[[altare]] doveva trovarsi nella navata centrale, a qualche distanza dai gradini che conducevano all'ottagono, cioè al ''martyrium'' vero e proprio. Quindi, come in San Pietro a Roma, ''martyrium'' e basilica erano legati l'uno all'altra, pur rimanendo distinti sia nella pianta che nella funzione.
 
===Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme===
{{vedi anche|Chiesa del Santo Sepolcro}}
All'imperatrice Elena, durante la sua visita nel 325, fu mostrato un sepolcro scavato nella roccia nel cuore della [[Gerusalemme]] romana, che veniva identificato col [[Santo Sepolcro]]. Costantino, in una lettera inviata al vescovo di Gerusalemme, ordinò la costruzione di una [[Basilica del Santo Sepolcro (Gerusalemme)|basilica]] che fosse "la più bella di ogni altra sulla terra". La chiesa fu consacrata nel [[336]].
Dell'edificio costantiniano sul Golgota ci rimangono, però, scarsi frammenti. I costruttori isolarono il Sepolcro dalla roccia circostante, circondandolo con un baldacchino sostenuto da dodici colonne, che prese il nome di "Rotonda dell<nowiki>’</nowiki>''Anàstasis''".
 
Sappiamo da [[Eusebio di Cesarea]] che tutto il complesso comprendeva dei propilei, un [[atrio]] e la basilica a cinque navate. Fra la basilica e la Rotonda si trovava una corte porticata, che collegava la Rotonda col monte [[Calvario]], il quale si trovava una trentina di metri a sud-est rispetto al Sepolcro. Le varie zone conducevano a quello che era il cuore di tutto il complesso: il Sepolcro di Cristo.
 
Anche in questo caso, le funzioni erano suddivise fra le varie parti. La messa, tranne che nella [[Pasqua|settimana della Passione]], era celebrata nella basilica, ma le prediche ed il canto degli inni avvenivano nella grande corte, e le processioni partivano dalla basilica per raggiungere la roccia del Calvario ed il Santo Sepolcro, secondo il curioso [[Processione|cerimoniale itinerante]] del [[IV secolo]] di cui ci ha lasciato la descrizione la pellegrina Eteria, venuta dall'[[Aquitania]] per visitare i luoghi santi.
 
===Aspetti comuni===
 
San Pietro a [[Roma]], la [[chiesa della Natività]] a [[Betlemme]] e il [[Santo Sepolcro]] di [[Gerusalemme]] sono tutte soluzioni parallele di un comune problema: creare un organismo architettonico in grado di contenere la comunità e i pellegrini per la celebrazione del culto e, al tempo stesso, di coprire in modo monumentale un ''[[martyrium]]''.
 
In [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]] la zona venerata è la stessa tomba dell'apostolo, e tutto ciò che serve alle esigenze del culto è uno spazio adeguato per la circolazione dei pellegrini (il transetto).
 
[[Immagine:Treviolo3.JPG|thumb|250px|Chiesa di [[Albegno]] di [[Treviolo]] ([[Provincia di Bergamo|BG]])]]
I santuari costantiniani in Terra Santa non contenevano invece tombe, sorgevano dentro le mura ed erano, al tempo stesso, [[Chiesa cattedrale|chiese cattedrali]] per le comunità locali. Pertanto qui si verifica l'abbinamento di una grande basilica (a cinque navate, come la cattedrale di Roma) e di un edificio a pianta centrale, il cui significato simbolico era ancora strettamente legato al ricordo dei [[Mausoleo (architettura)|mausolei]] imperiali. Il [[Palazzo di Diocleziano (Spalato)|mausoleo]] di [[Diocleziano]] a [[Spalato]], di forma ottagonale, i mausolei [[chiesa di Santa Costanza|di Costantina]] e [[Tor Pignattara|di Elena]] a [[Roma]], (solo alcuni degli esempi più noti) discendevano a loro volta dal tipo dell<nowiki>'</nowiki>''heroòn'' [[Architettura ellenistica|ellenistico]]. Perciò ai contemporanei di Costantino dovette sembrare del tutto naturale associare il linguaggio glorificante del mausoleo/''heroòn'' a quei luoghi che erano stati consacrati dal passaggio di Cristo (Uomo, Dio e Re).
 
Le grandi fondazioni costantiniane a Roma ed in Terra Santa contribuiscono dunque ad esemplificare le modalità con cui l'[[Architettura paleocristiana|architettura]] e dell'[[Arte paleocristiana|arte]] del primo cristianesimo si sviluppano dal ceppo della tradizione ellenistico-romana adottandone iconografie e stilemi, ma introducendovi al tempo stesso nuovi significati simbolici che ne trasformano profondamente il contenuto.
 
==Bibliografia==
*[[P. Testini]], ''Archeologia Cristiana'', ottava edizione, Bari 1980
*[[F. W. Deichmann]], ''Archeologia Cristiana'', Roma 1993
*[[R. Krautheimer]], ''Architettura paleocristiana e bizantina'', Torino 1986
*R. Krautheimer, ''Roma. Profilo di una città 312-1308'', Roma 1981
 
== Voci correlate ==
* [[Chiesa]]
* [[Cristianesimo]]
* [[Case romane del Celio]]
 
== Altri progetti ==
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*{{cita web|http://dover.idf.il/IDF/English/units/forces/ground/artillery/default.htm|Sito ufficiale dell'IDF}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{fi}}{{en}}{{sv}} [http://www.ortodoksi.net/virtuaalikirkko/index.html Navigazione virtuale all'interno di una chiesa ortodossa] <small>(richiede [[Macromedia Flash Player|Flash Player]])</small>
* {{it}}{{en}}}[http://www.architetturasacra.it Corso di progettazione dello spazio sacro]
 
 
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