Pardofelis temminckii e Terni: differenze tra le pagine
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{{Divisione amministrativa
| Nome=Terni
| Panorama=Terni panorama visto da sant erasmo di cesi.jpg
| Didascalia=
| Bandiera=Terni-Gonfalone.png
| Voce bandiera=
| Stemma=Terni-Stemma.png
| Voce stemma=
| Stato=ITA
| Grado amministrativo=3
| Divisione amm grado 1=Umbria
| Divisione amm grado 2=Terni
| Amministratore locale=[[Leopoldo Di Girolamo]]
| Partito=[[Partito Democratico (Italia)|PD]]
| Data elezione=22-6-2009
| Data istituzione=
| Altitudine=
| Superficie=211.90
| Note superficie=
| Abitanti=111451
| Aggiornamento abitanti=30-11-2016
| Sottodivisioni=Vedi [[#Frazioni|elenco]]
| Divisioni confinanti=[[Acquasparta]], [[Arrone]], [[Colli sul Velino]] (RI), [[Labro]] (RI), [[Montecastrilli]], [[Montefranco]], [[Narni]], [[Rieti]] (RI), [[San Gemini]], [[Spoleto]] (PG), [[Stroncone]]
| Zona sismica=2
| Gradi giorno=1650
| Nome abitanti=ternani
| Patrono=[[san Valentino]] (fino al 1600 era copatrono insieme a sant'Anastasio e san Procolo)
| Festivo=14 febbraio
| PIL=
| PIL procapite=
| Mappa=Map of comune of Terni (province of Terni, region Umbria, Italy).svg
| Didascalia mappa=Posizione del comune di Terni all'interno della provincia omonima
| Densità=
| Diffusività=
}}
'''Terni''' (''Interamna Nahars'' in [[Lingua latina|latino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:111451}} abitanti, [[capoluogo]] dell'[[provincia di Terni|omonima provincia]] in [[Umbria]].
È il [[Comuni italiani per popolazione|quarantunesimo comune italiano per popolazione]] e il settimo dell'[[Italia Centrale]], nonché secondo della regione Umbria per popolazione e nono per superficie.
Tradizionalmente fondata nel [[672 a.C.]] (sebbene alcuni reperti indichino una presenza stabile dal 3000 a.C.) da popolazioni originarie dell'Europa centrale (protoceltiche e germaniche) che fuse insieme diedero vita alla popolazione conosciuta poi con il nome di [[Umbri]]. La tribù che si stanziò a Terni venne chiamata ''Naharti''. La loro città fu una delle più importanti della [[Regio VI Umbria|Regio VI Umbria et Ager Gallicus]], una delle regioni formate da [[Augusto]] per dividere l'[[Italia (epoca romana)|Italia romana]].<ref>http://www.romanoimpero.com/2011/12/terni-umbria.html</ref>
Città ad elevato tasso di sviluppo industriale sin dal [[XIX secolo]], ricoprì un ruolo da protagonista nella [[seconda rivoluzione industriale]], parallelamente alla nascita delle [[Acciaierie di Terni|Acciaierie]] nel 1884 ed essendo già sede, dal 1875, di una Fabbrica d'Armi tuttora attiva, oltre che di impianti idroelettrici ed opifici specializzati nei settori tessile e chimico. Per la sua importanza ha subìto pesanti bombardamenti nel corso della [[seconda guerra mondiale]] da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] che, però, non le hanno impedito di rimanere tuttora uno dei fulcri dell'economia regionale e nazionale. Per questo motivo è soprannominata ''"La Città d'Acciaio"'' e la ''"[[Manchester]] italiana"''.<ref>[http://www2.stile.it/viaggi/citta/umbria-terni-manchester-italiana/ Terni, la Manchester italiana - Terni, la Manchester italiana | Stile.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Oggi, nel [[XXI secolo]], Terni è una città completamente rinnovata e a misura d'uomo con un importante centro storico, economico, sociale e naturalistico.<ref>[http://www.logitravel.it/guida-turistica/terni-664.html Guida turistica Terni: una città, mille sfaccettature - Logitravel.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Alle vastissime zone industriali, infatti, si alternano paesaggi verdi (in primis la [[cascata delle Marmore]]), testimonianze di resti romani, medievali e di archeologia industriale.
È conosciuta in tutto il mondo come ''Città degli Innamorati'' in quanto il suo patrono, [[san Valentino]], vi nacque e divenne vescovo; le spoglie del santo sono custodite presso l'[[Basilica di San Valentino|omonima basilica]].<ref>[http://www.donboscoland.it/articoli../articolo.php?id=971 DONBOSCOLAND.IT - San Valentino e la città degli innamorati<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Secondo uno studio dell'[[ISTAT]], Terni risulta essere la città più "verde" del Centro Italia e sesta in tutto lo Stivale.<ref>http://www.terninrete.it/Notizie-di-Terni/default-346348</ref>
== Geografia fisica ==
Terni sorge sulle rive del fiume [[Nera (Italia)|Nera]] e del fiume [[Serra (torrente)|Serra]], in una vasta e fertile [[Conca (geologia)|conca]] circondata dall'[[Appennino umbro-marchigiano]] e dal [[Subappennino laziale]]. È situata al centro della penisola italiana e dista 80 chilometri da [[Perugia]], 90 da [[L'Aquila]] e 100 da [[Roma]].
=== Territorio ===
{{vedi anche|Conca Ternana}}
Il territorio comunale è ampio (211,90 km²), e si estende intorno alla città di Terni, ([[conca Ternana]]) fino alla [[Valnerina|Valnerina Ternana]] ad est e alle [[Terre Arnolfe]] a nord/nord-ovest raggiungendo una superficie di 325 km² ed i 172.770 abitanti.
La densità abitativa è abbastanza elevata, per la notevole presenza di aree verdi sparse nel territorio comunale.
Il territorio si è formato a causa dell'erosione dovuta al mare presente durante la [[preistoria]]. Anche per questo elemento il sottosuolo è sabbioso e quindi riduce la possibile devastazione dei [[Terremoto|terremoti]] che spesso si scatenano nelle zone appenniniche.
=== Orografia ===
Il territorio comunale e l'hinterland hanno un dislivello di 1.577 {{m s.l.m.}}: si passa infatti dai 95 metri tra il confine fra Terni e [[Narni]], ai 130 di Terni, e si sale progressivamente ai 300 di media dei comuni limitrofi e Valnerina, i 1.121 del [[Monte Torre Maggiore]] fino ai 1.672 del [[Monte Aspra]].
=== Idrografia ===
I fiumi presenti nel territorio sono il Nera, il Serra, il [[Tescino]], l'Aia e il canale di Recentino. Le [[Cascate delle Marmore]] sono formate dal fiume [[Velino (fiume)|Velino]] che compie interamente il suo corso attraversando la [[provincia di Rieti]] e il suo capoluogo, gettandosi poi nel Nera.
=== Clima ===
Secondo la [[classificazione dei climi di Köppen]], Terni appartiene alla fascia ''[[Clima mediterraneo#Csa|Csa]]'', ossia al clima temperato delle medie latitudini, con estate calda. La città gode di un clima mite e confortevole nei periodi primaverili ed autunnali.
Le stagioni più piovose sono la primavera e l'autunno, prevalentemente nei mesi di novembre e aprile. L'autunno tende inoltre a essere più caldo della primavera a causa del lento rilascio del calore assorbito dal suolo nel corso dei mesi estivi.
Per la loro posizione in una piana alluvionale intermontana, sia la città che i centri limitrofi sono soggetti a forti escursioni termiche annue: cosicché l'estate è estremamente calda, umida, poco ventilata e perciò afosa, condizione che espone il territorio a forte rischio di siccità.
Viceversa, gli inverni sono freddi e piovosi, con notevoli picchi rigidi e intervallati fenomeni nevosi di una certa consistenza.
In generale, il clima è moderatamente ventilato, poiché i venti tendono a diminuire d'intensità incontrando le alture circostanti. Pertanto, in assenza di vento, è frequente che la nebbia, talvolta molto fitta, ricopra la conca per buona parte della giornata, soprattutto durante la stagione fredda, con elevati valori di umidità dell'aria. {{vedi anche|Stazione meteorologica di Terni}}
* [[Classificazione climatica]]: zona D, 1650 GR/G
{{ClimaAnnuale
| nome = TERNI
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01 = 10.2
| tempmax02 = 12.6
| tempmax03 = 16.1
| tempmax04 = 19.7
| tempmax05 = 24.6
| tempmax06 = 28.9
| tempmax07 = 32.7
| tempmax08 = 32.2
| tempmax09 = 27.9
| tempmax10 = 21.8
| tempmax11 = 15.3
| tempmax12 = 10.8
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01 = 2.4
| tempmin02 = 3.5
| tempmin03 = 5.6
| tempmin04 = 8.1
| tempmin05 = 11.9
| tempmin06 = 15.7
| tempmin07 = 18.3
| tempmin08 = 18.3
| tempmin09 = 15.5
| tempmin10 = 10.8
| tempmin11 = 6.6
| tempmin12 = 3.5
<!-- Piovosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in mm), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| pioggia01 = 66
| pioggia02 = 68
| pioggia03 = 63
| pioggia04 = 65
| pioggia05 = 69
| pioggia06 = 60
| pioggia07 = 26
| pioggia08 = 57
| pioggia09 = 83
| pioggia10 = 102
| pioggia11 = 110
| pioggia12 = 83
<!-- I giorni di pioggia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| giornipioggia01 = 8
| giornipioggia02 = 8
| giornipioggia03 = 8
| giornipioggia04 = 8
| giornipioggia05 = 8
| giornipioggia06 = 7
| giornipioggia07 = 4
| giornipioggia08 = 5
| giornipioggia09 = 6
| giornipioggia10 = 7
| giornipioggia11 = 9
| giornipioggia12 = 8
<!-- Insolazioni giornaliere medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in h), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| elio01 = 3.3
| elio02 = 4.2
| elio03 = 4.8
| elio04 = 5.5
| elio05 = 6.9
| elio06 = 7.9
| elio07 = 9.4
| elio08 = 8.8
| elio09 = 7.1
| elio10 = 5.6
| elio11 = 3.8
| elio12 = 3.0
<!-- Venti prevalenti ed intensità media da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| vento01 = E
| intensità01 = 3.3
| vento02 = E
| intensità02 = 3.3
| vento03 = SW
| intensità03 = 3.1
| vento04 = SW
| intensità04 = 3.2
| vento05 = SW
| intensità05 = 3.2
| vento06 = SW
| intensità06 = 3.2
| vento07 = SW
| intensità07 = 3.3
| vento08 = SW
| intensità08 = 3.2
| vento09 = SW
| intensità09 = 2.9
| vento10 = E
| intensità10 = 3.1
| vento11 = E
| intensità11 = 3.1
| vento12 = E
| intensità12 = 3.3
}}
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Terni}}
=== Preistoria ===
La città, posta in una pianura alluvionale tra il fiume [[Nera (Italia)|Nera]] e il torrente [[Serra (torrente)|Serra]], vide il suo territorio abitato già nell'[[età del bronzo]] e del [[Età del ferro|ferro]], come testimoniano numerosi rinvenimenti.
L'[[età del Bronzo]] medio ([[XVI secolo a.C.|XVI]]–[[XIII secolo a.C.]]) è segnata da un'attività pastorale, di tipo transumante, contraddistinta da insediamenti in capanne e grotte. Questa attività di tipo caseario è testimoniata dai vari manufatti ceramici, ad essa connessi, rinvenuti presso [[Titignano]], [[Avigliano Umbro]] e [[Narni]].
Con gli inizi dell'[[età del Ferro]] ([[X secolo a.C.]]), il territorio accresce la propria importanza, come attestato dalla grande [[necropoli]] delle [[Acciaierie di Terni|Acciaierie]]. In questo periodo si afferma un modello di insediamento stabile ed organizzato, supporto fondamentale per lo sviluppo della cultura ternana, una delle più importanti dell'[[Italia]] protostorica.
In base alla tipologia dei corredi funerari è possibile distinguere tre fasi: ''Terni I'', ''Terni II'' e ''Terni III''.
Alla prima fase, la più antica, appartengono le tombe ad incinerazione, formate da un pozzetto per lo più cilindrico. Le analogie culturali sono con l'area laziale, soprattutto [[Latini|Roma-Colli Albani e Allumiere]]. L'abitato corrispondente alla necropoli di questo periodo era probabilmente situato sul Colle di Pentima, lungo il margine orientale della conca ternana.
La fase ''Terni II'', databile al [[IX secolo a.C.]], è caratterizzata dalla sostituzione del rito funerario dell'incinerazione con quello dell'inumazione. Le [[sepoltura|sepolture]] ad inumazione sono formate da fosse rettangolari, riempite con terra e pietrame oltre il livello del suolo, alcune con circolo di pietre a delimitarne il perimetro, a volte con fondo pavimentato da ciottoli di fiume. Le evidenze culturali di questa fase ricollegano la necropoli ternana all'area [[Umbri|umbra]], [[Sabini|sabina]] e [[Piceni|picena]], ma con apporti dalla fase laziale di [[Latini|Roma-Colli Albani II]], soprattutto nella ceramica.
Alla fase ''Terni III'', databile fra l'[[VIII secolo a.C.|VIII]] e il [[VI secolo a.C.]], appartengono le tombe di S. Pietro in Campo, poco più ad occidente della necropoli delle Acciaierie, e quelle rinvenute nell'area dell'ex poligrafico Alterocca. Le sepolture sono tutte ad inumazione, particolarmente ricche, quelle maschili, di armi in ferro, fra cui le lance a foglia, giavellotti, spade e [[pugnale|pugnali]], in quelle femminili, lebeti, bacili, attingitoi, [[anfora|anfore]], oltre alle [[fibula (spilla)|fibule]].
I più recenti scavi, in località Maratta Bassa e in contesto urbano, hanno confermato un processo di proto urbanizzazione, decisamente precoce rispetto ad altre realtà umbre.
In epoca storica, secondo le [[Tavole eugubine]], il popolo dei '''''Naharti''''' (''Naharkum..Numen'') era considerato nemico dell'arce umbra di [[Gubbio]], al pari degli [[Etruschi]] e degli [[Castellieri|Jabusci]]. I Naharti abitavano proprio lungo il corso del Nera, la cui radice idronimica ''Nahar-'' è in comune con l'appellativo ''Naharkum''. Era una popolazione di ceppo celtico, come tutti gli Umbri, della stessa [[cultura di Golasecca]].
Alcune sommità che circondano la piana di Terni continuarono ad essere abitate, come le propaggini meridionali dei monti Martani, disseminate di piccoli insediamenti, posti fra i 700 e i 1.000 m di altezza, non tutti a scopo abitativo, di cui il più importante è il sito fortificato di Sant'Erasmo di [[Cesi (Terni)|Cesi]], databile almeno al [[V secolo a.C.]]
La notizia non provata che al di sopra di [[Rocca San Zenone]] si trovasse l'[[oppidum]] [[Umbri|umbro]] di ''Vindena'' si riferisce probabilmente alla memoria di questi insediamenti di altura.
L'origine della città viene dunque fatta risalire al [[672 a.C.]], come si evince da un'[[iscrizione]] [[Lingua latina|latina]] di età [[Tiberio (imperatore romano)|tiberiana]]. Il nome ''Interamna Nahars'' ha fatto pensare che il Nera e il Serra e i loro affluenti circondassero la città, costituendo una difesa naturale. Infatti in italiano: ''Inter'' (fra) ''Amne'' (corsi d'acqua, fiumi) e ''Nahars'' (''Naharti-ki'', abitanti del [[Nera (fiume)|fiume Nera]], in latino ''Nar'' o ''Nahar''). Il nome ''Interamna'' si è poi evoluto in ''Teramna'', ''Terani'' ed infine, ''Terni''.<ref>Laura Bonomi Ponzi, ''L'Età Preistorica, in '' Storia Illustrata delle città dell'Umbria '' a cura di Raffaele Rossi, '' Terni '', a cura di Michele Giorgini, Elio Sellino Editore, Milano 1993, pp. 37-46</ref>
=== La conquista romana ===
[[File:Carsulae, arco di S. Damiano.jpg|thumb|upright=0.6|right|[[Carsulae|Parco archeologico di Carsulae]].]]
Le fonti classiche non citano quando Terni entrò a far parte delle strutture amministrative romane. Nel [[290 a.C.]], o poco dopo, [[Manio Curio Dentato]] promosse la costruzione della [[Via Curia]] (di cui non resta traccia), collegando Terni a [[Rieti]]<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], ''Ρωμαιχή Ἁρχαιολόγια'', I, 14.4</ref> e realizzò il taglio del costone delle [[Cascata delle Marmore|Marmore]], per facilitare il deflusso delle acque del [[Velino (fiume)|Velino]] nel [[Nera (Italia)|Nera]];<ref>[[Marco Tullio Cicerone]], ''Epistulae ad Atticum, Liber'' IV, 15, 5</ref> è, quindi, probabile che già all'epoca ''Interamna'' fosse romanizzata.
Durante la [[seconda guerra punica]], nel [[214 a.C.]], ''Interamna'', insieme ad altre undici colonie latine, non si trovò nelle condizioni di fornire il suo contingente di armati per formare le due legioni urbane che i [[console (storia romana)|consoli]] di quell'anno, [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]] e [[Marco Claudio Marcello]], ebbero intenzione di arruolare; quest'azione, giudicata dal [[Senato romano|Senato di Roma]] come tradimento, fu severamente punita qualche anno dopo con l'emanazione di una legge apposita, che nella giurisdizione delle colonie latine si chiamò ''ius XII coloniarum''.<ref>[[Tito Livio]], ''Ab Urbe condita'', XXVII, 9; [[Tito Livio]], ''Ab Urbe condita'', XXIX, 15. Per una critica complessiva sull'accaduto e l'importanza della sentenza definitiva del Senato si veda Gaetano De Santis, ''Storia dei Romani'', vol. III, parte II, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1968, pp. 448-449 e vol. IV, parte I, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1969, pp. 553-554.</ref> Tra l'altro, a questo periodo risalgono le mura che circondarono il perimetro dell'abitato romano.
Alla fine del [[II secolo a.C.|secondo secolo a.C.]] sono databili alcuni lavori di riassetto del ramo orientale della [[via Flaminia]], che collegava (e collega) [[Narni]] a [[Spoleto]], per riallacciarsi all'originario tracciato della consolare all'altezza di ''[[San Giovanni Profiamma|Forum Flaminii]]'', poco a nord di [[Foligno]].
Dopo la [[Guerra sociale]] ''Interamna'' divenne ''[[municipio (storia romana)|municipium]]'', non si sa se con le caratteristiche della piena [[cittadinanza (storia romana)|cittadinanza]] o come ''civitas sine suffragio''.<ref>Claudia Andreani, ''La città romana'', in Valentina Leonelli, Paolo Renzi, Claudia Andreani, Cristina Ranucci, ''Interamna Nahartium, Materiali per il Museo Archeologico di Terni '', Edizioni Thyrus, Arrone (TR) 1997, p. 139</ref>
=== L'Impero Romano ===
Con la sistemazione amministrativa dell'Italia, ''Interamna'' fu iscritta alla [[tribù]] ''Clustumina'' e fu inclusa nella ''[[Regio VI Umbria]]''.<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''Naturalis Historia'', III, 12, 107</ref> Si colloca nel periodo fra la fine del [[I secolo a.C.]] e la prima metà del [[I secolo d.C.]] la strutturazione definitiva della Terni romana. In questo periodo furono edificati [[Tempio|tempi]], il [[Teatro (architettura)|teatro]], due [[terme]] e l'[[anfiteatro]].<ref>Claudia Andreani, ''Il municipio romano '', op. cit., pp. 139-168</ref>
Durante l'Impero fu teatro di alcuni avvenimenti significativi: la resa delle ultime truppe di [[Vitellio]] alle legioni di [[Tito Flavio Vespasiano|Vespasiano]] nel [[69]],<ref>[[Publio Cornelio Tacito]] ''Historiae, Liber III, LXI''</ref> l'attribuzione, da parte del [[Senato]], dell'''auctoritas'' imperiale a [[Settimio Severo|L. Settimio Severo]], già acclamato imperatore dalle legioni d'Illiria, nel [[193]],<ref>Elio Sparziano [[''Historia Augusta]], Vita Severi'', 6</ref> e l'uccisione, nel [[253]], nelle campagne vicine, dell'imperatore [[Gaio Vibio Treboniano Gallo|V. Treboniano Gallo]] e di suo figlio [[Volusiano|G. Vibio Volusiano]], mentre si apprestavano a combattere contro le legioni dell'usurpatore [[Emiliano (imperatore romano)|M. Emilio Emiliano]], acclamato Imperatore dalle truppe della [[Mesia]].<ref>''Epitome De Caesaribus'', XXX</ref>
[[File:EmpereurTacite.jpg|thumb|right|Busto di Marco Claudio Tacito]]
Nel 275 a. C. un ternano divenne imperatore di Roma. Morto assassinato Aureliano, prima il Senato e poi l’esercito decisero che il successore dovesse essere [[Marco Claudio Tacito]] che fu richiamato dalla sua casa interamnate e incoronato:
<small>''«Nella bontà, nella clemenza, nella giustizia, nell’equità, nella prudenza, nelle liberalità e nell’altre virtù a’ Principi convenevoli, superò molti dei suoi migliori predecessori...»''</small>, racconta Francesco Angeloni nella sua '''Historia''' di Terni. Punì i responsabili della morte di Aureliano, riordinò la rete stradale, si rivolse contro gli Eruli e i Goti che saccheggiavano i territorî dell'Asia Minore; dopo averli battuti, affidò la continuazione dell'impresa al suo fratellastro [[Marco Annio Floriano]], suo prefetto del pretorio. Nonostante l’età si impegnò nella guerra contro i persiani che Aureliano aveva avviato. La chiuse vittorioso, ma fu l’ultima soddisfazione per lui. Aveva già la ragguardevole età di 75 anni, Marco Claudio, dopo aver ricoperto importanti cariche pubbliche (fu anche Console) si era ormai ritirato a vita privata ed era ritornato nella sua casa natia di Interamna. Una casa che, come le altre dei Tacito, si trovava secondo alcune non confermate voci, in quella che oggi è via Manassei: i ''Manassei'' (una delle nobili famiglia ternane più importanti nel Medioevo e Rinascimento) avrebbero appunto costruito il loro palazzo, sulle preesistenti case dei Tacito. Morì nel 276, circa un anno dopo la sua nomina ad imperatore, forse a causa di febbri contratte nell'affrontare il viaggio di ritorno. Tuttavia le testimonianze degli storici latini sono insufficienti rispetto a quest'ultimo particolare. Si sa solo che a succedergli fu un altro Tacito, il suo già citato fratello Annio Floriano. A Marco Claudio Tacito, Marco Annio Floriano e a Gaio Cornelio Tacito (loro avo), era dedicata una tomba detta: ''Tre Monumenti'', che sorgeva nella zona di porta Spoletina.
Risale all'inizio del [[III secolo d.C.]] la testimonianza della ''[[Tavola Peutingeriana|Tabula Peutingeriana]]'' che il tracciato di riferimento della Via Flaminia non è più quello occidentale, da ''Narnia'' a ''Mevania'', ma quello orientale, che passa per Terni, contrariamente all'''itinerarium Gaditanum'' di due secoli prima, che indica il primo come percorso preferito.<ref>Sulla viabilità romana extra-urbana si veda Paul Fontaine, ''Cités et enceintes de l'Ombrie antique'', Institut Historique Belge de Rome, Bruxelles-Rome 1990, pp. 111-114</ref>
La diffusione del [[Cristianesimo]] è attestata dall'area cimiteriale, databile al [[IV secolo]], sorta su una necropoli pagana, alla sommità di un colle poco a sud della città, lungo la ''via Interamnana''. Il luogo principale di culto fu costruito probabilmente all'interno delle mura cittadine, a ridosso dell'anfiteatro, nel luogo dove ora sorge la cattedrale e fu dedicato inizialmente a S. Maria Assunta.<ref>Cristina Ranucci, ''Interamna Nahars nella tarda antichità: l'avvento del Cristianesimo'', in Valentina Leonelli, Paolo Renzi, Claudia Andreani, Cristina Ranucci, ''Interamna Nahartium, Materiali per il Museo Archeologico di Terni '' op. cit., pp. 171-202</ref>
Dopo la [[Guerra Gotica (535-553)|Guerra Gotica]], durante la quale è probabile che anche ''Interamna'' sia stata, prima occupata dagli [[Ostrogoti]], poi ripresa dai [[Impero bizantino|Bizantini]],<ref>Per i movimenti degli eserciti, gotico e bizantino, nell'attuale Umbria meridionale vedi [[Procopio di Cesarea]],'' Ὑπὸν τὼν πολεμὼν'', V, 16; VI, 11; VII, 12; VIII, 23</ref> la conquista più significativa fu quella [[Longobardi|longobarda]], avvenuta ad opera dei [[Ducato di Spoleto|Duchi di Spoleto]] alla fine del [[VI secolo]] e compiuta già al tempo di [[Autari]]. Terni assunse il carattere di città di frontiera, trovandosi a poca distanza da Narni bizantina, posta a guardia della via Flaminia, nel suo tratto occidentale. Sebbene il limite esatto fra le due aree nemiche sia molto difficilmente identificabile, si ritiene che esso fosse compreso fra la consolare [[via Flaminia|Flaminia]], nel suo percorso più antico, in mano ai Bizantini, e la ''via Interamnana'', in mano ai Longobardi, che la utilizzarono per l'occupazione della Sabina occidentale, fino a [[Farfa]].<ref>Pier Maria Conti, ''Genesi, fisionomia e ordinamento territoriale del ducato di Spoleto'', in ''[[Spoletium (rivista)|Spoletium]]'', XVII, 1975</ref>
Durante la prima fase del dominio longobardo la [[diocesi di Terni-Narni-Amelia|diocesi]] ternana fu soppressa da [[papa Gregorio Magno]], forse più per mancanza di fedeli che per riduzione della popolazione, e fu assorbita da quella di Narni.
Il passaggio ai [[Franchi]] non mutò radicalmente la situazione, poiché Terni continuò a dipendere dal Ducato di Spoleto, pur essendo sede di un ''[[Conte|comes]]''. La diocesi, alla fine dell'[[VIII secolo]], fu annessa a quella di Spoleto, ristabilendo così, ma a favore del Regno, un'anomalia istituzionale. Proprio per questo motivo il Papato e la diocesi narnese non smisero mai di rivendicare la sovranità su Terni, facendosi forti della ''[[Promissio Carisiaca]]'' e dei [[capitolare|capitolari]] successivi, che affermavano la volontà dell'Impero di restituire Narni al Papa.<ref>Nonostante i fondati dubbi di autenticità e l'equivoco sull'oggetto della restituzione al Papato, dopo le guerre del re longobardo [[Desiderio (re)|Desiderio]], la documentazione può essere reperita nei vari Diplomi imperiali editi in [[Monumenta Germaniae Historica]] [http://www.dmgh.de dMGH | Suche]</ref>
=== Il Basso Medioevo ===
Con il Medioevo Interamna Nahars<ref>La etimologia è chiara: città posta tra i fiumi o tra le acque.</ref>, così chiamata in epoca romana, si modificò in ''Interapna'', poi in ''Terapna'' e ''Teramne''; nei secoli successivi abbiamo ''Terani'' e infine Terni. [[Papa Pasquale II]] disse di Terni che, secondo l’ampiezza e grandezza dei suoi antichi edifici, che fino a quell’ora ne restavano in piedi, si dimostrava città celebre, e volle in una sua bolla data in Laterano - nell'anno 1099 - onorata col titolo di ''nobile e insigne città''<ref>Enio Navonni, curatore delle ricerche storiche di: ''Terni che fu''.</ref>.
La città fu libero comune già dall'anno 1100. Nel [[1174]] le soldataglie del vescovo [[Cristiano di Magonza]] la presero e la distrussero con l'accusa di non pagare le gabelle dovute.<ref>''Die Chronic des Popstes Burchard von Ursberg'' in ''Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum germanicarum in usum scholarum separatim editi'', p. 52; Johan Friederich Bohmer, ''Regesta Imperii IV. Lothar III und åltere Staufer 1125-1197. 2 Abt.: Die Regesten des Kaiserreiches unter Friederich I 1152(1122)-1190. Lief 1168-1180'', Wien 2001, IV, 2,3, n.2070 [http://www.regesta-imperii.de Startseite : Regesta Imperii]</ref>A questo punto, antica quanto gli stessi fatti, una leggenda orale ternana, vuole che spoletini e narnesi si fossero divisi le spoglie di una Terni semidistrutta. I ternani, per vendicarsi, avrebbero allora inseguito i narnesi fuori le porte della città, guidati da un certo ''Liberotto Liberotti'' (eroe popolare-leggendario della città di Terni, insieme a ''Ser Cittadini'', l’ammazzadraghi). Il teatro della vicenda sembra sia stato il sagrato della chiesa di San Tommaso il cui parroco, don Piero, esortava frequentemente i popolani a sollevarsi contro le dure imposizioni di gabelle da parte di Narni e Spoleto. Liberotto Liberotti secondo il racconto mitico, fu un coraggioso fabbro ferraio che davanti alla tracotanza di un gabelliere narnese reagì uccidendolo a mazzate; il popolo trascinato dal gesto di ribellione insorse e, con l’aiuto di Foligno e Todi, riconquistò la libertà. La tradizione locale, che alla leggenda di Liberotto ha attribuito il significato di una sorta di vespri ternani, vuole che l’episodio sia raffigurato nel bassorilievo conservato nella sagrestia del Duomo e che rappresenta, invece, la lapidazione di un martire<ref>''Testimonianza della tenace sopravvivenza della tradizione, sono i numeroisi testi di storia e cultura locale, e un quadro di Orneore Metelli, ora in una collezione privata di Zurigo, intitolato “La rivolta contro gli agenti delle tasse“. Vi è riconoscibile la facciata di San Tommaso, un sacerdote sulla porta, certamente don Piero e, sopra botti accatastate, una figura vigorosa con un martello in mano, attorniata da popolani armati di forconi e bastoni.''</ref>.
Nonostante i diplomi imperiali dei secoli precedenti, la cessione del territorio e della diocesi ternani al potere temporale dei Papi non si realizzò. Nel [[1218]], [[Papa Onorio III|Onorio III]] ricostituì il Capitolo Cattedrale nella chiesa di Santa Maria Assunta, ma dotandola di una competenza territoriale molto esigua, esposta alle rivendicazioni di Spoleto che veniva appoggiata delle capricciose famiglie romane, in particolar modo dai [[Crescenzi]], che all'epoca si incistarono sulla piccola Narni come terrazza e appoggio per le loro incursioni o presunti rivendicazioni in Umbria, in particolar modo nella conca da sempre dominio dell'orgogliosa e indomita popolazione ternana.<ref>''[[Monumenta Germaniae Historica]], Epistulae saeculi XIII e regestis Pontificum Romanorum selectae'', Tomus I, Weidmannos, Berolini MDCCCLXXXIII, pp. 33-34</ref>
Quando Terni entrò a far parte del [[potere temporale]] dei papi era già un [[Comune medievale|Comune]], con la magistratura dei due [[Console (storia medievale)|consoli]] e il [[Parlamento]] e già con una fiera storia di lotte per mantener salda la propria indipendenza.
Al momento in cui gli fu restituita la diocesi, Terni ebbe anche il [[Podestà (medioevo)|Podestà]] e il [[Capitano del Popolo]], in anticipo di qualche decennio rispetto ad altri comuni umbri. Il Duecento, epoca della definizione istituzionale del comune, periodo dominato dalle lotte per la determinazione del confini del territorio e dall'affermazione della città sul contado, era stato caratterizzato dall'iniziativa pubblica che si concretizzava nell'apertura dei grandi cantieri dei palazzi comunali e di quello del complesso dell'episcopio e della cattedrale, nella realizzazione delle nuove porte cittadine e nel contributo all'insediamento degli ordini mendicanti. Con la prima predica in volgare di [[Francesco d'Assisi]] nel 1218, per Terni, cominciò un periodo di intensa attività religiosa e sociale. Così narra la cronaca di [[Tommaso da Celano|Fra Tommaso da Celano]] nella sua ''Vita di S. Francesco (prima e seconda) e trattato dei Miracoli'':
<small>'''''Della sua''''' (S. Francesco) '''''umiltà davanti al vescovo di Terni...'''''</small>
<small>«''Mentr'egli predicava al popolo di Terni, il vescovo della città<ref>Era ''Rainerio'' (13 gennaio 1218-1253).</ref>, a predica finita, per encomiarlo pubblicamente ebbe a dire così: «In quest'ultima ora<ref>''I Gv''. 2, 18.</ref> Dio ha illustrato la sua Chiesa con questo poverello dispregiato<ref>Concetto, più volte espresso con parole di Isaia.</ref>, semplice e illetterato; perciò siam tenuti a lodare sempre Dio, sapendo che non ha fatto così per ogni nazione<ref> Salm. 147,20. Seguirono brevi sparse referenze bibliche.</ref>». All'udire tali parole il Santo fu contentissimo che il vescovo tanto esplicitamente lo dichiarasse spregievole, e mentre entravano in chiesa gli si gettò ai piedi, esclamando: «In verità, signor vescovo, mi hai fatto un grande onore, poiché tu solo mi hai dato integralmente quel che è mio, mentre gli altri me lo tolgono; hai separato, voglio dire, ciò che è prezioso da ciò che è vile, rendendo, da uomo accorto, a Dio la lode, e a me la mia miseria».''»</small>
A ridosso di tale data infatti nel territorio circostante - anche nel contado - si vide la nascita prima di alcuni eremi ed insediamenti provvisori francescani (l'Eremita ''Arnulphorum'' o di Cesi - da qui il nome dato alla zona sotto [[Cesi (Terni)|Cesi]] detta delle ''Terre Arnolfe'' -, lo speco di S. Urbano di Vasciano) ed agostiniani (S. Bartolomeo di Rusciano presso [[Terni|Rocca San Zenone]], quest'ultimo era un castello o borgo fortificato nel contado di Terni, ancora esistente, posto a difesa della città)<ref>''C. Mazzoli, l'abbazia di S. Benedetto in fundis di Stroncone. Per una storia del monachesimo dell'Umbria meridionale, Terni 1994, p. 28 nota 23''</ref>, poi di chiese e veri propri conventi soprattutto in ambito urbano, come accadde anche nei limitrofi feudi (o autonomi piccoli borghi fortificati) di Stroncone, Piediluco, Sangemini e Acquasparta per i Minori, nella vicina città rivale di Narni per frati Minori, Agostiniani e Domenicani.
Gli ordini Mendicati più importanti, Francescani ed Agostiniani, giunsero a Terni leggermente più tardi, cioè verso la metà del Duecento. I conventi di San Francesco e di S. Pietro costituirono due riferimenti di notevole importanza in seno al contesto spiritituale ternano ma non solo, anche nella ''platea'' socio-culturale: nella fattispecie fu l'attività apostolica e pastorale dei religiosi, basata su studio, predicazione e confessione, a fare di questi luoghi dei centri di educazione e cultura. Infatti tutt'ora sono numerosi i testi di codici miniati francescani di questi due conventi ternani, conservati e custoditi gelosamente negli Archivi di ''Palazzo Mazzancolli'' (sede attuale dell'Archivio di Stato di Terni) e nell'edificio della Biblioteca Comunale della città. Degno di nota, nello strombo dell’ingresso laterale sinistro nella chiesa di San Francesco, una rara immagine del nobile ''Beato Simone Camporeali'' (inizi sec. XIV), tra i primi fondatori della comunità francescana di Terni e primo compagno ternano del santo assisiate.
Nel giugno del [[1241]] la nobiltà di origine germanica di Terni (Castelli, Manassei, Cittadini, Camporeali, Antonelli, Monteduranti e Simonetti), con tutta la cittadinanza si sottomise spontaneamente a [[Federico II di Svevia|Federico II]], che la individuò, forse per le sue vie di comunicazione con Roma, come base della sua presenza nell'Italia Centrale durante il conflitto che lo oppose, nel [[1244]], al [[papa Innocenzo IV]] e, come sede, nel [[1247]], della [[dieta]] che avrebbe dovuto ridisegnare l'assetto amministrativo e politico dell'Italia.<ref>''[[Monumenta Germaniae Historica]], Constitutiones et acta publica Imperatorum et Regum'', Tomus II, Impensis Bibliopoli Hahniani, Hannoverae MDCCCXCVI, pp. 341, 347 e 354; Johan Friedrich Bohmer, ''op.cit.'', RI V 1, 1, 3609a</ref> Terni arricchirà il proprio stemma con un'aquila, quella imperiale, nera in campo dorato. Un privilegio concesso al libero comune di Terni, <small>«''«...per la fedeltà e la gagliardia dei suoi uomini...»''</small>, come riporta lo storico, artista e archeologo ternano Luigi Lanzi, da Federico II di ritorno dagli Abruzzi, dove aveva fondato la città dell'Aquila. Terni s'era data allo Svevo per la sua vocazione ghibellina, coadiuvata da Todi, Amelia e Foligno, sue alleate, e in odio alla prepotente Narni, alleata con Roma, Spoleto e Perugia in una lega guelfa, in appoggio ai comuni lombardi. Terni ospiterà più volte la corte di Federico II, che amava ritirarsi in un luogo ameno come la conca ternana, praticare la caccia col falcone nella selvaggia [[Valnerina]] insieme alla nobiltà della città, in più c'era un ottima occasione per tenere sotto controllo le vie che scendevano verso Roma e inviare i messi imperiali coi suoi ordini in ogni angolo del Regno. Egli sostò a Terni anche fra l’estate del 1244 e il marzo del '45 quando avrebbe dovuto incontrare a Narni il nuovo pontefice Innocenzo IV. Nel 1249 i Ternani seguitarono a parteggiare per l’imperatore e, sotto gli ordini del Capitano Simoni, si impadronirono di ''Rocca Carlea'', facendone prigioniero il presidio, e ne rovinarono le mura. Quel presidio era formato da militi Narnesi i quali dovettero attendere tredici mesi prima di ottenere la libertà<ref>Da: Cronistoria Narnese, di Edoardo Martinori (1854-1935).</ref>.
Nel 1250, dopo una serie di vicende più tristi che fortunate, dopo la diserzione di [[Parma]] e di tante altre città prima fedeli all'[[Sacro Romano Impero|Impero]], dopo la cattura del figlio [[Enzo di Sardegna|Enzo]] per mano dei [[Bologna|Bolognesi]], l’imperatore, la cui celebrità cominciava a tramontare, ripiegò nelle [[Puglia|Puglie]], ed il giorno 17 dicembre dell’anno 1250, Federico II morì dopo breve infermità a [[Lucera|Luceria]], circondato da monaci, ed assolto da tutti i suoi peccati da Berardo arcivescovo di Palermo, suo grande e fedele amico<ref>Da: Cronistoria Narnese, di Edoardo Martinori (1854-1935).</ref>. Tuttavia, con la morte del sovrano tedesco, Terni tornò formalmente all'obbedienza papale, anche se in maniera definitiva lo fece molto tardivamente (ultima metà del XV secolo) e con diverse resistenze, che se anche via via scemavano sempre più, furono epilogate con la eclatante e sanguinosa vicenda della Rivolta dei Banderari avvenuta nella notte del 22 agosto del 1564.
Nel [[1294]] il Comune si dotò di una nuova carica, i '''Quattro di Credenza''' o ''Difensori del Popolo'', composto di quarantotto consiglieri, tratti per metà dall'ordine dei Cittadini o ''Boni Cives'' (i nobili) e per il resto dai [[Banderari]] (borghesi e artigiani) e, nel [[1307]], dei ''Magnifici Priori''.
Durante la [[Cattività avignonese]] continuò la riottosa e bellicosa resistenza ghibellina al potere papale e, schiacciata fra due comuni guelfi che dovettero allearsi, perché altrimenti troppo deboli se presi singolarmente, come Spoleto e Narni, anche la stessa Terni, si attivò nella stessa politica ritrovando l'antica amicizia con l'altra storica "sorella ghibellina", Todi. Tuttavia nel [[1354]] tutte le città-stato dell'Umbria - anche se più per natura formale - si sottometteranno al legato papale, il cardinale [[Egidio Albornoz]].<ref>Daniel Waley, '' Lo Stato papale dal periodo feudale a Martino V'', in ''Storia d'Italia'', a cura di Giuseppe Galasso, UTET, Torino 1987, p. 297</ref> Il Trecento, a Terni, vide anche la realizzazione del nuovo circuito murario di nord-ovest, che, mentre inglobava il convento di San Francesco e il monastero di San Procolo, offriva nuove aree edificabili al processo già in atto di espansione urbana verso Porta Spoletina. Lo sforzo finanziario cui i cittadini furono sottoposti fu enorme, affrontato con orgoglio anche se con grande dispendio di denaro e energie (''massimis sumptibus et expensis et cum massimis et difficilibus et quasi impossibilibus laboribus personarum'')<ref>''Biblioteca Comunale di Terni, Diplomatico, cass. G. cont. 34, nr. 7: Lettera del 22 Gennanio 1372''</ref>, tanto da comportare la redazione di un nuovo catasto al fine di riorganizzare il gettito fiscale <ref>''Archivio di Stato di Terni, Archivio Storico Comunale di Terni, I Catasti antichi, bb. 2135 e 2139''</ref>. Tuttavia, nonostante i conflitti interni, nonostante la peste nera, che - comunque - non è riscontrabile sapere quanto incise sul numero degli abitanti, nonostante i gravissimi terremoti che colpirono l'Italia centrale fra il settembre ed il novembre del 1349<ref>Merlino di Filippo, Cronaca, in Francesco Angeloni, Storia di Terni, Roma 1646, p. 167: ''Anno Domini 1349 fuerunt in partibus civitatis Interampnae multi terraemotus et inceperunt de mense septembris et duraverunt usque ad medietatem mensis novembris''</ref>, Terni visse - provvidenzialmente - ancora quel momento di "ottimismo" demografico e, conseguentemente, edilizio che aveva caratterizzato il secolo precedente.
[[File:Torre Barbarasa Terni.jpg|thumb|right|Torre Barbarasa]]
Agli inizi del Quattrocento Terni aveva tra i sei e i settemila abitanti ed era una città molto sviluppata e ricca, ricca perché grazie a un capitalismo che stava nascendo sulla spinta di fiorenti commerci e di una crescente attività manifatturiera aveva raggiunto fasti che non avevano nulla da invidiare ad altre città. Il tutto era favorito dalla presenza accanto al [[Nera]] e al [[Serra]], di una serie di corsi d’acqua minori, le cosiddette ''forme'', che attivavano: mulini (un numero elevato di circa cinquecento attivi)<ref>Francesco Angeloni, ''Historia di Terni''</ref>, ramiere e cartiere (e che a maggior ragione giustificavano il nome di [[Interamna]]). Gran parte dell’attività del governo cittadino era riservata a questioni di natura idrologica (Marmore, fiumi e canali cittadini). Di pari passo la città pullulava - in maniera crescente - di una borghesia mercantile sempre più ricca (la già citata classe sociale dei Banderari) e assai industriosa che pareggiava in fasto e ricchezza alla sua controparte: i nobili. Giunta ad una sicurezza economica e salda, Terni, anche sull’onda del crescente spirito di orgoglio militare, non disdegnava di entrare in conflitto - ancor più che nel medioevo - con il governo pontificio, né con i centri confinanti come: Spoleto, da sempre arrogantemente filo papale e orgogliosamente violenta con le città limitrofe, ma ormai indebolita militarmente dai fasti della corte romana e dagli ascetici costumi cardinalizi che l’avevano sempre più fagocitata, Narni, da sempre base di appoggio e terrazza sulla valle del Nera al servizio delle mire espansionistiche delle famiglie papali romane, e poi [[Rieti]], la più importante, perché connessa alla delicata quanto insanabile e vetusta difficoltà con la [[Cascata delle Marmore]] e il canale idrico; questione prima fra tutte. Un aspetto molto importante relativo all'edilizia a Terni fra la fine del medioevo e la prima età moderna è l'attività di maestranze provenienti dall'Italia settentrionale, in particolare [[Lombardia]]. La lunga serie di contratti stipulati con mastri ''de Como'' o ''de Mediolano'', che oltre ai rari appalti pubblici, lavoravano su committenza privata, testimonia una prassi affermatasi nel corso del XV e ancora diffusa nel secolo XVI. Pur esistendo famiglie di muratori locali - si distinse, ad esempio, la famiglia dei Nardoli che lavorò all'orologio pubblico e ad alcune cappelle gentilizie all'interno della cattedrale -, si preferiva valersi di appaltatori "stranieri". Nella schiera dei nomi che emergono dalle fonti spicca quello di Pietro di Giovanni de Careva del contado di Milano, attivo a Terni per almeno 25 anni<ref>''A.S.T., A.N.T., 13 c. 222r (1456 dicembre 9) e A.S.T., A.N.T. 16, c. 125v e ss. (anno 1479)''</ref>, il 27 agosto 1428 venne anche stipulato il contratto d'opera per la costruzione a cottimo di quattro torrioni murali - oltre a quelli numerosi già edificati nei secoli precedenti - con i mastri muratori Angelo Beltrami da Milano, Giorgio di Pietro da Como, Stefano di Giorgio da Como e Angelo di Giovanni da Como. Le torri erano a tre piani di cui due voltati (''pro duabus voltis fiendis'') e l'ultimo a terrazza (''parapectum''); inoltre la costruzione doveva tenere conto dell'uso della polvere da sparo accanto alle armi tradizionali e prevedere feritoie per le balestre (''balestriis'') e bocche da fuoco (''biombarderiis'')
A capo della macchina comunale ternana stavano sei [[Priori]] (in carica mensile), con ampi poteri politici e amministrativi. Gli organi legislativi e consultivi erano: il Consiglio di Credenza (o di Cerna), composto, oltre che dai Priori, dai Ventiquattro del popolo (tanti per borgo, o rione, che erano sei: ''Fabri'', ''Castello'', ''Rigoni'', ''Aultrini'', ''Disotto'', ''Amingoni''), che portando ognuno una bandiera furono detti [[Banderari]] (da qui l'origine del nome di questa classe sociale); e ventiquattro ''Boni viri'' (su base censuaria e imbussolati). Così viene descritta la città del trecento/quattrocento:
<small>«''In sei quartieri dunque o rioni essa è divisa, i quali occupando un piano di forma ovato di ben due miglia e mezzo, vengono circondati da alte mura di quadrate pietre con trenta torrioni, disposti in giusta distanza: sta nel dintorno in alcuni luoghi il fiume Nera, che nell’orgoglioso e rapido suo corso non lascia che col valicarlo a quelle possa appressarsi, e perciò si rende forte da ogni lato: oltre che per entro varie case nella città furono già edificate circa trecento torri ad uso di combattervi delle inimiche cittadinesche fazioni. Da cinque porte e due ponti vi segue l’entrata e l’uscita (da Terni); e senza la strada maestra, che dall’una porta, detta Romana, all'altra di tre Monumenti per lo spazio di un miglio per lungo la città divide, altre ampie strade da quelle si diramano, che nel traverso e in ogni lato a varii trivi, piazze e luoghi pubblici e privati son indirizzate. Vi trascorrono per entro varii concotti d’acque derivati dal fiume Nera, per comodo delle arti, degli edifici, dei lavatori e delle delizie dei giardini. Ma discendendo dalla generalità di tali cose alle più particolari, mostrarsene almeno la superficie, giacché impossibile è il tutto con adeguare, e più si avrà riguardo alla parte, che di cristiana pietà fa segno, che all’altra dei particolari che vi sono al pari di ogni città..''»</small><ref>''Francesco Angeloni, Storia di Terni.''</ref>.
[[File:Terni torrione 1914.jpg|Terni, torrione, 1914 (<small>''tutt'oggi sono numerosi i frammenti medievali di mura e torrioni inglobati nella città moderna, senza dimenticare alcuni degli ancora presenti accessi, come: Porta San'Angelo e Porta Spoletina''</small>)|thumb| left]]
Le <small>«...''inimiche cittadinesche fazioni''...»</small> erano appunto quelle dei nobili, e dei Banderari. Mentre delle trecento case-torri, ancora oggi alcune sono in piedi (tipo quelle più eclatanti che sono quella della '''Torre Dionisia''', della nobile famiglia dei Castelli, quella della '''Torre Barbarasa''', della famiglia di Banderari dei Barbarasa, lungo via Roma, e altre ancora come quella dietro il bar Pazzaglia di corso Tacito in via della Repubblica, un'altra all'inizio di via della Biblioteca, allo svincolo con via Cesare Beccaria e via del Corso Vecchio, cioè poco prima di Palazzo Carrara ecc.). Gli accessi alla città erano costituiti da: ''Porta Sant’Angelo'' (ancora esistente e chiamata così perché fu dedicata all’arcangelo San Gabriele), ''Porta Romana'' (rivolta sulla strada per Roma), ''Porta del Sesto'' (rivolta sulla strada verso Rieti), ''Porta San Giovanni'' e infine ''Porta Tre monumenti'' (o anche più comunemente chiamata ''Porta Spoletina''), nella quale era inglobato (in età romana) un arco trionfale di Domiziano (per celebrare una vittoria sui Daci da parte della legione di quella città), denominata così perché nei tempi pre-barbarici sorgevano nelle vicinanze tre monumenti funerari dedicati alla famiglia del nobile imperatore romano ''Marcus Claudius Tacitus'', nativo di ''Interamna Nahars''. Il centro cittadino si estendeva dalla piazza principale chiamata ''platea columnarum'' o '''Piazza delle Colonne'''<ref>«Fra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento le famiglia ternane più influenti e già affermatesi nel corso del Medioevo come i Giocosi, i Paradisi, i Donatucci e i Manassei, possiedono immobili con affaccio o nei pressi della PLATEA COLUMNARUM, oppure lungo gli assi viari principali». Elisabetta David, la biblioteca di Giovanni Mazzancolli, in BISAO XLII-XLIII 1986-87 pp.203-16</ref> per una colonna appartenuta all’antico foro romano ove era situato il grande palazzo del Podestà, colui a cui era affidata l'amministrazione della giustizia. Costui era forestiero e rimaneva in carica per sei mesi: a coadiuvarlo erano quattro notai e altri ufficiali di giustizia. Tra il personale addetto al Podestà Municipale vi era il capo della Polizia, che veniva chiamato: ''Bargello''. Vi erano poi i ''Riguardatori'', commissione composta di dodici Cittadini e altrettanti Banderari, i quali duravano in carica un anno ed avevano il compito di tutelare la pubblica irrigazione. In seguito essi saranno chiamati anche ''Formari'' (da ''Forma'' come già precedentemente detto e che in ternano stava a significare: canale d'acqua), i Custodi dei corsi d'acqua.
Da che se ne ha memoria, senza dubbio, la famiglia più importante di questa città, dopo il dominio romano degli altrettanto importanti nativi Taciti <ref> Si estinse nel periodo delle invasioni barbariche , ma fu antica e potente famiglia umbra intermnate, di stirpe ''Naharti''</ref>, dall'alto medioevo in poi fu quella dei ''Castelli''. La storia tramanda che questa illustre famiglia, la quale vanta discendenza dagli antichi conti germanici di Terni, si moltiplicò dividendosi in diversi rami, cioè in [[Lombardia]], in [[Genova]], in [[Treviso]], in [[Bologna]], in [[Roma]], in [[Modena]], in [[Reggio Emilia|Reggio]], in [[Milano]], in [[Sicilia]] e in [[Napoli]]. Il capostipite della famiglia fu Remigio, principe di Terni, figlio di Etanno, ultimo duca di [[Franconia]] che ordinò che il suo palazzo fosse detto ''Castello'' (donde la denominazione del casato), quando egli governava in città, come erede di Gundamaro. I suoi discendenti furono numerosi, gli stessi signori [[Di Vico]] erano una delle loro numerose ramificazioni in giro per l’Italia e inoltre quest’ultimi si mantennero sempre vicini alla loro matrice parentale ternana che continuò nei secoli a proliferare numerosa e potente.
[[File:PalazzoTrinci023.jpg|Cincinnato ''(<small>''possibile ritratto di Andrea Castelli?''</small>)'', Sala dei Giganti, Palazzo Trinci (Foligno)|thumb| right]]
In quel primo decennio del Quattrocento, in città cominciava a crescere il potere di ''Andrea Castelli'', detto anche ''Andrea di Joannuccio'' o ''Andrea Giannuzio'', figura di alto livello in tutto lo Stato Pontificio, già famoso perché aveva svolto ruoli di carica podestarile dapprima nella sua città, Terni, poi a [[Fermo]], distinguendosi in primo piano nella lotta e poi nella cacciata ai danni del tiranno Rinaldo da Monteverde, a [[Siena]] fu onorato del titolo di: ''Magnificus miles de Interamna''. Egli era anche grandissimo amico di [[papa Gregorio XII]] e in particolar modo del suo vicario per la guelfa città di Narni, Paolo Orsini. Il Castelli, definito dai suoi coevi: «...uomo mirabile di rare e nobili virtù d'onore...», ebbe di sua iniziativa l'idea di liberare la cittadina di Narni che in quel tempo era caduta preda di un tal Bacciolo. Quest'ultimo si era autoproclamato signore della cittadina e non smetteva di minacciare e inveire guerra contro il suo vicario apostolico. Il Castelli allora, radunati a se un un gran numero delle sue migliori milizie ternane, riuscì in poco tempo a liberare Narni, conquistando così maggior onori agli occhi della Santa Sede, pur essendo ghibellino. Il precedente [[papa Bonifacio IX]], prima di morire, nominò il "''Magnifico et potenti viro Andrea Jannutij de Castellis''", podestà di Perugia perché di lui aveva una prediletta stima e un'ammirazione tale, tanto che lo onorò suo cavaliere con lo stocco e il cappello ghibellino, insignendolo del titolo onorario di "Signore dei ghibellini d'Umbria"<ref>''Della nobiltà dell'Italia parte prima. Del signor D. Francesco Zazzera''</ref>, un favore di altissimo pregio. Finito il suo incarico a Perugia e tornato a Terni - dove aveva il patrimonio e i possedimenti di famiglia a cui badare - si mise al centro di diversi episodi di vita politica ternana, come la scelta del podestà, l’esilio dei guelfi (che avevano parenti nelle vicine città nemiche), il recupero delle rocche nel contado e la redazione della ''tabula gabellarum'', diventando anche castellano fisso di Colleluna, la più importante rocca difensiva fuori della città. [[File:Loggia di romolo e remo 08.JPG|thumb|left|''Rea Silvia condannata a morte, Loggia di Romolo e Remo, Palazzo Trinci (Foligno)'']]Andrea di Joannuccio, il “''magnificus miles''” sembra risultare - dal profilo che ne delineano i vari documenti sparsi in giro per l'Italia - un uomo particolarmente deciso, autorevole e spesso autoritario, un astuto e impareggiabile politico, un nobile cavaliere molto esperto nell'arte marziale e disposto di ampi poteri militari in uomini e autorità. Infatti a Terni, pur facendo parte del Collegio dei Priori, poteva imporre la propria volontà. Tuttavia, pur avendo i mezzi e il diritto per farlo, non si impossessò mai della città. Andrea Castelli - già importante per antico lignaggio, come detto prima, e per affermazione - era anche sposato da tempo con una [[Trinci]] di [[Foligno]]: Pellegrina, figlia di [[Ugolino I Trinci|Ugolino]] (che fu il secondo Signore di Foligno) e da cui ebbe i suoi figli: Giannotto o Iannotto, Galeotto II e Paolo V.
È in questo contesto che [[Braccio da Montone]], in quel momento insieme a [[Muzio Attendolo Sforza]] al servizio dell’[[antipapa Alessandro V]], il 14 settembre 1410 assediò la ghibellina Terni, con un esercito in cui militavano gli storici nemici guelfi: gli Spoletini (rimasti fedeli alla Chiesa) e i Narnesi, ponendo il suo accampamento a nord della città (tra le mura e [[Rocca San Zenone]]). Ma la città resistette eroicamente anche se vide i Bracceschi portarsi via il catenaccio di Porta Spoletina e alcuni prigionieri, contadini e mugnai extra portas. Nei giorni a seguire la fazione ghibellina al potere si dilaniò con scontri tra i Castelli e i Camporeali. Alla base di questi scontri c’erano evidentemente disaccordi sulla linea politica “internazionale” da tenere, e cioè sull’opportunità di arrendersi a Braccio da Montone, qualora si fosse ripresentato a muover battaglia. Prevalse in questo caso, coi Castelli, la “linea dura”, cioè della contrapposizione al capitano montonese. Nel frattempo ''Galeotto Castelli'', figlio maggiore di Andrea Castelli venne insignito del ruolo di supervisore e difensore delle rocche e dei territori ternani.
Siamo negli anni in cui il celebre condottiero montonese avviò il suo tentativo di creazione di una signoria personale in Umbria: nel 1416 gran parte dell’attuale regione (il nord e il centro in particolare) fu sottomessa al suo dominio, sia pure ancòra, nominalmente, in nome dell’[[Antipapa]]. Braccio ritentò la conquista di Terni poco dopo, ma sta volta la città si arrese, dopo un iniziale tentativo di opposizione - vista anche l’insostenibilità di un’altra guerra con la sterminata armata mercenaria del condottiero, e senza sostegni esterni immediati, ovviamente. Una volta sottomessa la città il Fortebraccio nominò un suo procuratore, il luogotenente ''Ruggero di Antognolla'' e il suo cancelliere, il ternano ''Giovanni de Gregoriis'' che ebbe il compito di riscuotere le taglie dovute dalle città soggette. Nel frattempo riemerse la secolare disputa tra Ternani e Reatini, già citata all’inizio, per la delicata questione idrologica delle Marmore. I Reatini volendo il Cavo Curiano ben scavato iniziarono dei tentativi di attestarsi sul piano delle Marmore: nello stesso anno (il 1416) occuparono Monte Sant’Angelo, che Terni riconquistò però l’anno dopo con il Bargello ''Giovanni di Martale di Vitalone''. Infatti, le riformanze ternane riportarono che il 3 settembre del 1417 ci fu la popolare arringa del [[banderari|banderaro]] Giovanni di Martale di Vitalone, con la decisione di dare l’assalto alla Rocca delle Marmore invitando gli abitanti ad andare a mano armata alle Marmore “a vincere o morire”. ''Andreasso Castelli'', nipote di Andrea Castelli venne incaricato di coadiuvare l’attacco. Ripresa la Rocca di Monte Sant’Angelo, si rimise la decisione delle risoluzioni da prendere, nelle mani di Braccio Fortebraccio da Montone, che, dal canto suo, intervenne a favore dei Ternani, restituendo loro le Marmore. La questione, nonostante il lodo di Braccio, non finì certo, però, e ritornò puntuale ad “acque calme” qualche anno dopo. Nel 1426 i Reatini, in accordo coi Pedelucani, aprirono un varco che consentì loro di raggiungere Miranda senza pagare il dovuto pedaggio ai Ternani. Questi, per ristabilire le cose, inviarono a Marmore la cavalleria cittadina capitanata da ''Ser Antonio di Petruccio''. Perfino i frati parteggiarono nella lotta, sempre nelle riformanze di Terni si riporta l’episodio nel quale il convento di San Pietro in città inviò quattro barili di vino del ''[[cellario]]'' per "ringargliardire" i Ternani impegnati al Cavo Reatino. Il podestà di Terni, Romano di Abbiamonte di Orvieto, nel processo contro i contravventori reatini, riconobbe alla città di Terni il possesso dei territori che dalle Marmore andavano a [[Piediluco]], il lago e fino a Miranda, ribadendo così i confini del comune ternano.
Ben presto però Braccio, che intanto si impossessò anche di Roma, spinto da forti ideali di unificazione nazionale, cominciò a far valere sempre più il suo ruolo di signore delle città dell’Umbria, in particolar modo la bellicosissima Terni. Questa stretta si evidenziò soprattutto nella pretesa di entrare in possesso delle rocche suburbane ternane (Colleluna, prima fra tutte, ma poi anche [[Papigno]], Monte Sant’Angelo, [[Acquapalombo]]). Ruggero di Antognolla impose al comune di consegnargliele, e il comune chiese a Andrea Castelli, che con i suoi figli, aveva continuato a mantenere un forte ruolo militare negli anni precedenti, di abbandonarle. Costui, dopo aver preteso, il pagamento di arretrati dovutigli, si barricò in Colleluna con i tre figli Galeotto, Paolo e Iannotto, insieme ad alcuni miliziani. Braccio, con l'inganno e un falso pretesto di armistizio, li fece subito attirare a sé, costoro in buona fede deposero le armi e appena si avvicinarono, furono strangolati senza pietà.
Il fatto non fu dimenticato. Diversi anni dopo, Andreasso, uno dei già citati capi della lotta contro Rieti che era nipote del potente Andrea e figlio di Iannotto, nel 1424 nei pressi dell’[[Aquila]], dopo la famosa battaglia, avrebbe provocato la morte di Braccio già moribondo vendicando, così, la morte del padre, del nonno e dei suoi due zii Galeotto e Paolo.
I numerosi frammenti di affreschi, più o meno grandi, presenti nelle varie chiese romaniche risalgono alla scuola del più importante pittore ternano contemporaneo ai fatti e ai vari personaggi precedentemente citati, cioè al [[XV secolo]]: ''Francesco di Antonio'' o più comunemente chiamato [[Maestro della Dormitio di Terni]]. Mentre in molte città toscane e settentrionali si cominciava a riscoprire il [[Classicismo]] romano nella poesia e nelle forme artistiche, il [[Rinascimento]] ternano si caratterizza per la sua immutata e amata tecnica di chiara impronta medioevale trecentesca.
Terni nel secolo XV accoglie gli impulsi economici creati da tale situazione politica agiata. La città stringe legami sempre più forti con Roma, sfruttando la sua posizione di punto obbligato di transito delle merci che giungono ai mercati della capitale, utilizzando l'abbondanza naturale di acque, l'alta produzione di prodotti agricoli e di cacciagione (quest'ultima a causa anche del territorio assai boscoso e circondato di montagne selvagge). Ai legami economici con Roma si affiancano i legami culturali che le famiglie nobili della città coltivano a cominciare da questo secolo. Primo esempio di tale fenomeno fu la famiglia Mazzancolli con un vescovo, Ludovico, che resse la diocesi di Terni per cinquantadue anni, dal 1406 al 1458, e suo nipote Giovanni, funzionario e diplomatico di curia che, oltre alla sua attività politica, ha lasciato un palazzo prestigioso e una biblioteca di centocinquanta codici (purtroppo dispersi), testimonianza delle sue frequentazioni culturali, di cui forse unica traccia rimane il manoscritto che [[Pomponio Leto]] gli dedicò, memore della giovanile amicizia negli studi. A Terni, quattrocento è anche predicazione francescana: S. [[Giacomo della Marca]], per la prima volta in città nel 1444, con la sua influenza oratoria condizionò attraverso gli statuti suntuari<ref>Le leggi suntuarie, ispirate dalla predicazione francescana, ma anche da ragioni economiche, regolamentavano il lusso e il costume in molte città italiane. A.S.T. ,A.S.C.I., ''Riformanze'', vol. 1649, c. 72v.; A. Ghinato, ''op''. cit. Elisabetta David, ''Leggi suntuarie a Terni tra XV e XVI secolo'', in "Memoria storica", n. 6, pp. 49-59.</ref> le abitudini sociali, limitando doti e banchetti nuziali, imponendo norme sull'abbigliamento femminile fino a stabilire l'altezza dei tacchi delle scarpe, regolando i rapporti con la comunità ebraica, vietando l'usura, i giochi d'azzardo e le scorribande notturne dei giovani con "chitarra, arpa o liuto".
Nel 1446 furono deliberate alcune precisazioni circa i poteri e i doveri dei Priori cittadini, ed emanate delle direttive per la conservazione dei documenti (tra cui il famigerato ''breve'' di papa Benedetto III)<ref>Silvestri, ''Collezione di memorie storiche'' ct., I pp. 92-93.</ref>. E nel 1449 papa [[Niccolo V]] prima emanò (su consiglio di alcuni nobili ternani), poi dovette rimangiarsi (per la forte influenza dei borghesi in Terni), un’ordinanza di abolizione della magistratura dei banderari ternani<ref>Rossi Passavanti, ''Interamna dei Naarti'' cit., p. 462.</ref>.
Nel 1447, sia Narni che Spoleto inviarono lettere concilianti agli ormai conclamati e indiscussi padroni della valle del Nera, i ternani. La città offrì 110 fiorini per il restauro della rocca di Narni<ref>Rossi Passavanti, ''Interamna dei Naarti'' cit., p. 455.</ref>. Fu in questi anni che tornò in città, di cui era originario, il frate osservante '''Barnaba Manassei''', Guardiano della Porziuncola, che nel 1464 fondò il Monte di Pietà, sviluppando la ''Confraternita di San Nicandro'' (una delle più antiche di Terni), fu fondata nel 1291, e fu creata sempre allo scopo di intervenire in materia di usura contro i prestiti effettuati da feneratori ebrei<ref>Rossi Passavanti, ''Interamna dei Naarti'' cit., pp. 470-471; De Angelis, ''Terni di Barnaba Manassei'' cit., p.33.</ref>. Insieme a Nicola da Spoleto, Barnaba, grazie anche al prestigio e alla potenza della sua famiglia in città, riuscì a convincere il Comune all’iniziativa.
[[Papa Niccolò V|Niccolò V]] (1447-1455), forse anche dietro consiglio dei numerosi ternani attivi alla sua corte (Giovanni Mazzancolli, Giovanni Ceretani, etc.) donò a Terni il territorio del distrutto castello di Perticara. Terni, nel 1453, fece anche libero dono di 3000 scudi per l’allestimento di una flotta da mandare contro i turchi, che nel frattempo avevano conquistato l’ultimo lembo dell’impero bizantino, la stessa capitale [[Costantinopoli]]. [[Papa Callisto III]], spagnolo (1455-1458), ebbe il tempo, durante il suo breve pontificato di riconfermare gli Statuti del Comune di Terni. Dopodiché Il nuovo pontefice Pio II (1458-1464) emanò un provvedimento di pacificazione (più per la sopravvivenza di Rieti che per altro) per l’annosa questione delle Marmore, per cui concedette ai reatini di scavare una cava, ma sotto lo stretto controllo costante dei ternani.
Gravi tumulti scoppiarono in Terni nel luglio 1477, a causa dell’insipienza del governatore pontificio di Terni e Rieti, il vescovo di [[Cervia]] Achille Mariscotti, residente in Rieti (ovviamente, data ancora la labile presa di Roma sull’ancora di fatto autonomo Comune filo-ghibellino ternano), e del suo debole vicario in Terni, il giovane e inesperto Francesco Colozzi. Costui insultato da alcuni giovani ternani, chiese aiuto al suo superiore, che si presentò in città armato di tutto punto e seguìto da una masnada di sgherri, coi quali diede il via a una serie di scontri per le vie della città, da cui sortirono otto morti e numerosi feriti, da ambo le parti; il governatore fu costretto a una poco onorevole fuga rischiando di venir linciato insieme al suo vicario dalla inasprita popolazione<ref>Silvestri, ''Collezione di memorie storiche'' ct., I pp. 145-146; Rossi Passavanti, ''Interamna dei Naarti'' cit., p. 502.</ref>.
Nello stesso tempo la Signoria di Todi, provò a rialzare la cresta, per cui Terni si trovò costretta a tornare in lite; per rimpinguare il proprio esercito, il Comune non badò a spese, con una provvigione di 3000 fiorini al mese, assunse il capitano Corrado d’Alviano (zio del noto condottiero ''Bartolomeo d'Alviano''). E nel 1449 i '''Chiaravalle''' di Todi posero sotto la giurisdizione del Comune di Terni i loro castelli di ''Canale'' e ''Laguscello'', obbligandosi a riconoscerne il dominio militare con l’offerta annua di un pallio del valore di otto ducati d’oro<ref>Rossi Passavanti, ''Interamna dei Naarti'' cit., p. 465.</ref>.
Salito al solio di Pietro, papa Innocenzo VIII (1484-1492) annoverò tra i suoi interventi in Umbria meridionale l’assegnazione della terra di San Gemini a Terni, mentre in precedenza era assegnata a Spoleto. Fu il periodo durante il quale predicò a Terni [[Bernardino da Feltre|san Bernardino da Feltre]], mentre il '''beato fra’ Francesco da Pavia''' vi effettuò una serie di miracoli, guarendo alcuni indemoniati, tra cui lo speziale Nicola<ref>Angeloni, ''Storia di Terni'' cit., p. 237.</ref>.
Il secolo XV si chiuse col pontificato di Alessandro VI Borgia (1492-1503). Tale pontificato fu, come è noto, travagliatissimo dal punto di vista politico, ma anche gravido della straordinaria scoperta di Colombo, che aprì alle potenze europee (soprattutto Spagna e Portogallo) letteralmente un nuovo mondo.
Terni si trovò coinvolta nella, tanto semplice quanto effimera, discesa di Carlo VIII re di Francia verso Napoli nel 1494. In dicembre, di passaggio, il sovrano rilasciò ai ternani, e ai Colonna (loro alleati), un privilegio di protezione particolare, che li mise al riparo dalle devastazioni che lo stesso esercito regio stava procurando lungo il suo tragitto.
In quello stesso anno, Alessandro VI nominò sulla cattedra ternana lo spagnolo Giovanni di Fonsalida, ed incaricò Lunati, cardinale-diacono di San Ciriaco alle Terme, di regolare i di nuovo difficoltosi rapporti tra Terni e Narni<ref>Angeloni, ''Storia di Terni'' cit., p. 243.</ref>.
Spoleto, poco dopo, nel 1497, attaccò [[Cesi]]: gli spoletini, assoldarono il mercenario amerino Bartolomeo d’Alviano, devastarono alcuni campi a sud della città e danneggiarono la rocca di Colleluna<ref>Perissinotto, ''Il sistema di fortificazioni'' cit., p. 66.</ref>.
Papa Alessandro dovette intervenire per ricondurre Spoleto a più miti consigli, ma non bastò. Gli scontri continuarono, e nel luglio di quell’anno, Pompeo di Amelia, caposquadra di Giovanni Savelli, insieme ai ternani, attaccò gli spoletini a Montefranco, infliggendo loro una dura sconfitta. Seguì, nello stesso anno, un importante trattato di pace con Todi, furono presenti numerosi inviati del papa, tra cui Agapito Geraldini di Amelia, e i procuratori ternani Guido Francesco dei Ranieri e Floriano Martini<ref>Angeloni, ''Storia di Terni'' cit., p. 245.</ref>.
L’anno successivo venne chiesto l’aiuto di Terni da parte di Giacomo e Troilo Savelli, assediati dagli Orsini in [[Palombara Sabina]]. Poco dopo anche i Colonna chiesero aiuto ai ternani. Nel 1499, il papa Borgia nominò vescovo di Terni Ventura Bufalini, che restò in carica fino alla sua morte nel 1504. Lo stesso pontefice l’anno successivo invocò aiuto ai ternani, chiedendo di concedere tutta l’assistenza necessaria a suo figlio [[Cesare Borgia|Cesare]], il famigerato duca Valentino, che si recò in Romagna per ristabilire la situazione. I ternani, accettarono, ma temendo problemi per la città, rinforzarono le difese sia interne che esterne, ed in particolare la loro rocca ''magna'' di Colleluna. Per di più, in questo caso, essi stipularono un trattato di allenza/difesa reciproca con l’eterna rivale Rieti, per il controllo militare del territorio a sud-est della città, a protezione da possibili azioni ostili da parte degli spoletini<ref>Testo della ''lettera'' pubblicato in Angeloni, ''Storia di Terni'' cit., pp. 248-249; Silvestri, Collezione di ''memorie storiche'' cit., I p. 177. </ref>. Papa Alessandro VI, tramite il legato per l’Umbria, chiese una dieta da tenersi in San Gemini, per pacificare Terni e Spoleto. Durante le guerre del Valentino, un convoglio di vettovaglie inviato dai ternani a Bracciano, per richiesta del papa, a sostenere il campo del duca Cesare, venne intercettato e depredato da squadre degli Orsini, ostili al pontefice Borgia, all’interno delle quali militava anche il ternano Matteo Francesco di Giovanni de’ Manassei; il governo ternano intervenne e condannò a confisca i beni dei Manassei. Poco dopo, essi chiesero perdono al Comune, che glielo accordò.
=== Le feste tardomedievali ===
I momenti di festa che risaltano dalla lettura delle fonti documentarie tardomedievali del Comune di Terni, si incentrano in due grandi occasioni per '''la festa di s. Paolo di Galleto''': la fiera e la Corsa al Bravio.
La festa di S. Paolo, legata all'ambiente francescano, si era enucleata intorno alla concessione di indulgenza da parte di [[Papa Bonifacio IX]] nel martedì di Pasqua al monastero di clarisse presso la chiesa di S. Paolo di Galleto. Il complesso religioso, oggi non più visibile dopo l'impianto delle grandi industrie che decretarono la scomparsa anche delle tracce, che dovevano rimanere ancora nel secolo scorso, nel '400 doveva essere un grande centro di culto e godere di forte prestigio se nelle assegne dei Catasti dell'epoca risulta tra i proprietari ecclesiastici secondo solo alla Mensa Vescovile, possedendo un patrimonio immobiliare di gran lunga superiore a quello dei conventi maschili di S. Francesco, di S. Pietro e della confraternita di S. Nicandro. Rimane un ampia documentazione in merito alle secolari manifestazioni che ruotarono intorno a questa "prima" festa ternana religiosa con la sua indulgenza. La festa civile (o profana) - considerando che sacro e profano erano profondamente legati - si articolava intorno ad una fiera che durava per tutta la settimana successiva alla Pasqua e in una gara, una corsa al palio in cui si misuravano i cavalli delle scuderie delle famiglie nobili della città e di tutto lo Stato Pontificio: ''La Corsa al Bravio''. Nel 1427 la corsa fu regolamentata da ''Capitoli'' che ne fissarono lo svolgimento. Nella seduta consiliare del 6 aprile 1427 si deliberò che:
<small>''tutti i cavalli che sono venuti o verranno per correre il bravio devono essere iscritti presso il palazzo dei Priori dal cancelliere del Comune con i nomi degli scudieri e bollati nello stesso giorno in cui si corre il bravio con il sigillo del Comune, altre cose non vengono ammesse. Il bravio mentre si corre, deve essere posto nella piazza delle Colonne (o Platea Columnarum), in particolare sulla colonna dove viene misurato il grano, come da tempo è consueto. Tutti i cavalli devono andare, per ordine dei Priori della città, nel luogo stabilito o da stabilire, da parte dei magnifici signori Priori, dove verrà data la mossa e sono obbligati a stare tranquilli in attesa della partenza o mossa dei cavalli stessi, che secondo l'uso, deve essere data da parte del cancelliere della città e del capitano delle guardie del podestà, che sono presenti e per tempo lo saranno. Il bravio verrà concesso in premio al cavallo che per primo sarà arrivato al bravio con il fantino sopra di lui e il cui fantino per primo avrà toccato quello. Nessun cittadino di qualsiasi condizione, sia abitante, sia del comitato, sia del distretto medesimo o anche forestiero e di qualsiasi sesso, osi o presuma dare o provocare qualche impedimento in qualsivoglia modo ai detti cavalli mentre corrono al bravio, sotto pene pecuniarie o personali. I signori banderari sono obbligati ad apprestare una milizia per la salvaguardia della festa affinché non possano sorgere inconvenienti e come ad essi sembrerà opportuno spendere per il vino da distribuire ai militi fino a 20 libbre''</small><ref>A.S.T., A.S.C.I., riformanze, vol. 2144, cc. 11v e sgg.</ref>.
Il cancelliere del Comune registrava accuratamente ogni anno le fasi salienti della manifestazione: il finanziamento con tassazione delle famiglie ebree residenti in città, l'acquisto del ''bravio'', il drappo offerto in premio al vincitore, il bando, proclamato nelle pubbliche piazze, l'iscrizione e la ''bollatura'' dei cavalli, la ''mossa'' e la ''victoria'' con la consegna del premio<ref>Elisabetta David, C. Massoli, Feste, giochi e tornei in "Storia illustrata delle città dell'Umbria. Terni", pp. 203-212.</ref>.
La bollatura era uno dei momenti più interessanti della documentazione poiché offriva una dettagliata descrizione dei cavalli partecipanti con l'indicazione del pelame e dei segni particolari, i nomi dei proprietari con il casato e la provenienza, il nome del fantino con le caratteristiche fisiche che lo contraddistinguevano:
<small>1) ''Cavallo del magnifico signore Giacomo di S. Gemini, leardo, pomellato, con questo segno sulla coscia posteriore destra... Coraza è il fantino, di circa ventidue anni, con una macchia rossa.''
''2) Cavallo di Giovanni Antonio di Rieti, baio, balzano alle zampe sinistre anteriore e posteriore, sfacciato, con una striscia bianca sul luogo della cinghia. Giovanni Antonio di Rieti è il fantino, di circa ventisette anni, con un porro sulla nuca.''
''3) Cavallo dello spettabile cavaliere signor Agamennone, arcipresbitero di Perugia, sagginato, balzano di quattro e sfacciato. Giovanni di Pietro da Yschia è il fantino, con grande cicatrice sul ginocchio sinistro.''
''4) Cavallo di Alessandrino de' Gubernari di Terni, leardo, ''moscato'', ''sfrogiato'' alle narici destra e sinistra. Valente Puccifalasche di Terni è il fantino, con cicatrice sul ginocchio destro.''
''5) Cavallo del magnifico signore Braccio de' Baglioni di Perugia, baio, sfacciato, ''sfrogiato'' e balzano alla zampa posteriore sinistra. Romanello di Matteo di Roma è il fantino, con gli occhi chiari...''</small>
Il luogo della mossa solitamente citato come "locus consuetus", solo nel 1438 viene indicato "sulla strada pubblica in prossimità del ponte di Colleluna, presso i confini". Di conseguenza il tracciato della gara si svolgeva in un tratto di strada esterno alle mura, i fantini entravano in città attraverso porta Sant'Angelo, proseguivano per l'attuale Via Cavour per concludersi a piazza delle Colonne, odierna piazza della repubblica. In origine questo palio si correva il martedì Di Pasqua (invece che il lunedì), successivamente la data slittò nei giorni seguenti fino alla domenica in albis. Dai primi del '500 si nota ulteriore slittamento temporale nel mese di maggio di tutta la festa, perdendo il legame con la ricorrenza religiosa, segno di una probabile decadenza della manifestazione.
=== Il dominio papale ===
[[File:Terni - Palazzo Spada.jpg|thumb|right|Palazzo della famiglia Spada]]
Nel XVI secolo riusciranno ad elevarsi ulteriormente di rango - grazie alla pratica delle armi sotto la bandiera dello Stato della Chiesa e di altri principati - tre famiglie ternane: i '''Tomassoni''', i [[Ciancherotti]] e i [[Nicoletti (famiglia)|Nicoletti]]. Tre casate che alla fine del Cinquecento sono al culmine della propria potenza, vengono a costituire una "triade" alleanza familiare molto influente a Terni, ma anche nello Stato Pontificio, infatti alcuni dei Tomassoni risiederanno a Roma con incarichi o militari o di polizia. I membri degni di nota, di queste tre famiglie di condottieri ternani furono: i fratelli Tomassoni (Alessandro e Lucantonio), i fratelli Ciancherotti (Anastasio e Stefano) e Giovan Battista Nicoletti.
Nel luglio del [[1527]] Terni - da sempre filogermanica, a causa della sua vocazione ghibellina e anche per la guida secolarmente indissolubile della sua fiera e riottosa nobiltà di origine barbara e feudale - accolse con favore i [[Lanzichenecchi]], di ritorno dal [[sacco di Roma (1527)|sacco di Roma]], e si schierò poco dopo con i [[Colonna (famiglia)|Colonna]] nella lotta che oppose [[Papa Clemente VII|Clemente VII]] a gran parte della nobiltà dello Stato, refrattaria ad accettare l'autoritarismo della Curia.<ref>Ludovico Silvestri, op. cit., pp.219-222</ref>
In questo periodo si ebbero anche guerre intestine tra nobili e borghesi. La classe sociale media a Terni, nel 1500 fu molto potente. I nobili, che sempre avevano comandato, vedutesi così, praticamente tolte le redini del potere dalla borghesia, mal comportando di essere soggetti ad altra autorità, a forza di brighe, di domande di aiuto al clero, riuscirono ad abolire il magistrato dei Banderari e a questi sostituirono un magistrato detto dei ''Savi'', composto di dodici nobili, e formarono così il Consiglio generale di altri sessanta uomini, scelti nella maggioranza fra i nobili e perciò tutti avversi al popolo; infine, col priore presero l’assoluto comando della città. Questo fatto creò inimicizie implacabili, fomentate di tanto in tanto da reati di sangue, che poi portarono alla sanguinosa vendetta della notte del 22 agosto 1564.
Il popolo, veduto che da nessuna parte veniva ascoltato per la ricostituzione dell’abolito magistrato dei banderari, stanco delle sevizie e delle prepotenze dei nobili, deliberò di insorgere e nella notte suddetta invase furente la casa di Gabriele detto Caraciotto Ranieri, depositario della camera apostolica, e lo uccise, insieme a sei figli; uccise poi il capitano Angelo Manassei, col figlio, e Sidonio Gigli con i nipoti; strangolò Sisto Mazzancolli, con due figli, e si abbandonò ad altre barbarie.
Pio IV, saputa la cosa mandò subito a Terni un commissario straordinario-apostolico con pieni poteri nella persona di monsignore '''Monte dei Valenti da Trevi'''<ref>È possibile vedere il suo monumento funerario nella ''Chiesa delle Lagrime'' a Trevi</ref>, il quale già nemico dei ternani per varie discordie avute da questi ultimi con i reatini per causa delle Marmore, entrò in Terni, sitibondo di sangue, con un grosso stuolo di soldati della peggiore specie, con molti giudici, magistrati e con il boia. Valendosi delle ampie ed illimitate facoltà conferitegli da Pio IV, a mezzo di breve in data 30 agosto 1564, egli commise violenze e crudeltà inaudite e di una ferocia senza pari.
Senza badare a sesso, ad età, a condizione, imprigionò, torturò, fece cadere la testa di donne e d’uomini distinti, confiscò mobili, demolì case, fece tagliare alberi e piante nei terreni dei supposti rei; non contento di tanta barbarie, aggiunse lo scherno e, ornando il balcone del palazzo del governatore di teste umane sanguinolenti, fra le quali quella di una donna, invitò poi a Consiglio i rappresentanti di Terni e li costrinse a passare sotto quelle teste che, gocciando sangue, macchiarono gli abiti dei passanti. Arrivati a lui, egli domandò con ferocia ironia come mai si fossero imbrattati di sangue… E per più giorni una tale barbarie fu più volte ripetuta.
A Roma, forse per intimorire anche il popolo romano, mandò molti arrestati e torturati ed in apposite cassette fece invio di teste e di mani tagliate. Confiscò tutte le entrate dei supposti rei e dai suoi scherani fece uccidere a colpi di alabarda, nella pubblica piazza, il nobile cittadino Paradisi, dottore in legge, appartenente ad una delle più illustri famiglie della città, solo perché coraggiosamente disapprovava l’empio macello che si faceva dei suoi concittadini. Intimoriti quelli del Consiglio di tanta barbarie, onde salvare la vita a sé e agli altri dal violento rigore del fisco e non aggravare più oltre con inutili debiti le già affatto esauste finanze del Comune, adottarono il partito di spogliarsi di tutto ciò che formava l’esistenza municipale, cedendo tutta l’entrata e l’uscita alla Reverendissima Camera Apostolica, che subito accettò.
Silvestri disse che: <small>''«L’abdicazione tanto più umiliante e penosa in epoca in cui si era tanto gelosi dei diritti e dell’orgoglio municipale, diè l’ultimo crollo alla consistenza e al decoro del Municipio».''</small>.
Se i nobili furono presi da paura dagli atti feroci del commissario apostolico, il popolo ternano invece si era inasprito e meditava di trarne vendetta, tantoché il commissario apostolico, temendo per la sua vita, provocò dal papa un breve col quale fu autorizzato a ridurre in fortezza la sua residenza.
Finalmente il carnefice Valenti fu richiamato a Roma ed il municipio di Terni riprese la sua naturale rappresentanza.
<ref>Lodovico Silvestri, ''op. cit.'', pp. 304-308; Augusto Pozzi, "Storia di Terni", Spoleto 1939, p. 199; Walter Mazzilli, "Da Piazza Maggiore alla Rotonda dell'Obelisco", Terni 2009, pp. 53-57; [[Vincenzo Pirro]], ''La rivolta dei Banderari'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., pp. 115-124</ref>
[[File:Terni Duomo.jpg|thumb|right|Santa Maria Assunta, duomo di Terni e cattedrale della diocesi di Terni-Narni-Amelia.]]
Dopo il [[Concilio di Trento]] iniziò un'epoca, di circa due secoli, in cui Terni, avendo perduto una sua precisa identità, trovò in Roma un punto di riferimento. Gli [[Aldobrandini]] e i [[Barberini]] furono per molti anni, nel corso del [[XVII secolo]], patroni della città: ternani, come [[Francesco Angeloni]], si recarono a Roma e si legarono a queste due famiglie. Viceversa, importanti personaggi dell'arte e della cultura approdarono, da Roma, a Terni: [[Antonio da Sangallo il Giovane]] per dirigere i lavori della ''cava paolina'' alla cascata delle Marmore (proprio a Terni trovò la morte); [[Jacopo Barozzi da Vignola]] e [[Carlo Fontana]] per la riedificazione del Ponte Romano, [[Carlo Maderno]] per la ''cava clementina'' e Girolamo Troppa come decoratore di ville e palazzi cittadini.<ref>Maria Laura Moroni, ''La città pontificia'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria, op. cit., pp. 125-146</ref>
=== Da Napoleone al Risorgimento ===
[[File:Terni mappa fine XIX secolo.png|thumb|Mappa di Terni alla fine del [[XIX secolo]]]]
Il "quieto vivere valligiano" di questa medio-grande comunità umbra fu bruscamente interrotto il 16 febbraio del [[1797]], quando il generale [[Louis Alexandre Berthier]] da Spoleto dettò le condizioni di resa all'Armata Francese. Nel marzo dello stesso anno, Terni fu dichiarato municipio cantonale urbano appartenente al [[Dipartimento del Clitumno]], con capoluogo Spoleto.<ref>Giorgio Brighi, ''Terni giacobina. Dalla Repubblica Spoletina alla Repubblica Romana'', in 'Memoria Storica', 18, 2001, pp. 7-16</ref> Geograficamente si trovava a poca distanza dal confine fra il territorio della Repubblica Romana, termine con cui fu ribattezzato il vecchio [[Stato Pontificio]], in mano ai francesi, e il [[Regno delle due Sicilie]], nelle mani dei [[Borbone di Napoli]]. Una sollevazione popolare contro gli occupanti ed un vano tentativo di reprimerla precedettero soltanto di poche settimane l'arrivo, il 14 agosto [[1799]], delle truppe austro-russe del generale Gerlanitz, che di fatto pose fine alla breve esperienza napoleonica.<ref>Giorgio Brighi, ''Terni giacobina. La Repubblica Romana'', in 'Memoria Storica', 20, 2002, 55-68</ref> Dal luglio del [[1809]] Terni, come parte del Circondario di Spoleto,<ref>Lodovico Silvestri, ''op.cit.'', p. 618, 633, 635</ref> entrò nel Dipartimento del Trasimeno, non accorpato al Regno d'Italia, ma, insieme al Dipartimento del Tevere, dipendente direttamente dalla corona imperiale.
Nel febbraio del [[1831]] Terni accolse le avanguardie dell'esercito del generale [[Giuseppe Sercognani|Sercognani]], che scendeva dalle Legazioni e dalla Marca, deciso a dirigersi su Roma ed entrò a far parte del territorio delle Province Unite, formalmente distaccatosi dal resto dello Stato Pontificio. Per circa un mese le truppe raccogliticce dei rivoltosi usarono Terni come base per le imprese contro [[Rieti]] e [[Civita Castellana]], ma la resistenza papalina, il mancato aiuto della Francia e la reazione dell'Austria, che nel frattempo aveva ripreso le Legazioni, indussero Sercognani ad abbandonare l'impresa.<ref>[[Vincenzo Pirro]], ''Terni e la rivoluzione del 1831'', in 'Memoria Storica', 2, 1992, pp. 5-28</ref>
Il ritorno di Terni al Papa fu immediato e ne seguì un periodo di relativo benessere: nel [[1842]] fu ammodernata la ferriera, nel [[1846]] fu inaugurato un moderno cotonificio, arrivò la [[Ferrovia Roma-Ancona|ferrovia Pio Centrale]] che la collegava a Roma e ad Ancona.<ref>[[Vincenzo Pirro]], ''Cultura e struttura a Terni nell'Ottocento. II parte: Il tramonto dello Stato Pontificio (1831-1846)'', in 'Memoria Storica', 3, 1993, pp. 5-26</ref>
L'esperienza della [[Repubblica Romana (1849)|Repubblica Romana]] del [[1849]], segnò l'inizio di una svolta politica: al contrario dei [[moti rivoluzionari|moti]] del [[1831]], l'adesione popolare fu piuttosto consistente, tanto che Terni divenne sede del 'Corpo di osservazione degli Appennini'. Nel luglio di quell'anno, però, anche questa breve fase di liberazione dal giogo pontificio si esaurì. Alcuni ternani seguirono [[Giuseppe Garibaldi]] che scappava verso la [[Romagna]]; uno di essi, [[Giovanni Froscianti]], diventerà uno dei suoi più fidati collaboratori.<ref>[[Vincenzo Pirro]], ''Il primo Risorgimento'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria, op. cit., pp. 253-262</ref>
=== Annessione al Regno d'Italia ===
[[File:Immagine0013 - Copia.JPG|thumb|Lavori pubblici disposti dal Commissario generale Pepoli.]]
I nuovi sentimenti popolari di chiara ribellione al potere papale, alimentati soprattutto dai [[Giuseppe Mazzini|mazziniani]], sfociarono in dimostrazioni contro la tassa sul macinato nel [[1850]] e contro la tassazione delle attività artistiche ed artigiane nel [[1852]].<ref>Andrea Giardi, ''La città nel Risorgimento'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., pp. 263-267</ref> Il 20 settembre [[1860]] i [[bersaglieri]] piemontesi del colonnello Brignone, dopo lo scontro di [[Battaglia di Castelfidardo|Castelfidardo]] e la liberazione di Perugia e Spoleto, entrarono a Terni, attraverso la Porta Spoletina, e vi rimasero, poiché Terni diventò sede del comando della XV divisione. Il [[Plebisciti del Regno d'Italia|Plebiscito]] che seguì e formalizzò l'annessione al [[Regno d'Italia]] vide 1 solo voto contrario a fronte di 3.461 voti favorevoli.<ref>[[Vincenzo Pirro]], «Terni politica. Dalla restaurazione all'annessione (1850-1861)», in ''Memoria Storica'', '''8''', 1996, pp. 7-26</ref> Il primo sindaco post-unitario fu eletto il 1º dicembre del [[1860]].
La sua posizione di città di confine fra il Regno d'Italia e lo Stato Pontificio la fece diventare ben presto la base di appoggio per le iniziative politiche e militari tese alla [[questione romana|liberazione di Roma]]. Fra il giugno e l'ottobre del [[1867]] partirono da Terni vari tentativi in questo senso; prima quello di un centinaio di patrioti ternani, poi quello di [[Menotti Garibaldi]], che riuscì a prendere [[Montelibretti]], l'impresa di [[Fratelli Cairoli|Enrico e Giovanni Cairoli]], che fu fermata dai papalini a [[scontro di Villa Glori|Villa Glori]] e il tentativo di [[Giuseppe Garibaldi]], che svanì a [[battaglia di Mentana|Mentana]].<ref>[http://www.museomentana.it Museo Mentana<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Nel Museo nazionale di Mentana sono presenti, tra gli altri, divisa, berretto e medaglie del ternano Anselmo Massarelli, nato nel [[1844]], uno dei Mille presente con Garibaldi anche a [[Bezzecca]] nel [[1866]]. Quello che non poterono i volontari garibaldini e mazziniani lo fecero la diplomazia e le truppe del generale [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele Cadorna]], che il 6 settembre [[1870]] organizzò a Terni il suo quartier generale, mentre i soldati del IV Corpo d'armata piemontese prendevano posizione ai confini; in città fu organizzato un ospedale militare e il necessario per il vettovagliamento giornaliero delle truppe, tramite ferrovia. L'11 settembre [[1870]] Cadorna lanciò il Proclama con cui iniziava la campagna di guerra; il 20 settembre, esattamente dieci anni dopo l'entrata a Terni, i bersaglieri sabaudi varcavano [[Porta Pia]].<ref>Fiorella Bartoccini, ''L'Umbria nella Questione Romana'', in 'Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l'Umbria', XLVIII, fas. II, 1971, pp. 107-149; [[Vincenzo Pirro]], «Terni politica: l'ultimo Risorgimento (1860-1870)», in ''Memoria Storica'', '''16''', 2000, pp. 7-36</ref>
=== L'industrializzazione ===
[[File:Terni, vista panoramica, 1900 circa.jpg|thumb|Terni, vista panoramica, 1900 circa]]
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, la volontà del Ministero della Guerra, del Commissario per l'Umbria [[Gioacchino Napoleone Pepoli]] e degli amministratori locali di fare di Terni un centro industriale e militare portò all'edificazione della Fabbrica d'Armi nel [[1875]]<ref>''L'Umbria, Manuali per il territorio, Terni'', Edindustria, Roma 1980, pp. 642-646</ref> e alla 'Società degli Alti Forni e Fonderie di Terni', nel [[1881]], su iniziativa di un imprenditore belga, Cassian Bon, che aveva rilevato una fonderia locale specializzata nella fusione di tubi e di [[Vincenzo Stefano Breda]], titolare della Società Veneta per le Imprese e le Costruzioni Pubbliche, un'azienda che utilizzava capitali dello Stato per le opere di edificazione e di impiantistica; l'obiettivo dell'impresa era quello di produrre corazze per le [[nave da battaglia|navi da guerra]].<ref>Franco Bonelli, ''Lo sviluppo di una grande impresa in Italia. La Terni dal 1884 al 1962'', Einaudi, Torino 1975, pp. 13-16; Renato Covino,''Lo sviluppo industriale'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., pp 285-296</ref>
Nel [[1884]] il romano Angelo Sinigaglia acquistò ed ammodernò la ferriera;<ref>Luigi Lanzi, Virgilio Alterocca,''Guida di Terni e dintorni con indicatore commerciale e industriale umbro e adorna di 30 incisioni'', Terni 1899, pp. 97-102</ref> nel [[1885]] il genovese [[Alessandro Centurini]] iniziò la costruzione di un lanificio e jutificio;<ref>Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. Direzione generale della Statistica,'' Notizie sulla condizione industriale della Provincia di Perugia (Umbria). Con una carta stradale e industriale'', in 'Annali di Statistica Industriale', Fascicolo XLVI, Roma 1893, pp. 72-73</ref> nel [[1890]] il torinese Antonio Bosco costruì uno stabilimento per la produzione di attrezzi agricoli;<ref>Luigi Lanzi, Virgilio Alterocca,''Terni industriale'', op. cit., p. 118</ref> nel [[1896]] si costituì la Società Italiana del Carburo di Calcio, Acetilene ed altri Gas, che gestiva non solo stabilimenti per la produzione del [[carburo di calcio]] ma anche [[centrale idroelettrica|centrali idroelettriche]].<ref>''ibidem'', pp. 111-115</ref> Terni fu la quarta città italiana, in ordine di tempo, ad avere l'illuminazione pubblica ad elettricità.
L'[[industrializzazione]] creò, tuttavia, dei grossi problemi logistici per la scarsa disponibilità di case e l'inadeguatezza dei servizi pubblici, a cui si aggiunsero i pregiudizi della gente locale contro gli immigrati e la riottosità dei titolari di fondi a concedere le aree necessarie e i diritti di sfruttamento delle acque per l'impiantistica e gli edifici.<ref>Renato Covino e Giampaolo Gallo, ''Terni. Insediamenti industriali e struttura urbana fra Otto e Novecento'', in 'Archeologia Industriale', 2, 1983, pp. 17-24</ref> All'inizio del [[XX secolo]] Terni era, comunque, fra le prime città industriali italiane.
Con l'industrializzazione della seconda metà dell'Ottocento fu necessario istruire i giovani nelle attività professionali di tecnico. La situazione dell'istruzione a Terni risultava in questo periodo estremamente grave, mancando qualsiasi tipo di scuola professionale. A tal fine, nel [[1861]], fu istituito il [[Regio Istituto Tecnico]] (in seguito Istituto Industriale e Liceo Scientifico), uno dei primi quattro in Italia, che verso la fine dell'Ottocento, sotto la guida del prof. [[Luigi Corradi (1848-1921)|Luigi Corradi]], divenne rinomato attraendo giovani da ogni parte d'Italia.<ref>Telesforo Nanni, Osvaldo Panfili, ''L'istruzione tecnica'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria, op. cit., pp. 407-415</ref>
Nel [[1889]] Terni si trovò ad ospitare i vescovi della [[Chiesa vetero-cattolica italiana|Chiesa Cattolica Nazionale]] partecipanti al [[Sinodo di Arrone]] (in cui si sarebbe cambiato il nome della chiesa in Chiesa Cattolica Riformata d'Italia, esempio italiano di [[Vetero-cattolicesimo|Chiesa vetero-cattolica]])
=== Fra i due conflitti mondiali ===
[[File:Via Cornelio Tacito, 1900.jpg|thumb|Via Cornelio Tacito, 1900 circa]]
Durante la [[Prima guerra mondiale]] la 'Società degli Alti Forni e Fonderie di Terni' aumentò notevolmente la produzione, oltre che delle corazze per le navi da battaglia, anche di componenti dei cannoni e dei proiettili, almeno fino all'apertura degli stabilimenti [[Ansaldo]] di Genova.<ref>''La Società degli Alti Forni, Fonderie e Acciaierie di Terni ed i cantieri navali F.lli Orlando & C. di Livorno, N. Odero & C. Genova (Foce), N. Odero fu A. & C. Sestri Ponente '', Roma 1914</ref> La 'Fabbrica d'Armi' produceva armi di vario tipo, fra le quali il fucile [[Carcano Mod. 91]] che equipaggiò l'esercito italiano per molti anni: durante il primo conflitto mondiale raggiunse la produzione di duemila fucili al giorno.<ref>Attilio Iacoboni, ''L'industria meccanica italiana '', Centro di studi e piani tecnico-economici istituito dal CNR e dall'IRI, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma 1949, p. 150</ref>
[[La Bosco si affermò nelle costruzioni per i rimessaggi aeronautici e, nel [[1924]], iniziò la costruzione di manufatti metallici, come idroestrattori, [[autoclave|autoclavi]] e bollitori.<ref>Valter Borgami,''La 'Bosco Industrie Meccaniche - SpA' '', in 'Rassegna Economica', 1978, XIV, 6, pp. 31-36</ref> Nel [[1927]] il 'Lanificio e Jutificio Centurini' era, per dipendenti e produzione, il secondo opificio italiano del settore;<ref>Gino Papuli,''L'industria prima e dopo l'Unità'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., p. 354; Roberto Monicchia,''Lo Jutificio Centurini'',''ibidem'', pp. 587-598</ref> nel [[1910]] il Tipografico Alterocca immetteva sul mercato il 30% delle cartoline illustrate che si stampavano in Italia.<ref>Carlo Faina,''L'Umbria ed il suo sviluppo industriale. Studio economico-statistico con prefazione del Conte Eugenio Faina Senatore del Regno'', Il solco, Città di Castello 1922, pp. 129-130; Gino Papuli, ''L'Industria prima e dopo l'Unità'', op. cit., p. 356</ref>
La presenza degli operai nel tessuto sociale cittadino fu enorme, se si considera che questa categoria costituiva, all'inizio del secolo, il 70% della popolazione residente. Nel [[1901]], dopo le leggi [[Luigi Pelloux|Pelloux]], fu ricostituita la Camera del Lavoro.<ref>AA VV,''L'Umbria - Manuali per il territorio, Terni'', op. cit., pp. 698-702</ref> Nelle elezioni politiche del [[1919]] i [[socialismo|socialisti]] riscossero una maggioranza del 71%. Nonostante nel [[1921]] vi operassero circa cinquecento [[Arditi del Popolo]], Terni rimase l'unico comune umbro ad amministrazione socialista fino al 17 ottobre [[1922]].<ref>Roberto Rago, ''Il Fascismo a Terni. Prima parte'', in 'Memoria Storica', 14/15, 1999, pp. 77-98</ref>
Sotto la spinta politica del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] la '[[Acciaierie di Terni|Terni]]', come era più brevemente chiamata, finanziò, soprattutto negli [[anni 1930|anni trenta]], la costruzione di alloggi per gli operai, fino ad interi quartieri.<ref>Renato Covino, ''Il Fascismo'', in ''Storia Illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., pp. 523-534</ref> La concessione dello sfruttamento dell'intero sistema idrico Nera-Velino e le notevoli commesse militari spinsero la 'Terni' ad essere uno dei maggiori gruppi industriali italiani: entrata nell'[[Istituto per la Ricostruzione Industriale|IRI]] nel [[1933]], oltre a sfornare acciaio, produceva in un anno circa un miliardo di [[wattora|kilowattora]] di energia elettrica dalle [[centrale idroelettrica|centrali]] del sistema dei fiumi [[Salto (fiume)|Salto]] e [[Turano (fiume)|Turano]] nel Lazio, e del [[Vomano]] in Abruzzo; produceva in esclusiva, negli stabilimenti chimici di Nera Montoro, l'[[ammoniaca]] secondo il processo Casale,<ref>Turreno Gemma, ''Le origini dell'Ammoniaca Sintetica a Terni'', in 'Rassegna Economica', 1955, II, 11-12, pp. 3-5</ref> carburo di calcio e composti azotati nel nuovo stabilimento di [[Papigno]].<ref>Franco Bonelli, op. cit., pp. 130-145</ref> Nel [[1927]] la 'Società Umbra Prodotti chimici', modificatasi poi in 'Viscosa Umbra', iniziò la produzione di [[solfuro di carbonio]].<ref>Elia Rossi Passavanti, ''La città dinamica. Sommario della storia di Terni dalle origini all'Impero Fascista'', Roma 1940, pp. 507-508</ref> Nel [[1939]] fu costruito lo stabilimento della 'Società Anonima Industria Gomma Sintetica' (SAIGS), su iniziativa dell'IRI e della [[Pirelli&C|Pirelli]], per la sintesi del [[butadiene]] dal carburo di calcio.<ref>Pasquale Saraceno, ''L'Istituto per la ricostruzione industriale - I.R.I. - III. Origini, ordinamento e attività svolte'', Ministero dell'Industria e del Commercio, Torino 1956, pp. 46-47</ref>
=== L'istituzione della provincia ===
{{vedi anche|Provincia di Terni}}
[[File:Terni - Piazza Cornelio Tacito 1939.jpg|Piazza Tacito negli anni '30. L'istituzione della provincia di Terni nel 1927 portò alla realizzazione di diversi edifici importanti: Palazzo del Governo, Banca d’Italia, Palazzo Inam, Albergo Savoia.|thumb]]
Nel [[1927]] fu istituita la [[provincia di Terni]]<ref>[[s:R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali|R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 1]]</ref> e il territorio comunale fu ampliato con l'aggregazione dei comuni limitrofi di [[Cesi (Terni)|Cesi]], [[Collescipoli]], [[Collestatte]], [[Papigno]], [[Piediluco]] e [[Torre Orsina]].<ref>[[s:R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali|R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 3]]</ref> Decisivi in questo senso i buoni rapporti che il podestà della città, [[Elia Rossi Passavanti]], aveva con il governo fascista.
Nel [[1943]], con l'apporto di molti operai, fu costituita la [[Brigata Garibaldina Antonio Gramsci|brigata partigiana 'Antonio Gramsci']], che durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] operò sull'Appennino umbro-marchigiano.<ref>Vincenzo Pirro, ''Il Partito Comunista a Terni: dalla clandestinità al governo della città'', in 'Memoria Storica', 21, 2002, pp. 5-28 e ''idem'', in 'Memoria Storica', 24, 2004, pp. 7-44</ref>
Nodo industriale di primaria importanza, Terni fu oggetto di oltre cento bombardamenti da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] durante la loro [[campagna d'Italia (1943-1945)|campagna di guerra in Italia]]: l'11 agosto del [[1943]] un bombardamento aereo, senza che l'[[UNPA]] facesse in tempo a lanciare l'allarme, provocò un numero elevatissimo di vittime, quasi tutte civili, e la distruzione di gran parte degli edifici. Gli inglesi del generale [[Harold Alexander|Alexander]] entrarono in città il 13 giugno del [[1944]].<ref>Angelo Bitti, ''La guerra nella provincia di Terni: sfollamento, bombardamenti, distruzioni e ricostruzione'', in Angelo Bitti e Stefano De Cenzo, ''Distruzioni belliche e ricostruzione economica in Umbria. 1943-1948'', Crace, Perugia 2005, pp. 1-45</ref> In riconoscimento delle vittime civili e delle distruzioni subite a causa dei bombardamenti Terni è stata insignita della [[Città decorate al valor civile|Medaglia d'Argento al Valore Civile]]<ref>{{Cita web|url=https://umbriasud.com/2016/05/07/alla-citta-di-terni-medaglia-al-valor-civile/|titolo=Alla città di Terni medaglia al valor civile|autore=Red UmbriaSud|sito=umbriasud 2.0|data=2016-05-07|accesso=2017-02-23}}</ref> e, per la sua attività partigiana, della [[Croce di Guerra al Valor Militare]]<ref>{{Cita web|url=http://www.istitutonastroazzurro.it/comunediterni.html|titolo=Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - Istituzioni Decorate di Croce di Guerra al Valor Militare Comune di Terni|sito=www.istitutonastroazzurro.it|accesso=2017-02-23}}</ref>.
Dal 1944 al 1946 la città ha ospitato tre campi di internamento per prigionieri fascisti, gestiti dagli anglo-americani: il Civil Internee Camp di Piazzale Donegani, il campo [[R707|R707 "Recalcitrant Camp"]] di Strada dei Laghetti e il centro detentivo ricavato dai capannoni della Società Prodotti Esplodenti Autarchici (SPEA) a Narni Scalo.
=== La Ricostruzione ===
Le dismissioni belliche risultarono deleterie per l'acciaio ternano: fra il [[1947]] e il [[1952]] furono licenziati quattromila e settecento lavoratori.<ref>Renato Covino, ''I licenziati di Terni (1952-1953)'', in 'Annali di Storia d'Impresa', 15/16, 2004-2005, pp. 119-139</ref> Tuttavia, la capacità produttiva e le competenze delle maestranze sopravvissute alla guerra permisero di recuperare tutto il sistema idroelettrico e di installare una linea diretta con [[Genova]] per l'alimentazione del nuovo stabilimento siderurgico dell'[[Ilva]] di [[Cornigliano]]. Ma nel [[1962]], con l'istituzione dell'[[ENEL]], tutte le fonti energetiche della società ternana furono nazionalizzate. Seguì, a breve, lo scorporo delle altre attività: l'elettrochimico di Nera Montoro fu ceduto all'[[Anic]], nel [[1967]] lo stabilimento di Papigno passò all'[[ENI]]; le attività siderurgiche furono incorporate nella [[Finsider]].<ref>Francesco Chiapparino, ''La 'Terni' siderurgica dal 1922 ad oggi'', in ''Storia illustrata delle città dell'Umbria'', op. cit., pp. 604-610</ref>
Negli [[anni 1950|anni cinquanta]] fu chiuso lo stabilimento della Viscosa, nel [[1970]] cessò l'attività il Lanificio e Jutificio Centurini e nel giugno del [[1985]] chiuse i battenti la SIRI, nonostante i grandi successi industriali degli anni cinquanta. Nel [[1949]] la SAIGS fu ceduta alla [[Montecatini (azienda)|Montecatini]], che riconvertì gli impianti per la produzione dei polimeri sintetici. Nel [[1960]] iniziò la produzione del [[Polipropilene|meraklon]], seguita dal montivel e dal moplefan, suddivisi, agli inizi degli anni settanta, in varie sub-unità, imperniate sul polipropilene in granuli, fiocco, film, filo.<ref>AA VV, ''L'Umbria - Manuali per il territorio'', op. cit., pp. 489-491</ref> La 'Fabbrica d'Armi', pur subendo un inevitabile ridimensionamento dopo il secondo conflitto mondiale, con la denominazione di 'Stabilimento Militare Armamento Leggero', ha continuato ad essere uno dei siti nazionali per la manutenzione delle armi dell'[[esercito italiano]] e della [[NATO]].
La riconversione di alcuni impianti industriali, dopo gli [[anni 1980|anni ottanta]], non è stata meno importante: la vecchia società 'Terni', sotto la denominazione di '[[Acciai Speciali Terni]]', un insieme di attività siderurgiche ad alta specializzazione, è stata acquistata nel [[1994]] dalla multinazionale tedesca [[ThyssenKrupp]], l'area della 'Bosco' ospita il 'Centro Multimediale', lo stabilimento di Papigno è stato riconvertito a studi cinematografici e museo, l'ex-SIRI è stata destinata al terziario.
Negli ultimi quindici anni<ref>Per la precedente vicenda urbanistica, v. Ciuffetti, Augusto, ''Terni dal piano di ricostruzione del secondo dopoguerra al piano regolatore del 1960'', Storia e problemi contemporanei : 65, 1, 2014 (Milano : Franco Angeli, 2014).</ref>, Terni è diventata una città-cantiere: dai primi anni novanta non si sono fermati i lavori che via via stanno portando ad un radicale cambiamento del centro cittadino, imperniato sui "tre centri storici" del Quartiere Clai come centro della città romana, del Quartiere Duomo come centro della città medioevale e dell'asse Piazza Europa-Piazza della Repubblica-Corso Tacito come centro della città moderna.
Nel gennaio [[2006]] sono iniziati i lavori, con quasi venti anni di ritardo (il progetto preliminare era infatti del [[1987]]), di Corso del Popolo, dove al posto di un terrapieno adibito a parcheggio è sorto un centro direzionale, un moderno parcheggio multipiano interrato, edifici residenziali e un parco che fa da ''continuum'' tra i Giardini della Passeggiata e il fiume [[Nera (Italia)|Nera]].
La città, nel secondo dopoguerra, ha avuto una forte espansione ben oltre i villaggi operai d'inizio secolo, sviluppandosi su quattro assi a raggiera intorno al nucleo centrale e ponendo al nuovo piano regolatore [[Mario Ridolfi|Ridolfi]] (e sue successive varianti) il problema della vivibilità delle periferie e del loro collegamento con il resto della città.<ref>Aldo Tarquini, ''La città di Mario Ridolfi. Architettura, urbanistica, storia, arte, cinema, fotografia'', De Luca Editori d'Arte, Roma 2006</ref> La viabilità ha dovuto superare l'antico schema dell'unico asse preferenziale della Flaminia, contestualizzando i progetti in un ambito interregionale, come la direttrice [[Strada statale 675 Umbro-Laziale|Rieti-Terni-Civitavecchia]], la [[SS 3 bis]] e la [[piattaforma logistica]], ancora non realizzata, tutte essenziali per le industrie del ternano.
=== Simboli ===
[[File:Terni-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Il gonfalone]]
La leggenda legata alla città di Terni e al suo stemma narra che molti anni fa, la presenza nel territorio di un terribile [[drago]] chiamato Tiro o [[Thyrus]] provocava paura e apprensione tra la cittadinanza, e che neanche i più coraggiosi, chiamati dal Consiglio degli Anziani, osavano avventurarsi in quei territori e nessuno riusciva a risolvere la questione. Quando il Consiglio era sul punto di rinunciare alla battaglia, si fece avanti un giovane ternano della nobile famiglia dei Cittadini: si dice che indossasse una lucente armatura e che sfoderasse tutta la sua fierezza e la sua voglia di sfidare l'orribile drago: ''"Vado io a fare una visita a quel mostro. Cosa ne dite?"'', sembra che disse presentandosi agli Anziani, i quali accettarono e lo benedissero augurandogli ogni fortuna.
Il coraggioso sorprese il mostro addormentato e la cosa sembrava facilitare il suo ardito compito. Ma mentre stava per colpirlo con la sua lancia, il drago si alzò e gli balzò contro. Da qui ne seguì una spaventosa battaglia, durante la quale la bestia aveva la meglio.
Ma un certo punto, il bagliore di un raggio di sole riflesso nell'armatura accecò il drago: fu l'occasione giusta, il giovane scagliò la sua lancia e trafisse a morte il mostro.
Tutti i cittadini si riunirono immediatamente sul luogo del combattimento per vedere con i propri occhi quello che era accaduto.
Seguirono giorni di festa per celebrare il giovane, che fu premiato con dei terreni che un tempo erano di appartenenza del mostro.
==== Stemma e gonfalone ====
Il drago della leggenda, che aveva per nome [[Viverna|Thyrus]] (Tiro), è riportato sullo stemma della città di Terni.
Sul gonfalone della città invece, campeggia la scritta ''Thyrus et amnis dederunt signa Teramnis'', che significa: Tiro e i fiumi segnarono Terni.
=== Onorificenze ===
Con decreto dell'allora presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] il 13 gennaio 1960 venne conferita la [[Medaglia d'argento al valor civile]] alla Città di Terni per i 108 bombardamenti subiti e per il contributo offerto alla lotta per la liberazione. L'onorificenza venne consegnata dall'allora prefetto Ferro al sindaco Ottaviani durante un consiglio comunale straordinario che vide la presenza delle massime autorità e di numerosi cittadini.<ref>Volume realizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Terni per i 60 anni di Consiglio Comunale (1946 - 2006) pp.42-43</ref>
{{Onorificenze
|immagine = Valor_civile_silver_medal_BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'argento al valor civile
|collegamento_onorificenza = valor civile
|motivazione = Centro industriale di particolare importanza per la produzione bellica, sopportava con sereno coraggio ben 108 bombardamenti che la radevano quasi completamente al suolo e che uccidevano numerosi dei suoi figli migliori. Teneva, nei confronti del nemico invasore, sereno e dignitoso contegno, offrendo un notevole contributo alla lotta per la liberazione.
|luogo = 13 gennaio 1960
}}
Terni è inoltre tra le [[città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione]] perché è stata insignita della [[croce di guerra al valor militare]] per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella [[Resistenza italiana|lotta partigiana]] durante la [[seconda guerra mondiale]].<ref>[http://www.istitutonastroazzurro.it/comunediterni.html Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - Istituzioni Decorate di Croce di Guerra al Valor Militare Comune di Terni]</ref>
{{Onorificenze
|immagine = Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza = Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione = Terni, centro industriale di particolare importanza per la produzione bellica, fin dall'8 settembre 1943 sostenne con animo indomito la guerra partigiana. La sua popolazione incurante delle rappresaglie, distruzioni e sacrifici opponeva fiera resistenza allo strapotere militare nazifascista, offrendo alla causa della Resistenza un valido contributo di sangue e di eroismo. Terni, 8 settembre 1943 - 13 giugno 1944.
|luogo = 30 ottobre 1992
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Vedi anche|Monumenti e luoghi d'interesse di Terni}}
=== I resti archeologici ===
[[File:Museo Archeologico di Terni.jpg|thumb|[[Museo archeologico di Terni|Museo Archeologico CAOS]].]]
* I resti dell'[[Anfiteatro Fausto]] del [[32 a.C.]], ubicato all'interno del parco cittadino "La Passeggiata". Di questa struttura si possono notare parti di ''opus reticulatum'' in blocchetti bicolori. Fu eretto nel 32 d.C. per ordine di Fausto Liberale, durante il regno di [[Tiberio]], e poteva ospitare fino a 10.000 persone. Attualmente è scoperto per 2/3 del perimetro, essendo una parte occupata dalla chiesa del Carmine; tuttavia, si può vedere l'ellisse originaria. Periodicamente è adibito a sito per eventi culturali e concertistici.
* I resti dell'antica cinta muraria romana.
* I resti archeologici di palazzo Carrara, ex biblioteca civica, consistenti per la maggior parte in epigrafi romane.
* I resti della città romana di [[Carsulae]], dove ancora è visibile un tratto della antichissima [[Via Flaminia]], che da Roma portava all'Adriatico.
* Il [[Museo archeologico di Terni]] (area ex-SIRI), dove sono raccolti i resti pre-romani e romani recuperati dai numerosi scavi cittadini. Di notevole interesse l'esposizione dei corredi tombali rinvenuti nelle necropoli dell'età del ferro delle Acciaierie, di S. Pietro in Campo e di Alterocca.
=== La città medievale ===
* Porta Sant'Angelo (XIV secolo), era l'ingresso nord-occidentale della città.
* Porta Spoletina (XIV secolo), sulla via Flaminia; era l'ingresso settentrionale.
* La cripta del [[Duomo di Terni|Duomo]] (VI secolo).
* La torre romanica dei Barbarasa, situata in via Roma, è la meglio conservata tra le case-torri medievali. Una lapide in alto ricorda che da qui venne esposta la reliquia del Preziosissimo Sangue, conservata nel Duomo, per allontanare dalla città un'epidemia di peste.
* La [[torre dei Castelli]], situata in via dei Castelli.
* [[Duomo di Terni]], dedicato a Santa Maria Assunta, di origine romanica, fu ristrutturato nel XVII secolo. La chiesa conserva interessanti opere d'arte, tra le quali va segnalata la tavola di Livio Agresti "Presentazione al tempio e Circoncisione", del [[1560]]; nella cappella maggiore si può ammirare un altare, opera del Minelli, che rappresenta senza dubbio la testimonianza artistica cittadina più importante tra quelle del XVIII secolo.
* [[Chiesa di San Francesco (Terni)|Chiesa di San Francesco]] (XIII secolo), in stile gotico. La chiesa è stata manomessa più volte nel corso dei secoli. La parte centrale della facciata presenta un portale gotico sovrastato da un oculo, mentre le parti laterali sono del XV secolo. L'abside e il campanile, decorato con bifore, sono opera di Angelo da Orvieto. All'interno è di notevole interesse la Cappella Paradisi, decorata da affreschi con scene dantesche di Bartolomeo di Tommaso (XV secolo).
* [[Chiesa di San Salvatore (Terni)|Chiesa di San Salvatore]] (XI secolo): è una struttura molto particolare, formata da due edifici contigui, uno a pianta circolare del V secolo ed un altro, l'avancorpo, a pianta rettangolare del XII secolo, con semplice facciata decorata da una monofora e da archetti.
* [[Chiesa di Sant'Alò]] (XI secolo), appartenuta all'Ordine dei Cavalieri di Malta; restaurata negli anni cinquanta, la chiesa presenta tre navate divise da colonne e pilastri e una bella abside.
* [[Chiesa di San Pietro (Terni)|Chiesa di San Pietro]], appartenuta agli Agostiniani fin dal [[1267]], la chiesa presenta nella facciata un portale gotico con decoro quattrocentesco nel timpano; sul lato sinistro si può notare parte della struttura primitiva e il campanile quadrato con bifore nella parte inferiore.
* Chiesa di [[San Lorenzo]], costruita nel XIII secolo, su un edificio molto più antico, e quindi ampliata nel XVII secolo; restaurata dopo i bombardamenti, attualmente presenta una facciata con trifore e portale cieco, e una bella abside; l'interno è a due navate, con la particolarità che la parte destra è ad un livello più basso.
* Chiesa di [[San Cristoforo]], risalente al XIII secolo. La chiesa è stata ristrutturata nel dopoguerra e divisa in una parte nuova e in una vecchia: nella parte vecchia vi sono affreschi e resti dei secoli XIV e XV; la parte nuova è stata ricavata dalla canonica, luogo in cui, secondo un'antica tradizione, san Francesco operò un miracolo. Nella chiesa viene anche conservato il cippo dal quale il Santo parlava ai fedeli.
* [[Basilica di San Valentino]], antichissima struttura costruita in un'area cimiteriale cristiana per ricordare il vescovo ternano martirizzato a Roma nel [[273]] e portato su tale collina della periferia ternana dai suoi seguaci; la forma attuale risale al [[1618]] ed il convento e le spoglie del Santo sono state conservate dai Carmelitani fino al XX secolo, quando il comune di Terni ne prese l'eredità.
* [[Chiesa di Sant'Antonio di Padova (Terni)|Chiesa di Sant'Antonio di Padova]], inaugurata nel [[1935]] e ricostruita dopo i bombardamenti della [[Seconda guerra mondiale]] è occupata da [[Ordine francescano|Frati Francescani]]. Dal [[2010]] la chiesa diventa santuario poiché vi sono custodite le spoglie dei [[protomartire|protomartiri]] [[francescani]] ([[Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto]]) uccisi in Marocco il 16 gennaio 1220 e venerati santi da [[papa Sisto IV]] nel 1481.
=== I palazzi cittadini ===
* [[Palazzo Spada (Terni)|Palazzo Spada]] (sede del Comune) (Corso Vecchio) del XV secolo, progettato da [[Antonio da Sangallo il Giovane]] (fu terminato nel [[1576]], forse sua ultima opera), imponente edificio, antica sede della famiglia Spada, è a due piani e un mezzanino.
* Palazzo Fabrizi (sec. XVII) (Via XI Febbraio).
* Palazzo Mazzancolli (XV secolo) (Via Cavour), in via Cavour, sede attuale dell'Archivio di Stato.
* Palazzo Rosci (ora Bianchini-Riccardi) (XVI secolo) (Piazza Duomo), forse edificato su progetto di Baldassarre Peruzzi.
* Palazzo Gazzoli (fine XVIII secolo) (Via Teatro Romano). Lo schema tipologico del palazzo deriva da quello del palazzo tardo-rinascimentale romano, con una corte interna su cui si affaccia un loggiato a doppio ordine, con volte affrescate a grottesche. Oggi è sede di svariate attività culturali, una grande sala per le conferenze nonché della rappresentanza della Regione Umbria.
* Palazzo Manassei (XV secolo) (Via Manassei).
* Palazzo Mariani (XVI secolo) (Via del Tribunale), sede dell'Istituto Musicale Briccialdi.
* Ex Palazzo del Comune (XIV secolo) (Piazza della Repubblica), ora bibliomediateca comunale (BCT).
* Palazzo Filerna-Perotti (ora Montani) (XVII secolo) (Via Garibaldi), con significativi affreschi di Girolamo Troppa.
* Palazzo Pierfelici (XV secolo) (Corso Vecchio), con un notevole portale cinquecentesco.
* Palazzo Possenti (XVIII secolo) (Via Cavour).
* Palazzo Corradi-Maroni, già Gigli (XV-XIX secolo) (Via Carrara), con un significativo portale cinquecentesco in travertino.
* Palazzo Faustini (XIX secolo) (Corso Tacito), con numerose iscrizioni romane nell'androne.
* Palazzo Cittadini (XVIII-XIX secolo) (Corso Vecchio).
* Palazzo Carrara (sec.XVI-XVIII) (Piazza Carrara), ivi è presente una serie di elementi lapidei romani e rinascimentali (stemmi, sarcofagi, iscrizioni).
* Palazzo Sciamanna (sec. XVII) (Via tre colonne), in via Tre Colonne.
* Palazzo Pressio-Colonnese (già Spada e Graziani) (secolo XVI) (Via Silvestri).
* Palazzo Canale (Via Silvestri), sede dell'antico Circolo del Drago.
=== Vie e piazze storiche ===
* Piazza della Repubblica, che occupa lo spazio dell'antico foro della città romana, rappresenta da sempre il principale spazio pubblico cittadino. Vi si affaccia l'antico palazzo comunale che ora è sede della biblioteca comunale. Con la ristrutturazione, l'antica torre civica distrutta dai bombardamenti è stata sostituita da una moderna torre di vetro che richiama la Cascata delle Marmore. Di fronte si trova il vecchio palazzo delle poste opera dell'architetto Bazzani che occupa il sito dell'antica chiesa di San Giovanni Decollato, demolita agli inizi del Novecento.
* Piazza Tacito, realizzata nei primi decenni del Novecento come centro della nuova città industriale, si tratta di un vasto spazio quadrangolare di cui uno dei lati è occupato dall'imponente Palazzo del Governo, opera dall'architetto Cesare Bazzani. Al centro della piazza è una monumentale fontana, opera dell'architetto Mario Ridolfi, simbolo della forza delle acque che producono energia elettrica, decorata con i mosaici rappresentanti i dodici [[Zodiaco|segni zodiacali]], di Corrado Cagli.
* Piazza Solferino, (opposta a piazza della Repubblica dietro la biblioteca) era l'antica piazza del mercato, per questo denominata in passato Piazza delle Erbe. Per un breve periodo ha assunto la denominazione di piazza dei bambini e delle bambine, il suo assetto attuale è opera dell'architetto Carlo Aymonino, che ne ha progettato la pavimentazione e la scultura in travertino di una balena.
* Piazza Europa, si tratta di un ampio spazio quadrangolare che si apre sul fianco di palazzo Spada, sede municipale. La piazza è stata aperta nel dopoguerra rimuovendo le macerie degli edifici distrutti da bombardamenti.
* Piazza Mario Ridolfi, si tratta di un ampio slargo irregolare che si apre di fronte a palazzo Spada, sede municipale, in gran parte circondata da edifici moderni quasi tutti realizzati su progetto dell'architetto Mario Ridolfi.
* Piazza Clai, si tratta di una delle piazze più antiche della città, la sua origine risale al medioevo anche il suo assetto attuale è in gran parte opera della ricostruzione post-bellica realizzata in chiave post-moderna alla fine del [[XX secolo]]
* Piazza Duomo, si tratta della più bella tra le piazze storiche cittadine, uno dei lati è occupato dal portico seicentesco della cattedrale di Santa Maria Assunta, che raccorda la chiesa con gli edifici del Vescovado e dell'ex Seminario, oggi sede del Museo Diocesano e Capitolare.
* Piazza San Francesco, di fronte al [[Santuario di San Francesco (Terni)|Santuario di San Francesco]].
* Piazza Valnerina, ivi sorgeva una [[porta cittadina]] (porta Valnerina) che collegava la città con la [[Valnerina]].
* Piazza Dante Alighieri, antistante alla [[Stazione di Terni|stazione]], qui è stata posizionata la pressa da 12.000 tonnellate.
=== I monumenti di archeologia industriale ===
* Obelisco "Lancia di Luce" di [[Arnaldo Pomodoro]], che si trova alla fine di Corso del Popolo. L'opera rappresenta contemporaneamente i traguardi tecnologici e i moniti verso gli stessi; la miriade di fratture, gli inserti e gli effetti [[chiaroscuro|chiaroscurali]] rappresentano il dramma della loro scoperta e dei loro relativi poteri. Assemblata con tecniche industriali, si slancia nella sezione terminale e un suo fascino lo trova nel mutamento che assume il suo aspetto in base all'angolo visuale dell'osservatore e della differente luce dei momenti della giornata.
* La "Pressa" di Piazza Dante.
* Il [[Grande Hyperion]].
* La [[centrale idroelettrica]] di Galleto.
* Complesso dell'ex fabbrica chimica Siri: ospita il CAOS (Centro per le Arti Opificio Siri),<ref>[http://www.caos.museum Centro Arti Opificio Siri]</ref> un complesso architettonico e spazio culturale sede di due musei - il [[Museo archeologico di Terni|museo archeologico]] e il [[Museo d'arte moderna e contemporanea Aurelio De Felice]], di uno spazio per mostre e del [[Teatro Sergio Secci]].
* Polo d'incenerimento Maratta, negli anni si sono avvicendati 3 impianti d'incenerimento, ora in uno dei due attivi sono stati riscontrati gravi mancanze dopo un grande sforamento del limite di [[diossina]] e [[furano|furani]] è stato solo temporaneamente chiuso.
* Il Ponte di Ferro.
* Monumento ai Partigiani d'Italia.
* La "[[Stella di Miranda]]", una stella artificiale posizionata tra le frazioni di Larviano e Miranda, ed è una delle più grandi in Italia, dopo la stella cometa di [[Torrebelvicino]]
* Gli [[Umbria Studios]], appartenenti a [[Cinecittà]], chiamati scherzosamente "PapignHollywood".
=== Musei ===
* Il [[Museo archeologico di Terni|museo archeologico]] contiene una sezione preromana e una dedicata all'illustrazione della vita cittadina in epoca romana e tardoantica; è ospitato presso il CAOS (Centro Arti Opificio Siri).
* Il [[Museo d'arte moderna e contemporanea Aurelio De Felice]]: al suo interno trovano spazio il rinnovato allestimento della pinacoteca comunale (ospitata precedentemente a Palazzo Gazzoli) e una nuova area dedicata interamente all'arte contemporanea (dal dopoguerra ai giorni nostri) con particolare attenzione agli artisti del territorio. Sono presenti i dipinti della "Pala dei Francescani" di [[Piermatteo d'Amelia]] e lo "Sposalizio mistico di Santa Caterina d'Alessandria" di [[Benozzo Gozzoli]], lo "Stendardo" di [[Niccolò Alunno]]; è ospitato presso il CAOS (Centro Arti Opificio Siri).
* Il parco "A. De Felice" a [[Torreorsina]].
* Mostra permanente di paleontologia (ex-chiesa di San Tommaso).
* Centro di visita e documentazione di [[Carsulae]].
* Museo Diocesano e Capitolare.
* Centro di documentazione dell'Area naturale protetta del Parco Fluviale del Nera, con il Museo Ornitologico e Micologico nel palazzo Magalotti di Collestatte.
* Centro di Documentazione sul Patrimonio Industriale Locale "Antenna Pressa".
* Museo delle Armi della Città di Terni.
* Museo del Motorismo ternano.
=== Luoghi naturali ===
* La [[cascata delle Marmore]], opera romana d'idraulica del [[III secolo]], voluta dal console [[Curio Dentato]]. Si trova sulla [[Strada statale 209 Valnerina|S.S. ''Valnerina'']] a 7 km da Terni.
* Il [[lago di Piediluco]], adagiato sulle colline umbre a 13 km da Terni.
* La [[Valserra]], bagnata dal [[Serra (torrente)|torrente Serra]] e con suggestivi borghi fortificati che vi si affacciano.
* L'area dei [[monti Martani]], dominata dal monte [[Torre Maggiore]].
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
A partire dalla seconda metà del [[XIX secolo]], con l'espansione della grande industria, la città raddoppiò i propri abitanti, passando da trentamila a circa sessantamila.
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], la seconda ondata di immigrazione interna fece raggiungere i centomila abitanti all'inizio degli anni sessanta, inducendo a pensare che Terni avrebbe raggiunto i duecentomila entro il 2000. Con la crisi della [[siderurgia]] degli anni settanta e ottanta, il numero degli abitanti si è invece stabilizzato sugli odierni 110.000, soprattutto per l'apporto dell'immigrazione dall'estero che è aumentata in modo esponenziale a partire dagli anni novanta.
L'andamento demografico della città di Terni ha attraversato diverse fasi nel secondo dopoguerra. In particolare, a partire dalla fine degli anni cinquanta troviamo:
* 1960 – 1974: gli ultimi anni di sviluppo demografico espansivo, con la popolazione che passò da 94.825 a 111.043 unità.
Il saldo demografico, tranne che nel 1961 e 1967, si mantenne costantemente superiore alle mille unità e generò un tasso medio annuo di crescita attorno al 13 per mille.
Elementi portanti dell'esplosione demografica furono innanzitutto gli elevati valori della natalità (fenomeno del “baby boom”) con il relativo tasso che oscillava fra il 12,7 ed il 16,2 per mille, raggiungendo quest'ultimo valore, (massimo storico non più registrato) in corrispondenza del 1965 con 1645 nati.
Più uniforme l'andamento della mortalità il quale, nonostante qualche oscillazione, procedeva secondo una tendenza di lieve ma costante crescita, muovendosi in un intervallo di valori compresi tra il 7,9 e 9,8 per mille.
In valore assoluto, furono più gli anni nei quali si registrò un numero di morti inferiore a 1000 che non quelli con valori superiori.
Non meno sostenuto risultò il livello dei movimenti migratori: sull'onda non ancora esaurita della favorevole congiuntura degli anni dello sviluppo economico (1951-1963), alimentati da massicci trasferimenti verso il nord Italia e dai processi di urbanizzazione, i flussi migratori dimostrarono di avere considerevole vitalità e consistenza.
* 1975 - 1979: gli anni dello sviluppo moderato con la popolazione che invecchia ma continua ad aumentare raggiungendo il picco storico di 113.241 unità nel 1979.
Sebbene caratterizzato da valori positivi tanto del saldo demografico quanto dei differenziali del movimento naturale (ad eccezione del 1979) e migratorio, lo sviluppo della popolazione segnalò un cambio di marcia nei suoi ritmi espansivi con l'inizio di una decelerazione che ridusse notevolmente la velocità di crescita.
A determinare questo rallentamento contribuì in primo luogo il progressivo venir meno dell'apporto fino ad allora fornito allo sviluppo del movimento naturale, la cui costante riduzione in termini di saldo giunse per la prima volta a mostrare nel 1979 un valore negativo.
È conseguenza di ciò il costante attenuarsi dei livelli di natalità (9,1 per mille) contrapposti a valori lievemente crescenti della mortalità (9,7 per mille)
Anche i movimenti migratori diedero il loro apporto, sebbene in tono minore, al rallentamento della crescita della popolazione: meno consistenti rispetto al passato, soprattutto quelli in entrata, i flussi dimostrano una accentuata tendenza ad avvicinare i propri valori così da produrre differenziali sempre più ridotti.
* 1980 - 1986: gli anni della caduta frenata vedono consolidarsi il modello a bassa natalità della società ternana che porta come risultato l'invecchiamento della popolazione e quindi il suo progressivo decremento.
In termini assoluti la consistenza della popolazione scende da 113.108 a 111.162 unità, caduta che corrisponde ad un tasso medio annuo dell'1,35 per mille.
Il differenziale del movimento naturale, a partire dal 1979, diventa definitivamente negativo e determinato in ciò dal persistente prevalere dei decessi sulle nascite.
I 785 nati (7,1 per mille) rapportati coi 1084 morti (9,7 per mille) nel corso del 1986, sostanziano assai eloquentemente il divario crescente in seno alla componente naturale della popolazione; se tuttavia la negatività crescente del saldo naturale non si riflette per intero sul saldo demografico, ciò è dovuto al solo fatto che almeno in questo periodo l'effetto delle determinazioni biologiche viene in parte controbilanciato dai differenziali dei movimenti migratori, limitati ma ancora positivi.
* 1987-1992: gli anni della popolazione in caduta libera; nulla più si oppone al continuo e crescente decremento della popolazione e tutti i fenomeni del precedente periodo si presentano su scala allargata.
La popolazione scende fino alle 108.138 unità nel 1992 e i movimenti migratori esauriscono la loro funzione di contrappeso degli esiti negativi della componente biologica.
* 1993-1999: anni di sostanziale equilibrio con la popolazione che si assesta sulle 108 mila unità.
Un anno a sé stante è il 1994, in quanto è stata fatta una sanatoria che ha caratterizzato il saldo migratorio di 1129 unità e ha permesso un saldo demografico in attivo di 634 unità; è proprio in questi anni che si riscontra il maggior divario fra tassi di natalità (media del 6,9 per mille) e tassi di mortalità (media dell'11,3 per mille).
L'[[Agglomerazione|agglomerato urbano]] è rappresentato dalla [[Conca Ternana]], dalla [[Valnerina|Valnerina Ternana]], dalla [[Provincia di Rieti]] e dalla città di [[Spoleto]] ([[Provincia di Perugia|PG]]), per il quale esiste un "Accordo di pianificazione",<ref>[http://www.provincia.terni.it/urbanistica/accordi/Accordo%20Pianificazione%20Conca%20Ternano-Narnese.pdf]</ref> raggiunge i 372.782 abitanti.
{{Demografia/Terni}}
* [[Comuni italiani per popolazione]]
=== Etnie e minoranze straniere ===
La popolazione straniera residente al 1º gennaio [[2016]] è di 12.540 abitanti e rappresenta l'11,2% della popolazione totale,<ref>{{cita web|url http://demo.istat.it/str2015/index.html|titolo=Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2015 e popolazione residente al 1º gennaio 2016 - Totale: 12.540|editore=demo.istat.it}}</ref> in leggero calo rispetto ad un anno prima. I gruppi nazionali più numerosi (più di 500) sono:
# [[Romania]]: 4.477 - 35,7% (della popolazione straniera)
# [[Albania]]: 1.731 - 13,8%
# [[Ucraina]]: 993 - 7,9%
# [[India]]: 708 - 5,6%
# [[Filippine]]: 650 - 5,2%
== Cultura ==
[[File:Biblioteca comunale di Terni.jpg|thumb|La nuova Biblioteca Comunale]]
=== Università ===
Con l'apertura del triennio clinico della facoltà di [[Medicina]], nel [[1974]], l'[[Università di Perugia]] compiva uno dei suoi primi decentramenti sulla città di Terni. Seguì, negli [[Anni 1990|anni novanta]], l'apertura della facoltà di ingegneria, il completamento del ciclo unico di medicina e l'avvio del corso di diploma universitario in economia aziendale (DUEC), che diedero nuovo impulso alla vita universitaria: sono stati avviati nuovi corsi di laurea, che ospitano circa 3.000 iscritti nelle quattro facoltà riunite nel Polo scientifico e didattico di Terni dell'Università degli studi di Perugia:
* Facoltà di Medicina e Chirurgia (sede di "Viale Trieste");
* Facoltà di Ingegneria (sede di "Pentima", dove si trovano anche le segreterie amministrative);
* Facoltà di Economia (sede di "San Valentino");
* Facoltà di Scienze della Formazione (sede di "Narni").
=== Centri di ricerca ===
* Centro Europeo di Ricerca sulle [[cellule staminali]] - Diretto da Angelo Vescovi, da ubicare presso la restaurata caserma dell'ex-milizia, nei pressi dell'ospedale. Dall'[[estate]] [[2006]] è attiva la Banca delle Cellule Staminali, ovvero una struttura in cui vengono prodotte e conservate cellule del cervello umano per curare, in futuro, le malattie neurodegenerative.<ref>[http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=4313 Nasce a Terni banca delle cellule staminali cerebrali] su [[MolecularLab]]</ref> Il 26 agosto [[2011]] il [[comitato etico]] regionale dell'Umbria ha dato via libera alla sperimentazione delle cellule staminali sull'uomo.<ref>[http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=298617 Si Alla Sperimentazione Delle Cellule Staminali :: Informazione :: Sanità<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* Centro di eccellenza sui materiali innovativi nanostrutturali per applicazioni chimiche, fisiche e biomediche.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/13/nanotecnologie-innovazione-umbria-sceglie-il-suo-futuro.html Articolo La Repubblica]</ref>
* Human Health Foundation - Laboratorio di ricerca sul cancro.
* T.E.R.N.I. - Terni Enterprise for Research and New Industries (meglio nota come ''Terni Research''): centro di ricerca e produzione di fonti energetiche alternative. Gestore di diversi complessi fotovoltatici ed eolici nella provincia di Terni ed in altre zone d'Italia, studia nuove tecnologie di smaltimento e di conversione dei rifiuti in bio combustibili.
=== Media ===
==== Televisione ====
* Tele Galileo
* Umbria Uno
* Tele Umbria Viva
==== Radio ====
* [[Radio Galileo]]
* Radio Incontro
* Radio T. N.A.
==== Stampa ====
* [[Il Corriere dell'Umbria]]
* [[La Nazione]] - Edizione di Terni
* [[Il Messaggero]] - Edizione di Terni
* Il Giornale dell'Umbria
=== Cinema ===
Alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]], [[Roberto Benigni]] decise di girare nei dintorni della città, e più precisamente presso la vecchia zona industriale dismessa di [[Papigno]], il suo film ''[[La vita è bella (film 1997)|La Vita è bella]]'', vincitore di diversi [[Premio Oscar|premi Oscar]]: i capannoni abbandonati della vecchia fabbrica della calciocianamide si adattavano perfettamente all'ambientazione delle vicende del film in un campo di concentramento nazista (anche il film ''[[Pinocchio (film 2002)|Pinocchio]]'' fu completamente girato negli [[Umbria Studios|studi di Papigno]]). In conseguenza di questo episodio, e dell'esistenza del CentroMultiMediale (CMM) - struttura produttiva ora dismessa per totale inutilizzo, che ospita teatri di posa dove sono state occasionalmente girate scene sia di lungometraggi che cortometraggi, si parlò tra il [[1997]] e il [[1998]] di fare dell'impianto industriale una sorta di Città del Cinema (pubblicizzata all'epoca come "Papignolliwood"). Il progetto è stato realizzato solo in piccola parte e senza una reale bonifica dell'area, pesantemente inquinata. Gli studi di Papigno, che sulla carta vantano teatri di posa tra i più grandi in Europa, una piscina con oblò per le riprese e un teatro di posa, fornito di un enorme [[blue screen]], destinato esclusivamente alla ripresa di scene a cui dovranno essere aggiunti effetti speciali, sono stati utilizzati solo in modo sporadico e occasionale. Recentemente, grazie ad un patto stipulato con il comune di Terni, gli studi di Papigno sono passati sotto la gestione di [[Cinecittà]] che nonostante la promessa di svolgervi almeno 150 giorni di lavoro annui, li ha di fatto adibiti al ruolo di magazzino, svolgendovi solo occasionalmente (pochi giorni negli anni) qualche attività lavorativa.
Nel corso di quasi tutto il Novecento (e non solo) diversi film, sceneggiati televisivi, spot pubblicitari e videoclip musicali sono stati ambientati nella zona. Tra questi, si citano ''[[Acciaio (film 1933)|Acciaio]]'' di Walter Ruttmann ([[1933]]), ''[[La caduta degli dei]]'' di [[Luchino Visconti]] ([[1969]]), ''[[Inferno (film 1980)|Inferno]]'' di [[Dario Argento]] ([[1980]]), ''[[Intervista (film)|Intervista]]'' di [[Federico Fellini]] ([[1987]]) e ''[[La ragazza di Bube (film)|La ragazza di Bube]]'' di [[Luigi Comencini]] ([[1963]]).
Nel [[1999]], presso l'ospedale cittadino Santa Maria, ebbero luogo le riprese della [[fiction]] [[Titanus]]-[[RAI - Radiotelevisione Italiana|RAI]] ''L'amore oltre la vita'' con [[Monica Guerritore]], [[Adriano Pappalardo]] ed altri. La stessa [[RAI - Radiotelevisione Italiana|RAI]], al termine delle riprese, regalò all'ospedale una statua in gesso di [[Maria (madre di Gesù)|Santa Maria]] utilizzata nello sceneggiato ed oggi posta all'interno della cappella dell'ospedale con tanto di targhetta attestante la donazione.
Nel [[2001]] fu completamente ambientata a Terni la [[Fiction televisiva|fiction]] ''[[Sei forte maestro]]''.
Negli studios di Papigno è stato girato ''[[La Terza Madre]]'' di [[Dario Argento]].
Inoltre, proprio nel CMM, nella primavera del [[2004]], fu realizzata la prima edizione del [[reality show]] ''[[Music Farm]]''.
Nel [[2007]] è stato girato il film ''[[Lezioni di cioccolato]]'' con [[Luca Argentero]] e [[Violante Placido]].
Il 29 novembre [[2007]], presso gli studi di Papigno si è svolto lo spettacolo di Roberto Benigni ''Quinto dell'Inferno'', basato sulla [[Divina Commedia]] di [[Dante]].
Nel [[2008]] è stato interamente girato a Terni il film ''[[Alice (film 2010)|Alice]]'' per la regia del ternano Oreste Crisostomi, distribuito da [[Medusa Film]] nel [[2010]].
Nel gennaio [[2011]] cominciano ufficialmente le attività della Funfactory Entertainment che produrranno al CentroMultiMediale svariati [[Format televisivo|Format]], [[Sitcom]], una [[Fiction]] e un [[Film]].<ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/umbria/2011/01/05/visualizza_new.html_1643991789.html]</ref><ref>[http://www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_ID=262743 TERNI, CMM: FICTION E SIT COM. DAL 15 GENNAIO FUNFACTORY NEGLI STUDIOS :: Informazione :: Economia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Nel [[2012]] sono state fatte alcune riprese per la miniserie [[La vita che corre]] andata in onda su [[Rai 1]].
=== Musica ===
==== Gruppi musicali provenienti da Terni ====
* [[Synthesis]] Gruppo heavy metal attivo dal 1978.
* [[My Mine]] Gruppo musicale di genere elettronica/Sinth-pop.
* [[Warhead]] Gruppo musicale di genere punk attivo dal 1982.
* [[SRL (gruppo musicale)|SRL]] Gruppo musicale di genere death metal attivo dal 1992.
* [[Subliminal Crusher]] Gruppo musicale di genere death/thrash metal attivo dal 2002.
=== Cucina ===
{{C|Nella sezione vanno riportate le specialità eno-gastronomiche peculiari del comune, senza ripetere quelle già indicate nella voce sulla cucina regionale della regione di appartenenza...questa pare una sezione "generalista" frutto di ricerca originale.|cucina|novembre 2016}}
{{vedi anche|Cucina umbra|Prodotti agroalimentari tradizionali umbri}}
Terni è una città che, pur risentendo notevolmente l'influenza dei piatti tipici della vicinissima [[Valnerina]] (soprattutto per quanto riguarda legumi, salumi, olio, funghi e tartufi), è riuscita nel tempo a caratterizzarsi per alcune prelibatezze autoctone. I ternani sono degli ottimi consumatori di carne (di ogni genere, maiale soprattutto) abbinata a dei vini rossi, oltre che dei primi e dei dolciumi segnati. Di norma continuano a prediligere la pizza al taglio rispetto a quella al piatto, sebbene alcune pizzerie (al taglio) storiche del centro cittadino abbiano chiuso l'attività negli ultimi anni. La stragrande maggioranza dei paesi ai dintorni di Terni organizza nei periodi estivi delle sagre, tanto che, ormai si parla di vero e proprio ''circuito gastronomico'' del comprensorio. Ecco un elenco di piatti tipicamente ternani e di piatti abitualmente consumati dalle famiglie di Terni:
* ''il [[Pane di Terni]]'': non salato, facilmente digeribile, è tipico del luogo.
* ''[[bruschetta]]'': utilizzata spesso come antipasto, viene degustata semplicemente con l'olio umbro (di pregevole fattura anche in paesi del ternano che fanno parte del circuito delle "Città dell'olio", come [[Stroncone]], [[Sangemini]], [[Ferentillo]] e [[Cesi (Terni)|Cesi]], che si ergono su colline piene di ulivi), con olio e pomodoro, oppure con paté a base di olive, di carciofi o di cacciagione.
* ''le [[ciriole]]'': primo piatto di pasta, più spessa degli spaghetti, che ben si combina con un sugo a base di funghi o a base di asparagi. La variante ''ciriola alla ternana'' viene servita in molti ristoranti del luogo. Ciriola in romanesco vuol dire ''anguilla''.
* ''spaghetti o tagliatelle al tartufo''.
* ''[[Pappardelle al cinghiale]]'': un altro primo piatto.
* ''[[lasagne (gastronomia)|lasagne]]'' abbinate solitamente al sugo di carne o alla besciamella ed asparagi/funghi.
* ''tagliolini cacio e pepe'': altro primo piatto, notevolmente saporito come lascia intendere il nome stesso. Il pepe è un ingrediente usato spesso nella cucina ternana.
* ''[[Gnocchi|gnocchi fatti in casa]]'': abbinati con il sugo di carne. Sono comunque famosi anche gli ''gnocchetti alla Collescipolana'' (dalla forma più quadrata ed abbinati con fagioli e sugo), che prendono il nome dalla frazione di Collescipoli.
* ''la [[Pizza di Pasqua|pizza di formaggio]]'': sempre presente in tavola nel periodo pasquale, per una tradizione che coinvolge tutto il territorio umbro.
* ''la pizza sotto lu focu'': è una sorta di focaccia cotta a legna dall'aspetto simile ad una piadina ben più robusta. All'interno la si farcisce solitamente con prosciutto, formaggio, salsiccia, verdura cotta e salsiccia, o anche con il solo olio. È un piatto che si consuma prevalentemente in inverno. Particolarmente famosa è la pizza sotto lu focu di [[Portaria]], paese a nord della conca ternana e attualmente frazione del comune di [[Acquasparta]], situato sulla collina di fronte alle antiche rovine romane di [[Carsulae]] e vicino a [[Cesi (Terni)|Cesi]] e [[Sangemini]]. Nella [[provincia di Perugia]] questo piatto è conosciuto come torta al testo (ci sono, comunque, piccole differenze).
* ''la cacciagione'': famosi sono i piatti come il cinghiale alla cacciatora, o la polenta cucinata con la cacciagione (allodole, tordi).
* ''il [[pampepato]]'': dolce natalizio composto di una quantità notevole di ingredienti (tra cui miele, cioccolato, pinoli, nocciole, noci, pepe ecc.), viene cucinato anche in alcune zone del Lazio (Lazio Settentrionale e Roma stessa) e dell'Umbria Orientale, nonostante sia riconosciuta soprattutto la qualità di quello ternano (che ha il marchio D.O.P.). Nel periodo natalizio è usanza comune cucinare parecchi pampepati per poterli anche regalare agli amici o ai parenti. È considerata una finezza tagliare a fette sottili il pampepato da offrire.
* ''le paste e le crostate delle pasticcerie ternane'': nelle pasticcerie di Terni vengono preparati dei dolci di altissima qualità, come crostate alla crema o alla cioccolata e come, soprattutto, le paste (dall'ampia gamma di scelta: si parla di crema, panna, crema al cioccolato e frutta). La crema è particolarmente curata nella lavorazione (spesso fatta a mano). È consuetudine del luogo prendere le paste la domenica mattina per poi degustarle come dessert del pranzo. Anche nelle occasioni in cui si viene ospitati si usa comprare le paste e degustarle con la famiglia (o gli amici) ospitante. Rinomati anche i cornetti della mattina (vuoti, alla marmellata, alla crema, integrali al miele), da gustare ben fumanti. Anche le gelaterie del centro cittadino offrono gelati di ottima qualità.
* ''gli amari'': particolarmente conosciuti quelli a base di erbe ("[[Viparo]]", "Amaro Vecchia Umbria", "Thyrus"), dalle notevoli proprietà digestive e dall'ottimo retrogusto dolciastro.
== Letteratura ==
In [[Romanzo criminale (romanzo)|Romanzo Criminale]] di [[Giancarlo De Cataldo|Giancarlo de Cataldo]] edito nel 2002 da [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], c'è un piccolo riferimento alla città di Terni dove avviene un arresto per ordine del commissario Scialoja.
=== Eventi ===
{{C|La sezione, scritta con toni da volantino turistico, contiene eventi da verificare con fonti terze che ne accertino la rilevanza "almeno nazionale". Le feste popolari religiose vanno collocate nella sezione [[Wikipedia:Modello di voce/Comuni italiani#Tradizioni e folclore|"Tradizioni e folclore" opportunamente fontate se rilevanti]]. Alcune voci ancillari non sembrano avere alcuna rilevanza enciclopedica. Da ristrutturare come richiesto da [[Wikipedia:Modello di voce/Comuni italiani#Eventi]].|Eventi|novembre 2016}}
* Da gennaio a marzo - ''Visioninmusica'', stagioni di spettacoli e concerti di musica classica a livello internazionale.
* Da gennaio ad aprile - ''Araba Fenice'', stagioni concertistiche di musica classica a livello internazionale.
* Da ottobre ad aprile - ''Filarmonica Umbra'', stagioni concertistiche di musica classica a livello internazionale.
* Febbraio - ''[[San Valentino (festa)|Giorno di San Valentino]]'' vescovo e martire, nativo e patrono della città e protettore degli innamorati, la basilica è situata a 2,2 km dal centro e conserva il corpo del martire. Per tutto il mese di febbraio la città ospita gli ''[[Eventi Valentiniani]]'' dedicati al patrono della città e a tutti gli innamorati del mondo. Agli eventi religiosi vengono affiancati concerti, mostre, conferenze, sagre, seminari, spettacoli teatrali, sport, premiazioni, fiere. Dal 2005 gli eventi si sono arricchiti con gli stand di ''Cioccolentino'', dove il cioccolato e la tradizione della pasticceria ternana animano le vie del centro.
* [[Aprile]] - ''[[Certamen Taciteum]]'', concorso letterario riservato agli studenti delle scuole secondarie italiane, che consiste in una prova di traduzione di un testo latino dello storico Gaio Cornelio Tacito, (che si pensa) nativo della città.
* Aprile - tre giorni di ''Regata Internazionale di Canottaggio "Memorial Paolo D'Aloya"'' al [[lago di Piediluco]].
* 30 aprile e 1º maggio - ''[[Cantamaggio Ternano]]'' sfilata di carri allegorici, antica tradizione legata al risveglio della primavera.
* [[Giugno]] - ''Concorso Internazionale Pianistico "Alessandro Casagrande"''.
* Ultima domenica di giugno - ''Festa delle acque'' - alla [[cascata delle Marmore]] e al lago di Piediluco.
* Giugno - ''Giugno Cesano'', nella frazione di [[Cesi (Terni)|Cesi]] vengono svolte varie manifestazioni teatrali, musicali affiancate alle taverne di cucina tipica. le manifestazioni si concludono con un lungo Serpentone, dove è possibile mangiare camminando per le vie del paese.
* [[Luglio]] - ''Ephebia Festival'', manifestazione musicale che dopo un anno di selezione si conclude a Terni con l'esibizione dei migliori gruppi giovanili selezionati da tutta Italia. Negli anni hanno suonato tra gli altri: [[Linea 77]], [[Statuto (gruppo musicale)|Statuto]], [[The Ark]], [[Moltheni]], [[Afterhours]], [[Il Teatro degli Orrori]], [[Tre Allegri Ragazzi Morti]], [[Casino Royale (gruppo musicale)|Casino Royale]], [[Cosmetic]], [[Zen Circus]], [[Meganoidi]], [[Paolo Benvegnù]], [[Dente (cantante)|Dente]], [[Massimo Volume]], [[Stato Sociale]] e [[Gazebo Penguins]]. Dal 2014 Ephebia si è allargato anche oltre i confini italici. Infatti si sono esibiti, tra gli altri, i britannici [[65daysofstatic]].
* Settembre - ''[[Terni Festival Internazionale della Creazione Contemporanea|Terni Festival]]'', festival internazionale della creazione contemporanea. Il festival propone un cartellone di spettacoli teatrali di artisti italiani e stranieri.
* Settembre - ''Terni On-Notte Bianca'', [[notte bianca]] dove si svolgono concerti, spettacoli, manifestazioni, fiere ed altro nei tre giorni (e notti) di un fine settimana.
* Novembre - ''Filmfestival popoli e religioni'', festival cinematografico dedicato al dialogo interreligioso.
* Vari periodi dell'anno - ''Hermans Festival'', concerti d'organo.
== Persone legate a Terni ==
==== Economia ed imprese ====
* [[Cassian Bon]], (Liegi, 13 ottobre 1842 - Terni, 13 novembre 1921), ingegnere, industriale, imprenditore, fondatore delle acciaierie di Terni.
* [[Virgilio Alterocca]], (Terni, 1853 – [[Arrone]], 1910), imprenditore.
* [[Attilio Odero]] ([[Genova]], 1854 – Genova, 1945), imprenditore, ex presidente delle [[Acciaierie di Terni]].
* [[Giorgio Taddei]] (Terni, 1926 – Terni, 2004), imprenditore e dirigente sportivo.
==== Politica ====
* [[Marco Claudio Tacito]] (Interamna Nahars, 200 - [[Tyana]], 276), imperatore romano.
* [[Federico Fratini]] (Terni, 1828 - Terni, 1877), patriota.
* [[Giovanni Froscianti]] ([[Collescipoli]], 1811 - Collescipoli, 1885), patriota.
* [[Giuseppe Nicoletti]] (Terni, 1799 - Terni, ?), ex sindaco.
* [[Alceo Massarucci]] (Terni, 1832 - Terni, 1823), sindaco di Terni.
* [[Giuseppe Petroni]] ([[Bologna]], 1812 – Bologna, 1888), patriota, politico.
* [[Pietro Clementini]] (Terni, 1821 – [[Mentana (Italia)|Mentana]], 1867), patriota.
* [[Tito Oro Nobili]] (Magliano Sabina 1882 – 1967), politico, ex Sindaco di Terni, ex Presidente delle acciaierie.
* [[Comunardo Morelli]] (Terni, 1892, ?), politico, ex sindaco.
* [[Gianfranco Ciaurro]] (Terni, 1929 – [[Roma]], 2000), ex Consigliere di Stato e Ministro della Repubblica, dal 1993 al 1999 fu sindaco della città.
* [[Filippo Micheli]] (Montefranco, 1911 - Terni, 1995), politico.
* [[Gustavo Selva]] (Imola, 1926 - Terni, 2015), giornalista, politico.
* [[Enrico Micheli]] (Terni, 1938 - Terni, 2011), politico.
* [[Antonio Baldassarre]] ([[Foligno]], 1940), costituzionalista, vive a Terni, è stato consigliere comunale.
* [[Claudio Petruccioli]] (Terni, 1941), politico, giornalista.
* [[Oreste Scalzone]], (Terni, 1947), attivista.
==== Militari e forze armate ====
* ''Ser Cittadini'' "l'ammazzadraghi", (Terni [[XIII secolo]]), mitico cavaliere ternano di origine germanica che secondo una leggenda medievale è l'uccisore del drago Thyrus, effigiato nello stemma comunale.
* ''Liberotto Liberotti'', (Terni [[XII secolo]]), leggendario fabbro ternano, liberatore del popolo di Terni dalla brevissima oppressione narnese (ottenuta con l'aiuto di Spoleto) del XII secolo.
* ''Andrea Castelli'' (Terni XIV - XV secolo), Nobile uomo d'arme, politico e podestà ghibellino. Ufficiosamente e di fatto signore di Terni e contado; ma per volontà propria non nominalmente. Acerrimo nemico di [[Braccio da Montone]].
* ''Alessandro e Lucantonio Tomassoni da Terni'' (Terni, [[XVI secolo]]) [[condottiero|condottieri]].
* [[Alvaro Leonardi]] (Terni, 1895 – [[Cameri]], 1955), aviatore, ufficiale.
* [[Elia Rossi Passavanti]] (Terni, 1896 – Terni, 1985), deputato, militare (dragone di cavalleria). È stato podestà della città di Terni, nonché storico locale.
* [[Germinal Cimarelli]] (Terni, 1911 – [[Monte Torre Maggiore]], 1944), antifascista e partigiano.
* [[Roberto Antiochia]] (Terni, 1962 – [[Palermo]], 1985), poliziotto, vittima della [[mafia]].
* [[Stanislao Caraciotti]], ammiraglio, di origine ternana.
* [[Mario Trabucchi]] (Terni, 1908 - [[Pantelleria]], 1942), aviatore.
* [[Pompeo Agrifoglio]] (Terni, 1889 - [[Palermo]], 1948), militare, [[agente segreto]].
==== Religione ====
* [[San Valentino]] ([[Interamna Nahars]], circa 176 – Roma, 273), vescovo di Terni e un martire cristiano. Venerato come santo dalla [[Chiesa cattolica]], è considerato patrono degli innamorati.
* [[Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto]], protomartiri francescani, martirizzati a Marrakesh nel 1220. Le loro spoglie sono conservate nel Santuario della [[Chiesa di Sant'Antonio di Padova (Terni)|Chiesa di Sant'Antonio di Padova]] a Terni.
* [[Barnaba Manassei]] (Terni, XV secolo), beato francescano ternano, di nobile lignaggio, inventore e fondatore, insieme a [[Michele Carcano]], dei Monti di Pietà.
* [[Papa Alessandro VIII]], nato Pietro Vito Ottoboni ([[Venezia]], 1610 – Roma, 1691), fu il 241º papa della [[Chiesa cattolica]] dal 1689 alla sua morte. Fu governatore di Terni dal 1638 al 1640.
* [[Valentino Mastrozzi]] (Terni, 1729 – 1809), cardinale.
* [[Luigi Gazzoli]] (Terni, 1735 – Roma, 1809), cardinale.
* [[Pietro Gianelli]] (Terni, 1807 – Roma, 1881), cardinale.
* [[Felice Bonomini]] ([[Mocasina]], 1895 – [[Como]], 1974), ex vescovo di Terni.
* [[Tullio Calcagno]] (Terni, 1899 – [[Milano]], 1945), presbitero, giornalista.
* [[Giovanni Battista Dal Prà]] ([[Chiuppano]], 1902 – 1990), vescovo cattolico.
==== Arte e cultura ====
* [[Antonio da Sangallo il Giovane]], vero nome Antonio Cordini ([[Firenze]], 1484 – Terni, 1546), architetto, attivo durante il [[Rinascimento]] e il [[Manierismo]].
* [[Francesco Angeloni]] (Terni, 1587 – Roma, 1652), storico, scrittore e collezionista d'arte.
* [[Francesco Lana de Terzi]] ([[Brescia]], 1631 – Brescia, 1687), gesuita, matematico e naturalista, considerato il fondatore della scienza aeronautica.
* [[Camillo Brunori]] (Terni, 1681 – [[Meldola]], 1756), medico e poeta.
* [[Luigi Poletti (architetto)|Luigi Poletti]] (Modena, 1792 – Milano, 1869), [[Architettura neoclassica|architetto neoclassico]].
* [[Carlo Alberto Castigliano]] ([[Asti]], 1847 – [[Milano]], 1884), matematico, studiò presso il [[Regio Istituto Tecnico]] di Terni.
* [[Tullio Calcagno]] (Terni, 1899 - Milano, 1945), presbitero e giornalista fondatore della rivista "Crociata Italica".
* [[Luigi Corradi (1848-1921)|Luigi Corradi]] ([[Senigallia]], 1848 – Terni, 1921), ingegnere e insegnante.
* [[Regina di Luanto]], pseudonimo di Anna Guendalina Lipparini (Terni, 1862 – [[Pisa]], 1914) scrittrice.
* [[Lorenzo Allievi]] (Milano, 1856 – Roma, 1941), ingegnere.
* [[Orneore Metelli]] (Terni, 1872 – Terni, 1938), pittore del genere [[naïf]].
* [[Cesare Bazzani]] (Roma, 1873 – Roma, 1939), architetto e ingegnere.
* [[Amerigo Bartoli]] Natinguerra (Terni, 1890 – Roma, 1971), pittore e scrittore.
* [[Benedetto Faustini]] (Terni, 1836 - Terni 1895) architetto e artista.
* [[Ottavio Coletti]] militare e ingegnere.
* [[Arnaldo Frateili]] (Piediluco, 23 agosto 1888 – Roma, 30 dicembre 1965) è stato un poeta, scrittore, giornalista e critico letterario, teatrale e cinematografico, resocontista parlamentare italiano.
* [[Emma Marpillero]] ([[Udine]], 1896 – Terni, 1985), artista, poeta e insegnante italiana, nonché scrittrice. È conosciuta soprattutto come esponente del [[movimento futurista]].
* [[Mario Ridolfi]] (Roma, 1904 – [[Marmore (Terni)|Marmore]], 1984), architetto.
* [[Aurelio De Felice]] ([[Torreorsina]], 1915 – Torreorsina, 1996), scultore.
* [[Renato Brogelli]] ([[Piombino]], 1915 – Terni, 2007), drammaturgo, autore di testi di teatro dialettale.
* [[Giancarlo De Carlo]] (Genova, 1919 – Milano, 2005), architetto.
* [[Alberto Mario Moriconi]] (Terni, 1920 – [[Napoli]], 2010), poeta, avvocato e professore.
* [[Luigi Marras]] ([[Cagliari]], 1922 – Terni, 2008), scultore.
* [[Carlo Aymonino]] (Roma, 1926 – Roma, 2010), architetto.
* [[Vincenzo Pirro]] ([[San Severo]], 1938 – Terni, 2009), docente, filosofo e storico.
* [[Wolfgang Frankl]] (Monaco di Baviera, 5 agosto 1907 – Terni, 27 aprile 1994), architetto e collaboratore di [[Mario Ridolfi]] nel corso del suo operato a Terni.
==== Musica e spettacolo ====
* [[Giulio Briccialdi]] (Terni, 1818 - Firenze, 1881), compositore e flautista.
* [[Alessandro Casagrande]] (Terni 1922 - [[Novara]], 1964), compositore, concertista e musicista.
* [[Andrea Aureli]] (Terni, 1923), attore.
* [[Claudio Terni]] (Terni, 1927-2011) cantante.
* [[Corrado Francia]] (Terni, 1948) cantante
* [[Emanuela Aureli]] (Terni, 1973), imitatrice, attrice e pittrice.
* [[Camilla Ferranti]] (Terni, 2 aprile 1979), attrice.
* [[Nera Marmora]] (Terni, 1891 - Roma, 1924), cantante lirica.
* [[Lucilla Galeazzi]] (Terni, 24 dicembre 1950), cantautrice.
* [[Samanta Togni]] (Terni, 21 aprile 1981), ballerina e conduttrice televisiva.
* [[Luciano Fancelli]] ([[Foligno]], 1928 – Terni, 1953), fisarmonicista e compositore.
==== Sportivi ====
* [[Baconin Borzacchini]] (Terni, 1898 – Monza, 1933), pilota automobilistico.
* [[Oreste Cioni]] ([[Castellammare di Stabia]], 1914 - Terni, 1968), calciatore.
* [[Orlando Strinati]] (Terni, 1924 - Terni, 2004), calciatore.
* [[Libero Liberati]] (Terni, 1926 – Terni, 1962), pilota motociclistico.
* [[Renato Perona]] (Terni, 1927 - Terni, 1984), ex [[Ciclismo su pista|pistard]].
* [[Elso Cruciani]] (Terni, 1930 – Terni, 1988), arbitro di calcio e atleta.
* [[Giampiero Bandini]] detto Piero (Terni, 1935 – [[Monfalcone]], 2008), calciatore.
* [[Paolo Pileri]] (Terni, 1944 – Terni, 2007), pilota motociclistico.
* [[Tonino Viali]] (Terni, 1961), atleta.
* [[Paolo Tagliavento]] (Terni, 1972), arbitro di [[calcio (sport)|calcio]].
* [[Marco Di Loreto]] (Terni, 1974), allenatore ed ex calciatore.
* [[Riccardo Zampagna]] (Terni, 1974), allenatore ed ex calciatore.
* [[Francesco Biribanti]] (Terni, 1976), pallavolista.
* [[Mirko Giansanti]] (Terni, 1976), pilota motociclistico.
* [[Alessandro Grandoni]] (Terni, 1977), ex calciatore.
* [[Stefano Zavka]] (Terni 1972 - [[K2]] 2007), alpinista.
* [[Roberto Chiappa]] (Terni, 1973), [[Ciclismo su pista|pistard]].
* [[Margherita Granbassi]] ([[Trieste]], 1979), schermitrice.
* [[Giacomo Eliantonio]] (Terni, 1988), cestista.
* [[Leonardo Capotosti]] (Terni, 1988), atleta.
* [[Danilo Petrucci]] (Terni, 1990), pilota motociclistico.
* [[Fabio Lucioni]] (Terni, [[1987]]), [[calciatore]].
== Geografia antropica ==
=== [[Suddivisioni di Terni]] ===
[[File:Nuovo piano circoscrizionale Terni.png|thumb|right|Nuova ripartizione territoriale secondo la delibera della Commissione Statuto del Comune; divisione operativa dalle elezioni comunali 2009 (Dal 23 giugno 2009)]]
La città è suddivisa in tre circoscrizioni, a seguito di una riforma amministrativa avvenuta nel 2009, che ne ha ridotto il numero da nove.<ref>'Le Circoscrizioni di Terni? Ne basterebbero 3!' - Corriere dell'Umbria, 29 ottobre 2008. 'Solo tre circoscrizioni a Terni?' - Giornale dell'Umbria, 15 ottobre 2008</ref> La suddivisione è la seguente:
{| class="wikitable"
![[Circoscrizione di decentramento comunale|Circoscrizione]]!![[Superficie]]!!Residenti!!Distretti-[[Quartieri]]
|-
| bgcolor="#ffa500" |[[Circoscrizione I Est (Terni)|I Est]]||118,23 km²||29.257||'''Quartieri''': Centro Storico (parte est), Achille Grandi, Bovio, Campofregoso-Brin, Casali di Papigno, Cervara, Ex Ferrovieri, Pentima, San Carlo, Sant'Agnese, Toano, Trevi, Tuillo, Volghe-Prisciano.<br />
'''Frazioni''': [[Collestatte]], Collestatte Piano, Larviano, [[Marmore (Terni)|Marmore]], Miranda, [[Papigno]], [[Piediluco]], San Liberatore, [[Torreorsina]], [[Valserra]] ([[Rocca San Zenone]], Collelicino, Castagna, Romita, Appeccano, Poggio Lavarino, Cecalocco, [[Battiferro]], Acquapalombo, Colle Giacone, Giuncano, Polenaco, Pracchia, Porzano).
|-
| bgcolor="#00ff00" |[[Circoscrizione II Nord (Terni)|II Nord]]||60,72 km²||39.605||'''Quartieri''': Centro Storico (parte ovest), [[Circoscrizione II Nord (Terni)#Campitello|Campitello]], Cardeto-Uffici Finanziari, Campomaggiore, Cinque Strade, Colle Dell'Oro, Collerolletta, Dalmazia-San Martino, Fiori, Fonderia, Gabelletta, Maratta, Piedimonte, Pozzo Saraceno, [[Circoscrizione II Nord (Terni)#Rivo|Rivo]].<br />
'''Frazioni''': [[Cesi (Terni)|Cesi]]
|-
| bgcolor="#ffd800" |[[Circoscrizione III Sud (Terni)|III Sud]]||32,95 km²||44.551||'''Quartieri''': [[Campomicciolo]], Cesure, Cospea, Giardino, Italia, Le Grazie, Matteotti, Perticara-San Rocco, Polymer-Campomaggio, Sabbione-Pantano, [[San Giovanni (Terni)|San Giovanni]], San Valentino, Staino, Valenza, Vallecaprina-Boccaporco.<br />'''Frazioni''': [[Collescipoli]]
|-
|}
=== Frazioni ===
Acquapalombo, [[Appecano]], [[Battiferro]], Cecalocco, [[Cesi (Terni)|Cesi]], Collegiacone, [[Collescipoli]], [[Collestatte]], Giuncano, [[Marmore (Terni)|Marmore]], [[Miranda (Terni)|Miranda]], [[Papigno]], [[Piediluco]], Poggio Lavarino, Polenaco, Porzano, Pracchia, [[Rocca San Zenone]], [[San Liberatore]], Titurano, [[Torreorsina]], San Carlo, La Castagna, Colle Sant'Angelo.<ref>{{cita web|url=http://www.comuniecitta.it/frazioni-localita/55032-comune-di-terni|accesso=22 dicembre 2013}}</ref> Interessante la [[Collegiata di Santa Maria Maggiore (Collescipoli)]], con l'organo [[Willem Hermans|W. Hermans]].
== Economia ==
Tra la fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] e i primi del [[XX secolo|Novecento]] la città conobbe un importante processo di industrializzazione con la creazione di numerose fabbriche.
Questo processo di industrializzazione e un parallelo sviluppo economico-imprenditoriale hanno portato la città a diventare un importante polo siderurgico, metallurgico e chimico dell'economia italiana.
Nel secondo dopoguerra, il nuovo Centro Ricerche della fabbrica chimica della Polymer iniziava a studiare le fibre poliestere e acrilica, protette dal segreto durante la guerra e delle quali pertanto ben poco si conosceva. Il Centro Ricerche studiava, inoltre, la fibra clorovinilica di cui iniziava a la produzione industriale. Oggetto di ricerca era il processo di produzione del polimero clorovinilico (PVC). In questo centro lavorava nel [[1954]] [[Giulio Natta]], quando riuscì a mettere a punto i [[catalizzatore|catalizzatori]] per la polimerizzazione stereochimica selettiva delle [[Alfa-olefina|alfa-olefine]]: nove anni dopo, nel 1963, Natta fu insignito del Premio Nobel per la chimica, unico finora in Italia.
Il fucile [[Mannlicher-Carcano|Carcano]], modello 91/38 matricola C2766, con il quale [[Lee Oswald]] avrebbe assassinato il presidente Usa [[John Fitzgerald Kennedy]], fu costruito nel 1940 nella Regia fabbrica d'Armi di Terni.
Nel [[1992]] alle acciaierie di Terni fu sequestrata la culatta del famoso "super cannone" commissionato da [[Saddam Hussein]].
Oggi l'economia cittadina è ancora imperniata sull'acciaieria, che dalla fine degli [[anni 1990|anni novanta]] è totalmente in mano della multinazionale tedesca [[ThyssenKrupp]]. Dopo le dure trattative del [[2004]] e [[2005]], terminate con la chiusura del reparto di produzione dell'[[acciaio magnetico]], unico sito in Italia, il trend sembra essere positivo, con nuovi investimenti della proprietà specialmente nella produzione dell'[[acciaio inossidabile|inossidabile]].
Inoltre la città si sta sempre più specializzando nel settore terziario, grazie alla posizione geografica che ne fa una cerniera tra l'[[Umbria]], [[Roma]] e il [[Italia Centrale|Centro Italia]]; e della ricerca, grazie allo sviluppo universitario e al costituendo Centro di ricerca per le [[cellule staminali]], progetto curato dallo scienziato [[Angelo Vescovi]], e dal centro di ricerca per le [[Nanotecnologie]]. In tutto il territorio sono presenti 17 multinazionali, operanti soprattutto nei settori della chimica e della tecnologia.
Al [[2015]], il totale delle imprese presenti nel territorio ammonta a 10.590, di cui: il 39% è rappresentato da commercio e trasporti, il 25,3% dai servizi, il 12,3% dalle costruzioni ed il 9,1% dall'industria e produzione energetica.<ref>http://comune.terni.it/portaldata/UserFiles/Pagina/Statistica/2015/8_Imprese.pdf</ref>
=== Fonti di energia ===
Nel comune di Terni è presente una centrale idroelettrica (Galleto), controllata da [[ERG (azienda)|ERG]] che produce 530 MW.
Due sono le [[Centrale termoelettrica|centrali termoelettriche]], entrambe controllate da [[Edison|Edison S.p.A.]].
Nell'ambito delle [[energie rinnovabili]] si annovera TerniEnergia (installazione di [[Impianto fotovoltaico|impianti fotovoltaici]], [[Parco eolico|parchi eolici]]) e Genera (progettazione e realizzazione di impianti fotovoltaici, a biomasse e parchi eolici).
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
[[File:Tangenzialeterni.jpg|thumb|right|Nodo viario di Terni (in arancione la tangenziale)]]
Per la sua posizione strategica, Terni è collegata a tutte le maggiori città del centro Italia con tempi di percorrenza piuttosto brevi. Il sistema viario di Terni è composto da:
* [[Strada statale 675 Umbro-Laziale]] che insieme alla nuovissima [[Strada statale 79 Ternana#Strada statale 79 bis Ternana|SS79 bis]] forma la tangenziale e la collega attraverso l'avveniristico ponte sulla [[Valnerina]] alla città di [[Rieti]], all'[[Abruzzo]] ed alle [[Marche]] meridionali in direzione sud e [[Viterbo]], [[Civitavecchia]] ed il [[Tirreno]] in direzione ovest.
* Itinerario europeo [[Strada europea E45|E45]] formato in direzione ovest dalla succitata statale 675 che va dallo svincolo di Terni-Zona Industriale al casello autostradale di [[Orte]] collegandola all'[[Autostrada A1 (Italia)|A1]] e in direzione nord dalla [[Strada statale 3 bis Tiberina]], che la collega all'[[Umbria]] settentrionale fino alla [[Romagna]].
* [[Strada statale 3 Flaminia]] che ripercorre il percorso della vecchia [[Via Flaminia]] e dallo svincolo di Terni est prosegue fino a [[Fano]].
* [[Strada statale 209 Valnerina]] che la collega per tutto il percorso della [[Valnerina]] e si connette alla nuova [[Strada statale 79 Ternana#Strada statale 79 bis Ternana|SS79 bis]] all'altezza del quartiere di Cervara.
=== Ferrovie ===
[[File:Stazione di Terni.jpg|thumb|right|La stazione di Terni]]
La [[Stazione di Terni|stazione centrale]] è situata sulla [[ferrovia Roma-Ancona]], interessata da relazioni treni regionali e a lunga percorrenza, e funge altresì da capolinea di due relazioni regionali.
La ferrovia [[Ferrovia Centrale Umbra|Terni-Sansepolcro]], la cui infrastruttura è in carico alla [[Ferrovia Centrale Umbra|Ferrovia Centrale Umbra (FCU)]], è gestita da [[Busitalia-Sita Nord]].
La [[ferrovia Terni-Sulmona|ferrovia Terni-L'Aquila-Sulmona]], di [[Rete Ferroviaria Italiana|Rete Ferroviaria Italiana (RFI)]], vede anch'essa servizi gestiti da Busitalia-Sita Nord sulla relazione verso L'Aquila. Su tale infrastruttura sono attive in ambito suburbano le stazioni e fermate di Terni Cospea, Marmore e Stroncone.
[[File:Civiter public transport network.jpg|miniatura|rete dei trasporti del settore nord-est dell'area metropolitana di Roma]]
La stazione è interessata anche da alcuni treni merci, soprattutto in relazione alla presenza degli stabilimenti siderurgici e chimici raccordati.
=== Mobilità urbana ===
[[File:Terni - Acciaierie.jpg|thumb|Convoglio in sosta davanti alle acciaierie (cartolina d'epoca)]]
Le autolinee urbane, suburbane ed extraurbane di Terni sono attualmente gestite da [[Busitalia-Sita Nord]].
Fra il [[1901]] ed il [[1933]] fu attiva a Terni una [[Tram|linea tranviaria urbana]] che collegava la [[Stazione di Terni|stazione Dante]] e la centrale piazza Tacito fino a raggiungere piazza Vittorio Emanuele, poi piazza della Repubblica. Una diramazione di tale linea conduceva presso le [[Acciaierie di Terni]], dove sorgeva anche il deposito della società esercente, la STET. Quest'ultima esercì anche, fino al [[1960]], la [[tranvia Terni-Ferentillo]], una linea extraurbana costruita prevalentemente per il trasporto delle merci lungo la Valnerina.
=== Aeroporti ===
La città dispone dell'[[aviosuperficie Alvaro Leonardi]] (Icao: LIAA), presso la zona di Maratta, per piccoli aerei, adibita a scuola di volo nonché a servizio delle forze di sicurezza e protezione civile e alla pratica del [[paracadutismo]].
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Terni}}
Dal 22 giugno 2009 la città è amministrata da [[Leopoldo Di Girolamo]] (Pd). La sede del comune è a [[Palazzo Spada (Terni)|Palazzo Spada]].
Fino al 2014 due delle tre suddivisioni amministrative del comune di Terni sono governate da una coalizione di [[centro-sinistra]], mentre una da [[Rifondazione Comunista]].
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|ESP|Cartagena (Spagna){{!}}Cartagena}}
* {{Gemellaggio|Francia|Saint-Ouen (Senna-Saint-Denis){{!}}Saint-Ouen}}
* {{Gemellaggio|Repubblica Ceca|Praga{{!}}Praga 8}}
* {{Gemellaggio|Ungheria|Dunaújváros}}
=== Patti di amicizia ===
* {{Gemellaggio|Giappone|Kobe}}
* {{Gemellaggio|Sahara Occidentale|Auserd{{!}}Wilaya di Auserd}}
== Sport ==
Terni ha ospitato otto volte l'arrivo di tappa del [[Giro d'Italia]] ([[Giro d'Italia 1926|1926]], [[Giro d'Italia 1940|1940]], [[Giro d'Italia 1951|1951]], [[Giro d'Italia 1957|1957]], [[Giro d'Italia 1976|1976]], [[Giro d'Italia 1978|1978]], [[Giro d'Italia 1987|1987]], [[Giro d'Italia 1995|1995]]),
=== Principali società sportive ===
A Terni vi sono diverse società sportive che gareggiano nei livelli nazionali e internazionali della loro disciplina:
* la [[Ternana Calcio]] ([[Calcio (sport)|calcio]]);
* la [[Ternana Calcio Femminile]] e il [[Terni Calcio a 5]] ([[calcio a 5]]);
* il [[Circolo Lavoratori Terni]] ([[pallavolo]], [[calcio a 5]], [[scherma]], [[canottaggio]], [[tennis]], [[ginnastica artistica]] ed altri sport);
=== Impianti sportivi ===
[[File:Stadioliberatiterni.jpg|thumb|right|Lo [[stadio Libero Liberati]].]]
[[File:JoggingPasseggiataTerni.JPG|thumb|right|Il parco per il jogging "La Passeggiata".]]
Questi sono i più importanti impianti sportivi della città di Terni:<ref>Vedi anche [http://www.comune.terni.it/canale.php?idc=317 http://www.comune.terni.it/canale.php?idc=317<math></math>].</ref>
* [[Stadio Libero Liberati]] ([[calcio (sport)|calcio]]), ospita le partite interne della [[Ternana Calcio]];
* [[PalaDiVittorio]] ([[pallacanestro]], [[pallavolo]], [[pallamano]], [[calcio a 5]]);
* [[PalaDeSantis]] ([[tennistavolo]], [[arti marziali]]) è Centro Federale del [[tennistavolo]];
== Note ==
{{references|strette}}
== Bibliografia ==
[[File:PanoramaTerni.jpg|thumb|Veduta della città]]
* [[Alessandro Portelli]], ''Biografia di una città, storia e racconto: Terni 1830-1985''. Einaudi Microstorie, Torino 1985
* Luigi Lanzi, ''Terni, la città e i dintorni''. Edizioni Thyrus, Terni 2002
* Elia Rossi Passavanti, ''Terni''. Alterocca, Terni 1974
* AAVV, ''Storia Illustrata delle Città dell'Umbria'', a cura di M. Giorgini. Elio Sellino Editore, Milano 1994
* ''L'Umbria - Manuali per il territorio, Terni''. Edindustria, Roma 1980
* Franco Bonelli, ''Lo sviluppo di una grande impresa in Italia. La Terni dal 1884 al 1962''. Einaudi, Torino 1975
* Valentina Leonelli, Paolo Renzi, Claudia Andreani, Cristina Ranucci, (a cura di Vincenzo Pirro) ''Interamna Nahartium - Materiali per il Museo Archeologico di Terni''. Edizioni Thyrus, Terni 1997
* Marcello Gaggiotti, Dorica Manconi, Liliana Mercando, Monika Verzàr, ''Guide Archeologiche Laterza, Umbria Marche''. Laterza, Roma-Bari 1980
* Lodovico Silvestri, ''Collezione di memorie storiche tratte dai protocolli delle antiche riformanze della città di Terni dal 1387 al 1816''. Edizioni Thyrus, Terni 1977
* Francesco Angeloni, ''Historia di Terni''. Roma 1666. III ed. Terni 1966
* Renato Covino (a cura di), ''Le industrie di Terni''. Giada, Perugia 2002
* Renato Covino (introduzione) e Gianni Bovini (apparati), "Le industrie di Terni. Schede su aziende, infrastrutture e servizi". Giada, Perugia 2002
* Paolo Rinaldi (a cura di), "L'iconografia francescana a Terni, nel sud Umbria e nella Sabina". Comune di Terni, Terni febbraio 1983
* Paolo Rinaldi, "Materiali per il museo archeologico di Terni". Comune di Terni, Terni
* Adriano Andreani con presentazione di Alighiero Maurizi, "Historie Ternane". Edizioni APE, Terni 2000
* Simonetta Neri, "Terni. Guida della città e dei dintorni". edilmond, Città di Castello (PG) 1998
* Enzo Simula - Paola Biribanti (a cura di), "Cento anni cento scatti. Una città si racconta". Edizioni Thyrus, Terni 2005
* Marcella Arca Petrucci (edited by), "Il patrimonio della cultura termale. Per una rete europea di ecomusei". Edizioni 2005
* 'Rassegna Economica', periodico trimestrale della CCIA di Terni, varie annate
* 'Memoria Storica', Rivista del Centro di Studi Storici di Terni, Direttore [[Vincenzo Pirro]]. Edizioni Thyrus, Arrone (TR), varie annate, ISSN 1125-3886
* Aldo Tarquini, ''La città di Mario Ridolfi. Architettura, urbanistica, storia, arte, cinema, fotografia''. De Luca editori d'Arte, Roma 2006, ISBN 88-8016-705-7
* Roberto Fabrini " La piccola grande storia della medicina a Terni" 2005 Stella editore
* Tommaso Dore, ''Misteri di ieri e di oggi a Terni e nella Bassa Umbria'', Italus Edizioni / Associazione Italus, Roma 2012.
== Voci correlate ==
* [[Cascata delle Marmore]]
* [[Collegiata di Santa Maria Maggiore (Collescipoli)]]
* [[Ferentillo]]
* [[Palazzo Spada (Terni)]]
* [[Piediluco]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.terni.it/|Comune di Terni}}
{{Provincia di Terni}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Città romane della Regio VI Umbria}}
{{Via Flaminia}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Terni|Terni]]
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